Subject: traffici
PUBBLICATO IN MAILING LIST DI BAIRO IL 22/09/2004 da Sabrina da Giubiasco (Svizzera): A seguito di alcune mie prese di posizione e articoli apparsi sulla stampa riguardo al traffico dei randagi verso la Svizzera e la Germania che sono state riportate in alcune ml e siti animalisti, si sono affacciati alcuni personaggi che stanno tentando in tutte le maniere di farmi perdere tempo attaccandosi a dei particolari che reputo, sotto un certo punto di vista, insignificanti davanti all’enorme numero di animali che ogni anno con cadenza settimanale e anche più spesso, continuano a sparire nel nulla. Mi riferisco a persone che fanno i finti tonti chiedendo aiuto per sventare strani traffici, quando loro per primi sanno benissimo come accadono certi fatti, così come a svariati tentativi e strani movimenti, manifesti o meno, che vedo palesarsi quando si riesce a gettare un po’ di luce nei meandri di quello che é un buco nero, che più nero non c’è. Questo modo sistematico di agire da parte di trafficanti e dei loro fans serve a gettare scompiglio affinché venga offuscato il vero problema e per far sì che chi lotta possa "girare a vuoto" e magari perdere la speranza e la voglia di andare avanti. Una società di protezione animali ticinese ha ricevuto questi miei scritti e mi ha gentilmente fatto notare un mio errore. Devo sicuramente fare ammenda e non é assolutamente mia intenzione sminuire un errore grave anche se commesso in buona fede (riportando quello che si é sempre detto, ma mai verificato a norma di legge). Reputo però che un chiarimento sia oltremodo più che necessario. Ho più volte affermato a torto che in Svizzera é obbligatoria l’eutanasia dopo breve per i randagi che non vengono reclamati da nessuno e non vengono adottati, un fatto che rendeva, tra le altre cose, inspiegabile il fatto di dover fare arrivare animali da fuori quando si era costretti ad ammazzare i propri. Mi é stato giustamente fatto notare che non esiste una legge in Svizzera che obbliga in una qualsiasi maniera ad addormentare gli animali che nessuno vuole. Sono andata a leggermi tutta la Legge Federale che regolamenta la protezione degli animali in Svizzera e ho chiesto conferma al Veterinario Cantonale. In effetti non c’è alcuna legge in Svizzera che obbliga ai vari rifugi e canili di procurare l’eutanasia ai randagi, ma non esiste neanche una legge che esplicitamente la vieta, come succede invece in Italia. Per chiarezza vi riporto quanto mi é stato spiegato dall’Ufficio del Veterinario Cantonale ticinese assieme ai relativi articoli di legge che prendono in considerazione la gestione dei rifugi in Svizzera per questo problema: "La legislazione cantonale si basa su quella federale. La legislazione federale non regolamenta esplicitamente l’eutanasia degli animali. L’art. 3 dell’Ordinanza sulla protezione degli animali (OPAn) impone al detentore di un animale di prestare le dovute cure e nel caso non possa fare altrimenti uccidere l’animale per evitargli inutili sofferenze. ("Il custode deve immediatamente ricoverare, curare e trattare o magari uccidere gli animali malati o feriti, secondo il loro stato"). Parimenti in base all’art. 2 della Legge federale sulla protezione degli animali "agli animali va riservato un trattamento che tiene conto nel miglior modo possibile delle loro necessità" ed "È vietato infliggere ingiustificatamente ad animali dolori, sofferenze, lesioni o spavento". Questi due articoli implicitamente acconsentono l’eutanasia di un animale. Non é però possibile fornire un elenco esaustivo delle situazioni nelle quali un’eutanasia sarebbe (o é) più o meno giustificata". E inoltre: "In base alle modifiche apportate il 04.10.2002 ai testi "Codice civile, Codice delle obbligazioni, Codice penale, Legge federale sulla esecuzione e sul fallimento" (che costituiscono il cosiddetto "Articolo di principio sugli animali") é stato limitato a due mesi di tempo intercorso tra il ritrovamento di un animale e la possibilità di affidarlo ad un nuovo proprietario, riducendo sensibilmente i tempi di permanenza presso un rifugio". Art. 720a 1. Chi trova un animale smarrito é tenuto, fatto salvo l’arti 720 capoverso 3, a darne avviso al proprietario e, non conoscendolo, a darne avviso agli oggetti smarriti. 2. I cantoni designano l’ufficio a cui rivolgere l’avviso. 1bis. Per gli animali domestici non tenuti a scopo patrimoniale o lucrativo, il termine é di due mesi. 1ter Qualora la persona che trova l’animale affida quest’ultimo a un rifugio con il proposito di rinunciare definitivamente al suo possesso, il rifugio può, trascorsi due mesi dal momento in cui gli é stato affidato l’animale, disporne liberamente. Quindi semplicemente la Confederazione non entra nel merito, lasciando così via libera agli operatori del settore di realizzare qualsiasi scenario possibile, secondo la loro coscienza. Davvero reputo che la realtà dei fatti e l’errore da me commesso, per il quale senza problemi porgo le mie scuse a chi si é sentito offeso, davvero poco tange con la preoccupante situazione dei decennali traffici di randagi verso il nord Europa. Il vero problema della deportazione di animali europei verso nord non é se esista o meno una legge che regolamenti oppure vieti l’eutanasia sui randagi, il vero problema é che non si riesce a scoprire la fine ultima di tutti quegli animali che partono per lidi sconosciuti, non si riesce a comprendere il loro numero enorme, come resta sempre e immancabilmente inspiegabile la necessità di farsi arrivare dall’estero animali da far adottare. D’altronde di animali bisognosi e di situazioni di maltrattamenti ce ne sono OVUNQUE. Per trasportare per così tanti chilometri gli animali attraverso l’Europa si devono sostenere dei costi non indifferenti e reputo che questi soldi potrebbero essere utilizzati per aiutare una quantità di animali maggiore nelle proprie zone di attività, già che il fine ultimo e dichiarato é quello di salvare animali disastrati!! Il fatto é che comunque la vogliamo mettere ci sono domande che rimangono senza risposta. Chi si preoccupa di difendere i trafficanti o chi in buona fede crede nel loro operato, non può rispondere alla realtà dei fatti, come ad esempio quello di trasportare animali sempre con metodologie svianti e in continua evoluzione per evitare "intoppi", così come il fatto di falsificare i documenti di viaggio, come l’appellarsi alla privacy per non dire dove vanno a finire gli animali, come richiedere grandi quantità di animali anche anziani e debilitati. Quindi, visto come é regolamentata la gestione dei randagi nei rifugi ticinesi, vorrei che qualcuno mi spiegasse perché in Ticino ci sono rifugi (preciso: alcuni rifugi, non tutti) dove non é possibile adottare animali in quanto sono tutti già prenotati e perché ci sono animali in Ticino che partono verso nord anche se sono giunti al rifugio da neanche 48 ore senza dare alcuna possibilità di poter far ricongiungere un eventuale proprietario col proprio animale. Che fretta c’è di farli partire? Perché non attendere i due mesi prescritti e "pubblicizzare" localmente gli animali che aspettano una nuova famiglia? Perché si preferisce spedirli al nord invece di spingere per adozioni in zona e renderle quindi verificabili nel tempo? Tutte queste domande sembrano non turbare troppo le coscienze di alcuni "amanti degli animali" e loro protettori. Ma poco importa, lo so che queste domande rimarranno senza risposta, restano i fatti che per me sono più che sufficienti. Devo anche dire che sono molto felice invece delle persone che, ignare del problema, hanno finalmente preso coscienza e capito la situazione; si sono impegnate a divulgare informazioni e modalità di questi loschi traffici affinché il maggior numero di persone possibile ne venga a conoscenza. Mi sono arrivate anche un paio di richieste d’aiuto sincere, per capire certi movimenti "sospetti" che ho potuto risolvere in pochissimo tempo perché quando il lavoro onesto c’è, non c’è alcun motivo per nascondersi. Se gli animali vanno davvero a stare bene non c’è alcun problema nel fornire le prove di quello che si fa e si dice. Sabrina
da Francarita da Cremona:
Sabrina ha perfettamente ragione. Tutto questo trasportare animali da un luogo all'altro non giustifica la reale volontà di aiutare cani e gatti ad avere una vita migliore. Si tratta di grandi numeri di animali, di trasporti effettuati appositamente e specificatamente in modo sistematico con cadenze assai preoccupanti, esistono persone che si occupano di trovare la "merce" nelle varie zone ed in vari rifugi..insomma pare proprio di trovarsi di fronte ad una vera attività "commerciale" di reperimento di cani e gatti randagi (o presunti tali) indipendentemente dalla loro età e dalla loro razza. Chi vuole davvero aiutare gli animali randagi potrebbe benissimo spendere i propri denari in modo migliore: dato che si tratta di persone che vivono in Italia (ed in tutti gli altri paesi dai quali partono questi furgoni) dovrebbero collaborare con le associazioni serie presenti in loco per ottenere l'applicazione corretta delle leggi esistenti, impedire la procreazione continuata, provvedere all'educazione dei cittadini e delle istituzioni, fare campagne di boicottaggio dei paesi in cui la situazione randagismo è grave.. insomma non dovrebbe consumere inutilmente denaro per continuare da anni ad esportare animali la cui fine reale è e rimane misteriosa.
Francarita da Cremona |
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