Gentili signori
Abbiamo letto le riflessioni sotto riportate e noi, animalisti, gente con spiritualità, non sappiamo e non possiamo rifiutare valore alla creazione.
A prescindere dalle nostre personali fedi, religioni, credenze e filosofie, il valore della vita e di ogni vita, qualunque forma essa assuma, è per noi sacro.
Non potremmo mai sottoporre questo valore alle tradizioni, agli usi, agli interessi, alle necessità. Il valore che diamo alla vita e alla non sofferenza per tutte le creature è talmente forte che in questo ci avviciniamo più di qualunque altro a Dio in quanto da lui è scaturita la vita.
Le forme che essa ha assunto sulla terra non sono che un dettaglio, un vestito, un aspetto in cui racchiudersi.
Noi non possiamo dare dolore, lo rifiutiamo con ogni fibra della nostra stessa sofferenza.
La Chiesa, purtroppo, ha emarginato San Francesco ma anche Dio in quanto non si è mai pronunciata con voce tonante a favore degli animali, contro le varie, ripugnanti torture alle quali vengono sottoposti a miliardi di miliardi e che sono l'allenamento alle torture che vengono inflitte, senza sosta e con nomi diversi, agli esseri umani indifesi.
I potenti sono il vitello d'oro, inattaccabili e devianti.
In questo atteggiamento, oltre che una mancanza verso Dio, c'è anche una mancanza morale e culturale di conoscenza. Si trattano gli animali come le cose che non sono, gli oggetti inanimati che possiamo secondo il nostro piacere, conservare o distruggere.
Per giustificare questa convinzione si inventano parole come scienza, tradizione, utilità, nocività, sport ecc.
La Chiesa Cattolica disquisisce ma non agisce. Si attarda purtroppo nel compromesso che le è sempre stato congeniale.
...............GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info firme dei sostenitori del messaggio: p.s. articolo di cronaca in allegato FAMIGLIA CRISTIANA n. 5/2005
Rispettiamo gli animali
Che cosa ne pensa la Chiesa sul consumo esagerato di carne, l’abbigliamento che si ricava dagli animali, la caccia e le pratiche estreme in cui sono coinvolti gli animali? Loredano P. – Bologna
Risponde il teologo: di Luigi Lorenzetti
La nuova cultura ecologica e animalista chiama direttamente in causa il pensiero tradizionale cristiano. Nella bimillenaria storia del cristianesimo – si osserva criticamente – filosofi e teologi hanno insegnato l’importanza dell’essere umano (antropocentrismo) ma l’hanno negata alle creature non umane; in base a una lettura strumentale di testi sacri, hanno attribuito all’uomo un dominio incondizionato e arbitrario sull’universo e quanto esso contiene. Per molti, anche credenti, il pensiero tradizionale cristiano è quasi una pietra d’inciampo per la credibilità della fede; ad eccezione di alcune persone illuminate (come Francesco d’Assisi), si nota indifferenza ed estraneità. Alcune correnti del movimento animalista sostengono che nel cristianesimo storico (ma anche nell’ebraismo e nell’islam) c’è un rapporto meramente strumentale e utilitarista con gli animali; tanto vale cercare un’ispirazione in altre religioni. La cultura ecologica e animalista, che è riuscita a farsi valere anche sul piano legislativo nazionale ed europeo è una salutare provocazione; conduce i cristiani (come singoli e come comunità di appartenenza) a ripensare la teologia della creazione, quale è il disegno di Dio creatore dell’universo, sull’essere umano e sugli esseri non umani? Le risposte non tardano a venite; gli animali sono creature di Dio e significano relazione a lui prima che all’uomo (concezione geocentrica); l’eminente dignità dell’uomo - egli stesso è parte della creazione – non annulla né minimizza la dignità specifica delle creature non umane; gli animali non hanno bisogno di essere elevati al rango di esseri umani: vorrebbe dire che non si riconosce la loro specifica dignità; i diritti sono propri dell’essere umano, in quanto è capace, (lui solo) di corrispettivi doveri e, tra questi, il dovere di rispettare e promuovere il benessere degli esseri non umani; il dominio, affidato dal Creatore all’uomo, è servizio, custodia e perfezionamento della creazione e di tutte le creature secondo il progetto di Dio; l’attesa di “cieli nuovi e terra nuova” fonda la speranza della creazione trasformata, ma non distrutta; Dio non ha interesse ad annullare quanto ha creato e che ha visto come molto buono. Nella nuova prospettiva teologia, il Catechismo della chiesa cattolica dedica agli animali quattro numeri (dal 2415 al 2418) sotto il titolo significativo: “Il rispetto dell’integrità della creazione”. Ecco le affermazioni centrali: La signoria sugli esseri inanimati e sugli esseri viventi accordata dal Creatore all’uomo non è assoluta. (n.2415); gli animali sono creature di Dio (2416); Dio ha consegnato gli animali a colui che ha creato a sua immagine (n.2417) ; è contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita, (n. 2418). Sono così descritti i principi di una nuova cultura che orienta alla giusta soluzione dei molti molteplici problemi senza pretendere che il magistero intervenga per ogni singola questione del dibattito attuale. In applicazione è fin troppo evidente che la caccia per sport (cioè per divertimento) non può ottenere legittimazione, meno che meno benedizione; non c’è ragione alcuna per confezionare vestiti di lusso (pellicce9; la sperimentazione medica e scientifica – ammesso che sia necessaria – deve evitare, oltre la sofferenza, il rischio dell’integrità della vita animale; lo svago non legittima le feste sadiche, le corride e i combattimenti fra animali. Gli animalisti non hanno sempre ragione, ma i cristiani non dovrebbero essere secondi nel riconoscere il rispetto che si deve all’integrità della creazione. Gli animali, prima che un valore strumentale per l’uomo, hanno un valore finale; sono un bene per sé stessi. |