Egregi signori
Ci colleghiamo all'articolo in calce per aderire all'appello e per sostenerlo con tutte le nostre forze.
Il cavallo è un animale d'affezione, come il cane e come il gatto. Anche se la legge, per suo difetto, non lo ha ancora riconosciuto tale, il cavallo vive con noi, ci aiuta, ci fa compagnia, trasforma il nostro immaginario in poesia, espande i nostri limiti estetici, asseconda il nostro senso di libertà, ci gratifica con la sua grazia e la sua eleganza.
E' il coinquilino del nostro abitare che si viva in città oppure in campagna. Fa parte del nostro orizzonte culturale, storico e perchè non morale?
Perchè dimenticare la lunga relazione che ci lega a lui? Perchè tradire quei sentimenti che pure abbiamo provato e condannarlo a un destino ignobile?
Com'è possibile che ancora non si percepisca il grande tradimento, quella sorta di cannibalismo che si concretizza quando lo consideriamo soltanto carne da macello?
Rinnoviamo quindi la richiesta: non mangiamo i cavalli, non rinneghiamo il loro credito.
p.s. articolo di cronaca in allegato
LIBERO
28 AGOSTO 2005
Lettere
APPELLO D'AMORE
Cosa è la libertà di Don Chisciotte, quella condotta dal suo cavallo per volontà divina? L'equino in corsa dentro al vento galoppa come se d'innanzi ci sia qualcuno che lo incita ad andargli incontro ed esso che non ha desideri effimeri ma solo il compito di portare in groppa il suo cavaliere crea la scena in movimento più significativa della pura libertà, due amici che vanno verso la meta percepita. Rinnovo il mio appello d'amore: non nutritevi di carne di cavallo, grazie.
Claudia Mazzola Brescia
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