Egregi signori
l'associazione Ekoclub non è affatto ecologista se nega l'ambiente agli uccelli e lo pretende solo per i pescatori (e pescatori della domenica).
I cormorani, i cigni, gli svassi, i gabbiani non devono mangiare?
Noi ci domandiamo "perchè" il nostro paese reintroduce i grifoni, i lupi, gli orsi, le cicogne....ecc.ecc. (naturalmente dopo averli sterminati).
Un giorno saranno "troppi" e allora ci sarà qualcuno che griderà alla soppressione.
Così come troppi, per i pescatori del lago d'Iseo sono ora i cormorani, gli svassi, i gabbiani, i cigni. Si vogliono eliminare ma, passeranno gli anni, e si vorranno reintrodurre per stupirci (chi sa farlo) della bellezza di un cigno, della danza di corteggiamento di uno svasso, del volo del gabbiano Jonathan o della fierezza del cormorano.
Nessuna specie si salva dal fucile o dall'amo dei voraci giocolieri della vita. Costoro gridano allo sterminio ma non per salvare altre specie (alibi buonista dietro cui si nascondono) ma per salvare il loro divertimento o il loro interesse.
La natura si autoregola, sa benissimo come comportarsi, la legge biologica è intrinseca agli animali mentre è stata estromessa dall'uomo che da anello della catena è diventato padre padrone.
Gli equilibri rappresentano una legge per la natura, quella legge che gli uomini non conoscono.
La stessa legge sulla caccia (non certamente una legge dalla parte degli animali) impone la scelta di metodi ecologici per intervenire là dove l'uomo ha distrutto.
Suggeriamo all'Ekoclub di cambiare nome perchè lo sterminio non si addice all'ecologia (anche la K ostentata ne denota l'estraneità, anzi lo scherno).
Auguriamo a tutti una riflessione.
........................GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info
firme dei sostenitori del messaggio:
p.s. articolo di cronaca in allegato
GIORNALE DI BRESCIA
10 OTTOBRE 2005
Minacciata l'attività ittica: Ekoclub e pescatori del lago d'Iseo scrivono alla Provincia
"Ci sono troppi uccelli pescivori". Crescita incontrollata di cigni, svassi, cormorani e gabbiani. A rischio l'ecosistema
Flavio Archetti
provincia di Brescia
Cormorani, cigni, svassi e gabbiani contro pescatori e allevatori di pesce. La sfida tra l’uomo e la natura, da sempre aperta, starebbe nel territorio sebino prendendo una piega sfavorevole alle attività umane: la crescita incontrollata delle colonie di uccelli pescivori, che vivono principalmente tra lago e Torbiera, rischia di diventare un concorrente molto insidioso per l’attività del settore ittico che opera sul lago d’Iseo, ma anche di creare squilibri all’ecosistema bresciano. È questo il contenuto della segnalazione che l’associazione ecologista Ekoclub (con sede provinciale a Palazzolo sull’Oglio), gli aderenti alla Cooperativa pescatori di Clusane d’Iseo e la Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquea, con sede in città, hanno indirizzato all’Assessorato caccia e pesca della Provincia di Brescia. «Abbiamo deciso di muoverci non per creare inutile allarmismo - dice il presidente provinciale dell’Ekoclub, Bruno Lancini -, ma per portare all’attenzione generale un problema che, se rimandato, continuerà a ripresentarsi e in modo sempre più grave. La natura ha un suo modo efficace di equilibrare lo stato delle cose, ma quando l’uomo interviene importando razze non originarie sul territorio, come succede ormai praticamente ovunque, gli interventi umani diventano poi indispensabili. Pensiamo ad esempio all’attività del cigno, fonte di lamentela di parecchi pescatori. Questo uccello è stato introdotto nelle nostre acque circa quindici anni fa. Da allora, com’è facile immaginare la sua colonia è fortemente cresciuta». «È vero che non si ciba principalmente di pesce bensì di una parte della vegetazione spontanea che cresce nel lago - prosegue il palazzolese Bruno Lancini -, ma è anche vero che quando ha fame non disdegna nulla. E la quasi totale sparizione della folta colonia di gamberi che fino a due anni fa popolava le rive sassose del Sebino, potrebbe essere messa in correlazione proprio con l’importante aumento del numero di cigni, padroni incontrastati delle rive lacustri». Nella medesima direzione anche il parere dell’ornitologo del Consorzio delle Torbiere, Lorenzo Maffezzoli. «È vero, gli uccelli pescivori stanno aumentando sempre di più nella zona del Sebino, ma questa non è certamente una colpa imputabile al mondo animale. Le colonie di gabbiani sono cresciute negli ultimi anni di conseguenza all’aumento degli insediamenti umani, visto che si procurano cibo prevalentemente nelle aree dove vengono accumulati i rifiuti. Di conseguenza non possono essere considerati un pericolo per la popolazione ittica, perché catturano praticamente solo pesci moribondi o in difficoltà, fungendo anzi da utili "spazzini". Con il nostro radicato e ormai poco moderato modo di "consumare", probabilmente le discariche sono destinate ad aumentare ancora, come potrebbero quindi non esserlo gli uccelli che in queste zone ci campano?». Discorso differente può invece essere fatto per i cormorani, i principali imputati. «Cacciatori di pesci abilissimi e voraci - continua l’ornitologo Maffezzoli - rappresentano un pericolo crescente per gli abitanti di laghi, paludi e torbiere. Il loro numero, un tempo, veniva controllato direttamente dai Governi dei Paesi del Nord Europa (zona dove in estate si spostano per riprodursi) che gli sottraevano una parte di uova, limitandone in questo modo la diffusione. Da qualche tempo però questa attenta politica è venuta meno».
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