Egregi signori
I cani che terrorizzano i bagnanti sono delle vere invenzioni per fare pubblicità a un titolo.
I cani animali d'affezione, migliori amici dell'uomo, diventano belve, o cose o, peggio, spazzatura.
Hanno il torto di andare a mangiare le briciole di pane che cascano dalla bocca dei villeggianti. I cani non devono mangiare, non ne hanno il diritto, non sono creature di Dio, non mammiferi con le nostre stesse caratteristiche biologiche!!!
Noi diciamo ai poveri bagnanti: date da mangiare ai cani, aprite il cuore ai sentimenti di compassione; chiamate sì la polizia, i vigili, i giornali, i carabinieri e tutto il mondo pubblico ma per protestare contro l'abbandono degli animali, contro il loro maltrattamento, contro l'indifferenza verso le leggi che li tutelano dimenticate nei cassetti dell'ignoranza, del lassismo, dell'indifferenza e dell'inciviltà.
Abbiamo veduto con nostri occhi il modo con cui vengono trattati gli animali in Sardegna e in particolare i cani. Il senso di una profonda inciviltà che rasenta la barbarie, ci è sempre saltato agli occhi e perciò da molto tempo la vostra isola è per noi tabù.
Tabù come sono la crudeltà e l'indifferenza.
Noi consideriamo i cani esseri viventi, creature di Dio, con il diritto a un'esistenza e non alla persecuzione.
Chiediamo ai sardi, nativi e frequentatori, avete una coscienza, la capacità di giudizio, il senso della giustizia?
Ebbene, perchè non andate in massa dai vostri giornali, dai vostri amministratori e pretendete. Cosa?
Soltanto che applichino le leggi ormai vecchie di oltre un decennio per poter aiutare gli animali sul vostro territorio e non altrove e chi di voi ha anche un sentimento, si adoperi per cambiare l'inciviltà e non lasci a noi, turisti per caso, ad assistere all'insensibilità e all'indifferenza della vostra regione.
........................GRUPPO BAIRO Onlus
firme dei sostenitori del messaggio:
p.s. articolo di cronaca in allegato
L'UNIONE SARDA
16/05/2005
Olbia Due cani randagi sulla spiaggia terrorizzano i bagnanti a Pittulongu
Pittulongu (Olbia)
Impossibile prendere il sole a Pittulongu: dei cani randagi abbaiano e attaccano i bambini alla ricerca di un pezzo di pane. Una domenica da dimenticare quella di ieri per i bagnanti che hanno deciso di approfittare del sole caldo che ha caratterizzato la seconda domenica di maggio. In centinaia ieri le persone che hanno steso il proprio asciugamano nella spiaggia più frequentata dagli olbiesi. «È assurdo, non possiamo stare tranquilli neanche quando siamo in ferie», con parole dure Patrizia Meloni, 34 anni, originaria di Olbia ma residente a Milano, si lamenta per la presenza di due grossi cani randagi che ormai da settimane presidiano la spiaggia. «Vengo a prendere il sole da alcuni giorni e nessuno ha fatto nulla per allontanare questi cani randagi, pieni di pulci e zecche», dice mentre si affretta ad afferrare Gaia, la figlia di appena tre anni, troppo impegnata a costruire un castello di sabbia per accorgersi dell'animale che si avvicina alle sue spalle. «È una questione di igiene e sicurezza: almeno qui, lontano dalle strade della città, dovremo lasciare i nostri bambini liberi di correre e giocare». Ma non solo: «È poco igienico - sottolinea - farsi il bagno nell'acqua in cui si sono da poco immersi questi cani, senza parlare poi del pericolo che si corre quando ti assalgono». I due animali, infastiditi dal caldo, si contendono, infatti, le briciole dei panini dei bagnanti. «Assurdo che nessuno cerchi di trovare una sistemazione per questi animali». Patrizia Meloni, esasperata dalla presenza del pericolo, non trova altra soluzione che chiamare le forze dell'ordine. «Ho chiamato tutti - dice - vigili del fuoco, carabinieri, polizia e i vigili urbani: nessuno è competente in materia». Nel frattempo la donna riceve una telefonata: «Era un agente della polizia, mi ha detto che ha avvisato la Capitaneria di porto e che si occuperanno loro del problema». Ma dopo quattro ore i cani hanno continuato ad abbaiare e a far piangere i bambini meno coraggiosi. «Mi hanno detto che sarebbero arrivati subito, invece, nessuno si è preoccupato di garantire la nostra sicurezza». Non resta che prendere pacchi e pacchetti e tornare a casa. «Almeno lì potremo stare tranquilli», conclude la donna più nervosa che abbronzata.
Antonella Manca
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