Egregi signori
il comportamento del parroco di Follonica, di cui all'articolo in calce, ci sembra da "santa inquisizione". Cioè di quel periodo oscuro e terribile in cui la Chiesa ha commesso orrori talmente grandi da poter essere paragonata a una setta criminale.
Non è stato sufficiente chiedere il perdono per i crimini commessi contro uomini e donne (e animali) innocenti, se persone come Pietro Bianchi si calano ancora nel medioevo e nei suoi antri infernali con enfasi mistica.
Non è Dio il creatore di tutti gli esseri viventi? Non sono la Natura tutta e quindi gli animali, sua creazione?
Non la pittura, la scultura, la collezione di francobolli, il ferro battuto........ma la Natura. Questa è di Dio, il resto appartiene all'uomo.
E non di quel Dio trasformato in proprietà privata ma di quel Dio di tutti perchè tutti (animati e inanimati) siamo sue creature.
Se di sacralità si deve parlare, sacra è la Natura e se di umiltà si deve parlare umile è chi non umilia, chi si pone tra le differenze senza gerarchia.
Vogliamo ricordare San Francesco, patrono d'Italia, un santo per tutti, che viene continuamente emarginato, sconfitto, rinnegato, soprattutto da coloro che se ne arrogano l'appartenenza.
Il suo amore per le creature che chiamava fratelli e sorelle viene reclamizzato dalla letteratura, dalla Chiesa, dalle comunità, dalle organizzazioni che a lui si ispirano ma, nella realtà dei comportamenti, il suo spirito viene continuamente, assolutamente, tradito.
L'uomo (e il parroco di Follonica) si pone fuori dalla Creazione, continuando a peccare di superbia, considera gli animali estranei, peggio, li disprezza al punto da non averne pietà se muoiono o si uccidono (eppure sono vita, opera di Dio) e di soffrire e rammaricarsi invece per i danni all'organo (una cosa, opera dell'uomo).
Vorremmo che la Chiesa, quella del Papa che ama i gatti, si pronunciasse riammettendo gli animali nella Creazione e, in questo modo, accettare la differenza nella forma e non nel valore.
p.s. articolo di cronaca in allegato
IL TIRRENO
GIOVEDÌ, 01 SETTEMBRE 2005 Grosseto Fedeli divisi per la decisione di un parroco a Follonica Ha il cagnolino in braccio Scacciata dalla chiesa
FOLLONICA (Grosseto) . Sembra che cani e gatti non vadano molto d’accordo con il parroco della chiesa della Madonna di Lourdes a Follonica. È da un po’ di tempo infatti che si sono accese alcune polemiche tra i padroni di questi animali domestici e don Pietro Bianchi e altri fedeli. «Il 15 agosto - racconta una signora che da quando è piccola passa l’estate a Follonica - sono andata in chiesa e ho visto una signora di mezza età seduta sull’ultima panca vicino alla porta. Questa signora - continua - stava aspettando che iniziasse la messa e sotto braccio aveva un piccolo cane non dava fastidio. Mi sono avvicinati - aggiunge la signora - e ho accarezzato il cane ma la padrona mi ha detto: “Adesso vedrà don Pietro” lasciandomi sinceramente un po’ allibita. Solo dopo ho capito il senso di quella frase».
«Don Pietro è sceso dall’altare - continua - si è avvicinato velocemente a me e alla padrona del cane e le ha intimato di uscire, l’ha cacciata in malo modo. Gli altri fedeli presenti in chiesa - afferma la signora che ha assistito a tutta la scena - davano ragione al parroco dicendo frasi, a mio parere assurde, come “il sacerdote è il padrone della chiesa è lui che fissa le regole” oppure “ci vuole un po’ di umiltà in questo luogo sacro”. Io ho tentato di difendere la signora e ancora oggi sono sconvolta perché la scena a cui ho assistito mi sembra davvero assurda e ancora non mi spiego il perché di quella reazione». La signora, storica villegiante di Follonica, dopo aver raccontato l’accaduto alla nostra redazione ha voluto sottolineare la sua grande fede e il suo amore per questa città: «Sono una credente praticante ma sembra che la chiasa sia diventata un club privato dove può entrare solo chi ha il permesso queste mi sembrano vere e proprie forme di violenza sugli animali». Ma dall’altra parte della barricata non sono della stessa opinione: «Non ce l’ho con i cani - afferma don Pietro - ma ogni cosa deve stare al suo posto, ho rispetto per tutti e per tutto ma non si può esagerare. Gli animali non possono entare in chiesa, ma neanche al cimitero o in farmacia. Anche a Siena - continua - quando c’è il Palio non sono i cavalli a entrare in chiesa ma è il sacerdote che esce e li benedice». Don Pietro si difende così: «Non credo di chiedere niente di particolare anche perché se quella signora continua a venire in chiesa con il cane poi lo fanno tutti. E qui cosa diventa?. Non vorrei - conclude - altri danni provocati dagli animali. Qualche anno fa infatti alcuni gatti entrarono all’interno della chiesa e si nascosero dentro l’organo. Non sapendo della presenza dei nuovi inquilini, il parroco accese l’organo e i gatti morirono schiacciati. Questi gatti hanno causato tre milioni di danni e per giorni in chiesa c’è stata una puzza tremenda che non si poteva celebrare la messa». Marta Nicoletti |