Egregi signori
Come al solito, quando l'uomo parla dell'uso dei cani non riesce mai a dire la verità perchè i cani infatti, essendo usati, sono soprattutto uno strumento e non animali da rispettare.
Si dimentica infatti di parlare di alcuni aspetti fondamentali che riguardano il cane scelto per la guida ai ciechi.
Si descrive il cane come il miglior amico, l'amico più fedele ma non è affetto ammirazione o affetto che si esprime con queste definizioni se non la soddisfazione di avere uno strumento valido che serve più di un bastone.
Il cane che da cucciolo sarà dato in affidamento a una famiglia fino ai dodici mesi di vita, verrà poi alla stessa strappato e quindi subirà l'abbandono e soffrirà. Ma per gli addestratori non è importante.
Dove andrà il cane una volta che, concluso l'addestramento, non sarà risultato idoneo alla guida? Subirà un ulteriore abbandono e come miglior amico e amico più fedele, nulla potrà contro le decisioni che si prenderanno per lui.
Ben pochi sanno inoltre che il povero cane per imparare a guidare una persona non vedente viene sottoposto ad una disciplina durissima che lo snatura totalmente, gli toglie l'istinto del gioco con i propri simili, la necessità di annusare le tracce di un altro cane, lo priva di ogni comportamento spontaneo attinente alla sua etologia fino a trasformarlo in un automa, un robot, una perfetta macchina che obbedisce senza tentennamenti ai comandi dell'uomo.
E' come se degli extraterrestri schiavizzassero un essere umano fin dall'infanzia e lo costringessero a servirli nelle loro necessità, per tutta la vita. Come d'altra parte è stato già fatto nei secoli passati dai bianchi nei confronti degli africani con lo schiavismo di perduta memoria.
Pochi sanno che la dura disciplina imposta al cane riduce di un terzo la vita dell'animale e che i cani i quali, durante l'addestramento, commettono un errore che potrebbe essere pericoloso per il cieco, spesso vengono soppressi.
Chiediamo verità, chiarezza. Chiediamo che i cani i quali tanto ci danno, vengano rispettati in quanto cani e non sfruttati senza riguardo in quanto strumenti.
Chiediamo tecniche dolci e l'affidamento al cieco fin dalla più tenera età in modo che non si perpetri nei confronti dell'animale quell'abbandono che per altri è condannato dalla legge.
Altrimenti, togliamoci la maschera dell'ipocrisia e diciamo pane al pane e vino al vino.
........................GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info firme dei sostenitori del messaggio:
p.s. articolo di cronaca in allegato
TISCALI
12/12/2005
Addestramento
Il cane, il miglior amico del non vedente Labrador retriever Il cane, di sicuro l'amico più fedele dei non vedenti, per i quali rappresenta un ausilio di mobilità fra i più sicuri ed efficienti. Addestrare con competenza questi animali è un lavoro per veri specialisti, del resto nulla in questi casi può essere lasciato al caso.
"L'addestramento del cane in genere inizia intorno ai 12 mesi e si protrae per circa 5 mesi; al termine di questa fase il cane viene sottoposto ad un ulteriore periodo della durata di 2 mesi di ammaestramento personalizzato secondo le esigenze di mobilità del non vedente cui sarà successivamente assegnato", spiega Franco Lotti, un esperto della Scuola nazionale cani guida per ciechi di Scandicci (Toscana).
Tutti i cani potrebbero essere utilizzati per svolgere questo "mestiere" ma il labrador retriever, il golden retriever e il pastore tedesco sembrano avere le caratteristiche migliori. "L'addestramento viene interamente costruito", spiega ancora Lotti, "sfruttando l'equilibrio delle doti caratteriali dell'animale cui viene instillato un crescente "senso di responsabilità" che lo porta ad inglobare nelle sue dimensioni anche quelle del partner". L'educazione dell'animale si basa anche sulle necessità del non vedente: "In sostanza", commenta ancora Lotti, "vengono "costruite" le situazioni secondo le esigenze dell'addestramento (esercitazioni con traffico controllato, posizionamento di ostacoli all'altezza della testa, ecc.) fino alla completa assimilazione da parte dell'animale delle regole necessarie alla sicurezza del non vedente". Dopo il periodo di ammaestramento l'animale diventa cane guida, quasi un'appendice del non vedente. Un ruolo importante che lo Stato tutela: di recente in Parlamento si è discussa la possibilità di infliggere un'ammenda, con somme che vanno da 500 ai 2500 euro, ai gestori di locali e responsabili dei trasporti pubblici "che non lasceranno entrare nei loro locali o nei mezzi di trasporto un cieco con il cane guida", si legge nel sito dell'Unione Italiana Ciechi. p.s.o. |