da Michele da Napoli
Oggetto: Animali e religioni, con rabbia!
data 15/06/01

Caro Giuseppe di Bologna (e caro Bairo),

ti chiedo scusa sa potro' diventare polemico nel corso della mail e spero che vorrai prendere le mie affermazioni come quelle di un interlocutore appassionato, ma corretto.
Chi ti scrive si trova nella triplice disgraziata condizione di essere cattolico, animalista e studente di Filosofia, e comprenderai che per lui il problema del rapporto tra religione ed animali sia estremamente importante, sia sul piano teoretico sia su quello esistenziale, e che cerchi di approcciarlo "scientificamente" nei ritagli di tempo, salvo dedicarcisi piu' intensamente quando ne avra' la possibilita'.
Capirai quindi la mia irritazione quando, periodicamente, sulle mailinglist animaliste compaiono lettere - ma sarebbe piu' giusto definirli "trattati" - come il tuo, che paiono redatti da persone che sulla questione ormai hanno capito tutto e cui non resti altro che catechizzare gli altri.
Esasperazione - bada bene - non per quello che dicono, ma per la profonda ascientificita' con cui sono redatti.
La tua dissertazione condivide in pieno, con tutte le altre simili:
- l'assoluta mancanza di qualsiasi acribia filologica ed ermeneutica;
- l'omissione (dolosa, se questi argomenti li hai davvero studiati), di brani biblici che contraddicono la tua tesi dell'inconciliabilità di cristianesimo ed animalismo.
Sul primo punto, credo sia inutile dilungarmi.
A chi si iscrive ad una Facoltà Universitaria che insegni a trattare professionalmente testi letterari e filosofici (tipo Lettere Classiche, Filosofia, ecc.) viene insegnato per prima cosa quel complesso di discipline, che vanno dalla Filologia all'Ermeneutica, che servono non ad occultare o manipolare un testo, ma proprio a comprenderlo nella sua - per quanto possibile - veracita'.
Di tutte queste cose inutile cercarne traccia nel tuo scritto, che pure intende proporsi come una trattazione "scientifica".
Semplicemente, prendi la Bibbia e leggi.
Ribadisci traduzioni ormai superatissime, ma funzionali alla tua tesi (come il "dominio" della Genesi), non ti interessi al contesto, non ti preoccupi di sapere se alcune espressioni sono originali o sono topoi che s'inseriscono in tradizioni culturali, e via discorrendo ...
In questo modo fai opera di falsificazione, e non di chiarificazione dello scritto (e te lo dico da modestissimo studente di queste cose).
Mi e' venuto in mente un analogo trattato pubblicato qualche tempo fa su di un'altra mailinglist animalista, e condotto sulla costante citazione di un saggio di Eugen Drewermann, definito costantemente: "la signora ..., la teologa tedesca ..., la teologa ...".
Peccato che l'insigne studioso non si sia reso conto che Drewermann non fosse una signora, ma un signore, per la precisione un ex-sacerdote cattolico!
Certo, i concetti non cambiano: ma vuoi mettere con quanta serieta' il nostro autore ha studiato?
Ma la cosa che mi ha irritato di piu' nel tuo scritto sono le omissioni, relative al secondo punto di cui ti dicevo.
Una dissertazione come la tua presuppone settimane, se non mesi, di studio: non dirmi che l'hai buttata giu' a caldo dopo i fatti di Orvieto, perche' non ci credo!
Ebbene, nella Bibbia non ci sono solo le cose che citi tu.
Nella Bibbia c'e' anche il vegetarianesimo prescritto agli uomini nell'alleanza edenica.
Nella Bibbia c'e' il libro del Qoelet che dice testualmente: "Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie e' la stessa; come muoiono questi muoiono quelli; c'e' un soffio vitale per tutti. Non esiste superiorita' dell'uomo rispetto alle bestie, perche' tutto e' vanita'. Tutti sono diretti verso la medesima dimora: ...Chi sa se il soffio vitale dell'uomo sale in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra?" (Qo 3, 19-21).
Nella Bibbia ci sono sufficienti indizi per ritenere che l'Ultima Cena di Gesu' si sia svolta nel quartiere esseno di Gerusalemme, e sia stata quindi vegetariana.
Questa tesi e' sostenuta da sempre dal più grande archeologo della Terra Santa, un monaco benedettino, ed oggi si va facendo sempre piu' strada in ambito cattolico.
Nella Bibbia c'e anche il brano in cui S. Paolo dichiara che la Resurrezione e' per l'intera Creazione, e non solo per l'uomo.
Nella storia c'e' anche il fatto che il cristianesimo, dall'istante stesso della Crocifissione, non abbia mai raccolto l'eredita' dei sacrifici animali del giudaismo.
(Ma questo e' un argomento immenso, che non voglio nemmeno sfiorare, perche' sono convinto che se approfondito ribalterebbe le nostre convinzioni sull'irrilevanza del dolore animale di fronte a Dio).
Ebbene, caro Giuseppe, queste suggestioni sono certamente ben povera cosa rispetto alla montagna di citazioni che tu hai fatto; eppure ci sono.
E tu non potevi non saperle.
Forse ci dicono che di fronte a problemi seri (per migliaia di uomini), ma sopratutto drammatici (per miliardi di animali), come quello del rapporto tra questi e le religioni, piu' che confezionare caledoiscopiche girandole di citazioni giova mettersi tutti umilmente a pensare, di nuovo, daccapo.
Potrebbe anche essere che non abbiamo ancora capito tutto.

Ti saluto, con affetto
Michele
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