Egregi signori
Si parla spesso dell'illegalità (di conseguenza insensibilità, inerzia, omertà) delle regioni meridionali ma i fatti che leggiamo nell'articolo in calce depongono per una Toscana assolutamente allineata alla barbarie.
E pensare che i toscani non perdono occasione per reclamizzare la fierezza della loro antica cultura rinascimentale (antica appunto, uccisa, morta, dimenticata, se non nelle ricorrenze, nelle cerimonie, nelle apologie)! Tutt'altra cosa la quotidianità.
Oltre che compierla attivamente la violenza, è violenza anche quella omissiva. Chi vede e non denuncia, chi resta nell'anonimato, chi non agisce cedendo alla viltà dei mille ricatti è complice e quindi colpevole.
Ci domandiamo: davanti a gente che ha il coraggio di affrontare la vita nella miseria quotidiana, nei soprusi, nella violenza e anche nella tortura, quale infinito coraggio, quale inestimabile forza occorrono ai testimoni per denunciare l'essere ignobile che compie crudeltà verso un animale indifeso e innocente?
Quale grandezza d'animo serve per presentarsi davanti a un poliziotto e segnalare quanto visto?
Se la società toscana è questa, la società è senza forza, senza grandezza, senza speranza.
Ci auguriamo che le istituzioni non si limitino a redigere norme e che le forze dell'ordine non siano specchio di questa società inerme.
p.s. articolo di cronaca in allegato
IL TIRRENO
GIOVEDÌ, 01 SETTEMBRE 2005 Cecina Segnalazioni dei lettori. Nutrie e papere uccise a sassate per divertimento, animali domestici investiti a folle velocità «Ha lasciato sull’asfalto il mio povero gatto cieco»
CECINA (LI). «Qui si parla tanto di rispetto, ma siamo ancora molto lontani da quel grado di civiltà cui dovremmo aspirare!» «Ha investito il mio gatto, cieco da un occhio, che dormiva davanti al cancello di casa; è arrivata a tutta velocità per entrare nella sua villa, gli è passata sopra con la macchina rompendogli le gambe e il bacino. E non è neppure scesa per prestargli soccorso, o avvertire».
Due frammenti di lettere (inviate alla redazione de Il Tirreno) particolarmente “infuocate”, lettere di denuncia contro le manifestazioni di violenza verso gli animali. A testimoniarli sono due cittadini, rispettivamente F.B. di Cecina (che ha chiesto di mantenere l’anonimato) e Piera Gattini Pachetti di Montescudaio. Entrambi presenti agli atti di violenza. Una nutria e diverse papere uccise a sassate a Marina di Donoratico e alla Mazzanta; e un’automobilista che uccide un gatto cieco senza preoccuparsene a Montescudaio. Si tratta di storie tremende che, sommate agli animali abbandonati o tenuti in uno stato di denutrizione, accadono quotidianamente anche nella nostra zona. Ad operare in prima fila sono le guardie forestali presenti sul territorio con una continua azione di monitoraggio e, allo stesso tempo, pronte ad intervenire con sanzioni salate e provvedimenti legali che possono portare anche alla reclusione. L’ispettore superiore delle guardie forestali Tarcisio Pasqualini parla, intanto, della sporadicità d’interventi legata alla difficoltà di cogliere i colpevoli sul fatto. Fa appello per questo ai cittadini affinché si rivolgano al numero verde “1515” per denunciare i casi specificando il luogo in cui sono accaduti. «Alcuni giorni fa - racconta la lettera di F.B. - mi è capitato di notare in un fosso a Marina di Donoratico una nutria morta. Subito ho visto che era stata uccisa da alcune sassate perché ho trovato queste “armi” sul corpo della vittima e nelle sue vicinanze. Un gesto che mette in evidenza la barbarie e la vigliaccheria di chi lo ha compiuto che dovrebbe farci riflettere». F.B. ha assistito anche ad altri atti di violenza contro gli animali. «Alla Mazzanta hanno preso a sassate delle papere, uccidendole - aggiunge - Mi sembrano fatti che si commentano da soli insieme alle accuse verso coloro che imbrattano i muri o vanno troppo forte con la moto mettendo a rischio la vita altrui. E’ un modo di essere che non può più essere tollerato!»
Spostandoci poi nel centro di Montescudaio troviamo un altro caso di violenza. «E’ un evento che mi ha toccato di persona il 23 agosto alle 9.30 circa - recitano le prime righe della lettera di Piera Gattini Pachetti -. Avevo un gatto di 15 anni cieco da un occhio perché lo aveva colpito il pallino di un cacciatore, così tutti tendevano a scansarlo e ad aiutarlo. Ma un giorno una macchina è arrivata a forte velocità per entrare a 5 metri nella sua villa e lo ha colpito obbligandomi a sopprimerlo. Capisco che investirlo poteva succedere, ma almeno suonare il campanello e chiedere scusa. Pensare che l’automobilista è socia del Wwf e predica una religione basata sulla pace e sulla compassione come il buddismo... Non ho denunciato la responsabile perché non volevo causarle problemi».
Storie come queste continuano a ripetersi. Come intervengono le guardie forestali? «Ci sono due pattuglie che controllano continuamente il territorio che va da Rosignano a Marina di Bibbona - spiega l’ispettore superiore del corpo di Guardia Forestale Tarcisio Pasqualini - ma non succede quasi mai di cogliere i colpevoli al momento giusto. In caso potremmo punirli con sanzioni molto salate e con una denuncia che, a seconda della gravità del fatto, può portare anche alla reclusione. La punizione è la stessa, sia che vengano maltrattati animali domestici o selvatici. Invitiamo tutti a segnalare senza paura al 1515 i casi di violenza». |