Gentili signori
Nella promozione delle buone azioni, come il finanziamento della ricerca sul cancro, i mass media dimenticano di dire che la ricerca finanziata non è indolore e non risparmia atroci sofferenze agli animali usati, inchiodati a un tavolo e tagliati, spezzati, avvelenati, perforati, affinchè lo studio finanziato dalla bontà, possa avanzare.
Molti di coloro che credono di fare una buona azione non conoscono i mezzi con cui quella buona azione viene portata a termine.
Anche Ghandi ci rammenta che da un seme cattivo nascerà una cattiva pianta ma i ricercatori, veri torturatori (come altrimenti si possono chiamare le loro azioni se non tortura?) non si curano di ciò perchè al di sopra di tutto esiste la loro ambizione e, solo come conseguenza, la salvezza dell'umanità.
Lo ha fatto capire chiaramente il nobel Dulbecco durante la trasmissione televisiva "Che tempo che fa".
Ma, qualcuno sa che esiste una ricerca costituita da un buon seme, una ricerca che non tortura, che non taglia, non smembra, non procura agonia e morte?
Questa ricerca esiste: è la ricerca senza animali, http://www.ricercasenzaanimali.org/
"Ricerca senza animali" promuove una campagna per informare i cittadini su quali siano le associazioni che finanziano la ricerca su animali e quali non, perché ci sono associazioni che:
Perchè non approfondire?
Perchè non essere rigorosi al punto da vagliare ogni ipotesi e di lasciare ai benefattori la scelta di quale associazione finanziare?
Invitiamo i giornalisti a sviluppare tutte le parti dell'argomento e a non restare inchiodati alla retorica.
Grazie.
..................... GRUPPO BAIRO Onlus
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