Egregi signori
consideriamo vergognoso il dato pubblico sulla morte di tanti cani in Ciociaria.
Comune e Asl cosa fanno?
Perchè permettono che succeda questa sterminio?
Non conoscono le leggi dello Stato? Oppure non sono interessati a considerarle tali?
La civiltà è ben lontana da questi luoghi se i cani morti sono e restano soltanto numeri.
Suggeriamo un ritorno di coscienza e di legalità. I cani sono animali con sentimenti e capacità di sofferenza, è difficile capirlo?
Le leggi indicano la strada da seguire per tutelarli e combattere il randagismo. Spetta alle istituzioni il rigore della sua applicazione senza se e senza ma.

 

...............GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info

firme dei sostenitori del messaggio:   

 
p.s. articolo di cronaca in allegato 
 

IL MESSAGGERO

FROSINONE
15/04/05

Il direttore del distretto Asl si difende: «Negli ultimi dodici mesi siamo riusciti ad affidare 200 animali»
Canili: nel 2004 morti 423 randagi

Messore: «Troppi decessi? Molti arrivano vecchi, malati e debilitati»

di CLAUDIO IORIO

Frosinone

Ancora dati preoccupanti sui decessi dei randagi nei canili ciociari. Era di qualche settimana fa la notizia di 700 cani, accalappiati nel solo Comune di Frosinone, morti in cinque anni nei canili. Adesso, dai dati forniti dal distretto veterinario dell’ASL di Frosinone, salta fuori che, solo nel 2004, sono morti ben 432 cani nei cinque canili convenzionati con i 91 comuni della Ciociaria. E nell’arco degli ultimi quattro anni, dal 2001 al 2004, più di 2000 randagi hanno perso la vita nei rifugi per cani della provincia. Dai dati forniti dall’Assessorato all’Ambiente di Frosinone, e quelli resi noti dal direttore del distretto di sanità animale dell’ASL di Frosinone, il dottor Antonio Messore, è lampante la necessità di un repentino intervento. Abbiamo chiesto al dottor Antonio Messore delle spiegazioni sul motivo di un tasso di mortalità così elevato. «Molti dei cani accalappiati arrivano malati o debilitati, oppure già vecchi. Ma vorrei anche precisare – continua il veterinario - che i randagi alloggiati nei canili non escono dalle loro gabbie solo da morti. Nell’ultimo anno siamo anche riusciti ad affidare più di 200 cani randagi». A proposito delle adozioni, abbiamo chiesto al dottor Antonio Messore anche dei chiarimenti sul perché il veterinario responsabile del rifugio di Giuliano di Roma dedicasse solo un’ora al giorno al canile. «Ho avuto un colloquio – spiega Antonio Messore - con il dottor Corrado Falcidia, veterinario responsabile a Giuliano di Roma. Abbiamo concordato insieme un prolungamento della sua attività: resterà nel canile tutti i giorni dalle 12 alle 13, e anche il pomeriggio, per due giorni a settimana, e il sabato mattina».
Ma il numero di randagi rimane alto, e il problema del sovraffollamento e dell’insufficienza di personale non si può risolvere aumentando di qualche ora la presenza del veterinario nel canile. «In effetti la situazione è critica – confessa Antonio Messore – Stiamo contattando i canili di altre città per trasferire i cani in strutture meno affollate e, nel frattempo, accalappiamo solo quelli considerati pericolosi, per evitare situazioni a rischio per la cittadinanza. Anche se i canili attualmente in attività sono a norma di legge e sufficientemente buoni (anche se non ottimali), la realizzazione del canile comunale nella zona dell’ex Mattatoio potrebbe risolvere diversi problemi, di spazio e di personale, anche grazie all’ausilio di animalisti volontari».

 

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