Egregi signori
Leggiamo l'articolo allegato che esprime i vostri buoni propositi per quanto riguarda l'istituzione di un Centro sperimentale per i prodotti alimentari.
Tra i vostri obiettivi c'è anche quello di perseguire "il benessere degli animali".
Trattandosi di bufali e bufale  e quindi di latte e quindi di prodotti caseari, siamo interessati a sapere quale sarà il trattamento destinato ai bufali maschi.
Perchè i bufali maschi non producono latte e quindi non servono all'industria casearia.
Che fine faranno?
Non la fine che fanno nelle regioni dove questa industria è una tradizione! Regioni in cui i bufalini appena nati vengono strappati alla madre e abbandonati nei campi, buttati nei fossi, soffocati con la paglia, seppelliti ancora vivi  o lasciati vagare fino alla morte per inedia senza che la parola benessere sia neppure pronunciata.
I mass media riportano puntualmente il resoconto di carcasse di bufalini trovate sulle spiegge o nei campi, oppure di animali trovati ancora vivi che qualche persona compassionevole raccoglie e porta con sè.
Perchè,  di 100 bufali che  nascono, presumibilmente  50 saranno maschi e quindi.....
Vorremmo conoscere la vostra alternativa.
 
.....................GRUPPO BAIRO Onlus        
bairo.info
 
 
firme dei sostenitori del messaggio: 

p.s. articolo di cronaca in allegato
 

IL TERRITORIO
17 agosto 2005
 
Economia
CENTRO SPERIMENTALE PER I “BUFALINI”
Verrà effettuata la ricerca sui prodotti alimentari di origine bufalina con annessa scuola casearia. Ben dieci i soggetti istituzionali interessati alla creazione dell’organismo. Si punterà alla sicurezza alimentare e benessere animale.
 
Simone Di Giulio
 
Priverno (Latina)
E’ stato elaborato a Priverno un protocollo di intesa per la realizzazione di un Centro sperimentale per prodotti alimentari bufalini. L’idea è stata lanciata dall’on. Maria Burani, che ha anche predisposto un’apposita richiesta di finanziamento. Il sindaco di Priverno Umberto Macci ha raccolto l’idea ed ha chiesto all’Università degli Studi di Cassino, all’Università di Roma “La Sapienza” e all’INRAN (Istituto Nazionale per la Ricerca sull’Alimentazione e la Nutrizione) di prendere in considerazione la possibilità di sottoscrivere eventuali accordi finalizzati a dare risposte alle necessità di crescita culturale e scientifica della collettività del territorio privernate. Si è così convenuto di dar corso ad un programma di operazioni concernenti lo sviluppo culturale ed economico del settore rurale legato alla zootecnia bufalina del Basso Lazio con l’istituzione di un Centro Sperimentale per la ricerca sui prodotti alimentari di origine bufalina, con annessa scuola casearia. I soggetti istituzionali interessati – dieci in tutto – hanno, perciò, deciso di predisporre, discutere e sottoscrivere un Protocollo d’intesa, con il quale si impegnano a realizzare specifici e pertinenti interventi, tramite i quali conseguire almeno tre obiettivi primari: elevare la qualità dei prodotti alimentari ottenuti dalla trasformazione di materie prime di origine bufalina, con particolare riferimento ai prodotti lattiero-caseari e alle carni; svolgere attività di studio e di ricerca volte ad individuare, formulare e catalogare le caratteristiche peculiari dei prodotti alimentari di origine bufalina; istituire Centri sperimentali e di formazione, scuole tecniche e di specializzazione con competenze in materie di produzioni casearie e delle carni, di sicurezza alimentare, di benessere animale e della tutela agro-ambientale.
Per realizzare tutto questo si procederà all’istituzione di un Centro caseario sperimentale per la valorizzazione del latte di bufala munto nel Basso Lazio, avviando alla professione nuove figure di casari ai quali saranno garantiti corsi di formazione in loco e periodi di specializzazione presso caseifici campani dell’area DOP; alla realizzazione di un master sulla sicurezza alimentare e corsi di formazione specialistica per giovani; all’acquisizione di strutture presso il Borgo medievale di Fossanova per istituire una scuola di alta cucina e qualità della nutrizione.

 

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