Egregi signori
la spudoratezza del sindaco è straordinaria quanto riprovevole.
Questo primo cittadino si comporta come primo e unico legislatore, come primo e unico governatore e giudice del suo piccolo stato.
Ma in Italia o meglio, a Perosa (Torino) è ancora in vigore lo Stato di diritto?
Vergogna che un amministratore della cosa pubblica, un servitore dello Stato e quindi della comunità che rappresenta, si comporti come un giustiziere del far west. E vergogna che ci siano cittadini che lo sostengono ignorando volutamente la legge.
...............GRUPPO BAIRO Onlus firme dei sostenitori del messaggio: p.s. articolo di cronaca in allegato
L'ECO DEL CHISONE
12 APRILE 2005
A Perosa (TO) provoca reazioni una lettera ai cittadini
Gatti untori, sindaco denunciato
Gli animalisti: «Atteggiamento è scorretto e ingiustificato»
PEROSA (TO)- Sta provocando polemiche e dure reazioni la lettera inviata a fine dicembre 2004, dal sindaco di Perosa, Giovanni Laurenti alle famiglie residenti nel comune. Nella giornata di martedì 15 Davino Fazia, legale rapppresentante dell'associazione per la Difesa del Cane e del Gatto "Amici del Rifugio di Cavour" e membro del Comitato Tecnico Regionale per la tutela degli animali, ha presentato una denuncia ai Carabinieri di Perosa, ritenendo che nella lettera possano ravvisarsi condotte lesive dei diritti dei cittadini ed in contrasto con le leggi vigenti a tutela degli animali. Nella missiva, Laurenti infomava che «In merito alla diffusione di malattie infettive da animali domestici o semidomestici verso l'uomo, si rammenta che i gatti randagi costituiscono un sicuro veicolo di trasmisisone di malattie. Pertanto - si leggeva ancora - è opportuno che le persone che, in buona fede, si occupano di colonie feline, somministrando loro cibo, si preoccupino di provvedere, tramite servizio veterinario all'ASL 10, alla sterilizzazzione dei gatti onde evitare la proliferazioner del randagismo…» Per Davino Fazia e altri rappresentanti di Associazioni a difesa degli animali, questo è «Un atteggiamento inaudito, che provoca ingiustificati allarmismi e potrebbe spingere qualcuno a maltrattamenti e danni letali ai gatti che vivono in libertà, che, anche secondo la legge, non sono da considerarsi randagi». Ma c'è dell'altro: nella sua denuncia, Fazia, evidenzia anche che "aver indotto la popolazione sensibile alla salute delle colonie feline ad affrontare spese significative per cure e sterilizzazioni,scaricare cioè il problema e i costi sulla popolazione non è affatto corretto e previsto dalle norme. Queste sono di competenza dell'Amministrazione comunale e/o dell'Asl 10». L'articolo 12 della legge sulla Tutela e controllo degli animali da affezione (la n. 31 del 4 agosto 93) in effetti recita: «Qualora si renda necessario, il Comune, in accordo con il servizio veterinario dell'Asl organizza interventi di controllo della popolazione felina che possono comprendere, secondo la natura e la gravità dei casi segnalati: l'affidamento della colonia a un'associazione per la protezione degli animali; il controllo delle nascite; la cattura e la collocazione degli animali in affidamento. La stessa legge prevede inoltre che le spese per gli interventi di controllo della popolazione felina siano a carico dei Comuni, singoli o associati». Una visione che però non trova d'accordo il sindaco Laurenti, il quale specifica che «tutto ciò è vero se le colonie feline sono su terreno pubblico, le ciotole del cibo dato ai gatti, invece, è su un terreno privato, il cui proprietario peraltro è estraneo alla cura e all'alimentazione di questi animali. E poi - aggiunge, non capisco il problema: nessun cittadino di Perosa si è lamentato, solamente le associazioni animaliste. Se hanno a cuore il problema, lo risolvano fino in fondo». |