Egregi signori
Non accettiamo la dittatura dell'ammazzamento.
Chiediamo interventi forti contro coloro che impongono a tutti, compresa la quasi totalità dei cittadini che respingono la violenza e rifiutano la caccia (perchè di caccia si tratta), di tener conto che le istituzioni sono al servizio della società e non di una categoria e, come il governo ci insegna, soprattutto della maggioranza.
Ci sembrano farneticanti le intenzioni della Provincia di Bolzano di uccidere (abbasso l'eufemismo abbattere!) 2.400 marmotte.
Ma non son le marmotte abitanti legittimi delle montagne?
La legge sulla caccia impone metodi ecologici. Dove è stata gettata la legge?
Forse nel pozzo nero e profondo di molte coscienze.
Orribile!
Sollecitiamo una riflessione e, soprattutto, un ripensamento.

 

........................GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info
 
 
firme dei sostenitori del messaggio: 

p.s. articolo di cronaca in allegato 

 

ALTO ADIGE
28 SETTEMBRE 2005
 
Il Tar ha dato recentemente via libera alla Provincia per l’abbattimento di 2.400 marmotte, rigettando il ricorso del Wwf. Ecco alcune lettere sull’argomento.


Il binocolo, poi il fucile
e tanto freddo intorno

Domenica soleggiata un po’ ventosa di inizio settembre. Quota metri 2000 circa. Dopo una lunga passeggiata giunge il momento della meritata sosta. Per tutto il percorso ho continuato ad osservare, con il mio inseparabile binocolo, i prati ed il cielo alla ricerca di animali. “Strano, penso, di solito in questa valle si fanno delle interessanti osservazioni: aquile, gheppi, camosci; invece oggi gli unici incontri sono state le mucche al pascolo in fondovalle ed in alto su di un ghiaione un gregge di pecore.” Sento alcuni fischi prolungati. “Oh, almeno c’è qualche marmotta”, anche se non riesco a vederle. La giornata è bella, l’aria è frizzante. Ad un tratto mi giunge alle orecchie un rumore fastidioso di motore. E’ un furgoncino. Si parcheggia nel prato e scende un signore di una certa età, anche lui munito di binocolo. Non mi vede ed inizia a “sbinocolare”. Penso: “Sarà un appassionato di animali ed anche lui, come me, sta cercando di individuarli.” Ma in un attimo la situazione precipita. L’anziano deposita il binocolo ed appare un fucile di precisione. Bum! Si ode una sparo che sembra una cannonata. Non riesco più a muovermi, non so cosa pensare, non riesco a parlare. Ma perché ha sparato, a chi ha sparato! Lentamente lo vedo spostarsi verso alcuni massi distanti 50 metri e raccogliere qualcosa e tra le sue mani appare l’orrore: i resti di una marmotta, grondante di sangue. La pallottola gli ha letteralmente disintegrato la testa! C’è il sole, ma improvvisamente ho freddo e tutto intorno a me il silenzio.
Oriana Brandolese BOLZANO

La civiltà del passato
dei «signori cacciatori»

I cacciatori sono un pregevole esempio di «civiltà» del passato. Eredi dei comportamenti cruenti degli antenati costretti, per sopravvivere, ad uccidere. Oggi, anche se non è necessario uccidere per sopravvivere, taluni individui inseguono tale atteggiamento verso gli animali nella più totale indifferenza per le sofferenze che arrecano loro. Le armi sofisticate, la convinzione che la natura abbia bisogno dei loro interventi, il culto della tradizione, li convinca che la loro attività sia utile e indispensabile per la regolazione delle specie. E, quindi, andare a caccia (che definiscono sport) crea loro piena soddisfazione. Un modo per fugare lo stress.
Ed ecco che da noi moderni Oetzi, si apprestano a cacciare anche la marmotta che la loro contabilità, definisce in soprannumero! In soprannumero rispetto a che cosa? La marmotta ha una sua sensibilità e intelligenza: è vigile e solidale con la comunità. Al tempo del letargo, divide gli spazi sottoterra in «stanze» ove ospitare - separati - gli anziani dai giovani. Se i primi non superassero l’inverno, la loro degenerazione potrebbe infettare i piccoli.
La marmotta non nuoce né agli uomini né agli altri animali. E’ animale protetto e, quindi, da proteggere anche in Sudtirolo. Sarebbe soltanto un facile bersaglio per i «nostalgici». Qualche anno fa il WWF fece una brutta figura con un gruppo di ambientalisti del Cai di Trieste in visita turistico-ambientale in Alto Adige. La loro delusione fu provocata dall’incontro nei parchi naturali con gruppi di cacciatori dalla cui cintola pendevano le marmotte «fucilate». La nostra visione della natura e i nostri propositi di rinnovare l’etica non possono che appannarsi di fronte alle recidive e ai compromessi interessati. Le umili creature non possono difendersi e hanno il diritto di vivere. Non si deve uccidere per divertimento, anche se il Tar si rimangia le sue sentenze abbagliato dai numeri. I voti dei cacciatori costituscono anche numeri ma numeri che pesano sulle coscienze proprio come il piombo dei loro fucili.
In Francia è stato recentemente creato un grande parco per la caccia di merito. Spazi e sentieri da percorrere nelle foreste dove gli appassionati, muniti di arco e frecce, cercano e cacciano non l’animale vivo, ma l’emblema in legno o in cartone in grandezza e colori naturali. La ricerca è un gioco di intelligenza e competitività. Indubbiamente un artificio perché non scarica l’aggressività che chi si sente di uccidere possiede. Ma un artificio che rivaluta l’etica e concede una chance agli impenitenti. Un nuovo «gioco», quello francese, che attira turisti e curiosi. E di turisti anche l’Alto Adige non può fare a meno.
Nietta Saltuari Dondio BOLZANO
 
E se ad estinguersi
fossero le «doppiette»?

Oltre al nostro presidente Durnwalder, forse anche al Tar c’è qualche magistrato devoto al culto di Diana, dea della caccia. E allora via, a sparacchiare addosso alle marmotte e agli stambecchi: fa bene alla loro salute: sono troppi! Di fronte a cose del genere, la notte mi sveglio sudando e tremando. Che cosa sarà mai di queste povere bestie, se la specie dei cacciatori si estingue?
Giancarlo Mariani BOLZANO

No a questo sterminio:
rispettiamo gli animali

 Un no deciso allo sterminio degli animali! Anche quest’ultimi hanno il diritto di vivere e noi uomini non possiamo decidere il momento della loro morte! Abbiate rispetto per la vita e la dignità degli animali! Anch’essi sono esseri viventi e come tali vanno trattati! Mi domando quale uomo può essere in grado di uccidere un animale? Per una persona che non farebbe mai del male alla specie animale questo concetto è inammissibile. Quando si guarda negli occhi un animale si scorge un’anima, un cuore. Gli esseri umani devono considerare le bestie come essere viventi, anch’essi con sentimenti ed emozioni. Questa è la pura realtà! (alcune foto di maltrattamenti sono consultabili all’indirizzo web: www.tierbildarchiv.de). Gli uomini devono imparare a modificare il loro atteggiamento nei confronti degli animali! Coloro che si comportano male verso le altre persone ed il mondo animale non hanno nemmeno rispetto per le forze divine! Come la vita insegna prima o poi tutti pagano in conseguenza dei propri errori!
Christa Pardeller Ariana Suriani BOLZANO
 
Le bombe intelligenti
farebbero meno danni

 Chi, come me, frequenta le montagne da una vita dovrà convenire che effettivamente questa miriade di marmotte non ti lasciano tranquillo, non puoi fare due passi che immediatamente sei aggredito da questi pericolosissimi roditori. Se riesci a fuggire indenne dai loro minacciosi incisivi ecco che, inaspettatamente, finisci con i piedi dentro una delle loro tane, rischiando di spezzarti il femore o la colonna vertebrale. Il territorio è tutto un colabrodo di buchi e voragini che queste sciagurate belve si permettono di scavare ovunque. Non sazie di sforacchiare le zone preglaciali stanno scendendo a valle distruggendo meleti e quant’altro. Si moltiplicano a dismisura rendendo invivibili le nostre care montagne. E’ necessario prendere provvedimenti, signori miei, prima che la situazione diventi incontrollabile. Ci sono solo due soluzioni o un bombardamento massiccio con bombe intelligenti o rivolgersi alle doppiette intelligenti che sanno mirare esattamente il capo malato che soffre di artrosi rendendogli un servizio utile. Del resto le marmotte come farebbero a suicidarsi senza alcun mezzo scientifico a disposizione? Diamine è necessario dare loro una mano. L’abbattimento selezionato non è altro che un servizio sociale a favore di questi aggressori e depauperatori della Natura.
E poi diciamocela tutta, vogliamo mettere la bellezza di una marmotta imbalsamata a confronto di una viva? Quella imbalsamata la puoi profumare ogni giorno, quella allo stato naturale puzza e sporca. Suvvia un po’ di igiene! E l’occhio? Vogliamo mettere quello di vetro rispetto a quello lacrimoso che deve ostentare da viva? Ma c’è di più, pensate a quanti stupendi attaccapanni possiamo fare con le loro zampine imbalsamate ad uncino. Mica si può mettere una marmotta viva a fare da attaccapanni, che scherziamo, magari ti imbratta il giaccone! Allora signori naturalisti che tanto amate queste bestiole allo stato naturale, ragionate e riflettete.
 Dopo l’abbattimento programmato potrete godere appieno delle vostre montagne senza il fastidio che provocano questi odiosi parassiti, potrete portare i vostri bambini in montagna in tutta sicurezza senza far soffrire i vostri timpani dai laceranti fischi che questi impudenti mammiferi lanciano senza il vostro permesso. E se per caso vi va di trasformare una prateria in una serra per la coltivazione di gerani o mele d’alta quota lo potrete fare tranquillamente senza correre rischi che tutto il vostro investimento vada in... buche.
 Perciò basta lamentele, signori retrogradi che amate ancora la Natura allo stato brado, evolvetevi ed incominciate ad apprezzare non più il canto degli uccellini, ma quello più melodioso delle doppiette e smettetela di soffrire pensando che ad ogni colpo si spezza una vita tanto delicatamente costruita, piuttosto ghignate nel coro pensando che un altro intruso al mondo artificiale è stato “giustiziato”.
Enrico Farina BOLZANO

 
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