Egregi signori
Leggiamo, e non è la prima volta, che la Provincia di Sondrio è al totale servizio dei cacciatori: vuole l'eradicazione del cinghiale ma non proibendo le importazioni bensì promuovendone la caccia.
Nonostante si riconosca che i cinghiali non sono autoctoni, cioè del posto (vengono infatti importati dall'Europa orientale), si continua a far finta di niente, permettendone i ripopolamenti, provocando l'inquinamento genetico proibito dalla legge 157, sparando in ogni tempo e in ogni luogo. Il cacciatore è onnipresente come un Dio.
Le buone intenzioni verso gli agricoltori che subiscono danni sono in realtà soltanto il motivo per continuare una politica filo venatoria.
A quando il coraggio della verità?
p.s. articolo di cronaca in allegato
LA PROVINCIA DI SONDRIO
14/09/2005
La Provincia: «Abbatteremo i cinghiali»
TIRANO (Sondrio) - Tolleranza zero contro i cinghiali. A prometterlo Cesare Mitta, responsabile dell'ufficio caccia della Provincia di Sondrio, che risponde alle lamentele sollevate da un agricoltore di Tirano dopo i danni subiti da un branco di cinghiali all'Alpe Piloti, poco sopra Cologna. «Stiamo agendo in modo diverso dando mandato ad operatori qualificati cacciatori della Provincia – fa sapere Mitta – e stiamo tenendo monitorato il territorio con frequenti “girate” (nel linguaggio tecnico le battute di caccia contro questa specie animale). Un'azione, ad esempio, è stata condotta settimana scorsa nel territorio di Villa di Tirano, ma non ha dato esito positivo. Abbiamo avvistato diciotto cinghiali, ma era notte e non abbiamo potuto sparare. Due giorni dopo siamo ritornati sul posto, ma gli animali non c'erano più. Forse si sono spostati nella valle di Stazzona e a Sernio». Nei prossimi giorni è previsto un altro intervento, si spera con un esito più favorevole. Ma se ferma è l'intenzione di “eradicare” questa specie dalla valle (di cui tra l'altro non è autoctona), difficile resta l'azione da attuare sugli animali, che sono dotati di «ottimo fiuto e un udito eccezionale – sempre Mitta -, vivono in ambienti chiusi dove non è facile stanarli. Inoltre partoriscono due volte all'anno con una media di 4-6 piccoli e hanno una bassa mortalità». Insomma tutti elementi che fanno della caccia al mammifero un'impresa non facile e soprattutto non in brevi tempi. «La volontà è quella di contenere questa presenza – aggiunge il responsabile provinciale -, se non di eradicarla, ma per i risultati bisogna aspettare mesi». L'inverno sarà un buon periodo per bloccare questi animali, presenti nel Tiranese, ma segnalati anche a Berbenno, Ardendo e Castione.
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