dal sito della Lega Nazionale Difesa del Cane
http://www.legadelcane.org/index.php?id=11&web_id=354
PSEUDOADOZIONI" E "DEPORTAZIONI"
“BASTA, GENUG, STOP IT” La Lega Nazionale per la Difesa del Cane è compartecipe della campagna creata dall'ENPA “TI DEPORTO A FARE UN GIRO”, nata per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni governative, in particolare il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini sulle “deportazioni” di animali domestici all'estero. L’ENPA a questo proposito lancia una petizione per chiedere al Ministero della Salute di intervenire una volta per tutte contro questo squallido e illegale mercato.
LA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE DICE: “BASTA, GENUG, STOP IT” Migliaia di animali all'anno arrivano in Svizzera, Germania, Austria e in molti altri parsi del Nord Europa. Generalmente narcotizzati e trasportati su camion o automobili, gli animali oltrepassano le frontiere andando incontro a un destino incerto. La gran massa degli animali e' infatti diretta verso mete ignote e rifugi sospetti, che rifiutano di fornire la lista dei collocamenti dei cani. Questo comportamento, accompagnato da pretesti quali la discrezione per "non disturbare con controlli" le famiglie presunte affidatarie, e' molto ambiguo. Assieme agli amici veri infatti esistono i trafficanti che raccolgono cani: merce gratuita da vendere ai laboratori. Partono animali dall'Italia, dalla Spagna, dalla Grecia, dai Paesi balcanici, dall'Europa orientale, dalla Russia, dalla Turchia, dall'Africa del Nord, dall'Asia, se tutti questi animali avessero trovato una casa a quest'ora svizzeri e tedeschi dovrebbero avere almeno 15 cani e 30 gatti per famiglia. Tutto ciò nei paesi dove maggiormente al mondo si pratica la vivisezione, dove la produzione interna di pellicce di cani e di gatti non è vietata e dove la soppressione è legale. E questi sono fatti. Per maggiori informazioni e per firmare la petizione on line clicca qui:
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dalla Mailing List di Bairo - luglio 2009 -
da Giorgia da Civitanova Marche (MC):
Arrivati a questo punto è proprio il caso di dire che: "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere. Se anche la LNDC si sta muovendo in sincronia, riconoscendone la validità, con la petizione promulgata dall'ENPA, le conclusioni da trarre sono più che evidenti. Purtroppo, dico purtorppo con profonda amarezza, si sta sempre più constatando la dura realtà che si è sempre annidiata dietro le miriadi di adozioni all'estero. Certamente ve ne saranno di valide ma i numeri sarebbero tutti da vedere. Ancora mi chiedo come possono certe ASL autorizzare, solo sulla parola, l'espatrio immenso degli animali essendo certi che mai alcuno dei loro componenti potrà mai verificarne l'attendibilità: eppure l'animale randagio, accalappiato e dato in affido, ha il sacrosanto diritto di avere monitorata la sua condizione di affido. I numeri dei cani che approdono in quelle terre, e non solo dall'Italia, si stanno moltiplicando giorno per giorno (quanta bontà e disponibilità nei popoli oltre alpi!!), i canili stranieri continuano ad incamerare animali abbandonati o lasciati dai propri cittadini fino a raggiungere l'estrema capienza e decidere sul da farsi, la situazione del randagismo in Italia, che pare alcuni vogliano risolvere solo facendo partire i cani, non sembra delle più ottimali. Qualcuno ha mai sentito fluire nella propria testa la frase "volontà di cambiare e di far cambiare illusorie metodologie di applicazione del presunto benessere animale?". Cambiamo testa, cambiamo le nostre frequenze e cominciamo a dedicare il nostro tempo, le nostre opere, le nostre mani ad operare sul luogo: non più canili-inferno nella nostra Italia dai quali molti ci iniettano, come un veleno, la falsa credenza che il portar via gli animali da quei luoghi possa far migliorare la loro condizione ed il loro stato in essere. Rivolgiamo la nostra attenzione alle maestranze chiedendo con tutto il fiato in gola l'attuazione di rifugi pubblici ove sia garantita la gestione ad associazioni che possano esplicare il loro compito di tutela animali in terra propria, entriamo nella testa dei Primi Cittadini e chiediamo loro di essere di supporto nel controllo reale e nell'identificazione degli animali presenti ed infine facciamo tutti il tutto possibile affinchè per combattere il business dei randagi in Italia non ne creiamo un altro, peggiore, estero.
Giorgia, Civitanova M. |
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