Egregi signori
Si chiamino selettori, amministratori provinciali o cacciatori il risultato non cambia: uccidono. O premendo un grilletto o premendo un tasto.
Uccidono poveri animali ignari e incolpevoli che sono stati comprati dai paesi del centro est Europa per il piacere di chi non può fare a meno di ammazzare e solo per questo.
I cinghiali vengono importati, immessi nel territorio, sono animali alloctoni,  più fertili, più grandi, producono inquinamento genetico, soppiantano i cinghiali autoctoni ormai quasi del tutto estinti e poi..... vengono incolpati, loro i cinghiali, di produrre danni.
Ma non sono i cacciatori i responsabili?
Le Province occupate da questa setta che non pensa, che non discerne, che non sa cosa sia l'etica e il rispetto per la vita, cedono. Cedono sempre al ricatto. O potere o dignità.
Quindi, chiediamo,  una classe dirigente che cede al ricatto dei prepotenti, degli arroganti, degli interessi deteriori di una classe ampiamente minoritaria anzichè rispettare quelli morali della stragrande maggioranza dei cittadini, è degna del posto che occupa?
Noi crediamo di no.
Aspettando il cambiamento.

 
.....................GRUPPO BAIRO Onlus        
bairo.info
 
 
firme dei sostenitori del messaggio: 
 
 
p.s. articolo di cronaca in allegato
 
 
IL MESSAGGERO
Giovedì 14 Luglio 2005
 
Dal giudice la guerra tra cacciatori e cinghialari 
Sentenza contro un uomo di 58 anni che accusava di bracconaggio alcuni “selettori”
 
 
di GIULIO LADI
 
ORVIETO (TR) - Selettori e cacciatori di cinghiali, un amore mai nato e rapporti che spesso finiscono in tribunale. I primi sono incaricati dalla Provincia di Terni per fare battute di cinghiali laddove gli agricoltori denunciano danni alle colture. I secondi, essendo cacciatori, mal sopportano che la selvaggina finisca parte alla Provincia, parte al selettore che l'ha uccisa, togliendola dai "carnieri".
Così, tra di loro non ha corso mai buon sangue. Qualche giorno fa la sentenza contro un cacciatore, M.M., 58 anni, orvietano, emessa dal giudice di pace di Orvieto con la condanna al pagamento di 200 euro di multa, delle spese processuali e al risarcimento della parte civile, il selettore Giancarlo Luciani, difeso dall'avvocato Massimo Morcella. La condanna è sopraggiunta dopo che Luciani era stato apostrofato in malo modo dal cacciatore in un bar di Orvieto, di fronte a molti avventori, con frasi del tipo "sei un bracconiere, ti ho visto io mentre andavi in giro di notte a sparare a fagiani e lepri con la carabina. Per colpa vostra, noi cacciatori la mattina non troviamo selvaggina da cacciare".
Più che altro era lo sfogo di tutta l'acredine che il cacciatore aveva accumulato verso il selettore che abbatte i cinghiali, altro che lepri e fagiani. Una guerra senza fine, per il business del cinghiale, un solo animale abbattuto è fonte di buon reddito per chi, poi, vende la carne sul mercato. E allora, alla guerra seguono i dispetti, anche macabri, qualche volta. La vendetta migliore è quella che si consuma sui cani, "il pane" per chiunque voglia andare a cacci di cinghiali. Povere bestie avvelenate, lasciate morire tra sofferenza in mezzo ai boschi, allo stesso Luciani, recentemente, hanno ammazzato l'ultimo cane impiccandolo al recinto dove tiene tutte le sue bestie. Anche una scelta atroce nel dare la morte a povere bestie incolpevoli. E' il risultato della guerra senza esclusione di colpi.
"La sentenza - dice Luciani, - ci voleva perché i cacciatori di cinghiali stanno diventando sempre più prepotenti. E' noto come, lo scorso anno, un agricoltore sia stato malmenato perché aveva chiesto l'intervento di noi selettori". Ma i cinghiali, al di là che siano fonte di reddito per parecchi cacciatori, sono diventati troppi, danneggiano le colture che poi la Provincia di Terni deve rifondere. Per questo motivo qualche anno fa nacque l'idea dei selettori, cacciatori che erano stati "istruiti" in speciali corsi e che, su indicazione della Provincia stessa, vengono mandati in zone dove è stato segnalato un eccesso di selvaggina. Senza essere pagati, ma soltanto dividendo la preda, due cinghiali alla Provincia, uno al selettore. "Ma i cinghialari, quelli che non si adattano al rispetto degli altri - dice Luciani - sono destinati all'autoisolamento. La Provincia ha di recente indetto altri due corsi di caccia di selezione, uno per una tecnica chiamata " la girata", che si svolge con 6 o 8 cacciatori e con l'ausilio del cane, l'altro per l'abbattimento di cinghiali e volpi con carabina munita di ottica. I due corsi hanno ricevuto centinaia di iscrizioni, segno che anche i cacciatori di cinghiali hanno capito che i tempi cambiano. E voglio dare anche un consiglio ai nuovi selettori e agli agricoltori - continua Luciani - al primo accenno di illecito e di tentativi di prevaricazione, si rivolgano subito alle autorità, segnalino quanto sta accadendo, senza paura".
 
 
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