Egregi signori
non troviamo le parole per descrivere l'intensità dei sentimenti che ci urlano dentro.
Noi che amiamo gli animali siamo caduti insieme ai cavalli, ci siamo spezzati le gambe e siamo morti con loro.
Non crediamo sia possibile in una società che si propaganda per civile continuare a sfruttare questi straordinari animali, fragili e possenti, dolci e obbedienti, da sempre compagni, amici, terapeuti per quelle che si chiamano tradizioni e non sono altro che affari sporchi, competizioni  rabbbiose, fanatismi insulsi, superficialità barbare come bene ha dimostrato la "festa" ferrarese.
Gli animali hanno rappresentato gli strumenti di miseri interessi e neppure l'attenzione che di solito si  riconosce agli strumenti è stata loro dedicata.
Nessun rispetto, nessuna pietà è stata loro riconosciuta. Non hanno neppure avuto il diritto  a una pista senza buche.
L'incompetenza e l'irresponsabilità degli amministratori, dei fantini e di tutti coloro che hanno partecipato al palio è stata smisurata e senza appello.
Condanniamo queste atrocità  commesse contro gli animali usati nelle feste tradizionali  sadiche e vogliamo che finiscano.
Chiediamo con tutto l'impeto delle nostre parole di dolore che il palio di Ferrara, ogni palio, venga abolito che il cavallo, nobile figura dell'immaginario collettivo, sia riconosciuto animale d'affezione, che non venga più utilizzato senza che gli venga riconosciuto il suo intrinseco valore di essere vivente.
Vogliamo che l'asservimento alle tradizioni non ci riporti nel medioevo e che il cittadino sensibile ed evoluto della società contemporanea sia finalmente preso in considerazione nel suo bisogno di sentirsi parte di un pianeta intero che ha diritto all'amore e al rispetto, a una cultura evoluta, a un arricchimento e non a una brutalizzazione dell'essere umano.
Chiediamo agli amministratori ferraresi di abolire il palio della loro città, al nuovo Ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio di trasformare in legge quella proposta da lui stesso presentata e rimasta nel cassetto con cui il cavallo veniva dichiarato animale d'affezione e invitiamo tutte le associazioni, redazioni, quotidiani e amanti dei cavalli a sostenere questa proposta.
Se qualcuno crede ancora di non doverlo agli animali lo deve alla maggioranza dei cittadini italiani ai quali ripugna la violenza sugli indifesi.

........................GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info

 

firme dei sostenitori del messaggio:

 

p.s. articoli di cronaca in allegato

 

 

LA NUOVA FERRARA

30 MAGGIO 2006

Quella scena così raccapricciante

L’elegante purosangue nero all’improvviso era in ginocchio sotto gli occhi di tutti

L’ultima volta che vidi il Palio di Ferrara fu alcuni anni fa: avevo legato al collo il foulard bianco-azzurro di San Benedetto e tanta voglia di urlare il tifo per la contrada.
Sono tornata domenica in Piazza Ariostea, un po’ cresciuta ma sorpresa di vedere come il pubblico della manifestazione si fosse arricchito anche di turisti stranieri, coinvolti e partecipi. La nostra bella città merita visibilità ho pensato.
Tutto bene dunque, straordinario vedere Ferrara unita in mezzo ad un’afa irreale, di fronte ad una tradizione che ci pone tra i primi e tra i più antichi portavoce. Straordinaria la tensione che precede le gare. Tutto bene sino al momento i cui tutti i colori, le bandiere, le aspettative sono decadute davanti ad una scena raccapricciante che le riassume tutte, degna di essere etichettata dal bollino rosso che solitamente si usa nei programmi televisivi a rischio di sconvolgimenti emotivi.
Quello che sino a cinque minuti prima era uno splendido, elegante purosangue nero, agitato e possente in vista della gara finale della competizione, all’improvviso era in ginocchio, letteralmente, sotto gli occhi di tutti. Le zampe davanti spezzate, i tentativi disperati di rialzarsi, la confusione mentre cercava di dimenarsi tra il manifesto pubblicitario e la pista.
Una pista piena di buche che, subito dopo e un attimo prima ha ferito e condannato a morte certa altri due cavalli. Nel giro di pochi minuti tre animali bellissimi erano in bella mostra per terra di fronte ad un’organizzazione che non sapeva cosa fare, era nel caos.
Nessuna protezione alle zampe fragili di questi animali da corsa, nessuna sulle staccionate, nessuna efficace dai cartelli pubblicitari e dalle impalcature di ferro.
Persino uno dei fantini ha dovuto sbattere la testa e rompersela nella mala-organizzazione.
In quel momento ho sentito urlare due ragazzine accanto a me, e anche io mi sono unita al loro assordante. No! e alle loro lacrime. Mi sono vergognata di essere lì, ma soprattutto di essere un umano.
Nulla è stato umano domenica, nemmeno i commenti in diretta di una gara interrotta dopo tre incidenti, non uno, ma tre.
Catastrofici. Se non basta la vergogna, persino la stupidità di chi in seguito, invece di incassare l’impatto della sofferenza di tre animali e un uomo, ha preferito fare a botte in una rissa.
E ora tutti a discutere sul vincitore.
Ma quale vincitore?
Ha vinto soltanto la coscienza di molti che, sono certa, hanno ben stampata nella mente l’angoscia di sapere che esistevano ed esistono modi, non pressapochisti, di tutelare la vita e la competizione e che questi modi andavano usati.
Pare che l’apparenza e la sfrenata voglia di vincere abbiano avuto il sopravvento, pare che a dispetto dei fasti bellissimi dei quali tutti andavamo fieri, l’eleganza e la bellezza, nella forma di brillanti purosangue, siano cadute in ginocchio insieme alla vita di quei tre animali.
Alessandra Baroni ex spettatrice del Palio di Ferrara

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E l'ippodromo rimane inutilizzato

 

Scrivo col cuore che mi si spezza nel pensare a quei poveri cavalli agonizzanti e mi viene da piangere. Ma ancor più sono arrabbiata ed indignata nel vedere che si continua a far gareggiare i cavalli del Palio in una piazza che di sicuro non ha proprio niente. Abbiamo un Ippodromo che non aspetta altro che essere utilizzato per queste cose, in cui noi cittanini ferraresi abbiamo riversato tantissimi soldi, ma niente da fare; Quella maledetta corsa deve per forza essere disputata in piazza Ariostea! Dopo il rifacimento della pista, l’ippodromo non è più stato usato. E’ ora di dire basta ad un Palio della carneficina. Immagini del genere possono solo far male a chi le guarda ma, soprattutto, a quei poveri animali che si trovano costretti dall’insensibilità umana. Tutti sanno che le condizioni dell’asfalto in piazza Ariostea è pessimo per far correre i cavalli ma gli organizzatori non badano a queste cose perchè pensano soltanto allo spettacolo...
Olivia

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Se il prezzo è questo

Ho appena visto le immagini di quel povero cavallo che si guardava le zampe spezzate senza capire perchè non riusciva più a camminare, e ho sentito le voci di quei deficienti che urlavano buffoni a chi aveva annullato la gara. Sono perfettamente d’accordo nell’annullamento della gara... Se il prezzo da pagare per vincere un pezzo di stoffa è la vita e la sofferenza di uno o forse due animali a cui del palio non gliene frega niente, sono dell’idea che sia da annullare non solo una gara, ma il palio. Si è fatto tanto per eliminare gli animali dai circhi, ci si indigna per la corrida... e questa gara al massacro in cosa è diversa?
Anna


TRISTEZZA.
Mi rattrista veramente tanto aver saputo ciò che è successo ieri al Palio di Ferrara, mi chiedo se non esista altra soluzione a questo gioco...
Anna Trevisani

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Una notte insonne per tanti bambini

Siamo indignati per la violenza, (Ferrara é una città civile e non vogliamo che il Palio diventi un modo per sfogare problematiche che nulla dovrebbero avere a che fare con quello che è e resta solo un gioco) ma soprattuto relative all’uso di animali ai quali si fa rischiare la vita per il nostro piacere.
Oggi per strada, dal giornalaio, al bar, sul posto di lavoro la voce era una ed unanime facciamo smettere questo scempio. Tutti raccontavano con dolore e disgusto la scena vista in diretta al Palio o alla televisioe di quella povero bellissimo animale agonizzante. Alcuni hanno raccontato dei loro bambini disperati ed in lacrime che stanotte non hanno dormito. Fortunatamente i ferraresi sensibili ed educati sono tanti. Spero che finalmente si faccia qualcosa perché tutto ciò smetta e perché i bambini abbiano modi più sereni e felici per imparare a conoscere gli animali. Spero che si smetterà di dirci che questo tipo di sconcezze devono continuare perché portano soldi alla città. I soldi non sono tutto: rendono molto più ricchi la dignità, il rispetto di noi stessi e quindi anche dei bambini e degli animali, che siamo noi adulti a dover proteggere. Per quello che mi riguarda cercherò di non fermarmi qui e di fare in modo che si parli ancora di ciò che é accaduto. Possibilmente perché non si ripeta più.
Antonella Guarnirei

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SCENE STRAZIANTI. Vorrei contribuire ad esprimere il mio più acceso dissenso riguardo l’utilizzo .....

SCENE STRAZIANTI. Vorrei contribuire ad esprimere il mio più acceso dissenso riguardo l’utilizzo dei cavalli in competizioni così inutili come il Palio, in particolare quando vengono utilizzati circuiti non adatti, come quello di piazza Ariostea (appunto piazza e non ippodromo), provocandocome ieri l’abbattimento degli animali. Le scene strazianti di quest’ultimo Palio sarà quello che rimarrà impresso nella memoria di tutti noi, insieme ad un senso di colpa causato dalla nostra stessa stupidità. Sperando che questa comunicazione, insieme ad altre, possa aiutare la fine di questi biechi spettacoli.
Marco Tartaglia

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Alle mie figlie insegno l’amore per la natura Perché permettere cose così?

Il Palio è antico gioco delle bandiere... O gioco di morte? Sono scandalizzata e offesa dallo spettacolo di domenica in piazza Ariostea. Non si può chiamare spettacolo una manifestazione (che per altro reclamizziamo come più antica d’Italia) dove si permette il maltrattamento di animali come sempre in nome del denaro.
Ci reputiamo società civile, ci scandalizziamo quando ci giungono notizie di maltrattamenti in altre realtà e culture, e noi dall’alto della nostra stupidità permettiamo questo orrore!
Come fa l’Ente Palio permettere tutto questo!
Voglio insegnare alle mie figlie il rispetto per la natura e ciò che ci circonda che sia persona, animale o pianta e quello che offriamo loro è uno spettacolo spazzatura nel quale viene calpestato qualsiasi senso civico e morale.
Mirella Meschino

 

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Abbiamo copiato Siena negli aspetti peggiori Questo non è più un gioco, non c’è sportività

Mi associo alla lettera di Alice, e credo di parlare a nome di tantissime persone che hanno visto il Palio quest’anno. Che disgusto ho provato! Che dolore nel vedere quel povero cavallo al quale noi uomini abbiamo segnato il destino per una stupida e disonesta gara! Quanti di quelli azzoppati avranno abbattuto a causa di questa gara fatta di gesti arroganti, di tirate di maglie, di colpi bassi fra fantini che tra l’altro vengono pagati fior di euro? Ho visto fra il pubblico tante persone che piangevano per ciò che è accaduto a quelle povere bestie: ad una in particolare.
Ho provato un misto di dolore e rabbia: la vera competizione, il gioco non devono essere causa di sofferenza né per l’uomo, né per gli animali!
Quei poveri cavalli avranno senza dubbio perso la vita per una gara deplorevole in cui non vi è affatto ombra né di gioco né di sportività!! Questo è dunque il Palio? Vogliamo forse scopiazzare quello di Siena nei suoi aspetti più disdicevoli?
Non sono un’esperta di corse, ma mi pare a rigor di logica che Piazza Ariostea non sia il luogo migliore dove far correre cavalli, in questo tipo di pista è più facile che gli zoccoli scivolino, al di là del fatto che gli animali per sollazzare i nostri giochi non dovrebbero più essere usati. L’ippodromo con dovuti allestimenti per il pubblico, è il luogo ideale per far gareggiare questi nobili animali.
Ma al di là di tutto, a parte i costumi dei figuranti, nei giochi del palio, ormai, non rivedo nulla delle antiche vestigia medievali, bensì un misto di calciopoli ed ultrà.
La rivalità fra contrade è risaputa, ma la si può sostenere comunque in modo intelligente e con sportività, cosa che non avviene, mi pare, ormai da qualche tempo. Non penso sia opportuno per san Paolo rivendicare una vittoria che è frutto di una falsa partenza, di incidenti, di disordini, in un gioco che non è più tale! Fintanto che le cose non cambieranno non guarderò più il Palio di Ferrara, così come già ho fatto con quello di Siena, che trovo altrettanto cruento, ed invito le mamme a non portare più i bambini a vedere queste scene strazianti e queste violenze perpetrate su innocenti animali che insieme alle scene di poca sportività, li portano ed una visione errata della vita. Claudia Castaldini

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Un luogo altamente inadeguato

Mi rendo portavoce della rabbia delle persone che, come me, amano gli animali e non possono sopportare in silenzio il peso del dolore derivante dalle atrocità avvenute nella corsa dei cavalli del consueto Palio di S.Giorgio, competizione conclusiva del rinomato Palio di Ferrara, tenutosi domenica 28 Maggio.
La gara in questione è spesso teatro di orribili incidenti e fatali inconvenienti che dipingono di sgomento e tristezza una giornata che dovrebbe essere di festa, cancellando inevitabilmente la parola divertimento. Mi chiedo se sia giusto far assistere ai piccoli e inconsapevoli occhi dei bambini scene intrise di tale gravità. Quel che è certo è che i miei occhi non avrebbero mai voluto rendersi testimoni dei disperati pianti di donne e bambini e delle numerose mani riportate al viso che invocavano protezione dall’orrore che si stava consumando.
Per quale risultato poi? L’abbattimento di animali innocenti. Mi chiedo se valga la pena di macchiare di sangue una tradizione di tale importanza storica e spessore culturale che vede Ferrara come protagonista e che costituisce motivo di vanto da diverse generazioni. Forse è giunto il momento di ammettere che il luogo riservato a tale gara risulta altamente inadeguato, sia nei confronti della sicurezza dei cavalli ma anche per quella dei fantini. Ragazzi insanguinati, cavalli azzoppati e agonizzanti che tentano disperatamente di sorreggersi sulle zampe anteriori, entrambe brutalmente spezzate, i loro lamenti strazianti, pianti e risse sugli spalti...siamo sicuri che questo sia il Palio?
Io continuo a sostenere che spettacoli che prevedono il sacrificio di animali innocenti dovrebbero essere aboliti, in quanto costituiscono vere e proprie torture legalizzate che non possono escludere un inevitabile sfondo tragico. Trovo l’episodio di domenica 28 Maggio vergognoso e diseducativo e chiedo di porre una fine a queste gratuite assurdità, soprattutto quando il recente affermarsi di leggi ha stabilito provvedimenti più severi nei confronti di maltrattamenti di animali.
Mi chiedo se sia giunto il momento di dire finalmente basta al coinvolgimento di animali al Palio.
Lucia Simeoni

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Perfetto stile senese C’è da essere orgogliosi

Sono disgustato. Non credo ci siano parole che possano esprimere la rabbia che ho provato domenica, e che mi si è ripresentata oggi con tutta la sua forza, quando ho visto l’articolo su ciò che è successo in piazza Ariostea. Non è ancora il momento di porre fine a questi massacri autorizzati?
Ho visto ciò è accaduto, fortunatamente per me non dal vivo, ed è inammissibile. Perché mandare al massacro quei poveri cavalli? Si parla di rievocazione storica, ma di storico in quello che si è visto non c’è nulla, proprio perché la storia ci insegna che hai tempi degli Este piazza Ariostea non era asfalto ricoperto da alcuni centimetri di terra. Non vi erano barriere contro cui i cavalli potessero sbattere. E nonostante ciò osiamo definirci una società civile?
Dopo che la polizia è costretta ad intervenire perché qualcuno vuole vincere, mentre ci sono tre cavalli feriti, di cui uno con entrambe le zampe anteriori fratturate che tenta disperatamente di alzarsi per fuggire da ciò che lo schifo che siamo diventati. Un ammasso urlante di barbari. Se le avessero loro le gambe spezzate forse non si preoccuperebbero della loro vittoria di Pirro. Perché cosa c’è in premio? Un pugno mosche!
Per quale motivo stiamo portando a Ferrara tutto il male che c’è a Siena? Perché importiamo cavalli, fantini, addirittura i responsabili di gara da Siena. Dalla città dove i cavalli muoiono sulla pista. Dov’è il limite della competizione? Il mondo del palio stà diventando o, peggio ancora, è già diventato corrotto come il calcio? E l’essere umano è ormai ridotto solamente all’essere? Domenica non ho visto nulla di umano anzi, ho visto solo crudeltà gratuita, nei confronti di quegli animali che nella loro buona fede ti danno il massimo, senza sapere che vengono costretti a giocare ad una roulette, senza sapere che gli ricambieremo il loro impegno uccidendoli.
Questo è stato il bilancio secondo il giornale. Cavalli uccisi, non soppressi, uccisi. Uccisi dai loro fantini, uccisi dalle contrade, uccisi da quell’essere che ormai di umano non ha più nulla. La mia speranza è che la corsa dei cavalli venga eliminata dal palio, lasciando che siano i propri contradaioli a dimostrare sul campo il valore delle loro contrade.. magari con una bella rissa, visto che era l’unica cosa che sembrava interessarli. Ferrara aveva un buon nome come palio, quando i cavalli correvano due-tre per volta nell’anello d’erba al centro della piazza, ma ora no, dobbiamo assomigliare a Siena, dove la corsa dei cavalli è considerato uno degli spettacoli più atroci e violenti insieme alla corrida. Gran bel nome si vuole dare a Ferrara. Immagino che tutti si sentiranno orgogliosi perché hanno ottenuto ciò che volevano, un perfetto palio in stile Senese.
Marco Branchini

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Il punto di Giambaldo Perugini: «Critiche ingenerose, ma giustissime e di cui terremo conto per il futuro»

«Scusateci per la festa che non c’è più»

L’Ente: «Pista preparata con estrema cura, tutti sanno dove corrono»

BUFERA SUL PALIO

L’Ente Palio è in ginocchio, nella polvere, come i cavalli che cadono e alzano nuvoloni grigi, che si spezzano le gambe davanti a migliaia di persone innescando l’indignazione e le proteste di una intera città. Chiede scusa, ora, il Palio, lo fa con il «mea culpa» del suo vicepresidente, l’uomo macchina che ha gestito negli ultimi anni tutto l’apparato e che ha cercato di ridargli vitalità e immagine. Una immagine ora offuscata. Molto. Troppo. A Ferrara e in tutta Italia.
Per questo Giambaldo Perugini, ieri pomeriggio, è intervenuto per chiedere scusa alla città e ai ferraresi.
E lo ha fatto con una lunga e intensa lettera, inviata nel tardo pomeriggio, dopo le pressioni indirette di una intera città, che (molti anche in lacrime) chiede che il Palio dei cavalli venga per sempre cancellato. Scuse necessarie, scrive Perugini: «Per quanto è successo è davvero necessario chiedere profondamente scusa ai ferraresi e ai presenti tutti, perché comunque sono state disattese le loro aspettative». Il Palio non è stata la festa che tutti si aspettavano e dunque, Perugini, ammette che è ora di pensare ad una rivisitazione della manifestazione: «E’ evidente che questo evento, alla luce dei fatti di domenica deve essere sottoposto ad una approfondita riconsiderazione, perché quello che è avvenuto mai più debba ripetersi, nella maniera più assoluta, e neanche debba permanere la possibilità dell’eventualità di un solo rischio».
Perché il Palio, dicevamo, è sempre stato una festa «uno spettacolo che coinvolge migliaia di cittadini, giovani, famiglie, splendido fino alla corsa delle asine». E’ un evento che passa dalla benedizione in cattedrale, alle gare di centinaia di sbandieratori ferraresi alla magnificenza di corso Ercole I d’Este e del giuramento, «un evento che viene inficiato e messo in discussione dalla corsa dei cavalli e dalla visione di un animale che soffre», sottolinea Perugini. Per questo motivo, per quelle immagini di cavalli agonizzanti sull’anello della corsa ammette che si avrà la massima «attenzione verso tutte le critiche giustissime, necessarie, a volte ingenerose, certamente da tenere tutte in grandissimo conto».
E umanamente lo stesso Perugini spiega il suo disagio: lo fa, e lo deve fare, per guardare al futuro: «Raccontare, comunque, e parlare di quello che è successo in piazza Ariostea domenica pomeriggio, è come divaricare una lacerazione esistente: fa ancora più male ma bisogna aprirla di più per vedere di curarla». Si sofferma sulla sofferenza dei cavalli impegnati per la corsa del Palio di San Giorgio, su tutto il lavoro fatto per dare al Palio una nuova veste, una nuova immagine che, purtroppo, dicono molti, è perdente, fallimentare. Critiche forse ingenerose visto che «dopo mesi di cura, attenzioni, valutazioni approfondite e scrupolose per l’organizzazione di un tale evento, dalle tribune alle recinzioni, dal fondo di gara alla situazione dell’ordine pubblico, tutte volte a garantire la sicurezza della gara, accade l’evento che invalida tutto e tutto fa apparire insufficiente e inadeguato». Un evento che ha cancellato il torpore dei ferraresi e li ha fatti reagire in modo «violento»: bombardando i giornali, con telefonate e fax e mail. Perugini, però, sottolinea e rassicura, che nulla è stato lasciato al caso nell’organizzazione: «Impegnare in questa competizione questi animali che null’altro sono se non perfette e delicatissime macchine da corsa, comporta dei rischi che mai sono sottovalutati, tanto è vero che la nostra commissione veterinaria dell’Ente Palio comprende i professionisti italiani più esperti in questo settore, tanto è vero che quest’anno ad esempio è stato previsto un contributo per le contrade affinché ognuna si dotasse di veterinari professionisti specializzati». Ricorda poi, Perugini, tutti gli attenti esami pre-gara a cui sono sottoposti i cavalli, e si concentra sull’accusa che viene mossa da più parti: le condizioni inadatte della pista di gara, l’anello di Piazza Ariostea che non sarebbe adeguato alle corse.
«Per quanto riguarda la pista - replica - ci sentiamo di sottolineare la cura estrema che l’amministrazione comunale e l’Ente Palio destinano a questa incombenza, utilizzando tra l’altro l’assistenza di un geologo specializzato, e la fornitura del materiale inerte coprente l’asfalto, messo a disposizione da una ditta che equipaggia abitualmente anche alcuni primari ippodromi nazionali». E rammenta ancora che proprietari dei cavalli e fantini tutti, prima delle gare, hanno rilasciato una dichiarazione scritta in cui affermano di sapere le condizioni di gara, del fondo della pista insomma di tutto, consapevoli della sicurezza garantita. Infine un appunto sull’ordine pubblico, ritenendo «ingenerose le notizie riguardanti risse fra contrade, lacrimogeni, situazioni di pericolo» e che «mai si può dire che la situazione della piazza sia sfuggita al pieno controllo delle forze dell’ordine e degli operatori della sicurezza privati dell’Ente Palio». Giusto, giustissimo. Ma non si possono nascondere il clima e la tensione respirati al Palio. Mentre tutti rimpiangono la festa che non c’è più. (d.p.)

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Ora cambiamo i regolamenti

Alcuni presidenti di contrada chiedono rimedi

Stupore e perplessità per episodi che hanno colto tutti di sorpresa

I toni dei responsabili di contrada sono cupi come le nubi che si sono addensate sul Palio. Quanto accaduto in piazza Ariostea ha gettato nella bufera l’intera manifestazione, di cui Ferrara è sempre andata orgogliosa e che, è bene ricordarlo, è patrimonio di tutti e non solo delle contrade. Ma ora è il tempo delle riflessioni, delle valutazioni sul futuro del Palio e delle ricostruzioni. È proprio per ricostruire obiettivamente i fatti e capire cosa non ha funzionato, prima di qualsiasi dichiarazione avventata, che l’Ente Palio e gli otto borghi e rioni si sono chiusi ieri mattina in categorici “no comment”. Dopo i giorni della ribalta è venuto il momento di fare un passo indietro.
Alessandro Feggi, presidente della contrada San Giacomo, quella che in piazza Ariostea ha pagato il tributo più alto nella corsa dei cavalli e che forse pagherà per il comportamento violento di alcuni suoi contradaioli: «Sì - ammette - qualche episodio di intolleranza c’è stato, ma la contrada ha vissuto quanto accaduto con profondo dolore, nel modo più doloroso possibile». «Tutte le contrade - conferma Rinaldo Buzzoni, presidente di Santa Maria in Vado - hanno vissuto con stupore e perplessità la situazione. Sono quelle cose che non ti aspetti mai che possano accadere. Ora comunque io stesso ho pregato tutti i borghi e rioni di non esternare commenti, di rispettare il silenzio fino a quando non ci si riunirà per discutere del caso. Resta comunque un grande trauma, perchè fino a quel momento era stato un bel Palio...». «Fra qualche giorno - spiega Bruno Baraldi, presidente di San Giovanni - si riunirà il nostro consiglio e anche quello dell’Ente Palio per valutare la situazione: essendo la prima volta che accadono fatti di questa gravità e portata occorre che il maestrato dei savi si interroghi su come migliorare alcune cose. Bisognerà probabilmente modificare il regolamento, trovare sistemi di squalifica per i cavalli che calciano». «I cavalli purosangue che corrono al Palio - spiega ancora Baraldi - non possono fare le corse regolari negli ippodromi. Se vengono al Palio è perchè all’ippodromo non hanno ottenuto particolari riconoscimenti. Il nostro Ente Palio, grazie a un ottimo staff di veterinari, controlla accuratamente gli animali prima della gara, con radiografie che evidenziano eventuali microfratture, scartando i cavalli non idonei. In pista però quest’anno è stata un’ecatombe di incidenti di cui non mi capacito».
Mauro Aloni

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Una sconfitta che potrebbe essere fatale

Il Palio di Ferrara, quello più antico d’Italia, il Palio di festa, di celebrazione, di gioia; il Palio di Borso, di Ercole d’Este, di Eleonora d’Aragona; il Palio che aggrega, che unisce; il Palio che negli ultimi anni si è magicamente trasformato in una manifestazione di “prestigio” anche per chi in passato lo aveva snobbato e considerato una “disgrazia” per la città; il Palio, se non è morto il 28 maggio 2006, ha ricevuto almeno un durissimo, violento colpo. E’ tramortito, umiliato, sulla scia della triste sorte egli animali - incolpevoli vittime - che dalla Piazza non sono usciti sulle proprie zampe.
Il Palio di Ferrara, il drappo dedicato al patrono San Giorgio - quello “d’oro” dei cavalli - ha ceduto sotto il peso schiacciante dell’arroganza, della presunzione anche di chi a fatica l’aveva svezzato e fatto crescere; ha scricchiolato sotto il peso del denaro, dell’ingiustificata smania di vincere, della frenesia di primeggiare, di un percorso di gara forse non adeguato ma sondato e provato per almeno due giorni dagli “esperti” e dai fantini sui loro cavalli.
Il Palio di Ferrara ha perso anche perchè il 28 maggio si è corso a un altro palio, quello di Siena, dopo averne via via assorbito gli usi, i maneggi e perfino (scandalosamente) il vocabolario.
Il Palio di Ferrara ha agonizzato ascoltando una Piazza pesantemente ammutolita, incredula, tesa; poi ha avuto quasi un guizzo, un respiro quando la tardiva decisione di fermare tutto è stata sottolineata da un applauso si lebaratorio, ma amarissimo. Troppo tardi. Il Palio di Ferrara del 2006: uno spettacolo al quale nessuno avrebbe dovuto assistere, nemmeno i difensori più agguerriti del pensiero “al Palio è tutto ammesso”.
Il Palio di Ferrara: ridate alla città quello di Borso, di Ercole e di Eleonora, il Palio di gioia, senza purosangue, senza cadute rovinose, magari più lento ma più pulito - le alternative non mancherebbero. “Questo” Palio ormai quarantenne è una tradizione, è la tradizione di se stesso e va tutelato; adesso deve anche essere aiutato a riprendersi da una sconfitta che potrebbe essergli fatale. Ridate a Ferrara il suo Palio di festa.
Angela e Davide Ghinato

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«Non si deve copiare Siena»

Le critiche di Malaguti (An): fermiamoci a ragionare

Una corsa maledetta. E sul Palio di Ferrara si è abbattuta una vera e propria bufera. C’è chi parla infatti di condizioni inadeguate della pista. Lo stesso fantino coinvolto nell’incidente, Giuseppe Zedde detto “Gingillo”, pare si sia lamentato del terreno troppo duro e quindi scivoloso. Zedde, che è ricoverato all’ospedale di Campostaggia nel comune di Poggibonsi, dove è in cura dal dottor Roberto Coppini per una frattura al malleolo peroneale, sarà operato lunedì prossimo e si rimetterà in venti giorni: non potrà correre al Palio di luglio a Siena, ma per quello di agosto lo rivedremo in pista in perfetta forma. Fra le tante riflessioni a cui saranno chiamate contrade ed Ente Palio anche quella sui cavalli, cioè sull’opportunità di continuare ad utilizzare purosangue oppure mezzosangue come avviene a Siena e in altri palii italiani. Ma è probabile anche un aggiornamento del regolamento della corsa, soprattutto per quanto riguarda le scorrettezze fra fantini e i cavalli “scalcianti”.
Che il vento di Siena abbia soffiato troppo su Ferrara ne è convinto anche Mauro Malaguti, vice presidente provinciale di An e consigliere comunale, oltre che grande appassionato del Palio e amante degli animali. «Ultimamente - sostiene - siamo troppo influenzati da Siena ed il giro di denaro è diventato troppo forte. La nostra manifestazione è una festa popolare e non può essere trasformata in questo. Evidentemente qualcosa non funziona più e bisognerà ragionare con calma.
Credo che Ferrara debba innanzitutto staccarsi da Siena, non ha bisogno di copiarla. E si dovrà compiere anche un’analisi sull’allestimento della piazza, capire se è adeguata. Forse sono state messe delle Ferrari su un circuito che non è da Formula 1. Ci sarà un anno di tempo per ragionare, ma l’importante è che si adottino soluzioni tali che scene drammatiche come quelle a cui abbiamo assistito non si verifichino mai più. Altre città forse lo tollerano, Ferrara no». (m.a.)

 

 

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«Basta alle gare con animali»

Le associazioni indignate: partono controlli e petizioni

 

Chiedono di abolire gare che prevedono l’uso di animali. O quantomeno, se la legge regionale non diventerà più restrittive sulle norme di sicurezza, di spostare la corsa dei cavalli all’Ippodromo. E per dare maggior forza alle rivendicazioni, un gruppo di associazioni animaliste ferraresi annuncia anche la sottoscrizione di una petizione popolare. E c’è chi annuncia anche il ricorso alle vie legali.
A scendere in campo, con un lungo e indignato intervento, sono le associazioni animaliste Associazione Portuense per la Tutela degli Animali, Avedev, Enpa, Gruppo Animalista Solidarietà, Gata, Lav, Lega Animalista di Copparo, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, e Lipu. «La Costituzione Europea del 2004 - spiegano le associazioni - riconosce gli animali come esseri “senzienti”. In Italia, il cavallo è considerato un animale “da reddito“, ovvero per la produzione di carne. Non esiste nel nostro paese una legge nazionale che ne regoli l’utilizzo in ambiti diversi, come per lo spettacolo». Ma interviene la normativa regionale. Infatti, spiegano ancora le associazioni, «nella Regione Emilia-Romagna c’è la legge 5 del 2005, che purtroppo autorizza lo svolgimento di gare di equidi nel corso di manifestazioni popolari, da svolgersi nel rispetto di apposite indicazioni tecniche, che prevedono in particolare il tipo di materiale per le piste da corsa e il possesso dei requisiti strutturali e di sicurezza del percorso di gara per persone e animali». E proprio sul fronte del rispetto delle norme di sicurezza le associazioni faranno sentire la loro voce: «Di quanto la norma regionale vigente prevede chiederemo da subito conto a tutte le Istituzioni competenti mediante l’accesso agli atti - promettono - per verificare tutta la documentazione esistente e se il dramma che hanno dovuto subìre alcuni cavalli che hanno corso il Palio 2006, pagato con la loro stessa vita, poteva essere evitato; e, se ve ne sono, di chi sono le responsabilità civili o penali». Un tema che del resto non si presenta solo oggi: «Di certo - continua la nota - c’è la purtroppo vecchia ma ancora attuale condanna di tutte le Associazioni animaliste di Ferrara, che ritengono gli spettacoli con l’uso degli animali un’offesa agli animali “soggetti di vita” e anche ai sentimenti di un sempre maggior numero di persone, come testimoniano le tante telefonate ricevute dalle associazioni da parte di molti ferraresi, indignati dello spettacolo cui hanno assistito o che hanno appreso leggendo i quotidiani». Da qui le richieste: «Continueremo a batterci perchè il Palio riviva la sua storia ma abolisca le gare con l’uso degli animali. Se quella volontà continuerà a non essere condivisa dagli organizzatori e se la legge regionale non verrà presto rivista, ci sentiamo di riproporre una nostra vecchia ma ancor oggi valida alternativa: trasferire le corse nel luogo deputato alle competizioni, e cioè l’Ippodromo. Proposta che rinnoviamo al Presidente dell’Ente Palio, perchè quanto è successo ieri non abbia mai più a ripetersi. In una società civile non ci può essere divertimento nel mettere a rischio la vita anche di un solo animale». Poi l’annuncio dell’iniziativa popolare: «Queste nostre richieste saranno oggetto di una petizione da sottoporre al Sindaco di Ferrara e al Presidente della Giunta Regionale, che sin dai prossimi giorni sarà possibile sottoscrivere in alcune sedi - che comunicheremo - invitando i cittadini che le condividono ad aderire in gran numero».
Ma c’è chi intende andare anche oltre: Alberto Felloni, referente provinciale dell’Enpa, non esclude in caso di risposte non convincenti il ricorso alle vie legali.

 
IL GIORNO - Lunedì 29 maggio 2006
 
FERRARA - Gara annullata per una serie di incidenti che hanno coinvolto bestie e fantini. Pubblico intossicato dagli spray al peperoncino delle forze dell'ordine.
Strage di cavalli, rissa al Palio
 
di Stefano Lolli
 
Ferrara - E' il giorno più cupo, nella storia del Palio più antico del mondo: tre cavalli abbattuti a seguito di drammatici incidenti sulla pista di piazza Ariostea, la decisione della giuria di annullare la gara (vinta dal fantino romagnolo Claudio Bandini detto 'Batticuore' per il Rione di San Paolo), e schermaglie tra i contradaioli sedate non senza fatica dalle forze dell'ordine.
Un pomeriggio choccante, per i quasi diecimila spettatori, e per i protagonisti di varie contrade, Il tributo più drammatico è stato pagato da Borgo San Giacomo, che ha visto il proprio cavallo Bao Nero agonizzare a lungo sulla pista, protetto pietosamente da un telone bianco prima del trasbordo su un'ambulanza attrezzata.Ma la sorte dell'animale era segnata, come quella dei cavalli di San Giovanni e San Benedetto feriti, drasticamente azzoppati forse per effetto delle buche nella pista, durante la disputa della corsa.
Il momento cruciale è stato all'inizio del secondo dei cinque giri di pista: il fantino di San Giacomo, il senese Giuseppe Zedde detto 'Gingillo', stava cercando una traiettoria esterna per sfruttare la massima velocità nel rettilineo. Ma all'improvviso lo zoccolo del suo cavallo, anche in questo caso forse per le condizioni della pista, non ha retto e lo sventurato animale è finito rovinosamente contro lo steccato; anche il fantino, nella caduta, ha riportato lesioni alla tibia e al perone che ne mettono a rischio la presenza al Palio di Siena di luglio.
Sotto gli occhi degli spettatori, si è consumato il dramma di 'Bao Nero'; i veterinari si sono immediatamente prodigati, ma le sue condizioni sono apparse molto gravi. Ferito seppur in modo più lieve anche il cavallo di Borgo San Luca: ciò ha impedito al più titolato tra i fantini in pista, il mitico Beppino Pes, di essere in gara. Letteralmente sotto choc anche mossiere e giuria: mentre gli altri cavalli sfilavano sulla curva dell'incidente, e San Paolo s'involava verso la vittoria, ha preso corpo la decisione - mai assunta nella ultratrentennale storia della manifestazione estense - di annullare la gara. Anche se probabilmente nei prossimi giorni la giuria potrebbe assegnare al rione bianconero il simbolo del successo, valido a questo punto soltanto per l'albo d'oro. Ma il cui risvolto, amarissimo, è già indelebilmente macchiato di lacrime, sangue e rabbia.
Rabbia. Perchè alla fine della gara sono scoppiati disordini dentro e fuori dalla pista; alcuni spettatori hanno dovuto ricorrere anche alle cure della Croce Rossa, per irritazione agli occhi causati dallo spray al peperoncino spruzzato per sedare i tumulti. Una circostanza che ha aggiunto polemica alle polemiche legate ai gravissimi incidenti in pista; c'è chi accusa le body-guard di aver utilizzato tali sostanze, ma l'agenzia di security si difende affermando che semmai sarebbero stati alcuni agenti.
E la giornata di festa si trasforma in un drappo cupo anche per i massimi dirigenti della manifestazione: <<Siamo traumatizzati - afferma il presidente dell'Ente Palio Dario Franceschini, capogruppo dell'Ulivo alla Camera -, non avremmo mai voluto vivere questo dramma che non ha precedenti. Si tratta del primo incidente di tale gravità nella storia della manifestazione. Ma a mente fredda dovremo ragionare su quanto è accaduto>>.
C'è chi nell'emozione per l'accaduto, pensa già che quella di ieri possa essere addirittura l'ultima edizione per il Palio estense.
 
 
Comunicati Stampa
29/05/2006
 
PALIO DI FERRARA 2006, UN MASSACRO DI ANIMALI. L’ENPA: NO ALLE CORSE, I CAVALLI LE PAGANO CARE
 
L’Enpa protesta contro il Palio di Ferrara e ogni analoga manifestazione, i cui esiti sono tristemente evidenti nella sorte di tre cavalli, uno ricoverato e ingessato e due abbattuti per le ferite riportate nella gara. Erano otto gli animali a partecipare alla contesa, ma solo cinque sono arrivati vivi al traguardo, mentre la folla incitava alla vittoria la propria Contrada.
Il Palio esiste da centinaia di anni, questa è la motivazione per cui nonostante reiterate proteste si continua a fare del male ai cavalli anno dopo anno. La tradizione, però. Avverte l’Enpa, non può essere una giustificazione a perpetuare un rituale che nulla perderebbe della sua suggestione se ci si limitasse alle magnifiche sfilate in costume, o a giochi di abilità tra persone che si contendono un premio.
Gli animali non possono e non devono essere gli strumenti di una gara in cui sistematicamente, ogni anno, pagano un tributo di sangue per il divertimento di una folla che forse non è consapevole della sofferenza provata da questi esemplari, nella migliore delle ipotesi sfruttati fino al loro massimo limite fisico; è accaduto in molte corse ippiche, in tutta Italia, come dimostrato da un recente blitz cui hanno preso parte le Guardie zoofile dell’Enpa.
L’Enpa chiede quindi che Ferrara segua l’esempio di altri Comuni italiani, dotandosi di un regolamento che vieti ogni maltrattamento agli animali, anche lo storico Palio, che non si limita a una gara di sfortunati equini, ma è un momento di rievocazione storica che potrebbe assumere ben altre valenze culturali senza ulteriori spargimenti di sangue. (29 maggio)
 
 
Comunicato stampa
 
 
Siamo rimasti sconvolti per quanto accaduto ieri durante uno dei tanti palii, quello di Ferrara, che ha provocato l'azzoppamento e la morte per abbattimento di troppi cavalli.
Abbiamo visto la loro sofferenza, il loro tentativo di rimettersi nonostante tutto in piedi, di cercare disperatamente di camminare ed abbiamo provato vergogna e dolore.
Chiediamo a gran voce la revisione dell'orrenda legge 189/2004 che consente queste manifestazioni definite "storico culturali" se autorizzate dalle Regioni e denunciamo apertamente quelle associazioni che, pur definendosi animaliste, hanno sostenuto-approvato-difeso questo testo di legge infame, si sono vantate di aver contribuito alla sua stesura ed approvazione e continuano a magnificarlo.
Fra poco arriveranno i vari palii di Siena e saremo alle solite, ma arriveranno anche moltissime altre manifestazioni che coinvolgono animali (cavalli, buoi, maiali, rane, colombe,  ecc.) che non faranno altro che confermarci nella convinzione che l'umanità è morta ed ha prevalso l'autentica barbarie.
Ci auguriamo che il mondo politico prenda coscienza e si attivi per mettere fine a tutte queste stupide manifestazioni che rendono tutta l'Italia ed i suoi cittadini, anche quelli incolpevoli, indegni di rispetto.
 
Ebe Dalle Fabbriche presidente dell'associazione nazionale Movimento UNA uomo natura animali
San Piero a Sieve,  30 maggio 2006

 

 


Risposta del Sindaco di Ferrara Gaetano Sateriale

 

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