Egregi signori amministratori
I disagi non li arrecano i cani randagi ma i padroni che li hanno abbandonati, che li abbandonano. Cercate di fare uno sforzo intellettuale e arrivare alla fonte. La fonte è l'uomo con il suo malcostume, la sua inciviltà, il considerare i cani meno di niente, meno di un soprammobile rotto, meno della spazzatura accumulata fuori dalle case.
La cultura sarda nei confronti degli animali si riassume in tre parole: "lotta ai randagi". La legalità sarda si esprime tutta in queste tre parole: "Lotta ai randagi".
La legge tutela gli animali d'affezione e combatte il randagismo non i randagi. L'hanno capito le istituzioni? O la loro ignoranza dovrà ricadere anche sui cittadini meritevoli e rispettosi?
L'hanno capito i comuni sardi che la legge quadro n. 281 del 14 agosto 1991 si esprime a favore degli animali abbandonati, seviziati, denutriti, piagati e contro i delinquenti che hanno provocato e provocano simili crudeltà, consapevoli o ignari di quanta sofferenza producono a creature innocenti, creature di Dio, creature la cui vita non ci appartiene per essere torturata ma per essere protetta?
Abbiamo già verificato altre volte la massiccia miseria culturale e morale che la vostra regione mostra a chi sa vedere e capire oltre i lustrini. Inutile portare a vanto la bellezza paesaggistica di cui non avete alcun merito e di cui vi servite per imbiancare il sepolcro!
Si richiede civiltà, bellezza morale, consistenza di valori, attenzione alla legalità.
Vogliamo non essere costretti ad adottare cani sardi perciò la Sardegna per noi non è più una meta turistica.
Invitiamo i sardi rispettosi della vita, amanti degli animali, sensibili e compassionevoli, a ricordarsi di quei politici che per gli animali non hanno mosso un dito; di quei politici che hanno dichiarato la lotta ai randagi anzichè la lotta al randagismo.
 
.......................GRUPPO BAIRO Onlus
 

Firme dei sostenitori del messaggio:

p.s. Articolo in allegato 

 

L'UNIONE SARDA
venerdì 19 marzo 2004
 
Pabillonis
Nuovi interventi del Comune dopo le stragi di pecore in campagna
Lotta ai randagi: chiesti fondi alla Regione
 
Pabillonis (CA)

 

Si intensifica la lotta ai cani randagi dopo le stragi delle scorse settimane che hanno decimato alcune greggi degli allevatori di Pabillonis. In questi giorni il Comune è intervenuto in modo più determinato per arginare il problema. L’azienda più colpita fu quella di Benedetto Marongiu, in località Surbiu: all’inizio di febbraio, subì la perdita di tredici pecore e due agnelli. Un danno considerevole aggravato dal fatto, che nel giro di tre anni, tra malattie e assalti dei cani randagi, il suo gregge è passato da 320 pecore ad appena 98. Immediati i sopraluoghi dei tecnici della Asl e dei vigili urbani per cercare le contromisure a un problema che a Pabillonis si trascina da tempo. «Il fenomeno è conosciuto già da alcuni anni - dichiara la responsabile del Servizio, Luisella Massetti - il Comune è sempre intervenuto e ha cercato di tenere la situazione sotto controllo. Non c’è stata alcuna trascuratezza, anzi». In effetti, l’Asl è intervenuta parecchie volte per catturare i cani, su richiesta dell’amministrazione, che ha firmato una convenzione con l’associazione Fido Felix di Ortacesus, per la custodia dei cani randagi. «Dal 2001 al primo semestre 2003, sono diciotto gli animali custoditi nel canile di Ortacesus, e l’associazione Fido Felix , periodicamente, ci fa una relazione della situazione dei cani custoditi», precisa Massetti. La spesa che grava sulle casse comunali non è indifferente: quasi 14 mila euro all’anno. Insomma, dagli uffici comunali fanno sapere che si sono impegnati a risolvere il problema. E che interverranno in modo ancora più incisivo. Anche perché a lamentarsi non sono solo gli allevatori ma anche gli anziani che, spesso in pieno centro, vengono infastiditi e aggrediti dai randagi. Proprio in questi giorni, è stata inoltrata alla Regione la richiesta per un ulteriore finanziamento, come prevede la normativa per la lotta al randagismo. Un intervento necessario, «sia per eliminare i disagi che questi cani arrecano alla popolazione, sia per favorire migliori condizioni di vita e protezione a questi animali, con il ricovero in strutture specializzate». Un controllo più mirato è stato predisposto inoltre per un riscontro sistematico dei cani residenti in nel paese. Martedì scorso, infatti, un veterinario ha effettuato le visite, gratuite e obbligatorie, relative all’anagrafe canina.

Dario Frau

 
 
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