Egregi Signori
Ancora una volta il "tradizionale" palio di Siena ha avuto il suo contributo di morte, sofferenza e vergogna. Un cavallo ha perso la vita, mentre altri sono rimasti feriti. Il tutto fra le urla sguaiate di umani superficiali e indifferenti. Sotto gli occhi delle autorità che invece di vigilare sui deboli, hanno incitato al massacro. Le immagini terribili trasmesse dalla Rai, volutamente tagliate per coprire al pubblico la realtà dei fatti, ci hanno veramente indignato. E' deplorevole constatare come la civiltà della vostra città abbia ingranato la marcia indietro. Anziché l'evoluzione verso forme di rispetto per i più deboli, avete scelto la retrocessione al medioevo. Crediamo che la vostra coscienza etica e civile dovrebbe gridare, ma non ci aspettiamo tanto. Ci aspettiamo invece che il ripudio da parte di tanti cittadini italiani, la condanna morale, il rifiuto dell'iniziativa abbiano maggior potere in quanto disturbano la vostra  immagine.
Ci auguriamo un ritorno alla civiltà, anche se nutriamo forti dubbi a tal proposito.
GRUPPO BAIRO Onlus

 

Risposta Radio Siena - controrisposta GRUPPO BAIRO - lettera pubblicata su LIBERO

PALIO DI SIENA: NOTIZIE DI CRONACA

DA LIBERO – 17 AGOSTO 2004

 

Siena: L’incidente alla curva di san martino. Feriti altri quattro animali. La Lav: gara da abolire

 

Palio assassino, muore un cavallo

 

Siena: La mattanza si è ripetuta. Puntuale come ogni anno, il palio di Siena ha fatto anche ieri la sua vittima. Amoroso era il suo nome. Un castrone baio di 8anni, della contrada del Bruco, alla sua seconda volta al palio. Sembra che sia morto finendo in corsa contro il bandierino alla seconda curva di San Martino con la parte posteriore del collo e che il collo si sia spezzato. Il cavallo è caduto a terra. E’ stato calpestato dagli altri cavalli, una volta, poi un’altra, e un’altra ancora. Solo alla fine della gara il suo corpo senza vita è stato portato via. Amoroso è morto sul colpo ma altri 4 cavalli sono caduti sul campo. Delle loro condizioni non si sa nulla. La rai ha trasmesso le immagini della gara due volte: la prima volta ha taciuto sugli incidenti. La seconda ha tagliato pure le immagini della mattanza. Il tg5 non ne ha nemmeno dato notizia. Omissioni che non stupiscono più di tanto la lav, lega antivivisezione. – Succede ogni volta – spiega Mauro Bottigelli, responsabile Lav per i pali e le manifestazioni – due ore prima che iniziasse la gara abbiamo mandato un fax al direttore della Rai per chiedere di spegnere le telecamere sul palio. Di smettere di versare per le riprese 100mila, forse 200mila euro dei soldi dei contribuenti, a una cooperativa privata, l’Ente tutela palio, che fa solo i suoi interessi senza offrire spunti critici.- Altre associazioni animaliste denunciano – il comportamento della rai, che concentra l’attenzione esclusivamente sugli aspetti folcloristici e spettacolari della corsa senza dare spazio nella diretta,  alle opinioni delle associazioni animaliste, degli esperti veterinari estranei all’ambiente artefatto della manifestazione e dei veri amanti del cavallo.- Chè dal 1070 a oggi sono morti durante il palio di Siena ben 48 cavalli. Più di uno alla corsa. Ieri l’ennesima vittima. Una vergogna. – Il cavallo è morto e lo hanno lasciato a terra, con gli altri cavalli che lo calpestavano.- racconta Bottigelli. – Nessuno ha fermato la gara. E nessuno ci spiegherà mai che fine fanno gli altri 4 cavalli rimasti a terra. Si ripeterà la messinscena del  ricovero dei cavalli per le cure. In realtà gli animali finiranno i loro giorni con una puntura letale eseguita di notte, quasi di nascosto. Ma prima ancora, verranno imbottiti di antidolorifici e morfina affinchè la loro morte possa essere ritardata il più possibile, lontano dal palio. Lontano dai clamori in sordina.- Queste sono le morti in differita cui la manifestazione di Siena ci ha abituato. Ma che la Lega-antivivisezione e le altre associazioni animaliste continueranno a combattere. – La gara va abolita. Per ora ci limiteremo a fare concretamente una denuncia alla Procura di Siena – Prosegue Mario Bottigelli – contro gli organizzatori e contro chi poteva fermare la corsa e non lo ha fatto. Li denunceremo per maltrattamenti sugli animali e per omissioni di atti d’ufficio.- Infatti – la struttura dove si svolge il palio non è a norma. Le transenne lungo i rettilinei avrebbero dovuto essere protette e il pubblico tenuto distante.- - Più grave ancora – specifica Bottigelli – è che le curve che devono affrontare i cavalli in corsa non sono curate. Sono angoli retti. Gincane folli. Lo abbiamo segnalato mille volte. Ma ogni volta tutto procede nell’indifferenza delle nostre sollecitazioni. Se i senesi pensano che la clausola della legge sui maltrattamenti che esclude le manifestazioni e i pali li salvi dalle denunce si illudono. La negligenza, anche in questo caso, è palese. Se sfuggiranno al primo capo d’imputazione non sfuggiranno al secondo.-

 


 

Corriere della Sera
17/08/2004

Cavallo cade e muore, dramma al Palio
Siena, la denuncia degli animalisti: la corsa andava fermata. Il presagio
del sindaco: c'era un clima amaro

Siena - Difficile far festa quando c'è la morte in diretta, duro intonare peana e inni alla gloria per un fantino che per vincere deve passare sopra un cadavere. Il Palio dell'Assunta 2004 è listato a lutto, come quello dell'anno scorso. E anche la gioia dei contradaioli della Tartuca, che ha vinto due anni dopo l'ultimo trionfo con lo stesso fantino, ha un gusto amaro, salato. Come quello delle polemiche, delle accuse e delle inchieste che verranno nelle prossime ore. Nella conchiglia di Piazza del Campo c'è uno spicchio che piange e un altro che fa festa, una parte preoccupata e un'altra che vuole godersi il momento, abbassando lo sguardo a terra quando passa da San Martino per andare in Duomo. Il Palio di ieri ha due facce, è un Giano non simmetrico. Il volto felice è quello del nuovo re di Piazza del Campo. E' Luigi Bruschelli, in arte Trecciolino, 35 anni, fantino senese che sta instaurando una dittatura tra i canapi: 26 Palii corsi, 8 vittorie, un palmarès da Schumacher o da Valentino Rossi, ad un solo successo dal
«principe» Pes. Dal 1996 al 2004 ha vinto una carriera all'anno, saltando solo il '97. A luglio era fermo, per infortunio.
«Sarò io a raccontarvi il Palio d'agosto» disse ai cronisti un mese fa. E così è stato. Alla vigilia non era il favorito. I cavalli migliori erano andati in sorte al Drago e alla Selva. Berio, montato dal livornese Dè, due vittorie su tre, per il Drago; Zodiach con il fantino Sgaibarre, 2 Palii vinti su 4, per la Selva. Cabala, precedenti, prove, perfino il vento olimpico che riempie d'oro i livornesi, sembravano indirizzare la Carriera dell'Assunta verso una delle due Contrade. Trecciolino era quasi invisibile nella Tartuca, su una Alesandra con quattro Palii alle spalle, tutti incolori.
E invece ha dominato la corsa dalla mossa fino al mortaretto. Anche stavolta il mossiere Bartolo Ambrosione ha voluto ridurre al minimo gli indugi. La sorte aveva assegnato i posti tra i canapi: Aquila, Valdimontone, Drago, Oca, Leocorno, Pantera, Tartuca, Bruco, Selva con il Nicchio di rincorsa. Un quarto d'ora di balletti, di scambi di posto, di coppiole dei cavalli nervosi. E poi via, poco importa se nessuno parte dal posto assegnatogli.
L'Oca schizza via per prima, ma la Tartuca la passa subito e inizia la sua Carriera di testa. Alla prima curva del Casato una caduta di gruppo mette fuori gioco Nicchio, Valdimontone e Leocorno, con qualche spettatore ferito dai cavalli che sbattono violentemente nei palchi. Ma il dramma accade mezzo giro dopo. Mentre Tartuca, Selva, Oca, Drago e Pantera girano davanti, Bruco
e Aquila duellano nelle retrovie. Velluto, fantino del Bruco, stringe troppo la curva di San Martino. Amoroso, baio di 8 anni, un solo Palio corso, sbatte la testa contro il bandierino che segnala la curva e stramazza al suolo, senza più vita con il collo spezzato. Cade anche l'Aquila, il Palio in quel momento cessa di essere una festa per tutti. Il terzo giro serve solo per suggellare la grinta di Trecciolino, per vedere in Piazza scene drammatiche come i cavalli che evitano di un soffio Amoroso steso in terra, per assistere a bandiere della Tartuca che sventolano in modo sommesso. Già alla vigilia era un Palio pieno di timori. Contromisure discrete, ma
capillari, dai controlli nelle borse al divieto di sorvolo su Siena, dalla presenza di artificieri e agenti in borghese in Piazza alle entrate dei Bottini, gli antichi acquedotti senesi, sigillate per il rischio attentati.
Il sindaco Maurizio Cenni che parlava di un «sottofondo di amaro, di un po' di angoscia» che turbava la festa. Perfino l'autore del drappellone, lo scultore polacco Igor Mitoraj nel suo Cencio ha raffigurato una Madonna quasi in lacrime su un'umanità dolente. Presagi di una tristezza che ieri sera si è fatta palpabile.
Pino Di Blasio

 


 

 

CORRIERE DELLA SERA – 17 AGOSTO 2004

 

L’ultima curva del baio Amoroso «Chi autorizza i maltrattamenti?»

 

SIENA - Amoroso, castrone baio di 8 anni, è già morto quando un paio di volontari cercano di spostarlo da San Martino, di toglierlo dalla traiettoria pericolosa. La sua corsa è finita contro un bandierino di ferro, un urto violento che gli ha spezzato il collo. Una curva troppo stretta. I volontari della Misericordia smuovono il cavallo, poi arrivano gli altri per il terzo San Martino. Tartuca, Selva, Drago, Oca, Pantera, sfiorano il muso di Amoroso. La Piazza trattiene il fiato. Quando Trecciolino alza il nerbo e la Tartuca fa festa, mani pietose coprono il cavallo con un telo bianco, decine di vigili urbani creano un cordone per isolarlo. L’anno scorso, ad agosto, toccò a Big Big e Alghero: seguirono inchieste per maltrattamenti, denunce e procedimenti archiviati qualche mese fa. Otto anni fa, a luglio del 1996, Minoredda, cavallo della Chiocciola, morì allo stesso modo e allo stesso punto. Quel lutto spinse il Comune ad inventarsi altre forme per la sicurezza dei cavalli, come i materassi da Formula 1 a San Martino.
La contabilità dei cavalli morti in Piazza ora la tengono gli Animalisti italiani. Il presidente Walter Caporale «parla di quasi 50 cavalli morti dal 1970 a oggi. Il Palio di Siena si basa sul disinteresse delle sofferenze arrecate agli animali di cui sono responsabili organizzatori, fantini, giunta comunale e spettatori». «E’ arrivato il momento di vietare queste manifestazioni crudeli con strazio agli animali», afferma Ebe Dalle Fabbriche, presidente del Movimento Una che chiede al presidente della Regione Toscana se ha autorizzato il palio di Siena come previsto dalla nuova legge. Le due associazioni si riservano di presentare comunque denuncia per i maltrattamenti dei cavalli. Come la Lega anti vivisezione, che tuona: «Continua la mattanza al Palio di Siena, nessuna sicurezza è stata garantita ai cavalli. Quattro cavalli sono andati a sbattere e uno è stato lasciato a terra senza fermare la corsa per poi essere calpestato dagli altri». Indice puntato anche contro la televisione di Stato. «Si è mantenuto il comportamento servile dei cronisti della Rai che hanno rassicurato gli ascoltatori sul trattamento riservato ai cavalli dopo gli incidenti, pareva uno spot pubblicitario».
Un paio d’ore dopo la corsa il sindaco di Siena, Maurizio Cenni, ha commentato: «Siamo dispiaciuti per quanto accaduto ad Amoroso. Siamo vicini ai contradaioli e alla dirigenza del Bruco. Purtroppo riteniamo che l’incidente sia dovuto a una non corretta impostazione della traiettoria della curva. Infatti il cavallo non ha riportato nessuna lesione agli arti».


 


 

CORRIERE DELLA SERA – 17 AGOSTO 2004

 

Le regole

 

LA LEGGE La nuova legge «Dei delitti contro il sentimento per gli animali», numero 189/2004, entrata in vigore il 1° agosto, prevede da 3 a 18 mesi di reclusione per «chiunque per crudeltà o necessità cagiona la morte di un animale». Ma non è applicabile alle «manifestazioni storiche e culturali autorizzate dalla regione competente»
LA RICHIESTA
Movimento Una e Animalisti italiani chiedono al presidente della Regione Toscana se abbia autorizzato il Palio di Siena, come previsto dalla nuova legge. In caso contrario, gli organizzatori sarebbero perseguibili penalmente
GLI ANIMALISTI
Gli animalisti italiani denunciano che dal 1970 a oggi sono morti nel Palio di Siena cinquanta cavalli. La Lega anti vivisezione presenterà una denuncia contro gli organizzatori «che non hanno fermato la corsa dopo che Amoroso (foto) , morto per aver colpito le barriere di protezione, ha invaso il circuito di piazza del Campo»

 


 

 

LYCOS

 

16-08-2004 Ore:20:49


PALIO DI SIENA, CONTRADA DELLA TARTUCA VINCE DAVANTI ALLA SELVA
La Tartuca ha vinto il Palio dell'Assunta. Alessandra, la cavalla della contrada senese, montata dal fantino Trecciolino ha tagliato il traguardo davanti al cavallo della Selva.

Firenze, 16 ago. (Adnkronos) - La Tartuca ha vinto il Palio dell'Assunta. Alessandra, la cavalla della contrada senese, montata dal fantino Trecciolino ha tagliato il traguardo davanti al cavallo della Selva. Durante la corsa e' morto il cavallo della contrada del Bruco. Amoroso, questo il nome dell'animale, e' finito contro le protezioni in prossimita' della seconda curva di San Martino.Intanto come ogni anno si accende la polemica sulla manifestazione. In un comunicato le associazioni Animalisti Italiani e Movimento Una tornano a contestare ''palii e feste con animali, in quanto sempre diseducative, spesso addirittura incivili e violente''. ''Il percorso, la velocita' alla quale vengono spinti cavalli, l'alta temperatura rendono la corsa pericolosa per gli animali, per i fantini e gli spettatori. Ennesima dimostrazione di come queste feste si traducano nella sofferenza e nella morte di animali innocenti'' si legge nel comunicato. ''Lo stress delle prove e delle ripetute false partenze, il dolore dei cavalli che si spezzano le zampe sul terreno inadatto alla corsa -prosegue- non interessano a quanti attendono e vivono intensamente questo evento che procura fortissimi guadagni, attira turisti e mass media in attesa dell'imprevisto spesso doloroso e tragico''.

 


 

 

LA GAZZETTA DEL SUD

 
Palio, muore un cavallo. Insorgono gli animalisti - 17 ago 04
Nell'edizione di ieri a Siena.
 

È andato alla contrada della Tartuca, con il cavallo Alesandra (al suo quarto palio ieri) montato da Luigi Bruschelli detto Trecciolino (otto palii vinti con questo) il Palio dell'Assunta, funestato da un gravissimo incidente costato la vita al cavallo del Bruco, Amoroso, un castrone baio di 8 anni che correva la carriera senese per la seconda volta. Per l'animale, morto praticamente sul colpo, sarebbe stato fatale l'impatto con il bandierino, centrato alla seconda curva di S. Martino. Partenza confusa, con parecchi cavalli fuori posto al momento del via dato dal mossiere Bartolo Ambrosone, medaglia d'oro ai campionati assoluti italiani di equitazione del 1981 e del 1986. La sorte, all'estrazione dei «barberi», aveva dato i posti migliori tra i canapi ad Aquila, Valdimontone, Drago e Oca, seguiti nell'ordine da Leocorno, Pantera, Tartuca, Bruco e Selva. Al Nicchio, decimo estratto, è invece spettato l'ingresso di rincorsa. Prima dell'inizio della gara, nervoso e controverso, il mossiere ha dovuto far uscire tre volte i concorrenti dai canapi. Al via comunque si impongono, rispettivamente, Oca, Tartuca e Pantera. Quasi subito è però la Tartuca a prendere il comando, che conserverà praticamente fino alla fine. Alla prima curva di San Martino guadagna ancora terreno, seguita da Oca, Leocorno e Montone che passano la Pantera. Alla prima curva del Casato il primo incidente: Montone viene stretto troppo e va a terra, coinvolgendo nella caduta anche Nicchio e Leocorno. Tutti e tre i cavalli non avrebbero riportato conseguenze gravi. Il secondo dei tre giri di campo vede così in testa Tartuca, Oca, Selva e Pantera. Alla seconda curva di San Martino l'incidente più grave: il cavallo del Bruco colpisce violentemente il bandierino finendo a terra, seguito da una caduta dell'Aquila. Un nuovo lutto si abbatte dunque nuovamente sul Palio, ad un solo anno di distanza dalla morte di altri due cavalli in gara e dal vespaio di polemiche sollevate anche in quell'occasione. Il tutto nel giorno in cui il sindaco di Siena, Maurizio Cenni mandava una stoccata alla Lega anti vivisezione (che nel frattempo ha già annunciato una denuncia per maltrattamenti dopo l'ultimo incidente) difendendo le misure di prevenzione e per la sicurezza dei cavalli prese, specialmente negli ultimi anni, dagli organizzatori del Palio.
 

 


 

IL MATTINO – 17 AGOSTO 2004

 

Il Palio alla Tartuca ma muore un cavallo

 

La contrada della Tartuca con la cavalla Alesandra, montata dal fantino Luigi Bruschelli detto Trecciolino, ha vinto il palio dell’Assunta che si è corso ieri in piazza del Campo a Siena. Ma la festa è stata rovinata dalla morte del cavallo Amoroso. Immediata la reazione degli animalisti contro «un palio cruento dove per gli animali c’è un destino crudele».

 

 


 

PANORAMA.IT – 17 AGOSTO 2004

 

Palio, vince la Tartuca. Muore un cavallo

 

La morte del cavallo Amoroso ha sollevato le proteste degli animalisti. La Lega anti vivisezione (Lav) ha annunciato che presentera' una denuncia contro gli organizzatori della manifestazione. Mentre una nota firmata da Animalisti Italiani e Movimento Una protesta per "un palio cruento con cavalli feriti e a terra verso un destino crudele per il fanatismo umano" >


La Tartuca ha vinto il Palio dell'Assunta.
Alessandra, la cavalla della contrada senese, montata dal fantino Trecciolino ha tagliato il traguardo davanti al cavallo della Selva.

È stato un palio che non ha avuto storia, perché la Tartuca ha sempre mantenuto la prima posizione.
E, soprattutto, particolarmente duro, perchè ha portato alla morte del cavallo del Bruco (Amoroso, castrone, baio di 8 anni, al suo secondo palio) ed alla caduta di altri quattro cavalli.
All'inizio della corsa il cavallo della Tartuca guadagna subito la prima posizione, seguito da Oca e Pantera. Al primo giro, alla curva del Casato, cadono i cavalli del Montone, Leocorno e Nicchio. Al secondo giro, alla curva di San Martino, l'incidente più grave: cade il cavallo del'Aquila e quello del Bruco che sbatte violentemente nel bandierino della curva e muore quasi subito. Al terzo giro il cavallo della Selva supera le rivali Oca e Pantera e va ad insidiare la prima posizione della Tartuca. La quale resiste e taglia vittoriosa il traguardo

LA PROTESTA DEGLI ANIMALISTI
La morte del cavallo Amoroso ha sollevato le proteste degli animalisti. La Lega anti vivisezione (Lav) ha annunciato che presenterà una denuncia contro gli organizzatori della manifestazione.
Mentre una nota firmata da Animalisti Italiani e Movimento Una protesta per "un palio cruento con cavalli feriti e a terra verso un destino crudele per il fanatismo umano".
Il percorso, la velocità alla quale vengono spinti cavalli, insistono gli animalisti nella nota, e l'alta temperatura "rendono la corsa pericolosa per gli animali, per i fantini e gli spettatori.
Ennesima dimostrazione di come queste feste si traducano nella sofferenza e nella morte di animali innocenti".

50 CAVALLI MORTI DAL '70
"Nel palio di Siena noi vediamo un evento che comporta maltrattamento e sofferenza per gli
animali, come testimoniato dalla morte di quasi 50 cavalli dal 1970 ad oggi", afferma Walter Caporale, presidente dell'associazione Animalisti Italiani, secondo il quale il palio "si basa sul totale disinteresse delle sofferenze arrecate agli animali, di cui sono responsabili organizzatori,
fantini, giunta comunale e spettatori compresi. Lo stress delle prove e delle ripetute false partenze, il dolore dei cavalli che si spezzano le zampe sul terreno inadatto alla corsa non interessano a quanti attendono e vivono intensamente questo evento, che procura fortissimi guadagni del giro di miliardi, attira turisti e mass media in attesa dell'imprevisto spesso doloroso e tragico. Stigmatizziamo il comportamento della Rai soprattutto, che concentra l'attenzione esclusivamente sugli aspetti folcloristici e spettacolari della corsa senza dare spazio nella diretta alle opinioni delle associazioni animaliste, degli esperti veterinari estranei all'ambiente artefatto della manifestazione e dei veri amanti del cavallo".

DENUNCIA PER MALTRATTAMENTI
Movimento Una e Animalisti Italiani chiedono al Presidente della Regione Toscana se abbia autorizzato il palio di Siena, come previsto dalla nuova legge "Dei delitti contro il sentimento per gli animali".
Il testo, in vigore dal 1 agosto, "permette lo svolgersi di manifestazioni con utilizzo di animali esclusivamente dietro autorizzazione delle regioni, che ne riconoscerebbero l'importanza storico-culturale.
Pertanto, le due associazioni si riservano di presentare comunque denuncia per i maltrattamenti dei cavalli feriti durante questo palio.

 


 

 

GAZZETTA DI PARMA – 17 AGOSTO 2004

Palio: vince la Tartuca, muore un cavallo

Ottavo successo per il fantino Trecciolino. Denuncia per maltrattamenti da parte degli animalisti
 

 
 

NOSTRO SERVIZIO

 

SIENA - E' andato alla contrada della Tartuca, con il cavallo Alesandra (al suo quarto palio ieri) montato da Luigi Bruschelli detto Trecciolino (otto palii vinti con questo) il Palio dell'Assunta, funestato da un incidente costato la vita al cavallo del Bruco, Amoroso, un castrone baio di 8 anni che correva la carriera senese per la seconda volta. Per l'animale, morto praticamente sul colpo, sarebbe stato fatale l'impatto con il bandierino, centrato alla seconda curva di San Martino.

Partenza confusa, con parecchi cavalli fuori posto al momento del via dato dal mossiere Bartolo Ambrosone, medaglia d'oro ai campionati assoluti italiani di equitazione del 1981 e del 1986. La sorte, all'estrazione dei «barberi», aveva dato i posti migliori tra i canapi ad Aquila, Valdimontone, Drago e Oca, seguiti nell'ordine da Leocorno, Pantera, Tartuca, Bruco e Selva. Al Nicchio, decimo estratto, è invece spettato l'ingresso di rincorsa. Prima dell'inizio della gara, nervoso e controverso, il mossiere ha dovuto far uscire tre volte i concorrenti dai canapi.

Al via comunque si impongono, rispettivamente, Oca, Tartuca e Pantera. Quasi subito è però la Tartuca a prendere il comando, che conserverà praticamente fino alla fine. Alla prima curva di San Martino guadagna ancora terreno, seguita da Oca, Leocorno e Montone che passano la Pantera. Alla prima curva del Casato il primo incidente: Montone viene stretto troppo e va a terra, coinvolgendo nella caduta anche Nicchio e Leocorno.

Il secondo dei tre giri di campo vede così in testa Tartuca, Oca, Selva e Pantera. Alla seconda curva di San Martino l'incidente più grave: il cavallo del Bruco colpisce il bandierino finendo a terra, seguito da una caduta dell'Aquila. Si capisce subito che per l'animale con i colori del Bruco non c'è niente da fare: agita gli zoccoli in maniera convulsa senza riuscire a rialzarsi, e a nulla servono i tentativi degli addetti di trascinarlo di lato dal centro della pista dove si trovava moribondo. Il cavallo ha rischiato così di essere travolto anche dagli altri animali in corsa. La corsa comunque termina con la volata verso il traguardo della Tartuca, seguita a ruota da Selva, Drago e Pantera.

Un nuovo lutto si abbatte dunque sul Palio, ad un solo anno di distanza dalla morte di altri due cavalli in gara e dal vespaio di polemiche sollevate anche in quell'occasione. Il tutto nel giorno in cui il sindaco di Siena, Maurizio Cenni, poche ore prima della carriera, mandava una stoccata alla Lega anti vivisezione (che nel frattempo ha già annunciato una denuncia per maltrattamenti) difendendo le misure di prevenzione e per la sicurezza dei cavalli prese.

Leonardo Cioni

 


 

 

DA LIBERO – 18 AGOSTO 2004

 

Cavalli al massacro. Viaggio nella cittadina toscana dove è morto Amoroso, baio di 8 anni, e sono caduti 4 purosangue

 

Il palio, una mattanza per tutti. Tranne che per i senesi

 

I turisti italiani condannano la gara: se accadesse in Sicilia sarebbe reato. E persino gli spagnoli inorridiscono: è peggio della corrida.

 

Siena: - Se succede….è…..invece qui….- Scusi mi ripete la battuta, sono un giornalista un po’ curioso….- Quando una cosa come quella di  ieri (la morte di un cavallo durante il Palio del 16 agosto ndr) succede in Sicilia è mafia, è un reato. Se invece accade qui a Siena è tutto normale. Ma le pare logico?- No. Non ci pare logico, caro Edmondo, eppure accade. Accade da sempre, dicono i sensi che nascono con il palio nel sangue e con il palio crescono, si sposano, fanno figli e muoiono. Ma nemmeno questa catena di sant’Antonio convince Edmondo a dar ragione ai senesi. Un cavallo non si sacrifica così, in nome di una presunta tradizione. Ma lei è siciliano? – Macchè, sono campano, di un paesino vicino Napoli.- Edmondo è in vacanza a Siena con tutta la famiglia (moglie due figli, con annessa macchina fotografica, suocera e suocero), è arrivato ieri, il giorno dopo la mattanza di piazza del Campo. Come noi ha visto le immagini della carriera in tv. Come noi, ieri, era sul luogo del delitto, ad ammirare la maestà del palazzo del Mangia, accarezzato dal sole e a riflettere sulla brutalità della corsa. Edmondo, campano doc, non è il solo a pensarla così. Proprio più in là un gruppo di turisti spagnoli, alle spalle la passerella della “mossa” davanti agli occhi “la conchiglia” (tale è la forma della piazza senese) discute animatamente della corsa del giorno prima. Lo si capisce dal fatto che indicano il fondo di tufo e la linea delle curve “troppo difficili da fare” Mi fermo ad ascoltarli. – Scusate, state parlando della corsa?- La risposta è affermativa. Ieri eravate qui? – Sì e abbiamo visto morire il cavallo, che strazio.- dice il più anziano del gruppo, in un italiano tutt’altro che incerto. Ma la corrida allora…..- Beh anche quella è diventata una mattanza….e poi chi ci va più….. E’ una cosa per i turisti estrangeri…..- Sono catalani- un paesino vicino a Barcellona.- Per loro la corrida non è un totem inviolabile. Il palio per i senesi lo è.  Ma un senese contrario alla carriera, c’è, o almeno uno che dica “che così non si può andare avanti”? Lo chiedo a contradaioli e colleghi, tutti senesi doc. La risposta è unica: no. Non c’è. Punto e basta. Che non ci sia in verità, lo si avverte fiutando l’aria, ascoltando i discorsi nei bar, nei crocchi attorno a piazza del Campo, cuore pulsante di questa città, equamente divisa fra chi lavora al Monte dei Paschi e chi spera d’entrarci. – Il cavallo morto lunedì? Beh che c’è di strano, è sempre successo. E che questa volta ha sbagliato il fantino e il cavallo ha preso male la curva….- Sì, ma è morto- L’anno scorso ne sono morti due, anzi so stati abbattuti,- dice un contradaiolo con la sciarpa della Tartuca al collo, sono loro ad aver vinto, - sempre successo..- La fine di un cavallo, in fondo, è un rischio del mestiere. Lo sanno bene anche in comune, dove ieri non c’era nessuno disposto a parlare. Sindaco fuori città e assessori impegnati fuori dall’ufficio. Ne cortile del Podestà, il famoso “entrone” dal quale escono i cavalli, ieri c’era ancora il tufo, steso sulle pietre per la carriera. Davanti alla bacheca del comune i turisti si fermano a leggere il regolamento, come se fosse una delle meraviglie della città, si vede che ieri hanno assistito alla corsa. – Look, look – dice un’inglesina dalla pelle latteae dallo sguardo intenso. Guardiamo e leggiamo anche noi – Articolo 38, estratto dal regolamento del palio: La presentazione dei cavalli deve intendersi fatta a totale rischio e pericolo dei rispettivi proprietari, restando il Comune completamente esonerato da ogni e qualsiasi responsabilità, per quanto ai cavalli stessi possa accadere nello svolgimento del palio…- Ma allora i cavalli non li tutela nessuno? Il resto del regolamento è tutto dedicato ai fantini che i senesi chiamano “assassini”, visto che sono dei mercenari per definizione,  pronti a vendersi al miglior offerente, anche quando l’ingaggio è a cinque zeri. Eppure parlando di palio con i senesi, si riesce solo a misurare la tonalità della passione, si coglie solo le sfumature legate alla corsa, tipo – prima era un’altra cosa, da quando c’è arrivata la tivvù,- come se questa corrida di casa nostra fosse stata modificata dal tubo catodico e non dagli affari, da quell’indotto legato al turismo che la manifestazione porta con sé, mentre non trovi traccia dei cavalli. Sì, è vero, i controlli sono aumentati, che è stata creata una clinica per curarli, che c’è un pensionato per quelli che non corrono più. Solo per la morte dei cavalli non è stato fatto ancora nulla. E la condrada della falce continua ad entrare nei campi, ad ogni carriera. Lunedì è uscita dal campo con il suo Palio.

 


 

 

DA LIBERO – 18 AGOSTO 2004

 

Gli animalisti denunciano i maltrattamenti: la manifestazione va vieta.

 

E la Procura apre un’inchiesta.

 

Siena: La mattanza del palio di Siena non ha lasciato indifferente la magistratura. Che ieri ha aperto un’inchiesta sulla morte di Amoroso, il cavallo rimasto ucciso durante la gara. A dirigere le indagini sarà il sostituto procuratore di Siena Mario Formisano: secondo una prima ricostruzione della dinamica dell’incidente, il cavallo è andato a sbattere contro la palizzata che delimita l apista spezzandosi il collo. Ma sarà l’autopsia sul corpo dell’animale – trasferito nei macelli comunali – ad aiutare gli inquirenti a fare chiarezza. L’analisi del sangue,poi, confrontata col prelievo effettuato sul cavallo prima della gara, stabilirà se l’animale sia stato dopato. Intanto la lega-antivivisezione ha chiesto il sequestro di Amoroso e degli altri 4 cavalli – prima che sulla loro sorte cadi l’oblio”. La Lav, spiega Mauro Bottigelli, - sta raccogliendo informazioni utili alla denuncia per maltrattamento di animali e omissioni d’atti d’ufficio.- Il sindaco di Siena, prosegue Bottigelli, - deve informare l’opinione pubblica sulle condizioni di salute degli altri 4 cavalli piuttosto che ostentare protezioni all’avanguardia che puntualmente vengono smentite dal tragico bilancio di cavalli uccisi durante il palio, ben 48 dal 1970.- Di più. La Lav vuole anche il sequestro delle immagini rai- Non è accettabile che la sequenza mandata in onda durante la diretta trasmessa dalla televisione pubblica venga decisa dall’Ente tutela palio, che fa solo i propri interessi. Sono state gravemente omesse le sequenze sui soccorsi ai cavalli. Immagini crudeli. Di quella crudeltà che si vuole nascondere.- E che il palio di Siena debba essere vietato non è solo un’idea della Lav. Ieri si sono aggiunte le condanne di altre associazioni Il movimento Una e gli Animalisti Italiani hanno presentato una denuncia per la morte di Amoroso. Hanno richiesto a Claudio martini, presidente della Toscana, di visionare l’autorizzazione prevista dalla nuova legge 189, con riferimento all’articolo 19 “le deposizioni del titolo IX – bis del libro II del codice penale non si applicano alle manifestazioni storiche autorizzate dalla regione competente”. L’associazione italiana per la difesa degli animali e ambiente Aidaa, presenterà alla magistratura di Pisa un esposto contro gli organizzatori del palio e in caso di procedimetno giudiziario si costituirà parte civile. E mentre la senatrice Ds Chiara Acciarini si scontrava con il sindaco diessino di Siena, Monica Cirinnà, vicepresidente del consiglio comunale di roma, ha chiesto al sindaco Veltroni – di sospendere i rapporti con il Monte dei Paschi di Siena, sostenitore dell’evento, nonché banca co-tesoreria dell’amministrazione romana, finchè non ci saranno le necessarie garanzie per i cavalli che partecipano al palio.-

 


 

 

DA LIBERO – 18 AGOSTO 2004

 

A Londra si sapeva già il vincitore.

 

Londra: sarà solo una coincidenza, ma anche quest’anno, su un sito internet inglese dove si scommette sul palio di Siena, c’è stato un boom  di puntate sul cavallo vincente, in questo caso su Alessandra, della contrada Tutuca, che ha poi vinto la gara. Che si sapesse in anticipo? Il dubbio c’è. Lo conferma la Lav. – Il valore della cavalla della contrada Turtuca è esploso nella mattina del 16 – spiega Mauro Bottigelli – Succede ogni anno: Lo abbiamo segnalato al sindaco di Siena l’anno scorso e lui si era impegnato a prendere provvedimenti. Nulla però sembra essere stato fatto.-

 

DA LIBERO – 18 AGOSTO 2004

 

Animali sfruttati in feste e sagre

 

In Italia sono un migliaio. Ecco le più note e cruente.

 

Palio di Siena: si è svolto a Siena il 3 luglio e il 16 agosto. Dal 1970 al 2004, durante le gare sono morti ben 48 cavalli.

Palio di Baradello: (meglio noto come la “corsa delle oche”): si terrà a Como dal 28 agosto al 12 settembre. Come già avvenne nel 2003, dopo varie edizioni senza la tradizionale gara di volatili da cortile, ha fatto la sua ricomparsa sul programma della manifestazione la corsa dei pennuti (prevista per l’8 settembre). La gara consiste in una corsa di oche, in chiave medioevale, che si svolge al centro della piazza tra “baldanzosi militi”

Manifestazione di Chieuti (Foggia): La festa consiste nello sfruttamento dei buoi che vengono sistematicamente pungolati per correre.

Festa di Tonco (Asti): Un tacchino viene appeso ad un cavo e poi preso a bastonate fino a staccargli la testa. Il tutto con l’autorizzazione del sindaco e nonostante il parere contrario del servizio veterinario della Asl e della direzione sanitaria regionale del Piemonte.

 

Hanno invece rinunciato all’utilizzo di animali nelle seguenti manifestazioni i seguenti comuni:

Incisa Valdarno (Firenze): Ha sostituito il palio degli asini con una regata di canoe.

Conselice (Ravenna): Il palio delle rane è stato sostituito a celebrazioni dell’anfibio

San Benedetto del Tronto: Ha rinunciato alla corsa delle galline

 


 

 

YHAOO! NOTIZIE

 

Palio di Siena, Procura apre un'inchiesta sul cavallo morto

 

 

Siena, 17 ago. (Adnkronos) - E' stato effettuato oggi il prelievo del sangue di Amoroso, il cavallo della contrada del Bruco morto ieri sera durante la corsa per il Palio dell'Assunta. Il prelievo servira' per confrontare il sangue con quello prelevato prima dell'assegnazione dell'animale alla contrada. Sull'episodio il sostituto procuratore di Siena, Mario Formisano ha aperto un'inchiesta. Il magistrato ha annunciato di voler acquisire anche i documenti relativi all'animale, la cui carcassa e' stata sequestrata e si trova in una cella frigorifero dell'Asl 7. Nei prossimi giorni verra' eseguita anche l'autopsia, la cui data non e' stata ancora decisa. E non si placano le proteste degli animalisti che oggi chiedono che ''il sindaco di Siena informi l'opinione pubblica sulle condizioni di salute degli altri quattro cavalli e dei relativi fantini caduti ieri durante la corsa di piazza del Campo''. Lo dichiara in una nota Mauro Bottigelli, responsabile della Lega Anti Vivisezione, settore Palii e Feste con animali, che dice: ''Invece di ostentare discutibili sicurezze e protezioni all'avanguardia che, puntualmente, vengono smentite dal tragico bollettino di cavalli uccisi a causa del Palio di Siena, ben 48 dal 1970, si chiarisca la tragica morte di ieri del cavallo Amoroso''. La Lav in queste ore sta raccogliendo informazioni utili alla denuncia per maltrattamento di animali e omissione di atti d'ufficio da presentare alla Procura della Repubblica di Siena.

 

 


 

CORRIERE DELLA SERA – 18 AGOSTO 2004

 

L’AMBIENTALISTA / Ermete Realacci difende l’emendamento che rende inapplicabili le nuove pene alla manifestazione. «È la nostra storia»
 

«Giusto escludere il Palio dalla legge sugli animali»

 

ROMA - «Certo, mi dispiace che quel cavallo sia morto. Ma questo non basta per cancellare una manifestazione come il Palio che fa parte della nostra cultura, della nostra storia». Ermete Realacci, deputato della Margherita, gli animali ce li ha a cuore davvero. Per anni numero uno di Legambiente, si è speso per far crescere la più difficile delle piante, l’amore verso la natura. Questa volta, però, si schiera dall’altra parte. Una contraddizione? «Per carità, solo una questione di coerenza».
Coerenza?
«Coerenza. Ha presente la nuova legge sulla tutela degli animali?».
Quella in vigore dall’inizio di agosto? Quella che prevede il carcere fino a un anno e mezzo per chi provoca la morte di un anima le?
«Proprio quella. Nella formulazione originaria, di fatto, vietava manifestazioni come il Palio in cui le bestie possono soffrire».
E lei cosa ha fatto?
«Ho firmato l’emendamento, poi approvato dal Parlamento, che ha salvato il Palio stabilendo un’eccezione per le manifestazioni storiche autorizzate dalle Regioni».
Una modifica proposta da Fabrizio Vigni, un deputato senese.
«Politico in gamba, preparatissimo».
E l’altro ieri è morto un altro cavallo. Gli animalisti l’accuseranno di tradimento.
«Rispetto ad altri loro "colleghi", i cavalli che partecipano al Palio sono addirittura fortunati».
Fortunati?
«Il Palio non ha come obiettivo la violenza. È una corsa rischiosa in cui ci può pure scappare il morto, non solo tra i cavalli ma anche tra i fantini. Ma non si fonda sulla crudeltà, a differenza di altre manifestazioni».
Quali?
«L’esempi o classico è quello della corrida: la gente entra nell’arena per vedere non una corsa ma un toro che muore. Anche in Italia ci sono centinaia di esempi che la legge ha per fortuna vietato. Basta pensare ai combattimenti tra cani o galli, oppure alle tante sagre paesane dove la gente scende in piazza per gustare l’agonia di una povera bestia. Queste sì che sono crudeltà gratuite da mettere al bando in un Paese civile».
Non le sembra una distinzione troppo sottile? Di mezzo c’è sempre la morte di un animale.
«È una distinzione sottile ma utile e ragionevole. Altrimenti dovremmo vietare pure la Formula 1 o lo sci: anche lì, come conseguenza non voluta, ogni tanto muore qualcuno. Gli organizzatori sono forse tutti colpevoli di omicidio?».
Quindi chi chiede di fermare il Palio o anche chi chiede solo di fare di più per proteggere gli animali è un integralista?
«Dire integralista è sicuramente troppo. Ma può sbagliare anche chi difende la natura in assoluta buona fede. L’ambiente non è fatto solo di abeti e mucche ma anche di eventi come il Palio, costruiti sull’intreccio fra uomo e natura. Tanto più che a Siena, specie negli ultimi anni, si fa tanto in favore dei cavalli. L’ospizio per gli animali anziani che non possono più gareggiare, ad esempio, funziona benissimo».
Un’ultima domanda. Il fatto che lei sia stato eletto in Toscana non c’entra nulla?
«Non scherziamo. Tra l’altro io mi sono candidato a Pisa e tra pisani e senesi non corre certo buon sangue».

 


 

18/08/04
Il Secolo XIX
 
Morire al Palio per una legge che ha paura della tradizione

Una morte annunciata, quella del cavallo Amoroso, prevista e prevedibile, alla luce di quello che rischia di diventare una sorta di sacrificio annuale, in cui il versamento di sangue equino fa parte della ritualità.
Quella del Palio di Siena è ormai una tradizione che prevede, secondo un copione scontato, la rabbia degli animalisti, l'intransigenza dei tradizionalisti e la pena impotente dei più.
Le riflessioni amare nascono dal fatto che una recente legge, per molti aspetti benemerita, sul maltrattamento degli animali - e che ha visto un giusto inasprimento delle pene per comportamenti gravi come l'abbandono, purtroppo non diminuiti come riferiscono le cronache di questi giorni - contempli deroghe per feste e manifestazioni locali in cui si impieghino
animali.
Cosa significa? Che il legislatore rinuncia a intervenire in talune aree protette, pensando che la tradizione sia una ragione tanto alta e importante da consentire condotte eticamente riprovevoli? O, più ipocritamente e prudentemente, che si attiene alla regola della non interferenza, ritenendo che le feste locali, in quanto fonti di guadagno, siano da gestire in base a sensibilità appunto "locali", senza alcun riferimento a criteri di carattere generale? In entrambi i casi, non si può che restare profondamente insoddisfatti. Il fatto che la tradizione senese preveda una corsa di cavalli lascia impregiudicata la questione di come essa debba essere condotta.
La tradizione non è un tiranno che imponga le sue leggi incondizionatamente.
Si pensi alla problematica seria e importante che dobbiamo affrontare nella nostra società multietnica di fronte a costumi e a pratiche che non ci appartengono ma nei cui confronti sentiamo l'esigenza del rispetto e insieme dei limiti della tolleranza. Ma tale conflitto avviene anche all'interno della nostra cultura: oltre la dimensione interculturale esiste infatti una prospettiva intraculturale che riguarda la compatibilità fra tradizioni locali e legislazione nazionale o, se si vuole, il rapporto tra particolarismo e universalismo. È il problema rappresentato dalle deroghe previste dalla legge in questione. Può una tradizione locale, per quanto antica, contraddire sostanzialmente una legge che si ritiene valida per l'intera popolazione e che considera intollerabile ogni inflizione gratuita di sofferenza o ogni condotta che comporti un rischio serio di morte agli animali? In sostanza è come se si affermasse che la tradizione è un valore tale che dev'essere rispettato comunque e dovunque, costi quel che costi, sacrifici animali compresi. Ma siamo sicuri che è proprio questo che essa esige dai suoi fedeli?
Tradizione deriva dal latino tradere: è ciò che ci è stato tramandato, nel bene e nel male, e che noi custodiamo alla luce di quel che, nel frattempo, siamo divenuti. Essa implica, dunque, anche il cambiamento. E proprio qui risiede la difficoltà del rapporto ma anche la bellezza di una sfida. La nostra relazione col passato non può essere una semplice riproposizione: se così facessimo, tradiremmo il nostro procedere nel tempo che guarda non solo al passato ma, soprattutto, al futuro. La tradizione va ripensata, rivisitata criticamente, arricchita di tutte quelle conquiste che la nostra cultura e, in primo luogo la nostra etica sociale, hanno elaborato. Non per essere tradita ma mantenuta nella sua vitalità, in forme nuove in cui uomini e donne nuove possano, senza imbarazzo o vergogna, riconoscersi.
Certo molte tradizioni non resisteranno alla sfida della rivisitazione e moriranno: quante di esse sono scomparse senza rimpianto proprio perché incapaci di fare i conti con esigenze inedite che maturavano e valori nuovi che emergevano! Ma quelle che resistono al conflitto hanno una solidità sufficiente e una forza che consentono loro di mutare e, insieme, restare.
Ritorniamo al caso del Palio. La sensibilità che, come collettività, abbiamo nel complesso acquisito nei confronti della questione animale, ci fa ormai considerare intollerabile ogni maltrattamento, specie nei casi di feste, cioè di occasioni in cui la gioia di tutti, umani e non umani, dovrebbe essere garantita. Molte feste popolari che prevedevano l'impiego crudele di
animali - considerati veri e propri capri espiatori - sono state rivisitate mantenendone il "colore" ma escludendone la componente crudele divenuta inaccettabile. Si sono snaturate? No, sono trasmutate. È il caso, tra gli altri, della giostra del maialino di Segni che ha indotto saggiamente, la cittadinanza a usare una sagoma di legno anziché un animale vero da
percuotere.
Solo il Palio sarà esonerato dalla ricerca di una conciliazione possibile tra diverse istanze e lasciato in una sorta di zona franca, al riparo da qualsivoglia incursione di pensieri, di preoccupazioni che non siano solo quelli dei senesi delle contrade? È giustificata la sua strenua resistenza alle richieste di quegli altri cittadini, gli italiani appunto, che vorrebbero impedire la gara ai cavalli purosangue i cui garretti sono condannati a spezzarsi su un terreno non adatto?
Alla ragionevolezza delle richieste si è opposto finora un fanatismo tradizionalista a cui occorre reagire con fermezza, chiedendo il rispetto delle regole a tutti e, in primis, l'abolizione di ogni deroga che rappresenti una violazione del principio generale per cui ogni animale ha diritto a non essere fatto soffrire, a non essere esposto a pericoli e a condotte rischiose incompatibili con la sua natura e con le sue attitudini.
I maltrattamenti sono un reato sempre e comunque, indipendentemente dal contesto in cui avvengono o delle ragioni per cui sono causati: bene ha fatto la Lav a denunciarli. Ma soprattutto bene farebbe Siena se, in nome della sua antica civiltà, rendesse il Palio davvero civile e cioè compatibile con le regole e i valori della società più grande. Questo l'impegno e l'auspicio: il Palio diventi una festa di vita per tutte le specie, il gioco preveda compagni e non più vittime, la morte non ne sia più il prezzo.
Luisella Battaglia
 

 
CORRIERE DELLA SERA
18/08/2004
 
Siena, la procura indaga sulla morte del cavallo
 
Il sindaco: miscela di errori umani e comportamenti del baio. Polemiche il giorno dopo la disgrazia. Anche i Ds si spaccano
 

Il sostituto procuratore della Repubblica Mario Formisano ha aperto un’inchiesta sulla morte di Amoroso, cavallo del Bruco. Ha posto sotto sequestro la carcassa dell’animale, conservata nei macelli comunali, ha ordinato una visita esterna e prelievi di sangue e acquisito tutti i documenti relativi al baio di 8 anni morto durante il Palio dell’Assunta. Non ci sono ipotesi di reato, non ci sono indagati, almeno per ora. La legge 189, entrata in vigore il 1° agosto, relativa ai «delitti contro gli animali», rappresenta un possibile spartiacque normativo in materia di maltrattamenti. Tesi che però al Comune contestano con decisione. Il giorno dopo il Palio d’agosto 2004 la sensazione è quella di una spirale immutabile, di una coazione a ripetere. Come in quei racconti di fantascienza in cui il protagonista è condannato a vivere cento volte gli stessi momenti. Il day after , in una Siena che si indispettisce come nei giorni più grigi, comincia con le denunce. Partono prima gli Animalisti e l’associazione eco-animalista Una, che chiedono spiegazioni al presidente della Regione Toscana Claudio Martini sull’autorizzazione da conferire alle manifestazioni storiche e culturali in base alla legge 189. La Lav invece dichiara di «raccogliere ogni informazione utile alla denuncia per maltrattamento di animali e omissione di atti d’ufficio da presentare alla procura della Repubblica per i gravissimi incidenti durante il Palio», chiede «il sequestro del cavallo schiantatosi sulla pista e calpestato dai fantini, senza che il buon senso e la pietà suggerisse a chi dice di amare tanto i cavalli di interrompere la corsa, e il sequestro degli altri quattro cavalli che risulterebbero feriti, prima che sulla loro sorte cali l’oblio o vaghe rassicurazioni». Ma la Lav punta l’indice anche contro la Rai, chiedendo il sequestro delle immagini.

Il fronte degli accusatori comprende pure Chiara Acciarini, senatrice Ds, che parla di «misure di sicurezza attenuate a Siena», e il vicepresidente del Comune di Roma, Monica Cirinnà, che chiede a Veltroni di «sospendere ogni rapporto con il Monte dei Paschi di Siena, cotesoriere del Comune». Perfino il Centro studi teologici di Milano chiede una pausa di riflessione a Siena e al suo arcivescovo.
«Fermare la corsa è un’ipotesi folle - è la prima replica del sindaco di Siena Maurizio Cenni, diessino anche lui -, al Palio non c’è mica la "safety car". L’incidente ad Amoroso è accaduto al secondo San Martino, il Palio dura meno di un minuto e 20 secondi, impossibile fermare cavalli al galoppo. E poi sarebbe stato deflagrante per la sicurezza e per l’ordine pubblico». Cenni ripete che «la morte del cavallo è stato frutto di una miscela casuale tra errori umani e comportamenti dell’animale». È convinto che «se Siena avesse chiesto l’autorizzazione alla Regione avrebbe ammesso che qui si maltrattano i cavalli. Il Palio non ha bisogno di salvacondotti o di deroghe, non rientriamo nei delitti previsti e puniti dalla legge 189. Alla senatrice Acciarini vorrei ricordare che le previsite, i controlli antidoping e tutto il resto funzionano da anni».

In serata, a Palazzo Pubblico, capitani e priori delle 17 Contrade, assieme ai deputati della Festa, si sono riuniti per suggellare il fronte comune. «Siamo insieme e uniti - dice alla fine della riunione il sindaco -, pronti a difendere la Festa da tutti gli attacchi. Siamo convinti di aver fatto sempre tutto quanto è nelle nostre possibilità per prevenire gli incidenti e garantire la sicurezza». Oggi parleranno le Contrade, sembra di sentire il rumore dei ponti levatoi che si alzano.
Pino Di Blasio

 


DA LIBERO – 19 AGOSTO 2004

 

Animali al massacro. Il magistrato ha già chiuso l’inchiesta

 

Palio, archiviata l’inchiesta, ma spunta il tentato omicidio

 

La denuncia del Codacons: i soccorritori hanno rischiato la vita per trascinare il cavallo ucciso fuori dal campo

 

Siena: Chiusa l’inchiesta sulla morte del cavallo durante il palio di Siena se ne aprirà un’altra. Questa volta per tentato omicidio e lesioni gravi. A sporgere denuncia la Codacons. L’associazione dei consumatori chiede allamagistratur di indagare per concorso nell’uccisione del cavallo Amoroso, baio 8 anni, e per associazione a delinquere la regione toscana, che ha rilasciato l’autorizzazione per la manifestazione, il Comune di Siena che l’ha organizzata, l’istituto di credito Monte dei Paschi e tutti gli altri sponsor della gara. Ma non solo. Il Codacons ha anche chiesto di agire per omissione di atti d’ufficio, tentato omicidio e lesioni gravi nei confronti degli stessi organizzatori. Questi, ha denunciato l’associazione dei consumatori, non hanno interrotto immediatamente la gara, nonostante ci fossero a terra e dei soccorritori che per aiutare gli animali caduti hanno a loro volta rischiato la vita. – E’ stato uno spettacolo osceno – ha affermato il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi, - non aver sospeso la corsa. Si è messa a repentaglio l’incolumità di due addetti ai soccorsi che tentavano di trascinare il cavallo fuori dalla pista.- Quindi, ha continuato Rienzi, - non si tratta soltanto di agire legalmente per l’uccisione del cavallo ma anche e soprattutto per tentate lesioni gravissime, se non tentato omicidio ai danni dei due addetti.- Infine, il Codacons ha comunicato che occorre adire la Corte Costituzionale – per invalidare la parte della legge sui maltrattamenti degli animali che esclude il Palio di Siena.-  Eppure proprio a proposito della legge 189 riguardo i maltrattamenti sugli animali, sembra proprio che il Comune di Siena non abbia richiesto alla regione Toscana di escludere il Palio dalle manifestazioni cui la legge stessa va applicata. L’ha confermato ieri lo stesso sindaco di Siena, Maurizio Cenni. Che ha ammesso:- Il Comune non l’ha chiesta sia per un aquestione di tempi tecnici, vista la recente approvazione, sia per una questione di opportunità, perché non abbiamo bisogno di chiedere immunità, dal momento che non maltrattiamo i cavalli. Cosa diversa sarà se la regione, mortu proprio, deciderà nella legge di adozione di elencare la manifestazioni storiche toscane degne di riconoscimento.- Insomma il sindaco Cenni non teme la legge e ha la coscienza a posto – Siamo sereni, abbiamo misure di tutela nei confronti dei cavalli che non hanno eguali. In nessun caso al mondo è possibile escludere al cento per cento i rischi di una competizione, manoi abbiamo la coscienza pulita e siamo francamente stanchi di ricevere insensati e violenti.- Tanto che lo stesso sindaco ha intenzione di ricorrere a sua volta alla Procura della Repubblica di Siena: - Abbiamo scelto di rispondere a tutti anche se sono rimasto colpito dalla violenza delle accuse, dalle offese rivolte al sottoscritto e a tutti i sensi. Tutte le e-mail offensive e minatorie verranno trasmesse alla magistratura.- Si gioca tutto in Procura lo scontro tra i sostenitori del Palio e gli animalisti e consumatori che ne chiedono il divieto. Ieri è stato formalizzato il dissequestro della carcassa di Amoroso, dopo l’effettuazione dei prelievi di sangue. Niente autopsia dunque. Le cause dell’incidente mortale non lasciano spazio a dubbi. La morte è dovuta all’impatto contro le protezioni, senza che il bandierino sia stato toccato. Ma c’è chi giura che la vicenda non sia finita qui.

 


 

 

DA LIBERO 19 AGOSTO 2004

 

LE LETTERE

 

Lo spettacolo del povero Amoroso agonizzante mentre gli altri cavalli gli passavano sopra mi ha tristemente colpito. Uno spettacolo incivile. Così come sono incivili i responsabili di questa stupida giostra, troppo pericoloso per cavalli e fantini.

Paolo P. – Genova

 

Addio Amoroso, forse ci incontreremo lassù e sarò felice di poter accarezzare il tuo bel manto e vedere i tuoi dolci occhi non più tristi, ma gioiosi della libertà acquisita. Sarà patetica ma io amo gli animali, tutti quanti, perché sono creature di Dio e ciò che lui ha creato è meraviglioso.

Ercolina Milanesi Camporosso (IM)

 

Nemmeno la terribile fine di un cavallo ha meritato la sospensione della gara. La Rai, censurando le immagini di Amoroso morente, ha calpestato il nostro diritto all’informazione. Come si sarebbero comportato organizzatori e Rai se questa sorte fosse toccata  a un fantino?

Matteo Fontana

 

Abbiamo tutti assistito in diretta alla mattanza. Esiste una legge molto chiara, da poco approvata, e sono sicuro che esistono tutti gli estremi per procedere. Speriamo che si impedisca questa barbarie nascosta sotto il mantello delle tradizioni.

Severino Oliva.

 

In seguito ai gravi fatti del Palio, auspico da parte del suo giornale un’iniziativa volta a mobilitare le coscienze contro una manifestazione che tradisce il suo significato storico, rappresentando un esempio di inciviltà e barbarie. Invito i lettori a sporgere denuncia alla Procura di Siena. Denucnia che può essere presentata presso i carabinieri.

Anna Maria Bernardini

 

Mi chiedo cosa contano Lav, ambientalisti, verdi, se poi si assiste in tv alla mattanza del palio. Manifestazione criminale di tempi lontani. Un cavallo morto, altri feriti, che saranno assassinati. E’ una vergogna. Facciamo qualcosa. Fermiamo questi assassini.

Usitania Massei

 

Ma è mai possibile che gli uomini siano così disumani da permettere una scempio quale il Palio? Senza amore per quegli esseri stupendi che sono i cavalli? E’ una questione di soldi e tradizioni e sia! Ma che ci sia un minimo di garanzia nel percorso per la sicurezza di quei poveri animali, più umani del più infimo organizzatore di quel massacro.

Patrizia Talamo

 

Un cavallo è morto a Siena, fra il tripudio di contradaioli e vessilli di santi e madonne trasformati in sponsor di una manifestazione barbara. Il codice penale punisce chi provoca la morte di un animale. Conto nella giustizia. Qualcuno deve finire in galera e cancellare quella barbarie.

Fausto Orazi

 

Agosto è il mese delle sagre paesane. Tra le altre c’è la gara dei Cretini. Si svolge a Siena, è la più famosa, tanto da essere trasmessa dalla Rai. Anche questa volta hanno ucciso un cavallo, l’hanno sacrificato per far divertire quei cretini animati solo dalla stupidità della guerra di campanile.

L.B. Concordia sulla Secchia (MO)

 

Il palio ha avuto ancora il suo contributo di morte. Un cavallo ha perso la vita sotto gli occhi delle autorità che invece di vigilare sui deboli hanno incitato al massacro. Le immagini Rai, tagliate per coprire la realtà, ci hanno indignato. Anziché l’evoluzione, hanno scelto di retrocedere al medioevo.

Enrica Boiocchi – Gruppo Bairo Onlus

 

Davanti alle denuncie di anime belle per la morte del cavallo al palio mi chiedo mi chiedo cosa dicono le anime belle sulla mattanza delle macellerie islamiche. Rivendite di carne ottenuta facendo morire l’animale per dissanguamento. In dispregio della nostra sensibilità, della nostra cultura, delle leggi dello Stato.

Annalisa Bianchi Basiglio (MI)

 

Non c’è alcun dramma nella morte di un cavallo, nemmeno se di nome fa Amoroso. Di dramma si sarebbe trattato se fosse morto il fantino o uno spettatore.

Maurizio Careggio – Milano

 

Questa manifestazione troglodita non ha nulla di valido sul piano culturale, in quanto cultura non significa affatto eccesso parossistico, che invece contraddistingue questa scellerata gara. Al pari della corrida, lede la dignità umana e di ogni altro essere.

Lettera firmata

 

E cosa ne pensate di tutti quei cavalli che gareggiano negli ippodromi e che, a causa di un incidente, subiscono la stessa sorte di Amoroso? Di che cosa dovrebbero morire animali come cavalli fatti per correre, di stenti e di fatica, come avviene dove sono stati usati come mezzo di trasporto?

Marcello Migliacci Monteverchi  - AR

 

DA LIBERO – 19 AGOSTO 2004

 

Arriva l’anti-palio. In pista uomini al posto dei cavalli.

 

Montepulciano (Siena): Ci sono contrade, contradaioli e un premio. Proprio come al palio di Siena. Ma il bravio delle botti, che si svolge l’ultima domenica di agosto a Montepulciano e per il quale il quale domenica prossima iniziano le prove ufficiali, non utilizza cavalli per la gara, ma soltanto i cosiddetti spingitori.

La manifestazione è storica. Anziché selezionare un purosangue e mezzosangue, sceglie solo uomini. In base alla forza e all’abilità. Alla gara partecipano due maschi per ogni contrada che devono spingere una botte di 85 chili lungo 1.650 metri di salita del Corso di Montepulciano per considerarsi il “Panno del Bravio”. Sono 8 le contrade in gara quest’anno: “Le Coste” (vincitrice delle ultime due edizioni e data per favorita) “Collazzi” “cagnano”, “Talosa” “Poggiolo”, “Gracciano”, “Voltaia” e “san Donato”. Per partecipare alla competizione, gli spingitori di sottopongono per mesi a duri allenamenti. In nome di una tradizione popolare che le cronache fanno risalire al 1372

 


 

 

CORRIERE DELLA SERA
19/08/2004

IL SINDACO
«Quante critiche ingiuste I senesi sono disgustati»

SIENA - «Non ci chiuderemo a riccio. Questa è l’ora del contrattacco. Ogni senese in questi giorni si sente disgustato. E plaude alla vignetta di Giannelli sul Corriere , su questa bizzarra gerarchia dell’indignazione. Che ci fa digerire bene se ci sono stragi in Medio Oriente o in Iraq. Ma che provoca reazioni virulente se in un incidente in Piazza del Campo muore un cavallo». Maurizio Cenni, sindaco di Siena, accompagna le parole con un fascicolo di email arrivate alla sua casella di posta. Una valanga di insulti. «Abbiamo scelto di rispondere a tutti - ha spiegato - anche se sono rimasto colpito dagli auguri di morte rivolti a me e a tutti i senesi». Alle denunce degli Animalisti e della Lav, si sono aggiunte le accuse del Codacons. Che chiede di «indagare per concorso nell’uccisione del cavallo e per associazione a delinquere la Regione Toscana, il Comune e il Monte dei Paschi». «Siamo convinti di non poter in alcun modo incorrere nella legge contro il maltrattamento degli animali - è la replica del sindaco -. Guardate cos’è successo alle Olimpiadi. Ora gli animalisti chiederanno l’abolizione dei Giochi?». Il riferimento è a «Over and Over», cavallo montato dal belga Joris Vanspringel, abbattuto dopo aver rotto il femore saltando un ostacolo.


CORRIERE DELLA SERA
19/08/2004

IL DIBATTITO / Confronto dopo la morte del baio Amoroso e le dichiarazioni di Realacci
 

Difendere il Palio? Gli ambientalisti si dividono

Pratesi: oggi è come se una Formula 1 corresse su un circuito di go-kart. Pecoraro Scanio: la legge va modificata, via le eccezioni storiche

ROMA - Carlo Ripa di Meana la mette sul piano tecnico. I cavalli li conosce bene, del resto. Ha cominciato a montare da bambino, «balilla cavalleggero» nella scuola del maresciallo Costante D’Inzeo, e ha continuato a farlo regolarmente fino a pochi anni fa. «Chi vuole abolire il Palio - spiega - dice una gran baggianata, va contro la vocazione dei cavalli che già per natura gareggiano tra loro e amano la velocità. Per salvare la corsa è però necessario tornare alle origini, facendo correre i maremmani e non i purosangue come si fa da una decina d’anni. Sono più lenti e robusti, forse lo spettacolo ne perderebbe un po’. Ma gli incidenti sarebbero sicuramente meno». Quella dell’ex ministro dell’Ambiente non è una posizione isolata. Dopo la morte di Amoroso, caduto lunedì in Piazza del Campo e finito dagli zoccoli dei suoi avversari, sono partite alla carica le associazioni animaliste, che hanno sempre scelto la linea dura. Una mossa non condivisa dal deputato della Margherita ed ex presidente di Legambiente Ermete Realacci che ieri, intervistato dal Corriere , ha difeso il Palio perché «appartiene alla nostra storia e, a differenza della corrida e di tante sagre paesane, non ha nella violenza il suo elemento fondante». Le parole di Realacci trovano appoggio tra le diverse anime dell’ambientalismo italiano: il Palio va difeso ma deve essere reso meno pericoloso. Fulco Pratesi, presidente del Wwf, guarda nientemeno che all’automobilismo. «Far correre i purosangue in piazza del Campo è una follia, come girare in Formula 1 su un circuito da go-kart. E’ vero, bisognerebbe tornare ai maremmani. Ma è necessario cambiare anche per i fantini: basta con i professionisti di adesso, meglio i contradaioli di una volta. Realacci ha ragione, il Palio fa parte della nostra storia. Ma se tradizione deve essere, che tradizione sia fino in fondo». I consigli non finiscono qui. Ripa di Meana chiede di aumentare le imbottiture sui lati del tracciato e di spargere più sabbia e segatura sul selciato, specie nelle curve. Anche Alfonso Pecoraro Scanio parte dalla tecnica: «E’ assurdo che in caso di incidente la gara non venga fermata». Ma poi il presidente dei Verdi allarga il discorso alla legge entrata in vigore pochi giorni fa. Un testo che punisce con il carcere fino a un anno e mezzo chi provoca la morte di un animale ma, con un emendamento appoggiato dallo stesso Realacci, lascia fuori le manifestazioni storiche come quella di Siena. «A settembre quelle norme vanno cambiate. Il Palio va salvato ma non può pretendere carta bianca: serve una commissione mista, organizzatori e associazioni animaliste, per costruire regole che garantiscano meglio la sicurezza dei cavalli. E poi sulle tradizioni bisogna intendersi: sono importanti ma se portano violenza vanno corrette. Anche la schiavitù o il velo imposto alle donne erano tradizioni, ma superarle non è stato un errore. E poi cosa succede se spunta fuori qualcuno che vuole organizzare una corrida in Italia? Magari dimostra che da noi era un’abitudine ai tempi della dominazione spagnola: una tradizione da proteggere anche quella?».
C’è chi ha una posizione più sofferta, come Grazia Francescato: «In gioco - dice la portavoce dei Verdi europei - ci sono due esigenze sacrosante ma purtroppo inconciliabili. Da una parte il rispetto di una manifestazione storica, dall’altra il rispetto degli animali. Per me è più importante la seconda, ma capisco chi la pensa all’opposto. La verità è che la sfera dei diritti, un tempo limitata ai ricchi bianchi, si è allargata prima ai maschi, poi alle donne. Adesso tocca agli animali».

 

Il Nove da Firenze
notiziario locale
19 Agosto 2004

Palio di Siena: continua il confronto sulla moria di cavalli

Osceno, secondo il Codacons non aver interrotto la corsa, mentre da Siena si ricorda che anche alle Olimpiadi è morto un cavallo belga.
Sul Palio di Siena il Codacons, che già negli anni passati ha presentato denunce contro la efferatezza della competizione che non ha nulla della gara sportiva, chiede che la Magistratura indaghi per concorso nell'uccisione del cavallo e per associazione a delinquere la Regione che ha autorizzato la corsa, il Comune che l'ha organizzato e il Monte dei Paschi e chiunque altro la abbia finanziata. In particolare, si chiede di agire per omissione di atti di ufficio e tentato omicidio e lesioni gravi nei confronti degli organizzatori che non hanno immediatamente interrotto la corsa. "E' stato uno spettacolo osceno - ha dichiarato il presidente del Codacons avv. Carlo Rienzi - non aver interrotto la corsa ha messo a rischio la vita dei due addetti ai soccorsi che tentavano di trascinare il cavallo fuori della pista. Quindi non si tratta solo di agire per l'uccisione del cavallo ma anche e soprattutto per tentate lesioni gravissime se non omicidio nei confronti dei due addetti". Quanto alle affermazioni del on.li Realacci e Vigni che hanno fatto approvare la legge sui maltrattamenti degli animali con un emendamento che esclude il Palio di Siena, questo emendamento non potrà essere applicato dal Giudice di Penale ma rimesso alla Corte Costituazionale. Infatti, checchè ne pensino i due deputati molto interessati ai voti della provincia di Siena gli animali, come gli uomini, sono tutti uguali, sia che gareggino nel Palio sia che tirino un carretto. "Non si può quindi - ha concluso Rienzi - trattare come se fosse un oggetto il povero cavallo del Palio solo perchè gli uomini insensibili e che non amano gli animali hanno deciso che è diverso dagli altri".
"Pochi giorni fa, il 15 agosto in un'altra delle tante giostre che si corrono in Italia un purosangue ha perso la vita. Non risulta che alcuna delle associazioni che con tanta premura e sollecitudine attaccano Siena abbia analogamente protestato così come nessuno ha in egual modo protestato per la morte di Over e Over alle Olimpiadi. Segno inequivocabile della strumentalità delle accuse degli animalisti verso il Palio di Siena". Carlo Faillace, professore e responsabile della Proequo, associazione di volontariato per la protezione del cavallo, interviene sulle polemiche e le accuse di cui è stato oggetto il Palio di Siena dopo l'incidente a Amoroso. "Perchè non dicono nulla su quel caso? - continua Faillace - Nel Palio di Siena possono correre solo mezzosangue, gli animali sono selezionati sulla base di misure specifiche coerenti con le caratteristiche di Piazza del Campo. Poi sono addestrati durante l'inverno, il loro stato di salute è continuamente controllato e tante sono le misure di sicurezza introdotte. Chi si scatena contro Siena dovrebbe sapere che invece nella giostra di cui ho parlato prima e in tante altre si impiegano solo purosangue dismessi dagli ippodromi, perché già lesionati. Chiedano, come ho già fatto io con la mia associazione, che vengano prese le giuste precauzioni e modifiche. Le denunce, inoltre servono solo a far rumore e sono inconcludenti. Si ottiene di più con il dialogo e la convinzione, ma per far questo bisogna anche avere le carte in regola". "La tempestività con cui sono stati emessi comunicati stampa ed espressi giudizi nel caso dell'incidente ad Amoroso è la prova della strumentalizzazione che si fa. Io ero a Siena - racconta Faillace - non sapevamo ancora con certezza ciò che era accaduto e già erano stati dettati comunicati stampa con annunci di denunce. Un tempismo veramente sorprendente, che giustifica i grossi dubbi che vengono in mente, fortunatamente, non a me solo. Noi di comunicati non ne abbiamo fatti, perché ci è parso (cito il Rigoletto) che "Slanciare il cane a leon morente è vile, o Duca." e io so quanto si sta facendo a Siena e quanto è in progetto". "Laddove non c'è visibilità - osserva ancora Faillace - non si sente nessuno. A Roma, per esempio, ho denunciato spesso a Monica Cirinnà vicepresidente vicario di Roma, la situazione dei cavalli che trainano le carrozze (le botticelle), costretti a stare tutto il giorno sotto il sole, respirando lo smog della città, sono costretti a camminare sull'asfalto e hanno i piedi incastellati. Qui non si tratta di una fatalità o caso fortuito. Su questi casi non mi sembra che si sentano associazioni varie, così come non sono stati presi provvedimenti neppure in forma di progetto da parte del Comune di Roma". "L'incidente accaduto a Siena lo scorso 16 agosto - dice - è stata una vera e propria fatalità, una vera e propria disgrazia. Abbiamo fatto molte cose insieme a Siena negli scorsi anni per arrivare a definire le misure di sicurezza che stanno nel Palio e tante ne faremo. La salute del cavallo è interesse primario di Siena e dei senesi. Il Palio è tradizione, cultura, senso di comunità, amore tutela per gli animali. Ho visto più attenzione per i cavalli a Siena di quanta ne vedo negli ippodromi dove ogni settimana muoiono cavalli nel silenzio generale, poichè la visibilità televisiva delle corse in ippodromo è molto ridotta e quindi occuparsi di quelle disgrazie dà poco risalto. Eppure, se non ricordo male, le vittime negli ippodromi durante il 2003 sono state circa 200". "Si indignano solo su Siena - conclude Faillace - perchè la città due volte l'anno diventa un forte centro di attenzione e attrazione. Per questo la usano per farsi pubblicità. Nel resto dell'anno non si fanno vedere. Alle prove sia di luglio che di agosto io c'ero, ma non ho visto altri".

 

 

DA LIBERO – 20 AGOSTO 2004

 

Platinette si dissocia: - Non sono animalista, ma ciò che accade è barbaro.-

 

“Non sparate contro il Palio”

 

Dopo la vicenda del cavallo morti i vip difendono la giostra senese. “Ma devono aumentare le misure di sicurezza in gara”.

 

Roma: La morte del baio al Palio di Siena fa discutere. E arrabbiare. Si arrabbia il sindaco della città toscana, Maurizio Cenni, per la “valanga di insulti” e gli “auguri di morte a me e a tutti i senesi” giunti via e-mail in municipio. Scendono in campo ambientalisti e politici. L’Italia si dive di tre correnti di pensiero. La prima: un incidente non può mettere in discussione una tradizione che fa parte della storia di Siena. La seconda: il Palio va difeso ma deve essere meno pericoloso. La terza: il Palio va abolito tout-court. Divisi anche i “reclusi” della redazione di Tito Libero, specchio fedele o quasi dell’Italia normale. Dice subitola sua Alessandro Cecchi Paone, giornalista conduttore de “La macchina del tempo”: - sono d’accordo sul fatto che bisogna mantenere le tradizioni che sono radicate in una comunità, in un Paese, ma il passare dei secoli non deve essere influente. Mi riferisco ai danni degli animali fino a farli morire. Non trovo giusto nemmeno che i fantini possano farsi male durante la gara. Insomma non siamo nel trecento ma nel 2004.- Platinette, come è nel suo stile non ha peli sulla lingua e dichiara: - non sono di natura animalista, ma trovo barbaro ciò che accade. Comunque preferisco mangiare il cavallo. Non godo a vedere né palio né le corride. No. Il cavallo bolso fatto competere nelle gare per gente scriteriata proprio non mi piace.-  Il giornalista più sciccoso d’Italia Alfonso Signorini difende a spada tratta le tradizioni: -Conosco bene i senesi e so quanto amano il palio. Mi dispiace per quello che accade agli animali, ma sinceramente fanno più scandalo i cani abbandonati, i tori di Pamplona e i soldi che la Rai ogni anno spende per la diretta del Palio che un cavallo morto in gara….- Per la deputata di An Daniela Santanchè,:- Le tradizioni vanno osservate perché raccontano la storia di un Paese. Occorrono controlli più rigorosi e mirati. Dico sì alle tradizioni ma è necessario riservare un’attenzione particolare agli animali.- Morbido il tono delle “pasionaria” di Alternativa Sociale Alessandra Mussolini:- Il Palio non è solo un gioco, ma la sintesi di tradizione e passione di una parte dell’Italia. Purtroppo talvolta viene funestato da incidenti che probabilmente con regole più prudenti potrebbero essere evitati. Ma non vedo proprio come possa essere messa in discussione la magia del Palio.- Chiude il giro delle opinioni la parlamentare forzista Gabriella Carlucci: - Se dovessi rispondere con il cuore e considerare che dal 1070 sono morti ben 48 cavalli, direi subito basta con il Palio, ma esso costituisce davvero la storia di quella splendida città. Occorrerebbe trovare una formula per salvare la tradizione senese e l’evento culturale e storico, ma fare in modo che vengano rispettate le leggi in vigore che, rispetto al medioevo, sono cambiate anni luce.- intanto procede il toto-reality. Anche per oggi sono i numeri a parlare. Domani si conoscerà la frase più votata dai lettori di Tiro. Dopo il leader dei Verdi, Alfonso Pecoranio Scanio, sbattuto fuori dal gioco la settimana scorsa a colpi di sms e di mail, cresce la curiosità di sapere chi si cela dietro l’anonima sagoma che domenica sarà costretta a lasciare la redazione.

 


 

 

DA LIBERO – 20 AGOSTO 2004

 

Un incidente non può cancellare il Palio di Siena

 

Di Walter Mariotti

Caro direttore, scusami se entro in una polemica che so, esserti cara, ma lo faccio solo per l’affetto e la riconoscenza che mi lega a te e a Libero. Scusami quindi, ma ora basta. Basta con la campagna contro il Palio in nome del cavallo, della purezza dell’animale contro la nefandezza dell’uomo. Basta perché se Libero e i suoi lettori continuano così, arriveranno anche Franti, la piccola vedetta lombarda, Marcellino pane e vino e tutta la chincaglieria sentimental-trombona della retorica di sempre. Da ghibellin fuggiasco, da senese espatriato, avrei molti motivi per dire male di Siena. E cresciuto nelle sue campagne con 12 cavalli conosco quanto come la loro amicizia sia superiore alla media di quella degli uomini. Attenzione però, leggere il Palio con l’animo indignato, togliendo dal suo contesto come se fosse un Roma-Milan qualunque, applicargli la retorica del politicante corretto, dei diritti acquisiti, delle rivendicazioni sindacali, è peggio di una colpa. E’ un errore. Sarebbe come giustificare la politica di Forza Italia dal riporto di Schiafani o dell’eloquio di Elio Vito. O, se preferisci, credere davvero che Prodi e Fassino siano un leader politico o un segretario di partito solo perché li chiamano così. Siamo seri. Il Palio non è una corsa né uno sporto né una prova di sadismo. Il Palio è mito e rito, carne e sangue, è la verità di un mondo orribile: il nostro. Dove ci sono la violenza e la gioia, l’inganno e l’attesa, la speranza e la morte. E il re, se è veramente re, deve essere disposto a morire. Questo direttore non significa né ignorare i diritti sacrosanti degli animali né glissare sulle responsabilità di fantini e politici, la cui sicumera è pari forse alle blindature parastatali dietro cui si trincerano. Questo significa soltanto che nel suo “orrore medioevale” (come scrivono quelli che di Medioevo non sanno niente) il Palio ci racconta tante verità della nostra vita. Verità difficili da vedere e ancora più da accettare. Ma che sono e saranno lì per sempre, a dispetto di una cultura (Ahimè di sinistra) che vorrebbe farci credere il contrario.

Scusa la sincerità, un abbraccio.

 


 

 

DA LIBERO - 21 AGOSTO 2004
 
Il dibattito
 
Viva il Palio. Ma soprattutto i cavalli vivi.
 
Di Oscar Grazioli
Caro Mariotti, leggo la sua difesa del Palio e credo di intuire una sorta di lacerazione morale nella scelta fra i diritti sacrosanti degli animali (e degli uomini) a star bene e il rispetto delle tradizioni. Importante segno di civiltà. Ah, chiedo venia se intervengo al posto del direttore Feltri che è assente. Farò quel che posso. D'altronde visto che sono il principale artefice della "chincaglieria sentimental-trombona della retorica di sempre, me ne assumo piena responsabilità." Il Palio "è mito, dunque, è rito, carne e sangue. E' la verità di questo nostro mondo orribile che contempla la violenza, l'inganno e la morte. Il Palio dunque ci racconta tante verità che sono e saranno li sempre, ancorchè difficili da vedere e accettare." Rimanga il Palio dunque e muoia il re, se deve morire. Mi consenta di darle ragione in solo parte. Rimanga il Palio, nessuno lo vuole abolire. Facciamo in modo che il re (il cavallo) non muoia con un paletto conficcato nel collo o a pistolettate sul tufo o con una pietosa iniezione che stronca il dolore degli arti spezzati. La storia del nostro paese è millenaria e riti, miti e tradizioni si sprecano in ogni angolo di piazza. Sono quasi certo che alla gente non piacerebbe vedere rievocati, nella loro realtà nuda e cruda, i riti del Colosseo con tanto di schiavi, leoni e gladiatori o le tradizioni della Santa Inquisizione. Un rogo in tv prima di cena con la strega e il gatto che bruciano, non mi paiono un buon aperitivo. Quanto al ritorno di "Franti e Marcellino pane e vino" non sarei così rattristato. Nella mia città un tunisino cui era stata ritirata la patente 5 (cinque volte) l'ha riavuta lunedì mattina. Lunedì sera, ubriaco tronco, ha fatto un frontale con la macchina ammazzando una mia conoscente di 17 anni. La sua amica per fortuna è solo prognosi in riservata. Forse è meglio che tornino davvero Marcellino, Lassie e Rin Tin Tin. Viva il Palio e i cavalli vivi.

 


 

 

IL GAZZETTINO - 21 AGOSTO 2004

 

Gentile Gazzettino, sono un.......

 

Gentile Gazzettino,

sono un ragazzo di diciassette anni e scrivo per esprimere la mia opinione su quanto è successo all'edizione di fine estate del Palio di Siena. Come altre persone avranno potuto notare, questa edizione del Palio dell'Assunta è stata caratterizzata da un avvenimento che mi ha lasciato piuttosto perplesso, per non dire inorridito. La morte in diretta del cavallo di una delle contrade partecipanti, secondo il mio punto di vista, è stata una scena cruenta, poiché demarcava le ultime sofferenze della povera bestia. Quello che poi ha aumentato ancor di più la mia indignazione è stato il totale disinteressamento, palesemente voluto, che i giornalisti RAI, che stavano commentando l'avvenimento, hanno dimostrato per le condizioni in cui versava l'animale.La scelta voluta di ritrasmettere il replay della "competizione" saltando la curva dove era successo l'incidente e si trovava il cavallo morente, ribadendo ripetutamente che non era successo niente di grave, era quantomeno indisponente. A questo punto mi domando: non è inutile tutta la campagna contro l'abbandono dei cani sulle strade vacanziere a confronto di quanto successo durante la diretta RAI ed al comportamento volutamente carbonaro dei telecronisti?Come è vero che l'abbandono dei cani è un gesto vile e brutale, è anche vero che la Radio-Televisione Italiana ha trasmesso ieri in primissima serata un avvenimento che davvero fa pensare a come vengano sfruttati questi animali, e, cosa molto importante, nel pieno della legalità.Antonio, 17 anni


IL GAZZETTINO - 21 AGOSTO 2004

Caro Antonio, non tutta la TV...

Caro Antonio,

non tutta la Tv ha glissato sull'infortunio accaduto al Palio di Siena, anche se è vero che l'episodio non ha trovato il risalto che meritava. Possiamo, per pura magnanimità, cercare di dare alla dimenticanza una chiave di lettura benevola: si è voluto evitare di impressionare i telespettatori - adulti e non - che numerosi seguono ogni anno la manifestazione. Ma forse non è proprio quello che è accaduto. Gli animalisti, ma non solo, da sempre criticano questa storica competizione che tanto accende gli animi delle contrade e dei contendenti, ma che a loro dire mette in serio pericolo l'incolumità degli animali. Gli organizzatori sprecano ad ogni vigilia fiumi di parole per spiegare che ai cavalli viene dedicata l'attenzione massima e le cure più solerti in caso d'incidente. Fatto è che un Palio senza quadrupedi non sarebbe tale e che le polemiche della vigilia si smorzano non appena scende la bandierina per il via. Il palio piace, è uno spettacolo, nasconde un giro milionario di sponsor e di esclusive, alimenta il turismo, oggi settore un po' in crisi. Hai perfettamente ragione ad indignarti. Viene quasi da pensare che tutte le nostre campagne contro l'abbandono degli animali non le facciamo tanto per proteggere i nostri amici a quattro zampe, ma per toglierci un macigno dalla coscienza. Tanto è che ogni anno - comunque - sono centinaia i gatti e i cani che concludono la loro poco gloriosa esistenza ai lati di una strada. Mentre altri loro fortunati colleghi durante l'estate possono sollazzarsi in alberghi felino-canini a cinque stelle. Incongruenze degli adulti!

 


 

DA LIBERO - 28 AGOSTO 2004

Un altro cavallo vittima del palio.

Ferito ad una zampa al rodeo di Ronciglione, purosangue abbattuto

Roma: Altra corsa, altra mattanza. Dopo la tragica fine di Amoroso e di Big Big, i due cavalli abbattuti in seguito alle rovinose cadute riportate durante il palio di Siena, ecco l'ultima tragedia ippica. E' stata abbattuta mercoledì scorso Green Line, purosangue inglese di cinque anni partecipante alla corsa a vuoto a Ronciglione (Viterbo) dopo che, cadendo a terra, si era irremediabilmente fratturata una zampa. La storia di questa tradizionale corsa, come nel caso del Palio di Siena, è lunga. Detta anticamente "la carriera", la manifestazione risale ai tempi di Papa Paolo III farnese ed è stata mantenuta intatta fino ad oggi. Ma il terreno poco adatto e soprattutto la presenza dei fastidiosi sanpietrini nelle strade di Ronciglione rendono il percorso per i destrieri, che devono percorrere un tragitto di centro metri guidati non da un fantino, bensì dal loro istinto. Così, dopo la tragica morte della cavalla, la corsa è entrata al centro di una inevitabile polemica:- E' inammissibile che si possa far correre dei cavalli sull'asfalto e sui sampietrini senza prevedere che un atto simile possa essere causa di incidenti anche mortali.- Ha detto Ilaria Ferri, direttrice dell'associazione Animalisti Italiani. E ancora:- questo tipo di manifestazioni sono legate a usanze e divertimenti dei quali dovremmo solo vergognarci. Il sindaco di Siena ha ricevuto migliaia di proteste da tutto il mondo a dimostrazione di quanto si debba essere poco fieri di manifestazioni che si sporcano del sangue di animali innocenti. L'unica soluzione è il boicottaggio. A Siena così come a Ronciglione.-

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IL TEMPO - 28 AGOSTO 2004

Palio, abbattuta la cavalla ferita durante la gara
 
RONCIGLIONE (VT) — La cavalla di cinque anni, purosangue inglese, rimasta ferita durante la finale delle corse a vuoto a Ronciglione, è stata abbattuta.
L'animale, caduto a metà gara, aveva subito la frattura di una delle zampe posteriori, una lesione impossibile da curare nei cavalli.
Prima dell'abbattimento, il magistrato ha disposto l'esecuzione di un prelievo antidoping, i cui risultati si conosceranno tra un paio di giorni. La cavalla, Green Line, apparteneva alla scuderia «Montecavallo».
Negli ultimi anni, come è accaduto anche per il Palio di Siena, dove anche nell'ultima edizione un cavallo è stato abbattuto dopo una caduta, le corse a vuoto sono state al centro di contestazioni da parte di associazioni animaliste, sia perchè con scadenze più o meno regolari qualche cavallo resta ferito e deve essere abbattuto, sia per i sospetti di doping che nemmeno i controlli introdotti (vengono effettuati prelievi al primo ed al secondo classificato nonchè a un altro cavallo estratto a sorte) sono riusciti a dissipare.
 
 
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