Gentili signori
Abbiamo letto lo scambio di lettere, in calce allegate,  tra una lettrice cattolica, amante degli animali e un teologo di Famiglia Cristiana.
Come animalisti ci introduciamo nella conversazione con l'intenzione di cogliere quel labile appiglio che volteggia nell'aria come il filo rotto di una ragnatela.
E questo perchè la Chiesa ignora la vita degli animali, si occupa soltanto di una parte del creato, quella che riguarda gli uomini e cioè noi, dominati e dominanti.
Nonostante una frase più qua e più là, tra un decennio e l'altro, la Chiesa procede inamovibile, congelata nel suo silenzio sprezzante, relegando gli animali  al margine della vita, come se rappresentassero l'aspetto infimo, ignobile, oscuro e degenerato della creazione.
Ci chiediamo come sia possibile.
Noi, senza leggere la bibbia, nè il corano, nè i veda, nè altri testi religiosi, senza ascoltare la parola di nessuno dei tanti messaggeri degli dei, con i nostri occhi di esseri umani ma con il cuore libero di volare, vediamo un mondo naturale meraviglioso, pieno di poesia e bellezza, dove la morte esiste soltanto per alimentare la vita, dove l'innocenza è la caratteristica che accomuna esseri delle più diverse specie, dove il bene e il male sono parole che si escludono a vicenda perchè non esistono.
Nel mondo degli uomini in luogo dell'innocenza c'è la colpa grave, reiterata, insolvibile; in luogo della poesia l'orrore delle guerre, della fame, della schiavitù, ecc. ...dove il male sovrasta il bene (basta leggere i numeri della carneficina).
Forse dovremmo domandarci perchè lasciamo la porta aperta, perchè diciamo sì a certe violenze e no ad altre. Da quella porta lasciata aperta per fare distinzioni e classifiche, la violenza esce incontenibile e, poichè è cieca, colpisce ovunque.
L'inizio è nella genesi che i cattolici stessi prendono a esempio per spiegare il dominio, cioè la manipolazione, l'uso, l'abuso esercitato sugli animali. Il pensiero delle sofferenze inflitte,  delle grida silenziose che le loro gole mutilate  emettono, l'immagine dei corpi tremanti sotto le torture, terrorizzati o agonizzanti, tutto viene giustificato da quelle parole.
La durezza dei cuori è insopportabile come la nefandezza delle coscienze. Le parole di dominio partoriscono  il dominatore e il dominatore crea i dominati, cioè le vittime.
Non occorrono filtri per osservare che la violenza è violenza e che la crudeltà è crudeltà e che millenni di religioni non hanno saputo cambiare l'uomo.
La risposta di D.A.  si contraddice quando indica che "l'universo  è come un giardino affidato all’uomo e alla donna perché lo coltivino, lo custodiscano e lo portino a compimento secondo il disegno di Dio" riducendo quindi la creazione, governata dalle leggi naturali (di Dio), a  un'impresa che l'uomo deve amministrare e, subito dopo, il teologo dichiara che "l’universo, e quanto esso contiene, ha un valore di utilità ma, prima ancora, è bellezza e valore per sé stesso. Se l’uomo vede egoisticamente tutto in ordine a sé stesso e al suo tornaconto, il risultato non sarà che sofferenza, impoverimento e distruzione".
O l'uomo amministra, quindi interviene decidendo come crede della cosa oppure considera la cosa un valore in sè, e quindi lascia che si auto regoli.
Con la stessa contraddizione alcune vite vengono difese con costante impegno perché di grande valore (aborto), altre colpevolmente abbandonate alla sofferenza perché non entrano nel gioco.
La Chiesa, non dando importanza alla vita degli animali, al trattamento atroce a loro riservato, non parlandone ai suoi fedeli, non spendendosi per un'etica totale della vita, non soltanto non è credibile ma neppure buona e giusta.
 
........................GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info
 

firme dei sostenitori del messaggio:
 

p.s. articolo di cronaca in allegato
 

 
FAMIGLIA CRISTIANA (COLLOQUI COL PADRE)
SOMMARIO 49 di D.A. 

COME FAR CRESCERE UNA NUOVA MENTALITÀ ECOLOGICA, AMBIENTALISTA E ANIMALISTA?
RICONCILIAMOCI CON LA NATURA
Perché nessuno alza la voce contro la triste piaga dell’abbandono degli animali o della vivisezione e le tante forme di violenza che l’uomo muove contro la natura e le sue creature?
 
Caro padre, sono un’insegnante di scuola elementare e da sempre amo gli animali, non solo come riflesso dell’amore di Dio verso l’umanità ma anche come fedeli compagni, che ci stanno vicino in questo nostro pellegrinaggio terreno. Da bambina e nei momenti difficili della mia vita mi sono trovata spesso un cane accanto. Che mi ha offerto affetto disinteressato e fedeltà. Andando avanti negli anni il mio rapporto con gli animali si è consolidato grazie a esperienze che mi hanno fatto capire quanta sensibilità e dedizione vi siano in queste creature di Dio.
Non a caso san Francesco è il mio santo preferito, credendo egli nel valore di ogni creatura umana e non umana. Mi riferisco al suo amore verso ogni elemento della natura: "fratello Sole", "sorella Luna", "sorella Acqua"..., tutti beni preziosi che il buon Dio ci ha dato e che noi dovremmo custodire gelosamente, anziché distruggere e inquinare.
Una risposta del teologo, apparsa su Famiglia Cristiana all’inizio di quest’anno, mi ha colpita positivamente, visto che – mi pare – sono stati sinora rari gli interventi a favore degli animali. Ho apprezzato molto quanto scrive il Catechismo della Chiesa cattolica sugli animali, in particolare l’art. 2418: «È contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita». Tuttavia, credo che bisognerebbe promuovere un più corretto rapporto con la natura e gli animali. Nella mia vita, infatti, pur avendo partecipato con assiduità alla Messa domenicale e a diverse iniziative religiose, non ho mai sentito una sola predica che riguardasse gli animali o il rispetto che dovremmo loro portare.
Mai una "correzione fraterna" verso la triste piaga dell’abbandono, della vivisezione, dell’industria della pellicceria, dove creature indifese, con una loro coscienza del dolore e della morte, vengono ogni giorno sacrificate in nome della vanità femminile e maschile. Mai un accenno alle svariate forme di violenza dell’uomo nei confronti di queste creature. Il Catechismo parla di «signoria accordata dal Creatore all’uomo» e non di dominio incondizionato e distruzione.
Io penso che sia tempo, da parte di tutti noi, ma in particolare di voi sacerdoti, «alzare la voce» e proclamare che uomini e animali sono e saranno sempre compagni di viaggio, ciascuno con la propria specifica funzione, con la propria dignità e con la propria diversità: entrambi inseriti in un’ottica di sofferenza.
E, alla fine dei tempi, anche in un’ottica di redenzione.
Elvi - Palermo    
 
Il rapporto con l’universo (o, altrimenti detto, creazione, cosmo, natura) nella molteplicità delle sue realtà animate e inanimate, nel corso della storia è passato attraverso tre fasi. La prima vede l’uomo e la donna quasi totalmente dipendenti dalla natura: poco sapevano e quasi nullo era il potere di intervento. La seconda fase è quella attuale: si sono acquisite sorprendenti conoscenze della natura e, quindi, nuovi poteri di intervento e di trasformazione.
Non sembra, però, che i nuovi poteri siano usati con saggezza. Non a caso si parla di saccheggio delle risorse naturali, di inquinamento ambientale.
La terza e ultima fase, già avviata, è quella della riconciliazione e della pace con la natura e con tutte le sue creature. In questa direzione, si verificano importanti segni di una nuova mentalità ecologica, ambientalista e animalista.
I cristiani sono provocati salutarmente a rileggere e ripensare la teologia della creazione, che li conduce a riscoprire verità che si erano oscurate nel corso del cristianesimo storico; a correggere un certo uso della parola di Dio resa strumentale a un dominio dispotico e arrogante nei confronti della natura.
La rinnovata teologia è entrata nei testi ufficiali del magistero. Al Catechismo della Chiesa cattolica, che è stato ricordato, si può aggiungere il Catechismo degli adulti (in particolare ai numeri 11, 1114, 1140-1143). L’universo e tutte le sue creature – leggiamo – è come un giardino affidato all’uomo e alla donna perché lo coltivino, lo custodiscano e lo portino a compimento secondo il disegno di Dio.
L’uomo e la donna non sono padroni, ma amministratori: quanto si richiede dall’amministratore è che non dilapidi e distrugga il patrimonio che il Creatore ha donato all’umanità e alle generazioni presenti e future. L’universo, e quanto esso contiene, ha un valore di utilità ma, prima ancora, è bellezza e valore per sé stesso. Se l’uomo vede egoisticamente tutto in ordine a sé stesso e al suo tornaconto, il risultato non sarà che sofferenza, impoverimento e distruzione.
È urgente che venga trasmessa questa nuova cultura, fondata sulla parola di Dio. Dai testi deve passare alle teste, per creare una nuova mentalità. La Chiesa è chiamata ad annunciare e a denunciare le violazioni del disegno di Dio sulla creazione e su tutte le sue creature.
La questione ecologica e animalista non è affatto estranea o secondaria al messaggio che la Chiesa è chiamata a trasmettere, anzi ad anticipare la promessa dei «cieli nuovi e terra nuova». La pace e la riconciliazione con tutte le creature umane e non umane sono oggetto di speranza. Che non è evasione, ma impegno in questo mondo e in questa storia.
D.A.
 
 

Risposta di Arrigo Muscio dell'associazione "genitori cattolici" - controrisposta Gruppo Bairo Onlus e nuova risposta di A. Muscio

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