ALTO ADIGE
7 novembre 2003
 

I proprietari dei cani si ribellano all'ordinanza Salghetti
«Museruola al sindaco»
«Offende gli animali. Il Comune vuole solo dei peluche»
UOMINI E ANIMALI


di Luca Fregona

BOLZANO. «La museruola? Se la metta Salghetti». La "repubblica dei cani" è una striscia di terra tra il Talvera, il carcere e Ponte Druso. E' un territorio libero dove - c'è scritto persino su un cartello del Comune - possono scorazzare liberi. Niente guinzaglio, solo la sorveglianza attenta dei padroni. Che hanno preso male, molto male, l'ordinanza comunale che impone, tra l'altro, l'obbligo della museruola per sedici razze: «Questo sindaco - è il coro - non ha un cane e non ama gli animali». E' mezzogiorno, il sole è tiepido. Uomini e cani si godono il caldo. L'"ordinanza" è l'argomento del giorno. Non importa se hai un cocker, un mastino napoletano o un chihuahua. Se Paco, Lilli o Fido sono dentro o fuori la lista nera. Qui sono tutti contro. Senza defezioni.
BUONI E CATTIVI «In parte - osserva Petra Nicolussi - l'ordinanza ribadisce cose note: che i cani si debbano tenere al guinzaglio in un luogo pubblico è ovvio. In parte, invece, è un'inutile esibizione di muscoli». Una specie di tirata di orecchie ai proprietari. «Che peraltro non ci meritiamo. Da tempo è tutto un divieto. A Bolzano ci stanno togliendo piano piano tutti gli spazi...». L'impressione generale è che Salghetti abbia ceduto al partito di chi, i cani, li odia: «Mamme con bambini, ciclisti, gente che fa il jogging: il fronte è vasto. Sembra che ogni cane sia diventato un potenziale killer. Eppure in città non si ha memoria di incidenti gravi, di attacchi alle persone. Che poi a volte baruffino tra loro, beh, è normale. E' la natura».
La cosa che proprio non va giù è la divisione tra razze buone e cattive: «Non sta né in cielo né in terra - attacca Jessica Armani -. Nessun cane nasce cattivo. Qui vengono dei pitbull che sono dei veri agnellini». Il vero problema - ammettono - sono i padroni. «Se viene accertato che un cane è realmente pericoloso, va affidato a persone che sappiano come trattarlo. Ma la museruola rischia solo di incattivirlo ancor di più».
Dalla teoria alla pratica: Virginia è un american stafforshire di color marrone. E' sulla lista nera. Per lei il sindaco ha previsto guinzaglio corto e museruola. Virginia ancora non lo sa: scorazza paciosa, si striscia sulle gambe, si rotola nell'erba. E' molto affettuosa, giocherellona. «La museruola - dice dura la padrona Carla Sartini - non gliela metterò mai, non se ne parla. Sarebbe un maltrattamento inutile. E poi non è abituata». La signora, comunque, la museruola l'ha comprata, di ultima generazione. Scordatevi le "gabbie" di plastica e acciaio, stile Hannibal the Cannibal. Oggi va di moda un modello meno invasivo: una fascia elastica in tessuto nero per infioccare il muso.
Jessica Armani accarezza il suo labrador: «Non riesco a capire: da una parte si fanno le campagne contro l'abbandono, dall'altra si riducono le aree per i cani e si emettono ordinanze repressive. Il cane dovrebbe essere una specie di bambolotto che non sporca, non corre e non fa rumore... Ma questa è la ricetta giusta per farlo diventare aggressivo». La pensa uguale, Giovanna Gavioli. Ha un setter di dieci anni che si chiama Pepito. Lo fa correre avanti e indietro con la palla. Lui non è sulla lista nera, ma non importa. «Alla museruola dico no. E' un sacrificio inutile e crudele. Il guinzaglio è più che sufficiente. Il patentino per i padroni è una soluzione. Se un cane viene dichiarato particolarmente aggressivo da un veterinario, con tanto di certificato, allora si può stabilire che il proprietario superi un test per tenerlo».
LIBERA REPUBBLICA Altra questione molto sentita: lo spazio. La "libera repubblica dei cani" è in pericolo. «Il nuovo Museion - dice Petra Nicolussi - vuole mangiarci tre quarti di prato. In Internet si può vedere il progetto: vogliono ricavare un'area espositiva all'aperto». Nicolussi mostra i paletti gialli già infilati nella terra: «Ci lasceranno solo l'area davanti al carcere. A quel punto diventerà una gabbia. Poi ci stupiamo se i cani diventano cattivi. Non potranno più correre da nessuna parte». La signora Gavioli è scandalizzata: «Si figuri che vengo da Sarentino per lasciare il cane libero: in montagna ormai è diventato impossibile. Cacciatori e contadini protestano. E sparano. Questo posto esiste da molti anni, perché toccarlo?».
LOBBY La "repubblica" è assediata dal Museion ma anche dagli inquilini di «Casa fiume», il condominio color salmone che guarda sui prati. Dicono che i cani fanno rumore e sporcano. Per rompere l'assedio, Lorenzina Mei sta raccogliendo firme. «Ci faremo sentire. Andremo da Salghetti e Durnwalder per salvare questo fazzoletto di terra».
E così il popolo dei cani diventa anche lobby: «Ci ricorderemo di tutto alle comunali - dice Sartini -. I nostri voti peseranno». Quanti voti? «All'anagrafe canina sono iscritti cinquemila cani. Moltiplichi per i padroni e le famiglie dei padroni...».
 


 

 

Messaggio della Mailing List di Bairo inviato l' 11/11/2003
 

 

 
Egregi signori
Leggiamo l'articolo allegato.
Sembra che non solo il buon senso ma neppure la famosa uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, venga rispettata dal sindaco Salghetti.
Per i cani e i loro padroni non ci sono più spazi, i divieti continui creano un percorso a slalom e ciò è veramente incivile, retrogrado; rappresenta l'incapacità dettata da interessi e paure.
I cani, per il sindaco e i suoi sostenitori (le famose mamme con bambini tanto patetiche quanto rabbiose - ci sono mamme anche con cani oltre che con bambini - i ciclisti ecc.), da migliori amici dell'uomo (quanta retorica sprecata!!!) siano passati a peggiori nemici. Si prepara una società di intolleranti, di scontri, dove chi ha più prepotenza schiaccia chi invece vive e lascia vivere. Ora sono i cani, gli extra comunitari, i musulmani; ieri erano i neri, le donne, i meridionali; domani saranno .............
Una volta accettato il principio di una disuguaglianza di voce e di diritti, la lotta di tutti contro tutti sarà possibile.
Noi proponiamo ai proprietari di cani e di altri animali,  di unirsi in circoli, club, gruppi; di far sentire la loro voce, di votare (poichè è l'unico verbo che gli amministratori e i politici conoscono) soltanto per chi rispetta gli animali come esseri senzienti e i loro padroni come cittadini con diritti, uguali a tutti gli altri (e non meno uguali) davanti alla legge.
Ci auguriamo un'attenta riflessione, gesti di coraggio politico e, soprattutto di giustizia.
 
....................  GRUPPO BAIRO Onlus
www.bairo.biz
 
 
Seguono le firme degli aderenti al GRUPPO BAIRO e sostenitori del messaggio: 

 

 

Bolzano, 17 novembre 2003

                                                                                   Prot. Nr.            /ac

Gent. Vice Presidente
Gruppo BAIRO Onlus

e-mail: [email protected],biz

Oggetto: Alcuni cittadini sono più uguali di altri
 

Ricevo il Suo cortese scritto dell’11 c.m., ma mi pare che vengano attribuiti all’ordinanza recentemente adottata connotati del tutto impropri.

Quella bolzanina non è affatto una comunità intollerante e non si è mai distinta per atteggiamenti discriminatori, né nei confronti delle persone, né degli animali.

La nostra Città è dotata di zone verdi riservate appositamente ai cani, nei quali possono liberamente muoversi anche quelle poche razze canine (e gli incroci tra di esse) che sono potenzialmente predisposte all’aggressività, come individuate nell’art. 6, comma 1 bis, della Legge Provinciale 15.5.2000, nr. 9 (“Interventi per la protezione degli animali e prevenzione del randagismo”).

Si è da più tempo in attesa che la Provincia Autonoma emani norme regolamentari per accertare l’idoneità delle persone che detengono e conducono i predetti cani, in modo che non si prospettino pericoli di sorta.

Attualmente non è infrequente nella nostra città vedere cani, anche di grossa taglia, ed anche appartenenti alle predette razze, che vagano liberamente, soprattutto in parchi e giardini, ma anche lungo le pubbliche vie, ingenerando apprensione e disagio ai passanti.

Mi auguro che a livello normativo, sia in ambito provinciale che nazionale, anche la Sua Associazione possa contribuire ad introdurre criteri tali da contemperare le opposte esigenze.

Spero comunque che il cane, se è amico dell’uomo, lo sia anche di un sindaco, nonostante i loro padroni lo descrivono a tinte fosche come un antagonista!

Voglia gradire i migliori saluti

- Avv. Giovanni Salghetti Drioli -

Il Sindaco di Bolzano
 

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