Risposta di Elisabetta Cugia dell'Ambasciata del Canada a tutti i messaggi inviati contro lo sterminio delle foche jin Canada
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From: [email protected]
Sent: Tuesday, March 29, 2005 8:41 AM
Subject: FOCHE IN CANADA
Gentile Signora/Signore,
Dobbiamo fare attenzione quando cerchiamo di "definire" la giusta maniera in cui vivere. Molte persone nel mondo non la pensano come noi, che pure ci definiamo popoli civilizzati. Ad esempio le popolazioni del Canada artico del Nord e dell’Est ed i gruppi aborigeni canadesi hanno un rapporto con la natura molto diverso dal nostro, pur con un totale rispetto dell’ecosistema. Profondamente motivati ad utilizzare tutte le risorse possibili offerte dal territorio dove vivono, essi sono convinti che il Creatore ci abbia donato gli animali anche per la nostra sopravvivenza. Per loro la caccia non rappresenta niente di "poco civile" ma piuttosto un metodo di sostentamento assolutamente naturale, giusto e necessario, sia per il cibo in sè che per il guadagno derivato dai prodotti della stessa caccia. Noi, con la nostra presunzione di civiltà e civilizzazione, con il nostro mondo industrializzato, dimostriamo soltanto un punto di vista, il "nostro". E diamo prova di intolleranza quando proponiamo i "nostri" valori come più importanti di quelli di "altri". Noi misuriamo il termine "civilizzazione" solo in base ai nostri standard, in questo caso quelli europei.
Dobbiamo invece constatare che la diffusione delle campagne anticaccia ha avuto effetti devastanti sulle comunità aborigene e non del Canada del nord e dell’est.. A differenza di tanti altri paesi cosiddetti evoluti, il Canada possiede una delle coscienze ambientali pij forti e sviluppate, fortemente e attivamente condivise dalla sua popolazione. La protezione e la salvaguardia dell’ambiente sono una priorità del Governo, che si attiva in molteplici maniere per preservare i suoi immensi territori, le numerose risorse naturali e l’abbondante flora e fauna. Per quello che riguarda le foche, il Canada ha dedicato profondi ed accurati studi per tutelare la salute e l’abbondanza della specie. Ogni cinque anni viene effettuata una stima accurata e completa della popolazione di foche e un monitoraggio viene compiuto annualmente. Le comunità di foche vengono fotografate, sorvolando sistematicamente le immense zone in cui vivono, per avere un quadro esatto del loro numero e dell’età degli esemplari. Studi internazionali indipendenti confermano che la popolazione delle foche P grandemente cresciuta negli ultimi decenni. Vogliamo anche commentare brevemente le usuali proteste sui metodi di caccia, provocate purtroppo principalmente dall’impatto emotivo dei servizi fotografici e cinematografici. Se gli stessi reportage fossero girati in uno dei macelli in Italia dove vengono uccisi giornalmente centinaia di cavalli, mucche e anche animali giovanissimi come maialino e agnello, proveremmo senza dubbio le stesse emozioni negative. Dobbiamo affrontare la realtà che la morte di qualsiasi animale riveste la stessa drammaticità e che i cicli di violenza che appartengono all'ecosistema del nostro pianeta, benché necessari e naturali, suscitano ovviamente emozioni forti e contrastanti. Prima di affermare che non P "civile" uccidere le foche con un arpione, bisognerebbe studiare a fondo la questione e sapere che questo metodo P istantaneo, e che i metodi usati per uccidere le foche sono del tutto comparabili con quelli usati per tutti gli altri tipi di animali, sia in Europa che in Canada. Il Governo canadese rispetta il diritto di ciascuno di noi di sostenere le proprie opinioni ma sente anche il dovere di mettere in evidenza come alcune organizzazioni ambientalistiche usino filmati di cacciatori di frodo e di cuccioli di foca dando un’immagine totalmente distorta di quello che realmente accade sui ghiacci del Canada. Ci sono molti miti su questo argomento e, a questo proposito, allego alla presente un interessante documento dal titolo, appunto, "Miti e realtà sulla caccia alla foca". Concludendo, dobbiamo tenere presente che a culture diverse corrispondono realtà diverse. Noi impiegati dell’Ambasciata e probabilmente anche Lei abbiamo la fortuna di vivere e lavorare in circostanze molto più facili dei cacciatori delle zone costiere del Canada e degli altri paesi dove viene praticata la caccia. Dobbiamo rispettare le diversità delle varie pratiche tradizionali e culturali del mondo. La caccia alle foche in Canada rappresenta semplicemente l’uso sostenibile di una risorsa disponibile e rinnovabile ed una delle pochissime opportunità economiche per quelle regioni remote e rurali. InvitandoLa a leggere la pubblicazione allegata e a visitare il sito internet del Dipartimento della Pesca e degli Oceani (http://www.dfo-mpo.gc.ca), La ringraziamo per il Suo interessamento e per averci dato la possibilità di contestare alcune informazioni che incorrettamente sono state diffuse negli ultimi tempi. L’Ambasciata del Canada |
CRONACA
(ASCA) - Roma, 30 mar - 2005
La caccia alle foche, il più grande e crudele massacro di mammiferi marini nel mondo, e' ripreso da ieri, in Canada, con particolare violenza e intensità: circa 320.000 cuccioli di appena due settimane di vita saranno orribilmente sterminati proprio in questi giorni. E' quanto denuncia la LAV evidenziando che nel 2004 in Canada sono state uccise 353.000 foche. Il Departement of Fisheries and Ocean canadese, infatti, nel 2003 ha emanato un ''piano triennale di Gestione'' con il quale ha fissato a 975.00 il numero di foche cacciabili nel periodo 2003-2005. L'uccisione dei cuccioli di foca e' particolarmente violenta e crudele: colpiti ripetutamente con un bastone, trascinati sul ghiaccio con uncini di acciaio e, in molti casi, scuoiati vivi. Per il Governo canadese, invece, questi animali vengono uccisi in una maniera definita ''umanamente accettabile''. Tutto questo per ricavare pelli e pellicce, destinati in parte proprio al mercato italiano. L'Italia e' il secondo maggiore Paese europeo coinvolto nel commercio di prodotti di foca dopo la Danimarca. L'attuale normativa in Italia e in Europa consente il commercio di prodotti di pelli, capi e oggetti di abbigliamento e olio di foca di tutte le specie presenti in Canada, a esclusione di quelle dal ''manto bianco'' o dal ''manto grigio blu''. Nel 2003 il nostro Paese ha importato 15.659 pelli di foca e ne ha esportate 7.688. Nel triennio 2000-2003 il fatturato italiano delle importazioni di pelli, pellicce grezze e derivati di foca (es. olio) e' stato di 8,4 milioni di euro, mentre il fatturato delle esportazioni ha raggiunto i 16,2 milioni di euro, a conferma della consistente attività di trasformazione svolta dall'Italia in questo settore. Alla luce di questi dati economici, la LAV ritiene particolarmente significativo che proprio dalle istituzioni Italiane e dall'Unione Europea intera giunga un monito ufficiale a mettere fine al commercio internazionale di pelli, pellicce e derivati di foca. Allo stesso tempo, in cooperazione con l'IFAW, la LAV sta conducendo una campagna di pressione nei confronti delle autorità canadesi, per convincerle a vietare la caccia. Negli ultimi 12 mesi la LAV ha raccolto circa 100.000 firme in tutta Italia. res-mpd/sen/ss
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IL MATTINO
30/03/2005
Cuccioli di foca, salviamo Hope
![]() Hope è nata l’8 marzo nel Golfo di San Lorenzo, in Canada, uno dei luoghi in cui si concentrerà l’attività di caccia alle foche: 319mila cuccioli che, come Hope, in questi giorni stanno muovendo i primi incerti passi sui ghiacciai, saranno uccisi. La caccia si è aperta questa settimana e comporterà la barbara uccisione dei piccoli che nascono i primi del mese, vittime preferite dai cacciatori sia per la morbidezza del manto sia per la facilità di cattura. Hope e i suoi compagni ancora non sanno nuotare, per cui non hanno possibilità di fuggire davanti ai killer armati di bastoni e fucili, e le loro madri li difendono fino alla morte usando il proprio corpo come scudo. Una morte violenta e crudele: colpiti ripetutamente con un bastone, trascinati sul ghiaccio con uncini di acciaio e, nella metà dei casi, scuoiati vivi. Tutto questo per ricavare pelli e pellicce, destinati in parte al mercato italiano. La campagna. «Hope non è solo un cucciolo di foca, rappresenta la speranza che questi animali non siano mai più vittime della barbarie umana. Aiutaci a salvarlo», con questo appello la Lav (Lega antivivisezione) invita a firmare una petizione per ottenere il divieto di importazione e vendita di prodotti di foca in Italia. «I risultati che riusciremo a ottenere - dice Robero Bennati, responsabile Lav, che in questi giorni si trova in Canada per seguire e filmare le atrocità della caccia - sono di importanza fondamentale per fermare il massacro, perché l’Italia è uno dei Paesi che più alimenta il mercato delle pelli e pellicce di foca. Maggiore è il numero delle firme che otterremo, più forte sarà la nostra voce contro questa strage». La mattanza. Quella che si sta compiendo sulle coste canadesi è la più grossa mattanza di mammiferi marini al mondo e una delle più sanguinarie. Il governo canadese continua a sostenere che gli abbattimenti sono «umanamente accettabili», ma la Lav insieme all’Ifaw ha documentato con foto e video gli abusi che avvengono durante la caccia: il 42 per cento degli animali vengono scuoiati vivi in piena coscienza; il 40% vengono colpiti ripetutamente a bastonate, trascinati nel ghiaccio con uncini d’acciaio e lasciati agonizzanti per diversi minuti prima di essere uccisi. La stessa Ifaw, negli ultimi cinque anni, ha filmato più di 660 violazioni della legge. Il video. È possibile vedere il video realizzato dall’Ifaw sul sito della Lav (www.infolav.org): si tratta di immagini molto forti che documentano il modo in cui vengono crudelmente uccise le foche e che potrebbero turbare persone particolarmente sensibili. La caccia alle foche è diventata più intensa e violenta grazie all’autorizzazione del Departement of Fisheries and Ocean Canadese, che nel febbraio 2003 ha emanato un «piano triennale di Gestione» con cui ha fissato a quasi un milione il numero di foche che potranno essere uccise nel triennio 2003-2005. |
KATAWEB - 30 Marzo 2005
FOCHE: DENUNCIA LAV, 320 MILA CUCCIOLI UCCISI
320mila cuccioli di foca, nati da appena due settimane, saranno uccisi in questi giorni in Canada: e' quanto denuncia la LAV (Lega antivivisezione) che ricorda come lo stato americano abbia emanato, nel 2003, un "piano triennale di gestione" con il quale ha fissato a 975mila il numero di foche cacciabili nel periodo 2003-2005. Soltanto lo scorso anno, continua la LAV, in Canada sono stati sterminati 353mila cuccioli di foca con pratiche estremamente cruente. I cuccioli vengono infatti ripetutamente bastonati, trascinati sul ghiaccio con uncini d'acciaio e spesso scuoiati vivi. Per il governo canadese tuttavia questi animali vengono uccisi in una maniera definita "umanamente accettabile". Intorno alla caccia delle foche, sostengono gli animalisti della Lav, ruota un grande mercato di pelli, pellicce e olio di foca, i cui piu' grandi consumatori sono la Danimarca e l'Italia. (AGI) |
LIBERO - 31 MARZO 2005
Caccia alle foche. A rischio 320mila cuccioli
E' ripresa in Canada la caccia alle foche, il più crudele massacro di mammiferi marini, con particolare violenza e intensità: circa 320.000 cuccioli di appena due settimane di vita saranno sterminati proprio in questi giorni. I cuccioli di foca vengono colpiti ripetutamente con un bastone, trascinati sul ghiaccio con uncini di acciaio e, in molti casi, scuoiati vivi. Un team di veterinari indipendenti ha documentato che il 42%, era stato colpito ripetutamente prima di morire. Per il Governo canadese invece, questi animali vengono uccisi in un modo "umanamente accettabile". Tutto questo per ricavare pelli e pellicce, destinati in parte al mercato italiano. L'Italia, infatti, è il secondo maggiore Paese europeo coinvolto nel commercio di prodotti di foca, dopo la Danimarca.
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immagini della mattanza
(cliccate sulle miniature per ingrandire le immagini)
Risposta del GRUPPO BAIRO Onlus alla risposta di Elisabetta Cugia dell'Ambasciata del Canada