Egregi signori
Ma chi sono i bracconieri?
Esseri di un altro pianeta?
Fantasmi del passato?
O sono l'estensione "illegale" del cacciatore ?
I bracconieri nascono dalla costola dei cacciatori e, come i loro fratelli amano uccidere ma, guarda caso, lo fanno secondo norme proprie e non secondo quelle della legge.
Quindi, grazie alla legge ufficiale e alla legge propria, gli animali selvatici sono sotto il tiro dei cacciatori legali e quando costoro ripongono i fucili (si fa per dire, perchè tra deroghe, selezioni e giustizialismi vari non c'è periodo dell'anno in cui la musica dei fucili non rompa la pace dei boschi) ) sotto il tiro di quelli illegali.
C'è continuità tra gli uni e gli altri e anche solidarietà e omertà.
Che la legge ufficiale rallegri i primi e infastidisca i secondi non cambia la sostanza dello sterminio di animali il cui diritto alla vita, che altri, la maggioranza dei cittadini italiani, reclamano inutilmente.
Il diritto alla vita degli animali, il poter passeggiare liberamente nei boschi, il rispetto della proprietà privata, la tutela dell'ambiente.......tutte cose che la legge sulla caccia vieta all'80% dei cittadini italiani.
Si dovrebbe chiamare legge democratica?
Si dovrebbe chiamare stato di diritto?
Si dovrebbe chiamare civiltà?
No, affatto.
Noi chiamiamo tutto ciò privilegio, compra-vendita, ricatto, intimidazione.
Tutte armi improprie, ma sempre armi, incollate ai fucili e alla stragrande maggioranza di chi li usa.
La caccia deve essere abolita non corretta, non regolamentata; è un comportamento che imputridisce la civiltà moderna.
Terremo conto dei politici che non tengono conto di noi.
........................GRUPPO BAIRO Onlus
p.s. articoli di cronaca in allegato
IL SECOLO XIX
21/01/2006
Caccia aperta ai bracconieri
Corpo forestale e Wwf Liguria stanno intensificando i controlli nei boschi del Tigullio Denunciati padre e figlio: un cane morì nelle tagliole per cinghiali Sestri Levante (GE) - Caccia selvaggia, è doppio l'attacco sferrato a bracconieri e cacciatori di frodo in queste settimane nel Tigullio. Da una parte il Corpo forestale ha individuato e denunciato due agricoltori, padre e figlio, per la morte di un cane segugio strangolato da un laccio nel loro terreno. La squadra comandata dal vice sovrintendente di Casarza Ligure, Fabio Carozzo, ha scoperto che i due sestresi utilizzavano lacci e tagliole nei campi per proteggere le loro colture dai cinghiali. Dall'altra parte, l'azione delle guardie giurate del Wwf Liguria: negli ultimi dieci giorni i volontari impegnati contro la caccia ai rapaci protetti ha accertato quattro violazioni alla legge sulla caccia a Cogorno, a Orero, a Carasco e a Ne, e ha fatto scattare quattro multe. Le indagini della forestale sui due agricoltori di Sestri, S. e R. T. di 75 e 38 anni, erano cominciate a dicembre quando nei loro terreni venne trovato un cane segugio catturato al laccio. La povera bestiola aveva trovato la morte durante una battuta di caccia. I sospetti sono caduti quasi immediatamente sui titolari del terreno tanto che la procura di Chiavari ha deciso di autorizzare una perquisizione nelle proprietà dei due coltivatori. Nei fondi, gli uomini della Forestale hanno trovato una serie di attrezzi inequivocabili: cinque lacci e una tagliola. Un altro laccio è stato trovato nei terreni, già sistemato e pronto a catturare ignari animali di passaggio. Padre e figlio rischiano da 3 a 8 mesi di carcere per uccisione e maltrattamento di animali e per caccia con mezzi non consentiti. Le guardie del Wwf, coordinate a livello regionale da Guglielmo Jansen, hanno intanto intensificato i controlli sui monti e nelle valli del Tigullio a partire da sabato scorso. Le guardie hanno raccolto un esemplare di poiana a Cogorno, in località Molini. «Era stato colpito a un'ala da un fucile a pallini - racconta Jansen - È morto dopo ore di agonia». Il rapace è già stato messo sotto sequestro e sarà consegnato alla polizia provinciale di Genova. «La poiana è una specie protetta dalla Convenzione internazionale di Berna - spiega ancora Jansen - Chi la caccia rischia da tre mesi a un anno di reclusione, l'ammenda da 750 a 2.000 euro, e la sospensione della licenza di caccia da uno a tre anni». Ancora, a Orero le guardie hanno scoperto un capanno per la punta ai fringuelli vicino all'orto di un cacciatore di 50 anni. Il cacciatore ha tentato di fuggire la mattina che gli agenti lo hanno sorpreso in flagrante. Non ce l'ha fatta e dovrà pagare 308 euro per aver sparato a una specie protetta e, aggravante, a meno di cento metri dalle case abitate. In località Sant'Uberto di Carasco è stato sorpreso e identificato un cacciatore spezzino: con un fischietto da merli cercava di attirare esemplari di quella specie. La caccia ai merli, però, si è conclusa il 31 dicembre. La multa è costata 102 euro e il fischietto utilizzato fuori stagione è stato sequestrato. Infine l'ultimo illecito si è registrato a Zerli di Ne: ancora spari troppo vicini alle case durante una posta a torde e beccacce. Il multato (per 308 euro) è un cacciatore chiavarese di 40 anni. Francesca Forleo
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animalieanimali
21 gennaio
Sestri Levante
Padre e figlio bracconieri denunciati da Corpo Forestale per cane strozzato da laccio-trappola. Per la morte di un cane segugio, intrappolato e strozzato da un laccio, sono stati denunciati padre e figlio per attivita' di bracconaggio. Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato li hanno trovati in possesso di cinque lacci e di una tagliola che erano all' interno di un capannone e di un ulteriore laccio gia' predisposto sul terreno coltivato ad oliveto, pronto a intrappolare gli ignari animali di passaggio. L'individuazione dei responsabili e' stata resa possibile grazie ad una perquisizione disposta dalla Procura di Chiavari e delegata al personale del Comando Stazione Forestale di Casarza Ligure. Le indagini erano state avviate nel mese di dicembre quando venne trovato il cane morto. I due uomini sono stati denunciati per uccisione e maltrattamento animali (544 bis e 638 CP) e per esercizio di caccia con mezzi non consentiti (art. 18 e 30 Legge 152 sulla caccia del 1992).(ANSA)
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animalieanimali
21 gennaio 2006
Bologna
Incendia bosco per stanare ed uccidere cinghiali. Bracconiere recidivo arrestato. provincia di Bologna
Avrebbe incendiato un bosco per fare uscire i cinghiali e cacciarli di frodo. Con questa accusa i carabinieri di Monzuno (Bologna) hanno arrestato Cesare Porcu, artigiano di 57 anni, di origine sarda ma da tempo residente nella cittadina dell'Appennino bolognese. L'uomo, gia' finito piu' volte nei guai per possesso di armi e cache ccia illegale, e' stato raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare in carcere, richiesto dal Pm Giuseppe di Giorgio, con l'accusa di incendio boschivo doloso aggravato.
L'episodio di cui deve rispondere risale alla fine di maggio del 2005, quando il bracconiere avrebbe dato fuoco a una porzione di bosco poco lontano da un'abitazione, con l'intento di far muovere i cinghiali da catturare, ma l'iter giudiziario ha richiesto piu' di 8 mesi per l'emissione del provvedimento. All'uomo, secondo quanto hanno ricostruito i carabinieri, alcuni anni fa e' stata revocata la licenza di caccia, ma in seguito avrebbe proseguito l'attivita' venatoria anche utilizzando fucili di provenienza illecita, per il cui possesso venne arrestato nel 2003. (ANSA) |