Egregi signori
Replichiamo alle verità dell'assessore alla caccia della Provincia di Brescia che leggiamo nell'intervista sotto riportata.
L'assessore parla di "cultura da vedere in ogni suo aspetto" e noi domandiamo: è cultura uccidere? Quale aspetto ha la morte causata dalle fucilate, dai lacci, dalle trappole, dai roccoli, ecc.?
Quale aspetto ha la cultura che spara a un capriolo, a un uccellino di pochi grammi, che bracca un cinghiale, che manda alla morte i cani?
E come si valuta questa cultura, forse come la valutavano nei secoli passati gli schiavisti (con i quali i cacciatori condividono la voluttà di un feroce potere) giustificandola con l'inferiorità di razza (razzismo)?
All'inferiorità di razza si è sostituita oggi l'inferiorità di specie (specismo) ma il processo immorale che sta alla base del comportamento non cambia.
E non importa che la motivazione si chiami con parole mistificatorie: cultura, sport, divertimento, tradizione, amore per la natura!
E non importa che i cacciatori legali siano una minoranza assoluta, un misero sparuto gruppo di nostalgici preistorici!
Tant'è che possono girare l'Italia mostrando il loro aspetto retrivo con l'illusione di fare cultura.
Inutile chiedere a costoro una riflessione.
La chiediamo però a chi ne è capace.
p.s. articolo di cronaca in allegato
GIORNALE DI BRESCIA
5/2/2005
Flavio Archetti
MONTICELLI BRUSATI (BS)
«La nostra cultura e le nostre tradizioni sono indissolubilmente legate a fauna e caccia: per questo abbiamo organizzato una mostra itinerante che si rivolge ai più giovani e spiega loro attraverso oggetti, immagini e racconti i vari aspetti del complesso rapporto tra l’attività umana e il mondo della natura». Questa frase, pronunciata ieri mattina a Monticelli Brusati all’inaugurazione della mostra itinerante «La cultura venatoria e la fauna selvatica del bresciano» dall’assessore provinciale alla Caccia della Provincia, Alessandro Sala, sintetizza i motivi che hanno spinto a dar vita all’iniziativa. Nel salone della Pieve Vecchia, fino a venerdì 11 febbraio (orario: 8.30- 12.30; sabato e domenica anche 14-19; 14-16 gli altri giorni) sarà allestita un’esposizione di 101 varietà imbalsamate di animali stanziali e migratori presenti sul territorio bresciano (dal falco alla poiana, passando per volpi, cinghiali, lepri, civette, camosci e altro), corredata di schede illustrative e attrezzi artigianali usati in passato nelle pratiche di caccia: spauracchi per roccolo, abbeveratoi o mangiatoie in terracotta, fischietti per imitare il canto degli uccelli. «La caccia è un argomento scottante che ultimamente ha provocato parecchie polemiche - ha precisato Sala - ma noi crediamo che la cultura di un popolo, per essere compresa, debba essere vista in tutti i suoi aspetti, senza preconcetti di sorta». Dopo essere stata ospitata a Brescia (nelle scuole Tartaglia e Pastori), Lonato e Villachiara, la mostra approderà poi a Calvisano. Successivamente sono previste tappe a Orzivecchi, Desenzano, Montichiari, Castelcovati, Montisola, Gussago e Puegnago.
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