Egregi signori
ecco descritto, da un giornale sensibile e onesto,  l'esempio di come sia considerato un cane, animale d'affezione, dai siciliani: una cosa,  un oggetto insignificante di cui non serve conoscere il perchè della sparizione, il perchè della morte, il perchè delle menzogne, il perchè dell'incuria e tutti i perchè un cittadino civile, compassionevole,  umano si pone leggendo di una vicenda tanto vergognosa.
Con uno schiocco di dita scompare la vita di una creatura e non resta nella nostra mente neppure l'ombra dell'immensa malinconia, dell'immensa tristezza dei suoi occhi, a muovere un lembo della nostra coscienza.
Come fosse una pulce, un granello di sabbia,  il silenzio della menzogna e dell'indifferenza  calpesta quest'essere e lo sotterra.
Siamo allibiti!
Chiediamo si faccia luce sull'accaduto, si cerchino i responsabili e si puniscano come la legge, più volte sottolineata nella lettera e nello spirito dal Parlamento italiano, pretende.
Altrimenti non chiamatevi civili!
 

........................GRUPPO BAIRO Onlus        
bairo.info
 

firme dei sostenitori del messaggio: 

p.s. articolo di cronaca in allegato

GIORNALE DI SICILIA (Cronaca Provincia di Palermo)
 
23/06/2005

Mistero su un randagio morto al canile "Non siamo tenuti a spiegare le cause"
Una signora lo aveva raccolto: "Volevo che fosse curato, aveva una zampa rotta" Il responsabile amministrativo della struttura: "Non sappiamo perchè è deceduto"

E' rimasta con troppi dubbi per la testa Grazia Aronica. Vuole che qualcuno le spieghi come sia potuto morire, venerdì scorso, il meticcio che, ritrovato dentro il piazzale del suo condominio, aveva poi portato al canile municipale perchè, qualche dottore curasse la sua zampetta rotta. Una fine, quella di questo cane dal pelo lungo e dai grandi occhi neri, avvolta dal mistero visto che nessuno al canile sa spiegare le cause del decesso. Tesi contrastanti si rincorrono ma nessuna finora sembra portare ad una chiara verità. Da un lato, infatti, Renato La Bella, responsabile amministrativo del canile municipale sostiene di avere appreso della morte dell'animale "solo quando la sua carcassa era stata già portata via dall'Amia. Non so perchè, il cane sia morto: ho comunicato al canile il decesso, per farlo cancellare dall'anagrafe canina, ma non le sue cause anche perchè, non siamo tenuti a farlo". Dall'altro lato, invece, Angelo Todaro, responsabile del presidio veterinario dell'Ausl presso il canile spiega che "di norma, la carcassa dell'animale viene prima portata in ambulatorio per la verifica "causa mortis". Quel giorno, però, non è stato possibile perchè, la scomparsa del cane mi è stata comunicata quando ormai non c'era più". Un bel grattacapo, quindi, per la signora che, chieste invano spiegazioni, adesso annuncia di procedere per vie legali. "Sporgerò una querela. Mi è stato detto che il cane è stato aggredito - racconta al "telefono dei lettori" - mentre si trovava all'interno delle gabbie dell'ex mattatoio di viale dei Picciotti: ma perchè è stato trasferito lì, quando io lo avevo lasciato al canile municipale? Non c'è nessuna certificazione scritta che ne provi il trasferimento, n, un referto sui reali motivi della morte". Ma secondo La Bella, che smentisce ogni tipo di aggressione "non siamo tenuti a documentare nemmeno i vari spostamenti degli animali, presso altre strutture collegate al canile. Comunque, il cane si trovava lì perchè, la gabbia dove prima stava, doveva essere liberata per ospitare altri animali". Un triste epilogo, dunque, per una storia iniziata due mesi fa. Verso la fine di aprile, infatti, Aronica decide di portare al canile quel meticcio che per tre giorni vedeva disteso dentro il cortile del proprio palazzo, privo di forze per colpa di una ferita alla zampa sinistra. "Al canile, lo hanno subito curato - aggiunge la signora Aronica -. Lo hanno pure sterilizzato, microchippato e dato in affidamento al Comune, che lo avrebbe dovuto rimettere in strada". Passano i giorni. "A metà maggio, il ragioniere La Bella - dice - mi ha assicurato che il cane sarebbe stato liberato al più presto. Ma, lo scorso 8 giugno, il cane era ancora in via Tiro a Segno". Altra anomalia, le condizioni del cane. "Quel giorno, l'ho trovato dentro una gabbia fatiscente - continua - e, solo dopo varie sollecitazioni, sono riuscita a farlo trasferire in un'altra gabbia, dove si è ripreso. Avevo chiesto di portarlo con me, lo avrei curato io, ma il dottore Lombardo mi ha consigliato di lasciarlo ancora un po' al canile, per farlo guarire del tutto". Ma da allora non ha più rivisto il cane. Quel cucciolo dalla zampetta rotta e dai grandi occhi neri.
Rosaria Baiamonte
 

Articolo del Giornale di Sicilia

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