Gentili signori
Ormai da molti giorni assistiamo a esternazioni sull'influenza aviaria. Docce fredde e docce calde per la gente che nulla può nè contro il virus, nè contro i "potenti" che dirigono il mondo per tutti, a prescindere dalla loro personale intelligenza, onestà intellettuale e rigore morale.
Da una parte i "competenti" gridano: pericolo, morte, vaccino.....ecc.
Dall'altra, accanto a ipotesi catastrofiche, si viene rassicurati intervistando perfino il signor Amadori (l'industriale dei polli) che ci rassicura con la sua sorridente faccia da uno schermo televisivo.
Noi pensiamo e non siamo manipolabili, non apparteniamo alle categorie dei ricercatori, degli allevatori di polli, dei politici.
Noi pensiamo ai milioni di polli e volatili in genere che sono stati e saranno sterminati. Pensiamo alle sperimentazioni nei laboratori con relative migliaia, milioni di cavie nel mondo.
Pensiamo all'aberrazione degli allevamenti intensivi creati per le nuove schiavitù. Per il bisogno dell'uomo di incrudelire sempre su qualcuno, se non è più possibile farlo sui cospecifici lo si fa su esseri di altre specie, gli animali appunto.
Pensiamo che qualcuno stia facendo fortuna su un virus che al 99% dei casi è "sfuggito" da qualche laboratorio. Dov'era questa aviaria in tutti questi secoli? Non è che per caso fra i vari "giochetti" dei ricercatori ci fosse anche questo? Oppure i polli negli allevamenti intensivi hanno sviluppato questo virus perché costretti ad una vita da incubo, nutriti con chissà quali schifezze, anche di origine animale?
E' incontestabile che esseri viventi trattati senza la minima considerazione per la loro biologia, etologia, ecologia, come oggetti inanimati, stravolti nella loro natura, annullate per loro le leggi che per miliardi di anni hanno regolato ogni vita sulla Terra, possano trasformarsi in "malattie". Sappiamo tutti che la sofferenza, lo stress, la costrizione generano malattia.
Se fossimo imprigionati in un capannone accatastati gli uni sugli altri e obbligati ad ingoiare marciume, magari mescolato a farmaci come antibiotici o altro, sarebbe lecito immaginare che uno stravolgimento patologico si insedierebbe anche in noi.
Gli animali da sempre stanno pagando a caro prezzo le nostre idiozie e la barbarie che il nostro superomismo via via studia non certo per innalzarci al livello della misericordia divina ma per abbassarci ai livelli infernali.
Noi che scriviamo non abbiamo speranze ma, in quanto appartenenti a quella minoranza di esseri umani che camminano per affermare la propria dignità, perseveriamo nell'ottimismo della volontà nonostante il pessimismo della nostra ragione.
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Messaggio pubblicato su "La Repubblica" del 06/10/05