IL GOLFO Quotidiano di Ischia e Procida
25/05/06
 
Sono arrivate centinaia di e-mail
 
“Se diffamate il canile di Panza non veniamo più a Ischia”
 

Il messaggio fotocopia è stato firmato da persone che protestano per presunte “azioni contro i tedeschi” ad opera degli ischitani. Un’iniziativa legata all’attività del rifugio di Panza e alle vicende delle ultime settimane. Sotto accusa i veterinari dell’Asl perché rispettano la normativa europea in materia di trasferimenti all’estero di animali domestici

25-5-2006 Isabella Marino )  Dalla Redazione - Negli ultimi giorni c’è stato uno stillicidio di messaggi sulla nostra casella di posta elettronica. Come su quelle dei Comuni ischitani, di alcune agenzie turistiche e di tutti i servizi veterinari di riferimento per l’isola, Asl, Regione e via elencando. Da ogni parte della Germania, si sono rizelate un paio di centinaia di persone, in netta maggioranza donne, compresa la portavoce della “Bund der Katzenfreunde”, una Lega per gli amici dei gatti, che ha sostenuto di aver scritto in rappresentanza di altri 398 soci. Tutti hanno spedito lo stesso messaggio standard, in tedesco con traduzione italiana acclusa, infarcito con un inaspettato sciovinismo nazionalistico che culmina nella minaccia, neppure larvata, di non tornare più in vacanza a Ischia. Lo scritto, otto righe con un tono di protesta molto evidente, è identico a quello che abbiamo pubblicato l’altro ieri, quando pensavamo ancora che si trattasse dell’intervento di una sola cittadina teutonica simpatizzante della Fondazione Ernst. “Egregi signore e signori – si legge nel messaggio fotocopia dei tanti scriventi - con la presente protesto contro la continua diffamazione verso la "Fondazione Annemarie Ernst per gli animali abbandonati dell´isola d´Ischia". La Fondazione Annemarie Ernst presta sull´isola un notevole lavoro per la protezione degli animali abbandonati, e indirettamente contribuisce al benessere dell´industria del turismo di Ischia. Con quale realtà verrebbero a contatto i vacanzieri se non ci fosse il canile "Monte di Panza"? Nessun animale italiano viene portato in Germania per esperimenti, e nessun canile tedesco vende cani italiani a laboratori che fanno esperimenti con gli animali. Se le azioni contro i tedeschi non finiscono ci ripenseró di continuare a trascorrere le mie vacanze sull´isola d´Ischia. Al di fuori protesto contro il diniego delle autorità veterinarie ischitane di rilasciare i passaporti di vaccinazione europei a nome della Fondazione Annemarie Ernst”. Come sempre, e tanto più quando si tratta di messaggi che arrivano dall’estero, avevamo riservato alla prima missiva via e-mail che ci era arrivata un’attenta lettura, curiosi di conoscere le impressioni e l’opinione di chi valuta dall’esterno e da lontano le cose di casa nostra. E ci aveva stupito, soprattutto, l’impostazione data alla “ricostruzione” dei presunti fatti, come se si trattasse di una contesa tra italiani e tedeschi, interpretata perdipiù dall’autrice come un affronto in chiave nazionalistica, che la portava addirittura a ipotizzare, qualora non fossero finite “le azioni contro i tedeschi”, di non rimettere più piede sulla nostra isola. Un’opinione da rispettare, come tutte, ma che sembrava essere frutto di un’informazione sommaria e, dunque, necessariamente imprecisa su certe situazioni, probabilmente ascrivibile proprio alla lontananza da Ischia della nostra sconosciuta interlocutrice.

MA QUALE CONTRAPPOSIZIONE ITALIA-GERMANIA!
Tutte considerazioni, le nostre, che abbiamo dovuto completamente riformulare nel momento in cui l’intervento singolo si è trasformato in un fiume in piena di messaggi fotocopia dai più diversi borghi e città della Germania. E un’impostazione che poteva essere compresa, pur nella sua mancanza di giustificazione, rispetto all’opinione di un singolo, è diventata inaccettabile e perfino offensiva quando si è moltiplicata per cento, duecento e così via. Il voler interpretare una questione complessa e delicata come quella dei trasferimenti in massa di cani e gatti dall’isola in Germania in termini di “contrapposizione” tra italiani e tedeschi è una semplificazione che non trova alcun fondamento serio in fatti e circostanze. Tanto più che vi si legge un malcelato complesso di superiorità nei confronti degli isolani che, senza l’aiuto dei tedeschi, non potrebbero neppure offrire ai loro ospiti un’isola presentabile. Ora, che Annemarie Ernst abbia svolto un’opera altamente meritoria nel campo della protezione degli animali a Ischia è un dato di fatto sempre unanimemente riconosciuto e che il canile di Panza, realizzato con fondi provenienti dalla Germania, sia l’unico rifugio attualmente esistente a Ischia è anch’esso un dato obiettivo. Ed è anche vero che a Ischia (ma ci risulta anche in Germania) il problema del randagismo esiste ed è serio. Ma, pur dando a Cesare quel che è di Cesare, sembra un po’ grossolana la valutazione dell’accoglienza isolana. Che ognuno tiri l’acqua al suo mulino nazionale va bene, ma il troppo stroppia. E anche questa storia dell’aiuto provvidenziale dei tedeschi agli isolani incapaci di camminare da soli, sta cominciando ad andare un po’ sopra le linee. Perché poi, con tutto il rispetto per i tedeschi, nostri amatissimi ospiti, la realtà ischitana è come quella di ogni altra località europea, dove ci sono gli amanti degli animali che si danno da fare per tutelarli e assicurare loro condizioni di vita adeguate, ma anche individui che non esitano a maltrattare, abbandonare e a comportarsi in modo violento e barbaro. Tutto il mondo è paese, nel bene e nel male. E a Ischia ci sono ischitani doc, dunque italiani, che si prodigano al massimo per gli amici a quattrozampe senza per questo ritenersi dei superuomini o delle superdonne.
 
CRITICHE INFONDATE
A parte le valutazioni di massima, è stupefacente che si scriva di “azioni contro i tedeschi”, ma quali? Sulla nostra isola da secoli siamo abituati ad accogliere nel modo migliore i “forestieri”, tanto più se stranieri e a maggior ragione se tedeschi. E le centinaia di firmatari della protesta che si presentano tra le righe come frequentatori della nostra isola (ammesso e non concesso che ci abbiano mai messo piede davvero tutti quanti), se effettivamente l’avessero visitata e ci si fossero intrattenuti, dovrebbero aver fatto esperienza della nostra buona ospitalità. Se poi questo giudizio così “tranchant” è collegato solo alle vicende che riguardano il canile di Panza, gli scriventi sono decisamente fuori strada, certamente per un deficit di conoscenza dei fatti. Ed è grave che dalle loro sommarie e parziali informazioni facciano discendere la minaccia di non venire più in vacanza a Ischia. E’ del tutto legittimo, anzi doveroso, che in un paese civile ci si interroghi sul destino di migliaia di animali che dall’Italia (Ischia compresa) vengono trasferiti ogni anno in Germania, dove i canili e i gattili sono già pieni di animali indigeni che, evidentemente, non trovano neanche loro un numero sufficiente di persone disposte ad adottarli. I tedeschi preferiscono mettersi in casa cani e gatti nati nel “paese dei limoni”, come Goethe definitiva l’Italia? Può darsi, ma la curiosità di capire le motivazioni di tanto trasporto affettivo verso i nostri randagi, piuttosto che verso quelli nati in Germania, è comprensibile e del tutto naturale. E considerare ciò come un’”azione contro i tedeschi” o una “diffamazione” verso la Fondazione Ernst è davvero un’esagerazione. Che men che meno può giustificare una protesta così estesa come quella che appare dalla caterva di e-mail che ha assalito i nostri computer.
 
IN NOME DELLA LEGALITA’
Assai grave, piuttosto, è la frase che chiude il messaggio. Quella in cui si afferma di protestare contro il diniego delle autorità veterinarie ischitane di rilasciare passaporti per i cani e i gatti diretti in Germania a nome della Fondazione. Un’enormità giuridica, prima ancora che dal punto di vista del buon senso. Il “diniego” delle autorità veterinarie non è frutto di un dispetto, ma dell’applicazione della legge, come è d’obbligo per le autorità veterinarie ischitane e di qualunque altra città o paese, in Italia come in Germania. Esiste – e questo forse non lo sanno i firmatari della “protesta” – una direttiva comunitaria (che va applicata dunque in tutta l’Europa di cui anche noi, come gli scriventi tedeschi, siamo cittadini) che impone di rilasciare quel passaporto solo alle persone fisiche che si presentano personalmente a richiederlo e a ritirarlo, non alle persone giuridiche, quale è la Fondazione Ernst. Dunque, i veterinari ischitani stanno facendo solamente il loro dovere, che è quello di applicare le regole e garantire il rispetto della legalità da parte di tutti, italiani, tedeschi, francesi, svedesi et cetera et cetera. Perché ci mancherebbe che la legge prevedesse deroghe per la nazionalità. E questa certo non può essere considerata un’”azione contro i tedeschi”. Meraviglia, anzi, che proprio dalla Germania arrivi un tale rilevo agli italiani, additati di solito per essere un po’ troppo disinvolti sul piano del rispetto puntuale delle regole. Regole, tra l’altro, stabilite dal legislatore europeo proprio a tutela degli animali, il che dovrebbe essere musica per gli orecchi di qualunque animalista. Altro che protestare! Semmai dovrebbe essere questa una buona motivazione per tornare a Ischia. Comunque, pur restando ognuno libero di decidere come crede, la minaccia di non venire a Ischia replicata centinaia di volte può provocare un certo rammarico, tanto più perché priva di motivazioni forti, ma non certo rappresentare un modo per indurre a soprassedere sul rispetto delle norme vigenti o a non vigilare, com’è giusto e doveroso, sul trasferimento di tanti animali domestici al di fuori dell’isola e all’estero. E questo vale per gli italiani e per i tedeschi. E poi, dopo cinquant’anni di Europa unita, certe sottolineature nazionalistiche, comprensive di stereotipi e luoghi comuni reciproci, non sarebbe il caso di superarle?
 
http://www.ilgolfo.it/t/storehtm/htm20/25May0605f
 
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