Egregi signori
E' ridicolo affermare che nei circhi non c'è violenza e che gli animali sono amati...........!
Non è violenza tenere le tigri prigioniere di una gabbia due metri per due? Impedire il loro rapporto strettissimo con la natura, con gli animali, bloccare dentro una corazza ferrea la loro etologia che è legge biologica ineludibile...............?
L'essere nati in cattività rende forse la loro prigionia gradevole e ambita? Rende la tigre un robot o, invece, per i milioni di anni di evoluzione, per il patrimonio genetico specifico, tigre è e tigre resterà? Un essere fiero, forte, libero a cui tutto viene tolto!
Anche prendendo per buono che non vengono strappati denti e unghie, che non vengono usati bastoni o fruste nè altri metodi di maltrattamento diretto, non è violenza costringere gli animali a comportamenti innaturali, a esercizi insignificanti e ridicoli che certo non sceglierebbero di fare se non fossero costretti? E costrizione è sinonimo di violenza: fisica, psichica........... scegliete voi.
Leggiamo che gli animali sono amati? Di quale amore? Di quello che li vede strumenti per fare denaro? Di quello che li vede schiavi da sottomettere?
E se la legge in Italia contro l'uso di animali nel circo non c'è ancora, significa che sfruttare gli animali è morale?
Anche lo schiavismo era morale, anche il maschilismo, anche il razzismo.............Ma le coscienze libere hanno sempre promosso l'evoluzione dell'umanità, la giustizia, l'arricchimento morale o, se preferite, l'avvicinamento a Dio............
Arriverà il momento, e pensiamo sia proprio vicino, che anche la Legge italiana vieterà lo sfruttamento degli animali nei circhi. E sarà grazie a chi sa vedere, sa capire, ha compassione, ha rispetto e ha l'orgoglio di sè e del proprio rigore morale.
Quindi nessuna delle banalità utilitaristiche che leggiamo potrà mai scoraggiare chi ha capacità di giudizio e di coscienza, dal combattere affinchè a ogni creatura vivente venga riconosciuto il diritto al benessere e alla dignità.
.......................GRUPPO BAIRO Onlus
firme dei sostenitori del messaggio:
p.s. articolo in allegato LA PROVINCIA DI COMO - 23 DICEMBRE 2004
Il caso Armando Orfei risponde alle accuse e alle e-mail inviate al sindaco per protestare contro la presenza dei carrozzoni a Muggiò «Nessuna violenza, nei circhi gli animali sono amati» Replica alle proteste: «Siamo affezionati alle nostre tigri, le abbiamo allattate e cresciute, come potremmo far loro del male?»
Muggiò (MI) - «Chi protesta contro i circhi lo fa da sempre: è contro gli zoo, i maneggi, la caccia, contro tutto in pratica quello che riguarda l'utilizzo degli animali da parte dell'uomo». Così reagisce Armando Orfei, che ha piantato le tende del suo “Supercirco” a Muggiò, alle proteste che, a suon di mail, stanno investendo il mondo del circo chiedendone, in pratica, la trasformazione in spettacoli in cui si esibiscano soltanto esseri umani. «Non c'è una legge in Italia - spiega Orfei - che vieta gli spettacoli del circo e inoltre siamo sottoposti a una serie di regole, autorizzazioni e permessi tutt'altro che semplici da ottenere. I controlli, sia da parte delle autorità comunali che sanitarie, sono massimi e costanti per tutta la durata della permanenza in un determinato territorio. Abbiamo un nostro veterinario che segue gli animali (il circo di Armando Orfei ha sei tigri, un cavallo andaluso e un pony, ndr.) ogni giorno». Maltrattamenti di animali? Prelevamento dal loro habitat naturale? Accuse che Orfei respinge: «Non maltrattiamo nessuno. Sono domatore da sette generazioni e gli animali sono tutti nati in cattività. Una tigre, ad esempio, ha nel suo habitat originario una vita relativamente breve, tra i sette e gli otto anni. Da noi arriva fino a 18. Nelle foreste in parecchi casi il problema della scarsa riproduzione era diventato grave e dove sono stati presi i cuccioli per ripopolare alcune specie? Nei circhi dove il tasso di crescita è elevato. Non dobbiamo poi dimenticare il lato umano: siamo affezionati agli animali, li abbiamo allattati e cresciuti, come potremmo far loro del male?». A questo va poi aggiunto come il circo rappresenti l'unica attività di sostentamento per interi nuclei famigliari allargati a diversi gradi di parentela. Gli animalisti, con a fianco i Verdi di Como e l'Enpa, sono decisi a chiedere al sindaco Stefano Bruni di vietare, per il futuro, tutti gli spettacoli in cui siano coinvolti animali. Vogliono, in pratica, che segua l'esempio di altre realtà italiane, da Roma a Torre Annunziata, da Campobasso a Modena, Lecco, Arese, Paullo, San Giuliano Milanese, San Donato Milanese e Vimercate. «Ripeto - aggiunge il domatore Orfei - la legge italiana non vieta l'utilizzo di animali. Se un circo facesse ricorso al tar lo vincerebbe, proprio perché in materia non c'è alcuna legge. I controlli sono ferrei: dalla forestale all'Azienda sanitaria locale alle autorizzazioni. Gli animalisti protestano, ma la loro vorrebbero la guerra contro tutti anche se le loro accuse sono infondate». In ogni modo il dibattito scattato anche in altre parti d'Italia è sbarcato anche in riva al Lario con una protesta che sta cavalcano la penisola a suon di mail che iniziano ad arrivare anche dalla vicina Svizzera. In sintesi l'appello che sta arrivando in queste ore via computer al sindaco Bruni si può sintetizzare nell'ultima frase del testo: «er favore, non permetta ai circhi con animali di installarsi nel territorio del Comune da lei presieduto». Gisella Roncoroni
I messaggi inviati in comune «Pessimo esempio per i bimbi» «Il sindaco vieti gli spettacoli»
La protesta a suon di mail per vietare, d'ora in avanti, la presenza di circhi con animali nel territorio del Comune di Como sta iniziando a decollare. Riportiamo, di seguito, alcune proteste indirizzate al sindaco Stefano Bruni. «È giusto tenere un animale in prigione per tutta la vita? - dice Silva Martinelli di Ponte Tresa - Reclusi a vita, isolati dal gruppo, lontani dal loro ambiente e dal loro clima non possono seguire gli istinti e gli schemi sociali propri ad ogni specie. Animali abituati in natura a percorrere vari chilometri al giorno vengono segregati in gabbie di pochi metri: spesso questo li porta a delle gravi anomalie comportamentali», aggiungendo che «parecchi comuni in Italia e all'estero hanno dato una dimostrazione di progresso e sensibilità vietando sul loro territorio l'attendamento di circhi con animali. Chiedo pertanto che Como sia altrettanto lungimirante da adeguarsi ai parametri di giustizia, sensibilità e rispetto nei confronti di tutti gli esseri viventi, caratteristiche indispensabili di una società evoluta e civile». Nadia Selli da Lugano si appella a Bruni per chiedere di «non permettere ai circhi con animali di installarsi nel territorio del Comune di Como». Paolo Rimoldi, Diana Valente e Alessandro Rimoldi protestano «contro la decisione della giunta di permettere la sosta e gli spettacoli del circo» e dicono di trovare «altamente diseducativo per i bambini spettacoli che insegnano ai cuccioli d'uomo il disprezzo per gli altri animali che dovrebbero avere il diritto di vivere liberi nel loro ambiente naturale».
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