Egregi signori
Leggiamo gli articoli allegati e pensiamo di vivere in un incubo pirandelliano: siamo in questo tempo, in questa parte del mondo........nella cultura occidentale che, si dice, sia civile, evoluta, superiore ad ogni altra, oppure il passato, come per il capriccio di un demone, è tornato a visitarci?
Come si può definire una società dove le sevizie verso gli animali sono un'istituzione? Dove la brutalità degli uomini è accettata come normalità? Come si può chiamare un paese dove possono succedere crimini aberranti verso creature indifese, un paese dove possono esistere criminali che hanno mani sporche di sangue innocente, sostenuti dall'indifferenza e dall'omertà, criminali che con quelle stesse mani accarezzano i loro figli, vezzeggiano le loro mogli, genitori, parenti, amici, clan.....ecc.
E' un paese che ci fa orrore di cui non vogliamo essere cittadini.
Criminali che non vengono puniti, che possono trovare acqua per lavarsi e preti per confessarsi, affiliati e adepti che li sostengono e apprezzano mentre l'indifferenza di tutti copre l'indegnità di costoro divenendo indegnità generale, indegnità che deturpa l'essenza stessa dell' umanità.
No, noi non possiamo credere sia possibile tutto questo, in una società che vorrebbe volare alto, nella poesia, nella spiritualità, nella solidarietà, nella giustizia....
Ancora una volta il meridione d'Italia si connota come un paese extra, lontano da una cultura e da una civiltà evolute.
Vogliamo far conoscere a tutti quanto di macabro, di orrido, di demoniaco possa esistere in questa umanità e rispondere a chi vorrebbe sottrarsi al giudizio che l'eccezione conferma la regola quella di un' umanità che non emerge ancora dal profondo medioevo.
Ci rincresce per gli onesti che ovunque esistono ma che non sono società, ci dispiace sapere che devono convivere con l'orrore ma rifiutiamo ogni rapporto con regioni che hanno in sè il seme di tanta barbarie. Noi vi cancelliamo.
........................GRUPPO BAIRO Onlus
firme dei sostenitori del messaggio:
p.s. articoli di cronaca in allegato
GIORNALE DI SICILIA
25/06/2005 - Cronaca Provincia di Caltanissetta
Testa di cane sul cancello per"avvertire"imprenditore E due sorelle tenute sequestrate in casa, sotto la minaccia delle armi, per paura che avessero parlato troppo
Una povera bestiola è stata presa, legata all'auto e trascinata lungo l'asfalto, per poi decapitarla. Il rapimento delle donne: una punizione interna
(vif) Ciò che più turba, che sconcerta profondamente, è la loro euforia dopo aver catturato, seviziato, ucciso e decapitato un cane. Fasi che hanno scioccato gli stessi investigatori che quelle fasi le hanno registrate per intero. Una povera bestiola presa, legata ad un'auto e trascinata così lungo l'asfalto, per poi decapitarla. La testa mozzata è stata successivamente appesa al cancello di casa d'imprenditori, i fratelli Sciagura, titolari di una ditta di autotrasporti e di altre attività industriali. Un'azione che è stata attentamente programmata prima dalla "mente" e poi attuata dalla manovalanza. A pianificarla, per conto della Stidda, sarebbe stato, secondo gli inquirenti, Gaetano Azzolina, che si sarebbe servito della collaborazione di quattro affiliati, ovvero, sempre secondo l'accusa, Giuseppe Cavallo, Nunzio Maganuco, Fabio Cassarà ed Emanuele Aletta. C'è di che rimanere inorriditi. Non solo per la crudeltà dell'azione ma per la reazione degli autori. Esaltati, euforici per quanto realizzato poco prima. La decapitazione d'incolpevoli animali per intimidire vittime predestinate, purtroppo, è un fenomeno non più isolato. Che si diffonde sempre più tra le pratiche della criminalità organizzata e spicciola. Pratiche che lasciano attoniti, ma ancor più sbalordisce lo stato d'animo che ha scatenato in coloro che hanno curato le fasi della cattura e le successive torture ad un cane, poi decapitato perch‚ la sua testa, appesa al cancello di casa, fosse un chiaro monito per gli imprenditori entrati nel loro mirino. E se da un lato si uccidono cani per costringere imprenditori ad entrare nel lungo elenco degli estorti, dall'altro emerge anche la paura, in qualche modo, di essere scoperti. Così sarebbe scattato il sequestro di due sorelle, tenute segregate in casa, sotto la minaccia delle armi, per timore che avessero parlato troppo. Tenendole sotto tiro, secondo gli inquirenti, si sarebbero accertati se le due donne avevano "spifferato" segreti della cosca a chi non avrebbero dovuto. Una sorta di punizione interna per avere la certezza che non fossero stati messi in piazza fatti della Stidda
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (NORD_BARESE)
24/06/2005
La macabra scoperta nel canile di via Andria
Carcassa di cane in un bagno esposto alla Procura
«Una scena da brivido degna di un film dell'orrore. Non è possibile che all'interno del mattatoio un cane sia stato lasciato chiuso in un bagno fino alle estreme conseguenze. Vogliamo vederci chiaro e per questo abbiamo effettuato una denuncia circostanziata alla Procura della Repubblica». A parlare, con toni allarmati, è Mimmo Francone, presidente della delegazione comunale dell'Enpa, Ente nazionale protezione animale. Francone nella denuncia scrive che: «Il 22 giugno nel mattatoio comunale tra le 11 e le 12 gli addetti alle pulizie del rifugio comunale, che non ha nulla a che vedere con la struttura del mattatoio, si sono avventurati all'interno della struttura. Hanno hanno notato che una porta di un bagno era contrastata con un asse di legno contro il muro, quasi che non si volesse consentire l'apertura. Aprendola si sono trovati di fronte ad una scena a dir poco allucinante: i resti in decomposizione di un cane pastore per terra ed in fase di ulteriore scioglimento dei resti della carcassa stessa. Si provvedeva ad avvertire il veterinario convenzionato e gli addetti all'interno del mattatoio, ma nessuno ha saputo dire alcunché di quella situazione». A tal proposito, Francone, chiede che siano svolte indagini e capire se «il cane deceduto era accalappiato o meno? Da chi era stato messo quel cane nel bagno e perchè in quella maniera come se si volesse evitare l'apertura della porta? Perchè a nessuno era stato comunicato l'esistenza dell'animale in quel posto ed in quelle condizioni?».
giuseppe dimiccoli
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