Egregi signori
Ci sembra che vedere la montagna nell'episodio della cavalla che veglia il suo puledrino morto, sia del tutto fuori argomento.
Il tema dell'articolo avrebbe dovuto essere: animali come noi.
Creature che sanno amare che sanno soffrire, una mamma veglia il suo piccolo, indifferente alla montagna, indifferente al branco, indifferente a tutto se non ai suoi sentimenti di perdita. Una mamma cavalla, mammifero come noi, sensibile e memore di cosa sia un figlio partorito.
La montagna non c'entra niente. E' soltanto lo sfondo estetico e non l'esperienza emotiva (e per noi etica ed esemplare) che, nel suo scenario, si rappresenta.
Ci piacerebbe che la visione di un giornalista fosse meno esteriore e più interiorizzata.
........................GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info
firme dei sostenitori del messaggio:
p.s. articolo di cronaca in allegato
IL MESSAGGERO
Venerdì 15 Luglio 2005
IL MONDO DELLA NATURA
Scena di dolore sul Sul Gran Sasso: una cavalla veglia il suo puledro morto Lo ha vegliato per tutta la notte, e la mattina presto, quando siamo passati di lì, la cavalla non ci pensava affatto ad allontanarsi dal puledro, nemmeno quando ci siamo avvicinati: scalciava, nervosa, girava su se stessa; poi siamo andati via, ma lei è rimasta, con dietro la mandria di cavalli che ogni tanto gettava uno sguardo sulla scena, sullo spettacolo che si era aperto nella località ”Acqua di San Franco”, Gran Sasso d’Italia. La montagna esprime anche questo: la natura che si riprende quello che ha contribuito a fare, tra le gobbe erbose, i gruppi rocciosi e l’acqua ( raccontano ancora le gesta del santo eremita medioevale, associato ai pellegrini, agli animali, all’allevamento). Una scena che segna, anche in quel modo, i caratteri della montagna, il suo tempo, la sua quotidianità, immutata. V.B.
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