Egregi signori
ha ragione l'avvocato difensore: "c'è differenza tra un gatto e un essere umano".
C'è anche un'uguaglianza: ambedue sono vivi, la radice che li accomuna è la vita ma, per l'avvocato, è meno importante della differenza.
Ma un gatto non metterebbe mai un uomo nel forno, ma un uomo (uomo?) lo fa perchè non conosce l'uguaglianza della vita e quindi della sofferenza e della morte.
Può permettersi di essere barbaro, ripugnante, moralmente inaccettabile perchè c'è chi stabilisce la differenza fra la sua barbarie e l'innocenza di un animale.
In una società demotivata e indifferente, dove la violenza si commenta dicendo "c'è differenza.....", la violenza procede a passi spediti, il suo esercizio è autorizzato. Si comincia con un gatto e non si sa dove si finisce.
La misura del degrado morale di una persona non la si riferisce a chi compie la violenza ma alla vittima: se la vittima è un gatto la violenza è di misura insignificante. Eppure il gesto è lo stesso, sadico e feroce.
Chi lo compie è quindi sadico e feroce.
Gente come questa ci fa paura, ci ripugna, ci fa vergognare di appartenere alla stessa specie e ci indigna anche il commento dell'avvocato difensore che assolve il crimine.
Ci accorgiamo che per gli avvocati lo scopo principale è far vincere il loro assistito e non la giustizia.
Ci auguriamo che molti capiscano sia la differenza che l'uguaglianza.
p.s. articolo di cronaca in allegato
La Stampa
8 ottobre 2005
Biella e Provincia GIOVANE DI 20 ANNI (GIA' CONDANNATO PER ALTRI REATI), DAVANTI AL GIUDICE II gatto nel forno per ripicca Litiga con la fidanzata e le uccide l'animale BIELLA Era già stato condannato a 2 anni perchè, con l'auto sequestrata ad un giovane che usciva da una discoteca, aveva fatto scorribande per le vie del centro trasformando la vettura in rottame. L'altro giorno un giudice si è di nuovo dovuto occupare di lui. E anche questa volta, nel contestato reato di lesioni e maltrattamenti in famiglia, Marcello Loffiego Raco, 20 anni, di Biella, si è particolarmente "distinto": per ripicca nei confronti della convivente, le avrebbe preso il gatto e gettato nel forno, bruciandolo vivo. Il tutto mentre avrebbe obbligato la giovane ad assistere alla morte dell'animale. La vicenda, che risale a qualche mese fa, è stata discussa di fronte al nuovo presidente di sezione, Lorenzo Fornace. Il pm, ha così raccontato di una serie di liti tra i due giovani, piuttosto vivaci. Fino a quando Marcello Loffiego avrebbe perso la testa e, afferrato il felino che la sua fidanzata teneva in grembo, lo avrebbe gettato nel forno della cucina, accendendo l'elettrodomestico al massimo della potenza. Inutilmente la donna avrebbe cercato di evitare la morte del suo gatto: lui l'avrebbe praticamente immobilizzata, tenendole il viso vicino allo sportello e obbligandola così ad assistere alla terribile fine dell'animale. Nella precedente condanna, il giovane aveva usufruito degli arresti domiciliari: provvedimento poi revocato dalla Corte d'Appello in quanto non aveva rispettato il provvedimento: "L'episodio del gatto fa sicuramente notizia - commenta l'avvocato difensore Fernando Bello -: Mi auguro però che si tenga conto della differenza che intercorre tra un animale e una persona". La giovane convivente non si è comunque costituita parte civile, "alleggerendo" così la posizione del fidanzato. I due infatti sembrano aver superato la crisi e anche la morte del gatto: "La loro intenzione è quella di sposarsi presto" conclude il legale: Il processo rinviato al 12. [d. p.] |