Sent: Saturday, January 24, 2004 9:41 AM
Subject: Fratelli minori

 
Egregi signori
Leggiamo l'articolo allegato.
I frati francescani vogliono sfrattare i gatti?
Non ricordano che il loro venerato precursore amava gli animali tanto da chiamarli fratelli?
Ma forse la loro devozione si misura soltanto a stereotipi e non ha riscontro nei sentimenti di amore e compassione, di fedeltà agli insegnamenti di un uomo che tutti venerano: francescani, cristiani e laici?
Inoltre anche i frati sono tenuti al rispetto delle leggi italiane. La dott.ssa Raffo, responsabile dei servizi veterinari, afferma che i felini sono quasi tutti sterilizzati
Se non vogliono i gatti in cucina, chiudano la cucina; costruiscano dei piccoli rifugi lontano dai loro venerati luoghi, lascino che chi vuole prendersi cura di loro lo possa fare, ma non dimentichino che anche gli animali sono creature di Dio, per giunta creature innocenti, che non sanno fare del male. Creature che vivono e soffrono, che hanno i nostri stessi bisogni di sopravvivenza.
L'intelligenza e la buona volontà suggeriscono molti modi di convivenza. Trovino i frati questa intelligenza e questa buona volontà.
 
 
........................................GRUPPO BAIRO Onlus

Firme dei sostenitori del messaggio:

articolo di cronaca in allegato:

Troppi mici, stop dei frati alle "gattare"
Il convento sbarra l'accesso alle animaliste, a Santa Margherita infuria la polemica
Le volontarie: «La legge è con noi, non possono impedirci di sfamarli»
 
 
Santa Margherita (GE) - Il destino di una colonia felina ha suscitato una polemica tra alcune "gattare" e i frati Cappuccini di Santa Margherita.
Il convento dei frati è infatti assediato da una colonia di gatti che invadono il parco, le cucine, il chiostro e sono soliti rubare la carne, destinata alle persone che tutti i giorni si recano alla mensa dei frati per ricevere un pasto caldo.
I frati - coordinati dal padre guardiano Domenico, giunto al convento di Santa Margherita lo scorso settembre dopo 52 anni di missione in Perù - hanno deciso di non fare più entrare le volontarie zoofile, che fino a qualche tempo fa davano da mangiare ai gatti, al fine di arginare la proliferazione dei felini. «Trenta gatti che girano per il convento sono troppi: dobbiamo occuparci della salute e dell'igiene delle persone meno fortunate che vengono al convento per mangiare o farsi una doccia: tutti quei gatti che sporcano e si infilano nell'orto e in cucina rischiano di farci venire la toxoplasmosi o altre malattie. Gli animali vanno rispettati, ma non santificati», spiega don Marco Torre, responsabile della mensa con padre Domenico e padre Antonino.
Ma Assuntina Scettro, Maria Rosa De Jennis e una zoofila - le signore che danno da mangiare ai gatti del convento - non accettano di non potere più entrare nel parco con il cibo per i felini e venerdì sera hanno fatto un blitz nel convento, accompagnate da un vigile urbano, gridando: «Non è questo che predicava San Francesco, che amore per gli animali è il vostro se volete mandare via i gatti e non ci permettete più di nutrirli? Chiederemo al sindaco Bottino di occuparsi della colonia felina del convento: una legge regionale stabilisce al di là di ogni possibile dubbio che le colonie feline non possono essere scacciate dal loro habitat naturale». Qualcosa di simile era successo anni fa anche a Chiavari: in quel caso, a essere mal vista era l'attività di volontariato che un'animalista assicurava alla colonia felina del parco di Villa Rocca.
Alla discussione si unisce Teresa, la cuoca del convento: «Ma quale colonia felina - polemizza - Questi gatti arrivano da tutto il circondario, un tempo qui ce n'erano solo un paio ed ora ve ne sono addirittura una trentina che girano per la cucina se appena tengo le finestre aperte e mangiano carne, polli e quant'altro. Tutto cibo che, ovviamente, è destinato a persone bisognose. Se queste signore vogliono fare del bene, ci aiutino a comperare alimenti per gli esseri umani. I gatti, si sa, sanno arrangiarsi anche da soli da quando esiste il mondo».
Ma la responsabile del Servizio sanità animale dell'Asl 4, Alessandra Raffo, ribadisce quelli che sono i termini della normativa vigente. «Esiste una legge regionale, la numero 23 del 2000 - spiega - Prevede che i gatti di colonie stabili non possano essere spostati dal loro habitat, nemmeno se lo stesso ricade su un terreno di proprietà privata».
 
G. B.
18/01/2004

 
 

Risposta dei frati alle telefonate

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