Difendere gli animali è sempre una battaglia fra le più dure che si possono intraprendere. La cultura, le tradizioni, la mentalità e lo specismo che dilaga nel genere umano è consolidato da millenni di storia, influenzato anche dalla maggioranza delle religioni che predicano sempre l'inferiorità degli animali-animali rispetto agli animali-uomini. Ogni occasione è buona per sfruttare gli altri esseri viventi: cibo, vestiario, salute, bellezza, anche il tempo libero. La superficialità che viene usata nel pieno disprezzo dell'altrui vita è sotto i nostri occhi quotidianamente, tanto da rendere la maggior parte di noi totalmente indifferenti alle sofferenze di chi non ha voce. La vivisezione e sperimentazione animale sono un ramo di questa indifferenza, fra l'altro legalizzato e accettato dalla stragrande maggioranza dell'opinione pubblica. Gli articoli riportati dai giornali che trattano nuove scoperte in campo scientifico non rendono l'idea di ciò che in realtà si nasconde dietro ad essa. Ma oltre le pareti dei laboratori si celano orrori di immane grandezza, tutti naturalmente giustificati da parole come "benessere per l'umanità" e che solo "gli addetti del settore" conoscono veramente. «Scientificamente inutile, dannosa e fuorviante» è la definizione di vivisezione che ha dato il professore Giulio Tarro, presidente di Medici Internazionali. Il prof. Bruno Fedi, stimato professionista nel campo medico e noto come grande antivivisezionista, ha spiegato nel corso del 6/o congresso dell'associazione organizzato alla Casa della Cultura di Milano," che esistono forti interessi economici ed è molto facile far dire alla sperimentazione animale ciò che si vuole, facendola apparire come fondamentale per la medicina sull'uomo. Così non è, ma l'unico scopo di queste grandi industrie è mantenere il monopolio della ricerca, utilizzando come cavie gli animali pur sapendo che ci sono differenze enormi e reazioni ai farmaci del tutto diverse" (fonte quotidiano Il Mattino - 24 ottobre 2004. In un secolo in cui tecnologia e progresso dovrebbero prendere il posto di pratiche medioevali e primitive, i metodi sostitutivi alla sperimentazione animale sono l'obiettivo principale da perseguire. Già dal 1977 la Dichiarazione Universale dei diritti degli Animali, all'articolo 8 citava testualmente: Siamo nel 2005 e poco o nulla è cambiato in tal senso. La lobby delle industrie farmaceutiche è senz'altro un muro difficile da abbattere: la sperimentazione animale avrà ancora lunga vita purtroppo. Senza nulla togliere a coloro che si sono seduti al tavolo di lavoro per la proposta di legge n. 5442, presentata dall'On. Schmid questo è il nostro pensiero che abbiamo sintetizzato nella lettera aperta che riportiamo sotto
LETTERA APERTA Abbiamo chiesto di essere depennati dall'elenco dei sostenitori della nuova proposta di legge sulla vivisezione. (http://www.novivisezione.org/info/pdl_5442_vivis.htm) Tale sostegno è stato dettato dal gesto impulsivo di un nostro rappresentante che non ha ritenuto utile una riflessione che coinvolgesse noi tutti. Abbiamo comunque chiesto ai responsabili del sito di escluderci dall' elenco. L'abolizione della vivisezione in Italia è al momento solo un'utopia e di questo ne siamo consapevoli. Troppi interessi ruotano attorno alle cavie da laboratorio ed è praticamente assurdo pensare che dall'oggi al domani si possa cancellare, l'assurda pratica definita "ricerca", con un colpo di spugna. Tuttavia, come associazione animalista, abbiamo inizialmente sostenuto la nuova proposta di legge, poichè pensavamo ad un consistente processo innovativo ma dopo un'attenta valutazione, il direttivo del GRUPPO BAIRO Onlus ha deciso di non appoggiare tale proposta, in quanto non determina a nostro avviso alcun miglioramento al decreto legislativo 116/92. Siamo fermamente convinti che il benessere degli animali usati a fini sperimentali sia solo uno: la loro non esistenza. Appoggiamo pertanto, il pensiero del prof. Bruno Fedi che riportiamo, in quanto riassume molto chiaramente ciò che nella realtà doveva rappresentare questo importante incontro: una svolta decisiva alla troppa sofferenza degli animali non umani, nei laboratori di ricerca italiani. GRUPPO BAIRO Onlus 13/02/2005
****************************
8 febbraio 2005
Guardiamo i fatti: 1.La legge non fa cenno di quanto dico da 30 anni ed ormai ammesso da tutti:i risultati ottenuti su animali non sono trasferibili all' uomo. Dunque, devono essere ripetuti, rendendo i malati, non gli animali, le prime autentiche cavie sperimentali. Si tratta di un fatto, non di un' opinione. 2. Il Ministero della salute ha ammesso che solo una piccolissima parte dei protocolli sperimentali viene oggi esaminato nel merito, e quasi la totalità usufruisce del " silenzio–assenso” già previsto implicitamente dalla legge stessa (v. art. 7, comma 1). Questo principio viene conservato nella nuova legge, riducendo però l' intervallo utile per la risposta: è un'altro fatto. 3. Nella legge, non vene accolta la mia proposta di una serie di controlli , attraverso comitati etico-scientifici, che esaminino tutti i protocolli. Non viene accolta la proposta di Lombardi Vallauri di una rigorosa impostazione etica. Dunque, neppure in una prospettiva lontana si tende a sostituire le "procedure", neppure quando sono esistenti reali alternative: ancora un fatto.
Opinione dello scrivente:l' assenso dato a questa legge contribuisce a conservare la situazione antiscientifica e immorale, attuale, basata solo su criteri economici, per altri 10 o 20 anni. Serve anche a conservare il pregiudizio che il sacrificio degli animali sia indispensabile. Penso, dunque, che coloro che hanno approvato la nuova legge, possano continuare a gestire rifugi, riscuotere onori , pubblicare articoli e riviste, creare associazioni, essere eletti alla camera, al senato, al futuro" osservatorio", o semplicemente nel loro comune , ma debbano smettere di qualificarsi come animalisti:sì qualifichino per ciò che sono. Bruno Fedi.
|