da Giuseppe Belletti di Bologna |
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Grazie per l'interessamento mostrato alla mia lettera. Il sostantivo "vuoto" è perfettamente appropriato per definire la dottrina cattolica (ma bisogna estenderlo a tutto il cristianesimo): la caratteristica costante del Vangelo è quella di promettere sempre un messaggio il cui contenuto reale non è mai comunicato, se non marginalmente e per cenni (sempre contradittori). Ripeto, però, che i "buoni in quanto buoni" inseriti nel cattolicesimo meritano una speciale ammirazione, perché la loro vita è sicuramente più difficile e osteggiata che non quella di chi esercita la bontà al di fuori della Chiesa. La risposta alla domanda: in che cosa si possa cercare difesa dal dolore dell'impotenza, non è facile, se si pretende di risolvere in maniera totale il problema; ma tante soluzioni parziali esistono: una è appunto l'azione; le azioni dei singoli, sommate, portano un grande costrutto; fra le azioni si devono includere l'informazione, la propaganda, l'organizzazione. Un conforto che deve sostenere chi opera per difendere gli altri animali è che dopo tanti millenni, nel giro di pochi anni, il muro di violenza e di sfruttamento, massiccio e compatto, che l'umanità aveva eretto contro le altre specie si è finalmente incrinato. Io ricordo che ancora nella prima metà degli anni ' 70 di diritti animali non si parlava neppure o, meglio, chi si azzardava a farlo era guardato come uno stravagante forse un po' pazzo. Ora, a distanza di un quarto di secolo, quello dell'"animalismo" è un movimento d'opinione forte, al quale, per fare un grande passo avanti, manca soltanto l'organizzazione in partito politico. Il fatto stesso che i mezzi di comunicazione - volenti o nolenti - si sentano obbligati ad attenersi a un atteggiamento "politicamente corretto" dimostra che queste idee oggi hanno un peso che venticinque anni fa nemmeno i più ottimisti fra i pochi amanti degli animali di allora si sarebbero aspettato. Per la cronaca posso ricordare che in Italia fu la campagna per la proposta di una nuova legge di regolamentazione della sperimentazione animale, nel 1978, a fare da catalizzatore a questo processo, con la fondazione di associazioni, alcune delle quali sono tutt'ora fiorenti. Tutto sommato, credo che si debba, in questo, essere abbastanza ottimisti. Cordiali saluti. Giuseppe Belletti Bologna |
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