Egregi signori
Vogliamo proporvi la lezione di scienze naturali, di psicologia ed etologia che la televisione in questi giorni ci ha impartito, cosicchè anche i giornalisti più protervi possano, almeno minimamente, sospettarne l'importanza. Ce lo auguriamo.
Prima parte: chi sono gli animali? Sono quegli esseri (non cose) che camminano a quattro zampe, che volano, che nuotano, che strisciano e che un autorevole studioso americano ( Jeffrey Masson) ci ha fatto conoscere sotto un aspetto mai del tutto coscienziosamente esplorato dagli agnostici: la capacità di sentire, capire, essere individui all'interno della specie. Sono nostri fratelli minori (San Francesco), nostri compagni nell'avventura della vita.
Seconda parte: gli animali essendo vivi, quindi senzienti, provano sentimenti (amano, hanno paura, dolore, fame, freddo, allevano i piccoli, possiedono una madre, un padre, fratelli, amici) proprio come noi anche se molti di questo si meravigliano.
I presunti diritti degli animali secondo l'articolista, ( presunti per gli agnostici ma eticamente rilevanti per gli animalisti) sono: la vita e la libertà. Se si riconoscono agli umani in coma, ai neonati, agli handicappati mentali, ai cerebrolesi... considerate persone a tutti gli effetti e quindi degne di diritti anche se non ragionano e non pensano, perchè si negano agli animali che pensano e capiscono?
Terza parte: la risposta è una sola: perchè non appartengono alla nostra specie e noi siamo specisti come un tempo eravamo colonialisti, schiavisti, razzisti, maschilisti..........ecc. (un tempo? e oggi?).
Quarta parte: gli animali, nonostante siano vivi e non cose (c'è qualcuno che può dire il contrario?), si considerano merce, prodotti, si trattano come oggetti, si guardano come macchine inanimate.
Il difetto è quindi nostro e non degli animali. La limitazione è nella nostra mente e nella nostra coscienza e non negli animali. E' il nostro interesse che guida i comportamenti, la mercificazione della vita, l'indifferenza per la bellezza, l'incapacità della meraviglia e non la giustizia e il ragionamento.
Siamo perciò con il comune di Milano che ha voluto spezzare la catena dell'ignoranza. Di questo lo ringraziamo.
Fine della lezione.
........................GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info
firme dei sostenitori del messaggio:
p.s. articolo di cronaca in allegato
LA PROVINCIA DI SONDRIO
11/10/2005
una delibera Milano dice stop alle sagre con gli animali
Milano - Con una votazione a sorpresa il Consiglio comunale di Milano ha votato a maggioranza una delibera in base alla quale, d'ora innanzi, sul territorio comunale non potranno più svolgersi manifestazioni, sagre, fiere ed esposizioni con animali selvatici in cattività. Ciò significa che dai mercati in cui si espongono e vendono uccelli, pesci e rettili esotici fino ai circhi, che non vi sarà più ospitalità sul territorio del capoluogo lombardo. Addirittura, afferma l'Anuu, nemmeno si potranno più mettere il palio, nei Luna Park, i classici pesci rossi da dare in premio ai bambini capaci di centrare la boccia di vetro con la pallina. Nella babele degli ultimi anni intorno ai concetti dei (presunti) diritti degli animali, del loro benessere e della sempre più accentuata equiparazione degli animali non senzienti a quelli che lo sono (che poi saremmo noi umani), questa scelta del consiglio comunale non sorprende più di tanto, in verità. Tuttavia, da un lato ciò non significa che la si debba sottovalutare perché rischia di tramutarsi in una vittoria della lobby dell'integralismo animalista, in quanto tale pericoloso al pari di ogni altra forma di integralismo, anche di quelli più gravi; dall'altro lato, inoltre, preoccupa che su questi principi vi sia stata una condivisione piuttosto generalizzata nell'aula del consiglio, anche oltre le rivalità politiche: pragmatismo utile sulle questioni importanti, ma sinceramente del tutto fuori luogo in questo frangente. Qualche esponente della maggioranza che siede a Palazzo Marino si è subito schermito, dichiarando che tale deliberazione non è ancora definitiva e potrà quindi essere modificata in senso attenuativo, però il segnale dato non è lo stesso tra i migliori. Si auspica solamente che un analogo livello di attenzione venga prima o poi dedicato anche alle fasce più deboli della specie umana, che restano pazientemente in attesa…
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