Egregi signori
Vorremmo sapere se coloro che si sono ammalati di salmonellosi hanno per caso cucinato e mangiato i piccioni del centro! Non lo crediamo.
La richiesta dei residenti di Niscemi non è altro che la dimostrazione di una barbara visione, di un'assoluta mancanza del concetto di giustizia e di rispetto della vita.
Inoltre è anche la dimostrazione di una vigliaccheria e della più perversa prepotenza: quella verso gli indifesi.
Se il mangime con antifecondativo non ha funzionato (ammesso che sia la verità appurata con metodo scientifico) vuol dire che la distribuzione non è stata ben organizzata. In altre città, con situazioni più complesse (per esempio Firenze), la soluzione funziona.
Uccidere (lo leggiamo tra le righe) è la parola più oscena che una bocca umana possa pronunciare perchè pronunciandola la persona si arroga un diritto che non gli spetta, quello di rapinare ciò che non le appartiene, quanto di più sacro e unico ha un essere vivente, la vita appunto, quella vita a cui tutti teniamo per genetico  istinto di conservazione.
Per illuminare i cittadini di Niscemi, trascriviamo quanto la scienza ha appurato sulle malattie e la loro virulenza:
 

 

I Piccioni di città non portano malattie
(ANSA, 30 aprile 2004)

Basta stermini di piccioni in città: il colombo che vive nei centri urbani non è pericoloso per la salute e non esiste nemmeno un allarme per l'influenza dei polli. Ad affermarlo due ricercatori dell'Università di Basilea, Daniel Haag-Wackernagel e H. Moch, in un articolo di prossima pubblicazione sulla rivista medica Journal of Infection, reso pubblico oggi dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli). I ricercatori hanno passato in rassegna la letteratura italiana, francese, tedesca e inglese sulla trasmissione di malattie dal colombo di città agli esseri umani, mentre i dati più recenti sono stati ottenuti grazie al database sanitario “PubMed”. Dall'analisi di 77 studi epidemiologici effettuati su popolazioni di piccioni presenti in 60 aree urbane e regioni, è emerso che su un totale di 60 organismi patogeni (di cui 5 virus, 9 batteri, 45 funghi e 1 protozoo) potenzialmente trasmissibili dal colombo di città all'uomo, soltanto 7 hanno causato malattie nell'uomo. In un periodo di tempo pari a 60 anni e compreso tra il 1941 e il 2003, si sono verificati in totale solo 176 casi documentati di trasmissione di patologie dai colombi di città agli esseri umani. Tra di essi, solo un caso di salmonellosi e un caso di toxoplasmosi, malattie che spesso vengono enfatizzate da amministratori locali per giustificare uccisioni indiscriminate, ma che in pochissimi casi, come documentato dalla ricerca svizzera, si trasmettono dai colombi all'uomo, nonostante questi uccelli ne siano portatori. Per l'ornitosi si sono registrate poche decine di casi. Anche per l'influenza aviaria, infine, non vi sarebbe alcuna evidenza sperimentale che i colombi siano un importante vettore per la malattia virale. “Questa ricerca - spiega il responsabile ecologia urbana della LIPU - dà forza scientifica alla tesi che sosteniamo da tempo: i rischi di trasmissione di malattie dal colombo all'uomo sono molto bassi. Il mero isolamento di un agente patogeno nel colombo non può giustificare quindi lo sterminio che da più parti viene proposto”

 
Ci auguriamo che le istituzioni a cui spetta l'applicazione delle leggi e l'interpretazione di una evoluzione morale e culturale della società, possano pensare e agire diversamente.
 
.................................GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info

firma dei sostenitori del messaggio:

 

 
LA SICILIA
12 ottobre 2004
 
 
Una petizione contro i colombi
 
Continua l'emergenza igienica: «Si tratta di volatili portatori di una sessantina di malattie»

Niscemi (Caltanissetta).   Ormai è divenuto insopportabile e pericoloso per la salute pubblica l'aumento dei colombi in alcune zone della città e, quindi, gli esasperati cittadini per la presenza di questi volatili invocano un intervento radicale: «l'eliminazione quantitativa dei volatili, sì da riequilibrare l'ecosistema come in passato allorquando gli uccelli- per loro giusta quantità- erano visti come amici dell'uomo, era segno di vitalità e non come lo sono diventati oggi oggetto di imprecazione da parte dei cittadini».
La tenace campagna per, almeno, diminuire il numero dei colombi a Niscemi, condotta con la somministrazione di «mangime antifecondativo», a quanto pare, come denunciano più di cento famiglie residenti in prossimità e nel centro storico, non ha dato gli esiti sperati. Una petizione sottoscritta dai residenti sarà presentata, a giorni, alla commissione straordinaria e all'Usl 2 di Caltanissetta per lanciare un «Sos colombi». I promotori della petizione affermano che l'abbattimento mirato anche di animali protetti è consentito se si elimina il pericolo di eventuali danni alle persone: la salute dei cittadini è costituzionalmente garantita e protetta, aggiungono i promotori. «Da anni - si legge ancora nella petizione - la esorbitante presenza dei volatili porta a nefaste conseguenze per l'enorme quantità di letame sparso per le strade, oltre che delle carcasse infestate dai vermi, zecche ed altri parassiti. Al di là del fastidioso aspetto estetico, il problema igienico costituisce un vero e proprio rischio per tutti i cittadini.
Il piccione - dicono gli studiosi - è portatore di circa 60 malattie, alcune mortali. A Niscemi ultimamente si sono verificati casi di salmonellosi destando vivo allarme fra la popolazione. Questa, infatti, è una delle tante forme patogene che colpisce l'uomo». I sottoscrittori della lettera- petizione aggiungono «La presenza di abitazioni fatiscenti che andranno a degradarsi sempre di più per una sregolata pianificazione urbanistica fa aumentare il “fenomeno colombi”, che trovano rifugio e nidificano in queste catapecchie».
I residenti delle zone infestate «chiedono, anzitutto, che si effettui una verifica igienica del centro storico ed in contemporanea si adottino anche drastiche misure per riportare i volatili ad un numero accettabile e poi proibire di foraggiare gli uccelli».
Giuseppe Vaccaro

 
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