Egregi signori Quello che ci ha colpito nei servizi televisivi sulla cosiddetta influenza aviaria è stata la totale, agghiacciante, mostruosa noncuranza con cui i polli vengono presi dalla gabbie, uccisi a centinaia di migliaia con metodi brutali, selvaggi ed inaccettabili. Animali annegati, gassati, bruciati vivi e sepolti vivi. Tali immagini in cosa differiscono, ci chiediamo, dalla visione delle atrocità della guerra, dai rastrellamenti dei civili, dai campi di prigionia e di concentramento, dalle esecuzioni capitali singole o di massa? Assolutamente in nulla. Nessun giornalista ha mostrato un cenno di pietà per quei poveri uccelli, trattati peggio degli oggetti e che sono da sempre costretti a sopravvivere in tre decimetri quadrati, a bere e mangiare a comando, a star svegli 24 ore su 24, a subire la mutilazione del becco e altri orrori. Nessun commentatore, nessun igienista, nessun "esperto" si è fatto vivo in televisione o sui giornali per notare e far notare quanto aberranti siano le condizioni in cui costringiamo gli animali e quanto vergognoso sia il comportamento umano nei confronti di queste nuove schiavitù. In tali condizioni igienico-psicologiche le difese immunitarie si indeboliscono e qualsiasi malattia è possibile. Così pure è per quegli uomini costretti a milioni in mostruose città-caserma, in case-grattacielo-alveari, o in bidonvilles, al ritmo stressante dettato dall'imperio del mercato a tutti i costi. Chiediamo in particolare al Direttore Generale della Sanità Veterinaria e delegato OIE nonchè a tutti i componenti della Commissione OIE/FAO/WHO che, durante il meeting previsto a Novembre, si facciano portavoce anche del nostro pensiero e che si rendano garanti presso tutti gli Stati che prenderanno parte al Convegno, affinchè i metodi utilizzati per l'uccisione degli animali infettati seguano i principi globalmente riconosciuti e accettati unanimemente dall’OIE e dai suoi 167 membri, nel maggio 2005. Soprattutto chiediamo che gli allevamenti intensivi vengano aboliti affinchè gli animali si riapproprino di quella vita per cui sono stati "creati". |
Messaggio pubblicato sul quotidiano "ALTO ADIGE" del 15/11/2005