Egregi signori
Il prolungamento della stagione venatoria a tutto l'anno, l'uccisione di un sempre maggior numero di specie, l'introduzione di animali alloctoni per avere la scusa di ammazzarli in quanto alloctoni, l'invocazione dei danni all'agricoltura e tante altre amenità (se non fossero indegnità), rappresentano la famosa, reiterata, mai dimenticata, rinvigorita, ringalluzzita (putrida, infetta, ripugnante) novella dello stento che i cacciatori ci propinano con la benedizione delle istituzioni.
L'intelligenza dormiente vorrebbe essere risvegliata. La capacità critica acquistare identità.
I cittadini, cominciando dagli agricoltori, intelligenti, svegli e critici si prenotino per l'appello. Finalmente si pensa.
Squilli di tromba!
firme dei sostenitori del messaggio:
p.s. articolo di cronaca in allegato
IL GAZZETTINO DI TREVISO
Venerdì, 30 Settembre 2005
La Provincia prolunga la caccia ai cinghiali
(l.p.) Ritorna il problema cinghiali in Pedemontana. I consiglieri provinciali di minoranza Pietro Giorgio Davì e Michele Noal hanno presentato un'interpellanza chiedendo di autorizzare la caccia a questi animali, che, soprattutto nei comuni di Valdobbiadene, Segusino e Pederobba, stanno causando danni a coltivazioni e abitazioni, mettendo a repentaglio l'incolumità degli escursionisti. Il fenomeno, con l'avvicinarsi dell'inverno, è destinato a peggiorare, per questo l'assessore provinciale di reparto Stefano Busolin ha convocato per lunedì mattina i sindaci dei tre comuni interessati per il punto della situazione. «E' la Regione a stabilire quali specie possono essere cacciate e quali no, rifacendosi ai dati dell'Istituto nazionale di fauna selvatica - spiega Busolin -. Per quel che ci riguarda, abbiamo già deciso di prolungare di due settimane, l'anno prossimo, l'attività di contenimento di questi animali, che solitamente va dal 1° febbraio al 15 luglio: nel 2006, la proseguiremo fino al 31». Busolin fa sapere di avere già chiesto di poter inserire i cinghiali tra gli animali cacciabili, ma senza successo: «Malgrado il problema interessi anche le altre province venete, siamo stati gli unici a chiederlo». Nel 2001 lo stesso Istituto nazionale della fauna selvatica aveva autorizzato la Provincia a eliminare i cinghiali, perché specie non autoctona. Ma non potendo lasciarli ai cacciatori, l'ente è costretto ad altre iniziative, come l'abbattimento dalle altane, già in uso in Friuli, e il posizionamento di gabbie, dieci quelle acquistate, che diano modo alle associazioni degli agricoltori di segnalare situazioni di emergenza. Malgrado tutto ciò, i cinghiali, nel Trevigiano, sono ormai diverse centinaia: «Stabilirne il numero esatto è impossibile - conclude Busolin - : questi animali si riproducono molti rapidamente». |