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L’ARENA
1 OTTOBRE 2012
E il salvataggio del cagnolino diventa uno show
LIETO FINE. Un cucciolo di 10 mesi cade in Adige: salvato dai pompieri. Poco prima di mezzogiorno in lungadige Catena uno Schipperke nero a passeggio con il padrone è finito in acqua: tutti i passanti col fiato sospeso
Alessandra Galetto
Verona. L'irresistibile istinto di cacciatore gli ha giocato davvero un brutto scherzo, complice probabilmente il troppo entusiasmo di cucciolo pieno di energie, sempre pronto a lanciarsi nelle piccole grandi avventure che un lungofiume, sia pure in piena città, offre. Ma per fortuna la vicenda di Skipper, un cagnolino di 10 mesi di razza schipperke, si è risolta con un lieto fine degno di una di quelle edificanti fiabe per ragazzi che oggi suonano un po' fuori moda, ma che, quando accadono, ci stregano e ci fanno sentire tutti, improvvisamente, più buoni e solidali, e pieni di tenerezza verso l'innocenza dei nostri amici a quattro zampe.
Skipper ieri poco prima di mezzogiorno, mentre passeggiava sull'alzaia di lungadige Catena con il suo padrone, Emanuele Dal Bosco, che lo faceva sgambettare lanciandogli una pallina, ha visto un topo e si è dato all'inseguimento. M a è scivolato e caduto in Adige: la corrente del fiume lo ha trascinato un po', poi il cucciolo è riuscito a fermarsi «aggrappandosi» con le zampe all'argine, poco prima del ponte. Si tratta di un punto in cui non si può scendere a piedi, l'argine arriva direttamente dentro l'acqua e lì Skipper non toccava. Mentre il padrone chiamava i vigili del fuoco, i tantissimi veronesi che la domenica approfittano della chiusura al traffico di lungadige Attiraglio per correre, andare in bici o con i pattini e per passeggiare, vista la scena, hanno cominciato ad accorrere: mentre un paio di ragazzi tentavano addirittura di raggiungere il cagnolino scendendo dalla parte di ponte Catena che dà verso ponte Risorgimento, e mentre il signor Dal Bosco continuava a parlare con Skipper che, spaventato, uggiolava e ogni tanto mollava l'appiglio e sembrava finire sotto acqua, si è radunato un gruppo di persone fittissimo, con un tifo unanime per Skipper. Nel giro di una decina di minuti ecco i vigili del fuoco: cinque uomini con due mezzi e canotto. Vista la situazione il caposquadra, senza perdere un istante, si è imbragato e calato lungo l'argine. Skipper, dapprima terrorizzato, poi via via convinto dalle parole e dai gesti del suo salvatore, si è lasciato prendere. Ancora un po' di difficoltà per imbragare anche il cagnolino e riconsegnarlo nelle mani del suo proprietario, che, sudato e affannato, ha sollevato in braccio il suo piccolo compagno di passeggiare tra l'applauso sorridente di tutti. «Dovevo per forza salvarlo: è il cagnolino di mia figlia Sofia, che ha 7 anni e oggi è rimasta a casa ma di solito viene con noi», ha spiegato il signor dal Bosco. Lo abbiamo richiamato ieri pomeriggio per avere noti zie di Skipper: erano a passeggio, questa volta anche con Sofia, sul lago. Innocenza spensierata e smemorata dei cuccioli: Skipper ha già vinto la paura per l'acqua. |
GEAP RESS
1 OTTOBRE 2012
Napoli – sequestro cardellini maltrattati
Blitz nel famoso mercato di via Gianturco.
Oramai è diventato una consuetudine il mercato abusivo di animali in Via Granturco (NA). Tutte le domeniche nel sito si riuniscono i famosi bracconieri di uccelli per vendere i cardellini che hanno catturato durante la settimana, eludendo la sorveglianza delle forze dell’ordine.Il giorno 30/09/2012 scatta l’ennesimo blitz della Polizia di Stato, Ufficio Prevenzione, in collaborazione con il Nucleo Guardie Zoofile E.M.P.A. (Ente Mediterranea Protezione Animali).Alla vista degli Agenti i bracconieri hanno cercato una via di fuga e per evitare sanzioni penali hanno tentato di liberare i cardellini aprendo le gabbie. Alcune Guardie Zoofile, già presenti sul posto travestite da acquirenti, hanno bloccato gli uccellatori con le gabbie ancora piene di cardellini riuscendo a sequestrarne 80 della specie “Carduelis cardulis”, protetta dalla legge 157/92, e denunciando 1 persona alla Procura di Napoli.Nel contempo altri bracconieri, per sfuggire agli Agenti, liberavano dalle gabbie altri uccelli stimati intorno a quattrocento esemplari. L’operazione è proseguita con l’ispezione dei veicoli adiacenti al mercato, dove si sospettava l’occultamento di altri animali.I cardellini sequestrati, in evidente stato di stress fisico, sono stati portati nel Bosco di Capodimonte e, davanti a numerosi bambini, sono stati liberati.Il Capo Nucleo delle Guardie Zoofile, Giuseppe Salzano, che ha partecipato all’operazione, è intervenuto in altri interventi di contrasto al traffico illegale di uccelli che frutta ai praticanti enormi guadagni avendo il cardellino per il suo noto canto una forte richiesta di mercato (un esemplare può essere venduto fino a 3000 Euro).
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IL CITTADINO
1 OTTOBRE 2012
Briosco, un cane intrappolato
Salvato grazie ai vigili del fuoco
Briosco (MB) - Terrorizzato dal temporale, si è infilato nei pochi centimetri che dividono il box di casa dal muro di cinta del vicino. Un riparo che presto si è rivelato una trappola e solo l'intervento dei vigili del fuoco di Carate gli ha ridato la libertà. Storia a lieto fine quella di Jack, uno splendido cane da caccia kurzhaar, bracco tedesco, che vive in via Fermi 38 a Briosco. Alle prime ore di questa mattina Jack si trovava in giardino, quando intorno alle 3.30 si è scatenato un violento temporale. Il patio all'ingresso della villetta non gli è bastato più e lui, come fanno spesso i cani spaventati, ha cercato un luogo più riparato e lontano dai rumori, decidendo d'infilarsi in uno spa zio largo al massimo quaranta centimetri tra il garage della villa e il muro del vicino. Una fessura che sul fondo si restringe e qui il cane si è incastrato.
A soccorrerlo per prima è stata Laura, nuora dei padroni di Jack Piero Consonni e la moglie Laura Rossotti, ma per sfilarlo da quella scomoda posizione, avrebbe rischiato di fargli male. Così ha scelto di chiamare i vigili del fuoco. Sul posto è intervenuta una squadra di volontari da Carate Brianza. I pompieri prima hanno cercato di sollevare il cane, non riuscendoci, col consenso dei proprietari sono entrati nel garage e hanno creato un varco a colpi di mazza. Il cane spaventato, ma incolume, ha guadagnato presto la libertà saltando attraverso il buco ed è tornato a scorazzare in cortile. Due mesi fa Jack aveva già rischiato la vita: i ladri erano entrati nella villa dei suoi padroni e l'avevano preso a mazzate. |
GEA PRESS
1 OTTOBRE 2012
Green Hill risequestrato
Si sono concluse stasera le operazioni di apposizione dei sigilli all’allevamento di cani beagle di Green Hill, a Montichiari (BS). Ad intervenire su mandato della Procura della Repubblica di Brescia, il Corpo Forestale dello Stato. Il PM incaricato dell’indagine ha, infatti, disposto il sequestro preventivo che viene così a sostituire quello probatorio scaturito dall’azione giudiziaria del 18 luglio scorso.
Il sequestro probatorio venne poi mantenuto dal Tribunale del Riesame nei confronti dei cani beagle allora detenuti nell’allevamento e ad oggi tutti destinati in adozione. Venne, invece, dissequestrata la struttura.
Finito il periodo di ricerca della prova, che tecnicamente giustificava il primo tipo di sequestro, è ora scattato quello di natura preventiva. Da qui deriva l’intervento di stasera del Corpo Forestale dello Stato. Bisognerà attendere maggiori dettagli per sapere se il nuovo sequestro riguarda anche i cani. Abbastanza scontato, nel caso, il mantenimento del ruolo di affidatari da parte di LAV e Legambiente.
Nel giugno scorso fu proprio un esposto di quest’ultima, curato dall’avv. David Zanforlini a fare scattare l’iter giudiziario. Ancor più di recente, un secondo esposto presentato a titolo personale dall’ex Guardia OIPA Antonio Colonna, fece poi scattare la clamorosa iscrizione nel registro degli indagati del Sindaco e del Comandante della Polizia Municipale di Montichiari oltre che di un funzionario della Regione Lombardia.
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BRESCIA OGGI
1 OTTOBRE 2012
Green Hill, dalla magistratura il sequestro preventivo
Dopo il sequestro probatorio arriva il sequestro preventivo dei beagle dell`allevamento Green Hill di Montichiari, e il nuovo provvedimento blocca anche la struttura, le cui attività restano ferme. La decisione è del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia, che su richiesta della Procura di Brescia ha anche disposto il sequestro preventivo dei cani, già sotto sequestro probatorio, inserendo nel provvedimento anche la struttura. Sul tema interviene la Lav, sottolineando che «atto dopo atto sono confermate le tesi della nostra denuncia» e soprattutto che c'è «la conferma che i 2639 beagle usciti dall`allevamento continueranno a vivere con le loro nuove famiglie». «Un altro fondamentale passaggio per far emergere tutta la verità su Green Hill, la conferma che i 2639 beagle usciti dall`allevamento continueranno a vive re con le loro nuove famiglie; continua l`impossibilità materiale di riprendere la produzione di cani per la vivisezione» conclude la Lav.
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BRESCIA OGGI
2 OTTOBRE 2012
Nuovo sequestro a Green Hill
Dalle indagini spunta un lager
MONTICHIARI. Il provvedimento diventa da probatorio a preventivo, ovvero per impedire la reiterazione del reato. Box iperaffollati roventi d'estate, gelidi in inverno. Cani sottoposti a sofferenze inutili come il tatuaggio. E le sale operatorie erano prive di autorizzazione
Mario Pari
Montichiari (BS). Stabulari gelidi d'inverno, roventi d'estate. Cani sottoposti a sofferenze inutili e alla prima lieve malattia abbattuti senza neppure seguire le procedure della «dolce morte». Camera operatoria priva di autorizzazione e profilassi ridotta al minimo. E ancora, beagle denutriti tenuti in box iperaffollati e soffocanti. L'immagine del «lager» evocata spesso con eccessiva enfasi dal movimento animalista sta prendendo nelle indagini della procura di Brescia la forma di un'inquietante realtà. AL PUNTO CHE IERI i magistrati hanno fatto scattare nuovamente i sigilli a Green Hill, l'allevamento a Montichiari di cani destinati alla vivisezione dissequestrato dal Tribunale della libertà all' inizio di agosto. Nella forma del provvedimento restrittivo firmato dal Gip Ciro Iacomino che riguarda anche i 2.639 segugi affidati in custodia giudiaziaria ad altrettante famiglie, si specchia il coagularsi di un quadro indiziario sempre più chiaro e schiacciante per quanto riguarda le presunte responsabilità degli indagati. Il sequestro probatorio è diventato preventivo. Ma non basta. La magistratura starebbe ora valutando più approfonditamente le posizioni dell'amministratrice dell'allevamento, del direttore e di un veterinario dell'azienda inserita nell'orbita dalla multinazionale statunitense Marshall. I tre sono indagati per maltrattamento e uccisione di animali senza necessità. Ma per loro potrebbe profilarsi l'associazione a delinquere aggravata dalla transnazionalità. Nei giorni scorsi erano finiti nel registro degli indagati il sindaco di Montichiari Elena Zanola, il comandante della Polizia locale Cristian Leali e un dirige nte della Regione. Tre figure che nei controlli hanno ricoperto un ruolo chiave. ORA I NUOVI E PIÙ PESANTI sigilli a Green Hill. Sono stati a pposti ieri sera, dal Corpo Forestale dello Stato, in esecuzione del sequestro preventivo disposto dal gip Ciro Iacomino su richiesta dei pm Alessandro Raimondi e Ambrogio Cassiani. Il sequestro riguarda non solo le strutture, ma anche i cani e la documentazione. Si tratta di un provvedimento cautelare che per quanto riguarda gli animali, nel caso di un esito negativo di un eventuale processo, potrebbe sfociare in una confisca. Un'altra tegola giudiziaria che si abbatte quindi sull'allevamento di beagle che nel luglio scorso era stato sottoposto a sequestro probatorio: tale misura si pone come obiettivo quello di cristallizzare la prova. Al contrario, i sigilli preventivi scattano per impedire di reiterare il reato. Da parte del Gip è stata anche rigettata la richiesta d'incidente probatorio sulle carcasse dei beagle trovate durante il sequestro del luglio scorso. Il materiale acquisito dalla Forestale confermerebbe l'ipotesi di reato dei maltrattamenti degli animali e dell'uccisione senza necessità. Si va dal sovraffollamento nelle strutture a pratiche dolorose inutili, passando per l'alimentazione non adeguata e la carenza di medicinali anestetici. Nel caso della temperatura massima nei capannoni, sarebbe stata di una decina di gradi superiore a quella considerata ottimale dalla legge. UNICO METODO UTILIZZATO per ridurre il calore sarebbe stato l'acqua, con cui gli addetti irroravano i tetti in metallo dei capannoni. Ci sono poi gli animali, uccisi solo perchè affetti da dermatite. E pesanti carenze di medicinali, anche di quelli utilizzati per la soppressione eutanasica. Dalle fatture emergerebbe poi il ridotto acquisto di sedativi, considerati insufficienti per gli interventi, ma anche per le eutanasie. Problemi anche per la sala operatoria, carente d'autorizzazione.
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LIBERO
2 OTTOBRE 2012
Animali: Forestale, sequestro preventivo per allevamento Green Hill
Roma - Nuovi e piu' 'pesanti' sigilli sono stati apposti ieri sera dai Forestali del Comando Provinciale di Brescia all'allevamento Green Hill di Montichiari. Infatti dopo il sequestro probatorio e' arrivato - si legge in una nota della Forestale - anche il sequestro preventivo dei beagle liberati e il nuovo provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia, ha esteso la misura cautelare anche all'intera struttura, che era stata dissequestrata ad agosto in seguito a una sentenza del Tribunale del Riesame.
Dall'attivita' d'indagine, condotta dal Corpo forestale dello Stato su precise disposizioni della Procura della Repubblica di Brescia - riferisce la nota- sono emersi profili che potrebbero far configurare a carico degli indagati la contestazione di un nuovo e ben piu' grave reato: l'associazione a delinquere aggravata dalla transnazionalita'.
Proseguono le indagini della Forestale e in questa fase dell'inchiesta si sta cercando, in particolare, di far luce sui committenti del traffico illecito e sulle destinazioni dei cani che erano rinchiusi nella struttura.
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CORRIERE ROMAGNA
1 OTTOBRE 2012
QUA LA ZAMPA
Il cane scappa, lo ritrova due anni dopo
La storia di Lucky, compagno a quattro zampe dell’ex pugile Scarpellini
di Alessandro Giuliani
RIMINI. Tiziano “Siluro” Scarpellini è un grande protagonista della boxe nostrana. Da pugile, sul ring, ha vinto i campionati italiani Novizi e poi due volte i campionati d’Europa Forze di Polizia, vanta 40 partecipazioni con la maglia azzurra. E’ stato convocato in due squadre preolimpioniche, ora è il maestro dell’Accademia Vasco de Paoli di Santarcangelo e tra i suoi allievi ci sono due grandi promesse della boxe azzurra, Federico Bellancini, campione d’Italia Youth, e Federica Cosenza, già tre volte in nazionale. Ma oggi parliamo di un’altra storia, del rapporto speciale che c’è tra questo sportivo doc ed i suoi animali. A casa Scarpellini ha un cane, Lucky, 11 anni, un meticcio, protagonista di una storia incredibile, ed un gatto Claretta, 15 anni. «La gattina, un incrocio con un siamese – dice Scarpellini - è una micetta che non si lamenta mai, mangia sempre, malgrado qualche acciacco. Una bella presenza in casa. Con il cane, malgrado si conoscano da tempo, ancora litiga. Sono sempre stati molto gelosi uno dell’altro». Ma è la storia di Lucky, cane perso e ritrovato miracolosamente a Bologna quasi tre anni dopo, merita di essere raccontata. «Lucky è arrivato perchè mio figlio un giorno mi ha detto: per il mio compleanno non voglio il regalo, voglio un cane. Ho pensato non a un cane di razza, ce ne sono tanti abbandonati nei canili. E proprio il canile mi ha segnalato una cucciolata da un privato. Era un batuffolino». Però...«Lucky è sempre stato uno spirito libero, scappava sempre. Abbiamo alzato la rete del giardino a Santarcangelo, niente da fare, andava nel centro della città, era diventato il cane del quartiere. Tutti i giorni in giro a cercarlo. Una notte è scappato e non è rientrato. L’abbiamo trovato da un veterinario dove era stato portato dalla signora che l’aveva investito, era in coma. Si è salvato. Poi nel luglio del 2009 è scappato un’altra volta, sono passati mesi senza notizie. Abbiamo tappezzato tutta Santarcangelo con la sua foto. Mia figlia stava molto male. Di lui si sono perse le tracce. Dopo due anni e mezzo, a marzo 2011, abbiamo ricevuto una telefonata dal canile di Bologna. Mi avevano rintracciato grazie alla lettura del microchip, Lucky era stato trovato sulla tangenziale. Era stato accudito in quei due anni e mezzo da un’altra famiglia. Sono corso a prenderlo, quando mi ha riconosciuto dalla voce era impazzito dalla gioia. Ho incontrato anche la famiglia che l’aveva seguito a Bologna, anche lì gran pianti al momento della separazione. Ora Lucky è di nuovo a Santarcangelo».
http://www.corriereromagna.it/rimini/2012-10-01/qua-la-zampa-il-cane-scappa-lo-ritrova-due-anni-dopo
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LA SICILIA
1 OTTOBRE 2012
Una battuta venatoria all'interno della Sughereta costa cara a due predatori di conigli
Sparano vicino la base Usa di Niscemi: cacciatori denunciati
Niscemi (CL). "Traditi" dalla "gola" e dalla passione per la caccia: un connubio rivelatosi pericoloso per due cacciatori niscemesi che, pur di portare a tavola le prede catturate durante una battuta di caccia, con le loro doppiette hanno raggiunto una zona off limits alla caccia, come quella della "Sughereta", sede tra l'altro dell'area militare americana.
Quella battuta di caccia in una zona protetta avrebbe dato loro la possibilità di abbattere diversi animali, conigli in primis. E l'obiettivo sarebbe stato centrato se un militare americano, uditi gli spari, non avesse fatto scattare lo stato d'allerta. Così non i conigli, ma a casa i due cacciatori imprudenti sono tornati gravati da una denuncia a piede libero all'autorità giudiziaria per avere sparato all'interno di un'area protetta. I conigli appena catturati, manco a dirlo, non sono finiti sulle tavole dei due cacciatori sprovveduti ed imprudenti. L'episodio si è registrato pochi minuti dopo mezzanotte. I due cacciatori, entrambi niscemesi, si stavano dilettando a sparare nella "Sughereta" ed avevano appena catturato dei conigli quando un sergente dei Marines, uditi i colpi d'arma da fuoco nei pressi dell'area militare statunitense, è andato... "a caccia" di chi aveva imbracciato le armi, lanciando contestualmente l'allarme al centralino dei carabinieri. In una manciata di minuti la zona è stata circondata dai militari dell'Arma e dagli stessi Marines al cospetto dei quali sono apparsi non degli attentatori, ma due sprovveduti cacciatori che, oltre alle doppiette, tenevano in mano i conigli appena catturati. Un'imprudenza, quella di praticare la caccia vicino l'area militare per la quale la copp ia di cacciatori è stata denunciata a piede libero. |
GEA PRESS
1 OTTOBRE 2012
Veneto inquisito dall’Ue sulla caccia
La Commissione europea identifica nel calendario venatorio veneto elementi “potenzialmente incompatibili” con la Direttiva Uccelli.
“La Commissione europea ha preso atto delle informazioni fornite dall’onorevole parlamentare e ha identificato alcuni elementi potenzialmente incompatibili con la direttiva 2009/147/CE sugli uccelli. La Commissione contatterà le autorità italiane per ottenere informazioni più dettagliate. Dopo aver valutato la situazione, la Commissione deciderà in merito alle misure da adottare per garantire una piena conformità ai requisiti della direttiva”. Questa è la risposta integrale del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione di Andrea Zanoni, eurodeputato IdV, sull’incompatibilità del calendario venatorio veneto con la norm ativa europea. Zanoni: “Ormai a Bruxelles hanno capito bene che la Giunta Zaia, invece d i fare rispettare la direttiva Uccelli, fa di tutto per asseconda re ciecamente la lobby ingorda dei cacciatori”.
Sotto accusa: 1) l’apertura della caccia a ben 23 specie di uccelli, migratori e non, il 16 settembre ovvero durante le fasi della dipendenza; 2) la chiusura della caccia a ben 20 diverse specie di uccelli migratori dopo l’inizio del ritorno al luogo di nidificazione; 3) l’attività di addestramento dei cani da caccia dalla terza domenica di agosto quando alcune specie non hanno completato la riproduzione o vi è ancora una dipendenza dei giovani; 4) carnieri giornalieri e stagionali incompatibili con lo stato di conservazione di quattro specie di uccelli migratori; 5) caccia a due specie di uccelli migratori che dovrebbero essere protetti dato il loro status negativo.
“Aprire la caccia durante un periodo così sensibile per gli uccelli, come le fasi della dipendenza e il ritorno al luogo di nidificazione, costituisce una chiara violazione della Direttiva Ue Uccelli e sbeffeggia la guida per la stesura dei calendari venatori mandata dall’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale ISPRA a tutte le regioni italiane”, incalza Zanoni. “Non avevo dubbi che l’Ue avrebbe aperto un procedimento nei confronti del Veneto. Caccia in deroga, caccia con la siccità, caccia a specie rare, cattura con le reti di specie presenti nella lista rossa degli uccelli migratori, i peccati venatori di Zaia e Stival non si contano più”.“Fortunatamente c’è l’Europa a garantire ai cittadini del Veneto che anche nella loro regione le leggi sulla tutela della natura e dell’ambiente vengano rispettate" conclude l’eurodeputato – Adesso restiamo in attesa dell’indagine della Commissione. Ma Potočnik lo aveva detto già a maggio scorso: se anche quest’anno continuano le deroghe irregolari allora scattano le sanzioni”.
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LA GAZZETTA DI MODENA
1 OTTOBRE 2012
Caccia, da oggi si spara tre giorni la settimana
di Sergio Piccinini
Per la prima volta nel modenese prenderà il via la caccia di selezione al cervo maschio. È la novità più importante del nuovo calendario venatorio provinciale. Da oggi i cacciatori potranno scegliere 3 giornate di caccia per ogni settimana, esclusi i giorni di “silenzio venatorio”. «Dal 16 settembre, data d'inizio della caccia stanziale, è stato possibile cacciare solo 2 giorni la settimana - ha spiegato l'assessore provinciale delegato alle Politiche Faunistiche Giandomenico Tomei - da oggi gli oltre 8000 cacciatori autorizzati dagli Atc modenesi avranno a disposizione un giorno in più tra i 5 disponibili settimanalmente». Da settembre sono iniziate anche le battute di selezione al daino maschio e al cinghiale. È possibile anche la caccia allo storno, ritenuto dannoso per i frutteti, anche se le limitazioni imposte dalla direttiva comunitaria sono severe. «Le limitazioni sono veramente tante e questo fatto ha conseguenze gravi sull'agricoltura - ha detto Tomei - ma la Provincia assicura un'efficace effettuazione dei piani di controllo per far fronte alle emergenze segnalate dagli agricoltori. Il settore ha bisogno di essere tutelato soprattutto in montagna, dove gli ungulati imperversano. Le selezioni avvengono in base ai censimenti: non facciamo stermini, ci limitiamo a mantenere stabile il numero della selvaggina». Sullo svolgimento dell'attività venatoria vigilano 22 vigili provinciali, una cinquantina di forestali e un centinaio di Gev. Il totale ammonta circa a 200 vigilanti. La provincia è suddivisa in Atc (Ambiti territoriali di caccia), i cacciatori sono oltre 8000, di cui 5000 modenesi. Quest'anno non ci sono s tati aumenti delle iscrizioni, anzi si è avuta una diminuzione. Nell'Atc Modena 1, che include 13 Comuni del nord del Modenese, si prevedevano 1713 cacci atori per questa stagione. «Il 31 maggio era la data di scadenza per il pagamento della quota Atc - ha spiegato il presidente dell'Atc Modena 1 Vainer Tassi - allora mancavano all'appello 230 soci. Ipotizziamo che il terremoto abbia influito. Tuttavia siamo riusciti a recuperare un centinaio d'iscritti, quindi questa stagione abbiamo circa 1600 cacciatori». La richiesta di abbattimento degli ungulati è alta soprattutto tra gli agricoltori, i cui raccolti vengono danneggiati. Inoltre in pianura i caprioli sono aumentati: «Dopo un controllo ne abbiamo individuati un centinaio - ha precisato Tomei - eppure nella Bassa non dovrebbero essercene. Tempo fa una grossa azienda agricola mi ha segnalato che alcuni caprioli stavano rovinando il frutteto. Dopo un piano di controllo cacciatori autorizzati ne han no abbattuti ben 32». Preoccupato anche Tassi: «Non abbiamo riscontrato enormi danni alle colture, ma è vero che questi animali sono aumentati in pianura e continueranno a farlo se non ci saranno controlli. Preoccupa anche il rischio che rappresentano per la viabilità in quanto arrivano fin sulle strade e possono provocare incidenti».
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NEWS FOOD
1 OTTOBRE 2012
Allevamenti
Una ricerca dell'Università di Copenaghen e Cork, diretta dalla dottoressa Hanne Ingmer e pubblicata su "mBio"
Farmaci negli allevamenti: carne "avvelenata", batteri sani
Danneggiano i batteri "buoni", sono innocui per i patogeni
Matteo Clerici
L'uso dei farmaci negli allevamenti non è priva di rischi: in alcuni casi, tali prodotto non risolvono i problemi, li fanno aumentare. E' una ricerca dell'Università di Copenaghen (Danimarca) e Cork (Gran Bretagna), diretta dalla dottoressa Hanne Ingmer e pubblicata su "mBio". Gli scienziati hanno lavorato su campioni di carne che presentavano sia batteri buoni, produttori di acido lattico, che patogeni pericolosi. Dopodiché, la carne è stata trattata con oxitetraciclina ed eritromicina, due antibiotici comuni. I controlli seguenti hanno mostrato come gli antibiotici impedivano l'azione dei batteri "buoni" ma non provocavano effetti sui patogeni. Secondo i ricercatori, il lavoro svolto dimostra ciò che parte della comunità scientifica dimostra da tempo, cioè che è necessario ripensare la p olitica degli antibiotici, dato il loro effetto imprevisto.Su tale strada si sta muovendo l'Unione Europea, i cui politici stanno pensando a norme di settore più restrittive.
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OGGI TREVISO
1 OTTOBRE 2012
AVIARIA: ALLEVAMENTI DI GALLINE A RISCHIO NELLA MARCA
Abbattimenti a scopo precauzionale e aumento dei controlli
TREVISO – Sarebbero stati scoperti due focolai di influenza aviaria in due allevamenti nel trevigiano e nel veronese.Il Ministero della Sanità ha allertato l’Unità veterinaria regionale che avrebbe deciso di avviare un piano di abbattimenti per scongiurare il pericolo di un ritorno dell'influenza aviaria, il virus altamente contagioso che viene trasmesso da galline, polli e uccelli e che negli anni scorsi causò alcuni morti.I controlli sono partiti alcuni giorni fa dopo che un nuovo ceppo di H5N2 è stato individuato in Lombardia. In Veneto, dunque, è stata alzata l’attenzione per evitare che il ceppo si allarghi. Questo ceppo, H5N2 , sarebbe una sottospecie meno aggressiva rispetto a quello di qualche anno fa.Il dirigente dell'Unità di progetto veterinaria della Regione Veneto, Giorgio Caser, ha comunicato che saranno effettuati abbattimenti degli animali "a scopo del tutto cautelativo". Inoltre saranno aumentati tutti i controlli, così come previsto da recenti disposizioni del ministero della sanità.Intanto la Giunta regionale ha firmato un provvedimento che vieta, a partire da oggi, lo svolgimento in tutto il Veneto di mercati, mostre e fiere avicoli. Escluse solo le manifestazioni con uccelli ornamentali.
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LA SICILIA
2 OTTOBRE 2012
Via Silvio Pellico
Cacciatore ferisce un gatto, amputata una zampa
Cacciatori senza scrupoli a Giarre (CT). Con l'avvio della nuova stagione venatoria, in diverse zone della città si segnalano spari di fucile a ridosso delle abitazioni. Nella zona di via Silvio Pellico, all'ingresso sud della città, qualcuno ha esploso alcuni colpi vicino alle abitazioni e una rosa di pallini ha raggiunto un povero gatto che si trovava nelle vicinanze di un terreno in cerca di cibo. L'animale è stato colpito a una zampa. È stato un residente ad accorgersi della presenza del felino ferito, che è stato poi prontamente soccorso da una pattuglia della polizia locale, unitamente a personale del Servizio Veterinario dell'Asp 3 di Giarre. «Il gattino - dice il veterinario dell'Azienda sanitaria, Alfio Russo - è stato ferito da una rosa di pallini. Abbiamo sottoposto il gatto a intervento chirurgico e si è proceduto, purtroppo, all'amputazione dell'arto anteriore sinistro».
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LA NUOVA SARDEGNA
2 OTTOBRE 2012
Gatto catturato da una tagliola lo liberano gli agenti forestali
di Elia Sanna
MARRUBIU (OR) - Quella tagliola era stata sistemata per catturare un animale selvatico. Nella micidiale trappola invece c’è finito casualmente un gatto. Senza il tempestivo intervento degli agenti della Forestale l’animale sarebbe sicuramente morto. Ora è ricoverato in una clinica veterinaria dove sperano di salvargli l’arto gravemente lesionato. Restano sconosciuti il proprietario e il bracconiere. Teatro dell’episodio la borgata agricola di “Masangiorcu”, nel territorio di Marrubiu. Sono stati gli agenti del Corpo forestale di Marrubiu, dopo una segnalazione, a ritrovare il gatto domestico agonizzante. Vagava da ore con la zampa imprigionata in una grossa tagliola di ferro. Quando i ranger sono arrivati, hanno tentato di liberarlo che si era nascosto sotto un'auto. «Aveva l’arto anteriore sinistro stritolato tra i denti della taglio la, dalla quale penzolava una catena di ferro – ha spiegato in una nota il dirigente dell’Ispettorato provinciale di Oristano, Maria Piera Giannasi –. Impaurito alla vista delle persone, ha cercato di nascondersi dentro il vano motore dell’auto. Gli agenti hanno così fatto intervenire un veterinario che ha prestato al gatto le prime cure, sedandolo per evitare di comprometterne l’arto impigliato». L’animale è stato successivamente trasferito in un l’ambulatorio per le cure necessarie. Gli agenti della stazione di Marrubiu sperano ora di risalire ai proprietari. Intanto la tagliola è stata sequestrata in quanto si tratta di un attrezzo estremamente pericoloso. Prima che fosse bandita veniva utilizzata per catturare animali selvatici. Con molta probabilità chi ha sistemato la tagliola voleva difendere il proprio allevamenti dalle incursioni di volpi o cani abbandonati. «Non possiamo escludere – ha aggiunto la dottoressa Giannasi – che la stessa possa essere stata posizionato per la cattura di animali nei centri abitati. Per le sue potenzialità potrebbe creare pericolo all’incolumità delle persone».
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GEA PRESS
2 OTTOBRE 2012
Viterbo – apre il cassonetto e trova un cane, morto
“Sono residente a Viterbo da 7 anni, ma questa sera la mia città mi ha lasciata inorridita”. Si era recata per buttare l’immondizia in uno dei cassonetti di un quartiere residenziale di Viterbo, ma tra i rifiuti le è apparsa subito quella testa. Un cane gettato tra i sacchetti, talmente in buono stato che poteva sembrare vivo. La signora intuisce che l’animale può essere ormai morto ma, istintivamente, per esserne certa, lo scuote. Inserito già morto, o deceduto per soffocamento all’interno del cassonetto?
“Era buttato tra i sacchetti di rifiuti come un oggetto ormai inutilizzabile – racconta a GeaPress la signora Esmeralda – come un oggetto usa e getta” . Questo, per Esmeralda, è il grado di civiltà dimostrato verso “il migliore amico dell’uomo“. Le attenzioni, cioè riservate, nella migliore delle ipotesi, da chi non ha voluto trovare il tempo per far cremare il corpo dell’animale o seppellirlo dignitosamente. “Qualcuno – riferisce la cittadina indignata – che con questo gesto ha calpestato qualsiasi forma di rispetto per la vita, quella degli uomini della comunità in cui vive,e quella degli altri animali che vicino agli uomini sono abituati o spesso loro malgrado costretti a vivere.”
Esmeralda è costretta a mentire, ma a fin di bene. Ha accanto a sé i suoi bambini e non vuole che vedano quella scena. “Tutto a posto – riferisce loro convinta – torniamo a casa“. Ed invece, rientrata a casa corre a denunciare il tutto alle autorità preposte, dal Comune ai Servizi Veterinari. Ancora non si sa se quel cane era padronale o se era un randagio, magari investito e per questo poi buttato nel cassonetto. In ogni caso, ancora una volta ci troviamo di fronte ad una mancanza di rispetto totale, rispetto che, invece,dovrebbe essere riservato ad ogni essere vivente, anche dopo la morte. Come non ricordare, a tal proposito, il caso incredibile del cane morto ai bordi della strada a Palmi (RC) e sul cadavere del quale fu poi rifatta la segnaletica stradale.
“Ritengo – continua la Signora Esmeralda – che un comportamento simile offenda qualsiasi cittadino che si riconosca parte di una comunità organizzata,con le sue regole e i suoi valori condivisi,a prescindere dalla sua amicizia verso i cani o gli altri viventi. Le autorità competenti prendano seri provvedimenti per educare rigorosamente la cittadinanza tutta,a partire da coloro che saranno gli adulti di domani,al rispetto delle altre forme di vita,al rispetto delle norme previste per la convivenza tra uomini e animali.”
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GEA PRESS
2 OTTOBRE 2012
Ragusa – le novità agghiaccianti del gattino (non) crocifisso
Il PM dà un deciso input alle indagini affidate alle Guardie ENPA.
Sono confermate ma con l’aggiunta di particolari agghiaccianti, le prime indiscrezioni giunte nel settembre scorso in merito ad uno dei due gatti martoriati in provincia di Ragusa e dei quali, sbagliando grazie anche a veloci copia incolla, venne riferita dell’avvenuta crocifissione (vedi articolo GeaPress).
Le novità sarebbero relative al primo gatto, ovvero quello ribattezzato “saved”, mentre per il secondo (anch’esso presentato come vittima di una crocifissione) parrebbe potersi confermare l’ipotesi di un crudele cappio metallico in uso tra i bracconieri.
Il fascicolo per ora aperto contro ignoti ed affidato alle Guardie Zoofile dell’ENPA di Ragusa, ha ricevuto un nuovo input alle indagini da parte del Pubblico Ministero dott.ssa Monica Monego. Le risultanze delle investigazioni condotte dalle Guardie ENPA potrebbero riservare gravi e sconcertanti verità.
Il gatto, con dodici pallini da caccia in corpo, venne trovato steso tra due lacci metallici, ma non crocifisso. Anzi, la posizione era più orizzontale che non verticale, come nelle crocifissioni. In aggiunta a ciò, parrebbe che nella parte superiore del corpo esposta dalla singolare quanto crudele posizione, qualcuno potrebbe avere passato un ferro rovente. Il povero micio ha, inoltre, una frattura al treno posteriore ma non sarebbe stato possibile, fino ad ora, identificarne la causa.
Quando si venne a sapere della notizia, colpì la mancata denuncia da parte di chi aveva trovato il micetto, forse gli stessi padroni. In continuità con quanto già supposto, il gatto parrebbe essere proprio padronale. Una vicenda inquietante, sulla quale, certamente, continueranno ad indagare le Guardie dell’ENPA.
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LA TRIBUNA DI TREVISO
2 OTTOBRE 2012
Bocconi sul Montello Avvelenati i cani della famiglia Martin
di Enzo Favero
MONTEBELLUNA (TV) - I bocconi avvelenati fanno strage di cani sul Montello. Nello stesso giorno sono rimasti avvelenati in tre: un barboncino di proprietà della famiglia Martin e due cani da caccia di altrettanti cacciatori. È accaduto alcuni giorni fa nella zona della presa 16, ai confini tra Montebelluna e Volpago. Fiocco, così si chiamava il barboncino di casa Martin, è stato stroncato in soli 20 minuti. Troppo potente il veleno per un cane così piccolo, i due cani da caccia sono sopravvissuti un po' di più ma anche loro sono stati uccisi dal veleno. E nella zona c'è rabbia per chi semina bocconi avvelenati. «Se prendo chi è stato» dice Loris Martin «gliela faccio pagare cara. La morte di Fiocco ha messo in crisi tutta la mia famiglia, soprattutto i miei figli. Se salta fuori il responsabile deve subirne le conseguenze» . Loris Martin è titolare della Edilscavi assieme al fratello Daniele, che è anche consigliere comunale nel gruppo della Lega Nord ed è stato il più votato alle ultime amministrative. Una famiglia conosciutissima, quella dei Martin,che hanno le loro abitazioni sul Montello, lungo la presa 16. E lì viveva Fiocco, il barboncino a cui erano affezionatissimi i figli. «Il cane è tornato a casa con le bave alla bocca» ricorda Loris Martin «l'ho portato subito dal veterinario ma non c'è stato nulla da fare, è morto in 20 minuti. Fiocco era abituato a uscire passando per qualche buco della rete e farsi un giretto attorno, l'aveva sempre fatto, chi poteva immaginare che qualche mascalzone spargesse bocconi avvelenati qui attorno. Lo stesso giorno in questa zona sono rimasti avvelenati altri due cani, erano cani da caccia che erano in zona coi loro padroni e evidentemente anche loro hanno mangiato i bocconi avvelenati ch e erano stati disseminati. Un vicino mi ha detto di averne scorti alcuni. Io non so chi possa essere stato, c'è chi dice che si tratta di gente contraria alla caccia e ai cacciatori, chi invece per avvelenare i randagi. Non lo so. Mi avevano consigliato di presentare denuncia contro ignoti ma non l'ho fatta perché dubito che serva a qualcosa. Ma spargere bocconi avvelenati è un'azione inaccettabile e ignobile». Anche in passato si era verificato l'allarme per la diffusione di bocconi avvelenati soprattutto, ma non solo, sul Montello. Poi c'era stato un periodo di tranquillità nel corso del quale non ci sono state segnalazioni in tema. Da un po' di tempo, invece, nei boschi del Montello sono tornate le salsicce al veleno.
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GEA PRESS
2 OTTOBRE 2012
Cane lanciato dall’auto sull’asfalto – ANMVI: codice della strada inadeguato
Addirittura multabile il veterinario che accorresse sul luogo del soccorso.
“In fatto di soccorso agli animali, il Codice della Strada è inadeguato e incompiuto” così l’ANMVI interviene in merito al caso del cane lanciato dall’auto sull’asfalto della Firenze-Pisa-Livorno, direzione Firenze, due giorni fa. “Un fatto penalmente gravissimo” secondo l’ANMVI che sottolinea come “non vi siano adeguate risposte d’intervento urgente”.
Sulla stampa locale, riferisce l’ANMVI, si descrivono le difficoltà del soccorso. Infatti, una volta recuperato il cane dalla carreggiata e chiamata la Polizia Stradale per allertare il servizio veterinario, inizia la vera odissea sia per l’animale che per chi lo ha salvato. Mancando un servizio di accalappiacani, si avvia una lunga trafila per cercare un veterinario.
L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani puntualizza che “manca – a più di un anno dalla riforma del nuovo Codice della Strada e a due mesi dal parere favorevole del Consiglio di Stato – il Regolamento attuativo che autorizza al soccorso stradale le ambulanze veterinarie e i mezzi propri per il trasporto d’urgenza, “in stato di necessità” verso la struttura veterinaria più vicina;”
“Il nuovo Codice della Strada – continua l’ANMVI – e il Regolamento attuativo sono profondamente carenti rispetto all’efficacia del soccorso d’urgenza perché, a differenza del soccorso medico, non ammette che il veterinario chiamato per urgenza possa giungere sul posto con proprio mezzo derogando dal limite di velocità”.
L’ANMVI ricorda, altresì, che è stato realizzato un data base di pubblica utilità (www.struttureveterinarie.it ) che da questa estate consente di contattare le strutture veterinarie -private e pubbliche, tramite tutti i dispositivi tecnologici esistenti, smartphone e navigatori satellitari compresi. Il data base georeferenzia le strutture veterinarie più vicine al luogo dell’emergenza. Un ausilio per i cittadini e per la Polizia Stradale.
“Troppe volte il Legislatore – conclude l’ANMVI – vanta come conquiste di tutela animale, provvedimenti solo annunciati e nel merito inefficaci. Il Ministero dei Trasporti si affretti a varare il Regolamento e ad ammettere il soccorso del medico veterinario con proprio mezzo come accade per il soccorso medico alle persone.”.
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LA NUOVA SARDEGNA SASSARI
2 OTTOBRE 2012
Raid notturno al maneggio ammazzato un cavallo
di Alessandro Farina
BOSA (OR) Un cavallo morto e altri quattro feriti. Questo il bilancio di un incomprensibile raid messo a segno nella notte tra domenica e lunedì nel maneggio Binza ’e Campus, nella zona di Sant’Eligio, a meno di un chilometro dalla periferia est della cittadina. «Vogliamo pensare al gesto di qualche sconsiderato. I nostri cavalli sono addestrati per l’ippoterapia, chi li ha feriti ha fatto un danno all’intera collettività», è l’amaro commento di Giovanni Fiori ed Emanuela Porrini che da qualche hanno si sono trasferiti nella città del Temo dando vita alla apprezzata scuola di equitazione. Sull’episodio stanno svolgendo accertamenti i carabinieri della stazione. È una giornata terribile quella vissuta da Emanuela Porrini, originaria di Torino, e Giovanni Fiori, di Pozzomaggiore, che tre anni fa hanno inaugurato il mane ggio Binza ’e Campus, scuola di equitazione per ogni fascia d’età, punto di riferimento per le escursioni e centro per l’ippoterapia rivolta anche ai bambini disabili. Nell’area a due passi dalla strada per la diga, in località Santu Lo’, qualcuno la notte scorsa ha ferito cinque dei loro cavalli. «Probabilmente con un corpo contundente o qualcosa di appuntito», spiegano. Una cavalla non ce l’ha fatta ed è morta ieri mattina «Per le ferite riportate probabilmente nel tentativo di saltare la recinzione» mentre gli altri quattro animali, sottoposti ad intense cure ce la faranno. È un gesto che ha suscitato profondo clamore e tante domande in città. «Ieri mattina mi hanno telefonato segnalando che un mio cavallo era per strada» racconta Emanuela Porrini. Una volta arrivata nella tenuta la proprietaria si è accorta di quanto accaduto. Subito sono scattate le chiamate di so ccorso al veterinario e alle forze dell’ordine. Al maneggio è giunta la pattuglia di militari, con al comando il luogotenente Rosario Lorefice. Saranno loro a cercare di capire chi possa aver compiuto il gesto e il possibile movente. «Pensiamo ad uno sconsiderato. Forse un ubriaco. Non ci sono altre ragioni», ribadisce più volte Giovanni Fiori, convinto dell’azione di un gruppo di balordi. «I nostri cavalli li abbiamo salvati dal macello. Svolgono solo un servizio pubblico rivolto ai ragazzi con handicap come la cavalla che è morta. Per questo chi ha compiuto questo gesto ha fatto un danno a tutta la comunità – spiega –. Noi non abbiamo nemici, solo amici» conclude deciso Giovanni Fiori.
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TG COM 24
2 OTTOBRE 2012
Sparatoria a Salerno, cane salva padre e figlia
Il 40enne incensurato e la bambina di 10 anni stavano passeggiando col cane quando sei colpi di pistola sono stati sparati nella loro direzione da due uomini in scooter. Illesi
Un uomo di 40 anni e la figlia di 10 anni sono sfuggiti a un agguato grazie anche al loro cane. L'uomo, un incensurato, era a passeggio con la bimba e il meticcio di grossa taglia, alla periferia di Salerno, quando due uomini in sella a uno scooter hanno esploso 6 colpi di una pistola calibro 9 per 21, ad altezza uomo nella loro direzione. Il 40enne è riuscito a ripararsi dietro un'auto. La bimba è stata trascinata lontano dal cane.
Il 40enne è salvo per miracolo. I sei colpi di pistola che erano destinati a lui si sono conficcati nel tettuccio dell'auto, una Peugeot 206, dietro la quale si era riparato. La figlioletta invece, distante alcuni metri con il cane al guinzaglio, è stata trascinata lontano dall'animale e messa così in salvo.
I due aggressori, dopo l'agguato, si sono allontanati liberandosi dell'arma, una pistola calibro 9x21, che è stata ritrovata dalla polizia a qualche centinaio di metri dal luogo dell'agguato.Padre e figlia sono entrambi molto provati ma illesi. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Sezione volanti e della Squadra mobile della Questura di Salerno che hanno effettuato i rilievi del caso. Il quar antenne è stato condotto negli uffici della Questura per essere ascoltato dagli inquirenti. Intanto nella zona sono stati istituiti posti di blocco. |
GEA PRESS
2 OTTOBRE 2012
La vergogna delle mucche a terra – Striscia la Notizia ritorna sull’argomento (video)
L'On.le Zanoni: In Italia ancora troppe irregolarità. Subito una Direttiva europea e pene severe.
Un nuovo servizio di Striscia la Notizia ed un nuovo rimpallo di responsabilità. Sta di fatto che, al di là degli giustificazioni addotte dal proprietario del piccolo macello di Mantova, le tremende condizioni nelle quali vengono inviate le mucche al macello, sembrano proprio essere una prassi più diffusa di quanto possa sembrare.
Sul nuovo servizio di Edoardo Stoppa interviene ora l’europarlamentare Andrea Zanoni che ricorda come già la Commissione europea, debitamente interpellata grazie agli interventi parlamentari dello stesso Zanoni, dichiarò di essere “al corrente di questi terribili casi e di stare lavorando sulla strategia da adottare”.
Il Commissario Ue responsabile per il Benessere degli animali John Dalli, infatti, rispose all’interrogazione di Zanoni riferendo che “l’Ufficio alimentare e veterinario europeo UAV ha ispezionato l’Italia nel marzo 2010” e che visto che “sulle condizioni degli animali rimanevano problemi”, “si era raccomandato alle autorità italiane di adottare azioni appropriate per porre rimedio alla situazione”. Il Commissario Dalli aveva concluso che “la relazione di tale audit non è stata ancora completata”.
Secondo Zanoni “la tutela delle mucche da latte può essere assicurata solo da una specifica normativa inserita nella nuova strategia Ue per il Benessere degli animali 2012-2015. Attualmente – ha aggiunto l’europarlamentare – queste mucche sono iper sfruttate con conseguenze negative per il loro stato di salute e di conseguenza anche per la qualità del latte consumato dai cittadini”.
Proprio su quest’ultimo punto, fa rilevare Zanoni, si presentò congiuntamente agli eurodeputati Pavel Poc (ceco, socialista) e Kriton Arsenis (greco, socialista) una seconda interrogazione. “Troppi i casi di animali allevati in condizioni precarie e trasportati senza alcun riguardo come dimostrano i casi delle mucche a terra in Italia. Ci vuole una direttiva europea specifica affinché simili episodi non si verifichino mai più”.
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GAZZETTA DI MANTOVA
3 OTTOBRE 2012
Mucche maltrattate al macello Gli animalisti: più controlli
Un paio di sere fa “Striscia la notizia” ha documentato ancora una volta le crudeltà indescrivibili cui sono sottoposte le mucche da latte a fine sfruttamento, caricate e trasportate illegalmente verso il macello. Le immagini trasmesse, girate in un macello di Virgilio, mostrano operatori della macellazione che violano la legge, commettendo abusi che in Italia costituiscono violazioni del codice penale, in base alle leggi vigenti, e sono condannati senza riserve dalla società. «È gravissimo – spiega la Lav in una nota – che da anni gli organi di controllo nei mattatoi italiani non reprimano questo fenomeno e che migliaia di animali arrivino al macello in violazione delle leggi. Nonos tante siano stati reiteratamente censurati dall’Ufficio Veterinario Europeo di Bruxelles per gravi inadempienze nei controlli sul benessere degli animali, minacciando addirittura provvedimenti all’Italia, i servizi veterinari della Regione Lombardia continuano a non sanzionare e non denunciare comportamenti vietati da leggi speciali e dal codice penale».
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GEA PRESS
4 OTTOBRE 2012
Mucche a terra – in Lombardia l’allevamento diventa macello
Non solo mucche a terra, divenute famose grazie ai servizi di Striscia La Notizia, ma è chiaro che il pensiero va soprattutto a loro. Povere mucche da latte, lungamente immobilizzate negli allevamenti intensivi e per questo spesso incapaci di potersi muoversi. Zampe piccole e ossa molli. Al momento del trasporto al macello, sorge un problema. Si accasciano impietosamente. Non potrebbero essere trasportate. Il problema vero, però, è lo smaltimento della carcassa visto che dalla vendita della carne non si ricava granché.
Forse sarebbe il caso di rivedere le tecniche di allevamento, ma in Lombardia hanno risolto il problema. Se la mucca non può andare al macello, è il macello che va dalla mucca. Così ha previsto una disposizione della Direzione Generale della Sanità pubblicata il 28 settembre scorso nel Bollettino ufficiale della Regione Lombardia.
Il tutto deve ovviamente avvenire sotto controllo Veterinario anche se, a guardare i servizi di Striscia La Notizia, tale categoria di tanto in tanto sembrerebbe un poco complice. Niente generalizzazioni ma altri dubbi appaiono rilevando l’appiglio formale che ha dato il via al provvedimento, ovvero un allegato del Regolamento europeo n. 853/04 relativo alle norme di igiene di origine animale che consente la macellazione in area diversa dal luogo autorizzato (ovvero lo stesso macello) al fine di evitare dolori e sofferenze agli animali. In particolare, si tratta del Capitolo VI, Sezione I dell’Allegato III che dispone l’abbattimento, in deroga all’obbligo del macello, nel caso di “animali sani” che hanno “subito un incidente che ne ha impedito il trasporto al macello per considerazioni relative al suo benessere“. Viene, pertanto, da chiedersi se può considerarsi un animale sano che ha subito un incidente quello non trasportabile così come previsto dalla Regione Lombardia. Ovvero, nel caso di “condizioni epidemiologiche“, quali gli eventi che determinano un rilevanza sanitaria come l’impossibilità a muoversi.
Ad ogni modo, il dado è tratto ed in base a quanto già pubblicato, svolte le procedure veterinarie, l’animale potrà essere stordito in extra macello e procedere così alla jugulazione. Ovviamente, dice la Regione Lombardia, bisognerà evitare o ridurre al minimo (?) la possibilità di contaminazione delle carni. Poi il dissanguamento, sempre extra macello, deve avvenire previa sospensione dell’animale ed avendo cura di raccogliere per benino il sangue in un contenitore. Per quanto riguarda stomaci e pacchetto intestinale, devono comunque accompagnare la carcassa fino al macello. Una sorta di vaso canopo, insomma, che accompagnerà il defunto fino alle porte del tempio di dissezione. Bisognerà aver cura di non trasportare nello stesso mezzo animali vivi. Meno male. Seguiranno poi le indagini dei veterinari presso il macello di destinazione.
La disposizione della Regione Lombardia vale in particolare per gli animali non in grado di essere trasportati in quanto “non sono in grado di spostarsi autonomamente o senza aiuto“, ovvero, volendo sintetizzare, le mucche a terra ma anche altri casi. Animali, cioè, deformati dagli allevamenti. L’appiglio al quale si aggrappa la Regione Lombardia per giustificare tale provvedimento è il Capitolo VI, Sezione I dell’Allegato III del già citato Regolamento CE. In deroga, cioè, all’obbligo di uccidere in macello. Peccato però che tale Capitolo VI, Sezione I dell’Allegato III vale per gli animali sani che hanno “subito un incidente che ne ha impedito il trasporto al macello per considerazioni relative al suo benessere“.
Può equipararsi un incidente (come previsto dalla norma europea) con le “condizioni epidemiologiche” (ovvero gli eventi che determinano un rilevanza sanitaria come l’impossibilità a muoversi) previste dalla Regione Lombardia per consentire la macellazione in allevamento degli animali non trasportabili?
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IL TEMPO ABRUZZO
2 OTTOBRE 2012
Viabilità Il corpo avvistato da molti automobilisti forse è caduto da un camion
Panico sull'asse per la carcassa di un maiale
Sfrecciare sull'asse attrezzato direzione Pescara e ritrovarsi davanti, in piena curva, la carcassa di un maiale.
Prov. Di Pesaro - Momenti di panico all'altezza di Dragonara per gli automobilisti che, verso le 13.45, si sono trovati a percorrere quel tratto di strada. Sull'asfalto, a pochi metri di distanza, si sono trovati a schivare prima le viscere dell'animale e, poco più avanti, quel che ne era rimasto. «Stavo tornando da Manoppello – racconta il giovane testimone dell'avvistamento – ed ero in corsia di sorpasso. Fortunatamente sulla destra non avevo nessuno o forse non starei qui a raccontarlo. D'improvviso ho visto prima il sangue e poi, mentre imboccavo la curva, la carcassa. È stato un attimo. Sono riuscito a rientrare nell'altra corsia e la mia fortuna è stata che fosse libera altrimenti o sarei andato a sbattere all'altra auto o avrei preso in pieno l'animale provocando comunque un incidente». Da dove il maiale, o presunto tale, sia arrivato, è difficile dirlo. Potrebbe essere stato investito, ma sembra che la carcassa fosse intatta il che farebbe pensare si trattasse di un animale già macellato, magari caduto da qualche camion in corsa. Una cosa è certa: era bello grosso. «Se qualcuno ci fosse finito sopra si sarebbe certamente andato ad ammazzare – dice ancora il giovane avvocato – Avevo notato che la macchina davanti a me aveva sterzato d'improvviso, ma non potevo certo immaginare che il motivo fosse quello. Una volta scampato il pericolo – prosegue – ho guardato dallo specchietto retrovisore e ho visto le auto alle prese con una specie di gimkana sull'asse attrezzato. Temevo che qualcuno si andasse a schiantare». Fortunatamente non è stato così, ma la paura è stata certamente tanta. Non è il primo episodio del genere che capita sulla strada che collega Pescara e Chieti. Non di rado infatti, gli automobilisti si sono trovati a zigzagare sulle corsie nel tentativo di evitare la corsa di cavalli ancor più terrorizzati finiti lì dopo essere sfuggiti al controllo dei rom.
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GEA PRESS
2 OTTOBRE 2012
La liberazione dei tre maialini – salvi e contro il mega macello di Manerbio (video)
Il Coordinamento Contro il Mega Macello: vivranno da animali liberi.
La scena più tenera è quella finale. Il maialino assieme ad un’ochetta che mangiano dalla stessa ciotola. Il tranquillo becchettare con il “ciomp” del maialino sullo sfondo di una bella radura di bosco. Lui è uno dei tre fortunatissimi salvati da misteriosi animalisti, intrufolati in un allevamento di maiali della Lombardia. Il video, caricato su You Tube, è infatti pervenuto in forma anonima al Coordinamento Contro il Mega Macello. Il gruppo nato per contrastare il progetto del maxi macello di Manerbio (BS). 12.000 maiali uccisi al giorno ed un cumulo di polemiche a seguire.
Poi, nel video diffuso dal Coordinamento, le foto degli allevamenti intensivi e le condizioni che, però, in pochi propongono. Un tipo in camice bianco e guanti asettici, prende tre maialini e li sistema in un trasportino per animali domestici. Furto, per la proprietà dell’allevamento, liberazione animale punto e basta, per molti animalisti.
Per il Coordinamento Contro il Mega Macello, le immagini del video testimoniano scene di vita quotidiana relative alla detenzione dei suini da reddito. Esseri viventi, spiega la nota del Coordinamento, considerati mera merce, oggetti, la cui carne alimenterà un’industria che lucra sullo sfruttamento animale.
Ognuno la pensi come vuole, ma tutte quelle gabbie, le luci artificiali, il rumore e lo stesso ammasso di animali, ricordano alla mente un campo di concentramento. Anzi, a ben guardare, un capannone con molti animali concentrati che finiranno uccisi. Merce di consumo che diventerà prosciutto, cotechino, salame, salsicce ed affini. Per gli animalisti, l’azzeramento di esseri senzienti, finiti macinati ed arrotolati in un arrosto dal dubbio gusto. Un sistema che non si ferma perché basato sulla massificazione della produzione in perenne concorrenza tra diversi gruppi industriali. Mille posti di lavoro, si è detto a Manerbio che nel caso avrà così più animali (al giorno) da macellare, che umani tutto l’anno.
Scontato, allora, lo stile di vita proposto dal Coordinamento contro il Mega Macello. Scelta vegan, priva cioè di ogni derivato di origine animale.
I tre maialini salvati chissà dove, saranno ora maiali liberi, liberi di fare il bagno di fango, di coricarsi quanto vorranno e di riposare sopra un letto di paglia. Liberi di sviluppare il proprio carattere e seguire il proprio istinto. Gli attivisti del Coordinamento contro il Mega Macello hanno voluto dedicare il video agli attivisti olandesi finiti sotto processo con l’accusa di avere liberato 5.000 visoni.
http://www.geapress.org/allevamenti-2/la-liberazione-dei-tre-maialini-salvi-e-contro-il-mega-macello-di-manerbio-video/33303
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CORRIERE VENETO
3 OTTOBRE 2012
Dei maiali non si butta via nulla....
So che le immagini più terribili vorremo non guardarle.
Ma so anche che se non guardiamo, se non sappiamo veramente cosa succede dentro i macelli, non potremmo mai compiere una scelta di vita e di compassione nei confronti degli animali. Non riusciremmo mai a smettere di mangiarli.
Prendetelo così questo video. Fatevi forza pensando alla scena finale: un maialino assieme ad un'ochetta che mangiano dalla stessa ciotola. Sullo sfondo di una bella radura di bosco. Lui è uno dei tre fortunatissimi maialini salvati da un gruppo di animalisti, intrufolati in un allevamento di maiali della Lombardia. Coordinamento Contro il Mega Macello che dovrebbe sorgere a Manerbio, nella bassa bresciana Un luogo dove verrebbero uccisi ogni giorni 12mila maiali. Un progetto di cui si sta molto discutendo in questi mesi. Proprio come quello in fieri a Barcon di Vedelago, nel trevigi ano.
Secondo gli attivisti del Coordinamento contro il Mega Macello, le immagini d el video testimoniano scene di vita quotidiana relative alla detenzione dei suini da reddito. "Esseri viventi considerati mera merce, oggetti, la cui carne alimenterà un'industria che lucra sullo sfruttamento animale. Merce di consumo che diventerà prosciutto, cotechino, salame, salsicce ed affini". Mille posti di lavoro, si è detto a Manerbio che nel caso avrà così più animali (al giorno) da macellare, che umani tutto l'anno.I tre maialini salvati chissà dove saranno ora. Forse, come scrive l'agenzia Geapress, saranno liberi di fare il bagno di fango, di coricarsi quanto vorranno e di riposare sopra un letto di paglia. Liberi di sviluppare il proprio carattere e seguire il proprio istinto.
http://zoelagatta.corrieredelveneto.corriere.it/articoli/2012/10/dei_maiali_non_di_butta_via_nu.html
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CAVALLO MAGAZINE
2 OTTOBRE 2012
Trasporti al macello: qualcosa si muove
ma gli animali continuano a soffrire
Varato a Malta il manifesto europeo per la fine del trasporto su lunga distanza di animali vivi. Ma il commissario europeo Dalli non vuole revisionare le attuali norme...
La Valletta, ottobre 2012- L'Italian Horse Protection comunica che è stato varato a Malta il manifesto europeo per la fine del trasporto su lunga distanza di animali vivi e per il rispetto dei diritti dei cittadini dell'Unione. Il Commissario maltese UE John Dalli criticato da deputati, Ong ed elettori, per aver ampliato il distacco tra i cittadini e le Istituzioni europee. Milioni di animali in Europa continuano a patire sofferenze a causa di parole vuote e giochi politici.
Molti relatori internazionali e cittadini maltesi si sono recati a La Valletta venerdì scorso, in occasione della conferenza “La sofferenza degli animali nel trasporto su lunga distanza: chiedi a John Dalli”, per condividere i dati sul trasporto di animali vivi in Europa destinati al macello e per sollecitare il Commissario europeo John Dalli, originario di Malta, ad agire in conformità al suo dovere di tutelare il benessere degli animali in Europa.
Milioni di animali vivi vengono trasportati su lunghe distanze sulle strade europee, a volte per diversi giorni, per poi essere macellati al momento dell'arrivo. Questa enorme quantità di sofferenza può essere facilmente evitata, prevedendo l'uccisione degli animali nel più vicino mattatoio alla fattoria e poi il trasporto delle carni e carcasse.
C’era attesa e curiosità dopo aver saputo che John Dalli aveva accettato l'invito a parlare alla conferenza, e il suo arrivo è stato accolto con un applauso da parte dei partecipanti. Purtroppo, però, la sua partenza è stata accompagnata dal silenzio, dopo averlo sentito affermare che non ha alcuna intenzione di proporre una revisione delle norme in materia di trasporti, nonostante la ricchezza di dati disponibili che dimostrano come alcune delle attuali norme non sono state applicate per più di 15 anni, mentre altre sono impossibili da applicare.
Dalli ha usato alcune espressioni colorite e sostanzialmente vuote (ad esempio ha detto che sta adottando un “approccio olistico” al problema), ma non ha proposto alcuna azione concreta: ciò fa di lui il primo Commissario europeo che ha rifiutato persino di provare a proporre modifiche inefficaci alle attuali regole che causano sofferenza a così tanti animali.
Il 15 marzo 2012 il Parlamento europeo ha adottato la dichiarazione scritta 49/2011 - firmata da 395 membri del Parlamento europeo - che invita le Istituzioni europee a stabilire un massimo di 8 ore ai trasporti di animali a scopo di macellazione.
Il 7 giugno, i rappresentanti di oltre 100 organizzazioni animaliste e protezioniste europee, insieme a eurodeputati di tutti gli schieramenti politici, hanno consegnato 1.103.248 firme a Dalli, Commissario europeo per il benessere degli animali nell'Unione europea. Davanti alle telecamere, John Dalli aveva annunciato che "entro il 2014 la Commissione presenterà una proposta legislativa" sul trasporto di animali vivi e sui tempi di trasporto.
Nella stessa occasione, aveva ammesso che "per alcune specie di animali anche 8 ore sono troppe".
Pochi giorni dopo, Dalli ha negato di aver mai promesso una revisione delle norme in materia di trasporti, affermando anzi che quelle attuali sono sufficienti. In realtà alcune di queste norme sono in vigore da oltre 20 anni e non sono mai state applicate.
Ci sono stati momenti imbarazzanti in occasione della conferenza a La Valletta, quando Dalli ha ribadito di non aver mai fatto le affermazioni del 7 giugno. Allora gli è stato mostrato il videoclip delle sue dichiarazioni ma, nonostante questa incontrovertibile prova, lui è riuscito a ripetere di non aver mai detto quelle frasi.
Il deputato danese Dan Jørgensen ha poi citato una lettera in cui dieci deputati si lamentavano con John Dalli, perché aveva cercato di negare le affermazioni ancora più esplicite che aveva fatto davanti a loro prima che gli fossero consegnate le firme.
La campagna 8HOURS è stata lanciata congiuntamente da Animals' Angels - un'organizzazione internazionale che ha documentato centinaia di casi di gravi sofferenze subite dagli animali trasportati su lunghe distanze - insieme deputato danese Dan Jørgensen. L'obiettivo dell'iniziativa è quello di limitare a non più di 8 ore il trasporto di animali vivi destinati alla macellazione.
Alcune delle norme contenute nella legislazione attuale non possono essere applicate. Le prove scientifiche disponibili dimostrano in maniera evidente quanto sia urgente una revisione immediata del Regolamento 1/2005.Prima della conferenza è stato pubblicato un annuncio di un’intera pagina su “The Times of Malta” (il principale quotidiano del paese d'origine di John Dalli, attuale Commissario Europeo) per informare i lettori che "John Dalli sta ignorando la sofferenza di milioni di animali e la voce dei cittadini europei". L’annuncio concludeva chiedendo agli elettori maltesi di "ricordarsi di ciò che sta accadendo, quando andranno a votare per le prossime elezioni".
"Dal Commissario Dalli continuiamo a ricevere solo affermazioni audaci senza alcuna azione", ha detto Christa Blanke, fondatore e direttore di Animals' Angels. "Questo è terribile per gli animali ed è un insulto per tutti i cittadini dell'Unione e per i loro rappresentanti eletti al Parlamento europeo, le cui richieste sono trattate come un fastidio irrilevante dal Commissario. Dalli cerca di dare un’immagine di se stesso come una persona molto attenta al tema del trasporto di animali vivi, ma la realtà è che, dietro una montagna di parole su approcci olistici e retorica elettorale, egli si rifiuta di affrontare il vero problema che colpisce milioni di animali trasportati su lunghe distanze in Europa: la lunghezza dei viaggi. Gli animali soffrono mentre il signor Dalli conduce i suoi giochi politici. Non possiamo accettare questo comportamento, sia come persone che hanno a cuore il benessere degli animali sia come cittadini".
"395 membri del Parlamento europeo e oltre un milione di cittadini europei chiedono a John Dalli di fare semplicemente il suo dovere, quello che lui stesso ha dichiarato il 7 giugno: produrre una proposta di modifica delle norme vigenti in materia di trasporto di animali vivi che contenga limitazioni ai tempi di trasporto", ha detto il deputato danese Dan Jørgensen. "Dalli può cercare di rappresentare se stesso ai media come persona molto attiva su questo tema, ma la realtà è che, a differenza dei suoi predecessori, si rifiuta di intraprendere azioni concrete.
Questo non significa solo prolungare la sofferenza di milioni di animali, ma aumentare il distacco tra le Istituzioni ed i cittadini dell'Unione europea la cui voce è considerata del tutto irrilevante. Invitiamo cittadini ed organizzazioni ad aderire al Manifesto di Malta, che si propone di riunire tutti coloro realmente interessati - non solo con frasi vuote - al benessere degli animali e alla democrazia in Europa".
Una bozza del Manifesto di Malta è stata presentata ai partecipanti alla conferenza per la discussione e poi approvata a fine giornata. Ne sarà data ampia diffusione nelle prossime settimane, raccogliendo il sostegno di cittadini, parlamentari europei e associazioni.
Per ulteriori informazioni, si prega di contattare Wawa Wang: w.wang @ animali-angels.de (+45 8194 9469) o Adolfo Sansolini [email protected] (+44 7983 586 295)
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ANMVI OGGI
4 OTTOBRE 2012
DL BALDUZZI
Animali al macello, semplificare per responsabilizzare
Dal 14 settembre non è più obbligatoria la controfirma del veterinario. Commento di Silvio Borrello. Il Direttore generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione ha firmato per il Sole 24 Ore Sanità un commento ai contenuti del DL Balduzzi. Fra le disposizioni che interessano il settore alimentare quella sui trattamenti farmacologici sugli animali da reddito (Art. 13 - Disposizioni in materia di medicinali omeopatici, anche veterinari e di sostanze ad azione ormonica*).
“ E’ stata introdotta una semplificazione delle modalità di compilazione- spiega il Direttore Borrello- della documentazione che accompagna gli animali al macello, con specifico riferimento alla registrazione di eventuali trattamenti farmacologici effettuati”. Il Decreto legislativo del 16 marzo 2006, n. 158, prevedeva l’obbligo di firma da parte del veterinario per tutti i trattamenti farmacologici effettuati e prescritti sugli animali. Il Decreto-Balduzzi, invece, “ abolisce la firma del veterinario, ponendo in capo all’allevatore la totale responsabilità dell’attestazione e della corretta registrazione dei trattamenti farmacologici ove effettuati. Minor costo degli allevatori, quindi, a fronte di un aumento delle loro responsabilità pur mantenendo inalterate le garanzie di sicurezza delle carni destinate al consumo”. (fonte: Il Sole 24 Ore Sanità) * (…)4. All'articolo 15, comma 6, lettera d) del decreto legislativo 16 marzo 2006, n. 158, e successive modificazioni, le parole: «nel caso in cui siano stati effettuati tali trattamenti la dichiarazione ; deve essere controfirmata, sul retro della stessa, al momento della prescrizione o dell'invio degli animali allo stabilimento di macellazione, dal medico veterinario che ha prescritto i predetti trattamenti;» sono soppresse. |
GEA PRESS
2 OTTOBRE 2012
Terni – ingabbiato con lancia e fucile puntati su di lui
Cinghiale salvo grazie al repentino intervento del Corpo Forestale dello Stato.
Oltre al fucile e alle cartucce, riferiscono dalla Forestale, ai due cacciatori è stata rinvenuta e posta sotto sequestro, una rudimentale lancia di quasi due metri costruita artigianalmente. Di fatto un bastone alla cui estremità era fissata la lama che doveva servire, verosimilmente, a tagliare la gola al povero cinghiale. L’animale, all’arrivo della Forestale del Comando Provinciale di Terni, è stato trovato al chiuso di una gabbia trappola e con uno dei due uomini che stava per esplodere il secondo colpo di fucile. La prima fucilata, infatti, aveva mancato il cinghiale.
I fatti sono avvenuti la settimana scorsa a Rocca S. Zenone nel Comune di Terni. I due uomini erano stati notati dai Forestali, richiamati dal primo sparo. I bracconieri erano proprio a ridosso della gabbia. Si trattava di una grossa struttura in ferro lunga circa due metri, alta un metro e profonda novanta centimetri. La gabbia, riferisce la forestale, era stata appositamente realizzata per la cattura di fauna selvatica. Telaio in ferro incernierato al terreno per evitare ribaltamenti e chiusura a ghigliottina, con meccanismo che garantisce, cioè, l’immediato abbassamento della saracinesca d’ingresso non appena il congegno di sblocco al suo interno è sollecitato dal cinghiale. L’animale era stato attratto da semi di mais ed altre esche alimentari ritrovate all’interno della gabbia.
I due cacciatori di frodo sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Terni, in concorso tra loro per aver esercitato la caccia in periodo di divieto generale, ancor più in periodo di silenzio venatorio, per aver esercitato la caccia con mezzi vietati e per aver catturato un esemplare di fauna selvatica.
L’animale, ormai pochi secondi, e sarebbe morto. Il repentino intervento del Corpo forestale gli ha consentito di potere ritornare alla libertà.
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IL TEMPO ABRUZZO
2 OTTOBRE 2012
Controlli La Polizia provinciale contesta il reato di bracconaggio. L'animale catturato in un periodo in cui non è consentita la caccia a questa specie
Cinghiale ucciso con una trappola. Aquilano denunciato
Avrebbe ucciso un cinghiale in un periodo in cui non è consentita la caccia per questo genere di fauna.
Protagonista dell'episodio un aquilano che è stato denunciato dagli agenti della Polizia Provinciale, per bracconaggio. Gli agenti hanno appurato che l'animale selvatico era stato abbattuto dall'uomo, dopo che per giorni interi era rimasto intrappolato da un laccio d'acciaio che altri cacciatori avevano posizionato. Una trappola crudele, questa, utilizzata dai cacciatori di frodo per diverse specie animali. Un metodo che peraltro è severamente vietato dalla legge, perchè molto spesso, come in questo caso, l'animale che cade in trappola rimane giorni interi prima che il cacciatore ripassi sul luogo dove in precedenza aveva posizionato la trappola, provocando una morte lenta e dolorosa, spesso per dissanguamento, del malcapitato animale che con l'intento di liberarsi dalla trappola, si procura delle ferite molto profonde. In questo caso, il cinghiale è stato raggiunto da un altro cacciatore che, comunque, lo avrebbe abbattuto in un periodo non consentito. «Questa barbara pratica di caccia - fanno sapere dalla Polizia Provinciale - posta al di fuori ogni regola morale ed etica, rappresenta un discredito per tutto il mondo venatorio, che esercita l'attività sportiva nel rispetto della legalità e delle limitazioni poste dalle singole regioni. Norme emanate proprio con l'obiettivo di tutelare e selezionare in modo rispettoso la fauna selvatica del nostro territorio».
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LA CITTA’ DI SALERNO
2 OTTOBRE 2012
A Pugliano catturavano cardellini con reti e richiami
Sergio Macellaro
MONTECORVINO PUGLIANO (SA) - Denunciati due uomini che a Montecorvino Pugliano stavano cacciando illegalmente dei cardellini. L’operazione è stata condotta dagli agenti zoofili della sezione provinciale di Battipaglia di Italcaccia. Gli agenti, nel vedere un'auto ferma a ridosso di un uliveto, si sono insospettiti ed hanno effettuato un controlli. E così hanno sorpreso i due uomini che con delle reti, dove erano stati intrappolati degli uccelli da richiamo, stavano catturando dei cardellini. All'interno di alcune gabbiette vi erano già altri piccoli animali catturati. Al termine delle verifiche, eseguite in collaborazione con agenti del Corpo Forestale, i due cacciatori sono stati denunciati alla Procura della Repubblica. Le attrezzature sono state sottoposte a sequestro ed i volatili, do no una serie di controlli, rimessi in libertà. La cattura illegale dei cardellini è purtroppo un fenomeno che sembra non avere fine, visto anche il mercato illegale di questi piccoli animali che vengono rivenduti a prezzi altissimi.
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GEA PRESS
2 OTTOBRE 2012
Lecce – sequestro di richiami ed armi da caccia
Intervento del Corpo Forestale dello Stato - il cacciatore-bracconiere di specie protette, però, potrà continuare ad andare a caccia.
Numerosi interventi, solo negli ultimi giorni, contro il bracconaggio che imperversa nell’agro del Comune di Morciano di Leuca, nelle località “Stazione Ferroviaria” e “Stazione di Barbarano”, nel Comune di Castrignano del Capo, località “Foresta di Cantoro” e “Terra l’Acqua” e in agro del Comune di Gagliano del Capo, località “Foresta Forte”. Ad intervenire il personale del Comando Stazione del Corpo Forestale di Tricase (LE) che hanno portato a segno il sequestro di diversi richiami acustici artificiali per avifauna, (chiamaquaglie).
I richiami, spiega la Forestale, sono utilizzati per attirare la selvaggina e facilitarne l’abbattimento. Di fatto è un sistema costituito da autoradio, altoparlante, timer, batteria e audio-cassette. Numerosi e ben occultati tra la vegetazione. Un metodo di caccia, vietato dalla legge vigente in materia venatoria.
Significativo l’intervento eseguito dal Comando Stazione del Corpo Forestale di Gallipoli. Ad avvertire della presenza del cacciatore di frodo, sono stati infatti le segnalazioni provenienti dai cittadini. Nella mattinata del 30 settembre 2012, veniva così sorpreso in località “Martelli”, nel Comune di Seclì, un cacciatore fornito di regolare licenza. Colto in flagranza di reato mentre abbatteva specie di avifauna protetta (piccione torraiolo). Era appostato dietro la sua autovettura a margine di una strada comunale.
La Forestale, oltre alla denuncia all’Autorità Giudiziaria, provvedeva così al sequestro dell’arma e delle munizioni, oltre che degli animali abbattuti. Veniva, inoltre, comminata la sanzione amministrativa per mancato rispetto della distanza dalle vie di comunicazione.
Purtroppo, per singolare disposizione della legge sulla caccia, il cacciatore colto in atto di bracconaggio perché sorpreso a sparare specie protette, potrà continuare ad esercitare la sua attività. L’atto di sequestro, infatti, è relativo ai singolo mezzo utilizzato nel compimento del reato venatorio. Viene cioè messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, ma il cacciatore potrà incredibilmente continuare ad esercitare la caccia o con lo stesso fucile, se dissequestrato, o con altro di sua proprietà. Questo perché la sola sospensione (niente ritiro, dunque) del porto d’armi uso caccia è previsto, nel caso di abbattimento di specie protette, solo con due condanne specifiche divenute esecutive.
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MESSAGGERO VENETO
2 OTTOBRE 2012
Gatto si sporge da 10 metri Viene salvato dai pompieri
Singolare l’intervento dei vigili del fuoco del comando provinciale di Pordenone che ieri mattina hanno messo in salvo un gattino che rischiava di cadere dal quarto piano di un condominio. L’allarme al 115 era stato lanciato da una donna residente in via Revedole. Aveva scorto il felino sul ciglio del balcone ad un’altezza di una decina di metri, che miagolava e gardava sotto. Temendo che l’animale potesse cadere, ha chiamato i vigili del fuoco. Sul posto è giunta una squadra di pompieri che ha raggiunto il quarto piano del palazzo (in quel momento in casa non c’era alcuna persona) e portato il gatto a terra, scongiurando, quindi, una disavventura al felino.
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IL TIRRENO
2 OTTOBRE 2012
Capriolo imbracato e salvato: era finito nel canale
Prov. Di Pistoia - Era finito nel fosso, per tirarlo fuori hanno dovuto prima a calmarlo con un’iniezione e poi imbracarlo. Protagonista un giovane esemplare di capriolo, che domenica mattina è stato salvato a Castel di Piazza, sulle colline sopra Pistoia. A dare l’allarme un coppia che stava rientrando da una passeggiata. L’acqua del canale non è profonda, al massimo un metro in quella zona. Ma proseguendo verso valle il canale si interra e il tubo sarebbe potuto diventare una trappola mortale per il capriolo. Sono intervenuti i vigili del fuoco e la polizia provinciale, quindi un veterinario che ha innanzitutto provveduto, con una iniezione, a calmare il capriolo. Quindi l’animale è stato imbracato e tirato su. Una volta rimesso in sesto, è stato portato a Sam buca, dove sarà rimesso in libertà.
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ALTO ADIGE
2 OTTOBRE 2012
Val d’Ega, trovato un altro boa Un terzo forse libero nei boschi
di Susanna Petrone
BOLZANO - A due settimane di distanza è stato trovato un altro esemplare di boa constrictor sulla strada della Val d’Ega. Ma non finisce qui: secondo la Forestale, nei boschi ce ne sarebbe un terzo ancora libero. Della serie: se andate a funghi da quelle parti, fate attenzione. Lo conferma Andrea Ragazzoni, ispettore forestale superiore della Provincia. Ufficialmente, non è stato rintracciato il proprietario del primo boa. Ma tra chi conosce bene il mondo degli appassionati altoatesini dei serpenti, non vi sarebbero dubbi: chi si è sbarazzato dei primi due boa, probabilmente ne aveva anche un terzo che dovrebbe aver fatto la stessa fine. Il boa catturato ieri è stato avvistato verso le 12.30, da un automobilista che stava percorrendo la statale della val d’Ega. Alla seconda c urva, poco prima della galleria, ha notato che qualcosa si stava muovendo sull’asfalto. Si è fermato e ha capito subito che aveva davanti un serpente “anomalo” per i boschi di casa nostra: lungo circa due metri, del peso complessivo di nove chili. Quello ritrovato due settimane fa nella stessa zona, pesa qualche chilo in meno ed lungo “appena” un metro e mezzo. Il secondo boa, che in natura strozza letteralmente le proprie prede, mostrava una ferita alla testa. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco volontari di Cardano e gli esperti della Forestale. Lo stesso Ragazzoni si sta occupando del caso: «Il boa si trova ora in un terrario al caldo alla Sill - spiega l’ispettore -. Il terzo esemplare, invece, se non verrà trovato entro le prossime settimane, morirà a causa del freddo. Ma ci tengo a ribadire che non si tratta di animali pericolosi. Non sono velenosi. Se qualcuno si dovesse imbattersi nel terzo esemplare, chiami i vigili del fuoco e andremo a prelevarlo». Il boa “numero 2” al momento dovrà rimanere sotto osservazione. Ha una ferita che deve guarire ed è molto nervoso e spaventato. E’ stato affidato alle cure del direttore sanitario della Sill, dottor Lorenzi.«
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IL PICCOLO
2 OTTOBRE 2012
Gli orsi e i cinghiali arrivano in spiaggia
dI Andrea Marsanich
FIUME Orsi e cinghiali in riva al mare. Dopo il plantigrado che in estate ha scorrazzato per la località di Kostrena (confinante con il comune di Fiume), nei giorni scorsi un branco di cinghiali è stato avvistato diverse volte in questo borgo, a poche decine di metri da Žurkovo, le cui spiagge sono particolarmente amate dai fiumani. Una presenza inquietante, quella dei cinghiali, che sono stati fotografati in ore notturne mentre si cibavano di ghiande. Il branco conta una ventina di animali, tra cui diversi esemplari giovani. Il responsabile delle guardie comunali di Kostrena, Milan Ti›ak, ha rilevato trattarsi di un gruppo presente ormai da due mesi a Kostrena: «Finora preferivano muoversi sui rilievi alle spalle del nostro abitato, dove praticamente non vi è presenza umana - ha osservato Ti›ak – un mese fa in quest’area è stata orga nizzata una battuta di caccia da parte della società venatoria Jelen di Cavle, nel Grobniciano, ma appare evidente come le doppiette non abbiano impedito ai cinghiali di scendere fino al mare». In questi mesi i cuccioli di cinghiale sono cresciuti e tutto il branco ha voluto avvicinarsi al centro abitato, dove le condizioni per cibarsi sono evidentemente migliori. «La presenza di questi animali selvatici è un problema – ha concluso Ti›ak – e inoltre si riproducono in fretta. Se non agiamo in tempi rapidi, ce li ritroveremo più numerosi che mai». Il presidente della società Jelen, Darko ‹argonja, ha annunciato una seconda battuta che si svolgerà a metà ottobre. I cacciatori hanno dato inizio ai preparativi a Kostrena, allestendo una postazione per la caccia all’aspetto. «Non vi è alcun motivo per lasciarsi prendere dal panico – ha detto ‹argonja – i cinghiali son o giunti nei pressi delle nostre case per le conseguenze della lunga, devastante siccità. Sono animali solitamente non pericolosi ma che purtroppo provocano danni. Per tale motivo li allontaneremo da Kostrena e dintorni». Ricordiamo che le isole di Veglia, Cherso e Lussino sono infestate da cinghiali, con gravi danni all’agricoltura e all’ovinicoltura.
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GEA PRESS
2 OTTOBRE 2012
Roma – Peter Pan con tartaruga azzannatrice
Poteva staccare le falangi ad un bambino – Intervento del Corpo Forestale dello Stato.
Già il nome del parco vicino la Salaria, Peter Pan, fa pensare al possibile frequentatore che avrebbe potuto rischiare grosso tentando di toccare quanto contenuto di quella bacinella abbandonata. Avrebbe trovato il morso di una pericolosa tartaruga azzannatrice. Pericolosa ancor di più se le falangi fossero state quelle di un bambino.
Ad intervenire, dopo la segnalazione pervenuta al numero delle emergenze 1515, il Servizio CITES centrale del Corpo Forestale dello Stato che ha confermato la potenziale pericolosità dell’animale oltre che il divieto di detenzione. La tartaruga azzannatrice, riferiscono dalla Forestale, possiede un becco a rostro e la forza del morso, oltre al fulmineo scatto nell’attacco, la rendono un animale estremamente pericoloso, specialmente se manipolato da persone non esperte.
Solo l’ultimo di una serie di ritrovamenti di animali esotici e pericolosi che hanno visto impegnati in diverse province, ma soprattutto nella Capitale, gli uomini del Servizio CITES del Corpo Forestale dello Stato. E’ invece la prima volta, riferiscono sempre dalla Forestale, che una tartaruga azzannatrice viene ritrovata all’interno di un parco cittadino, in pieno centro abitato, poiché gli avvistamenti in genere dell’animale avvengono lungo le rive di fiumi o torrenti. E’ stato così, ad esempio, il recente ritrovamento di altra tartaruga azzannatrice lungo le sponde del Tevere a Rieti.
L’ipotesi al vaglio degli inquirenti è che l’animale (di cui fin dal 1997 ne è vietato il possesso) sia stato abbandonato da qualcuno che non poteva più prendersene cura. Gli agenti della Forestale consegneranno l’esemplare ad un Centro di recupero di Roma, autorizzato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, specializzato nella gestione di animali pericolosi.
La legge italiana, considera la Tartaruga azzannatrice, in una lista di animali considerati pericolosi sia per le loro specifiche potenzialità offensive sia per il pericolo di trasmissione di malattie, vietandone il commercio e la detenzione. Per i trasgressori è previsto l’arresto fino a tre mesi ed un’ammenda compresa tra i 7.000 e i 100.000 euro.
http://www.geapress.org/esotici/roma-peter-pan-con-tartaruga-azzannatrice/33312
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ANSA
4 OTTOBRE 2012
Ambiente: Cardinale, istituire figura garante animali
Al Senato conferenza bipartisan su leggi a tutela
ROMA - ''L'Italia ha vissuto un lungo periodo di silenzio sui diritti degli animali, che spesso hanno pagato e continuano a pagare le conseguenze di comportamenti non degni di una societa' civile''. Lo ha detto il sottosegretario al ministero della Salute, Adelfio Elio Cardinale, oggi a Palazzo Madama alla conferenza bipartisan con esponenti del mondo politico e delle associazioni animaliste, sottolineando l'importanza di andare avanti con lo sforzo legislativo e di istituire la figura del garante degli animali.
Alla conferenza e' stato fatto un bilancio sulle leggi approvate in tema di tutela degli animali e su quelle ancora ferme nei due rami del Parlamento, in primis l'articolo 14 della Legge comunitaria sulla sperimentazione. ''A fronte dei molti disegni di legge presentati, i risultati sono pochi, e quel che preoccupa e' in particolare il ritardo nell'approvazione delle norme contro la vivisezione'', ha detto la senatrice Silvana Amati, coordinatrice del Pd per la tutela degli animali, che ha annunciato ''una mozione contenente una serie di indicazioni e proposte, dalla lotta alla vivisezione alla diffusione di una cultura di vita nelle scuole''. ''Se le leggi ancora ferme in Aula denotano la mancanza di opinioni sufficientemente condivise sulla materia – ha affermato il presidente della commissione Sanita' del Senato, Antonio Tomassini (Pdl) - c'è pero' da evidenziare una mutata sensibilita' della societa' civile, e quindi della politica''. L'articolo 14 ''e' un nodo importante'', ha osservato, ma la Legge comunitaria contiene, oltre all'articolo sulla sperimentazione, ''altri elementi rilevanti che la frenano''. A chiedere una presa di posizione sull'articolo 14 e' il presidente della Lega Antivisezione, Gianluca Felicetti. ''La riforma del co dice della strada e le sanzioni per il traffico di cuccioli sono passi in avanti – ha rilevato - ma negli ultimi mesi di legislatura si possono ancora ottenere dei risultati, a cominciare dall'articolo 14 fermo da sette mesi in Senato: la commissione Politiche Ue abbia il coraggio di dire si' o no''. Accanto alle leggi ''occorre la certezza che chi compie reati contro gli animali venga perseguito'', ha sottolineato Carla Rocchi, presidente dell'Associazione nazionale protezione animali. ''C'e' bisogno che la magistratura sia con noi come ha fatto nel caso dell'allevamento Green Hill, che rappresenta un risultato fondamentale da cui non si torna indietro''. |
TISCALI
2 OTTOBRE 2012
Da una mucca geneticamente modificata il latte anti-allergie
Arriva il latte ipoallergenico e proteico ottenuto direttamente dalla mucca. Non si sta parlando di un nuovo prodotto da scaffale, ma di un bovino geneticamente modificato con la capacità di produrre un latte dalle caratteristiche particolari, potenzialmente digeribile anche da chi è allergico. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica PNAS, è stata condotta dal gruppo di scienziati coordinato da Anower Jabed dell'Università di Auckland, in Nuova Zelanda.
Un latte speciale per combattere le allergie - I ricercatori hanno utilizzato l'interferenza dell'RNA, un processo che inibisce l'espressione di determinati geni, per progettare geneticamente una mucca in grado di produrre latte ad alto contenuto proteico e con qualità ipoallergeniche. Gli studiosi hanno prima testato il processo in un modello di topo, modificato geneticamente per imitare la ghiandola mammaria di una pecora. Questo lavoro preliminare ha comportato una riduzione del 96% della proteina del latte chiamata beta-lattoglobulina (BLG), un componente del siero che non è presente nel latte umano ed è noto per causare le reazioni allergiche.
"Creato" un vitello che produce oggi latte privo di BLG - I ricercatori hanno quindi creato un vitello transgenico per esprimere le stesse due microRNA, molecole di RNA, utilizzate nel modello del topo. Quando è stato indotto l'allattamento, il vitello ha prodotto latte contenente alti livelli di proteine e una drastica riduzione dei livelli di BLG, rispetto ai vitelli normali.
Gli scienziati dovranno effettuare altri studi per confermare i risultati - "In futuro - suggeriscono gli autori - questi metodi potrebbe servire come strumento efficace per puntare ad altri geni e modificare le caratteristiche di altri animali". Ad ogni modo sono necessari ulteriori studi e strumenti di ricerca aggiuntivi "per indagare come queste modifiche influiscono sulla nutrizione e sulla composizione del latte nel corso del tempo".
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STATO QUOTIDIANO
2 OTTOBRE 2012
I love Cane. Guinzaglio o pettorina?
PORTARE a spasso il nostro cane deve essere un’esperienza piacevole non solo per lui, ma anche per noi! Utilizzare gli strumenti giusti per rendere la passeggiata un momento di relax è molto fondamentale. In commercio c’è una vasta scelta di guinzagli, collari e pettorine, analizziamoli insieme.
Il flexi: è non solo scomodo da maneggiare, ma possiede un “fantastico” bottoncino che strattona il cane in maniera violenta nel caso in cui decida di accelerare il passo! Molti pensano che l’utilizzo di un flexy renda il cane più libero e felice….ma chiariamo una cosa, il cane o è libero o è al guinzaglio! e quando avremo il guinzaglio aperto ci sarà sempre tensione e questo non gioverà nel vostro rapporto. Con il flexi il vostro cane imparerà a tirare perché non avrà mai una lunghezza fissa. Guinzagli fissi: ce ne sono di tutti i tipi, dai più colorati ai più resistenti! L’errore che si compie il più delle volte è pensare che la passeggiata sia una marcia militare per il nostro cane. Per quale motivo il cane deve essere attaccato alla nostra gamba?? Il cane ha bisogno di un raggio d’azione molto più vasto di un misero guinzaglio di un metro! Il cane deve annusare, scoprire, esplorare! Ecco perché preferisco i guinzagli di almeno 3 metri (NON FLEXI)! Collari, collari a strozzo e collari con le punte: Un cane per annusare per terra, seguire delle tracce o comunicare in perfetta armonia con gli altri cani (segnali calmanti) abbassa la testa. Ciò non avviene se in passeggiata si utilizza il collare che oltre ad impedirgli quanto detto, è causa anche di traumi dal punto di vista fisico! Il collo è una parte molto importante e delicata, passano una serie di nervi e vene fondamentali per la salute e il benessere del nostro amico a 4 zampe. Buttate via collari a strozzo e collari con le punte! Aggravano la salute e il rapporto che avete col vostro cane! A lungo andare si verificheranno casi di tracheiti e traumi alla colonna vertebrale. La mamma per punire il cucciolo fa pressione sul collo (o sul muso) del cucciolo, e quindi ogni volta che il vostro guinzaglio andrà in tensione fa pressione sul collo e si liberano gli ormoni dello stress. Non vi lamentate poi se il vostro cane tira al guinzaglio! Diffidate dai commercianti che vogliono rifilarvi collari a strozzo, con le punte, le borchie e quelli elettrici….avranno pure un negozio di animali, ma non significa che ci tengono alla loro salute Pettorine: Esistono vari modelli di pettorine: quelle ad “X” quelle ad “H” e quelle norvegesi. Quelle che considero migliori sono quelle ad “H” comunemente chiamate “pettorine svedesi” e quelle norvegesi. Sono pettorine che permettono di spostare il vostro cane molto più facilmente e soprattutto senza fare nulla di dannoso per lui. Per una buona e sana passeggiata vi consiglio dunque un bel guinzaglio di 3 metri e una bella pettorina ah H o Norvegese. Diffidate da chi vi dirà che le pettorine rovinano il pelo e tante altre cose per sentito dire o per esperienze varie! Se avete problemi con il vostro amico a 4 zampe l’unica persona che può aiutare il tuo cane e migliorare il vostro rapporto è UN BUON EDUCATORE CINOFILO con esperienza e qualifiche valide. |
GEA PRESS
3 OTTOBRE 2012
Savona – in asilo, colpo mortale ad un gatto
Intervento dell'ENPA.
Notte drammatica a Campochiesa (SV) dove un gatto appartenente alla colonia felina locale è stato centrato alla testa da un colpo di fucile da caccia. Le condizioni del povero micio sono apparse subito molto gravi. I volontari dell’ENPA, accorsi nel luogo, hanno trovato la bestiola agonizzante proprio vicino all’asilo, dove si era accasciato.Immediatamente soccorso dalla Protezione Animali di Albenga guidati da Elena Cammilli, il povero micio è stato trasportato di corsa dal veterinario. Sottoposto ad un intervento chirurgico urgente, è però morto nel corso della notte.Le Guardie Zoofile dell’ENPA hanno già attivato i primi accertamenti per individuare il colpevole. La Protezione Animale ricorda come l’autore dell’esecrabile gesto dovrà rispondere oltre che del reato di maltrattamento ed uccisione di animali, anche di quello di sparo il luogo pubblico.
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RSVN.IT
3 OTTOBRE 2012
Gatto fucilato a Campochiesa
L'Enpa indaga per trovare il colpevole
Campochiesa. Un gatto appartenente alla colonia felina libera di Campochiesa (SV) è stato gravemente ferito alla testa da un colpo di fucile da caccia. La bestiola è stata trovata agonizzante in un giardino vicino all’asilo, dove si era accasciato; è stato soccorso dai volontari della Protezione Animali albenganese, guidati dalla fiduciaria Elena Cammilli, e portato da un veterinario. Malgrado l’immediata operazione cui è stato sottoposto, è però morto nella notte.Sono in corso accertamenti da parte delle guardie zoofile volontarie dell’ENPA per individuare il colpevole che, oltre all’eventuale sparo in luogo pubblico, dovrà rispondere di maltrattamento ed uccisione di animale, punibile con la reclusione da 3 a 18 mesi.
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GEA PRESS
3 OTTOBRE 2012
Oristano – cinque cavalli accoltellati allo stomaco
L’orrendo gesto è stato compiuto nella notte tra il 30 settembre ed il primo ottobre. L’accoltellatore ha agito in località Sant’Eligio, nel territorio comunale di Bosa. Coltellate decise e profonde nello stomaco. A subirle cinque cavalli che, secondo il Comando Provinciale dei Carabinieri di Nuoro, non è escluso che abbiano partecipato a competizioni locali. Fatto, forse, che potrebbe aiutare a spiegare il movente del gesto.
Quello che ha colpito è stata la determinazione messa in atto con un procedimento tutto sommato anomalo. In simili attentati, riferiscono gli inquirenti, in genere viene consumato il cosiddetto “sgarrettamento”, ovvero il taglio dei tendini. Il cavallo viene così ritrovato orrendamente menomato e per lui si prospetta solo la strada dell’abbattimento.
Non sempre, secondo gli inquirenti, questi fatti vengono denunciati sebbene, in questo caso, le cose sono andate diversamente.
L’accoltellamento ha, infatti, riguardato, secondo un comunicato diffuso dalla Federazione Italiana Turismo Equestre Trec-Ante, i cavalli del Commissario locale della stessa Federazione. Lo stesso Ente ha tenuto ad evidenziare come gli animali fossero in realtà utilizzati per l’attività ludica con i bambini. Dei cinque animali, uno è deceduto poco dopo e due sono attualmente con prognosi ancora riservata.
Le indagini sono ora seguite dai Carabinieri del Comando Compagnia di Macomer.
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GEA PRESS
3 OTTOBRE 2012
Merano – tragedia all’ippodromo – cavallo con zampa penzoloni (video)
La denuncia di Italian Horse Protection.
Il cavallo rimane un secondo a terra, non si capisce ancora cosa sia successo. Poi si alza, si regge sulla zampa anteriore sinistra. Per il poco tempo che ancora vivrà, rimarrà così, a tre zampe. L’anteriore destra invece è irreparabilmente spezzata. L’arto rotea quasi del tutto. Continua a barcollare su tre zampe, poi il filmato dell’ippodromo che Italian Horse Protection ora ripropone (vedi Video), deve seguire i cavalli in corsa. Fine di un cavallo. Dopo gli incidenti mortali dello scorso settembre (vedi articolo GeaPress) a Merano muore un nuovo cavallo. Si chiamava Errante e verrà soppresso poco dopo da un Veterinario.Sul “Gran Criterium d’Autunno” piovono ora le critiche dell’Associazione Italian Horse Protection, che non esclude la possibilità che il povero Errante possa aver subito altri danni. Catbar, Nobel, Mister Red Shine e chissà quanti altri, ricorda IHP. Una nuova giovane vita persa per sempre in un ippodromo e nel silenzio più generale. “Non una parola da parte delle associazioni ippiche – denuncia Italian Horse Protection – preoccupate solo di litigare tra di loro ed a chiedere soldi al Governo nel tentativo di rilanciare il settore. Stesso silenzio – aggiunge IHP – da parte degli addetti ai lavori“.Poi ci sono anche altri quattro cavalli che, secondo l’Associazione che ha reso noto l’incidente mortale occorso ad Errante, sono caduti in una successiva gara. Al Gran Premio Merano Forst. Ancora ad oggi si conoscono le condizioni di salute.Italian Horse Protection rivolge ora u n appello al Ministro dell’Agricoltura. Immediata verifica specie sul sospetto che in pista possano finire cavalli impreparati o di fine carriera.
VEDI VIDEO:
http://www.geapress.org/corse-palii-giostre/merano-tragedia-allippodromo-cavallo-con-zampa-penzoloni-video/33367
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GEA PRESS
3 OTTOBRE 2012
Orlando, Florida – l’orca mutilata
La fotografia farebbe pensare ad un morso, ma dalla direzione del Sea World fanno sapere come dalla visione dei filmati non sia stato possibile risalire all’esatta causa di quella orrenda lacerazione. Di certo l’orca Nakai, più che lacerata, sembra proprio mancante di un pezzo intramandibolare. Un delfinario quello della città di Orlando, in Florida, già al centro di note polemica, l’ultima delle quali ha riguardato gli attacchi mortali dell’orca Tillikum (vedi articolo GeaPress).
Inizialmente, sulla ferita di Nakai, è stata diffusa la voce che si sarebbe potuto trattare di un danno causato dal bordo piscina, ma poi si è scoperto che dopo uno spettacolo serale, avvenuto a fine settembre, tre orche avrebbero litigato. Dai filmati, però, la direzione ha affermato di non sapere indicare la reale causa di quella orrenda mutilazione.
Sulla vicenda è intervenuta la dottoressa Ingrid N. Visser, autrice della fotografia, dell’Orca Research Trust. Quella ferita mostrerebbe con tutta probabilità l’esito di un morso come si evincerebbe, tra l’altro, dalle più piccole lacerazioni laterali causate dai denti.
Dunque un nuovo spettacolo di discutibile dubbio che, ancora una volta, non trova spiegazioni plausibili così come spesso capita in occasione di morti o ferimenti nei delfinari. Il caso italiano più clamoroso è stato forse quello recente del delfinario di Oltremare, a Riccione. “Il delfino Mary G. sta male“, così affermò un veloce tam tam via internet lo scorso maggio (vedi articolo GeaPress). Il delfino sta bene, disse invece il delfinario, solo che pochi giorni dopo morì (vedi a rticolo GeaPress).
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GEA PRESS
3 OTTOBRE 2012
Ancona – la centrale dei conigli imbustati (fotogallery)
Sequestro del Corpo Forestale dello Stato.
Il sospetto degli inquirenti è che nel rustico di Osimo (AN), possa essere stata organizzata una sorta di centrale di smistamento finalizzata al rifornimento del settore della ristorazione. Un luogo, cioè, dove lasciare gabbie-trappola ed animali salvatici. Questo, secondo indiscrezioni circolate presso il Corpo Forestale dello Stato, intervenuto ad Osimo con il Comando Stazione di Ancona. Il sospetto potrebbe essere motivato da indiscrezioni forse maturate negli stessi ambienti venatori di Osimo, dove l’indagato, un pensionato residente nei luoghi, risulterebbe conosciuto da lungo tempo.
Lui, però nega tutto sebbene quanto finora portato in sua difesa, si baserebbe sulla presenza di topi, per giustificare le gabbie. Circa gli animali sarebbero stati forniti da un misterioso allevatore del posto.
Sta di fatto che nel rustico la Forestale ha rinvenuto, ancora vivi, alcuni conigli, tordi e due fagiani. Poi, congelati ed avvolti in sacchetti di plastica, ben tredici conigli e numerosi uccelli di media taglia già spellati. I Forestali sospettano che si possa trattare di anatre, sebbene l’esatta identificazione avverrà dopo le analisi disposte all’Istituto Zooprofilattico.
“All’autorità giudiziaria” ha riferito a questo proposito il dott. D’Amato Comandante Provinciale di Ancona del Corpo Forestale dello Stato “è stato chiesto di poter effettuare alcune analisi di laboratorio presso il locale Istituto Zooprofilattico per chiarire se la carne di coniglio rinvenuta nel congelatore e gli stessi esemplari vivi possano appartenere alla specie selvatica, in modo da poter confermare l’ipotesi accusatoria”.
Ipotesi che si baserebbe anche sul ritrovamento delle trappole, tra le quali una, a forma di grossa gabbia e disarmata al momento della perquisizione. Era, riferisce la Forestale, ben occultata tra la vegetazione.
Il pensionato è stato denunciando alla Procura della Repubblica dorica per cattura e detenzione illegale di fauna selvatica.
VEDI FOTOGALLERY:
http://www.geapress.org/caccia/ancona-la-centrale-dei-conigli-imbustati-fotogallery/33378
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LA SICILIA
3 OTTOBRE 2012
Bagheria. Corteo di un circo nel corso principale: gli animali assetati deviano verso la fontana di villa Palagonia
Elefante e cammelli in centro, fioccano denunce
NELLA FOTO - elefante e cammelli bevono alla fontana di villa palagonia
Giuseppe Fumia
Bagheria (PA). Tre cammelli e un elefante che procedono con passo pigro per le strade caotiche di Bagheria non sono spettacolo di tutti i giorni. Singolare addirittura il fuori programma che offrono. Dopo aver percorso via Libertà, corso Butera e corso Umberto, sognando il deserto gli uni, la savana l'altro, piuttosto che respirare gas di scarico, giunti in piazza Garibaldi dove è ubicata la villa Palagonia (la «villa dei mostri»), non hanno resistito alla visione dell'acqua fresca e zampillante. Ghermiti anche loro come i comuni mortali dal gran caldo, non hanno voluto saperne di continuare diritto e, deviando, si sono diretti verso la fontana e si sono abbeverati copiosamente. Sotto lo sguardo sornione dei mostri e per la gioia di grandi e piccini, che hanno immortalato in un clic quei momenti.
L'iniziativa, a fini pubblicitari e promozionali, di fare sfilare i quattro animali è stata del circo Darix o «Circo di Mosca», che fino a ieri aveva piantato le tende, anzi il tendone, nella città delle ville. Pare che l'invito di recarsi numerosi al circo sia stato ampiamente ascoltato e che la struttura abbia fatto sostanziosi incassi nonostante i tentativi di dissuasione da parte degli animalisti che esortavano a boicottare la chiamata. Il circo ha lasciato Bagheria ed anche un lungo strascico di polemiche per via della presenza, in quella struttura, di circensi specializzati in esibizioni con animali. C'è da dire, però, che gli animalisti locali e alcuni movimenti civici, che propendono per un circo umano dove non abbiano cittadinanza gli animali, si sono mossi immediatamente attraverso note e comunicati di condanna, mentre un po' tardiva è stata la lagnanza del sindaco Vincenzo Lo Meo che ieri, in un comunicato teso più a placare l'ira dei biasimanti che (forse) per convincimento personale, ha fatto presente: «Alcuni circhi hanno scelto di non utilizzare più gli animali, valorizzando al meglio la bravura di giocolieri, trapezisti, clown, contorsionisti. Spero tanto che i circhi che abbiano animali riescano a trattarli nel dovuto modo. A Bagheria la scorsa settimana per le strade della città hanno sfilato alcuni animali mettendo seriamente a rischio l'incolumità delle persone. Intendo assicurare che episodi del genere non si verificheranno più e che si effettueranno controlli più severi». Intanto Lo Meo, ad un infuriato Enrico Rizzi, coordinatore nazionale degli animalisti, che, definendo «incredibile» l'accaduto a Bagheria ha annunciato una denuncia (lo ha fatto anche l'onorevole Gabriella Giammanco), ha dovuto promettere che «il circo verrà denunciato anche dal Comune». |
GEA PRESS
3 OTTOBRE 2012
Roma – una volpe ferita si rifugia in mezzo ai bambini
Intervento dell'ENPA.
Per nulla spaventata anzi, ironizza l’ENPA, forse ha pensato bene di stare al sicuro proprio in mezzo ai bambini. Una volpe ferita, infatti, si è rifugiata all’interno di un asilo comunale di Roma nei pressi della riserva naturale di Monte Mario, tra lo stupore e la gioia dei piccoli alunni. L’animale, probabilmente investito da un’auto, non riusciva più a camminare mostrando una apparente paralisi delle zampe posteriori.Dopo molte ore di telefonate da parte delle dipendenti dell’asilo e il conseguente rimpallo tra le istituzioni, infine, la volpe è stata soccorsa dai volontari dell’Ente Nazionale Protezione Animali della capitale. Dopo la segnalazione giunta al centralino della Protezione Animali, i volontari della sezione di Roma dell’ENPA si sono attivati immediatamente riuscendo a mettere in sicurezza la bellissima volpe adulta utilizzando una gabbia speciale per poi trasportarla con urgenza al centro recupero fauna selvatica di Roma.“Questo episodio – sottolinea l’ENPA – pone in evidenza una grande carenza nel soccorso degli animali selvatici feriti, andrebbe istituito un servizio di soccorso sul territorio. A Roma sono attivi due centri per il recupero della fauna selvatica, ma non esiste un servizio con mezzi adeguati per il primo soccorso e il trasporto.”.La Volpe da un primo esame sembra in condizioni discrete, probabilmente con un leggero trauma, dopo le cure del caso si spera in una reintroduzione nel suo habitat.
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IL TEMPO
4 OTTOBRE 2012
MONTE MARIO
Volpe ferita «trova» l'asilo Salvata dall'Enpa 6 «Forse per istinto avrà capito che tra i bambini era al sicuro, così una bellissima volpe adulta si è rifugiata all'interno di un asilo nei pressi della riserva naturale di Monte Mario
La volpe investita da un'auto non riusciva più a camminare.
Roma - Per molte ore le dipendenti dell'asilo hanno tentato di far intervenire le istituzioni per trarre in salvo la volpe tra la gioia e lo stupore dei bambini. Dopo la segnalazione giunta al centralino della Protezione Animali, i volontari della sezione di Roma dell'Enpa si sono attivati riuscendo a prendere l'animale con una gabbia speciale per poi trasportarla al centro recupero fauna selvatica di Roma. Questo episodio - sottolinea l'Ente Protezione Animali - pone in evidenza una grande carenza nel soccorso degli animali selvatici feriti, andrebbe istituito un servizio di soccorso sul territorio. A Roma sono attivi due centri per il recupero della fauna selvatica, ma non esiste un servizio con mezzi adeguati per il primo soccorso e il tra sporto. La volpe da un primo esame sembra in condizioni discrete, probabilmente con un leggero trauma, dopo le cure del caso si spera in una reintroduzione nel suo habitat». Così ha comunicato l' Enpa di Roma.
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GEA PRESS
13 OTTOBRE 2012
Roma – torna libera la volpe che si era rifugiata in un asilo
E’ tornata alla sua vita libera nella Riserva Naturale di Monte Mario. La volpe lo scorso 3 ottobre si era rifugiata all’interno di un asilo comunale in zona Trionfale, con grande felicità e stupore dei piccoli alunni (vedi articolo GeaPress).
L’animale era ferito, forse a causa di un incidente con un’auto. A soccorrerla i volontari della Sezione ENPA di Roma che, in quell’occasione, sottolinearono la grande carenza nella capitale di un servizio di soccorso per gli animali selvatici feriti.
Dopo 12 giorni di ricovero, la volpe questa mattina ha riacquistato la libertà nella stessa area del ritrovamento. I volontari dell’ENPA capitolina alla presenza delle maestre e dei bimbi accompagnati dai loro genitori, hanno liberato l’animale con grande commozione di tutti i partecipanti all’evento.
La volpe si è subito dileguata tra la fitta vegetazione, regalando ai presenti un momento di gioia con tanto di applauso finale.
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IL TIRRENO
3 OTTOBRE 2012
Catture e abbattimenti: dei mufloni non resterà traccia
ISOLA DEL GIGLIO - La Provincia di Grosseto è pronta a intervenire all’Isola del Giglio col piano di cattura dei mufloni per l’eradicazione della specie dal territorio comunale. Nei giorni scorsi il presidente della Provincia, Leonardo Marras ha incontrato a Giglio Porto il sindaco Sergio Ortelli per coordinare le azioni che si susseguiranno nei prossimi mesi. L’Ufficio provinciale Conservazione della Natura si avvarrà della collaborazione della Polizia provinciale e dei tecnici del Comune. Si inizia la prossima settimana con la sperimentazione delle esche alimentari, si prosegue poi con i primi tentativi di cattura, utilizzando un recinto già esistente e realizzandone altri, se necessario. Due degli esemp lari catturati verranno muniti di radiocollare e nuovamente liberati, per farli ricongiungere con il resto del branco, individuando così il maggior numero di mufloni. A seconda dei risultati verrà valutata la possibilità di applicare altri sistemi di cattura. Contemporaneamente la Provincia ha predisposto il piano di abbattimento. Dall’ultimo censimento risulta che attualmente sono presenti a Isola del Giglio 15 mufloni, ma il dato non è certo. «Il muflone – spiega Marras – è una specie che non appartiene naturalmente all’Isola del Giglio, ma è stata introdotta qualche anno fa da un allevatore privato, per fini venatori. La presenza di questo animale sull’isola si è trasformato in un problema quando alcuni esemplari sono usciti dall’allevamento e hanno iniziato a proliferare all’esterno, con effetti negativi per le colture agricole, anche di pregio, come i vigneti. A lamentarsi non sono solo gli agricoltori, ma alcuni operatori turistici, che hanno denunciato danni ad aiuole e siepi. La Provincia affronta la questione nel 2008 con l’abilitazione alla caccia di selezione di alcuni cacciatori gigliesi, e con i piani di abbattimento, che tengono conto dei censimenti annuali realizzati in collaborazione con il Parco dell’Arcipelago toscano, perché una parte dell’isola ricade all’interno del Parco. Quest’anno abbiamo pensato di affiancare ai piani di abbattimento – continua Marras – un piano di cattura, in modo da eradicare la specie dall’isola. Abbiamo presentato un programma operativo all’Ispra, che a giugno ha autorizzato l’eradicazione del muflone d Isola del Giglio, per salvaguardare la biodiversità dalla presenza di una specie non autoctona. Per la stessa motivazione anche Legambiente ha riconosciuto l’importanza dell’eradicazione. Ai gigliesi – conclude Marras – in un incontro a maggio, ho promesso di chiudere l’operazione entro 18 mesi. L’eradicazione è un intervento complesso, ma son o certo che riusciremo a mantenere gli impegni presi. Ovviamente sarà fondamentale la collaborazione di tutti i cittadini».
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CRONACA QUI
3 OTTOBRE 2012
Pecora intrappolata per 19 giorni sotto la neve. Salva per miracolo (video)
Una pecora, a causa di una tempesta, è rimasta intrappolata sotto due metri di neve per 19 giorni, nel nord dell'Islanda. L'animale è stato ritrovato grazie all'infallibile fiuto di Puki, un Border Collie di 9 anni. I soccorritori hanno scavato sotto la neve fino a trarre in salvo la piccola pecora, miracolosamente viva.
VIDEO
http://milano.cronacaqui.it/rubriche/animali/27202_pecora-intrappolata-per-19-giorni-sotto-la-neve-salva-per-miracolo-video.html?pag=1
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IL SECOLO XIX
3 OTTOBRE 2012
Pitone, nuovo avvistamento a Nervi
Genova - Nei giorni scorsi, un grosso pitone era stato avvistato nei Parchi di Nervi, nel levante del capoluogo ligure: ne era nata una vera e propria “caccia”, con tanto di intervento “tranquillizzante” della Forestale («attacca solo se messo alle strette»), ma senza esito: dell’animale, nessuna traccia.
Sino a questa mattina, quando il serpente sarebbe stato avvistato nel cortile della ex scuola Durazzo del quartiere, e poi ancora nei Parchi. Paura tra i genitori che dicono: «Domani non mandiamo i bambini a scuola».
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ADN KRONOS
3 OTTOBRE 2012
Caporale (Cnb): "Per tutelare gli animali e battere la crisi"
Buono da mangiare non solo perché saporito o gustoso ma perché etico
La posizione del Cnb è diretta a sostenere un’etica della biocultura che consenta di superare una concezione dell’animale esclusivamente quale mezzo per il soddisfacimento di interessi e di bisogni umani e in cui esso venga riconosciuto quale essere senziente meritevole di tutela
Roma - Buono da mangiare non solo perché saporito o gustoso, ma anche perché prodotto in modo tale da evitare la sofferenza degli animali allevati per finire sulle nostre tavole. E riconoscibile attraverso un marchio 'etico'. A indicare all'Adnkronos Salute la soluzione per armonizzare la tutela dell'alimentazione umana e il benessere animale è la bioeticista Cinzia Caporale, coordinatrice del gruppo di lavoro che ha elaborato il Parere in tema di benessere animale e alimentazione umana. "Il Comitato nazionale per la bioetica ha sempre manifestato attenzione per la questione etica della tutela del benessere animale nei differenti contesti di vita e di utilizzazione da parte dell’uomo. Spesso si parla della sofferenza di singoli animali o degli esemplari usati dalla ricerca, ma c’è troppo silenzio sulla sofferenza di miliardi di anima li usati come macchine da produzione", dice Caporale. Ora il Cnb "pur riconoscendo come legittimo l’interesse umano a prezzi contenuti e non mettendo in discussione il mangiare prodotti di origine animale, stabilisce che questa sofferenza non si può più ignorare. Anzi, con misure contenute e creando mercati paralleli, sarebbe possibile trasformare la tutela nei confronti di questi esseri senzienti in un valore aggiunto per i consumatori e il made in Italy, anche in tempo di crisi". Nel mirino degli esperti la tendenza alla diffusione di forme di produzione industriale "che penalizzano sensibilmente la qualità di vita degli animali", si legge nel documento. Buono da mangiare è anche ciò "che esprime le nostre opzioni di valore, ciò che è conforme a determinati requisiti etici di correttezza e trasparenza dell’intera filiera produttiva nonché di attenzione nei confronti dei parametri del benessere animale". La posizione del Cnb è diretta a sostenere un’etica della biocultura che consenta di superare una concezione dell’animale esclusivamente quale mezzo per il soddisfacimento di interessi e di bisogni umani e in cui esso venga riconosciuto quale essere senziente meritevole di tutela.
Secondo Caporale "un consumatore consapevole non può dirsi innocente rispetto alla sofferenza evitabile". Per il Cnb "occorre pervenire a una valutazione globale che esamini il problema alla luce di un più ampio e lungimirante concetto di vantaggio per la società nel suo complesso, compreso quello del mondo produttivo, nel rispetto della salute umana, del benessere degli animali e della sostenibilità ambientale". "Oltre tutto, l’Ue quantifica in circa il 2% il 'costo' aggiuntivo da sopportare se si tiene conto del benessere animale, costo che però attraverso l’adozione di procedure di biosicurezza e l’accorciamento delle filiere sarebbe ampiamente ammortizzato e potrebbe non pesare sulla zootecnia e non comparire nel prezzo finale al consumatore. Proprio in tempo di crisi vanno sviluppati mercati paralleli e prodotti innovativi: la bioetica per l’economia è uno strumento insolito ma realistico per scelte moralmente consapevoli e valorizzazione della produzione nazionale", dice Caporale.
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TRENTINO
3 OTTOBRE 2012
Il notaio con la passione per i cavalli da corsa
di Antonella Mattioli
BOLZANO Da bambino aveva un sogno: partecipare un giorno al Gran Premio di Merano. Domenica Arcadio Vangelisti, notaio, bolzanino d’origine e trentino d’adozione, l’ha realizzato. «È stata - racconta il professionista - un’emozione fantastica, difficile da spiegare per chi non ami questo mondo». Nella corsa principale Vangelisti, titolare della scuderia Australia, di cavalli ne ha schierati addirittura due: Taxe Comprise, che si è classificato al settimo posto, e Frolon, vittima di un brutto scivolone. «È andata comunque bene - assicura il proprietario -: per me, lo ripeto, è già stato un successo esserci. Abbiamo posto le premesse per fare ancora meglio l’anno prossimo». Domenica a Maia sono in programma le ultime gare della stagione, il mondo delle corse si sposterà poi a Roma, dove molto probabilmente gareggeranno anche i cavalli della scuderia Australia. «Se ci sarà qualche bella gara - assicura Vangelisti - un salto a Roma lo farò di sicuro». Per assistere alle corse ma anche per vedere i suoi cavalli. «Sono innamorato di questi animali fin da piccolo, da quando mio padre mi portava all’ippodromo di Merano. Mi piace vederli e mi piace cavalcarli. Partecipo anche a qualche piccolo concorso quando capita». Vangelisti, alcuni anni fa, ha deciso di creare una propria scuderia: fatale l’incontro con l’allenatore meranese Paolo Favero. «È uno entusiasta: la sua passione è contagiosa. Non ho saputo resistere». Oggi la scuderia ha cinque cavalli che sono allenati da Favero. All’inizio di settembre l’Australia ha vinto il premio Richard con Crack Chichi. «Anche quella la ricordo come una domenica fatta di adrenalina e grandi soddisfazioni. Ammetto che questa è una passione c ostosa ma ne vale la pena». Come si concilia l’amore per i cavalli con le corse: il fronte animalista più volte si è espresso contro questo tipo di competizioni. «Guardi di questo ne discuto quasi tutti i giorni con mia mogli. Una cosa è il mondo delle corse clandestine, dove gli animali vengono sfruttati e dopati; un’altra cosa è quello delle corse pulite, dove i cavalli vengono allenati, curati, seguiti da persone che innanzitutto amano questi meravigliosi animali. Del resto non potrebbe essere che così: quello che si fa nelle scuderie è un lavoro pesante e in quanto tale richiede passione, diversamente non puoi farlo. Certo quelli da corsa non sono cavalli normali, sono atleti: il loro lavoro consiste nell’allenarsi quotidianamente per essere al top i l giorno della corsa. L’importante è non forzare mai troppo la mano. Il cavallo va rispettato, serve una gestione molto oculata dell’animale c he deve correre solo quando è nelle condizioni giuste e ha bisogno di periodi di riposo. Lo ripeto è un atleta a tutti gli effetti e come tale deve essere gestito. Purtroppo chi corre in ostacoli è particolarmente esposto ad incidenti che possono comportare anche lunghi stop se non addirittura, nei casi più gravi, la fine della carriera». Ai suoi è mai capitato? «Purtroppo sì, ma è inevitabile. L’anno scorso a metà aprile uno si è infortunato ed è stato seguito nel migliore dei modi. È stato curato con le cellule staminali, quindi ha fatto una lunga fisioterapia. È stato in un centro specializzato dove ha fatto anche molta piscina». Si è ripreso? «Si sta riprendendo lentamente, ma nessuno in questo m omento può fare previsioni. In poche parole è difficile dire se tornerà ad essere il cavallo di prima. Anche se ovviamente è quello che mi auguro». La sua è una passione molto costosa ma può garantire anche grossi guadagni. «Sinceramente per me sono soltanto spese. Perché questi sono animali costosi da acquistare e ancor più da allenare e far correre. Però le soddisfazioni che mi danno mi ripagano di tutto». Una curiosità: come mai ha deciso di chiamare Australia la sua scuderia? «Perché io e mia moglie siamo innamorati del Paese dei canguri e un giorno speriamo di tornarci». Anche sua moglie condivide la passione per i cavalli? «Lei ama gli animali in genere. Vicino a Pergine, dove abitiamo, abbiamo creato una piccola fattoria. Lì tengo i cavalli con i quali, quando ho tempo, vado a cavalcare».
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NANO PRESS
3 OTTOBRE 2012
Animali in via d'estinzione: i militari per tutelare i rinoceronti
Fra gli animali in via di estinzione potremmo annoverare anche i rinoceronti, vittime del bracconaggio dovuto all'intenzione di appropriarsi del loro corno, ritenuto un efficace afrodisiaco. Per rimediare a questo problema in Asia si sono arruolati dei militari, che avranno il compito di proteggere i rinoceronti che vivono nel parco di Kaziranga, nota riserva naturale dell'Assam. Lo scopo è quello di proteggere la biodiversità.
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FIRENZE TODAY
3 OTTOBRE 2012
Bimbi senza paura delle punture o del dentista con un cane vicino
Un servizio che allevia la paura del bambino e il tempo del prelievo di sangue diventa un lampo: sono i risultati di inediti di "amici a quattro zampe" in Ospedale
Il cane è il miglior amico dell'uomo. Non è solo un detto, è una verità che si è consolidata negli anni. Una verità che conoscono bene i più puri, i bambini. Così avere accanto un cane addestrato alla pet therapy riduce il tempo di procedure dolorose, come la seduta odontoiatrica o il prelievo di sangue. La vicinanza dell'"amico a quattro zampe" distrae a tal punto i bambini che quasi non si accorgono di manovre che di solito sono per loro fonte di paura e dolore.Sono questi i risultati inediti degli studi compiuti sull'efficacia della pet therapy in ambito pediatrico. Di questo e di altri aspetti sull'utilizzo dei cani in un ospedale per bambini se ne parlerà nell'appuntamento "" Gli interventi Assistiti con gli animali nell'ospedale pediatrico", in programma sabato 6 ottobre, a partire dalle ore 9 nelle due Aule Magne (1° e 2° p iano) dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze.L'evento celebrerà i 10 anni di collaborazione tra l'Ospedale Pediatrico Meyer e l'Associazione Antropozoa. Il Centro fiorentino è il primo esempio in Italia dove l'attività ospedaliera assistita da animali è schematizzata attraverso uno specifico protocollo operativo formalizzato nel 2011, seguendo le raccomandazioni del CDC - Center for Disease Control and prevention di Atlanta (USA). Il protocollo applica le direttive del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2003, che ha l'obiettivo di implementare la Pet Therapy durante il ricovero di bambini e anziani. Nonostante gli "amici a quattro zampe", l'esperienza del Meyer dimostra come, con i dovuti accorgimenti d'igiene generale e di controllo dell'attività, la Pet Therapy dentro a una struttura ospedaliera possa essere svolta senza nessun pericolo di infezioni o contagio.Questa attività ha permesso agli operatori sanitari di effettuare anche inediti studi che verranno presentati durante il Congresso. Grazie allo sforzo dei giovani ricercatori del Meyer, si è potuto constatare come la presenza dei cani durante situazioni psicologicamente delicate per i piccoli pazienti (e per i loro genitori) come il prelievo del sangue o durante trattamenti odontoiatrici su bambini con vari tipi di disabilità, possa essere di grande conforto, permettendo rapide procedure anche nei casi più complessi. "I risultati sono stupefacenti - commenta la dott.ssa Laura Vagnoli, Psicologa e ricercatrice presso il Servizio di Terapia del Dolore & Cure Palliative, IAA del Meyer -in alcuni casi con bambini particolarmente impauriti, determinate procedure avrebbero richiesto tempi lunghi e traumatici, mentre la presenza del cane ha per messo di stabilire una relazione d'accoglienza e di supporto con il piccolo paziente, riuscendo in pochi minuti a completare gli esami o i trattamenti necessari".L'attività assistita con gli Animali in ospedale, istituita nel giugno 2002, è stata condotta dall'associazione Antropozoa. Grazie allo sforzo della Fondazione Meyer che dal 2010 finanzia interamente il progetto, il lavoro degli operatori, laureati in discipline educative/psicologiche con una formazione sull'educazione del cane, si è via a via esteso a più settori dell'ospedali. La collaborazione con i medici e gli infermieri ha permesso di far entrare l'attività della pet therapy nel percorso di cura dei piccoli pazienti. Così Budino, Gioia, Muffin, Polpetta, Pippy e la straordinaria Cannella, docili e affettuosi labrador, meticci e barboncini sono diventati alla stregua di "operatori sanitari" a tutti gli effetti. A tal punto da aver persino firmato un contratto, certo non con la penna ma con il segno inequivocabile della loro zampa.
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GREEN STYLE
3 OTTOBRE 2012
Perché i cani fanno le buche?
La combinazione cane e giardino porta spesso a un unico risultato: le buche. Piccoli o grandi scavi, per i quali il nostro Fido si applica con costanza e partecipazione attiva. E solitamente il giardino, o lo spazio verde, passando dall’essere rigogliosi a tumefatti e spogli. Un vero e proprio territorio di guerra che può portare alla desolazione, senza più la crescita di erba e fiori. Solitamente questo tipo di comportamento è l’esternazione di una necessità o di un’esigenza. Il cane scava per tanti motivi, ad esempio l’istinto di caccia, oppure la noia, la sindrome dell’abbandono e la solitudine. Ma può farlo anche per ricercare un po’ di fresco durante le giornate afose o per l’attrazione verso odori particolari, la necessità di nascondere cibo oppure la voglia di scaricare stress e tensione.Alcune razze sono specializzate nella caccia e nella ricerca delle prede da tana, e per questo la voglia di scavare risulterà naturale. Ma è una necessità che esterneranno solo in presenza dell’oggetto dei loro desideri. Per il resto la motivazione principale che spinge allo scavo è l’inattività, la noia che può subire un quadrupede costretto alla solitudine per quasi tutta la giornata. Il cane è un animale sociale che cerca il contatto e l’interazione costante, costringerlo alla solitudine e all’inattività gli farà accumulare stress e delusione. Come è possibile evitare e arginare questo tipo di comportamento, così da salvare il giardino? Prima di tutto è meglio recuperare tutto quello che il cane non utilizza nell’immediato, quindi ossi di gomma o di pelle di bufalo, palline, biscotti e cibi vari così da evitare la necessità di fare scorte sotterranee. Per evitare che il cane prosegua negli scavi recintate la zona, oppure predisponete un luogo solo per lui dove possa cercare biscotti e oggetti nascosti da voi. In questo modo lo identificherà come luogo libero per le buche. Non riprendetelo mai quando sta scavando, altrimenti vi assocerà alla buca e in vostra assenza ne produrrà altre. Tenetelo attivo il più possibile attraverso passeggiate, giochi ed educazione. Cercate di non scavare in sua presenza, per sistemare i fiori o piante, ma se la necessità lo impone e lui tenderà ad emulare il gesto spruzzatelo leggermente con un getto minimo d’acqua. È indispensabile individuare le cause della voglia di scavare, così da eliminarle ed impedire che il gesto venga replicato. Ma in caso di buche non richiude te semplicemente ma piuttosto inibite, ad esempio sistemando un vaso oppure un asse o una ciotola. Associate a ciò un effetto di distrazione, in presenza del luogo incriminato attirate il cane a voi facendogli dimenticare la necessità di scavare.
È importante richiudere le buche in assenza del cane, cercando di non sgridarlo ma educandolo in modo positivo. Per il cane è complesso comprendere perché non può seguire il proprio istinto o sfogare il suo stress. È quindi fondamentale insegnargli cosa è lecito e cosa no senza punizioni, ma con premi e riconoscimenti che lo spronino ad assumere un atteggiamento corretto. Così da poter convivere tutti insieme in modo sereno all’interno del verde, godendo dello spazio e della natura.
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TISCALI
3 OTTOBRE 2012
Enpa: Dieta vegetariana unica soluzione alla fame nel mondo
Roma - Dalla fame al riscaldamento globale, dalle malattie all'uso sostenibile delle risorse. L'addio al consumo di animali e derivati, secondo l'Enpa e molti autorevoli studiosi è la chiave di volta per risolvere molte delle situazioni emergenziali del Pianeta. "Solo il 20% della popolazione mondiale ha regolare accesso alle risorse alimentari mentre il 26% della superficie terrestre è letteralmente invaso dagli allevamenti, ai quali è imputabile l’emissione del 18% dei gas serra, la distruzione di milioni di ettari di foreste e la perdita di biodiversità, nonché la produzione annua di 1.050 miliardi di tonnellate di deiezioni. I dati Onu al riguardo sono impressionanti: 900 milioni di persone soffrono la fame, mentre 2 miliardi sono da considerare malnutrite", spiega il direttore scientifico dell'Enpa, Ilaria Ferri, in occasione della set timana mondiale vegetariana, che cade dal primo ottobre al 7.
Questa situazione sembra destinata ad aggravarsi nei prossimi anni quando la popolazione mondiale della terra passerà da 7 a 9 miliardi di persone, con un aumento netto di 2 miliardi che renderà ancora più drammatica la carenza di cibo e che, verosimilmente, acuirà le tensioni internazionali per la conquista dei territori per ottenere le materie prime alimentari.
"Data la situazione è davvero paradossale che per mantenere gli allevamenti si sperperi una grandissima quantità di risorse - prosegue Ferri -: occorrono più di 16 chili di foraggi per produrre un chilo di carne. Inoltre, stando a quanto riferito dalla Fao, occorrono circa 15mila litri di acqua per produrre un chilo di carne e appena 2mila per ottenere la stessa quantità di grano. In altri termini, se le risorse necessarie alla produzione di carne fossero investite per l’agricoltura, probabilmente la fame sarebbe solo un ricordo".
Pertanto se la dieta vegetariana e/o vegana non si affermeranno una volta per tutte, il mondo intero andrà incontro a catastrofiche crisi alimentari entro il 2050, come ha ricordato in occasione della conferenza mondiale dell’acqua ad agosto scorso, il professor Malik Falkenmark dello Stockholm International Water Institute.
Dire di no alla carne e più in generale alle proteine animali inoltre prolunga la vita e ne migliora la qualità. Una ricerca inglese durata 12 anni, che ha interessato un campione di oltre 60mila persone ed è stata pubblicata sul British Journal of Cancer, ha dimostrato che i vegetariani hanno meno probabilità di ammalarsi di tumore rispetto a chi mangia carne. I risultati sono impressionanti: i vegetariani hanno il 45% di probabilità in meno di sviluppare il tumori del sangue (leucemia e altre patologie) e il 12% di probabilità in meno di manifestare un qualsiasi altro tipo di tumore. Chi consuma molta carne - due volte al giorno, per esempio (un panino col prosciutto a pranzo e una bistecca a cena) - vede aumentare del 35% il rischio di ammalarsi di cancro all'intestino.
"Benché a molti possa sembrare strano a causa della martellante misinformazione con cui siamo cresciuti - conclude Ferri - la carne ed i prodotti animali possono essere pericolosi nemici della nostra salute. Sono numerosi gli studi che hanno dimostrato l’esistenza di una stretta correlazione tra un regime alimentare a forte contenuto di grassi saturi di origine animale e molte patologie, tra cui il cancro. Vegetariani e vegani, invece, non solo non vengono colpiti dai tumori dell’apparato digerente, ma sono meno soggetti anche ad altre malattie come diabete, trombosi, osteoporosi, artrite, malattie renali, obesità e ipertensione. La dieta vegetariana e vegana, inoltre, contribuiscono a mantenere pulite le nostre coronarie e, di conseguenza, a prevenire il 97% delle cardiopatie".
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TG VERONA
3 OTTOBRE 2012
Aviaria, 80mila capi abbattuti a Sona
Si allarga il timore di contagio per il nuovo caso di influenza aviaria che sta interessando il Veneto nel veronese e nel trevigiano. In un allevamento di Sona sono già stati soppressi ottantamila capi di animali, tra polli, anatre, faraone. Nei prossimi giorni è prevista l'eliminazione di almeno altrettanti capi, sempre a titolo precauzionale. Il direttore del servizio veterinario dell'Ulss 22, Alessandro Salvelli, ha confermato la presenza del virus, precisando però che è a bassa patogenicità.
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IL TIRRENO
4 OTTOBRE 2012
Cani, gatti e animali da cortile uccisi da bocconi avvelenati
di Pier Luigi Ara
VECCHIANO (PI) Strage di cani, ma anche di altri animali come gatti, paperi e conigli. Gli animali da cortile in misura minore rispetto agli amici a quattro zampe, morti avvelenati, dopo aver ingerito bocconi trattati con sostanze letali. Chiamato in causa un lumachicida i cui effetti, quando assorbito in una certa quantità, sarebbero micidiali. A Vecchiano è allarme. Preoccupazione diffusa in particolare a Nodica. È stato informato il sindaco Giancarlo Lunardi il quale ha consigliato ai padroni delle bestiole uccise di rivolgersi ai carabinieri e alla polizia municipale. Sono in corso le indagini per far luce sugli inquietanti episodi che si sono verificati sia in luoghi pubblici che in aree private. Ipotesi diffusa è che sia un individuo davvero di pochi scrupoli l’autore delle barbarie. Dal comando della polizia municipale si fa saper e che, in caso di avvelenamento, si possono richiedere analisi specifiche ai laboratori veterinari i quali sono tenuti ad avvertire le autorità. Rimane da stabilire con certezza se gli avvelenamenti sono provocati volontariamente o dovuti ad una contaminazione per agenti chimici. Intanto è stata programmata una bonifica ambientale sul territorio. A Vecchiano tutti parlano di un maniaco che ce l’ha con gli animali. Secondo un calcolo attendibile sarebbero quindici le vittime del veleno. Tra le testimonianze quella di Daniela Sodini che riferisce come soprattutto a Nodica si sia registrato il numero maggiore dei decessi. «Siamo di fronte ad fenomeno preoccupante – dice –. Il mio barboncino Giò si è salvato quasi per miracolo. Ha avuto tre giorni di gravi disturbi, lo abbiamo sottoposto perfino a tre flebo. Aveva mangiato qualche polpetta del tipo che si trovano in giro. Però ce l’ha fatta. Specie lungo via Cittadella e v ia Del Capannone i casi di avvelenamento registrati, soprattutto a rischio il tratto compreso tra la chiesa e la scuola». «A mie amiche e conoscenti – prosegue Daniele Sodini – è andata decisamente peggio. Per esempio per Zeus non c’è stato nulla da fare. Il sapore dolciastro che caratterizza il lumachicida, come ha spiegato la mia veterinaria, piace ai cani». Quindi, conclude: «In un incontro con il sindaco Lunardi abbiamo fatto presente la gravità della situazione, divenuta insostenibile. Non possiamo assistere passivamente alla cattiveria umana. Intanto ci vediamo costretti a tenere i cani in casa. Neppure i cortili, gli orti ed i giardini sono sicuri perché il micidiale veleno viene gettato pure lì». Racconta Gaia Puntoni, proprietaria di uno dei cani avvelenati che la sua cagnetta, a termine di una straziante agonia, è deceduta. Dalle analisi del sangue sarebbe risultato che ad ammazzarla è stata la sostanza presente nel lumachicida e nei diserbanti. Anche al canile di San Lorenzo sono a conoscenza della morìa degli animali. I bocconi incriminati, secondo quanto afferma la gente, sono stati rinvenuti anche al parco pubblico frequentato dai bambini. Maria Tangari porta altre pietre al muro del pianto: «Aki, il mio cucciolo, si è imbattuto in una delle polpette, credo accanto ad un bidone nei pressi della chiesa e dopo poche ore è morto. A chi poteva dare noia questo levriero dolce e mansueto?». L’elenco delle vittime è lungo. Tra gli ultimi “caduti” Asia, bell’esemplare di labrador; Fuffy, un meticcio; Argo, un incrocio con sangue maremmano. È stata avviata una raccolta di firme per chiedere alle istituzioni interventi adeguati. E c’è in circolazione una specie di vademecum per far fronte all’emergenza veleno, descritto in granuli di metaldeide, colore celeste. Appena ingerito, provoca diarrea, spasmi epilettici in una sofferenza crescente; se si riesce a farlo vomitare, tempestivamente, il cane può salvarsi.
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L’ARENA
4 OTTOBRE 2012
C'è l'avvelenatore di animali Un gatto muore, due salvati
VILLAFRANCA (VR). Nel mirino a Pizzoletta i randagi curati da Roberta Ciresola. Avviata un'indagine come a Custoza
La padrona racconta: «Tremava e la rianimazione del veterinario non è servita» Ora teme per gli altri felini che accudisce. L'autopsia stabilirà qual è la sostanza usata Maria Vittoria Adami
Leo e Tina ce l'hanno fatta, un trovatello randagio no. È rimasto immobile nell'erba, ha cercato di difendersi come ha potuto da chi, invece, voleva aiutarlo e salvargli la vita: perché i suoi tremolii e quella bava alla bocca facevano pensare al peggio. Poi la corsa dal veterinario, che ha tentato di rianimarlo invano. È la storia di tre gatti, a Pizzoletta, che nel giro di poche settimane sono finiti in ambulatorio per sospetto avvelenamento. Tutti legati alla stessa persona, Roberta Ciresola, che conduce il bar Sheeba, sulla via principale della frazione. Sul retro ha un ampio giardino, dove ha ricavato uno spazio per i suoi nove gatti, raccolti dalla strada malconci o da chi non li voleva più, e svezzati, curati, vaccinati e sterilizzati. Ciresola ha creato per loro un grande recinto, con una casetta «arredata» da cucce e cuscini, giochi e ciotole. Sono completamente protetti da una rete sui lati e anche in alto, posizionata a mo' di tenda, in modo tale che non possano uscire dal recinto. «Leo deve aver fatto un buco e se n'è andato a fare un giretto qui fuori, tre lunedì fa», racconta Ciresola. «L'ho trovato sul cancello d'ingresso, steso a terra tremolante. Sono corsa dal veterinario, che ha ipotizzato fosse un avvelenamento e che avesse mangiato qualche concime che si utilizza negli orti o nei giardini in questa stagione». Leo è un bel gatto bianco e beige, con gli occhi azzurri, e si è salvato. Oggi è l'immagine della salute e gironzola nel recinto, seguendo la padrona. Poco distante c'è Tina, un meticcio grigio con una folta coda da persiano. Il lunedì successivo al presunto avvelenamento di Leo è accaduto a lei. Stessa dinamica. È salva anche Tina. Dietro il recinto dei gatti, Ciresola ha fatto un riparo per cinque randagi, cui d&agr ave; da mangiare e che tenta di avvicinare, per poi inserirli tra i sui animali, al sicuro. Uno di loro, venerdì scorso è morto. «Sono uscita», racconta Ciresola. «tremava tutto, aveva la bava. L'ho raccolto. Per difendersi mi ha graffiata, perché era terrorizzato. Sono corsa dal veterinario, che ha tentato invano la rianimazione. È morto poco dopo». Ciresola ha avvisato dell'accaduto la guardia forestale e il municipio. Il caso è stato segnalato all'istituto zooprofilattico e la donna ha acconsentito a effettuare l'autopsia sul gatto, per capire quali siano le cause della morte e risalire, qualora si tratti di avvelenamento, al tipo di sostanza utilizzata. Avrà una risposta in una ventina di giorni. Questa verifica potrebbe essere utile anche per capire se vi sia un avvelenatore nei dintorni, che uccidendo gli animali commette reato. Verifiche simili, a Custoza, dove si sono registrati numerosi casi di morti di animal i per sospetto avvelenamento, hanno portato a un filo conduttore: per alcuni di quei cani e gatti è stato utilizzato l'endosulfan, un veleno usato in agricoltura ma bandito perché molto pericoloso. «I miei gatti sono sterilizzati e non vanno a spasso per il paese», continua Ciresola. «Non è mai successo loro nulla e nessuno si è mai lamentato per la loro presenza». I due nuovi arrivati sono due cuccioli: uno è cieco, l'altro è senza un occhio e lei l'aveva trovato in condizioni pietose. Uno l'aveva raccolto nelle vicinanze di un distributore: «Gli avevano bruciato tutte e quattro le zampine. L'avvelenamento non è un atto da sottovalutare e sono preoccupata».
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AREZZO NOTIZIE
4 OTTOBRE 2012
Abbandona cane nel terrazzino, 40enne condannata a 5mila euro di ammenda
Si è allontanata da casa lasciando Fido sul balcone, con una ciotola d'acqua. Lui però si è sentito abbandonato e ha iniziato a guaire tanto da attirare l'attenzione dei vicini che, allarmati, hanno richiesto l'intervento dei vigili del fuoco e avvertito la polizia. Il cane è stato raggiunto dai pompieri con una scala. E sono stati proprio i vigili del fuoco a constatare le precarie condizioni in cui viveva l'animale. Una vicenda per la quale una 40enne residente ad Arezzo è stata denunciata per maltrattamenti condannata dal Tribunale di Arezzo ad un'ammenda di cinquemila euro.
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IL TIRRENO
4 OTTOBRE 2012
Investe un gatto, rischia una maxi multa
LUCCA - Automobilista investe un gatto e se ne va senza fermarsi. Purtroppo accade spesso e non dovrebbe: perché si tratta di un reato punito dall’articolo 189 del codice della strada con multe salatissime che vanno da 389 a 1.559 euro. Ed è questa l’ammenda che pende sulla testa del guidatore che martedì 2 ottobre, intorno alle 17 in via del Suffragio ha investito una gattina appartenente alla colonia felina della zona. Due ragazzi, forse allievi del vicino istituto musicale Boccherini, hanno soccorso la bestiola telefonando al canile di Pontetetto. Il servizio di soccorso degli animali feriti si è precipitato sul posto ma purtroppo per l’animale non c’è stato niente da fare. «Vorrei far presente all’automobilista che l’omissione di soccorso è un reato anche quando di mezzo ci sono degli animali – spiega Lucilla Lenzi, della sezione Lav di Lucca – Stiamo cercando di capire se ci sono elementi per risalire al modello e alla targa della vettura. Vediamo, sarebbe bello poter individuare e punire il responsabile». Lenzi è anche la referente di una delle colonie feline presenti nel centro storico e regolarmente censite dal Comune. «Quella di cui mi occupo si trova in via Sant Anastasio e ci sono circa dieci gatti randagi, tutti sterilizzati – racconta – Io e le altre volontarie ci occupiamo di dar loro da mangiare. Operiamo in base a una legge regionale messa in pratica dal Comune che si occupa di far sterilizzare a spese proprie i gatti randagi presenti sul territorio. La gattina investita veniva da noi da circa tre anni».
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ANCI
4 OTTOBRE 2012
Randagismo - De Paulis: “Importante sensibilizzare le coscienze sulla tutela degli animali
“La cura degli animali passa dalla sensibilizzazione delle coscienze e dall’educazione civica a questo tema che oggi, purtroppo, non è diffusa come dovrebbe”. Così Alessia De Paulis, delegato Anci al randagismo al termine della conferenza stampa dal tema: 'La tutela degli animali. Il lungo cammino delle proposte in Parlamento' svoltasi stamani a Roma presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della repubblica.
“Un momento di riflessione sociale e politica importante” ha detto De Paulis che, nel corso dell’incontro, ha illustrato l’accordo “Accesso libero degli animali in tutti i luoghi pubblici, aperti al pubblico, nei pubblici esercizi e sui servizi di trasporto pubblico” sottoscritto dai Comuni e ha messo in evidenza la necessità di una regolamentazione comunale per la difesa degli animali: “battaglie contro l’abbandono e il maltrattamento, l’obbligatorietà all’anagrafe canina e l’importanza di creare nelle città delle aree ah hoc per lo sviluppo della cosiddetta pet therapy, utile su pazienti affetti da differenti patologie”.
Ritornando sull’educazione civica alla cura degli animali, per De Paulis una strada percorribile è quella di “coinvolgere i ragazzi delle scuole in eventi ad hoc che ‘insegnino’ come interagire e rispettare gli animali”.
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IL TIRRENO
4 OTTOBRE 2012
PRESTO UNA LEGGE
L'aula della Camera ha approvato in questi giorni l'articolo 16 della riforma del condominio degli edifici, dove il testo introdotto con un emendamento del Pdl stabilisce che "le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici". Una decisione che esclude la possibilità di imporre al proprietario un limite. Gli animalisti si augurano un rapido passaggio in Senato, per trasformare il testo in legge. Cosa che significherebbe un grande passo avanti a tutela dei milioni di cittadini che convivono con animali domestici e che d'ora in poi potranno farlo senza rischiare di incorrere in assurdi tentativi di limitare la loro libertà, convivendo serenamente- nel rispetto delle regole -con quelli che sono ormai diventati, a tutti gli effetti, componenti della famiglia.
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OGGI TREVISO
4 OTTOBRE 2012
VACCINAZIONI “TAROCCATE”, ALLEVATORE DI CANI DENUNCIATO
Con il timbro falsificato di un veterinario della zona certificava le cure ai cuccioli
SANTA LUCIA DI PIAVE (TV) – Vendeva cani ed eseguiva personalmente le vaccinazioni ai cuccioli facendo credere che fosse stato un veterinario ad effettuarle. Tanto che aveva un timbro falso di un professionista della zona di Vittorio Veneto con cui certificava i libretti degli animali.
Ma la cosa è stata scoperta dai carabinieri, anche grazie all’intervento del veterinario, quello vero, che era venuto a conoscenza della cosa.
L’allevatore, un 42enne di Santa Lucia di Piave, e la sua compagna, una donna della Repubblica Ceca di 34, sono stati per questo denunciati dai carabinieri per sostituzione di persona, esercizio abusivo della professione e falsità materiale.
I due in pratica avevano trovato un modo con cui abbattere in modo significativo i prezzi di svezzamento dei cuccioli, non dovendo appunto pagare la parcella del veterinario.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, si procuravano i medicinali anche al mercato nero nell’Est Europa ad un prezzo molto vantaggioso, riuscendo a loro volta a fare prezzi concorrenziali ai propri clienti.
I due vendevano per lo più cani di piccola taglia di razza, come ad esempio bulldog francesi, volpini e chihuahua.
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LA TRIBUNA DI TREVISO
5 OTTOBRE 2012
Vaccinavano i cani in casa con i medicinali in nero
di Federico de Wolanski
SANTA LUCIA DI PIAVE (TV) - Vendeva a prezzi più competitivi di altri allevatori. Chihuahua, Bulldog francesi, Volpini, razze che piacciono alle ragazze, ma non solo. Cani che hanno mercato (e i siti internet che si occupano di annunci di animali confermano) e che se comprati in Repubblica Ceca, regolarmente importati e poi fatti riprodurre per alimentare una piccola attività, possano fruttare una piccola fortuna. Ma il segreto, dietro i suoi prezzi di «saldo», c’era. Ed era quello di tagliare i costi del veterinario facendo le vaccinazioni in casa. Come? Acquistando i medicinali attraverso i canali fiorentissimi del mercato nero della Repubblica Ceca e poi falsificando il timbro di un veterinario di zona. A finire nei guai un quarantenne di Santa Lucia di Piave, V.T., con la compagna, S.P. di 34 anni. Erano loro due infatti a gestire il giro di animali (non maltrattati) e medicinali. Di fatto, non facevano altro che fare tutto in casa, e far passare l’intera operazione di vaccinazione come regolare recuperando libretti sanitari per animali da un normale rivenditore, e timbrandoli con il codice del medico del quale avevano clonato il timbro. A scoprirli sono stati i carabinieri di Susegana, che avevano iniziato ad indagare dopo la strana anomalia riscontrata dal veterinario, Andrea Zanchetta, residente anch’egli a Santa Lucia di Piave. I militari hanno così scoperto l’allevamento e soprattutto i farmaci nascosti nella casa della coppia, riuscendo a ricostruire l’accaduto. I due sono stati denunciati per sostituzione di persone, esercizio abusivo della professione e falso materiale. Ma fortunatamente gli uomini dell’Arma non hanno riscontrato maltrattamenti nè incuria all’interno del piccolo allevamento che riuniva circa una trentina di cani. Gli animali venivano venduti a circa 500 euro l’uno. E pare che la coppia fosse riuscita già a piazzarne sul mercato otto. Ora i due rischiano anche un accertamento da parte della Finanza, oltre che l’onerosa richiesta di risarcimento danni da parte dello specialista a cui hanno scippato il nome e la qualifica. In nome suo effettuavano antirabbica, anti filaria, vaccini per i cuccioli contro i vermi . Punture che se fossero state effettuate veramente nell’ambulatorio, oltre che essere garantite e garantire la salute degli animali sarebbero costate dai cinquanta ai cento euro.
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ANMVI OGGI
8 OTTOBRE 2012
Abusivo vaccinava con timbro di veterinario vero
Il falso veterinario vaccinava cani acquistati sul mercato nero della Repubblica Ceca. Veterinario vero si accorge del raggiro.
Un falso veterinario e la compagna, sono stati denunciati dai carabinieri di Susegana per sostituzione di persona, esercizio abusivo della professione e falsità materiale. Gli animali, controllati anche dal servizio veterinario dell'Usl, sono in ottimo stato. La coppia - residente a Santa Lucia di Piave e proprietaria di un allevamento amatoriale nel vittoriese - vaccinava i cuccioli da vendere ai clienti con medicinali acquistati sul mercato nero, in repubblica Ceca. Per certificare sul libretto sanitario dei cani l'avvenuta vaccinazione, il falso veterinario utilizzava il timbro falso di un vero veterinario, residente nella zona. E' stato proprio quest'ultimo a rendersi conto del raggiro. La coppia importava dall'est Europa gli animali. La loro "era un'attività lecita, l'allevamento infatti non superava infatti i 30 esemplari". Ma l'uomo, che ha ammesso di vaccinare personalmente gli animali, si spacciava per veterinario con tanto di timbro riproducente il nome e il numero di un altro medico della zona. Il risultato: risparmiava sulle vaccinazioni, che poi faceva pagare al cliente. L'uomo ha inoltre ammesso di essere attivo sul mercato da giugno scorso.Tra i cani più "trattati" dall'uomo c'erano chihuahua ed altri quadrupedi di piccola taglia come volpini e bulldog francesi. Gli animali, tutti ben tenuti e nutriti, venivano venduti a circa 1500 euro l'uno: proprio per questo del caso si occuperà anche la Guardia di Finanza. |
GEA PRESS
4 OTTOBRE 2012
Orroli (NU) – ritrovato in un mare di sangue il gregge rubato
Indagini dell'Arma dei Carabinieri.
Un atto intimidatorio, oppure una vendetta, come molti nel mondo agro pastorale della Sardegna. La proprietaria dell’allevamento di Orroli, in provincia di Nuoro, aveva anch’essa subito altri furti del genere.
Nella notte tra il due ed il tre ottobre, è stata la volta di 175 ovini. Nella mattinata, il marito della proprietaria, si è accorto del furto. Intorno alle 10.00 è avvenuto il ritrovato in una radura dove gli animali vengono in genere riuniti per la mungitura, in località Mulargia.
Sangue un po’ ovunque. Delle 139 contate, 101 erano già morte per sgozzamento. 38, invece, erano agonizzanti. Le pecore ancora in vita saranno poi abbattute.
Secondo i Carabinieri si ripercorre un tragitto già individuato negli anni scorsi. Sgozzamenti per vendetta o intimidazione, nel periodo della gravidanza. Ad essere colpito, cioè, è il bene economico e se questo in procinto di capitalizzare, si colpisce pure il reddito per le feste natalizie.
Ad occuparsi delle indagini sono ora i Carabinieri della Stazione di Orroli, coordinati dal Comando Compagnia di Isili (NU).
http://www.geapress.org/zoomafia/orroli-nu-ritrovato-in-un-mare-di-sangue-il-gregge-rubato/33419
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LA NUOVA SARDEGNA
5 OTTOBRE 2012
Due allevatori nel mirino: sgozzato il loro gregge
Gian Carlo Bulla
ORROLI (CA) Centotrentanove capi ovini adulti sono stati trovati sgozzati nelle campagne di Orroli, in località Mulargia a cinque chilometri dal centro abitato. Gli animali erano di proprietà di Angela Pani una allevatrice di 56 anni. A fare la macabra scoperta è stato il marito della donna Paolino Piseddu, pensionato di 75 anni. Gli ovini erano stati rubati dall’ovile di Angela Pani, a “Tziu Antoni Cauli” che si trova poco distante dal luogo del rinvenimento. A commettere il furto non sarebbero stati degli abigeatari. Gli animali infatti dopo essere stati rinchiusi in un tancato, sono stati sgozzati. Si tratta quasi sicuramente di un atto intimidatorio o di una vendetta riconducibile con molta probabilità a qualche conflittualità maturata nel mondo agro pastorale. Gli animali uccisi sono stati interrati in un terreno all’interno dell’azienda. Sul fatto indagano i carabinieri della stazione e della compagnia di Isili coordinati dal capitano Michele Cappa e dal maresciallo Antonino di Marco. Le indagini sono complesse e difficili anche perché la donna non ha avrebbe fornito ai militari nessun elemento utile per l’ identificazione degli autori del crimine. La donna nell’ottobre del 2011, subì un altro furto di bestiame.
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GEA PRESS
4 OTTOBRE 2012
Avellino – l’allevamento abusivo di suini ingabbiati
Intervento del Corpo Forestale dello Stato.
A vederli in fotografia, non si noterebbero grandi differenze rispetto agli allevamenti intensivi, specie se viene tenuta in considerazione la superficie destinata agli animali come nel caso delle scrofe degli allevamenti regolari. Quello scoperto dai Comandi provinciali del Corpo Forestale dello Stato di Avellino e Benevento, era però abusivo.L’intervento, che si è avvalso della presenza del persona dell’ASL veterinaria di Avellino, ha comportato il sequestro della stalla di località Fellettiello nel Comune di Roccabascerana (AV). Allevamento irregolare, privo della necessaria documentazione di legge, consistente in 21 animali del peso pari a circa un quintale cadauno. Alcuni suini, inoltre, presentavano precarie condizioni di salute mentre la stalla non è risultata tra quelle registrate dall’ASL.Il controllo è scaturito nell’ambito dell’attività volta al contrasto delle frodi agro alimentari ed in particolare nel settore zootecnico. Ispezioni che continueranno nei prossimi giorni. Secondo il Corpo Forestale, poteva sussistere il rischio dell’immissione nel mercato di carne priva di tracciabilità e con le ovvie conseguenze per la salute pubblica.
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IL TIRRENO
4 OTTOBRE 2012
I vigili urbani ritrovano un’asina smarrita nei campi
CASALGUIDI (PT) - Nella mattina del 3 ottobre è stata smarrita un'asina a Casalguidi, in località la Brizza. L'animale si aggirava da solo vicino al maneggio di cavalli che si trova nella zona ai piedi della strada che da Casalguidi sale verso San Baronto. La femmina di asina è probabilmente stata attirata dagli animali che si trovano nella rimessa sul Montalbano e si aggirava da sola nei campi. È arrivata così la segnalazione al comando dei vigili che dopo aver provveduto a mettere l'animale in sicurezza hanno avviato le ricerche per riconsegnarla al proprietario. Non è stato possibile leggere le informazioni del microcip o perché troppo in profondità sotto la pelle dell'asina o perché sprovvista. Chiunque ne faccia ricerca può rivolgersi ai vigili di Casalguidi con l'auspicio che al più presto l'animale possa fare ritorno a casa.
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CORRIERE DELLA SERA
4 OTTOBRE 2012
Il caso Il 12 ottobre il debutto in piazza Cuoco
Arriva il circo, guerra di carte bollate
Promozione sul web degli spettacoli con elefanti e tigri. Il garante degli animali: controlli più rigorosi e rispetto delle regole
Paola D'Amico
MILANO - I primi quattro tir sono parcheggiati in piazzale Cuoco. Il debutto del Circo di Mosca è previsto per il 12 ottobre. E già s'è messa in moto la macchina della protesta, quella del «No al circo che utilizza gli animali». C'è chi ricorda la recente morte della giraffa, che era fuggita da un circo attendato a Imola. C'è chi si domanda come sia possibile che ancora una volta il Comune abbia autorizzato uno spettacolo che utilizza gli animali. Il garante degli animali Valerio Pocar non condanna la protesta: «Penso che i circhi con animali siano superati». Ma aggiunge: «Finché le leggi dello Stato tuteleranno i circhi, anche quelli che usano animali, come attività di carattere culturale, i Comuni hanno poco margine di manovra». I Comuni che hanno provato a vietare l'attendamento di un circo nel proprio territorio sono stati fermati dai ricorsi al Tar. Ma i giorni per i circensi che non possono rinunciare a portare in scena elefanti, tigri, leoni, giraffe, sono comunque contati. Allo studio dell'ufficio diritti degli animali c'è il nuovo regolamento. «Finché la legge dello Stato non ci verrà in aiuto, possiamo rendere complicata la vita a questi circhi, disincentivandoli a venire a Milano». Per esempio, sarà introdotta una rigorosa applicazione delle linee guida Cites, «che vietano l'utilizzo di animali protetti, e protetti sono per esempio tigri e leoni», spiega il professor Pocar. E, poi, sarà scritto che «il numero di attendamenti sia rigorosamente circoscritto a non più di due anni». Poiché la piazza milanese è molto appetibile, ogni circo non potrà tornare prima di dieci anni. «Controlli rigorosi, sarà sufficiente una sola violazione per revocare la concessione». Si attende, intanto, il pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso della città di Ferrara, che, appunto, ha tentato di negare il permesso di attendamento a un circo. «Se l'esito fosse favorevole al ''partito'' del no al circo con animali, potremmo inserire un divieto». Una guerra in punta di diritto. Intanto i milanesi inondano di mail gli uffici comunali, sindaco e assessori compresi. Il Circo di Mosca su Internet promuove la tappa milanese. «Per l'occasione - scrive - sono stati realizzati dei nuovi manifesti che pongono l'attenzione sulla ricca presenza di animali nello spettacolo». Il circo rimarrà in città fino al 18 novembre. «Gli spettacoli circensi che utilizzano gli animali sono diseducativi per i grandi e i piccoli - scrivono i lettori al sindaco -. Gli animali sono continuamente ridicolizzati e vivono in un ambiente contrario alle loro caratteristiche etologiche. Chiediamo pertanto controlli da parte della polizia municipale al fine di vigilare e verificare con sopralluoghi il rispetto rigoroso di tutte le leggi, nonché la normativa internazionale Cites e le indicazioni del ministero dell'Ambiente. Siamo dispiaciuti nel constatare come la sua amministrazione non sia sensibile ai temi che riguardano la tutela degli animali».
Il Circo di Mosca più David Orfei è la denominazione che dal 20 settembre scorso la famiglia Rossante ha ripreso, dopo aver messo da parte l'insegna Cirkus Royal (retaggio della tournée estiva in Danimarca), utilizzata per una serie di piazze in Lombardia. «Il 27 ottobre la Lav Milano - dice Marianna Sala, presidente Lav - organizza una grande manifestazione contro l'uso di animali nel circo e coinvolgerà anche altre associazioni animaliste».
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GEA PRESS
4 OTTOBRE 2012
A Grottammare il regolamento pro animali non s’ha da fare
Protesta dell'Associazione Arca 2000.
Grottammare, la cittadina in provincia di Ascoli Piceno, più volte richiamata in polemica con i mercatini di animali, difende le tradizioni agricole e non vuole un regolamento in difesa degli animali. Quanto meno su circhi e mercatini. Così si evincerebbe dall’esito del Consiglio Comunale dello scorso 28 settembre.
Anzi, secondo quanto riferito dall’Associazione Arca 2000, il Sindaco avrebbe evidenziato le condizioni degli animali detenuti nei negozi che sarebbero peggiori di quelle dei mercatini, scordandosi però che il rispetto della legislazione in difesa degli animali (negozi compresi) è affidato proprio ai Comuni. In altri termini, se è a conoscenza di tali situazioni nel Comune da lui Amministrato, non deve fare altro che intervenire. Poi battute gratuite sulle non meglio specificate associazioni e finanche sui cani dei cinesi.
Insomma, al di là di come sia andata, Grottammare non vuole un regolamento in difesa degli animali questo perché il TAR impugnerebbe. Se così è stato detto si è forse fatta un’ulteriore confusione tra le Ordinanze e i Regolamenti che vietano il circo con animali (purtroppo è vero che vengono impugnate dal TAR) e i Regolamenti in generale che considerano anche i mercatini di animali. Tali regolamenti sono presenti in moltissime città italiane, anche di tradizione agricola, e considerano pure le dimensioni di gabbie ed acquari (di negozi come di mercatini).
Per Arca 2000, gli amministratori di Grottammare hanno dimostrato ancora una volta il reale livello di sensibilità sull’argomento.
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MILANO TODAY
4 OTTOBRE 2012
Hai perso un animale? A Milano c'è un blog per ritrovarlo
L'iniziativa è del comune, promossa da Pocar (garante degli animali) e dall'assessora Bisconti. Prossima idea, bacheche vicino alle aree cani
Se avete smarrito il vostro cane (o un altro animale di compagnia), d'ora in poi c'è un altro modo per ritrovarlo: un blog aperto dal comune dove inserire l'annuncio con possibilità di caricare anche una o più fotografie. Ideato da Valerio Pocar (garante degli animali per il comune di Milano) e Chiara Bisconti (assessore competente in materia), il blog è nato pensando "all'ansia di diffondere la notizia coi mezzi più diversi", spiega Pocar: "Molti ormai posseggono computer o dispositivi portatili in grado di scattare fotografie e di trasmetterle attraverso internet. Accanto a questa idea se ne affaccia un'altra: installare bacheche presso le aree cani, su cui si possa affiggere annunci di animali smarriti o ritrovati. Tutto per facilitare ulteriormente la ricerca "senza ricorrere - si legge sul sito - all'affissione abusiva di manifesti". "Perdere il proprio animale di casa - ha dichiarato Chiara Bisconti - è un autentico trauma e speriamo con questo blog di aiutare i cittadini".
http://trovami.garanteanimali.it/
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GRAPHOMANIA
4 OTTOBRE 2012
Si celebra oggi la Giornata Mondiale degli Animali. Si tratta di una giornata dedicata agli animali e a quanti si occupano e preoccupano per loro.
Una prima celebrazione di questa giornata risale al 1931 quando, a Firenze, diversi ecologisti fecero un appello per richiamare l’attenzione sul problema delle specie in estinzione. Da allora la giornata si è diffusa lentamente in tutto il mondo. Nel 2003 diverse organizzazioni inglesi che lavoravano per la difesa degli animali, decisero di organizzare un evento annuale che da allora ha avuto una vasta eco. La data del 4 ottobre è stata scelta per la concomitante commemorazione di Francesco, il santo di Assisi, patrono degli animali.
Nucleo della festa vuole essere ricordare l’importanza delle specie di animali non umani con i quali condividiamo la vita su questa terra e che, spesso, sono vittime del nostro egoismo e della nostra crudeltà. È solo attraverso l’educazione e la conoscenza, infatti, che si può creare una nuova cultura del rispetto e della sensibilità verso tutte le forme di vita, sì da trasformare il mondo in un luogo migliore.
Dicevamo di Francesco d’Assisi. Una certa agiografia edulcorata ne mette in risalto solo i fioretti, sottolineando gli aspetti più folcloristici che, però, rischiano di far perdere di vista la vera importanza dell’Assisiate. Il suo essere fratello universale l’ha portato a vivere pienamente a contatto con gli altri e con l’Altro e questo comporta delle responsabilità concrete.
Il suo Cantico delle Creature, il testo poetico più antico della letteratura italiana, va ben al di là di uno sterile irenismo. Si tratta di un componimento di rottura, senza dubbio, che dà voce a chi non ha voce, almeno secondo il significato che noi diamo al termine “voce”. Lo riportiamo, invitandovi a leggerlo con attenzione, tralasciando gli aspetti cantilenanti e di edificazione. Un inno alla bellezza del creato che noi dobbiamo continuare a preservare. Ricordiamocene oggi, in questa Giornata Mondiale degli Animali..
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si’, mi Signore , per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a cquelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male. Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate.. |
LA SICILIA
4 OTTOBRE 2012
Nei guai per i bovini scomparsi e venti pecore non registrate
Niscemi. (CL) - Guai in vista per un allevatore di bovini, nella cui azienda in meno di un anno i carabinieri del Nas di Ragusa e gli specialisti del servizio di veterinaria hanno fatto irruzione due volte riscontrando diverse irregolarità. Sette mesi addietro il primo controllo all'interno della struttura che sorge alla periferia cittadina. Una verifica durante la quale sono stati posti sotto sequestro 16 bovini affidando la custodia allo stesso titolare dell'azienda.
Ma ora di quegli animali ne sono rimasti solo 6, che fine abbiano fatto i 10 bovini affetti da patologie, ancora non si sa, fatto sta che i carabinieri di Ragusa e gli specialisti del settore veterinaria dell'Asp 2 di Caltanissetta stanno setacciando il territorio nel tentativo di cercare il bestiame scomparso e nello stesso tempo scoprire la provenienza di 20 pecore, non registrate, e ricevute in dono da altri allevatori non meglio identificati. Ma non solo questo. All'interno dell'allevamento sono stati trovati anche 15 cani, alcuni di loro erano microchippati anche se i dati non corrisponderebbero all'allevatore locale. Ora gli specialisti che sono intervenuti nell'allevamento sono a lavoro, i veterinari stanno verificando attraverso il database provinciale se siano state presentate denunce di smarrimento o furto dei cani trovati nell'allevamento. Altro capitolo, invece, riuscire a rintracciare i bovini mancanti dal precedente sequestro. I militari del Nas stanno verificando se i bovini siano stati macellati illegalmente e immessi nel mercato. A carico dell'allevatore non si esclude la segnalazione a piede libero all'autorità giudiziaria, ed anche la possibilità del sequestro del bestiame non registrato e la chiusura dell'allevamento. |
GEA PRESS
4 OTTOBRE 2012
Veneto – il TAR accoglie il ricorso delle associazioni contro il calendario venatorio
Zanoni (IdV): “Vittoria contro il Far West venatorio della Giunta Zaia”.
Il TAR del Veneto ha accolto con decreto cautelare numero 603/2012 il ricorso presentato dalle associazioni contro la Regione Veneto per quanto riguarda il calendario della stagione venatoria 2012-2013. Domani saranno resi pubblici i dettagli della sospensione del calendario veneto per il quale la Regione potrà eventualmente far valere le sue regioni solo tra un mese, ovvero nella Camera di Consiglio del 30 ottobre.
“Si tratta di una vittoria inaspettata e strepitosa nei confronti dell’ingordigia dei cacciatori – ha dichiarato l’eurodeputato Andrea Zanoni – una vittoria che mette in ginocchio l’intera stagione venatoria veneta e condanna l’intera Giunta Zaia che ha approvato il calendario”.
Il ricorso, presentato dalle associazioni LAC, LAV, LIPU, Legambiente e WWF, rappresentate dall’avvocato Valentina Stefutti, contestava la caccia a una ventina di specie di uccelli, tra i quali l’allodola, la marzaiola e la quaglia, nonché la caccia a molte specie in periodo pre-nuziale e nel periodo in cui i piccoli sono ancora dipendenti dai genitori.
“Adesso aspettiamo i dettagli che saranno pubblicati domani – conclude Zanoni – Mi auguro che la Giunta Zaia si arrenda di fronte all’evidenza dell’illegittimità del calendario venatorio, scritto a occhi chiusi sotto dettatura della lobby dei cacciatori”.
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GEA PRESS
4 OTTOBRE 2012
Veneto – è arrivata l’influenza aviaria ma la Regione scrive “letterine”
La gaffe del Ministero della Salute e la protesta dell'On.le Zanoni: sia data un’informazione degna di questo nome.
L’On.le Andrea Zanoni, Europarlamente veneto dell’IdV, aveva sottolineato la grave incongruenza appena pochi giorni addietro. L’influenza aviaria di un ceppo a bassa patogenicità ma che potrebbe, secondo il Ministero della Salute, degenerare in forme aggressive e potenzialmente pericolose per l’uomo, era arrivato a Mantova, la provincia lombarda incuneata tra Emilia e Veneto. Il ceppo, nel caso lombardo, era stato scoperto in una struttura di svezzamento avicolo. Tali attività, infatti, erano state a sua volta messe sotto osservazione dal Ministero della Salute dopo che era stata appurata la connessione tra un’attività assimilabile della provincia di Prato e la mattanza di tacchini avvenuta nel bresciano. Un ceppo, quello rintracciato che, sempre secondo il Ministero, è stato rinvenuto negli ultimi mesi in più allevamenti italiani. Tra questi uno di uccelli ornamentali della vicina provincia di Forlì Cesena. Tutti abbattuti come gl i altri 40.000 pennuti degli allevamenti italiani risultati positivi negli ultimi mesi.Può il Veneto delle forti tradizioni fieristiche con uccelli (specie venatorie) vietare qualcosina? Certo che può, se di mezzo c’è la salute ma si scorda di inserire tra le fiere e mercati da vietare, proprio quelli con uccelli ornamentali. Anzi, prevede espressamente che non debbano essere vietati. Animali che, alla luce del livello amatoriale di molti allevatori, possono più facilmente sfuggire alla rintracciabilità.Ora la novità. Il ceppo dell’aviaria è comparso in provincia di Treviso presso un’ azienda di svezzamento agricolo che tratta proprio uccelli ornamentali. E’ stata posta sotto sequestro e si attende di sapere cosa fare per gli animali appartenenti a specie rare. Il Ministero, però, in una sua nota del 2 ottobre scorso, tranquillizza. La Regione Veneto, dice, ha vietato mostre e mercati di uccelli. Il Mini stero, quindi, non sa che la Regione Veneto, con “semplice “letterina” di un dirigente regionale“, riferisce polemicamente l’On.le Zanoni, ha escluso dal divieto proprio le manifestazioni con uccelli ornamentali.L’On.le Zanoni aveva, altresì, sottolineato come la “letterina” del dirigente dell’Unità di progetto Veterinaria, non essendo pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto, sfugge ai normali canali di comunicazione dovuti per un provvedimento che riguarda la salute pubblica.Tanto sfuggente che forse non lo sa neanche il Ministero della Salute che dà, ora, comunicazione della presenza dell’aviaria in una struttura di svezzamento relativa ad uccelli ornamentali aggiungendo pure che sono vietate le fiere, quando, proprio quelle con gli ornamentali, la Regione Veneto non le ha volute vietare.Intanto a Loria, in provincia di Treviso, grazie alla “letterina”, domenica 30 settembre si è svolta una fiera con uccelli ornamentali. La riscontrata positività dell’allevamento trevigiano, risale al 24 settembre e il Ministero ne ha dato conferma il 2 ottobre. La “letterina” del dirigente regionale, è invece del 21 settembre e faceva infatti seguito al riscontro del virus in provincia di Mantova.Come si comporterà il dirigente regionale, in assenza di delibere di Giunta Regionale, ora che è accertato che il virus impertinente ha attraversato, senza preavviso, i confini lombardo veneti? C’e solo da sperare che il virus di libera circolazione, se infettante ornamentali, non era tra gli uccelli di Loria, provincia di Treviso. La stessa provincia dove già da alcuni giorni era stata riscontrata la positività all’aviaria tra gli ornamentali (non vietati, per letterina ricevuta). Forse, a colpo di fortuna, possiamo fare prevenzione.
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IL PICCOLO
4 OTTOBRE 2012
ATTENTI AI BULBI POTENZIALI VELENI PER CANI E GATTI
di FULVIA ADA ROSSI
In questa stagione chi ha la fortuna di possedere un giardino è invogliato a piantare i bulbi, che si svilupperanno in colorati e bellissimi fiori, ma attenzione, sono velenosi e molto pericolosi per i nostri quattrozampe! I cani, soprattutto se molto giovani, sono animali curiosi, intraprendenti e ansiosi di conoscere il mondo che li circonda mediante l’ingestione di tutto ciò che appare nuovo, profumato e interessante: in poche parole appetitoso. Questo atteggiamento, unito al fatto che fisiologicamente spesso tendono a “brucare” per poter usufruire della fibra contenuta nei vegetali, li porta episodicamente a rischiare di ingerire piante intere, foglie, semi, fusti o bulbi che risultano tossici fino a divenire, qualche volta, persino mortali. Purtroppo l’abitudine a masticare qualsiasi cosa trovino, magari scavando nella terra umida, non è caratteristico solamente dei cuccioli nel periodo della dentizione, indubbiamente più a rischio, ma anche del cane adulto; inoltre cani e gatti non hanno una particolare capacità di distinguere le piante “salutari” da quelle potenzialmente velenose. I bulbi per di più sono simili a patate dolci! Tutti i bulbi sono pericolosi, il Crocus ad esempio, presente nei prati sia in primavera che in autunno, dà fiori piccoli di svariati colori, ha foglie verde scuro lunghe e fini, ed il piccolo bulbo, se ingerito, è molto velenoso. Gli assomiglia un po' l'ornitogallo che è una pianta appartenente alla famiglia delle liliacee; l'ingestione del bulbo può dare problemi a partire da vomito, forte apatia e perdita di appetito: sono curabili se trattati appropriatamente e tempestivamente; se trascurati possono dare insufficienza renale ed epatica. I Gigli (Lilium) che sono splendidi nei loro vari colori, dal bianco al crema, al giallo, all'arancione, e tutti i toni del rosa sono purtroppo molto tossici, soprattutto per i gatti, che possono avere blocco renale e morire se ne ingeriscono le foglie o altre parti (bulbo compreso !). Nei cani si ha vomito, apatia e perdita di appetito da trattare con l'aiuto di un veterinario. Bulbosa di dimensioni ridotte con campanelli candidi e profumatissimi, il Mughetto cresce all'ombra e si trova anche selvatico; l'ingestione dei bulbi può dare gravi problemi di aritmia cardiaca, perché contiene glucosidi cardioattivi. Se avendo lasciato solo a casa il nostro quattrozampe si trova una pianta, come quelle descritte, scavata fuori dalla terra e tutta fatta a pezzettini è bene recarsi subito dal veterinario che metterà in atto tutte le misure cautelative del caso.
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GREEN STYLE
4 OTTOBRE 2012
Biscotti fai da te per cani e gatti.
Cani e gatti spesso e sovente allietano le nostre giornate, e ci regalano amore e affetto senza chiedere nulla in cambio. Chi possiede un animale d’affezione conosce benissimo il valore di una scodinzolata giocosa o di tante fusa mentre si è acciambellati sul divano. Per questo è tanta la voglia di ricambiare l’enorme bagaglio di serenità ricevuto in dono.. C’è chi compra cappottini o crocchette gustose, chi cura l’alimentazione con cibi prelibati, chi oggetti fashion oppure creati artigianalmente. E c’è chi si cimenta nella creazione di piccoli e saporiti biscotti handmade per l’amico cane e gatto. Ovviamente la creatività non deve mancare, insieme a un po’ d i attenzione per la scelta degli ingredienti. I nostri amici, infatti, non possono mangiare tutto quello che passa sulla nostra tavola. Molti cibi risultano per loro tossici o indigesti, altri difficilmente assimilabili e sintetizzabili.. Ma con una giusta informazione e un pò di divertimento potrete create tanti biscotti da leccarsi letteralmente i baffi. Per i vostri mici procuratevi 2 etti di sardine pulite e sminuzzate, mezza tazza di latte in polvere, mezza tazza di farina e acqua quanto basta. Mescolate il tutto in una ciotola fino a creare un impasto morbido, separatelo in mini palline che schiaccerete singolarmente con la forchetta. Disponete sulla teglia con della carta da forno, quindi cuocete a 180° fino a doratura.
Invece per i vostri cagnolini preparate dei biscotti al formaggio e verdure. Procuratevi 50 grammi di formaggio cheddar grattugiato (oppure di soia o formaggini olandesi sbriciolati), 3 cucchiai di olio di oliva, 3 cucchiai di succo di mela non zuccherato, 50 grammi di verdure miste, 1 spicchio di aglio (facoltativo), 120 grammi di farina di frumento, latte scremato quanto basta. Mescolate il tutto in una ciotola quindi aggiungete lentamente l’olio e il latte (se necessario un po’ di brodo di verdure) e lavorate fino ad ottenere un impasto morbido. Stendetelo sopra una superficie leggermente infarinata creando uno spessore di 3mm, quindi adagiate la sfoglia leggermente imburrata sopra la carta da forno. Lasciate cuocere così ; stesa fino a doratura, quindi attendete che si raffreddi e spezzatela con le mani creando tanti biscottini irregolari. Conservateli in frigorifero in un conte nitore ermetico..
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IL SECOLO XIX
4 OTTOBRE 2012
Massa, la prima ambulanza
per gli animali domestici
Massa - Se il vostro animale domestico si sente male, se pensate possa trattarsi di una emergenza, arriva l’ambulanza veterinaria, che gli porterà il primo soccorso e lo ricovererà in clinica. È stata inaugurata questa mattina a Massa la prima unità mobile veterinaria della Toscana: un’ambulanza attiva per i casi di soccorso animali domestici.
Il mezzo è stato acquistato dalla Croce Oro di Massa Carrara, è munito di gabbie e di strumenti di primo soccorso, come una ambulanza del 118. Di ambulanze veterinarie in tutta Italia ne esistono ad oggi solo tre. A bordo viaggeranno un veterinario e i volontari della Croce Oro per portare le prime cure agli animali e poi trasferirli, se necessario, alla Clinica Colombo di Lido di Camaiore, unica clinica veterinaria in zona che permette la degenza degli animali.
I volontari della Croce Oro stanno effettuando dei corsi specifici per la rianimazione degli animali e il mezzo dovrebbe diventare operativo entro la prima metà del mese.
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RINASCITA
4 OTTOBRE 2012
Ecologisti seri e animalisti snob
Rutilio Sermonti
Gli amici di Memento Naturae e il carissimo Riccardo Oliva (foto), loro presidente, in particolare, sanno bene con quale attiva e sincera solidarietà io segua e fiancheggi la loro diuturna Guerra Santa in difesa di ciò che è vita. Ci unisce e accomuna la ferma convinzione che la pretesa dell’”uomo moderno” di considerarsi proprietario della Terra, anziché semplice fruitore, come ogni altro essere vivente, abbia avviato e stia portando al suicidio il pianeta intero, Homo sapiens compreso.
L’unico sano e sensato modello di sviluppo della società è quello che commisuri le cosiddette “esigenze” umane alle risorse naturali, in guisa e misura tale da non saccheggiar e o imbrattare queste ultime e da permetterne la ricostituzione. Altra vitale necessità (secondo un sano ecologismo) è che si abbia cura di rispettare la legge naturale di non produrre rifiuti inutilizzabili, destinati ad accumularsi e a divenire tossici, se già non lo sono in partenza. Tale assoluta convergenza delle concezioni del sodalizio di Oliva con le nostre, non è casuale nè viscerale. Essa deriva con ferrea consequenzialità dalla stessa concezione generale del mondo e della vita. Eppure, a differenza che Riccardo e i suoi sodali, io, sebbene zoologo e amante degli animali, non sono “animalista” (e, peraltro, neppure fitofago, ossia vegetariano). Come mai? Aver letto su internet il comunicato di Memento Naturae, esultante per la grande vittoria conseguita a Fiumicino, per aver il locale Consiglio Comunale votato una delibera che vieta l’impiego di alcuni animali in spettacoli da circo o simili, mi offre il destro per un chiarimento che penso opportuno. Partiamo da una costatazione di fatto: l’ animalismo- come atteggiamento sentimentale, intellettuale e snobistico, è oggi largamente diffuso in ambienti liberal-borghesi ed anche radicaleggianti, che sono letteralmente agli antipodi dei nostri, e nutrono per i secondi un odio e un disprezzo peraltro cordialmente ricambiati. Ora, essendo chiaro come il sole che la “concezione della vita” in cui si inquadra il loro animalismo è agli antipodi della nostra, o quello tra noi e loro è uno sterile “dialogo tra sordi”, ovvero si tratta di atteggiamenti con lo stesso nome ma con contenuti ben lontani. Grave illusione è quindi il pensare che gli uni e gli altri possano dar luogo a qualsiasi sinergia. Una sinergia (azione comune) può infatti realizzarsi in base a finalità condivise, e non certo in base alla somiglianza di qualche slogan. Ne è riprova evidente il fatto, riscontrabile in una pluralità di campi oltre l’animalismo, in cui, avendo formazioni nostre manifestato l’intenzione di associarsi, coi propri nomi e simboli, a cortei o altre pubbliche manifestazioni a favore o contro checchessia, sono state sgarbatamente respinte. Ora, appunto, il nostro atteggiamento in difesa degli animali ha tutt’altre premesse e altra natura che il loro. Il loro, come nel caso della delibera di Fiumicino, ha natura essenzialmente alibistica. Pur inchinandosi al “pensiero unico” voluto dagli zelatori del generale sistema responsabile del degrado della Terra, di cui anche gli animali sono vittime, gli animalisti-bene si mettono a posto la coscienza con le “campagne” verbali contro gli zoo o contro i circhi, di cui non hanno la minima nozione e competenza. Chi scrive, che ha oltre settant’anni di studio della zoologia ed è stato per quaranta attivo collaboratore dello splendido zoo di Roma, per il quale, coi direttori prof. Bronzini prima e prof. Baschieri-Salvadori poi, aveva progettato notevoli miglioramenti, sia per gli animali che per i visitatori, ha sempre riservato a siffatti “animalisti dilettanti” un sentimento di fastidio. Le sparate a base di “reclusione senza colpa”, di “nostalgia dei liberi spazi” e di “repressione degli aneliti di libertà”, di innocenti Pitoni, Tartarughe o Giaguari (sono forse i loro amici riusciti a intervistarli ?), dell’ordine di poche decine (in Italia) e poche migliaia (nel mondo), attribuendo loro gratuitamente sentimenti e pensieri umani, ci hanno sempre suscitato soltanto tedio. E abbiamo soprattutto deplorato che i lacrimosi individui non considerassero che l’esistenza e frequentazione degli zoo fossero gli unici mezzi per consentire ai giovani uomini, anche di modesta condizione economica, di vedere da vicino e in movimento esseri viventi di grande fascino e interesse, di familiarizzarsi con loro e spesso di appassionarvisi e di desiderare di saperne di più, collaborando così a diffodere un animalismo più sensato e fecondo. Che non considerassero che alla limitazione dei movimenti facesse riscontro, per i selvatici in cattività, la totale assenza delle autentiche sofferenze generalizzate e addirittura stragi di massa causate, in libertà, da eventi come insolite siccità o altri motivi di carenza di cibo o di acqua. Che ignorassero che la quasi totalità dei “poveri reclusi” degli zoo sono nati, a loro volta, in cattività, e quindi si sono ad essa adattati né più né meno che una specie domestica. Che fossero del tutto all’oscuro del fatto, ben noto agli addetti, che nessuna decente collaborazione spettacolare tra un essere umano e un animale è possibile, se tra i due non vige un rapporto di totale, reciproca fiducia. E che non tenessero conto, soprattutto, che giardini zoologici (e circhi) equivalgano, per gli esemplari in essi “sfruttati”, ad autentici alberghi a cinque stelle, riservati a pochi privilegiati, se si confrontano con le modalità orrende di vita e di morte che l’Uomo riserba a miliardi di animali detti “da allevamento”, all’unico scopo di trarne maggior lucro. Per quelli, le grandi vittorie del tipo di quella di Fiumicino, gli animalisti se le possono scordare! Date ascolto, quindi, a un vecchio militante, che alla difesa della natura viva ha dedicato gran parte della sua vita. Unite pure le vostre forze a coloro che veramente si preoccupano per le minacce apocalittiche che gravano, a causa degli uomini, sulla biosfera, e che i criminali al potere continuano ad aumentare, anziché correggere. Tempestate ad ogni occasione contro la distruzione degli habitat naturali che costituisce per il 90% la causa della continua estinzione di specie. Cercate anche di sensibilizzare la gente comune contro pratiche crudeli e inutili come la vivisezione e, in genere, la sperimentazione su animali , praticate come se quelli non soffrissero, o se la loro sofferenza non ci riguardasse. Ma le “battaglie” e le “vittorie” come quella recente del comune litoraneo, lasciatele ai soliti bla bla bla incompetenti e parolai, in cerca di verginità. Loro pensano forse che le sofferenze, rinunzie e limitazioni che un acrobata, un giocoliere, un contorsionista umano volutamente affronta per raggiungere certi eccezionali livelli di abilità che gli danno da vivere, siano minori? Sbagliato: sono molto maggiori di quelle “inflitte” a un’otaria per farle tenere una palla in equilibrio sul naso, o a una tigre per farla saltare nel cerchio. Distinguiamoci dai “vittoriosi” soprattutto per una caratteristica: la serietà. |
GREEN STYLE
4 OTTOBRE 2012
Cani sempre più intossicati da marijuana in USA
Sempre più cani in Colorado, uno stato nordamericano, vengono ricoverati in strutture veterinarie per intossicazione da marijuana. Non si tratta, tuttavia, della conseguenza di una mania folle nata oltreoceano, bensì della diffusa disattenzione dei padroni di questi amici a quattro zampe Sì, perché la marijuana non viene ovviamente somministrata di proposito agli animali e nemmeno questi subiscono gli effetti della respirazione passiva di spinelli o altre sostanze. Si tratta, invece, di una mala gestione dei farmaci curativi a base di cannabis, recentemente resi legali in Colorado.
Capita sempre più di frequente che i cani ingeriscano dei ritrovati alla marijuana – pastiglie, biscotti, infusi – lasciati inavvertitamente senza custodia da parte dei padroni. Un problema decisamente grave perché, essendo questi prodotti completamente legali, i consumatori non si rendono conto come non siano alla portata di tutti e di come debbano essere conservati in luoghi sicuri. Vi sono casi poi – fatto questo decisamente più stupido – di proprietari che volontariamente somministrano questi preparati al cane quando malato, pensando possano sortire gli stessi effetti benefici che hanno sull’uomo . Nulla di più sbagliato, perché la cannabis ha effetti dannosissimi sui cani, soprattutto a livello di deambulazione con conseguenze che potrebbero essere addirittura permanenti. Così spiega la veterinaria Stacy Meola, specializzata in intossicazioni animali, interrogata dal portale PawNation:
«La marijuana fa perdere il controllo motorio nei cani, rendendoli molto insicuri e confusi sulle loro zampine. La marijuana deve essere trattata come qualsiasi altro tipo di farmaco. Se il medico ti prescrive una cura di Vicodin, di certo non la lasci alla portata di tutti. Così deve avvenire anche con la marijuana curativa.»
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AGI
4 OTTOBRE 2012
In Marocco si cerca di salvare ultimi leoni 'berberi'
Rabat - Il leone dell'Atlante o leone berbero (Panthera leo leo) e' una sottospecie originaria del Nordafrica ed attualmente estinta in natura. L'animale fu dichiarato estinto definitivamente dopo il 1922 quando un colonizzatore francese sparo' all'ultimo esemplare. Ma in Marocco in uno zoo di Rabat una dozzina di leoni di vario grado di ibridazione sopravvive ancora in cattivita' e lo staff del giardino zoologico sta combattendo per preservare la linea di sangue e aumentare il numero della popolazione .
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GEA PRESS
5 OTTOBRE 2012
Specchia (LE) – torna la morte in piazza (VIDEO – ATTENZIONE IMMAGINI FORTI)
Indagini dei Carabinieri.
Stesso centro abitato, stessa piazza. Le atrocità sugli animali tornano di scena a Specchia, in provincia di Lecce. Nel febbraio scorso il caso di Nella (vedi articolo GeaPress) la cagnetta centrata da un colpo di fucile da caccia. I Carabinieri controllarono i sette cacciatori che risiedevano nei pressi ed infine individuarono il presunto responsabile. Ora gli avvelenamenti, non solo compiuti in un luogo abitato, ma anche a due passi dal Municipio.Il 16 settembre è stata uccisa una cagnetta randagia. Tutto denunciato, anche parchè sembrerebbe essere stato visto qualcuno tentare di allontanare, senza apparente motivo, il corpo. Poi il 22 dello stesso mese è la volta di due cani padronali. Si salvano, ma poche ore dopo la drammatica esperienza, uno dei due animali trova un’altra esca. Ce la fa anche questa volta. Ieri, proprio per il 4 ottobre giornata mondiale degli animali, un nuovo avvelenamento. Un randagio (vedi VIDEO – ATTENZIONE IMMAGINI FORTI) che ora sta lottando con la morte.Un avvelenamento continuo e fin troppo spudorato, visto che qualcuno si sente tanto sicuro da continuare a spargere veleno ormai da più giorni.Dal Comune fanno sapere di non avere soldi per piazzare delle telecamere, ma presenteranno anche loro una denuncia contro ignoti. Per i cani, Specchia, si conferma comunque un paese poco ospitale. Tra colpi di fucile a due passi dal Municipio ed esche avvelenate potenzialmente pericolose non solo per i cani, non c’è da stare tranquilli. Forse andrebbe urgentemente bonificata l’intera zona e predisposti dei controlli.Secondo quanto si è potuto verificare i cani sarebbero morti con violente convulsioni. Un effetto, questo, in genere dovuto a composti di sintesi ad uso agricolo.I Carabinieri, già informati del caso, non escludono alcuna pista. Il Comando Compagnia di Tricase, diretto dal Capitano Andrea Bettini, si sta coordinando per le indagini con il locale Comando Stazione. Tutte le ipotesi, dunque, sono aperte. Troppo facile, in altri termini, imputare il tutto al precedente caso.
VEDI VIDEO:
http://www.geapress.org/randagismo/specchia-le-torna-la-morte-in-piazza-video-attenzione-immagini-forti/33446
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QUOTIDIANO DI PUGLIA
6 OTTOBRE 2012
Specchia, cinque cani avvelenati in due settimane: caccia ai responsabili
di Annalisa NESCA
SPECCHIA (LE) - Cinque cani avvelenati in 15 giorni a Specchia. È caccia aperta ai balordi che nelle scorse settimane hanno tentato di uccidere alcuni cani, randagi e di proprietà, nei pressi di Piazza Aldo Moro.
La segnalazione è giunta da una locale associazione animalista che dopo aver appreso la notizia dell'ennesima vittima ha deciso di far sentire la propria voce e puntare dritto sul colpevole di questi atti, rivolgendosi anche al primo cittadino di Specchia Antonio Biasco. L'ultimo episodio in ordine di tempo è avvenuto lo scorso 4 ottobre quando una cagna è stata ritrovata in preda a violente convulsioni dalla sua proprietaria in prossimità di piazza Moro, dopo appena 10 minuti dalla sua quotidiana uscita per la passeggiata mattutina. Da quanto si apprende dalla stessa associazione l'animale è stato portato d'urgenza presso lo studio del veterinario Orsini a Tricase, e tuttora risulta essere in condizioni gravissime. Il referto parla di avvelenamento da insetticida. A questo si aggiunge il caso del 22 settembre quando altri 2 cani di proprietà sono stati avvelenati. I proprietari resisi subito conto della gravità della situazione hanno telefonato al veterinario di Taurisano Lupiccio, il quale giunto d'urgenza a Specchia ha potuto accertare subito che i sintomi erano chiari.«Vomito, convulsioni, tremori non hanno lasciato dubbi - ha spiegato il medico - sono i tipici sintomi da avvelenamento da diserbanti. Abbiamo cercato di salvarli, li abbiamo tenuti sotto controllo per qualche giorno e ci siamo riusciti». Uno dei due cani però il giorno dopo è stato nuovamente avvelenato. Il primo episodio della serie risale invece al 16 settembre quando Bianca, una giovane cagna che aveva appena partorito tre cucciole, è stata avvelenata e ritrovata da due volontarie, ma ormai per lei non c'era più nulla da fare. Per questo è stato richiesto l'intervento della Asl per la rimozione del corpo dell'animale e sul quale è stato effettuato l'esame autoptico per accertare le cause della morte.Le segnalazioni. Proprio per i continui casi che si stanno verificando in questi mesi, in particolare nella zona di Piazza Aldo Moro, gli animalisti di Specchia stanno ricevendo numerose segnalazioni di cittadini che hanno paura per i propri cani e sono sicuri che, trattandosi sempre della stessa zona, il colpevole abiti nei pressi della piazza e sia sempre la stessa persona. Il sindaco di Specchia Antonio Biasco, informato dalle guardie eco zoofile di quanto sta accadendo nelle ultime settimane, ricordando anche il caso del cane sparato in volto lo scorso anno, una volta raccolte tutte le informazioni sporgerà formale denuncia contro ignoti. «H o chiesto ai componenti dell'associazione - ha spiegato il primo cittadino - di fornirci tutte le informazioni a loro disposizione per presentare la denuncia. Dobbiamo intensificare i controlli per riuscire a sorprendere chi commette questi atti. Purtroppo questo è un problema che ci portiamo dietro da tempo è che risulta difficile da arginare. In alcuni casi si tratta di cani di proprietà, ma spesso sono coinvolti i randagi. I posti nei canili sono pieni e l'unica cosa che possiamo fare è cercare di limitare il problema».Alcuni mesi fa l'amministrazione comunale ha organizzato una giornata per la microchippatura dei cani e l'iscrizione all'anagrafe canina ma, spiega, «è necessario diffondere la cultura e servono risorse per poter intervenire. Qualcosa siamo riusciti a fare e sarà molto importante avviare la sterilizzazione dei randagi ma servono le risorse. Nel nostro piccolo cerchiamo di controllare l'area urbana e di correggere comportamenti sbagliati ma i cittadini devono aiutarci». |
VARESE NEWS
5 OTTOBRE 2012
La LAV attacca: “All’Insubria un massacro inutile e crudele”
La Lega Anti Vivisezione presenta il terzo dossier sulle attività dei laboratori dell'Insubria di Busto Arsizio contando oltre 2500 animali morti nelle strutture dei Molini Marzoli. “Il comune fermi questa Shoa", chiedono gli attivisti. E il modo per farlo sarebbe molto semplice
Prov. Di Varese - Oltre 2500 animali sono morti dal 2003 ad oggi nei laboratori dell’Università dell’Insubria di Busto Arsizio. E’ questo il dato più eloquente che emerge dal terzo dossier sulla vivisezione che la LAV di Busto Arsizio ha presentato ufficialmente il 4 ottobre. Gli attivisti della Lega Anti Vivisezione e il dottor Stefano Cagno hanno analizzato gli ultimi quattro esperimenti portati avanti dai laboratori ospitati all’interno dei Molini Marzoli arrivando a contare esattamente 2535 roditori sottoposti ad attività di sperimentazione animale.
«Una vera e propria Shoa -denuncia Francesco Caci, responsabile bustocco della LAV- un massacro portato avanti dai ricercatori dell’Insubria con la piena complicità dell’amministrazione comunale», proprietaria dei locali in uso dagli scienziati. Ciò che gli attivisti non si stancheranno mai di ripetere è che «questi esperimenti non solo torturano animali innocenti ma non hanno alcun tipo di valore scientifico dal momento che il 96% delle tecniche sperimentate sugli animali sono inutilizzabili per gli uomini». E’ Stefano Cagno, il medico che ha passato al setaccio i documenti degli esperimenti, ad «inorridire davanti a ciò che succede nei laboratori di Busto». Oltre a denunciare la superficialità con cui alcuni dei protocolli per gli esperimenti sono stati stilati, il dottor Cagno ricorda il fatto che «la sperimentazione animale non ha alcun valore scientifico perchè uomini e animali appartengono a specie diverse» ma, non curanti di questo, «a Busto si vanno addirittura a studiare ambiti in cui le differenze sono enormi, come nel caso della mente». Per tali esperimenti «gli animali vengono sottoposti a grandi stress, imbottiti di sostanze psicoattive per poi dire che sono stressati o schizzofrenici; è un trucco da prestigiatore». Secondo l’esperto della LAV farebbe poi molto pensare il fatto che 3 studi su 4 vanno a studiare l’effetto dei cannabinoidi in diverse patologie «quando non c’è uno straccio di teoria simile in tutto il mondo. E infatti ogni anno ripartono da zero». Proprio per questi motivi la LAV chiede all’amministrazione comunale di intervenire, fermare il massacro di roditori ed evitare un inutile spreco di denaro. E per farlo basterebbe riesumare la cosiddetta “risoluzione di San Francesco”. Si tratta di un documento che «il consiglio comunale ha votato nel 2004 e che avrebbe dovuto portare l’amministrazione guidata dal sindaco Luigi Rosa ad impedire la sperimentazione sugli animali», spiega Caci. Ma la storia è andata diversamente conducendo l’ex primo cittadino a firmare un accordo con l’ateneo varesino senza alcun vincolo sulla sperimentazione animale. Ora l’appello al Sindaco Farioli è quello di «riprendere in mano la risoluzione e chiedere all’Insubria di rispettarla» e, se non lo dovessero fare, «sbatta fuori questa gente». Il contratto tra Comune e Insubria, infatti, prevede «lo scioglimento unilaterale del contratto» e quindi Palazzo Gilardoni avrebbe "il bisturi" dalla parte del manico. |
GEA PRESS
5 OTTOBRE 2012
Trento – capriolo agonizzante a Moena: esposto in Procura dei veterinari
È arrivato in Procura l’esposto dell’Ordine dei veterinari di Trento contro il Corpo Forestale Provinciale per accertare eventuali responsabilità nella vicenda che ha visto una femmina di capriolo morire tra atroci sofferenze.
I fatti risalgono al 24 agosto scorso quando una femmina di Capriolo è morta dopo ore di atroce agonia a causa di un automobilista a Moena (TN) che, dopo averla investita, è fuggito. L’animale rimasto in fin di vita sull’asfalto è stato soccorso da un veterinario che transitava casualmente e che si è immediatamente fermato. Il soccorritore, Fabrizio Pizzini, avrebbe voluto intervenire somministrando sedativi per alleviare il dolore provocato dalle numerose fratture e dal trauma subito. Il Capriolo, infatti, si lamentava in modo straziante, ma il medico è stato bloccato dagli agenti del Corpo Forestale provinciale immediatamente contattati.
I presenti hanno atteso l’arrivo degli agenti, assistendo impotenti all’agonia dell’animale che è morto tra atroci sofferenze. Per questo motivo, l’Ordine dei veterinari di Trento, presieduto da Alberto Aloisi, ha presentato un esposto in Procura contro il Corpo Forestale provinciale. Nell’esposto si chiede di valutare eventuali responsabilità penali e si definisce “paradossale” che scelte di natura medica siano affidate alla Forestale. Si sottolinea che “occorre comprendere se oggi sia ancora accettabile che, di fronte a situazioni nelle quali il buon senso e l’obbligo morale ma prima ancora giuridico di attivarsi della pubblica amministrazione, possa essere surclassato da protocolli asettici e burocratizzati dietro i quali ci si possa trincerare”.
Sul caso è intervenuto anche Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e vice Presidente della commissione per il Benessere degli Animali. “Sono allibito per come è stato trattato quel povero animale – ha dichiarato l’On.le Zanoni – Evitare sofferenze inutili ad un animale in fin di vita è un dovere irrinunciabile dei funzionari pubblici, soprattutto di quelli che istituzionalmente sono tenuti alla tutela della fauna. Sono allibito e amareggiato per quanto è accaduto, perché bastava lasciare lavorare il veterinario presente per alleviare le atroci sofferenze del povero Capriolo condannato a morte. Mi auguro che venga chiarita la situazione e sia sottolineato che il diritto degli animali deve prevalere su freddi iter burocratici. Da parte mia tutto il sostegno ai veterinari e la disponibilità di portare eventualmente la questione a conoscenza della Commissione Europea“.
http://www.geapress.org/animali-in-emergenza/trento-capriolo-agonizzante-a-moena-esposto-in-procura-dei-veterinari/33472
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GEA PRESS
5 OTTOBRE 2012
Roma – scompare la proprietaria, cane da tre giorni chiuso in casa
Earth: i vicini avevano chiamato Vigili Urbani e Vigili del Fuoco che hanno lasciato il cane dentro casa.
Fin dalle prime ore del mattino di oggi lo sportello EARTH è stato allertato da varie segnalazioni di cittadini residenti in uno stabile di Piazza Certaldo, in zona Magliana nel 15° municipio di Roma. I racconti si riferiscono alla mezzanotte dello scorso mercoledì, quando allarmati dal continuo abbaiare ed ululare di un cagnolino provenire dall’appartamento dove sapevano vivere sola una anziana donna, i vicini si sono allertati e pensando che fosse accaduto qualcosa alla proprietaria hanno chiamato prima i Vigili Urbani e poi i Vigili del Fuoco. I condomini hanno spiegato agli operatori che quella mattina la signora si trovava in uno stato confusionale.
I Vigili Urbani e i Vigili del Fuoco che sono intervenuti sul posto congiuntamente, sono quindi entrati in casa con la scala in loro dotazione. La casa era però vuota tranne che per la presenza di un piccolo cane. A questo punto i vicini riferiscono che malgrado alcuni di loro si siano offerti di prendere il cane in custodia fino allo sperato rientro della proprietaria, gli agenti avrebbero richiuso l’animale nell’appartamento senza occuparsi di controllare nei giorni successivi se la proprietaria fosse tornata o meno.
A distanza di 3 giorni dall’accaduto, denuncia l’Associazione EARTH, il cane si trova ancora chiuso nell’appartamento senza cibo né acqua in stato di completo abbandono ed i vicini ne segnalano le sofferenze ed il continuo ululato.
“Quanto accaduto è sconcertante – dichiara Valentina Coppola, presidente di EARTH – Gli agenti avrebbero dovuto chiamare il medico reperibile dell’ASL e far predisporre la custodia temporanea del cagnolino invece di andarsene lasciandolo al proprio destino. Ci auguriamo che non sia accaduto nulla di grave alla proprietaria del cagnolino e che possa tornare presto col suo piccolo amico, ma certo non sarebbe contenta di sapere che il suo compagno di vita è stato trattato con tanta superficialità da chi avrebbe dovuto tutelarlo”.
EARTH ha inviato una richiesta di intervento urgente alla ASL RM D, ed ai carabinieri di zona perché il cane sia liberato ed accudito e perché si faccia chiarezza sulle responsabilità di quanto accaduto.
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QUI BRESCIA
5 OTTOBRE 2012
Green Hill, cani soppressi senza sedativi?
(red.) E mentre a Roma, giovedì, nella giornata del santo protettore degli animali (nonché Patrono d’Italia) San Francesco, si festeggiava la liberazione dei beagle sottratti a Green Hill, emergono altri inquietanti particolari sulla vicenda che ha portato al sequestro dell’allevamento di Montichiari (Brescia).
Secondo quanto emerso, la farmacia delle sale operatorie della struttura disponeva solo di gas anestetico per la soppressione degli animali ammalati o ritenuti non ideonei. Dopo il rinvenimento delle carcasse di decine di animali nelle celle frigorifere di colle San Zeno, ora emergerebbero inquietanti dettagli sulle modalità di soppressione dei cani. Dal 2011 l´azienda bresciana, che appartiene alla multinazionale Marshall, avrebbe acquistato solo una confezione di Tanax, l´unico farmaco registrato in Italia per la soppressione “eutanasica” degli animali. Per gli inquirenti si tratterebbe di un quantitativo insufficiente per fare fronte alle necessità dell’allevamento viste appunto le centinaia di animali morti rinvenuti dalle guardie forestali nel blitz che portò al primo provvedimento di sequestro. Oltre a ciò, il Tanax richiede l´uso preventivo di anestetici endovena, farmaci di cui ci sarebbero solo “flebili” tracce nei registri contabili dell’allevamento. Negli armadietti sarebbero stati rinvenuti solo dosi di un gas che viene utilizzato solitamente insieme con sedativi endovenosi. |
BRESCIA OGGI
5 OTTOBRE 2012
«Eutanasia senza sedativi» L'ultima accusa a Green Hill
MONTICHIARI (BS). Emergono nuovi inquietanti dettagli dall'inchiesta sull'allevamento di cani-cavia
La farmacia delle sale operatorie disponeva solo di gas anestetico
A Green Hill la «vita» era un costo d'impresa. Possibilmente da abbattere senza curarsi delle sofferenze provocate agli animali. Anche e soprattutto risparmiando sulle sostanze impiegate per l'eutanasia dei segugi abbattuti sistematicamente - sospettano i pm - senza necessità. Starebbero emergendo circostanze inquietanti dall'esame dei registri dei farmaci dell'allevamento di cani destinati alla vivisezione tornato mercoledì sotto sequestro giudiziario. Stando alle indagini, dal 2011 l'azienda inserita nell'orbita della multinazionale Marshall avrebbe acquistato solo una confezione di Tanax, l'unico farmaco registrato in Italia per la soppressione eutanasica degli animali. Impossibile - sostengono gli inquirenti - che quell'unica confezione possa essere stata sufficiente a sopprimere le centinaia di beagle le cui carcasse sono state scoperte dal la forestale nelle celle frigorifere della struttura in occasione del primo blitz del 18 luglio. Senza contare che il Tanax per essere impiegato richiede l'uso preventivo di anestetici endovena. Ma anche di anestetici c'è poca traccia nelle fatture di acquisto della Green Hill finite sotto la lente dei magistrati. Quantitativi comunque risibili sia per gli interventi chirurgici che per praticare la «dolce morte». Nell'armadietto dei medicinali delle sale operatorie gli investigatori non hanno trovato traccia di farmaci anestetici, tranne un gas che va comunque abbinato a sedativi endovenosi. Molti decessi, stando alle prime risultanze investigative, sarebbero stati causati da negligenza nelle cure di malattie infettive o dall'uso di segatura troppo fine nelle lettiere. Diversi cuccioli sarebbero morti per la formazione di tappi di segatura nelle vie respiratorie. Ma è la presunta disinvolta pratica dell'eutanasia che ha fatto scattare l'ipotesi di reato di «animalicidio» a carico dell'amministratrice dell'allevamento, del direttore di Green Hill e di un veterinario dell'azienda già indagati per maltrattamenti agli animali. Secondo le indagini, i beagle non idonei a finire negli stabulari dei laboratori di sperimentazione perchè magari affetti da patologie banali come la dermatite, sono stati soppressi senza necessità o, meglio, con l'unico obiettivo di risparmiare. Per i pm la «vita» a Green Hill era un costo aziendale. Da contenere senza curarsi delle sofferenze dei cani.
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GEA PRESS
5 OTTOBRE 2012
Caserta – sequestrato allevamento di cani e gatti: erano malati, denutriti e tenuti tra gli escrementi (fotogallery)
Animali destinati alla vendita. Intervento delle Guardie OIPA.
A seguito di una serie di indagini relative al traffico di animali in provincia di Caserta, le Guardie zoofile dell’OIPA hanno effettuato un blitz all’interno di un rifugio abusivo sito a Marcianise (CE) che ha portato al sequestro penale di ventuno cani e cinque gatti di razza detenuti per allevamento e vendita illegale.
Rinchiusi in box angusti e in condizioni igienico sanitarie disastrose, i cani, 2 Rottweiler, 3 Boxer, 2 Pinscher, 3 Yorkshire, 5 Barboni nani, 1 Beagle, 1 Volpino, 2 Cocker e i 5 gatti, 3 persiani e 2 europei, non uscivano mai dai box, erano costretti a mangiare tra i propri escrementi e venivano usati per la riproduzione. Dal controllo veterinario è emerso che alcuni di loro erano affetti da leishmania e gastroenterite, mentre la maggioranza era ricoperta di zecche e pulci. Inoltre, undici esemplari erano dotati di microchip intestati ad alcuni prestanome.
La struttura è stata posta sotto sequestro, il detentore degli animali è stato allontanato e denunciato per maltrattamento. La convalida del sequestro e conseguente confisca sono già state notificate, quindi i cani e i gatti sono ora sotto la stretta vigilanza dei volontari dell’OIPA, già attivi per la ricerca di adozioni, e del medico veterinario che ha predisposto terapie adeguate per le patologie riscontrate. Il sostentamento degli animali è invece garantito dalla sede nazionale dell’OIPA che ha già inviato un carico di cibo sul posto.
“Le drammatiche condizioni in cui versavano questi cani sono una testimonianza della realtà che spesso si cela dietro agli annunci di vendita di cani di razza – ha commentato Marco Caterino, Coordinatore Guardie zoofile dell’OIPA Caserta – Si tratta di persone senza scrupoli che lucrano sulla loro pelle e li utilizzano solo ed esclusivamente come strumenti di guadagno”.
VEDI FOTOGALLERY:
http://www.geapress.org/randagismo/caserta-sequestrato-allevamento-di-cani-e-gatti-erano-malati-denutriti-e-tenuti-tra-gli-escrementi-fotogallery/33468
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AGEN FAX
5 OTTOBRE 2012
Casale (AL): scoperto allevamento abusivo di cani
Prosegue l’attività di controllo del territorio, in particolare delle zone più periferiche della città, da parte della Polizia Locale del Comune di Casale Monferrato. Soprattutto nella zona di Oltreponte, gli agenti hanno intensificato il loro lavoro, con una particolare attenzione, specialmente durante le ore serali, ai fabbricati abbandonati: in uno di questi, nella tarda serata di ieri, 4 ottobre, è stato scoperto un allevamento abusivo di cani della razza American Staffordshire. Una pattuglia, durante un controllo in un edificio rurale nella periferia del quartiere Oltreponte, ha accertato che nelle pertinenze del cascinale e all’interno delle vecchie stalle erano detenuti 27 cani di razza American Staffordshire di cui 12 cuccioli. L’elevato numero dei cani in un luogo non idoneo e la detenzione degli esemplari adulti legati a corte catene non rispettavano le disposizioni legislative vigenti in materia di benessere animale; pertanto, dopo aver richiesto la presenza sul posto di personale del Servizio Veterinario dell’Asl, prontamente intervenuto, si è proceduto al sequestro degli animali. Concluse nella notte tutte le operazioni, sono stati anche identificati i detentori dei cani: una donna italiana e due cittadini senegalesi, regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale, di cui uno con precedenti di polizia. I responsabili sono stati sanzionati per le irregolari modalità di detenzione e per l’accertata assenza del microchip su circa la metà degli esemplari. Nei prossimi giorni il servizio veterinario dell’Asl provvederà a disporre la risistemazione controllata dei cani.
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LA STAMPA
5 OTTOBRE 2012
Allevamento abusivo di cani scoperto a OltreponteI vigili urbani hanno sequestrato 27 cani di razza Ameriacn Staffordshire
Prov. Di Alessandria - Un allevamento abusivo di cani è stato scoperto dalla polizia locale di Casale nel quartiere di Oltreponte."Una pattuglia - spiegano al comando - durante un controllo in un edificio rurale nella periferia del quartiere ha accertato che nelle pertinenze del cascinale e all'interno delle vecchie stalle c'erano 27 cani di razza Ameriacn Staffordshire, di cui 12 ciuccioli".Aggiungono al comando: "L'elevato numero dei cani in un luogo non idoneo e la detenzione degli esemplari adulti legati a corte catene non rispettavano le disposizioni legislative vigenti in materia di benessere animale; pertanto, dopo avere richiesta la presenza sul posto di personale del Servizio sanitario dell'Asl, gli animali sono stati sequestrati".
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ANSA
5 OTTOBRE 2012
Scoperto allevamento abusivo di cani
In tutto 27 di cui 12 cuccioli
CASALE MONFERRATO(ALESSANDRIA) - Un allevamento abusivo di cani della razza American Staffordshire e' stato scoperto dalla Polizia a Casale Monferrato, precisamente a Oltreponte. Erano in un fabbricato abbandonato, in tutto 27 di cui 12 cuccioli. Dopo avere richiesto la presenza di personale del Servizio Veterinario dell'Asl, gli agenti hanno proceduto al sequestro degli animali. Identificati i responsabili: una donna italiana e due cittadini senegalesi, regolarmente in Italia.
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OGGI TREVISO
5 OTTOBRE 2012
SPARA ALLA LEPRE, MA COLPISCE LA PORTA DI CASA
Denunciato vittoriese per esplosioni pericolose
VITTORIO VENETO - Mancata la lepre, presa la porta. Una serie di proiettili hanno colpito, e ammaccato, l'ingresso dell' abitazione di A.C., 39enne che abita a Manzana. Era il 26 settembre quando la donna, tornata da messa, ha notato gli spari sulla porta.Spaventata, pensando a qualche esplosivo, ha sporto denuncia. Si è risaliti al colpevole: un 66enne vittoriese, pensionato, incensurato, cacciatore. O.D.C. aveva mirato una lepre e con il fucile aveva cominciato a sparare. Ma mentre l'animale è sfuggito ai proiettili, la porta ha funto da bersaglio, senza che il cacciatore se ne accorgesse.Poco importa quali fossero le sue intenzioni. Il pensionato è stato denunciato per esplosioni pericolose e per aver utilizzato armi da fuoco entro il raggio di 150 metri dalle abitazioni, contravvenendo alla legge che lo impedisce. Inoltre, risarcirà la donna. Che ora ha bisogno di una porta nuova.
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GIORNALE DI BRESCIA
5 OTTOBRE 2012
l'elicottero per salvare l'animale
Borno (BS): cavallo e cavaliere volano in una scarpata
Disavventura per un cavallo e il suo cavaliere a Borno. Giovedì pomeriggio, mentre era in passeggiata, l'uomo si è avventurato in un bosco fittissimo in località Ertì, sotto le malghe di San Fermo. Per cause ancora in corso di accertamento, cavallo e cavaliere sono precipitati in una scarpata molto profonda, per fortuna senza riportare ferite gravi.L'uomo è riuscito ad arrivare a valle e a chiamare i soccorsi, il cavallo (un sauro arabo di 12 anni e quattro quintali) ha trascorso la notte nella scarpata e solo questa mattina è intervenuto l'elicottero della Regione Lombardia per provvedere al recupero dell'animale. Operazione non facile per la zona impervia e per il peso del cavallo. Sul posto anche i vigili del fuoco di Darfo, la Polizia locale di Borno e un veterinario.
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GEA PRESS
5 OTTOBRE 2012
Veneto – sospensiva calendario venatorio: il TAR riduce le specie cacciabili da 44 a 20
Salve molte specie di migratori. No caccia in aree Rete Natura 2000. Stop caccia a caprioli, cervi e camosci con munizioni di piombo.
Il TAR del Veneto ha accolto con decreto cautelare del 3 ottobre 2012, numero 603/2012 (n.1378/2012 R.R.) il ricorso presentato dalle associazioni ENPA, LAV, WWF, LIPU, LAC e Legambiente contro il calendario venatorio 2012-2013 della Regione Veneto sospendendolo per la quasi totalità (consulta il testo del decreto cautelare).
Ecco gli effetti immediati del decreto del TAR del Veneto:
a) divieto di caccia per diverse specie di uccelli migratori: Allodola, Beccaccia, Beccaccino, Starna, Combattente, Quaglia, Pavoncella, Mestolone, Moriglione, Canapiglia, Codone, Marzaiola, Moretta, Frullino, Tortora, Fagiano di Monte, Coturnice, Pernice bianca. Ciò perché trattasi di uccelli di categoria S.P.E.C. (Special of European Conservation Concern) prive di appositi piani di gestione come prevede la Direttiva Uccelli ma mai attuati dalla Regione Veneto.
b) chiusura anticipata della stagione venatoria per Germano reale, Folaga, Gallinella d’acqua, Porciglione, Tordo bottaccio, Tordo sassello e Cesena, la caccia a queste specie si chiuderà il 20 gennaio anziché il 30 gennaio. Questo perchè il calendario venatorio ne prevedeva la caccia dopo l’avvio della fase di migrazione prenunziale.
c) il divieto di caccia degli uccelli acquatici migratori con munizioni tossiche al piombo anche fuori delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), ovvero in tutta la regione.
d) il divieto di caccia con munizione al piombo agli ungulati, ovvero Daino, Camoscio, Capriolo, Cervo, Muflone e Cinghiale. Ciò si tradurrà in pratica in divieto di caccia assoluto per queste sei specie perché i cacciatori sono sprovvisti di munizioni atossiche.
e) il divieto di caccia nei siti della Rete Natura 2000 (ZPS–Zone di Protezione Speciale e SIC-Siti di Importanza Comunitaria) perché la regione non ha provveduto ad effettuare la “Valutazione di incidenza” del calendario venatorio. Ciò si traduce nel divieto di caccia in importantissime aree del Veneto come parte dei Colli Berici (VI), il Delta del Po (RO), il Montello, il Piave ed il Pra’ dei Gai (TV), tutta la laguna Veneta (VE) e molte altre.
La Regione Veneto potrà eventualmente far valere le sue regioni solo tra un mese, ovvero nella Camera di Consiglio del 30 ottobre fissata dallo stesso Decreto Cautelare, quindi le limitazioni succitate della caccia rimarranno valide in tutto il Veneto almeno sino a fine mese. L’Assessore alla caccia e alle Politiche dell’Identità Veneta, Daniele Stival, che ha annunciato la revoca della sospensiva del TAR, si è scagliato contro i pareri dell’ISPRA, secondo lui non vincolanti.
“Il calendario venatorio del Veneto – Andrea Zanoni (IDV) eurodeputato e membro della commissione parlamentare ENVI Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza alimentare – viola palesemente la direttiva comunitaria 2009/147/CE sulla tutela degli uccelli. Questa volta la Giunta Zaia non potrà fare scherzi e i cacciatori si dovranno attenere al nuovo calendario modificato dal TAR salvo pesanti sanzioni penali previste dalla legge sulla caccia, la 157/1992. L’Assessore Stival eviti di mentire ancora ai veneti affermando che il calendario venatorio e’ legittimo e prenda atto finalmente che i calendari venatori devono essere fatti come tutte le altre norme nel rispetto della legalità e non sotto dettatura della lobby venatoria. Questo è il più bel regalo che poteva arrivare a tutti i veneti sensibili all’ambiente per il giorno di San Francesco.”.
http://www.geapress.org/caccia/veneto-sospensiva-calendario-venatorio-il-tar-riduce-le-specie-cacciabili-da-44-a-20/33459
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AGEN PARL
5 OTTOBRE 2012
BELLUNO: GDF, 14 BOA CONSTRICTOR E UN PITONE REALE “CUSTODI” DI DOCUMENTAZIONE CONTABILE
Belluno - Presso un’azienda della Valbelluna operante nel settore della lavorazione dei metalli, mentre stavano ricercando documentazione contabile nel corso di un controllo fiscale, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Belluno si sono imbattuti in una distesa di teche contenenti serpenti. In un locale adibito ad archivio e magazzino, vicino agli scaffali della documentazione fiscale dell’azienda, i militari hanno trovato numerose teche in vetro contenenti splendidi esemplari di boa constrictor imperator, alcuni dei quali di circa tre metri, ed un pitone reale. Ben 12 dei rettili scoperti, pur apparendo in buono stato di mantenimento, non sono risultati regolarmente denunciati al competente Servizio di Certificazione CITES del Corpo Forestale dello Stato, essendo nati in cattività da altri esemplari regolarmente de tenuti, come previsto dall’art. 8 bis della legge 150/92, norma che ha consentito in Italia l’applicazione della convenzione di Washington del 1973 sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione (CITES). Agli accertamenti delle Fiamme Gialle ha collaborato personale del Corpo Forestale dello Stato di Belluno, intervenuto sul posto su richiesta dei finanzieri, con l’ausilio di un erpetologo. Per le violazioni constatate, all’imprenditore sarà comminata una sanzione amministrativa da 300 a 1200 euro. Dopo aver acquisito voluminosa documentazione contabile ed extracontabile, la Guardia di Finanza, ovviamente, continuerà la verifica fiscale nei confronti dell’azienda bellunese.
Lo rende noto la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Belluno. |
CORRIERE DELLA SERA
5 OTTOBRE 2012
Sanità
L'ospedale assume due labrador «Fiutano i tumori prima dei test»
Addestrati a identificare le cellule malate in campioni di urine. Dalla Gran Bretagna a Trento, usati come supporto
Mario Pappagallo
«Ho un cane come dottore». Lucy e Glenn non si offendono. Sono i primi «medici a quattro zampe» a lavorare in Italia. Due labrador addestrati nel Regno Unito sbarcati in Trentino, a Pergine Valsugana. «Laboratori d'analisi» viventi, dai nasi che non sbagliano un colpo. Fiutano i tumori prima anche dei test scientifici. Non solo. Sono attenti anche al calo di zucchero nel sangue di diabetici di tipo 1 (senza alcun test sul sangue) e possono diagnosticare il raro morbo di Addison (ghiandole surrenali in tilt) o la narcolessia. E chissà quant'altro. E come i loro «colleghi» che fiutano droghe o esplosivi, sembrano non sbagliare un colpo. Con un vantaggio economico non indifferente per i servizi sanitari in rosso. Gli inglesi sono stati i primi ad approfittarne, studiando scientificamente le doti di questi nasi da laboratorio e cominciando ad utilizzare questi «doc» scodinzolanti dopo una sorta di laurea-addestramento.
I LABRADOR - La nera Lucy ha sei anni, è una veterana e stupisce gli italiani invitati per metterla alla prova. Glenn è un cucciolone di 18 mesi, sta completando il suo addestramento proprio a Pergine Valsugana dove entrambi i cani sono ospitati. Lucy è il primario e Glenn lo specializzando. Lucy è capace di diagnosticare carcinomi alla vescica, prostata, polmoni e reni. Glenn sta imparando. La sperimentazione è curata dal Medical Detection Dogs Italia (Mdd), una onlus che si occupa di ricerca medica con l'utilizzo dei cani in svariati ambiti, da quello della ricerca delle cellule tumorali nelle urine a quello «d'allarme» per un pericoloso calo di zucchero nei diabetici di tipo 1. Il loro lavoro è di supporto a medici e laboratoristi, nei casi dubbi oppure quando i pazienti rivelano dei sintomi che le analisi non confermano. Spiega Diego Pintarelli, presidente della onlus: «In Inghilterra dove da anni si svolge questa attività è stato dimostrato come riescano a individuare cellule tumorali soprattutto negli stadi precoci della malattia».
L'OPERAZIONE - Lucy si «esibisce» in una sala appositamente allestita nella residenza sanitaria assistenziale di Pergine. È il suo nuovo ambulatorio. Dei supporti in alluminio contengono urine congelate e appositamente trattate in modo da rilasciare alcune particelle volatili attraverso delle aperture. Lucy annusa con attenta professionalità, due volte nei casi dubbi, tutti i campioni e si siede (o si sdraia) solo di fronte a quello in cui fiuta la malattia, le cellule malate. Quando il campione è negativo il labrador resta in piedi e fissa insistentemente il conduttore. Si cambiano i campioni e Lucy riparte con le analisi. L'attendibilità di questi cani supera il 90% in tumori agli stadi iniziali. E si sono rivelati utili anche per scoprire l'innalzamento o l'abbassamento improvviso di alcuni valori nel sangue - commenta il medico inglese Claire Guest -. Sono più di 15 anni che facciamo ricerca e addestriamo cani per questo scopo e forse la conclusione più importante è che se le cellule tumorali hanno un odore allora anche virus o batteri ne hanno uno e quindi possono essere individuati dagli amici a quattro zampe».
OLFATTO PREZIOSO - I dati pubblicati in uno studio della rivista scientifica British Medical Journal nel 2006 indicavano addirittura il 98% di attendibilità. Il primo caso riconosciuto è del 1989: un dalmata, dopo aver ostinatamente annusato per mesi un neo sulla gamba della padrona, ha permesso che se ne riconoscesse la natura maligna. Il caso descritto sulla rivista Lancet ha aperto la strada alla validazione scientifica dell'olfatto dei cani. Che supera di centomila volte quello umano. E i tessuti cancerosi, a causa del loro particolare metabolismo (che produce idrocarburi ed elevate concentrazioni di composti azotati), hanno un odore particolare che si manifesta precocemente anche nel fiato e nelle urine dei pazienti. I cani, con gli oltre 250 milioni di sensori olfattivi del loro naso, possono per esempio individuare un cancro al polmone quando non è ancora diagnosticabile.
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AGI
5 OTTOBRE 2012
Salute: Ictus, ibuprofene migliora recupero cervello
Varsavia - L'ibuprofene migliora il recupero del cervello in chi ha subito un ictus. Questo e' quello che ha dimostrato uno studio condotto sui topi da parte dell'Istituto Nencki di Varsavia. Il popolare antinfiammatorio, infatti sembra ripristinare la capacita' della corteccia cerebrale a riorganizzarsi, un processo necessario per recuperare quelle funzioni del cervello danneggiate dall'ictus. I ricercatori hanno supposto che il danneggiamento della neuroplasticita' cerebrale fosse dovuto al processo infiammatorio che si sviluppa, dopo l'ictus, nella regione che e' stata interessata. Gli studiosi hanno indotto un ictus in una localizzata regione del cervello che era collegata ai baffi dei topolini, che permettono loro di orie ntarsi nell'ambiente in caso di oscurita', e che sono collegati con una precisa area della corteccia cerebrale. "L'applicazione di ibuprofene ha diminuito l'infiammazione e recuperato la neuroplasticita'. La corteccia cerebrale ricominciava a riorganizzarsi come negli animali sani", ha spiegato Magorzata Kossut, autore dello studio.
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LA REPUBBLICA
5 OTTOBRE 2012
Cuccioli Una vita insieme? Meglio, allora, che non siano degli sconosciuti
Cane, gatto o canarino? Scegliere l'animale domestico non è facile. Dipende dalle ore che si hanno a disposizione, dalla famiglia, dagli spazi, dal carattere e pure dall'età. Ecco come evitare di pentirsi. e di farlo soffrire
ANGELO CAROTENUTO
Chiamiamola Sindrome Lilo. Lilo è la ragazzina hawaiana che, in un fortunato film Disney, entra con sua sorella maggiore Nani in un negozio d'animali per comprare un cucciolotto. Crede di aver preso un cane, a casa scopre che invece si tratta di un mostriciattolo, un esperimento genetico alieno, numero in codice 626, a cui lei dà il nome di Stitch.
Ecco. Il rischio è questo. Soprattutto quando comincia l'autunno e magari per la prima volta cerchiamo l'animale giusto che ci tenga compagnia. Il rischio è proprio che si faccia l'acquisto sbagliato. Per sé, certo, ma anche per l'animale. Prendiamo i cani. Ognuno è diverso da un altro. Ne esistono di mansueti e di vivaci, e il comportamento è "scritto" nella memoria e nella razza. Perciò il primo errore da non commettere è sceglierlo in base all'aspe tto. La razza non basta, non basta la taglia. Credere di conoscere in anticipo il comportamento futuro di un cane è una certezza scivolosa. "Per molti versi adottare un meticcio può essere la mossa giusta. I canili ne sono pieni e, adottando un trovatello o un cane abbandonato, lo salveremo da una vita che è quanto di più deprimente possiamo immaginare, a volte un inferno". È il parere di Angelo Vaira (autore di Dritto al cuore del tuo cane, edizioni Kowalski, pp. 224, euro 16), noto come "agevolatore delle relazioni con i cani". Le dimensioni dell'appartamento in cui il cane dovrà abitare sono sicuramente
un buon elemento da cui partire, così come sono diverse tra loro le esigenze di una famiglia che ha un bambino piccolo da quelle di un'altra con dei figli già adolescenti.
I più gioiosi sono il carlino (ma tende a ingrassare), il volpino (grande legame con il proprio ambiente) e il barboncino (molto sensibile). Razze adatte alla convivenza pacifica sono il labrador, il terranova, il collie. Ma è anche bene sapere che gli esemplari di taglia più piccola, sono i più scatenati da cuccioli: mordono mobili e scarpe. D'altro canto, attenti a dare per scontato che avendo la disponibilità di un giardino tutto sia più semplice. Esistono cani, per esempio i boxer, che non sopportano il freddo. "La scelta di un cane è una questione di buon senso. Non deve essere un colpo di testa o un innamoramento", la pensa così Raymond Barthel (Educazione dolce del cane, edizioni De Vecchi, pp. 160, euro 14,50), specialista in psicologia canina e addestratore di cani per audiolesi. Insomma, più informazioni si assumono prima di un acquisto da un esperto, o da chi abbia avuto già esperienze, meglio ancora da un veterinario, e meno inconvenienti si dovranno poi affrontare. Non è un dilemma minore la scelta di un gatto. Oltre che della razza e del temperamento, bisognerà tener conto del tempo che sarà tenuto a trascorrere in casa da solo. "Se cercate solo un gatto che si adatti alla vita di casa senza tanti fastidi, allora sarà meglio prenderne uno comune", è la base di partenza suggerita da Claire Bessant (I segreti del gatto, ed. Mediterranee, 2004), direttrice dell'associazione Feline Advisory Bureau. Un gattino va portato nell'appartamento tra i 50 e i 70 giorni di vita: bisogna almeno sapere che un ragdoll è pi&u grave; calmo di un bengal, e che i siamesi sono i più gelosi dei loro padroni. Per una sana convivenza con il proprio gatto, i veterinari consigliano almeno mezz'ora di gioco al giorno. Poi c'è la cura del pelo, l'insegnamento dell'uso della lettiera, l'acqua e il cibo a cui badare. In via preliminare vanno accertate eventuali allergie (al pelo, alla saliva, alla forfora del gatto), comprese quelle di altri componenti della famiglia. È sconsigliato l'acquisto di un gatto a quelle persone che vivono in strade dall'alta intensità di traffico, come pure a chi tiene molto alla pulizia della casa: un gatto lascia peli ovunque, e il suo odore in un appartamento è molto presente. Alla scelta buona e giusta di un piccolo animale domestico ha dedicato belle pagine l'etologo viennese Konrad Lorenz, premio Nobel per la medicina. Gli animali da non comprare, per lui, si dividevano in due categorie: quelli che non potrebbero vivere con noi (tr oppo sensibili, difficili da curare) e quelli con i quali noi non potremmo vivere, animali che indicava come "bestie decisamente noiose e insulse". La sua lista? Le tartarughe, i porcellini d'India, i pappagalli, i gatti d'angora, i cagnolini da salotto. In L'anello di Re Salomone (Adelphi, 1967) scrive: "Se i vostri occhi anelano soltanto a una piccola chiazza di rigogliosa verzura naturale e alla bellezza delle creature viventi, comprate un acquario; se volete animare piacevolmente la vostra abitazione compratevi degli uccellini: non immaginate neppure quale senso di calore e di intimità si sprigiona da una grossa gabbia assortita". Assortita, già. Ma come? I lucherini erano per Lorenz i più indicati a stabilire un contatto sociale con l'uomo; l'unico uccello piccolo che "anche se catturato in età matura non solo si può addomesticare ma anche si affeziona veramente". Inutile mettersi in casa un canarino o un usignolo se si st a via per la maggior parte del giorno: lui canta, tu non te lo godi e si esasperano i vicini. Lorenz aveva un debole per il criceto. "Credo che Dio lo abbia creato per la gioia di chi vive in città: ha riunito in questo piccolo capolavoro tutte le qualità più gradevoli di un animale domestico, evitando con cura quelle spiacevoli". Uno spot d'autore. Sapere cosa si vuole e quanto tempo si è in grado di dedicare a un animale domestico: restano questi in ogni caso gli argomenti da affrontare prima di una scelta. Insegnando ai bambini che un animale non è un giocattolo, ma un essere vivente cui dedicare le proprie attenzioni. Altrimenti si finisce come nella canzone di Gianni Morandi, quando è in campagna con la roulotte e inizia a piovere, lo prendi papà, e lui a dire sì. Finisce che a casa ti porti la lepre con la tuta rossa e il gufo con gli occhiali. |
GREEN STYLE
5 OTTOBRE 2012
Capire e gestire il dolore nei cani
Così come gli umani, anche i cani provano dolore sia fisico che psicologico. Spesso, però, non è facile per i proprietari capire quando l’amico a quattro zampe stia male, perché non sempre gli effetti sono evidenti. Tra pianti canini e umore depresso, vi sono molti indici di dolore da tenere in debita considerazione, soprattutto se il proprio cane fosse particolarmente introverso.
Quando il cane piange, è perché solitamente prova un dolore molto forte: che sia la paura oppure una ferita, rende la sua emozione immediatamente riconoscibile dal suo proprietario. Ma non sempre, soprattutto in cado di malesseri minori, il cucciolo di casa si rende così palese. Che fare, allora, per evitare che il nostro animale soffra inutilmente?
Gli esperti veterinari di PetMD hanno stilato una lista di comportamenti da tenere sempre sott’occhio, perché potenziali indici di una situazione dolorosa, o quantomeno stressante, per il cane:
Depressione inusuale, immobilità, scarsa voglia al gioco, poca attenzione ai richiami vocali;
Respiro affannoso, mugolio ingiustificato durante il sonno, scarse capacità di veglia;
Morsetti o leccate continue in una particolare posizione del corpo;
Aggressività non controllabile, attacchi a familiari, impossibilità di accarezzare il corpo;
Orecchie abbassate;
Calo dell’appetito;
Richiesta di attenzioni fuori norma.
Verificata la presenza di uno o più di questi sintomi, è necessario recarsi dal veterinario qualora la spiegazione al malessere del cane non possa immediatamente essere spiegata. Nel frattempo, tuttavia, possono essere messe in pratica delle contromisure per lenire parte del dolore provato, da eseguirsi sia in casa che nel tragitto verso la clinica animale:
Se il cane si lasciasse avvicinare, utile è praticare un lieve massaggio da capo a piedi, sempre nella stessa direzione. Non provoca la scomparsa del dolore, ma tranquillizza l’animale e ne riduce di molto lo stress;
Monitorare l’attività fisica è molto importante. Spesso un dolore può essere provocato da un’artrosi – evenienza non rara nei cani non più giovanissimi – o da un affanno troppo prolungato. Sintomi come quelli sopra descritti a seguito di uno sforzo, potrebbero indicare una patologia cronica;
Se il cane dovesse mostrare appetito, si dovrebbe comunque seguire una dieta molto leggera almeno fino all’intervento del veterinario. La maldigestione, ad esempio, può provocare senso di fame nonostante uno stomaco non in forma;
Se il dolore fosse causato da un recente intervento chirurgico, come la sterilizzazione, oppure da una ferita, dopo le opportune medicazioni è consigliabile adagiare il cane sul fianco su un comodo cuscino o su un materasso, coprendolo con una leggera coperta.
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LA CITTA’ DI SALERNO
5 OTTOBRE 2012
L’IMPORTANZA DELLE VITAMINE PER GLI ANIMALI DOMESTICI
di Barbara Granata*
Le vitamine del gruppo B sono vitamine idrosolubili. Rientrano, infatti, nella struttura di diversi enzimi e svolgono un ruolo fondamentale nel metabolismo energetico e nel turn-over tissutale. Queste vitamine sono necessarie per gli organismi viventi per utilizzare l'energia assunta con gli alimenti e, in particolare, la vitamina B12 e l'acido folico partecipano all'omeostasi cellulare e alla produzione e crescita delle cellule del sangue. La vitamina B2 o riboflavina è contenuta nel latte, nei visceri e nei vegetali; la carenza di vitamina B2 determina un'affezione, denominata xerosi, che si manifesta con secchezza cutanea a livello addominale e nelle zone perilabiali. La vitamina B3, detta anche vitamina PP o niacina, si trova nella carne, nei legumi e nei cereali. La carenza di vita mina B2, che negli uomini determina la pellagra, si verifica, negli animali domestici, in seguito all'assunzione di diete industriali. La vitamina B2 viene utilizzata, in associazione alle tetracicline e alla vitamina E, per la gestione delle malattie autoimmuni. La vitamina B8, conosciuta anche come vitamina H o biotina, è contenuta nel latte, nel fegato, nei legumi e nel tuorlo d'uovo. La vitamina D regola il metabolismo osseo e l'omeostasi calcio-fosforo ed è contenuta nel fegato, nel pesce e nel tuorlo d'uovo. * medico veterinario |
ALTO ADIGE
5 OTTOBRE 2012
Criceti, occhio alla dieta Il cibo sbagliato può ucciderli
di Martina Capovin
BOLZANO - Poco impegnativi e poco esigenti, ma attenzione allo loro alimentazione. Quante lacrime sono state versate dai più piccolini perché a causa del cibo sbagliato, l’amico criceto era stato male e se n’era andato per sempre. Purtroppo questi animaletti sono tanto piccoli, quanto delicati. Per loro le malattie intestinali sono la causa prima di decesso, quindi prima di portarli a casa è bene sapere cosa mangiano esattamente. I criceti, al contrario di quanto molti pensano, sono animali onnivori. In natura si nutrono di vegetali di ogni tipo, semi, ma anche di piccoli insetti, quindi anche per quelli domestici è necessaria una dieta molto varia che non deve basarsi solo sui mix di semi che si trovano nei negozi. Questi infatti non possono essere considerati alimenti completi, in quanto zeppi di molti semi ricchi di grassi ma carenti di proteine, calcio e vitamine. I piccoli roditori però ne sono ghiotti e tendono a rimpinzarsi, evitando invece le piccole crocchette contenenti ciò di cui necessitano. Un’alimentazione di questo tipo può causare problemi di obesità e va quindi integrata con vari tipi di frutta e verdura (tutti i tipi di insalate, carote, pomodori, finocchi, piselli con baccello, uva, ciliegie, albicocche, mela, fragole, pere, prugne, noci e mandorle), o alimenti di origine animale (ottimo tra tutti il pollo bollito). Tutti questi elementi però vanno inseriti nella dieta in modo graduale ed in piccolissime dosi. Ogni alimento deve essere ovviamente ben lavato, ed accuratamente asciugato, tenuto a temperatura ambiente ed assolutamente scondito. Se si decide di dare all’animale verdura o frutta cotta è bene che questa sia bollita. Biscotti e snack “premio” vanno somministrati molto raramente, in quanto ricchi di zuccheri assolutamente nocivi per i cricetini se assimilati in grandi quantità. Per completare la dieta possono essere introdotti nella dieta dell’animale uovo sodo, ma solo in piccole dosi e non più di una volta a settimana, formaggio e jogurt, pasta e riso non conditi. Esistono inoltre pareri discordanti sulla somministrazione dei fagioli. Non sono assolutamente velenosi come alcune “leggende metropolitane” sostengono, ma devono essere somministrati in piccole quantità ed esclusivamente cotti.
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GEA PRESS
5 OTTOBRE 2012
Ischia – ristoratore in Tribunale per aragoste ed astici sul ghiaccio
Costituzione di parte civile del Partito Animalista Europeo.
Si svolgerà il prossimo venti febbraio il processo contro il ristoratore di Ischia denunciato da Enrico Rizzi, coordinatore del Partito Animalista Europeo, per avere messo in vendita astici ed aragosta poggiati ancora vivi direttamente sul ghiaccio (vedi articolo GeaPress).
Stamani, innanzi al Tribunale, si sono presentati, oltre alla difesa del ristoratore, anche Stefano Fuccelli, Presidente del PAE e l’avvocato del movimento politico Edward Quimi. Il Giudice non ha accolto la richiesta di rito abbreviato avanzata dalla difesa, mentre ha accettato la costituzione di Parte Civile da parte del PAE. La richiesta danni è di 10.000 euro. I reati contestati sono maltrattamento di animali ed inidonee condizioni di detenzione.
La vicenda occorsa nell’agosto 2010 ha fatto molto scalpore e non solo ad Ischia. Del caso si interessarono, infatti, anche alcune trasmissioni televisive nazionali. Rizzi, in vacanza per poche ore ad Ischia notò, nel banco del ristoratore, due crostacei con le chele legate da un nastro adesivo, poggiati sul ghiaccio. Si trattava di un astice e di una aragosta. Pronta la chiamata ai Carabinieri e la denuncia.
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TRENTINO
5 OTTOBRE 2012
Animali sfruttati nei circhi È ora di rispettare la legge
di Ivana Sandri
TRENTO Era un cucciolo, fuggiva alla ricerca della libertà, ma ha trovato sofferenza e morte. Mentre sempre più Paesi hanno messo al bando il circo con animali, com’è noto ad Imola una giraffa, un cucciolo di tre metri e mezzo di altezza e gli oltre 900 chili di peso, dopo essere evaso dal circo di Aldo Martini, in fuga lungo le strade della città, atterrito dal traffico e dal rumore, è stato alla fine bloccato con una doppia dose di anestetico e durante il trasporto è morto per collasso cardiocircolatorio. Ora spetta agli inquirenti stabilire le responsabilità, ma gli animalisti non hanno dubbi: responsabili sono il circo e la possibilità di detenere, esporre e far esibire animali selvatici, costringendoli a condizioni di vita e di addestramento che n on tengono conto delle loro esigenze etologiche. E spesso, come in questo caso, appartenenti a specie non addomesticabili, che in natura rifuggono l'uomo e non possono venir addestrate. Un sondaggio online della Stampa, in seguito alla morte della giraffa, dà come esito solo il 16% di favorevoli al circo. Sono più di 2000, secondo un dossier della Lav, gli animali costretti ad esibirsi in circa 100 circhi, mostre itineranti e circhi acquatici. Gli spettatori sono sempre meno, non così gli incentivi: in Italia ai circhi è riconosciuta una "funzione sociale" e dal Fondo unico dello spettacolo hanno ricevuto: 5.691.814,97 euro nel 2006, 6.692.770,97 euro nel 2007, 6.793.876,00 nel 2008, 5.755.010,97 euro nel 2009, oltre i 6 milioni nel 2010. Ora preoccupato dalle proteste sempre più diffuse, l'ente circhi annuncia la nascita di un "codice deontologico" con le regole per la detenzione degli animali. Non vogliamo peccare di malizia, ma quanto possono essere credibili delle regole di controllo predisposte proprio a cura degli stessi controllati? Paiono più plausibili le parole di Andrea Zanoni eurodeputato, vice presidente dell'intergruppo Benessere degli animali: “Secondo una recente ricerca dell'associazione Born Free Foundation, ben più del 90% degli zoo italiani non hanno nemmeno regolare licenza. È fondamentale una corretta applicazione, e non solo sulla carta, della direttiva Ue 1999/22/CE sugli Zoo e una nuova legislazione apposita sui circhi”. E conclude: “Troppi animali soffrono e muoiono negli zoo e circhi italiani. È arrivata l'ora di applicare le normative già esistenti sugli zoo e di mettere a punto nuove norme che finalmente vietino l'uso di animali nei circhi”.
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GEA PRESS
5 OTTOBRE 2012
Friuli e Campania: da nord a sud impugnate le balneari leggi sulla caccia
In Friuli volevano sparare in deroga, in Campania anche ai cani.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha impugnato innanzi alla Corte Costituzionale, su proposta del Ministro degli Affari regionali, le leggi in materia di fauna e prelievo venatorio delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Campania. Entrambe le leggi erano state approvate a ridosso dei bagnetti di ferragosto.
In Friuli a finire innanzi ai Giudici della Corte è la “leggina” sulla caccia in deroga. In sostanza la Regione Friuli Venezia Giulia aveva provato a snellire le autorizzazioni per abbattere gli uccelli protetti. In particolare, il Governo centrale ha impugnato le norme regionali che non prevedevano il parere dell’ISPRA sulla quantificazione delle “piccole quantità” di uccelli prelevabili anche a mezzo di pratiche di uccellagione. Da Roma, inoltre, è stata censurata quella parte della legge che avrebbe consentito di uccidere animali appartenenti a specie in grave diminuzione numerica, così come a quelle alloctone. Impugnata anche la disciplina in deroga alle norme statali che avrebbe agevolato le liberazioni di animali “pronta caccia”, ovvero allevati e lasciati andare nel territorio ad uso dei cacciatori.
In sostanza, il Governo centrale ha stabilito che tutte le Regioni, ivi comprese quelle a Statuto speciale come il Friuli, hanno l’obbligo di rispettare sia le normative europee che statali, senza possibilità di deroga.
Stesso concetto anche per la legge sulla caccia della Campania, anch’essa approvata in periodo balneare. Ad essere state impugnate sono le parti relative alla liberalizzazione degli appostamenti di caccia (un numero maggiore rispetto a quelli consentiti dalla legge nazionale) e l’abolizione della quota minima del 20% (stabilita a livello nazionale) di territorio interdetto alla caccia. Niente caccia, inoltre, nelle aree contigue dei parchi in violazione della legge nazionale sulle aree protette. Tre gravi peculiarità. In Campania si è voluto togliere l’obbligo per i cacciatori di raccogliere i bossoli dei colpi esplosi. I seguaci di Diana, inoltre, hanno avuto via libera per gli abbattimenti di animali rinselvatichiti di specie domestiche (teoricamente anche cani e gatti). Forse ancor più incredibile, alla luce dei devastanti incendi di quest’anno, la riduzione da dieci ad appena un anno, del divieto di caccia nelle aree percorse dalle fiamme. Tutti punti, sia per la Campania che per il Friuli, che dovranno ora essere esaminati dalla Corte ed eventualmente cassati.
Piccolo particolare. in Campania è stato impugnato anche il cosiddetto nomadismo venatorio. Gli effetti pratici, recepiti in calendario venatorio, erano però stati annullati grazie al ricorso del WWF
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LA NUOVA SARDEGNA
5 OTTOBRE 2012
Gli anticaccia: «Sospendete la stagione»
Bettina Camedda
CAGLIARI - Il Comitato Sardegna contro la caccia lancia l’allarme. «Le eccezionali condizioni climatiche di caldo e freddo e la stagione di incendi hanno ucciso centinaia di migliaia di animali e adesso – denuncia Emma Piga, presidente della Lav di Cagliari – nel pieno della stagione riproduttiva si rischia di compromettere quelle poche specie sopravvissute». Ieri pomeriggio circa un centinaio di persone hanno preso parte alla manifestazione anticaccia organizzata dal neonato comitato che riunisce diverse associazioni e movimenti animalisti e antispecisti come l’Oipa Cagliari, la Lav e il gruppo Antispecismo. Concentrazione in piazza Costituzione, di fronte al Bastione, il corteo ha proseguito lungo via Manno fino alla sede dell’assessorato all’Ambiente , dove si è tenuto il sit-in di protesta tra striscioni e figure di animali cartonati. «Chiediamo l’immediata sospensione della stagione venatoria come prevede la legge regionale in situazioni di gravità come quella che stiamo vivendo – sottolinea Emma – speriamo nella sospensione della stagione 2012-2013 ma il nostro obiettivo è l’abolizione della caccia che non può essere considerata come uno sport. La caccia inoltre costa allo Stato parecchi milioni di euro l’anno che pagano i cittadini. Si sottraggono così fondi a servizi più importanti e carenti solo per garantire il diritto di uccidere».
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GEA PRESS
5 OTTOBRE 2012
Veneto – nuovo caso di aviaria: ha colpito pure le cicogne
Alla Regione, però, si pensa alla caccia in deroga.
Aumentano in Veneto i casi di positività al sottotipo H5 del virus dell’influenza aviaria registrati presso le strutture di svezzamento avicolo. L’ultimo riscontro si è avuto presso un’azienda in provincia di Verona. L’altro ieri sono stati abbattuti 8.600 animali tra galline ovaiole, polli da carne, faraone e capponi. La conferma sulla positività riscontrata nell’allevamento è avvenuta lo scorso 28 settembre.
Il primo caso, però, ha riguardato un allevamento in provincia di Treviso che, secondo indiscrezioni pervenute, potrebbe riguardare il Comune di Maserada sul Piave. Nonostante la conferma della positività sia arrivata il 24 settembre scorso, in questo caso non si è provveduto all’abbattimento. Questo perché si starebbe studiando una maniera per derogare alla prevista uccisione di animali, trattandosi, in alcuni casi, di specie rare. In tutto 750 animali di cui 240 anatre, 186 galline, 128 oche, 100 piccioni, 38 pavoni, 30 cigni, 18 ibis, 4 cicogne, quattro gru e due beccacce.
Si tratta di un allevamento di uccelli ornamentali per il quale, nella specifica comunicazione inviata dal Ministero della Salute anche agli uffici competenti dell’Unione Europea, viene data notizia del divieto, imposto dalla Regione Veneto, sullo svolgimento di fiere e mercati di uccelli. In realtà la Regione Veneto ha imposto il divieto con l’esclusione proprio delle manifestazioni con uccelli ornamentali (vedi articolo GeaPress).
L’Eurodeputato Andrea Zanoni, aveva già sollevato il caso della cosiddetta “letterina” con la quale la Regione Veneto ha disposto il divieto di fieri e mercati e relativa esclusione. “Letterina” del dirigente dell’unità di progetto veterinaria che non viene pubblicata, come sarebbe dovuto con un provvedimento di Giunta, nel bollettino della Regione Veneto. Lo stesso Ministero, di fatto, ignora così che le fiere con uccelli ornamentali in Veneto si possono svolgere, nonostante il riscontrato caso di aviaria. Intanto il Ministero della Salute ha comunicato alle Autorità europee che in Veneto tutte le fiere e i mercati sono vietati.
“Quanto sta accadendo in Veneto è molto grave – ha riferito l’On.le Zanoni a GeaPress - Se venisse poi confermato il caso di aviaria per gli uccelli ornamentali a Maserada sul Piave, saremmo proprio in uno di quei centri dove si svolgono le fiere tanto care all’intoccabile mondo venatorio” ha concluso l’On.le Zanoni.
Per i due casi del Veneto il Ministero della Salute sta ora accertando la possibile correlazione con il sottotipo H5N2 riscontrato ormai in più casi sia nella filiera rurale che in quella industriale italiana. Un sottotipo, ha riferito il Ministero, che potrebbe evolversi, nel caso di mancata prevenzione, in forme più aggressive e potenzialmente pericolose anche per l’uomo.
In Veneto, però, le fiere con gli ornamentali non si devono toccare e tanto per non farsi mancare nulla il Governatore Zaia e l’Assessore Stival hanno già pronta la delibera relativa alla nuova infornata di specie protette e particolarmente protette, ovvero la cosiddetta caccia in deroga. In tutto 381.303 animali così suddivisi: 115.882 storni, 222.251 fringuelli, 27.520 peppole, 15.550 pispole. La delibera deve ancora passare in Commissione Agricoltura. Passaggio che dovrebbe avvenire martedì prossimo. Poi verrà approvata dalla Giunta. Un nuovo passo, riferisce l’On.le Zanoni, verso le salate multe dell’Unione Europea.
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GEA PRESS
5 OTTOBRE 2012
Foie gras, l’orrore del sapore – il video shock di Animal Equality (attenzione immagini forti)
Appello alle catene di distribuzione italiane.
Un video agghiacciante, che di sicuro fa passare la fame. Tutti i passaggi della “produzione” di Foie Gras, dal pulcino di oca, alla gabbietta tipo tostapane, all’alimentazione forzata, fino allo stordimento che non tanto stordisce e alla lama che sul collo da prova di vitalità. Poi il ventre della povera oca. Interamente occupato dal fegato. Finirà sui palati dei buongustai che, forse, una passeggiata in quegli allevamenti, farebbero bene a farla.
Di sicuro ad essere stati per parecchio da quelle parti, ma in incognito, sono stati gli animalisti di Animal Equality, l’organizzazione internazionale in difesa di tutti gli animali, attiva in Regno Unito, Spagna, Germania, Italia, India e Venezuela. I risultati di quella ricerca li hanno pure pubblicati in un sito in lingua italiana completo di materiale fotografico e video, dossier informativo, dichiarazioni di veterinari ed esperti di benessere
animale.
“Ciò che abbiamo documentato sono scene terribili di animali confinati in minuscole gabbie, affetti da stress e depressione, feriti dal tubo che ogni giorno gli viene spinto nell’esofago per far passare il cibo, oppressi da problemi respiratori e di deambulazione per le abnormi dimensioni raggiunte dal fegato, maltrattati e lasciati morire senza cure”, afferma Francesca Testi, portavoce di Animal Equality in Italia.
In Europa il foie gras è ancora prodotto legalmente solo in 5 paesi: Francia, Bulgaria, Spagna, Ungheria e Belgio. La Francia è il maggior produttore ed esportatore, ogni anno sono infatti prodotte oltre 800.000 tonnellate, circa 700.000 oche e 37 milioni di anatre vengono macellate per questo.
“In Italia la produzione di foie gras è stata vietata nel 2007 tramite un decreto legislativo che ha definito l’alimentazione forzata come una ‘tortura’. Tuttavia la distribuzione in Italia continua ancora oggi, ponendo il nostro paese in una posizione di incoerenza con quanto affermato nel decreto legislativo”, afferma sempre Francesca Testi.
Con queste premesse Animal Equality lancia in Italia una campagna per chiedere a diverse catene di supermercati (Auchan, Bennet, Conad, Coop,Esselunga, Sma, Super Elite) di rivedere le scelte aziendali in merito alla distribuzione di ‘foie gras’ in Italia, fornendo dichiarazioni pubbliche ed ufficiali che annuncino la cessazione immediata della vendita di un prodotto ottenuto con così tanta violenza sugli animali.
Sul piano internazionale Animal Equality chiede inoltre, attraverso una petizione, a John Dalli (Commissario Europeo per la Salute e la Politica dei Consumatori) di presentare una proposta di legge che vieti l’importazione e la vendita nell’Unione Europea di prodotti animali provenienti dall’alimentazione forzata, come quella recentemente approvata nello stato della California. Nel 1998 l’Unione Europea attraverso gli studi del Comitato Scientifico per la Salute e il Benessere degli animali, pubblicò un rapporto dove si concluse che l’alimentazione forzata per la produzione di ‘fegato grasso’ era dannosa per il benessere dei volatili. E’ ora di dar seguito a queste dichiarazioni in maniera concreta.
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OSTIA TV
5 OTTOBRE 2012
Negli Usa i cani randagi vengono abbattuti con gas letale
05/10/2012 La normativa che regola e disciplina il contrasto al randagismo negli Stati uniti impone che un cane abbandonato,se non reclamato entro 10/15 giorni è messo a morte tramite soffocamento con gas letale.
Usa - La normativa che regola e disciplina il contrasto al randagismo negli Stati uniti impone che un cane abbandonato,se non reclamato entro 10/15 giorni dal suo padrone o da un nuovo padrone che lo adotta, è messo a morte tramite soffocamento ottenuto facendo respirare all’animale gas letale.
Jim Moran, un deputato democratico della Virginia, ha presentato una proposta non per fermare l’abbattimento dei cani e dei gatti randagi, ma per dargli una morte il più possibile indolore. E’ risultato che molte bestiole – dopo un passaggio nella camera a gas – sono ancora semi-coscienti e necessitato un ulteriore passaggio nella camera della morte prima che la carogna venga immessa nell’inceneritore. Alcuni di essi – purtroppo – non hanno la possibilità del “colpo di grazia” facendo un secondo giro nella camera a gas e vanno nell’inceneritore ancora semi-coscienti. La soluzione secondo Moran sarebbe quella di dare la morte a questi randagi attraverso l’inoculazione di sostanze altamente velenose che abbattono l’animale ma, solo dopo che in questi è caduto in uno stato di incoscienza profonda. Moltissime le Associazioni Umanitarie che si sono schierate per sostenere questa proposta e per far sì che essa venga accettata in tutto il territorio USA. Questo tipo di soppressione degli animali randagi già in diciotto Stati è proibita anche perché risulta pericolosa per gli operatori del settore che inevitabilmente respirano sostanze tossiche. |
AGI
5 OTTOBRE 2012
Animali: AUstralia attacca Giappone per salvaguardia balene
Hobart (Australia) - L'Australia attacca le politiche anti-animaliste del Giappone durante il lancio di una ricerca scientifica finalizzata a creare nuove strategie di conservazione per le balenottere azzurre (Balaenoptera musculus) a rischio estinzione. Il ministro dell'Ambiente australiano Tony Burke ha attaccato il Giappone sostenendo "che le ricerche scientifiche che promuove per salvare le balene sono false e nascondono secondi fini". Il ministro ha espresso dissenso verso il paese nipponico durante la conferenza di presentazione di una nuova tecnologia per studiare e tracciare le balenottere a rischio tenutasi nella citta' di Hobart. "Le balenottere azzurre sono sull'orlo dell'estinzione", ha spiegato il ministro, secondo quanto pubblicato su Phys.org."Promuovere indagini scientifiche per sa lvarle - ha aggiunto - ci aiutera' a realizzare progetti di conservazione piu' efficienti di queste enormi creature che possono crescere fino a trentuno metri di lunghezza. Questa ricerca rinforza la politica australiana impegnata a promuovere studi pro-balene che non siano dannosi per gli animali. Cio' contrasta fortemente con i presunti studi giapponesi che iniziano direttamente con la cattura e le fiocine. Ma tutti sappiamo che per conoscere meglio una balena non e' necessario e produttivo ammazzarla". Il commercio delle balene e' stato bandito dalle leggi internazionali ma il Giappone dal 1987 usa una scappatoia che gli animalisti definiscono "ricerca letale" spacciando la caccia per studi scientifici. La ricerca australiana e' parte di un progetto che mira a definire la distribuzione e i comportamenti delle specie decimate nei primi anni del novecento quando furono persi circa 250mila animali.
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GEA PRESS
6 OTTOBRE 2012
Torino – gattina su un albero: i Vigili del Fuoco intervengono con gli idranti
I volontari: la gattina è morta poco dopo, vogliamo giustizia.
Tragico pomeriggio, lo scorso giovedì, in via Bologna, nei pressi del Parco della Croce Rossa a Torino. A rimetterci la vita una gattina salita su un alto albero vicino l’ex ferrovia Noto. Sul luogo si raduna una piccola folla. Intervengono pure la Polizia Municipale e i Vigili del Fuoco. Poi i volontari di più Associazioni torinesi, specializzati nell’assistenza dei gatti randagi. La gattina, terrorizzata, da quell’albero proprio non vuole scendere.
Ai Vigili del Fuoco viene suggerito di attivare la scala portandola più in alto rispetto al punto dove la povera micia si è fermata. In tal maniera, sarà spronata a scendere. Ed invece, stante il racconto dei volontari, il caposquadra avrebbe incredibilmente attivato l’idrante. I violenti getti d’acqua hanno così catapultato in terra la povera gatta. Subito la corsa del Veterinario. Neanche un’ora e mezza dopo, però, era deceduta.
Secondo il referto si erano avute gravi lesioni agli organi interni. Gravi traumi anche al bacino. Il dolore a livello addominale, riferisce il referto, era evidente e notevole. Perdita di sangue dalla bocca e dalla vulva. Respirazione a bocca aperta. Un arresto cardiaco ha posto fine alle sofferenze.
Sui Vigili del Fuoco piovono ora le inevitabili polemiche. C’è chi è riuscito a prendere il numero di targa del mezzo, a quanto pare subito allontanatosi dopo l’accaduto. Una prima denuncia, sarebbe già stata presentata alla Questura di Torino.
“Una mela marcia – riferisce Sandra, una delle volontarie intervenute che ha raccontato a GeaPress quel drammatico pomeriggio – non bisogna generalizzare con tutti i Vigili del Fuoco, ma è giusto che chi ha sbagliato paghi“.
Di certo, in molti, si ricorderanno di quella incredibile scena ed il tonfo della povera micetta. In ambulatorio è arrivata tutta bagnata e, tra gli altri guai, con un pneumotorace con contusioni polmonari. “Forse – aggiunge Sandra – la piccola Memole [n.d.r. questo il nome della gattina] era meglio che restava su quell’albero“.
Non è stato possibile reperire ulteriori informazione dal Comando dei Vigili del Fuoco. Ovviamente siamo a disposizione per ogni replica ritenuta necessaria.
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SAN NICANDRO.ORG
6 OTTOBRE 2012
Avvelenatori di cani, anche una taglia dagli animalisti
Molte le vittime a quattro zampe nell'ultimo mese
Nella foto di Antonio Pacilli un cane salvato la scorsa settimana grazie all'allarme della gente e all'intervento del veterinaio
Prov. Di Foggia - Una "taglia" sull'avvelenatore di cani per consegnarlo alla giustizia è l'iniziativa di un gruppo di animalisti sannicandresi, per porre fine alle morti sospette di randagi e in qualche occasione anche cani "di casa" che probabilmente hanno accidentalmente avuto contatti con sostanze tossiche durante le passeggiate all'aperto.
Cinquecento euro è la ricompensa offerta dai giovani volontari "a chi fornisca prove certe sull'identità di chi sparge veleno per ammazzare gli animali", iniziativa con la quale lanciano un appello alla sensibilità di tutti per porre fine ad una barbarie che negli ultimi tempi ha registrato una recrudescenza con il decesso, dopo atroci sofferenze, di quattro cani solo nel mese scorso in una zona centrale del paese (tra Corso Umberto I, piazza IV novembre e via Adriatico).
"Nonostante gli interventi tempestivi con farmaci che in passato hanno salvato tanti animali, in questi casi non si è riusciti a salvare nessun cane" spiegano i volontari, evidenziando la feroce determinazione degli avvelenatori che vogliono assicurarsi di potersi sbarazzare in maniera definitiva degli animali. Azioni criminali che (oltre a potersi rivelare letali anche per gli esseri umani, qualora accidentalmente qualcuno venisse in contatto con le sostanze tossiche piazzate in giro) sono punite severamente dalla legge, grazie ad una opportuna previsione legislativa che punisce chi uccide gli animali o chi ne provoca comunque la morte, con pene detentive e multe in denaro.
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IL GAZZETTINO
6 OTTOBRE 2012
Cercano di importare irregolarmente dalla Slovenia 36 cuccioli di cane
Denunciate due persone che stavano portando in Italia 52 animali, molti dei quali senza documentazione sanitaria
GORIZIA - Ennesimo sequestro, la notte scorsa, all'ex valico di Sant'Andrea, di cuccioli di cane provenienti dall'est europeo senza le prescritte documentazioni sanitarie. Gli agenti hanno controllato una monovolume con targa italiana, proveniente dalla Slovenia, che trasportava 52 cuccioli di cane di varie razze.
La polizia di frontiera, aiutata dai veterinari dell'azienda sanitaria per l'accertamento delle condizioni di salute dei cuccioli, ha rilevato che soltanto 16 dei 52 cani erano dotati di microchip e passaporto individuale, ovvero della prescritta documentazione sanitaria; di conseguenza 36 cagnolini irregolarmente introdotti sono stati sequestrati e affidati, con i restanti 16, a strutture sanitarie. I due responsabili, di nazionalità italiana e non nuovi a simili episodi, sono stati denunciati in stato di libertà per violazione delle norme sull'introduzione in Italia di animali da compagnia. |
IL PICCOLO
7 OTTOBRE 2012
Sequestrati 52 cuccioli erano senza microchip
Gorizia - Erano stipati all’interno di un Chrysler Voyager, il grande monovolume americano. A scoprirli gli agenti della polizia di frontiera nel corso di un normale controllo effettuato la notte scorsa a ridosso della linea confinaria. Erano 52 cagnolini di varie razze (fra cui labrador, chihuahua, cavalier king) che guaivano disperati. Ed è stato proprio il loro lamento a portare i poliziotti sulle loro tracce. Gli animali sono stati posti sotto sequestro e i responsabili del loro trasporto denunciati a piede libero. Questi i “fotogrammi” dell’operazione condotta con successo dagli agenti di polizia. I fatti si sono svolti all’ex valico confinario di Sant’Andrea. Erano da poco passate le 2.30, l’altra notte, quando gli agenti della IV zona polizia di frontiera–settore di Gorizia, durante le consuete attività mirate al contrasto della criminalità transfrontaliera, hanno controllato una monovolume con targa italiana, proveniente dalla Slovenia. La scoperta della presenza di 52 cuccioli di cane di varie razze è stata pressoché immediata. I poliziotti, coadiuvati sul posto dai veterinari della Azienda sanitaria isontina per l’accertamento delle buone condizioni di salute dei cuccioli, hanno rilevato che soltanto 16 dei 52 cani erano dotati di regolare microchip e passaporto individuale, ovvero della prescritta documentazione sanitaria: di conseguenza i 36 cagnolini irregolarmente introdotti sono stati sequestrati e affidati, insieme ai restanti 16, ad un’idonea struttura sanitaria per i provvedimenti di natura amministrativa. Nella fattispecie risultano essere ospitati all’allevamento “Delle Vallate” a Brazzano (Cormons). I cuccioli, provenienti dai paesi dell'Est europeo senza le prescritte documentazioni sanitarie, erano (e sono) in buone condizioni fisiche: avevano da bere e da mangiare. Tutto da scoprire il loro futuro che sarà stabilito dalla Procura della Repubblica: bisognerà vedere se verrà organizzata un’asta o verrà data la possibilità a chi ama i cani di adottarli. Ieri mattina, nemmeno all’allevamento, erano in grado di azzardare un’ipotesi. «Al momento sono qui e stanno bene», la sottolineatura del responsabile dell’allevamento. I due responsabili sono padre e figlio: E.G. e D.G. le loro iniziali. Originari e residenti a Reggio Emilia, non erano nuovi a simili episodi. Entrambi sono stati denunciati in stato di libertà alla locale autorità giudiziaria per la violazione delle norme sull’introduzione in Italia di animali da compagnia. È prevista anche una sanzione amministrativa.
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GEA PRESS
8 OTTOBRE 2012
Il sequestro cuccioli di Gorizia e i trafficanti di Reggio Emilia
Intervento della Polizia di Stato.
Erano della provincia di Reggio Emilia i due trafficanti di cuccioli fermati dalla Polizia di Stato (Polizia Frontaliera – Settore di Gorizia) intenti ad introdurre in Italia 52 piccoli animali dei quali, solo 16, provvisti della necessario documentazione. Due trafficanti già noti per reati specifici ed anch’essi a quanto pare segnalati per l’importante nodo emiliano di smistamento di cuccioli illecitamente importati dai paesi dell’ex Europa dell’est. L’intervento è scaturito venerdì notte nell’ex valico di frontiera di Sant’Andrea a Gorizia.
Gli animali sono stati posti tutti sotto sequestro ivi compresi quelli che viaggiavano con apparente regolare autorizzazione. La validità di quest’ultima è, infatti, attualmente posta alle verifiche degli inquirenti. Tutti i cagnolini, apparentemente in condizioni di salute non critiche (così ha accertato un Medico Veterinario dell’ASL goriziana), erano stipati all’interno di una monovolume riportante targa italiana.
Per i due italiani il deferimento all’Autorità Giudiziaria con l’accusa di importazione illecita di animali da compagnia. Tutti i cuccioli sono stati assegnati a strutture idonee.
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VARESE NEWS
6 OTTOBRE 2012
Varese
Elsa, il segugio che salva gli animali feriti
Il suo fiuto permette agli agenti di rintracciare gli ungulati che rimangono coinvolti in incidenti oppure che vengono colpiti dai bracconieri
Anche Elsa, cucciolona di 8 anni, si è messa in posa accanto agli agenti della polizia provinciale che oggi hanno incontrato i cittadini durante un open day organizzato in Piazza Monte Grappa. Che abbia un fiuto particolare per il lavoro è cosa scontata. Le sue giornate sono infatti impegnate nella ricerca di odori particolari. Come quelli delle tracce di sangue lasciate dagli animali selvatici feriti che Elsa, segugio di Hannover, aiuta a rintracciare e curare. «Elsa fa parte della sezione specialistica faunistica della Polizia provinciale - spiega l'agente Renato Robbiati, il suo conduttore - è addestrata per ritrovare gli animali, grossi ungulati in particolare, che rimangono coinvolti ad esempio in incidenti con auto oppure feriti da bracconieri. Grazie al fiuto di Elsa possiamo individuare questi esemplari, sedarli e successivamente affidarli ai veterinari. Gli animali che vengono feriti, anche se sono di grossa taglia, sono condotti dalla polizia provinciale nei centri specializzati nella cura di animali selvatici. Attualmente non ce ne sono in provincia di Varese ma il più vicino si trova presso il Wwf di Vanzago». Elsa ha appreso i fondamentali di questa attività fin da cucciola. È stata addestrata nei primi mesi di vita e per lei le prove non finiscono mai: «Il primo esame l'ha superato a un anno. Per essere abilitata a svolgere questa funzione doveva ottenere almeno il giudizio "molto buono" e così è stato. Ogni tre anni l'esame viene ripetuto». L'attività della sezione faunistica della polizia provinciale è molto ampia e articolata: «Ci occupi amo del recupero degli ungulati feriti anche per fornire alla regione i rapporti sui sinistri che vedono coinvolti gli animali selvatici. Inoltre siamo sempre in attività, spesso anche di notte, per contrastare la diffusione del bracconaggio, che è aumentata insieme al crescere del numero degli ungulati presenti sul nostro territorio».
FOTO
http://www3.varesenews.it/varese/articolo.php?id=244773
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IL SECOLO XIX
6 OTTOBRE 2012
I “cani dottore” che aiutano i bimbi
Firenze- Si chiamano Budino, Gioia, Muffin, Polpetta, Pippy e Cannella, e non sono solo docili e affettuosi cagnetti ma veri e propri operatori sanitari, in grado di aiutare i bambini a sopportare senza paure visite mediche, prelievi del sangue o sedute dal dentista. Del lavoro di questi “cani dottore” si è parlato oggi a Firenze nel primo convegno organizzato in Italia sulla “Pet therapy” pediatrica organizzato dalla Fondazione Meyer.
«L’aiuto che l’amico a quattro zampe ci offre spazia in tanti effetti benefici: abbrevia i tempi di visita dal dottore, riduce i tempi di manovre dolorose o fonti di paura, è di sollievo per chi soffre di depressioni e disturbi psichiatrici infantili quali l’autismo, o la sindrome di Down», ha detto oggi Dennis C. Turner, delegato per l’Europa dell’International Association of human-animal interaction organization considerato il Patch Adams della terapia con gli animali.
Da dieci anni Budino, Cannella e gli altri cani, educati fin da cuccioli dall’associazione Antropozoa, sono una presenza quotidiana al Meyer, inserita nelle attività cliniche del Centro terapia del dolore e cure Palliative. Un primato italiano che ha permesso di tracciare un primo bilancio sull’efficacia dell’attività assistita con gli animali in ambito ospedaliero.
«Gli animali - ha spiegato la psicologa della terapia del dolore del Meyer Laura Vagnoli - sono inseriti a tutti gli effetti nel trattamento di cura, sono appositamente educati fin da piccolissimi e accompagnati da operatori professionali. Non si tratta di un modo per rallegrare i nostri pazienti. Come nel caso dei clown sono attività svolte da professionisti e non da semplice personale volontario».
Differenti studi svolti nel corso di questi dieci anni in aree differenti del Meyer (oncoematologia, odontoiatria speciale per l’handicap e il centro prelievo) hanno provato l’efficacia della pet therapy e i reali benefici per i bambini, per i genitori (rasserenati dall’atteggiamento dei figli) e per gli operatori stessi. Questi animali, ha spiegato Vagnoli, spesso aiutano a far la differenza e non solo con i bimbi più piccoli, «proprio recentemente è arrivata al pronto soccorso una ragazza adolescente con un forte attacco di panico che le aveva provocato una sorta di choc per cui era come isolata dal mondo. L’intervento di un nostro cane le ha permesso di superare il suo attacco, si è tranquillizzata ed è tornata ad interagire con la realtà esterna».
VIDEO
http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2012/10/06/APFobMdD-bimbi_dottore_aiutano.shtml
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AREZZO NOTIZIE
6 OTTOBRE 2012
Storia di Luky, cagnolino caduto da una caverna a un pozzo di 8 metri. Salvato dai pompieri
Prov. Di Arezzo - Da tre giorni il padrone non riusciva a trovarlo. Nella campagna casentinese, vicino a Corsalone, lo ha cercato ovunque. Poi oggi il suo Luky, un cane metà Setter e metà Springer, ha risposto al richiamo. Guaiva e abbaiava per farsi sentire. Ma il padrone non riusciva a vederlo e ha allertato i pompieri. Luky era finito in una caverna di una ex cava per l'estrazione delle pietre utilizzate per fare cemento da una storica industria della zona. Il padrone lo chiamava, ma lui guaiva e non riusciva ad uscire.
Arrivati sul posto i vigili del fuoco di Bibbiena insieme al gruppo speleologico hanno capito il perché. Per recuperarlo infatti hanno dovuto percorrere una caverna con una grossa pendenza. Ad una profondita di circa 20 metri si sono poi accorti che c'era una voragine pavimento: una specie di pozzo profondo ben 8 metri in fondo al quale c'era un laghetto. Luky era finito proprio lì dentro.
Per salvarlo due pompieri-speleologi si sono calati con quella che in gergo si chiama "capra". Hanno trovato il cane impaurito, ma in buone condizioni di salute. Era rannicchiato in un angolino per non bagnarsi. E forse proprio tutta quell'acqua, con la quale ha potuto dissetarsi per 72 ore, è stata la sua salvezza. A quel punto i vigili del fuoco lo hanno coccolato un po' poi, dopo averlo tranquillizzato, hanno iniziato le operazioni per portarlo fuori da quella "trappola". Uno dei pompieri lo ha preso in collo ed è stato ritirato sù per gli otto metri. Quindi pompieri e animale hanno percorso a ritroso la caverna. E poi, alla vista del sole, dell'aria aperta e del proprio padrone, i guaiti di paura si sono trasforanti in scodinzolii e salti di gioia.
FOTO
http://www.arezzonotizie.it/home/cronaca/item/87645-cane-finisce-in-una-cava-salvato-dai-pompieri
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IL GAZZETTINO
6 OTTOBRE 2012
Due vicini di casa sotto inchiesta per stalking: «Anche il cane è sotto choc»
Una donna accusa: anche il mio animale è stato maltrattato, lo stuzzicavano e lo bagnavano con la pompa da giardino
PADOVA - Una lite tra vicini come tante, se non fosse che nell'accusa di stalking mossa a due confinanti una donna 48enne di Padova ha inserito come vittima delle angherie anche il proprio cane. L'animale - sostiene nella denuncia - è rimasto impaurito a tal punto dai maltrattamenti dei vicini, che lo stuzzicavano e lo bagnavano con la pompa del giardino, da aver cambiato abitudini, mostrandosi come sotto choc.
La Procura di Padova ha indagato i due vicini di casa per stalking nei confronti dell'autrice della denuncia e dei due figli. Il reato di stalking, infatti, non può vedere un animale parte offesa. Se le angherie verso il cane fossero confermate nel corso delle indagini potrebbe eventualmente prospettarsi l'ipotesi di maltrattamento di animali. |
IL GIORNALE
7 OTTOBRE 2012
Ora lo stalking insegue anche i cani
La padrona di un quattrozampe vessato dai vicini di casa: "Per colpa loro è diventato depresso"
OSCAR GRAZIOLI
Fra poco dovranno istituire anche il telefono per chi è minacciato di stalking
C'è già? Lo so, ma non per i cani.
Prima di addentrarci in questa curiosa storia sarà bene richiamare alla memoria dei lettori cosa s'intende per stalking, visto che oggi, gli inglesismi applicati a ogni sorta di comunicazione, generano confusione fra un termine e l'altro. Il termine inglese stalking si riferisce a un insieme di comportamenti molesti e continui, ulteriormente reiterati da intrusioni nella vita privata della vittima, alla ricerca di un contatto personale per mezzo di pedinamenti, telefonate indesiderate, invio di lettere, biglietti, sms, scritte sui muri o atti vandalici che possono culminare in aggressioni fisiche o indurre anche solo paura e malessere psicologico o fisico nel perseguitato. Insomma, ben oltre la molestia, lo stalking è una persecuzione e la vittima un perseguitato.
Se gli episodi di tenace persecuzione tra uomini e donne, specie per motivi passionali, sono tanto frequenti da non fare più notizia, la faccenda assume contorni diversi quando al centro dell'attenzione c'è (o c'è anche ) il cane di casa.
Una donna di 48 anni, residente a Padova, con due figli avuti al termine di una relazione burrascosa che l'ha portata alla separazione, ha denunciato per stalking, due vicini di casa rei, a suo dire, di avere reso impossibile la sua vita, quella della prole e pure quella del cane di casa. I motivi sono ancora oggetto d'indagini. Fatto sta che, nella denuncia della donna, si fa preciso riferimento ad atti persecutori nei confronti del suo quattrozampe, "stalkizzato" anche lui, tramite getti d'acqua, rumori molesti sulla rete che divide le case e vari altri artifizi studiati apposta per terrorizzare reiteratamente l'animale. Sarebbe agli atti la relazione di un veterinario che sospetta un cambiamento di carattere nel cane, ormai talmente stressato dal comportamento della coppia, da essere intimorito nel sentire anche solo i loro passi nei pressi di casa.
Sempre nella denuncia alla magistratura della 48enne padovana, si sottolinea la continua invasione persecutoria dei vicini di casa nella vita privata sua, dei figli e del cane, minacciato e provocato dai continui richiami della coppia, che in un numero imprecisato di occasioni, già dal 2009, avrebbe versato su Fido acqua fredda e lo avrebbe provocato con rumori improvvisi e frequenti, fino a farlo «sbarellare» come una persona. D'altronde anche i cani hanno un cervello, una psiche (e probabilmente un'anima), per cui non c'è da stupirsi più di tanto, se, una volta sottoposti a continue angherie, possono cambiare carattere fino a diventare depressi, ansiosi e persino aggressivi.
Ora l'inchiesta è in fase iniziale ed è probabile che la coppia denunciata rischi solo per quanto riguarda il reato di maltrattamento d'animali.
Il confine tra stalking e maltrattamento, negli animali è molto sottile, ma la magistratura dovrà imparare presto ad attrezzarsi. Il ricatto relativo alla tenuta e alla gestione degli animali di famiglia nelle liti di fine coppia e di fine matrimonio conta oltre 700 casi di persone che si sono rivolte al tribunale degli animali di AIDAA , nel 2011, per chiedere consulenza legale.
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TRENTINO
6 OTTOBRE 2012
Per l’agonia del capriolo esposto contro i forestali
MOENA (TN) - È arrivato in Procura l’esposto dell’Ordine dei veterinari di Trento contro il Corpo Forestale Provinciale per accertare eventuali responsabilità nella vicenda che ha visto una femmina di capriolo morire tra atroci sofferenze. Sull’episodio è intervenuto anche l’eurodeputato Andrea Zanoni (Italia dei Valori) che ha affermato: «Sono allibito per come è stato trattato quel povero animale. Questi eventi non devono più accadere». I fatti risalgono al 24 agosto, a Moena, quando una femmina di capriolo è morta dopo ore di atroce agonia a causa di un automobilista che, dopo averla investita, è fuggito. L’animale rimasto in fin di vita sull’asfalto è stato soccorso da un veterinario che transitava casualmente e che si è immediatamente fermato. Il soccorritore, Fabrizio Pizzini, avrebbe voluto intervenire somministrando sedativi per alleviare il dolore provocato dalle numerose fratture e dal trauma subito. Il capriolo, infatti, si lamentava in modo straziante, ma il medico è stato bloccato dagli agenti del Corpo Forestale provinciale immediatamente contattati. I presenti hanno atteso l’arrivo degli agenti, assistendo impotenti all’agonia dell’animale che è morto tra atroci sofferenze. Per questo motivo, l’ordine dei veterinari di Trento, presieduto da Alberto Aloisi, ha presentato un esposto in procura contro i forestali.
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IL CENTRO
6 OTTOBRE 2012
Lupa trovata morta nel Parco forse investita da un’auto
CIVITELLA ALFEDENA (AQ) - Un altro lupo morto nel Parco nazionale d'Abruzzo. L'animale è stato rinvenuto privo di vita sul ponte che attraversa il lago di Barrea, nel territorio del comune di Civitella Alfedena. Si tratta di uno splendido esemplare di lupa, che giaceva sul ciglio della strada con una profonda ferita da trauma sulla testa. Dai primi accertamenti, infatti, sembra che la morte dell’animale sia riconducibile a un investimento. A trovare la carcassa durante il quotidiano giro di pattugliamento del territorio sono state le guardie del Parco nazionale, che hanno provveduto a portare l’animale all’ambulatorio veterinario del Parco a Pescasseroli dove, come da prassi, sono stati effettuati i primi accertamenti. Oggi la carcassa della lupa sarà invece trasportata a Teramo, all’Istituto zooprofillattico, per l’esame necroscopico che consentirà di accertare in maniera sicura la causa di morte. Sembra da escludere, comunque, un atto di bracconaggio. Di recente, altri due esemplari di lupo sono stati investiti sulle strade dei Comuni ricadenti nell'area protetta del Parco nazionale d'Abruzzo. Alcuni ambientalisti chiedono di installare appositi catarifrangenti che di notte tengono lontani gli animali selvatici dalle strade.
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GEA PRESS
6 OTTOBRE 2012
Savona – un Comune in lite, contro la vecchina che sfama i colombi
Ieri un nuovo intervento in forze. Da un lato i Vigili del Fuoco e la Polizia Municipale mandata dal Comune armato a suon di Ordinanze e costose incursioni. Dall’altro lato una ostinata vecchina che in piazza Saffi e dal balcone di casa sua sfama i piccioncini. Volatili forse un pò troppo concentrati, vista la costanza dell’alimentazione ma nel complesso un problema che potrebbe risolversi. A sostenerlo è l’ENPA di Savona che per ben due volte ha convinto la riottosa anziana donna a spostare il luogo di alimentazione. Il muro contro muro, però, continua.
La proposta della Protezione Animali è quella di spostare il luogo di alimentazione nella zona del torrente Letimbro, in corrispondenza del piazzale dell’ex stazione. In un luogo, cioè, lontano da case ed automobili. La situazione assume dei connotati di grave paradosso. L’anziana signora, non senza qualche difficoltà, si era infatti convinta. Sarebbe bastato, dicono dall’ENPA, una spesa di 1.250 euro. Ed invece, sostiene sempre l’ENPA, ne sarebbero stati spesi ben 20.000 per uccidere ed analizzare 1.000 colombi di piazza Saffi per provare ciò che già si sapeva. Ovvero che non sono un
pericolo per la salute dei cittadini.
Nei giorni scorsi l’ENPA aveva ripresentato il progetto all’Assessore competente ma, evidentemente, si è preferito continuare ostinatamente con la linea dura invece del dialogo costruttivo. Purtroppo la medesima mancanza di dialogo si è avuta anche dai vicini della signora, che invece di sostenere la proposta dell’ENPA, si sono dati all’ennesima raccolta di firme.
“Così è Savona – commentano dalla sede ENPA cittadina – la Brescello del 2000 di guareschiana memoria, dove il sangue è caldo ed i problemi non si risolvono, si cronicizzano.”.
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ARTICOLO TRE
6 OTTOBRE 2012
Sì ad asini e maiali in casa, fuori canarini e criceti. Le nuove regole sull’adozione degli animali
Sono le nuove norme sui regolamenti condominiali emanate all’unanimità dal Parlamento, con la detenzione degli animali compresa. Il testo dice che non possono essere vietati animali domestici, ma a farne le spese e a non rientrare nella categoria a sorpresa conigli, pesci tropicali e porcellini d’India. Proteste di alcune associazioni animalistiche.
Cosimo Nuzzo
I primi ad essere soddisfatti del nuovo regolamento condominiale appena approvato dal Parlamento saranno sicuramente tutti i padroni degli animali domestici più comuni, con 7 milioni di cani e 7,4 milioni di gatti che vivono con 6 milioni di famiglie italiane (dati Assalzoo 2011).
Ma c’è anche chi protesta e chiede al Senato di correggere la norma come i veterinari della Sivae, la società italiana per animali esotici federata o come l’Anmvi, l’associazione nazionale dei medici veterinari, che definiscono l’articolo di legge “un’assurdità”.
La riforma del condominio appena approvata dalla Camera quasi all’unanimità (332 sì, un no e tre astenuti), il ddl 4041, punta ad aggiornare di 70 anni le norme sui condomini rimaste inalterate nel codice civile dal ’42 ad ora, affronta vari aspetti della vita nei condomini, in cui vivono ormai metà delle famiglie italiane, dagli spazi comuni alle barriere architettoniche, passando appunto per la detenzione di animali. L’articolo 16, con un testo introdotto da un emendamento del Pdl, dice: “Le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”.
Purtroppo però è stata fatta anche una distinzione tra gli animali che possono “risiedere” in casa, ed altri invece no. Fatto un discorso a parte per gli “intoccabili”cani e gatti, ad essere ritenuti “domestici”sono asini, maiali, oche, ciuchi e capre, mentre non fanno parte a questa categoria conigli, criceti, cocorite, porcellini d’India e pesci tropicali.
A scatenare le proteste delle varie associazioni sopracitate è proprio il concetto di “domestico”, che definiscono come una “terminologia impropria e ridicola che rende vietabile il criceto ed ammissibile la capra”.
«La definizione “domestico” – spiegano – non riguarda affatto la adattabilità alla vita in appartamento ma si riferisce invece a quelle specie su cui l’uomo da secoli esercita una selezione artificiale tale da renderle diverse dall’ancestrale selvatico. In questo senso sono sì ‘domestici’ il cane ed il gatto, ma lo sono anche l’asino e la capra che senz’altro appaiono poco raccomandabili come pet da appartamento. Viceversa un criceto si è appena incamminato sulla strada della domesticazione e rimane, colore del mantello a parte, virtualmente identico ai suoi ancestrali selvatici».
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CORRIERE DELLE ALPI
6 OTTOBRE 2012
Asino con anemia infettiva una stalla sotto sequestro
BELLUNO - Sequestrato un allevamento di cavalli e asini a Pian Longhi in Nevegal per anemia infettiva equina. Il 19 settembre scorso il servizio veterinario dell’Usl n. 1 ha riscontrato la presenza di un focolaio di anemia infettiva equina tra gli animali di una azienda agricola in Nevegal. L’allarme è stato lanciato quando un asino dell’allevamento ma di proprietà di una bellunese è stato trovato positivo alla malattia. A quel punto il servizio veterinario ha disposto il sequestro degli 8 cavalli e due asini presenti nell’azienda e l’isolamento degli equidi con sintomi sospetti e con esito positivo agli esami di laboratorio. Vietata anche l’introduzione qualsiasi equino proveniente da allevamenti indenni nelle strutture adibite all’isolamento degli ani mali infetti, mentre è permessa la movimentazione degli animali sieropositivi esclusivamente per motivi legati alla loro salute oppure per essere destinati alla macellazione. Le scuderie, infine, dovranno essere sottoposte a ripetute disinfezioni e distruzione degli insetti emotofagi. Nel frattempo, dopo la notizia dell’infezione, la proprietaria dell’asino colpito dall’anemia e ad oggi l’unico risultato positivo nell’azienda agricola, ha deciso di macellarlo. Ora l’intero allevamento dovrà rimanere sotto sequestro per 40 giorni, al termine dei quali se nessuno degli animali presenterà i sintomi e risulterà come oggi negativo, potrà uscire dal recinto e quindi spostarsi nel territorio. «L’anemia infettiva equina», spiega Gian Luigi Zanola, direttore del servizio veterinario dell’Usl n. 1, «è una malattia che si trasmette solo tra equini e non è contagiosa per l’ uomo. Ogni due anni gli equini vengono sottoposti a controlli di laboratorio. Da noi questa malattia è abbastanza rara visto che non ci sono allevamenti diffusi di cavalli o asini, cosa che invece si riscontra più facilmente in centro Italia», prosegue Zanola. Ed è proprio durante i controlli routinari, che uno dei due asini presenti nella azienda agricola è risultato positivo. «In via preventiva abbiamo messo in quarantena gli altri animali, e finchè non ci sarà la negatività non potranno uscire da là. L’asino infetto, se non fosse stato macellato, avrebbe dovuto rimanere, infatti, isolato per il resto della sua vita dal resto degli altri equidi». Ma in questi giorni è ripartito l’allarme anche per l’influenza aviaria dopo che in Veneto si sono riscontrati casi di positività. Di questi due casi, uno è accaduto in provincia di Treviso. Per questo la Regione ha emanato un decreto con cui vieta, finché l’emergenza non passerà, di portare galline, polli e tacchini nei mercati e nei luoghi pubblici.
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LA VOCE DEL NORD D’EST
6 OTTOBRE 2012
Verifiche fiscali
Belluno, 14 Boa e un pitone a custodire la contabilità (VIDEO)
Belluno - Succede in un'azienda bellunese, segnalata dopo il controllo delle Fiamme gialle. I rettili, dei quali 12 non regolarmente detenuti, erano in teche di vetro tra la documentazione contabile
Le verifiche fiscali e la sorpresa - Presso un’azienda della Valbelluna operante nel settore della lavorazione dei metalli, mentre stavano ricercando documentazione contabile nel corso di un controllo fiscale, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Belluno si sono imbattuti in una distesa di teche contenenti serpenti.In un locale adibito ad archivio e magazzino, vicino agli scaffali della documentazione fiscale dell’azienda, i militari hanno trovato numerose teche in vetro contenenti splendidi esemplari di boa constrictor imperator, alcuni dei quali di circa tre metri, ed un pitone reale. I rettili in azienda - Ben 12 dei rettili scoperti, pur apparendo in buono stato di mantenimento, non sono risultati regolarmente denunciati al competente Servizio di Certificazione CITES del Corpo Fo restale dello Stato, essendo nati in cattività da altri esemplari regolarmente detenuti, come previsto dall’art. 8 bis della legge 150/92, norma che ha consentito in Italia l’applicazione della convenzione di Washington del 1973 sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione (CITES). Agli accertamenti delle Fiamme Gialle ha collaborato personale del Corpo Forestale dello Stato di Belluno, intervenuto sul posto su richiesta dei finanzieri, con l’ausilio di un erpetologo. Per le violazioni constatate, all’imprenditore sarà comminata una sanzione amministrativa da 300 a 1200 euro.Dopo aver acquisito voluminosa documentazione contabile ed extracontabile, la Guardia di Finanza, ovviamente, continuerà la verifica fiscale nei confronti dell’azienda bellunese.
VIDEO
http://www.lavocedelnordest.it/articoli/2012/10/06/6845/belluno-14-boa-e-un-pitone-a-custodire-la-contabilita-video
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ROMAGNA NOI
6 OTTOBRE 2012
Fa sesso con il cavallo dei vicini. Arrestato.
FLORIDA - Una cosa è certa, Patrick Linn, 44 anni, i cavalli li ama. Ma li ama troppo. L’uomo residente a Tallahassee, in Florida, si è infatti introdotto nella stalla dei vicini di casa e ha fatto sesso con il loro cavallo Sunny. Era la seconda volta che abusava del cavallo così è stato arrestato. A denunciarlo è stato il proprietario Allen McDearmid, che quando l’ha saputo stentava a crederci: “E’ difficile crederlo. Ma in realtà un po’ me lo aspettavo, perché penso che la sua sia una specie di malattia”, ha detto. L’uomo ha capito che qualcosa di strano era accaduto al suo cavallo quando sua moglie ha notato sul pavimento della stalla un lubrificante. Fatta quella scoperta McDearmid ha fatto controllare il cavallo alla moglie e poi è andato a controllare i video installati per la sicurezza. Dopo di che non ci sono stati più dubbi: Sunny era stato pulito fin troppo e quel giorno né McDearmid né la moglie lo avevano fatto, e già questo era strano, poi le immagini del video della telecamera di sorveglianza erano esplicite. Era la seconda volta che Linn abusava di Sunny, così per lui sono scattate le manette.
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AGI
6 OTTOBRE 2012
Arriva raffreddore al cane, e' il 'padrone' che lo passa a Fido
Corvallis (Usa) - L'insorgere della stagione delle influenze genera preoccupazione sul potenziale aumento di trasmissione delle patologie dall'uomo all'animale. Con l'avanzare dell'autunno le persone, secondo un nuovo studio, non si rendono conto del pericolo di poter passare i malanni stagionali come il raffreddore a cani, gatti e furetti. Le possibilita' di ammalarsi a causa del proprio padrone e' un rischio notevole per gli animali domestici. Un fenomeno chiamato zoonosi inversa che e' stato spiegato, in relazione agli attuali pericoli, da una ricerca statunitense. Il pericolo e' preso ancora poco in considerazione secondo lo studio promosso dalle Universita' dell'Oregon e dell'Iowa che ha evidenziato come tra veterinari e padroni la consapevolezza delle alte possibilita' di trasmissione ai 'pet' degli stati influenzali sia bassa. I ricercatori stanno studiando i livelli di trasmissione del raffreddore dalle persone alle popolazioni di gatti e cani. Il primo caso registrato del passaggio uomo-gatto del raffreddore da virus H1N1 e' stato rilevato in Oregon nel 2009. Da allora nell'area sono stati identificati altri dodici casi con un'infezione pandemica avvenuta nel 2011 che e' stata provocata dall'uomo.Lo studio e' stato descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Veterinary Pathology.
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GAZZETTA DEL SUD
7 OTTOBRE 2012
Cane raffreddato?
Contagiato dal padrone
L'insorgere della stagione delle influenze genera preoccupazione sul potenziale aumento di trasmissione delle patologie dall'uomo all'animale. Con l'avanzare dell'autunno le persone, secondo un nuovo studio, non si rendono conto del pericolo di poter passare i malanni stagionali come il raffreddore a cani, gatti e furetti.
L'insorgere della stagione delle influenze genera preoccupazione sul potenziale aumento di trasmissione delle patologie dall'uomo all'animale. Con l'avanzare dell'autunno le persone, secondo un nuovo studio, non si rendono conto del pericolo di poter passare i malanni stagionali come il raffreddore a cani, gatti e furetti. Le possibilita' di ammalarsi a causa del proprio padrone e' un rischio notevole per gli animali domestici.
Un fenomeno chiamato zoonosi inversa che e' stato spiegato, in relazione agli attuali pericoli, da una ricerca statunitense. Il pericolo e' preso ancora poco in considerazione secondo lo studio promosso dalle Universita' dell'Oregon e dell'Iowa che ha evidenziato come tra veterinari e padroni la consapevolezza delle alte possibilita' di trasmissione ai 'pet' degli stati influenzali sia bassa. I ricercatori stanno studiando i livelli di trasmissione del raffreddore dalle persone alle popolazioni di gatti e cani. Il primo caso registrato del passaggio uomo-gatto del raffreddore da virus H1N1 e' stato rilevato in Oregon nel 2009. Da allora nell'area sono stati identificati altri dodici casi con un'infezione pandemica avvenuta nel 2011 che e' stata provocata dall'uomo.
Lo studio e' stato descritto in un articol o pubblicato sulla rivista Veterinary Pathology. |
GAZZETTA DI MODENA
7 OTTOBRE 2012
Cane disperato nell’auto: non fu maltrattamento
Modena - L’apparenza inganna. E infatti quella che sembrava una scena di crudeltà alla fine è risultato che non lo era. Così è stata assolta una donna straniera residente a Modena che nel 2010 era stata denunciata per maltrattamento di animali. Come si è ricostruito l’altro giorno in udienza presso il giudice monocratico, la donna non aveva maltrattato il suo cane lasciandolo dentro l’auto parcheggiata davanti al centro commerciale Grandemilia in un pomeriggio del 2010. Il cane guaiva forte e aveva attirato l’attenzione di un passante che aveva avvisato le forze dell’ordine. La donna era stata identificata a poi denunciata e rinviata a giudizio. Ma i testimoni hanno chiarito che il cane aveva gravi disturbi precedenti alla sua adozione. Come ha spiegato una volontaria della Lav che aveva seguito la pratica, quel cane era stato maltrattato da piccolo da un precedente padrone e soffriva di forti sindromi da abbandono. Di qui i guaiti disperati.
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OGGI NOTIZIE
7 OTTOBRE 2012
Scoperto gruppo che organizza orge di sesso con animali
Sarebbe stato scoperto grazie ad una "pentita" un gruppo composto da una ventina di coppie ed alcuni singoli proprietari di cani dediti alle orge del sesso con animali sono stati individuati dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente.
La donna avrebbe inviato al servizio segnalazione reati di AIDAA una serie di email da cui si evince come l'organizzazione di orge con animali, in particolare cani e cavalli, operi attraverso un circuito di inviti privati via e-mail, senza avere contatti nè con i siti nè con gli altri forum scoperti e denunciati nelle scorse settimane da AIDAA. Nelle mail arrivate da AIDAA sono indicati tutti gli indirizzi di posta elettronica dei componenti della stessa compagnia che organizza in "location riservate in zona tranquilla in Lombardia" orge di sesso con animali presumibilmente a pagamento. Ora i responsabili dell'associazione, prima di presentare la denuncia, stanno verificando le identità dei componenti del gruppo, tutti residenti nelle provincie di Milano, Como, Sondrio, Novara e Varese e nel canton ticino, sia attraverso i profili facebook, sia attraverso altri socialnetwork. "Secondo quanto siamo riusciti a capire, ci sono alcuni capi gruppo che mettono a disposizione le loro case di campagna situate nelle provincie del nord della Lombardia in particolare tra Como, Lecco e Sondrio e nella zona di Lugano nel canton Ticino per organizzare incontri di sesso con animali ed orge - spiega Lorenzo Croce, presidente di AIDAA - questo gruppo, che appare abbastanza chiuso, è però sempre alla ricerca di proprietari di cani da inserire o per affittare i medesimi animali e i cavalli per le loro porcherie". AIDAA ha avviato anche una petizione per chiedere che in Italia la zoorastia sia un reato punibile con il carcere e con una multa di almeno 50.000 euro, dopo che a Giugno ha inoltrato alla comunità Europea per chiedere che sia bandito il sesso con animali da tutti i paesi dell'Unione Europea. Per firmare la petizione basta cliccare qui: http://firmiamo.it/zoorastia-sia-reato |
IL GIORNALE
7 OTTOBRE 2012
Sindaci anti-animali Cittadini in rivolta
Animalisti alla riscossa contro i sindaci anti-cani e gli assurdi divieti d'accesso agli animali domestici ancora imposti da alcune amministrazioni comunali. Nasce la rivolta nazionale, annunciata dall'on. Michela Vittoria Brambilla, con il riuscito evento «Quattro passi nel centro di Lodi», per dire «no» al divieto di condurre cani nei parchi pubblici e per rilanciare il tema dell'accesso libero delle persone con animali al seguito in tutte le città. Guidati dall'on. Michela Vittoria Brambilla - che già da ministro del Turismo aveva firmato con l'Anci un accordo per favorire l'accesso dei cittadini accompagnati da animali d'affezione a tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico, compresi gli uffici e i mezzi di trasporto pubblico - ieri mattina, un incredibili numero di cittadini di Lodi hanno sfilato battaglieri con i propri animali al seguito lungo le vie della città, attraverso zone proclamate off limits per i quattrozampe dal regolamento di polizia urbana del Comune lombardo, insieme con Lav e Amici Animali. Una moltitudine di persone di ogni età e ceto sociale che ha violato la «zona rossa», rendendo la rappresentazione plastica di una rivolta culturale e sociale. «Dovunque i cittadini – spiega l'on. Brambilla - subiscano ingiustificate limitazioni della loro libertà di muoversi, nel rispetto delle norme e delle regole della buona educazione, con il proprio animale domestico al seguito, deve essere messa in campo una tenace forma di protesta civile. È ora di farsi sentire, di pretendere il rispetto della legge che non prevede zone off limits per i cani se non in limitatissimi casi, di chiedere al proprio sindaco - se necessario - di adeguare i regolamenti comunali o di adottare le ordinanze-tipo predisposte a suo tempo dal ministero del Turismo e dall'Anci». «Milioni di italiani - continua l'on. Brambilla - convivono con gli animali domestici e hanno tutto il diritto di volerli accanto a sè in ogni momento della vita quotidiana. Un diritto che non può certo essere violato da un regolamento comunale e da un sindaco».
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IL TIRRENO
7 OTTOBRE 2012
Soccorsa una cerva investita da un’auto
PRATO - Grande mobilitazione ieri mattina in via di Cantagallo a Schignano per l’investimento da parte di un automobilista (rimasto leggermente ferito) di una cerva che attraversava la strada. Vigili del fuoco, guardie ambientali volontarie, una squadra Saf (Speleo alpinistico fluviali) sono stati impegnati per circa un’ora nell’operazione di soccorso della cerva, probabilmente gravida, finita in una buca per la raccolta delle acque di scolo lungo la via di Cantagallo. L’allarme alla centrale dei vigili del fuoco è arrivato intorno alle 9 da parte degli agenti della Gav. Sul posto arrivava una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Montemurlo ed una squadra . con operatori Saf (Speleo alpinistico fluviali) dalla sede centrale di via Paronese. L'animale, adagiato supino sul fondo della buca e con il lungo collo girato sul fianco, veniva imbracato per le zampe e recuperato utilizzando due pezzi della scala italiana in dotazione ai vigili del fuoco per creare un punto di ancoraggio in alto e del materiale di derivazione alpinistica per le manovre del caso. Tutte le operazioni sono state seguite dal comandante della polizia provinciale e dal veterinario che, una volta visitato l'animale fuori dall'angusta buca, lo riteneva in buone condizioni e decideva di lasciarlo libero. La cerva, appena le veniva tolto il lenzuolo che le copriva gli occhi, si alzava in piedi e con pochi balzi si addentrava nella boscaglia.
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LA NUOVA SARDEGNA
7 OTTOBRE 2012
Abigeatari di nuovo in azione rubati due vitelli e due vacche
SILANUS (NU) Due vacche e due vitelli: è questo il bottino che i malviventi hanno sottratto la scorsa notte da un’ azienda di allevamento di proprietà di un pensionato del paese. Gli animali si trovavano al libero pascolo nella località “Santa Maria”, ai lati della strada statale che collega Nuoro con Macomer, quando sono finiti nel mirino degli abigeatari. I ladri hanno agito durante la notte. Dopo essersi introdotti nel tancato hanno radunato i bovini e, dopo averli fatti salire su un camioncino, si sono dileguati facendo perdere le tracce. Sul posto hanno lasciato solo un vitellino nato pochi giorni fa. La scoperta del furto è stata fatta dallo stesso proprietario quando si è recato nell'azienda per accudire il bestiame. All’allevatore non è rimasto altro da fare se non sporgere denuncia nella stazione dei carabinieri del paese. I militari, guidati dal maresciallo Carlo Castellucci, hanno avviato le indagini per recuperare la refurtiva e identificare gli autori del colpo. Operazione che non si presenta semplice, anche perchè nessuno si sarebbe accorto di nulla, nè avrebbe visto movimenti sospetti in prossimità dell'azienda presa di mira.
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LA SICILIA
7 OTTOBRE 2012
Lentini. area del lago biviere
Cacciatori senza scrupoli colpiscono animali protetti
Lentini (SR). Battute di caccia sotto i peggiori auspici soprattutto perché a farne le spese sono gli animali appartenenti alla specie protetta, ospiti del lago Biviere di Lentini.
C'è infatti il corollario di tutto quello che non dovrebbe accadere in un'attività che si vuole presentare come rispettosa e regolata. Il bilancio degli ultimi giorni è davvero triste: una cicogna pronta per fecondare che ha già subito un amputazione dell'ala e un esemplare di «Falco peregrinus calidus» a cui è stata salvata un'ala ferita. Entrambi sono stati recuperati da Alfio De Luca, lentinese appartenente al consiglio direttivo e responsabile delle sezioni di Lentini - Carlentini - Francofonte e Agnone Bagni per il recupero delle tartarughe marine. De Luca ha provveduto al trasporto degli animali feriti presso il Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Belpasso in località Valcorrente, diretto dal Dott. Luigi Lino. Da tempo De Luca, insieme agli esperti del centro e gli altri membri del direttivo, stanno osservando e controllando ben diciotto nidi di cicogne fra il San Leonardo e il Biviere, due importanti zone umide, temendo che gli splendidi esemplari possano essere abbattuti a colpi di fucile. «Il nostro obiettivo - spiega - è quello di recuperare e provvedere al ricovero, alla cura e riabilitazione degli animali in difficoltà, per poi rilasciarli liberi come natura vuole. Il trampoliere recuperato, riportava ferite ad una zampa, purtroppo in seguito amputata. Così come il magnifico esemplare di falco ferito a un'ala, per fortuna salvata. Il centro di recupero della fauna selvatica, ha l'interesse alla salvaguardia di animali a rischio di estinzione, ma anche dell'acquisizione di maggiori informazioni sulla biologia degli animali ospedalizzati. In pochissimi giorni il bilancio è di due animali rivenuti feriti, ma la guardia è sempre alta per scongiurare l'estinzione di queste specie protette». Purtroppo ancora oggi le battute di caccia rimangono un fenomeno da non sottovalutare. Funzionari, direttivo soci e membri del centro, sono comunque impegnati ad ampio raggio per vigilare la zona del lago Biviere di Lentini, ritenuta l'habitat ideale per una moltitudine di piante, uccelli e pesci, tanto da essere considerata una preziosa oasi naturalistica. L'auspico è che si capisca l'importanza della sua salvaguardia. |
IL TEMPO
7 OTTOBRE 2012
Fermati coi fucili in mano Denunciati due bracconieri
ISERNIA Ignorando quanto previsto dal calendario venatorio, hanno raggiunto i monti dell'Alto Molise per praticare il loro sport preferito, la caccia.
Hanno però scelto un giorno vietato e per questo due cacciatori, di 53 e 44 anni, sono stati denunciati dai carabinieri di una stazione dipendente dalla Compagnia di Agnone. I militari stavano perlustrando il territorio nel corso di un normale controllo, quando hanno notato i due uomini che, fucili alla mano, erano alla ricerca di animali selvatici. Li hanno fermati e, certo, i cacciatori non hanno potuto negare l'evidenza, visto che erano armati di tutto punto. I carabinieri hanno fatto notare loro che quella era una giornata di silenzio venatorio. Di conseguenza i militari, oltre alla segnalazione, hanno proceduto al sequestro di fucili e munizioni, per inosservanza penalmente rilevante alla speciale normativa di protezione della fauna selvatica. Intanto qualche settimana fa, il Tar ha vietato la caccia alla lepre in tutta la regione, dopo aver accolto il ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste. E' stata infatti parzialmente annullata la delibera di giunta regionale con la quale si approvava il calendario venatorio 2012-2013.
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L’ARENA
7 OTTOBRE 2012
Monta la rabbia dei cacciatori Salvelli: «È un'imboscata»
STOP ALLE DOPPIETTE. Dopo il decreto del Tar del Veneto che ha annullato buona parte del calendario venatorio
Regione e associazioni puntano sulla revoca della sospensiva nel giro di pochi giorni Moranduzzo: «La politica non ci rappresenta più» Piero Taddei
Va giù duro il presidente provinciale della Federcaccia, Alessandro Salvelli, nel definire la sospensione da parte del Tar del Veneto di buona parte del calendario venatorio, in attesa che i giudici amministrativi valutino in Camera di consiglio, il 30 ottobre, il ricorso presentato da Enpa, Lav, Wwf, Lipu, Lac e Legambiente a tutela della selvaggina migrante. «Questa è un'imboscata», sentenzia. Sino ad eventuale nuovo ordine le doppiette non potranno sparare a 19 specie di uccelli, in aree Rete natura, a caprioli, cervi e camosci con munizioni di piombo. «Siamo allibiti di fronte a un provvedimento calato proprio quando la caccia è aperta a specie già presenti sul territorio», continua indignato il presidente di Federcaccia, associazione che da sola raggruppa 4 mila dei 9mila cacciatori veronesi. «Auspico che lunedì (domani per chi legge) la Regione sappia rovesciare la situazione presentando al Tar un'istanza volta a revocare la sospensiva, e così venga restituito ai cacciatori ciò per cui hanno pagato contando su un ben definito patrimonio faunistico cacciabile. Abbiamo mobilitato i nostri legali e sono in costante contatto con l'assessore regionale alla Caccia, Daniele Stival, per contrastare questo attacco che viene dal mondo ambientalista e da certi esponenti politici Ue». Regione e associazioni venatorie scommettono insomma sulla sospensione della sospensiva nel giro di pochi giorni, e auspicano che i giudici del Tar diano loro ragione il 30 ottobre. «E' capitata la stessa cosa a settembre, nel periodo di preapertura della caccia e addestramento cani. Gli ambientalisti hanno fatto ricorso, ma il Tar l'ha rigettato nel giro di pochi giorni per motivazioni insussistenti come le attuali», s piega Nicola Vuerich, presidente di Libera caccia. «Certo è che, a fronte della strategia di stufarci a suon di ricorsi, sarebbe ora che noi cacciatori chiedessimo i danni ai protezionisti, che fanno di tutto per seminare il parapiglia nella nostra categoria». Durissimo Massimo Moranduzzo, presidente dell'Associazione cacciatori veneti e vicepresidente nell'Ambito territoriale di caccia 4 Adige: «Vado a caccia da 41 anni ma non è mai successa una cosa del genere. Solo per poter imbracciare la doppietta si pagano circa 500 euro, tra tasse e assicurazione. C'è poi chi cura i richiami per un anno intero affinché cantino al momento dei passi, in particolare delle allodole, la specie più importante, che nelle nostre zone raggiunge il massimo proprio ad ottobre. Ma sul più bello la sospensiva manda tutto all'aria con una tempistica, voluta dal mondo animalista, che lascia esterrefatti». Moranduzzo è critico con la Regione: «La politica non è più capace di rappresentarci adeguatamente se vara un calendario venatorio che non porta a casa risultati, perché vinto da chi tira in ballo i cavilli che ci proibiscono di cacciare persino la starna, specie liberata. Ne abbiamo rese libere 1.540 una settimana fa, quindi impedirci di abbatterle è ridicolo». Pure il vicepresidente dell'Anuu Fulvio Bari spara contro gli autori del ricorso: «Comincino a pagarsi le spese per ricorrere al Tar, anziché promuovere azioni legali attingendo dai soldi dei contribuenti. Troppo facile intentare cause gratis, che poi vanno come la neve al sole. Già l'anno scorso ci furono restrizioni all'allodola: da 425 capi abbattibili nell'arco stagionale passammo a 100. Se gli ambientalisti vogliono il muro contro muro noi non ci tireremo indietro. Ma andando avanti così, col Tar che va a braccetto con gli ambientalisti, si rischia di far crescere un'unica associazione, quella dei bracconieri, con i quali non vogliamo avere nulla a che fare».
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GEA PRESS
7 OTTOBRE 2012
Veneto – domani caccia in deroga ed esposto alla Corte dei Conti
L'On.le Andrea Zanoni: per le multe dell'Europa il conto a Zaia e per chi vota si.
Domani, lunedì 8 ottobre, la IV Commissione consigliare della Regione Veneto esaminerà la delibera di caccia in deroga a specie di uccelli come la peppola e le pispola. Ricevuto il parere della Commissione consiliare competente tornerà, poi, in Giunta regionale per la definitiva approvazione.
“Ecco che la Giunta Zaia ci riprova nonostante tutti gli avvisi e le lettere ricevute dall’Europa – attacca Zanoni, Eurodeputato IdV – Ho già pronto l’esporto alla Corte dei Conti con i nomi degli assessori che hanno presentato la delibera sulle deroghe per far pagare a loro le sanzioni che arriveranno da Bruxelles. Adesso mancano solo i nomi dei consiglieri che domani voteranno a favore di questo regalo illegittimo alla lobby dei cacciatori”.
Il progetto di delibera sulle cacce in deroga 2012-2013 presentato dalla Regione Veneto è stato giudicato in contrasto con le direttive europee da parte della Direzione Ambiente della Commissione europea. Per questo se il Veneto proseguirà sulla strada della caccia in deroga, l’Italia finirà di nuovo di fronte alla Corte di Giustizia europea che sicuramente emetterà delle pesantissime sanzioni pecuniare, come scritto dal Commissario Ue Janez Potočnik al Ministro Corrado Clini a maggio scorso.
“Il progetto di deroga per la stagione venatoria 2012-2013 predisposto dalla Regione Veneto presenta gli stessi vizi già dichiarati dalla Corte nella sentenza dell’11 novembre 2010 e nuovamente censurati dalla Commissione europea nella lettera di costituzione in mora inviata alla Repubblica italiana il 25 novembre 2011“, così si legge nella lettera inviata il 5 luglio 2012 dalla Direzione generale Ambiente della Commissione Europea alla Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Unione europea.
A questo proposito l’eurodeputato Zanoni ricorda di aver incontrato personalmente il 14 settembre il Procuratore capo della Corte dei Conti di Venezia, Dott. Carmine Scarano, per valutare la possibilità di far pagare personalmente ai responsabili regionali le eventuali sanzioni europee sulla caccia in deroga.
“La legge italiana, la n. 11 del 2005, prevede la rivalsa dello Stato nei confronti di quelle regioni che violando una legge comunitaria causano un danno economico, in questo caso le sanzioni europee – spiega l’Eurodeputato – Calcolatrice alla mano, e considerato che la multa è stata quantificata dal settimanale l’Espresso in oltre un miliardo di euro e sottraendo la fetta che spetterebbe alla Lombardia sempre per le deroghe, ogni Assessore veneto che vota a favore della caccia in deroga potrebbe ricevere un conticino da pagare di 38,5 milioni di euro, cifra che andrebbe rivista a seconda di quanti consiglieri domani avranno la faccia tosta di votare Si a questa delibera illegittima e più volte bocciata dall’Ue”.
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CORRIERE DELLE ALPI
7 OTTOBRE 2012
Caccia, in 17 riserve le doppiette appese al chiodo
BELLUNO. E parlando di doppiette e ungulati la mente va direttamente ai molti incidenti che ogni anno si verificano in provincia di Belluno a causa proprio dell’attraversamento di questi animali. Dagli Stati Uniti sta arrivando un apparecchio ad ultrasuoni da montare sulle automobili per evitare gli scontri con cervi e caprioli. Lo ha annunciato l’europarlamentare dell’Idv, Andrea Zanoni che invita la Provincia ad intraprendere una campagna per far conoscere questo sistema di prevenzione.
BELLUNO «È tutta colpa dell’arroganza e della pretesa di gestire la materia senza tenere conto delle normative europee e delle numerose obiezioni. L’assessore Stival e la giunta Zaia hanno voluto proseguire imperterriti sulla loro strada, attuando norme, come le preaperture, sulle quali già in passato vi erano stati contenziosi. Col risultato che ora il mondo venatorio veneto si ritrova nel marasma totale: da questo punto di vista esprimo la mia solidarietà ai cacciatori veneti, vittime di questi amministratori incapaci». Il giudizio severo è del consigliere regionale del Pd, Sergio Reolon, in merito alla sospensiva del Tar Veneto. «Un esito prevedibile, visto che la giunta ha emanato il calendario venatorio senza tener conto di alcuna delle decine di obie zioni sollevate dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) al calendario venatorio veneto, senza presentare documentazioni sul censimento e sui piani di gestione di alcune specie e delle zone Sic e Zps. Non hanno neppure eseguito le valutazioni di incidenza ambientale pur a fronte delle osservazioni negative, sempre da parte dell’Ispra. A questo punto», conclude Reolon, «si impone un chiarimento interno sulla gestione del settore ed una presa di responsabilità diretta da parte del presidente Zaia». di Paola Dall’Anese
BELLUNO Tutti a casa. I cacciatori di 17 riserve (su 67) hanno lasciato il fucile appeso al chiodo. Gli effetti della sospensiva del Tar Veneto, dopo i ricorsi di alcune associazioni ambientaliste, si fanno sentire. E intanto protestano anche alcuni agricoltori, che vedono nell’attività venatoria un modo per tenere lontano dai loro campi cervi e caprioli. Pochissimi, ieri, gli appassionati nei boschi: tutti muniti di cartucce atossiche e solo per la caccia alla lepre. A soffrire di più per le limitazioni imposte alla stagione venatoria fino alla fine di ottobre, sono soprattutto le aree alte della provincia. «L’intero Comelico è rimasto praticamente a casa», precisa Leandro Grones, coordinatore provinciale delle riserve, «visto che è quasi interamente zona protetta con aree Sic e Zps. C’è poi tutta l’asta del Piave e la zona intorno alle Marmarole, ma anche lo Zoldano è fortemente penalizzato. A queste aree si aggiunge anche la parte bassa della provincia: il Feltrino con Seren del Grappa e Lamon; l’Alpago con Tambre; l’Agordino con Taibon e Canale. Stop forzato anche ad Auronzo, dove il 60% del territorio è area protetta e poi Domegge. Insomma, i risvolti sono pesanti. Speriamo che la situazione si risolva al più presto». Ma la protesta coinvolge anche gli agricoltori. A dare voce alla categoria è il presidente della Latteria di Livinallongo, Cristian Grones. «Rappresento 19 allevatori alle prese con cervi e caprioli, Gli ungulati invadono i nostri campi per mangiare e mettono a serio rischio il foraggio per il bestiame. La stagione venatoria e la caccia, , oggi limitata a chi possiede munizioni atossiche (quindi di fatto bloccata), rappresentano per noi la possibilità di veder ridotta l’invasione nei nostri territori da parte di questi animali. Se tutto dovesse fermarsi, il rischio che gli ungulati si avvicinino sempre di più alle case è alto». Per Grones «la caccia di selezione che viene praticata quassù in montagna, a differenza della pianura, è indispensabile e rappresenta un modo per riequilibrare il ciclo vitale. Senza cacciatori, questo equilibrio non ci sarà più». Il timore degli allevatori è quello di «dover comportarsi come i nostri colleghi in Cansiglio, costretti a recintare tutto per salvarsi dall’aumento esponenziale degli ungulati. Ma qui in alta montagna non è possibile fare la stessa cosa». Se la prende con questa sospensiva del Tar anche Paolo De Gasper, allevatore e consigliere comunale: «Da noi la caccia funziona per il 98%, non si capisce tutta questa confusione: da noi la stagione venatoria è importante».
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FERRARA 24 ORE
7 OTTOBRE 2012
Fermati con 50 chili di carne non regolare in auto
Ferrara – Scoperta ai limiti dello splatter quella fatta l'altra notte dai militari del NORM dei Carabinieri di Ferrara. Nel corso di un servizio di perlustrazione in città, durante un controllo alla circolazione stradale, hanno fermato un’Alfa 166 con a bordo due persone: B.D., italiano del 1951 ed K.D., cittadino rumeno del 1989. Quando l'auto su cui i due viaggiavano si è fermata, nell'abbassare il finestrino per fornire i documenti, i militari hanno percepito un odore forte e sgradevole provenire dall’abitacolo e, insospettiti, si sono fatti aprire il baule. All’interno del portabagagli vi erano stipati numerosi sacchetti di plastica trasparente contenenti carne di vario tipo. I due hanno affermato si trattasse di carne da vendere a non meglio identificate persone africane per la consumazione ma, oltre a non sapere specificare chi fossero gli acquirenti, non erano in grado di riferire neppure dove le avessero procurate, come e soprattutto perchè le trasportassero in quel modo.
E' stato allora immediatamente contattato il personale veterinario dell’USL con il quale, grazie anche alla collaborazione della Polizia Provinciale di Ferrara, si è provveduto ad un sequestro amministrativo di quanto rinvenuto, portando il tutto presso le celle frigorifere messe a disposizione da quel corpo di polizia in Codigoro. Dai controlli è stato appurato dunque che la “merce” consisteva in otto sacchetti, contenenti carne per un peso complessivo di circa 50 kg. Le carni erano di diverso tipo: 1 volpe adulta non scuoiata e flambata del peso di circa kg. 4,9; presumibile carne rossa di pecora con parte di testa del peso di circa kg. 20; prestomaco di bovino del peso di circa kg. 6,00; agglomerato di capra da identificare del peso di circa kg. 6,5; pezzi di ovino congelato del peso di circa kg. 14. A seguito degli accertamenti effettuati e grazie alla disponibilità del dipartimento di sanità pubblica di Ferrara, in particolare dell’area veterinaria, il sequestro amministrativo cautelativo effettuato inizialmente si è tramutato in sequestro penale con tanto di informativa all’autorità giudiziaria. Gli esiti dell’accertamento che hanno portato a constatarne le circostanze e le particolari condizioni in cui è avvenuto (il fatto che fosse un'auto privata fermata su una strada a più di 50 km di distanza dalla propria abitazione di sera), la tipologia ed il quantitativo notevole della merce, la presumibile macellazione/lavorazione delle carni in strutture non autorizzate, la dichiarata cessione a terze persone di alimenti in stato di cattiva conservazione e non dichiarati commestibili nei modi di legge, il trasporto in condizioni inidonee di temperatura (oltre 20°) e di igiene (ammassati nel baule), porteranno B.D. a rispondere penalmente dell'accaduto, tenuto conto anche che egli aveva già precedenti specifici, anche di carattere amministrativo, in materia.L’istituto zooprofilattico sperimentale condurrà degli accertamenti per accertare la specie e la causa della morte della carcassa di quella che è parsa essere una volpe, di effettuare ricerche di germi patogeni o potenzialmente tali e di eventuali sostanze inibenti nelle carni.
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LA NUOVA SARDEGNA
7 OTTOBRE 2012
L’allarme di Laore per le cornacchie: «Una vera invasione»
di Giovanni Maria Sedda
GAVOI (NU) Troppe cornacchie grigie nelle campagne della Sardegna. Troppe ovunque. Ma soprattutto sulle valli boscose, sui frutteti e sugli orti. In alcuni giorni vicino al lago di Gusana oscurano il sole. Sembrerebbero “convegni” programmati sui boschi della Barbagia e del Mandrolisai. Sono migliaia a guardarle in volo e a sentire il loro gracchiare assordante. I tecnici dell’agenzia Laore Sut della Barbagia, che ha sede a Gavoi e che ha competenze sull’agricoltura e sull’allevamento di un vasto territorio, hanno elaborato uno studio sul sovraffollamento e sulle gravi conseguenze della loro presenza. «Le cornacchie _ spiegano _ non sono rapaci, ma mangiano carogne, frutti, predano pulcini e uova, piccoli conigli e leprotti. Sono gregarie intelligentissime e altamente prolifiche: una femmina adulta depone in un anno 4-6 uova. Quindi una sola coppia in dieci anni dà origine, mediamente, a 50 individui senza considerare i discendenti indiretti. In Sardegna, non essendo presente il gufo reale, non hanno nessun fattore limitante. Esperti ornitologi sostengono che la forte diminuzione nelle campagne sarde di pernici, merli, colombacci stanziali, allodole e altri piccoli uccelli sia da attribuire alla loro ,massiccia presenza. Basta, del resto, fare una passeggiata nei boschi e nelle campagne per accorgersi che gli unici versi che si sentono sono quelli della cornacchia grigia». «Quando la quantità di cibo che offre il territorio non è sufficiente – proseguono i tecnici di Laore – aggrediscono gli agnellini e i maialini appena nati privandoli dei bulbi oculari. Qualche medico veterinario sostiene che il principale vettore della peste suina africana sia la cornacchia grigia che nutrendosi di carcasse di animali infetti e poi visitando le mangiatoie e gli abbeveratoi delle porcilaie, trasporta il virus da un’azienda all’altra e da un areale all’altro». Che fare, allora, per eliminare i danni? «Nella penisola la maggior parte delle province _ è la risposta dei tecnici di Laore _ si sono dotate dei piani di controllo dei corvidi. Partono dall’analisi delle dinamiche di popolazione: si stima il numero dei corvidi presenti, quelli che il territorio può sostenere senza provocare danni all’equilibrio naturale. E gli animali in esubero vengono catturati con gabbie particolari e abbattuti con i sistemi consentiti dalla normativa venatoria esistenti. In Sardegna, senza un intervento coordinato di tutti gli enti territoriali regionali che ponga un limite alla crescita esponenziale di questi razziatori pennuti si rischia una progressiva erosione genetica della fauna e dell’avifauna regionale e un notevole danno alla bio-diversità animale».
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MATTINO DI PADOVA
7 OTTOBRE 2012
Necessario sperimentare sugli animali
La proposta di una associazione animalista, la Lega antivivisezione (Lav), di proibire la sperimentazione sugli animali, oggi obbligatoria prima dell’entrata in commercio di un farmaco, «non ci trova assolutamente d’accordo. Se 52 anni fa fossero state fatte sperimentazioni sugli animali e i risultati fossero stati correttamente pubblicati, ci saremmo risparmiati, in 330 in Italia e circa 20mila persone nel mondo, una vita di sacrifici. E io avrei avuto le mie mani». Lo ha detto Nadia Malavasi, presidente onoraria dell’Associazione Thalidomici Italiani (Tai) in occasione dell’assemblea straordinaria, che si è tenuta ieri a Padova e che è stata convocata per il varo del nuovo statuto dopo le correzioni richieste dalla Regione Veneto. L’assemblea si concentra sulle richieste di perfezionamento della legge del 2006: «ci sono ritardi», lamenta Nadia Malavasi, «nel riconoscimento delle patologie e anche negli indennizzi. Dopo cinquant’anni di oscuramento sui nostri problemi, adesso di rabbia non ne abbiamo; ci siamo adattati e molti di noi vivono una vita di gioie e serenità. Tuttavia, vogliamo veder riconosciuti i nostri diritti». Ai lavori dell’assemblea nazionale dell’associazione Thalidomidici italiani ha partecipato anche il senatore Carlo Giovanardi, che ha espresso vicinanza all’associazione.
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Genova ogginotizie
8 OTTOBRE 2012
Animali avvelenati: strage di piccioni e di gatti a SavonaSavona - Bocconi avvelenati per gatti e piccioni, ancora una volta (nella foto). Per tutta la giornata di ieri, i volontari della Protezione Animali sono stati impegnati a raccogliere, in piazza Saffi e nelle vie Martinengo, Cavour e Fiume, i corpi senza vita di decine di colombi improvvisamente morti per avvelenamento, riuscendo a salvarne soltanto uno. |
GEA PRESS
8 OTTOBRE 2012
Savona – gatti e piccioni nel sacco dell’avvelenatore (poco misterioso)
L'ENPA: Savona città di veleni non solo metaforici.
Savona - Era messo in conto, perché così succede ormai da anni. L’ultimo avvelenamento di animali occorso nella città di Savona, è ricollegato dall’ENPA cittadina alle sbagliate politiche del Comune ed in particolare all’annosa vicenda della’anziana signora che a piazza Saffi sfama i volatili. Avvelenatore forse non tanto misterioso, ma in mancanza di prove così rimarrà.
Decine di colombi senza vita raccolti dai volontari della Protezione Animale oltre che in piazza Saffi anche in via Martinengo, via Cavour e via Fiume. Solo per uno di loro si è riusciti a salvarlo. Avvelenamento che si verifica ormai due volte l’anno.
Un rapporto forse difficile con chi sfama gli animali ma che non può giustificare simili metodi né l’ostinazione da parte del Comune nel non trovare una soluzione adeguata alla presenza dei volatili. Per l’ENPA basterebbe sistemare in luogo appropriato alcune mangiatoie, ma questa opportuna quanto economica possibilità sembra che non si voglia proprio prendere in considerazione.
Grani avvelenati per i piccioni e tanto per completare l’azione animalicida, polpette per i mici della vicina via Garibaldi. Sei gatti morti, tra cui diversi cuccioli.
L’ENPA ha ora chiesto al Comune di provvede alla bonifica delle aree, come prescrive l’apposita Ordinanza del Ministero della Salute. “Ci attendiamo – riferiscono dalla sede ENPA cittadina – una dichiarazione del Sindaco che condanni, almeno gli avvelenatori“. Questo anche alla luce del fatto che Savona, sempre ad avviso dell’ENPA – è una città di veleni non solo metaforici.
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CORRIERE DELLA SERA
8 OTTOBRE 2012
Camoscio ucciso da cacciatori senza permesso
Prov. Di Brescia - I due hanno cercato di occultare il corpo dell'animale, un esemplare di maschio adulto
Un camoscio è stato abbattuto illegalmente la scorsa settimana da un cacciatore e dall'accompagnatore esperto in località “Tremonti” nel Comune di Vione (Comprensorio di caccia C1 di Ponte di Legno). Entrambi hanno cercato di occultare l'animale morto, un esemplare maschio adulto, e hanno omesso di denunciare il capo abbattuto irregolarmente (il Decreto Provinciale prevede l’assegnazione nominale dei capi da abbattere, il cacciatore era abilitato al prelievo di una femmina adulta) senza annotarlo sul tesserino regionale e senza applicare la fascetta inamovibile prevista dal regolamento. Sorpresi in flagranza sono stati sanzionati dagli agenti della polizia provinciale Brescia. Il camoscio è stato sequestrato ed entrambi segnalati all’Ufficio Caccia in quanto iscritti all’albo provinciale dei cacciatori esperti accompagnatori. Oltre alle sanzioni i trasgressori sono tenuti a risarcire il danno faunistico alla Provincia nella misura di euro 2.000, oltre alle sanzioni previste dal regolamento interno del comprensorio a cui è affidata la gestione.
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ATTUALISSIMO
8 OTTOBRE 2012
Zander, il cane che scappa di casa per andare dal padrone in ospedale
Bella storia di un forte legame tra un cane e il suo amato padrone. Un husky di 7 anni ha realizzato una vera e propria impresa scappando di casa e raggiungendo il suo padrone, percorrendo due miglia di distanza nel bel mezzo della notte. Zander, era stato salvato dal randagismo da John Dolan cinque anni fa. Quando Dolan è stato recentemente ricoverato presso il Good Samaritan Medical Center di NewYork, per una seria infezione dermatologica, Zander si è mostrato subito estremamente depresso per la mancanza del padrone cominciando a vagare in giro per la casa.
Ma Zander non ha retto alla mancanza del suo padrone e ha deciso di svignarsela intorno alle 3 del mattino e sorprendentemente ha trovato Dolan al Good Samaritan Hospital di West Islip. Secondo myfoxny.com: “L’amico a quattro zampe probabilmente è andato sotto il Mosè Robert Parkway e ha percorso una trafficata strada a quattro corsie per arrivarci”. Un dipendente dell’ospedale trovato il cane fuori la struttura dove Nolan era ricoverato. L’infermiera ha chiamato il numero sul collare di Zander, che si è rivelato poi essere il numero del telefono cellulare di Dolan, che ha risposto al telefono dal suo letto d’ospedale. La moglie di Dolan è giunta in ospedale in un secondo momento. Come ha fatto il cane fedele a trovare il suo proprietario? A quanto pare Zander ha rintracciato Dolan dal suo odore. Come spiega la CBS.
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GREEN STYLE
8 OTTOBRE 2012
Duffy salva cani e gatti da un incendio
Tutti ricorderanno di certo la cantante Duffy, regina delle classifiche nel 2008 con il brano Mercy. Scomparsa dalle scene per un po’ a causa di un secondo album non campione di vendite, la postar negli ultimi giorni è stata vittima di un incendio presso il suo appartamento milionario in quel di Kensington, nel Regno Unito. Il suo primo pensiero, però, non è stato quello di portare in salvo i tanti beni di valore presenti in casa, bensì di salvare i suoi cani e gatti. 12 milione di sterline di valore, un cinema privato, una piscina interna, gioielli, denaro contante, diversi Grammy e Brit Awards: a questo ammonta il totale dei beni conservati nell’appartamento di Duffy, decisa comunque a cambiare abitazione dato anche il recente stop della sua carriera. Ma quando la scorsa settimana la casa ha preso fuoco per cause ancora sconosciute, la cantante non ha avuto dubbi: ha pensato solo ai suoi amici a quattro zampe. Con il cagnolino e uno dei suoi gatti fra le braccia, la giovane ventottenne ha sfidato fino all’ultimo le fiamme per trovare il suo secondo micio, Felix, scappato a causa dell’incidente. Quando i vigili del fuoco l’hanno praticamente costretta a lasciare l’abitazione, testimoni pare l’abbiano sentita urlare in lacrime «Felix, questa è la tua ultima possibilità, esci!». Fortunatamente il micio aveva già trovato riparo sotto un’automobile in giardino, scosso dal trambusto. Nulla è dato sapere, invece, dei pesci contenuti nell’acquario della star.
Duffy ha venduto 1,6 milioni di copie del suo primo album Rockferry, mentre il secondo Endlessy non ha avuto lo stesso successo. Sembra che la cantante sia in rotta di collisione con alcuni ex manager della sua casa discografica, ma pare sia comunque tornata in sala d’incisione e presto la si potrà vedere in un concerto in quel degli Emirati Arabi.
http://pets.greenstyle.it/duffy-salva-cani-e-gatti-da-un-incendio-5544.html
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FAN PAGE
8 OTTOBRE 2012
Cancellano la luna di miele per curare il cane malato
A Teeto, un American bulldog di cinque anni, è stato diagnosticato un tumore. I padroni hanno preferito rinunciare alla luna di miele e curarlo con i soldi del viaggio, piuttosto che perderlo per sempre.
Una coppia di sposini ha annullato il proprio viaggio di nozze da £ 7500 a Las Vegas in modo da poter pagare un'operazione per il loro cane, ammalato di cancro. Claire e Ceri Morgan hanno rinunciato ad una vacanza di lusso quando hanno scoperto che il loro American bulldog Teeto aveva tale malattia, per la quale necessitava di cure che costano più di £ 7.000. La coppia, proveniente da Morriston, nel Galles del Sud, sono molto affezionati a Teeto, un dolce cane di cinque anni. Ceri ha dichiarato in merito quanto segue: “Non vedevamo l'ora di partire per la nostra luna di miele da sogno, ma Teeto doveva venire prima“.“È un cane speciale, non abbiamo avuto alcuna esitazione. Abbiamo dovuto usare i soldi per il veterinario”. A Teeto è stata amputata la gamba destra: il cane, inoltre, ha subito un ciclo di chemioterapia per combattere il cancro alla sua spalla destra. Claire, 26 anni, ha detto: “Abbiamo detto al veterinario che non ci importava dei soldi, ma che bastava fare tutto il necessario per farlo stare meglio”. Teeto, nel mese di luglio, ha iniziato a zoppicare sulla una gamba e gli è stato diagnosticato un tumore in uno show televisivo.
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GEA PRESS
8 OTTOBRE 2012
Avellino – minaccia a mano armata ai danni delle Guardie del WWF
Indagini dei Carabinieri - il WWF: quel bracconiere componente di una squadra di caccia locale.
“Se vi avvicinate vi sparo“, così ha minacciato il bracconiere individuato dalle Guardie WWF di Avellino e Salerno, nei pressi della diga di Conza (AV). Munito di carabina ha così intimato alle Guardie di non importunarlo prima di dileguarsi tra la vegetazione del posto. Le Guardie del WWF sono però sicure di poterlo identificare e per questo sono già partite le indagini che dovrebbero portare a rintracciare il cacciatore di frodo.
Per lui la contestazione dei reati di minaccia a mano armata, resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di declinare le proprie generalità, omessa custodia di armi e munizionamento e violazione della legge 157/92 in materia di normativa sulla caccia.
“Non è la prima volta – ha dichiarato Fabrizio Lullo, coordinatore provinciale del Nucleo Guardie WWF di Avellino – che persone armate commettono simili reati. Fino ad ora – ha aggiunto il responsabile WWF – siamo sempre riusciti ad individuarli nel giro di pochi giorni“.
Di recente, un’altra operazione simile delle Guardie del WWF aveva portato all’identificazione di otto bracconieri che esercitavano la caccia in area protetta con armi clandestine. Tutti individuati e denunciati all’Autorità Giudiziaria. Riscontri fotografici ed attività prettamente investigativa condotta puntualmente dall’Arma dei Carabinieri.
Per il WWF il bracconiere che ha ora minacciato le Guardie volontarie, molto probabilmente faceva parte di una squadra di caccia composta da residenti nei Comuni limitrofi.
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IL GIORNALE
8 OTTOBRE 2012
Viva il palio dove i cavalli non si fanno male
La Brambilla promuove Lodi
Promuovere il Palio di Lodi, l'unico dove fantini e cavalli non si fanno male. È l'impegno che si è assunta Michela Vittoria Brambilla incontrando ieri nella città lombarda Gigi Bisleri, presidente della Wasken Boys, organizzatrice del Palio, un esempio virtuoso che dovrebbe essere seguito anche da altre realtà. D'altra parte, da ministro del Turismo, Brambilla aveva già premiato la manifestazione con il riconoscimento «Patrimonio d'Italia», destinato alle feste popolari e alle tradizioni che contribuiscono a valorizzare l'immagine del Paese e a generare flussi turistici. Il Palio di Lodi si distingue dagli altri per l'assoluto rispetto degli animali. Infatti, nella «cursa dei cavai», disputata quest'oggi a Lodi, due concorrenti gareggiano spingendo un «finto cavallo» montato dal terzo componente della squadra. Da sempre, il Pali o di Lodi richiama nei luoghi cittadini che lo caratterizzano, il fiume Adda e Piazza della Vittoria, in particolare, un gran numero di persone. È un appuntamento che si lega alle origini e alla cultura della terra lodigiana e alla manifestazione partecipano otto rioni cittadini, Borgo, Colle Eghezzone, Maddalena, Porta Cremona, Revellino Marte, S. Alberto, S. Fereolo, S. Gualtero.
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IL CITTADINO
9 OTTOBRE 2012
La Brambilla voce del Palio
Lodi - La tappa lodigiana dell’onorevole Michela Vittoria Brambilla non è servita solo a sostenere la marcia di protesta dei proprietari di cani. Sabato mattina, la Brambilla ha infatti incontrato anche Gigi Bisleri, che fin dal primo anno è il promotore e l’organizzatore del Palio dei rioni. “Nel palio di Lodi non si azzoppano i cavalli” recita lo slogan che accompagna la “Cursa dei cavai”, dove i cavalli sono di ferro, e a spingerli sono i concorrenti. Proprio per l’attenzione nei riguardi degli animali, l’onorevole, da sempre impegnata su questo tema, ha promosso la manifestazione anche quando è stata ministro del Turismo, riconoscendola come patrimonio d’Italia. Nell’incontro con Bisleri, quindi, la Brambilla ha avuto in dono un libro sulla storia della corsa, e ha ribadito il proprio sostegno all’iniziativa.
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LIBERO
8 OTTOBRE 2012
Parma: Comune vieta uso degli animali per spettacoli pubblici
Parma - Il Comune di Parma vieta, su tutto il territorio comunale, l'utilizzo e l'esposizione di animali, con l'eccezione di quelli domestici o da compagnia, per attivita' di spettacolo e di intrattenimento del pubblico. E' quanto prevede l'ordinanza, urgente e contingentibile firmata dal sindaco del movimento 5 Stelle Federico Pizzarotti, in seguito all'episodio avvenuto nelle scorse settimane a Imola, dove una giraffa, fuggita dal circo, ha seminato il panico in citta', e' stata catturata e subito dopo e' morta.
L'inosservanza dell'ordinanza, avverte il Comune, "comportera' la denuncia del trasgressore all'Autorita' Giudiziaria ai sensi dell'art. 650 del codice penale". L'iniziativa del Comune di Parma, si legge in una nota, e' assunta in seguito al "grave episodio" avvenuto a Imola, e in considerazione del "clima di agitazione che questo fatto ha suscitato nel Comune di Parma", oltre che "ai fini della tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza". Per il momento l'ordinanza ha vigore fino al 31 ottobre.
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LA REPUBBLICA
10 OTTOBRE 2012
"Denunceremo il Comune di Parma" Il Circo Martini va avanti e rilancia
La carovana di camper e tendoni è arrivata a Ravadese, dove venerdì darà inizio ai suoi spettacoli con gli animali. Disobbedendo all'ordinanza del sindaco Pizzarotti. "Abbiamo tutte le carte in regola, scoorretta la decisione del Comune, a Imola la giraffa non l'abbiamo ammazzata noi"
Dice Aldo Martini, titolare del circo "della giraffa morta", che farà causa all'Amministrazione Pizzarotti. "Presenteremo una denuncia alla Procura della Repubblica, per danno economico e di immagine". Non gli basta il ricorso al Tar, con il quale ha chiesto nelle ultime ore una sospensiva urgente dell'ordinanza del sindaco. Il provvedimento di Pizzarotti, emesso lunedì pomeriggio (LEGGI), vieta l'utilizzo e l'esposizione di animali per "attività di spettacolo e intrattenimento pubblico". Cioè dimezza il programma dello spettacolo Martini.E infatti Martini reagisce, prende di petto la faccenda: "Venerdì 12 ottobre, come previsto, inizieremo i nostri spettacoli. Con l'esposizione e l'utilizzo degli animali, certo". Il circo disobbedisce e va avanti. "Siamo assolutamente in regola, rispettiamo tutte le leggi italiane sull'utilizzo degli animali, ma scherziamo?". Martini sostiene d'aver saputo dell'ordinanza soltanto martedì mattina, quando la carovana di tir e camper e container era già arrivata a Parma: a Ravadese, nel prato utilizzato per la festa del Pd. "Il sindaco di Parma non è stato corretto, rischiamo un danno di immagine e gravi ripercussioni economiche". Anche se Martini rende noto d'aver venduto già 2mila biglietti. "Sì ma ogni giorno l'intera carovana mi costa 10mila euro, ho 80 dipendenti da tutelare".I tendoni e la logistica di Martini sono nuovissimi. Appena acquistati. "Ho fatto un investimanto di 500mila euro, siamo al nostro primo tour in Italia, la fuga di un animale purtroppo è una cosa che può capitare, anche se &e grave; un evento raro. E in ogni caso da noi gli animali sono trattati con il massimo rispetto, fanno solo una parata in pista, per il resto gli spettatori li ammirano all'interno della nostra area zoo".
Il Cirque d'Europe Martini è associata alla famiglia Orfei. Sul telefono di Aldo il titolare arriva una chiamata di Paolo Orfei, fratello maggiore di Moira. Paolo si informa, chiede cosa stia succedendo a Parma: "Eh guarda - risponde Martini - mi stanno facendo arrabbiare questi qui del 5 Stelle, me ne stanno combinando di tutti i colori, ma noi andiamo avanti, faremo denuncia alla Procura della Repubblica". Un provvedimento che Martini prenderà, annuncia, anche nei riguardi dell'Amministrazione comunale di Imola: "Ci sono i testimoni, avevo chiesto di non sedare la giraffa, che così sarebbe morta. L'animale non l'abbiamo ammazzato noi, sia chiaro". E' successo nella prima tappa, sciaguratissima, del Cirque. A Imola lo scorso 21 settembre una giraffa fuggì dal recinto, finì in città, venne sedata poi morì. "Ma io avevo avvisato le forze dell'ordine, avevo dissentito dall'uso dei narcotici, porteremo in tribunale il Comune di Imola". Decine di lettere sono arrivate in Comune a Parma per chiedere un provvedimento del sindaco. Un anno fa, con un circo diverso, Martini ricorda un'accoglienza trionfale a Parma: "Allora c'era il commissario, che ci donò anche una targa come riconoscimento. Ribadisco, gli spettacoli circensi sono spettacoli culturali, hanno tutte le carte in regola, ovunque registriamo il tutto esaurito. Se il sindaco di Parma vuol tenersi i leoni e le tigri nel giardino di casa - ruggisce Martini - prego, si accomodi". Per ora, l'Amministrazione che voleva evitare richieste di danni e penali potrebbe ritrovarsi in casa quantomeno una denuncia. |
GAZZETTA DI PARMA
15 OTTOBRE 2012
Il Tar respinge il ricorso del circo contro l'ordinanza
PARMA - E' stato respinto, con decreto dal presidente del Tar, il provvedimento richiesto dal "Cirque d'Europe" contro l'ordinanza del sindaco Pizzarotti sull'uso degli animali non domestici. Secondo il Tar, non sussistono motivi d'urgenza. La trattazione collegiale del caso è stata fissata in camera di consiglio per il 24 ottobre.
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GAZZETTA DI PARMA
12 OTTOBRE 2012
L'ex ministro Brambilla propone nuove regole contro l'uso di animali
Divieto di detenere specie in via di estinzione o il cui modello gestionale non è compatibile con il mantenimento in una struttura mobile; notifica della domanda di attendamento anche ai controinteressati (per esempio le associazioni animaliste); obbligo di seguire corsi di formazione per il personale addetto agli animali; presentazione di un piano d’emergenza in caso di fuga di animali e di un piano alimentare. Sono solo alcune delle disposizioni contenute nel prototipo di regolamento comunale "Tutela del benessere e rispetto dei diritti degli animali, nei circhi e nelle mostre itineranti" elaborato dalla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, che la presidente Michela Vittoria Brambilla ha consegnato ieri al sindaco Federico Pizzarotti e che verrà proposto a tutti i comuni italiani affinché possano recepirlo.
Il documento, di fatto, vieta l’utilizzo degli animali selvatici nei circhi adottando le linee-guida della commissione istituita presso il ministero dell’Ambiente, riconosciute anche dalla giurisprudenza come punto di riferimento per il mantenimento degli animali nei circhi e nelle mostre itineranti.
La scelta di iniziare da Parma è dovuta all’arrivo nella città emiliana del circo Martini, la struttura balzata agli onori delle cronache dopo la fuga ad Imola di una giraffa, morta durante le operazioni di cattura.
«In attesa di una riforma in Parlamento per abolire del tutto gli spettacoli con animali - ha spiegato l’onorevole Michela Vittoria Brambilla - è importante fissare regole molto severe a tutela dei "protagonisti involontari" dei numeri da circo, mettendo le amministrazioni al riparo da possibili ricorsi. L’obiettivo comunque resta uno soltanto: scrivere la parola fine alla tortura psicologica e fisica che viene imposta agli animali nei circhi per l’incomprensibile divertimento del pubblico. Uno spettacolo diseducativo che vede povere creature spogliate della propria dignità e ridotte all’ombra di loro stesse. Il tempo del circo con gli animali è davvero scaduto».
A Parma il sindaco ha già emanato nei giorni scorsi una ordinanza per fermare lo spettacolo del circo Martini (debutto previsto domani, 12 ottobre), ma il titolare della struttura ha comunicato la volontà di andare comunque in scena. «Non mi stupisce questo atteggiamento perché dimostra l'arroganza di questi circensi - ha commento l’onorevole Brambilla -. Chi non rispetta gli animali non rispetta gli uomini e quindi nemmeno la legge. Ci sono comunque norme ben precise e il non rispetto di una disposizione dell’autorità è punita secondo il codice penale. Al Comune il compito di farla rispettare».
Le associazione animaliste sono comunque pronte a far sentire la proprie voce. «Nel caso queste persone passassero davvero dalle parole ai fatti - ha concluso l’onorevole Brambilla - c'è un attivismo molto forte nelle nostre associazioni che è pronto a scendere in campo. Perché una giraffa ha il diritto di chiudere per l’ultima volta gli occhi sotto il cielo della savana, non certo in una strada di Imola».
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COMUNICATI.NET
15 OTTOBRE 2012
Comunicato LAV. Circo, Tar Emilia Romagna respinge ricorso del circo contro l'ordinanza del Comune di Parma sull'uso di animali non domestici. LAV:......
Circo, Tar Emilia Romagna respinge ricorso del circo contro l'ordinanza del Comune di Parma sull'uso di animali non domestici
LAV: provvedimento più che mai opportuno dopo la vietata perfomance dell'alligatore tra il pubblico, ora massima sanzione per il Circo 'Paolo Orfei-Circo Pantera rosa di Aldo Martini' "Un provvedimento più che mai opportuno considerando l'inaccettabile performance dell'alligatore del circo Martini finito pochi giorni fa tra il pubblico, e per evitare che la drammatica fuga e morte della giraffa Aleksandre possa ripetersi": con queste parole Nadia Masutti (responsabile nazionale LAV settore Circi, Zoo, Esotici) commenta la notizia del decreto emesso dal presidente del Tar Emilia Romagna, con cui è stato respinto in fase cautelare urgente la richiesta di sospensione avanzata dal Circo di Aldo Martini dell’ordinanza del Sindaco di Parma sull’attendamento di circhi con animali sul proprio territorio.
Secondo il Tar, sussistono motivi d'urgenza e di pericolo per cui il provvedimento che vieta gli attendamenti non risulta illegittimo. La trattazione collegiale del caso è stata fissata in camera di consiglio per il 24 ottobre. "L'ordinanza del Sindaco di Parma in materia di circhi con animali è dunque pienamente in vigore ed efficace - continua Nadia Masutti - chiediamo la massima sanzione per il Circo 'Paolo Orfei-Circo Pantera rosa di Aldo Martini' che intende, come già avvenuto, deliberatamente violarla e che non solo ha fatto esibire un alligatore, ma l'ha messo, volontariamente o meno, a contatto con il pubblico: un fatto gravissimo, in quanto è vietato - non solo dalla legge (D.M. 1996), ma prima di tutto dal buonsenso - mettere a contatto animali pericolosi con il pubblico. Un fatto inopportuno anche per il rispetto dovuto a questi animali e per la tutela del lor o benessere. Salutiamo questo provvedimento del Tar come una prima importante vittoria sul Circo 'Paolo Orfei-Circo Pantera rosa di Aldo Martini', tristemente noto per la morte della giovane giraffa Aleksandre fuggita dalle gabbie, e contro tutti i circhi che continuano a portare sul palcoscenico animali acrobati nonostante la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica (l'86,2% dei cittadini secondo l'ultimo Rapporto Eurispes) disapprovi questo uso degli animali". 15 ottobre 2012 Ufficio Stampa LAV
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GEA PRESS
8 OTTOBRE 2012
Milano – alla Scala ancora spettacoli con equini sul palcoscenico
L'ENPA: il Comune disattende quanto promesso lo scorso febbraio.
Nonostante le proteste di febbraio, che avevano portato il Comune di Milano a garantire che l’uso di animali vivi negli spettacoli del Teatro alla Scala non si sarebbe ripetuto, nonostante le condizioni in cui gli animali sono impiegati, con gravi rischi per la loro incolumità e per quella del personale del teatro, sono stati messi nuovamente in cartellone spettacoli che prevedono l’impiego di animali, con l’utilizzo di un cavallo e di un asinello nella Boheme di Puccini.
Sarebbe naturale pensare, in considerazione del fatto che il Sindaco Pisapia è il presidente della Fondazione alla Scala, che questi avrebbe fatto valere il peso della sua carica per bandire definitivamente l’uso di animali in teatro. Peraltro quest’attività non è soltanto tollerata dal Comune ma deve essere autorizzata dallo stesso, che se da una parte fa della difesa degli animali uno dei suoi vessilli, dall’altro ne consente l’uso sul palcoscenico scaligero, contraddicendo anche le sue dichiarazioni ufficiali. Purtroppo bisogna constatare che questo impegno a tutela degli animali non ha ancora dispiegato grandi effetti, come dimostrato anche dal fatto che il Comune non trovi il coraggio di dire un secco no al sovrintendente Lissner, costringendo a una brutta figura sia l’Assessore di riferimento, Chiara Bisconti, che il Garante dei Diritti degli Animali, Valerio Pocar.
Gli animali, che non risultano peraltro nemmeno abituati a lavorare in un luogo come un teatro pieno di rumori e di stimoli negativi, vengono trasportati da Biella ad ogni rappresentazione, costretti a entrare in teatro attraverso stretti corridoi e portati sul palcoscenico dove, un piccolo contrattempo, potrebbe causare un disastro: basti pensare a cosa potrebbe succedere se uno degli animali si imbizzarrisse e dovesse rovinare nella buca dell’orchestra. Voci di corridoio parlano addirittura di animali sedati per vincere la paura, ma, se anche questo non fosse vero, il maltrattamento inferto agli animali è tanto gratuito quanto pericoloso, per uomini ed equini.
“Voglio sperare – dichiara Ermanno Giudici, presidente di ENPA Milano – che l’Assessore Bisconti e il Garante Pocar vogliano far valere il loro ruolo e far terminare questo spettacolo indegno per Milano mantenendo le promesse che erano state fatte a febbraio. Il Comune di Milano – aggiunge Giudici – sulle politiche animali è rimasto in troppi casi fermo ad affermazioni di principio che, nonostante la buona volontà, non sono andate a concretizzarsi. Dopo l’amministrazione Moratti, che della protezione degli animali aveva celebrato un costoso culto della personalità al quale raramente seguivano azioni concrete, siamo arrivati a quella di Giul iano Pisapia, che su questo tema rischia di non staccarsi dai blocchi di partenza facendo fare una brutta figura all’Assessore Chiara Bisconti ed al Garante Valerio Pocar. In questa vicenda sembr a che l’unico protagonista che mantenga negli anni le sue posizioni, a dispetto di buon senso e rispetto degli animali, sia il sovrintendente Lissner, che evidentemente si sente padrone a casa d’altri. Spero che questa ostinazione non dia corpo ad altro tipo di tragedia di quella rappresentata sul palcoscenico”.
ENPA Milano invita i cittadini sensibili ai diritti degli animali a protestare con il Comune e con il Teatro alla Scala.
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LA NUOVA SARDEGNA
8 OTTOBRE 2012
Gli animali? Fanno parte della nostra tradizione circense…
di Valeria Gianoglio
NUORO - «Gli animali? Fanno parte della nostra tradizione circense, ma sono nati in cattività, e qui con noi vivono molto più a lungo in media degli altri. E poi qui li teniamo benissimo. Capisco gli animalisti nuoresi, ma non sono d’accordo con loro: credo che se si comincia a criticare noi, allora si debbano ridiscutere anche tante altre cose, a cominciare da chi, davvero, gli animali li maltratta ma ce li ha in casa». Sono le 11 di ieri, nel piazzale davanti al tendone del circo, a Sa Terra mala, batte un piacevole sole d’autunno, e Sonny Orfei, nipote della celebre Moira e figlio di due provetti trapezisti, con il suo faccione simpatico da ex clown navigato, si muove tra roulotte, addetti agli animali, e acrobati, per cominciare una nuova giornata tra tendone e lustrini. Chi lo ha visto la sera prima, agitarsi un po’ nervoso di fronte a un centinaio di manifestanti nuoresi che tentavano di boicottare il primo spettacolo del suo circo, ieri mattina avrebbe stentato a riconoscerlo. Persa quel po’ di rabbia che aveva in corpo, perso il fastidio nel vedere sotto accusa il lavoro dei suoi 50 dipendenti, persa anche la voglia di rivalsa, Sonny Orfei – che per l’anagrafe si chiama più semplicemente Paolo ma evidentemente faceva poco show – rimane solo un ragazzone di 32 anni al quale la vita ha riservato un destino particolare: quattro “traslochi” al mese, da dodici anni a questa parte, in altrettante città d’Italia con tanto di 50 persone, 15 famiglie, 10 roulotte e una ventina di animali al seguito. Mica robetta da nulla. «Fino a qualche anno fa – racconta – facendo questo mestiere si viveva bene, ora, invece, riusciamo appena a ripagarci le spese e a campare. Perché qui ci lavorano una cinquantina di persone, e siamo 15 famiglie». Tutt’ intorno a lui, il mondo del circo lentamente si risveglia dalla sera precedente: gli addetti agli animali si affaccendano tra fieno, acqua e carne, c’è chi sposta la tigre Diana e l’orso bruno nelle gabbie perché bisogna pulire i loro recinti. C’è anche Tyson, il bisonte svedese, che aspetta la sua consistente dose di cibaria quotidiana dentro una gabbia e guarda chi lo osserva con un paio di occhioni languidi che fanno capolino da una frangia fulva e un po’ frisèe. «Questi animali – dice Sonny Orfei – sono i nostri compagni di viaggio, e li trattiamo con i guanti. Senza di noi, davvero non potrebbero sopravvivere perché sono nati in cattività. Non li usiamo per fare numeri da capogiro, solo per passare davanti ai bambini e farli sorridere. E poi con Nuoro e con questa terra, tutti noi del circo Orfei, abbiamo un rapporto particolare: qualcuno di loro, infatti, è nato proprio qui. Il nostro cammello non a caso si chiama Barbagià, perché è nato a Fonni tre anni fa. Ma anche mia figlia, Rita, che adesso ha tre anni, è nata qui a Nuoro, proprio in questi giorni sta frequentando la scuola materna qui vicino». Le polemiche, insomma, ieri mattina al circo Orfei risuonano ancora ma vengono viste con più distacco. «Ieri sera – dice Sonny Orfei – li ho portati qui, i ragazzi che manifestavano, e ho fatto loro vedere che i nostri animali stanno bene, e non potrebbero vivere diversamente. Ripeto, capisco le loro posizioni, ma anche loro dovrebbero imparare a rispettare le nostre. C’è tanta altra gente che maltratta gli animali, e poi mi chiedo, se se la prendono con noi dovrebbero in modo coerente anche evi tare di indossare capi in pelle, di mangiare carne e dintorni. Noi chiediamo solo il rispetto del nostro lavoro». «Io – continua Sonny – in questo lavoro ci credo ancora, nonostante le difficoltà. Ho studiato da perito informatico, poi ho preso la strada “di famiglia” e per 12 anni ho fatto il clown, e adesso gestisco io questo circo. Non è facile, ma dà da mangiare a tante persone». E a chi, sul finale, per sdrammatizzare un po’ gli chiede cosa nasconda la capigliatura a “cofana” delle celebre zia Moira, Sonny Orfei risponde con un sorriso carico di mistero: «È un segreto di famiglia – risponde, ridacchiando – ma immagino siano attrezzi da circo».
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LEGGI OGGI
8 OTTOBRE 2012
Riforma del condominio: arrivano le critiche sugli animali in casa
I veterinari Sivae: “no a criceti e canarini, mentre sì a maiali e capre?”
“Animali in appartamento, quella norma va cambiata subito”. A lanciare il grido d’allarme è la Sivae – Società Italiana Veterinari Animali Esotici - secondo cui la novità che, allegata alla riforma del condominio, bandisce qualsiasi tipo di divieto per la detenzione di animali tra le mura casalinghe, anche nelle strutture a residenza plurima, in realtà potrebbe sortire effetti tragicomici, quando non nulli o, peggio ancora, dannosi.
“Non si tratta, infatti, di una vera conquista né per gli animali né per milioni di famiglie che già oggi vivono con innocui (e silenziosi) criceti, pesci e rettili legalmente detenuti”: questa, in sintesi, la presa di posizione dei veterinari della Sivae, che denunciano come dalla legge siano esclusi canarini e cocorite, ma possano essere inclusi maiali o altri animali da fattoria.
Il parere della Sivae, infatti, non esclude a situazioni al limite dell’assurdo, del tipo: “Porto la mia capretta al piano terra, la faccio brucare un’oretta in cortile”. Una situazione che, alla luce del “vietato vietare” imposto sulla legge ora al Senato per l’ok definitivo, potrebbe riaccendere più di qualche malumore tra i più litigiosi dirimpettai.
Fuor di paradosso, l’inghippo sta tutto nella dicitura “domestico“, laddove, nella riforma del condominio, si prevede che: ““Le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”.
Una terminologia impropria, dettata più dal senso comune che dalle disposizioni giuridiche, in quanto, ricorda la Sivae “la definizione “domestico” non riguarda affatto la adattabilità alla vita in appartamento ma si riferisce invece a quelle specie su cui l’uomo da secoli esercita una selezione artificiale tale da renderle diverse dall’ancestrale selvatico. In questo senso sono sì “domestici” il cane ed il gatto, ma lo sono anche l’asino e la capra che senz’altro appaiono poco raccomandabili come pet da appartamento”.
Insomma, in linea teorica non dovrebbe esserci nulla di illecito nel prendere l’ascensore con il proprio asinello. E, cosa ancor più inattesa, la categoria non include altri animali come il criceto “appena incamminato sulla strada della domesticazione rimane, colore del mantello a parte, virtualmente identico ai suoi ancestrali selvatici: un furetto, che per tutti i non addetti ai lavori è “un animale selvatico che dovrebbe stare libero nei boschi” è invece un animale domestico a tutti gli effetti, con chiare differenze dovute a selezione artificiale rispetto all’ancestrale selvatico, la puzzola europea”. Insomma, dall’intento libertario alla confusione
bioanatomica il passo è davvero breve: “ Non si può, infatti, dire che abbia vinto il principio “vietato vietare” – fa notare la Sivae – perché molte comunissime specie non domestiche sono state dimenticate e discriminate per colpa del dichiarato intento, del Legislatore e del Governo, di impedire la detenzione di animali “esotici” d’affezione. Che nell’immaginario comune sono pericolosi“.
Allora, ecco che andrebbe seguita una linea più severa, che tenga conto dei cosiddetti animali esotici d’affezione: “Il Legislatore associa l’aggettivo “esotico” – per retaggi culturali atavici – al concetto di “strano e sconveniente”. Il pregiudizio è evidente nel banale esempio del serpente, riecheggiato in Aula per una biblica memoria che lo vuole “pericoloso”.
Insomma, la mano delle Commissioni che hanno modificato e poi approvato la norma in oggetto sarebbe stata guidata da un eccesso di leggerezza. “Il Parlamento non dovrebbe legiferare sulla base di luoghi comuni e preconcetti - dicono i veterinari – ma dovrebbe affidarsi ad un maggiore rigore scientifico; se lo facesse saprebbe che il criceto non è domestico, che i serpenti possono essere detenuti legalmente senza presentare il minimo profilo di innocuità”.
Ciò che non è stato preso in considerazione dai legislatori è invece che “gli animali “esotici” d’affezione sono i meno frequentemente citati nelle controversie condominiali, perché silenziosi nella stragrande maggioranza dei casi e privi di rischi per l’incolumità pubblica“.
Leggi il testo integrale della riforma del condominio
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L’ARENA
9 OTTOBRE 2012
Condomini aperti per i cani, ma non per canarini e criceti
SORPRESA. La legge approvata alla Camera contiene uno «svarione» che ha fatto muovere i medici veterinari
I nostri parlamentari non sono nemmeno in grado di legiferare sugli animali. Una battuta dettata dal clima anti casta? Purtroppo no. Basta leggere il testo della "riforma del condominio" approvata alla Camera e in attesa del passaggio al Senato. Dove si spera venga corretta l'assurdità per cui nei condomini italiani potranno vivere cani, gatti, asini e maiali, ma non criceti e nemmeno il canarino che cinguetta sulla finestra, come cantava il buon Toto Cutugno. A creare il paradosso, l'uso dell'aggettivo "domestico", come è stato rilevato dai medici veterinari della Sivae (Società italiana veterinari per animali esotici) che hanno subito scritto al presidente del Senato, Renato Schifani. «È lodevole la norma che impedirà ai regolamenti condominiali», scrivono i veterinari, «di vietare la presenza di animali domestici negli appartamenti, ma suscita ilarità e disapprovazione nei veterinari esperti di animali esotici. Non si tratta, infatti, di una conquista nè per gli animali nè per milioni di famiglie che già oggi vivono con innocui (e silenziosi) criceti, pesci e rettili legalmente detenuti». «Si è persa un'altra occasione», incalzano i veterinari della Sivae, «per formulare una legge equa, realistica e rispettosa delle reali esigenze dei cittadini e degli animali stessi. Non si può dire che abbia vinto il principio "vietato vietare", perchè molte comunissime specie non domestiche sono state dimenticate e discriminate, con dichiarato intento del legislatore e del governo di impedire la detenzione di animali esotici da compagnia. Che nell'immaginario comune sono pericolosi. E quel che è peggio è che per farlo si è fatto ricorso a una terminologia priva di qualsiasi fondamento scientifico e giuridico». I medici veterinari non vanno per il sottile: «La definizione "domestico" non riguarda l'adattabilità dell'animale alla vita in appartamento, ma si riferisce invece a quella specie su cui l'uomo da secoli esercita una selezione artificiale tale da renderle diverse dall'ancestrale selvatico. In questo senso sono sì "domestici" il cane ed il gatto, ma lo sono anche l'asino e la capra che senz'altro appaiono poco raccomandabili come pet da appartamento. Viceversa un criceto si è appena incamminato sulla strada della domesticazione e rimane, colore del mantello a parte, virtualmente identico ai suoi ancestrali selvatici: un furetto, che per tutti i non addetti ai lavori è "un animale selvatico che dovrebbe stare libero nei boschi", mentre è invece un animale domestico a tutti gli effetti, con chiare differenze dovute a selezione artificiale rispetto all'ancestrale selvatico, la puzzola europea». «Il legislatore associa l'aggettivo "esotico" - per retaggi culturali atavici- al concetto di "strano e sconveniente"», si legge nella lettera dei veterinari, «il Parlamento non dovrebbe legiferare sulla base di luoghi comuni e di pregiudizi, ma dovrebbe affidarsi ad un maggiore rigore scientifico. Gli animali "esotici" da compagnia sono i meno citati nelle controversie condominiali, perché silenziosi e privi di rischi per l'incolumità pubblica. Quasi mai, infine, si incontrano negli spazi condominiali comuni dove nascono molti litigi». La proposta della Sivae al Senato è «di cambiare la norma e di costituire delle commissioni di valutazione con l'ausilio tecnico di medici veterinari esperti in medicina e comportamento degli animali "esotici"».
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IL TIRRENO
10 OTTOBRE 2012
Stop ai divieti nei regolamenti
Una delle novità introdotte dalla riforma dei condomìni va incontro agli amanti degli animali. Nessun regolamento condominiale, infatti, potrà più proibire di tenere cani e gatti nel proprio appartamento. Il testo uscito di recente dalla Camera affronta l'argomento inequivocabilmente, con un'aggiunta all'articolo 16, che recita: «Le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici». Via libera a cani e gatti, ma buon senso nel gestirli: è prevista una maggiore severità per chi disturba la quiete dei vicini o arreca danni; in tema di infrazioni al regolamento condominiale (art.24), infatti, la nuova normativa prevede che, a titolo di sanzione, può essere stabilito un pagamento di 200 euro, che raggiunge quota 800 euro se il condòmino è recidivo; tali somme entrano nel fondo di cui l'amministratore dispone per le spese ordinarie. La novità relativa alle bestiole potrebbe dare luogo a nuove dispute tra condòmini, temono molti amministratori: i regolamenti che impedivano di vivere con animali domestici erano senza dubbio limitanti della libertà individuale, ma contribuivano a contenere la casistica (vastissima) delle più frequenti cause di lite tra vicini di casa.
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IL GIORNALE DI VICENZA
11 OTTOBRE 2012
Animali in condominio. Adesso è vietato vietarli
LEGGI. Approvata alla Camera la norma apre le porte a cani e gatti. Una nuova legge che recepisce la linea europea permette di tenere i pet anche in appartamento
Nuove regole in arrivo per i condomini a 70 anni dalla disciplina sancita dal codice civile. E sbarca la rivoluzione che redenderà sicuramente più agile la convivenza di animali e padroni e, soprattutto. tra padoni e vicini di pianerottolo. Tra le numerose novità, una riguarda chi ha cani e gatti: addio alle barriere che venivano dettate nei regolamenti di condominio. Adesso la legge esplicitamente vieta qualsiasi tipo di divieto. La norma è estesa a tutti gli animali d'affezione e quindi cani, gatti, ma anche conigli nani.
LA RIVOLUZIONE. «Con questa legge - commentano dalla Lav - si mette la parola fine alle discriminazioni». Per la Lav si tratta di «una vittoria per le famiglie che vivono con quasi 20 milioni di quattro zampe e di una battaglia iniziata nelle assemblee condominiali e nei tribunale». In questo m odo, rileva la Lav, «l'Italia adegua un'altra parte della propria legislazione ai principi contenuti nel trattato Europeo che definisce gli animali esseri senzienti, e al codice penale che punisce i loro maltrattamenti. «È un nuovo, concreto passo per porre fine a una discriminazione contro chi vive con animali domestici. Una pace sociale che dovrà essere rispettata da tutti, senza alcun dubbio interpretativo», dice Gianluca Felicetti, presidente della Lav. Inoltre, «l'approvazione di questa nuova legge fa venir meno inutili controversie giuridiche, con grande vantaggio per la macchina della giustizià». LE LITI IN TRIBUNALE. E l'Aidaa, associazione difesa animali e ambiente, lo sa bene quanto le liti condominiali rappresentino un importanto ostacolo per chi vuole convivere in casa con un animale domestico. L'associazione ha avviato da alcuni anni uno sportello di consulenza gratuita on line per riuscire a evitare le a ule di tribunale nella lite tra condomini che hanno come oggetto solitamente i rumori o gli odori degli animali. Se da una parte si dà il via libera agli animali, vengono di contro inasprite le sanzioni condominiali per chi non detiene gli animali secondo le regole della buona convivenza e non rispetta le norme del rispetto degli orari del riposo degli altri condomini e provoca odori molesti. In questi casi, una volta provato il fatto, si potrà arrivare anche al sequestro dell'animale domestico. Ma questi regolamenti ora saranno superati dall'entrata in vigore di questa nuova legge. I TEMPI. Ma che tempi ci sono? Dopo il sì della Camera il disegno di legge As 71-b, che interessa circa 30 milioni di italiani, è sbarcato al Senato in commissione Giustizia dove ha conquista la sede deliberante, ciò vuol dire che l'approvazione, senza modifiche, potrebbe arrivare in tempi brevi. Una volta superato il passaggio parlamentare del Senato, sono stati comunque previsti sei mesi di tempo per l'entrata in vigore delle norme. Le novità infatti non sono poche e se anche molte disposizioni erano ormai divenute patrimonio acquisito grazie alle innovazioni giurisprudenziali, altre costituiscono dei veri e propri inediti per un testo ormai obsoleto condominio condominiali e nei tribunale». |
CADO IN PIEDI
8 OTTOBRE 2012
Fegato d'oca, l'orrore dietro la produzione: il video shock di Animal Equality
Ingozzati fino a scoppiare. Ecco cosa si nasconde dietro la produzione del celebre Foie Gras
Un video agghiacciante mostra i passaggi della "produzione" del celebre Foie Gras. Dai pulcini, alle minuscole gabbie, per poi arrivare all'alimentazione forzata dei volativi che si conclude con la loro terribile morte. Tutto ciò per un semplice motivo:
"La produzione di foie gras - riporta wikipedia - richiede che ai volatili venga somministrato con la forza più cibo di quanto essi ne assumerebbero in natura e più di quanto ne assumerebbero volontariamente in allevamenti domestici. L'alimentazione consiste solitamente in grano bollito nel grasso (per facilitarne l'ingestione), e provoca grandi depositi di grasso nel fegato, ottenendo in tal modo la consistenza gelatinosa ricercata dalla gastronomia." Animal Equality, l'organizzazione internazionale in difesa degli animali, ha messo a disposizione questo video. "Ciò che abbiamo documentato sono scene terribili di animali confinati in minuscole gabbie, affetti da stress e depressione, feriti dal tubo che ogni giorno gli viene spinto nell'esofago per far passare il cibo, oppressi da problemi respiratori e di deambulazione per le abnormi dimensioni raggiunte dal fegato, maltrattati e lasciati morire senza cure", afferma Francesca Testi, portavoce di Animal Equality in Italia. L'associazione ha lanciato in Italia una campagna per chiedere a diverse catene di supermercati (Auchan, Bennet, Conad, Coop,Esselunga, Sma, Super Elite) di rivedere le scelte aziendali in merito alla distribuzione di 'foie gras' in Italia, fornendo dichiarazioni pubbliche ed ufficiali che annuncino la cessazione immediata della vendita di un prodotto ottenuto con così tanta violenza sugli animali.
VIDEO
http://www.cadoinpiedi.it/2012/10/08/fegato_doca_lorrore_dietro_la_produzione_il_video_shock_di_animal_equality.html#anchor
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ANSA
8 OTTOBRE 2012
Animali: Grecia, prima sentenza tribunale per maltrattamenti
Uomo condannato ad un anno di carcere e 5.000 euro di multa
ATENE - Per la prima volta nella storia giudiziaria della Grecia un tribunale ha emesso una condanna per crudelta' nei confronti di un animale. Lo riferisce la stampa ellenica citando il caso di un uomo di Maratona, a Nord di Atene, che e' stato condannato a un anno di carcere - pena sospesa per tre anni - e ad una ammenda di 5.000 euro per aver costretto un suo dipendente a maltrattare un cane. Per motivi non precisati, l'uomo - come riferiscono i giornali - ha ordinato ad un suo impiegato di legare l'animale al paraurti posteriore della sua auto e di trascinarlo lungo un viale cittadino. Alcuni passanti hanno notato la scena e hanno chiamato la polizia. Il cane ha riportato ferite alle zampe e al torace ed e' stato ricoverato in una clinica veterinaria.
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RSI.CH
8 OTTOBRE 2012
Orge con cani e cavalli nel Luganese
Presunti reati di zooerastia denunciati da una pentita
Svizzera - Orge con cani e cavalli avrebbero luogo anche in Ticino. Lo sostiene l’ AIDDA, l’Associazione italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, come riportato dal Corriere del Ticino. I fatti non sono ancora stati denunciati alle autorità, poiché l'associazione sta verificando le informazioni raccolte, in particolare l’identità delle persone conivolte. Si tratterebbe di una ventina di coppie, oltre ad alcuni singoli. Gli incontri, presumibilmente a pagamento, avverrebbero in appartamenti del Luganese e della Lombardia. A mettere in luce questo presunto giro di zoofilia è stata la testimonianza di una pentita.
Detenzione e multa per chi lede la dignità degli animali
In Svizzera la legge non contempla in maniera specifica la zooerastia, ma prevede la detenzione e delle sanzioni economiche per chi maltratta gli animali, li sottopone inutilmente a sforzi eccessivi o ne lede la dignità. L'AIDDA ha avviato una petizione per rendere la zooerastia un reato punibile – in Italia – con il carcere e multe per almeno 50'000 euro. A giugno, l'associazione aveva già inoltrato una richiesta all’UE, affinché il sesso con gli animali fosse bandito da tutti i paesi comunitari.
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IL PICCOLO
8 OTTOBRE 2012
La carcassa di un delfino rinvenuta sulla spiaggia
GRADO (GO) - A distanza di due giorni dal ritrovamento di una tartaruga morta sulla spiaggia, ieri è stato scoperto anche un delfino senza vita. L’animale è in avanzata fase di decomposizione, segno che è morto diversi giorni fa. È finito spiaggiato sul bagnasciuga della spiaggia della Costa Azzurra, vicino alla scogliera, all’altezza del nautofono. E’ facile pensare che la morte sia stata causata da qualche colpo d’elica di navi di passaggio. La scoperta è stata fatta ieri verso le 11.30 da una passante che passeggiava sulla scogliera. Sul posto sono intervenuti i carabinieri ai quali si sono uniti gli agenti della Polizia Municipale e i militar i di Circomare. Non è assolutamente rara la presenza dei delfini da queste parti.
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CADO IN PIEDI
8 OTTOBRE 2012
Il motociclista che ferma la corsa per fare la cosa più dolce del mondo – video
Nonostante la competizione, l'uomo si è fermato e ha tratto in salvo l'animale
Un motociclista sudafricano si è fermato nel bel mezzo di una gara per salvare un vitellino in un canale. L'episodio risale all'ottobre 2011 e vede per protagonista il pilota Johan Gray. Nonostante la competizione, l'uomo si è fermato e ha tratto in salvo l'animale che ha poi ritrovato il resto della mandria.
VIDEO
http://www.cadoinpiedi.it/2012/10/07/il_motociclista_che_ferma_la_gara_per_fare_la_cosa_piu_dolce_del_mondo_-_video.html
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LA REPUBBLICA
8 OTTOBRE 2012
I cani che eroi
Per una volta i protagonisti sul red carpet non sono state le dive ma le "star" a quattro zampe. La serata degli Hero Dog Awards vede da otto anni premiati i cani che si sono distinti per atti eroici. Si fa dai cani che trovano le mine a quelli che intervengono negli incendi a quelli che semplicemente hanno aiutato i loro padroni in frangenti difficili. Le star di Hollywood da sempre accorrono numerose all'evento per testimoniare il loro amore per i cuccioli. E sul tappeto rosso del Beverly Hilton Hotel portano anche i loro cani
FOTO
http://d.repubblica.it/rubriche/people-gossip/2012/10/08/foto/cani_eroi_divi-1297142/1/
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CORRIERE ROMAGNA
8 OTTOBRE 2012
QUA LA ZAMPA
«Con Zac posso anche perdere»
Martina Petrelli, sprinter alle Olimpiadi, e il suo amore per i cani
di Alessandro Giuliani
SAN MARINO. Un sogno a cinque cerchi, realizzato, ed un amore a cinque stelle, quello per gli animali ed i suoi due cani in particolare. Martina Pretelli è una sprinter in tutto, campionessa della velocità, visto che ha corso i 100 metri alle recenti Olimpiadi di Londra, e un cuore che batte forte per Zac e Noa. La sammarinese racconta il suo rapporto speciale con i suoi amici a quattro zampe: «Zac, un volpino di quattro anni, è il mio cagnolino da sempre. Invece Noa, un meticcio femmina, era il cane di mio nonno, che purtroppo è scomparso alcune settimane fa e da allora vive con noi. Ora ne gestisco due, per fortuna sono molto bravi».
Martina rivela un piccolo segreto: al parco, qualche volta, si fa battere da Zac nello scatto: «Sì, ogni tanto al parco facciamo prove di corsa, ancora sono più veloce io, però appena mi distraggo mi sorpassa. Siamo lì – sorride Martina - perché facciamo corse in amicizia, per divertirci, non resisto dal fargli fare un corsetta».Quando è stata a Londra per le Olimpiadi ha sofferto per la lontananza da Zac? «Parecchio, la stessa cosa per lui, per venti giorni mi ha cercato, la mattina si aspettava che scendessi dal letto, io non c’ero. Lo chiamavo su Skype, mi riconosceva, ma poi mi cercava in casa, nella mia stanza. Questo perché di solito alla mattina faccio colazione con lui». Che rapporto ha invece con Noa? «Molto bello, la conoscevo, è un cagnolina anziana. All’inizio quando è arrivata in casa era un po’ spaesata, sono passate due settimane, ora si è ambientata bene». Da quanto tempo ama così intensamente gli animali? «Da sempre, ho lottato con i miei genitori perché volevo il cagnolino, ho preso un meticcio, è morto dopo pochi anni preso sotto da una macchina, non ne volevo più altri, troppa sofferenza. Ma subito dopo è arrivato Zac, mi sono innamorata. I cani si fanno voler bene». Ha preso in considerazione l’idea di fare un’adozione? «Sicuramente, però al momento con due cani non posso. E’ giusto comunque rivolgersi in primis al canile». Ha temuto per la salute del suo cane quando un pazzo criminale spargeva bocconi avvelenati a San Marino? «Ho avuto tantissima paura, sono stata mesi senza portare Zac a passeggio, vivevo nel terrore, e poi quando ho ripreso a portarlo a passeggiare controllavo che non mangiasse niente».
http://www.corriereromagna.it/rimini/2012-10-08/qua-la-zampa-%C2%ABcon-zac-posso-anche-perdere%C2%BB
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GEA PRESS
8 OTTOBRE 2012
Lione – arrivée des militants italiens (video e fotogallery)
L'impegno di Michèle Scharapan e degli animalisti francesi: contro Green Hill la forza trainante del movimento antivivisezionista europeo.
“Arrivée des militants italiens“. Sta scritto proprio così nel video pubblicato su You Tube dagli animalisti francesi che, sabato scorso, hanno accolto i “militants italiens“. I militanti antivivisezionisti italiani, cinquantacinque in tutto, che si sono uniti ai trecento francesi (stime della polizia locale) che hanno ribadito il loro no alla Marshall ed alla vivisezione. Si tratta, come è noto, della multinazionale americana altresì presente in Italia con lo stabilimento di Green Hill a Montichiari (BS).
Green Hill, a Lione, è riecheggiato più volte. Da queste parti la Marshall ha la sua direzione. La manifestazione, organizzata dall’Associazione Respect Animal e dalla pianista francese Michèle Scharapan (a sinistra nella foto in alto), doveva concludersi proprio innanzi alla Marshall, ma poi è girata voce che la stessa multinazionale si era fatta sentire con le autorità locali. A riferirlo a GeaPress è la stessa Michèle Scharapan, presente alla manifestazione.
“Il corteo è stato un successo – afferma Michèle Scharapan – c’erano tantissimi cittadini in strada, ma anche dai balconi, ad esprimere la loro solidarietà. Altri – ha riferito la nota pianista – si sono aggiunti lungo il corteo“. Assieme a Michèle Scharapan anche Elisabetta Cattaneo (a destra nella foto in alto). E’ stata lei, assieme ad Eleonora Roberti, ad iniziare lo sciopero della fame a Montichiari, poco prima dell’arrivo della Forestale e della Polizia di Stato che lo scorso luglio ha messo sotto sequestro Green Hill.
Green Hill = Mézilles, era scritto in uno striscione italiano che richiamava il dramma dei cani francesi oggetto di altra manifestazione dello scorso settembre.
“Sono arrivati gli animalisti italiani che il 28 aprile a Green Hill hanno liberato i cani“, gridavano (in francese) a Lione. Poi, anche “Marshall go home” e, di nuovo in francese, “Marshall hai i giorni contati“. Infine un ripetuto interminabile italianissimo “Animali liberi“.
Molto soddisfatta, per il risultato raggiunto, è proprio la pianista Michèle Scharapan. Il suo è un amore profondo per la musica, gli animali e, più volte confessato, per l’Italia. Un connubio che in più occasioni si è manifestato proprio nel corso delle manifestazioni animaliste.
“Seguo i militanti contro Green Hill fin dal loro inizio – riferisce a GeaPress Michèle Scharapan – ed ho anche partecipato ad alcune manifestazioni. E’ stata proprio la presenza della Marshall a convincermi di chiedere a Respect Animal di organizzare il corteo di Lione. Ora sono molto soddisfatta anche perché, proprio in questa città e suoi dintorni – conclude Michèle Scharapan – ci sono numerosi laboratori di vivisezione e questa manifestazione è la prima di tal genere”.
Green Hill, affermano gli animalisti francesi nel testo in calce al video, è diventato il simbolo della lotta antivivisezionista e la vittoria del “Coordinamento Fermare Green Hill” deve essere una forza trainante per tutti noi che lavoriamo per l’abolizione della barbarie nei laboratori.
VEDI FOTOGALLERY E VIDEO:
http://www.geapress.org/sperimentazione-animale/lione-arrivee-des-militants-italiens-video-e-fotogallery/33559
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AFFARI ITALIANI
8 OTTOBRE 2012
"Project NIM", la commovente storia del cucciolo di scimpanzè educato come un neonato umano...
Dal regista premio Oscar di Man on Wire, la storia del cucciolo di scimpanzè Nim Chimpsky: nel 1973, al momento della nascita, è separato dalla madre e avviato da un gruppo di scienziati della Columbia University ad un esperimento durante il quale viene educato come un neonato umano... In arrivo in libreria per Feltrinelli Real Cinema (in collaborazione con Sacher Distribuzione), "Project Nin" di James Marsh, insieme al libro "Obblighi umani, diritti animali" (a cura di Ilaria Ferri) - I DETTAGLI
Dal regista premio Oscar di Man on Wire, la storia del cucciolo di scimpanzè Nim Chimpsky: nel 1973, al momento della nascita, è separato dalla madre e avviato da un gruppo di scienziati della Columbia University ad un esperimento durante il quale viene educato come un neonato umano. Ma chi è il mammifero più umano? L’homo sapiens che crede di poter rendere qualsiasi essere uguale a lui, o il disarmato protagonista, costretto a vivere in un ambiente che non è il suo e a subirne i comportamenti? Per chi vedrà le vicende del piccolo Nim, fino alla sua morte solitaria e infinitamente triste, chiuso in una gabbia nell'abisso dell'infelicità e della violenza subita, la risposta non è difficile.
“Un’evoluzione è un destino”, ha scritto una volta Thomas Mann, non immaginando che sessant’anni dopo un pugno di esseri umani avrebbe cavalcato l’utopia di riunire i binari divergenti su cui corrono uomini e animali. Project Nim, applaudito nel 2011 al Festival di Roma, è la cronaca di una visione che nasce nel cuore degli anni settanta, il tentativo di insegnare a uno scimpanzé appena nato, Nim, il linguaggio degli uomini, crescendolo come se fosse un bambino. Una commovente storia di passione e tormento, la leggerezza di un sogno crudele che svanendo lascia un’impronta di realtà nel cuore di chi ci ha creduto per una vita intera. Perché amore e dolore non hanno genere.
Insieme al film, il libro "Obblighi umani, diritti animali" (a cura di Ilaria Ferri, pp. 96, direttore scientifico Enpa - Ente nazionale protezione animali). Per comprendere meglio la storia di Nim e quella di tutti gli animali utilizzati per la sperimentazione. I contributi di etologi, ricercatori e protagonisti di questa storia sollevano temi cruciali e determinanti sui quali siamo ormai chiamati a rispondere. Con quale diritto priviamo gli animali della libertà, li utilizziamo per il nostro divertimento, per un presunto vantaggio per gli uomini?
http://affaritaliani.libero.it/culturaspettacoli/project-nim-la-storia-del-cucciolo-di-scimpanz.html
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LA REPUBBLICA
8 OTTOBRE 2012
Premio Nobel per la medicina
a John Gurdon e Yamanaka
Gli scienziati hanno ricevuto l'onorificenza per i loro studi sulla clonazione. "La scoperta che le cellule mature possono essere riprogrammate per diventare pluripotenti è rivoluzionaria". Quest'anno per la crisi la fondazione Nobel ha diminuito il montante del premio del 20 per cento.
ELENA DUSI
STOCCOLMA -Può una cellula matura tornare bambina? E può un organismo adulto ritornare embrione? I due esperimenti che sembrano capovolgere le regole della logica oltre che della biologia sono stati portati a termine a oltre 40 anni da distanza l'uno dall'altro dallo scienziato inglese John Gurdon,79 anni, e da quello giapponese Shinya Yamanaka, 50 anni, che oggi hanno vinto il Nobel per la medicina.
Gordon è il padre storico della clonazione, che tanto fermento ha causato sul fronte della bioetica. Yamanaka quegli stessi malcontenti ha invece contribuito a sedarli, inventando una tecnica che permette di ottenere cellule staminali senza bisogno di toccare gli embrioni 1. Entrambi sono riusciti a invertire le lancette del tempo dell a vita "riprogrammando" individui e cellule adulti per riportarli allo stato embrionale. Con un esperimento che è diventato un classico dei manuali di biologia, Gurdon nel 1962 clonò una rana. Prese una cellula da un individuo adulto. Ne isolò il nucleo e lo inserì all'interno di una cellula uovo dopo aver rimosso il nucleo originario d i quest'ultima. Ne nacque un girino in piena salute. Il nucleo di una cellula di una vecchia rana era stato in grado di guidare la cellula uovo verso la formazione di una rana giovane. "Gordon - scrive oggi l'Accademia delle Scienze di Stoccolma che assegna il Nobel - aveva scoperto che la specializzazione delle cellule è reversibile". Dagli anni '60 a oggi la clonazione venne replicata su molte specie animali (famosi la pec ora Dolly e il cane Snuppy) e divenne quasi un fenomeno da baraccone, con la setta dei raeliani intenta a clonare un essere umano e specu lazioni sul modo migliore per riportare in vita un dinosauro. Difficilmente questa tecnica avrebbe potuto dare una mano concreta alla medicina senza l'aiuto di Yamanaka, che nel 2006 prese delle cellule adulte di topo e inserendovi una manciata di geni le trasformò in staminali dalle caratteristiche del tutto simili alle cellule di un embrione. L'esperimento di Yamanaka era estremamente semplice ed elegante. Come una sorta di pietra filosofale, il suo metodo forniva ai medici staminali in quantità per tentare di curare le malattie più svariate, e senza bisogno di distruggere embrioni. |
ETICAMENTE
8 OTTOBRE 2012
Investire un animale: cosa fare
Prima di tutto bisogna dire che investire un animale sulla strada e allontanarsi senza attivare i soccorsi è anzitutto un segno di insensibilità e inciviltà inoltre poi può costare molto caro.
Il codice della strada prevede delle sanzioni piuttosto elevate. L’articolo 189 del codice della strada tutela gli animali d’affezione, da reddito e protetti, cani e gatti, tartarughe e altri rettili. In caso di omissione di soccorso, il verbale è di 389 euro per il responsabile dell’incidente e 78 euro per gli altri coinvolti non responsabili, come i passeggeri o altri automobilisti coinvolti nel sinistro che però non hanno investito l’animale. Per la di Cassazione (sezione III penale, 22 luglio 2011, sentenza 29543), l’automobilista che dopo aver accidentalmente investito un animale domestico ometta, senza giustificazione alcuna, di soccorrere la bestiola impedendo altresì ad altre persone di prestare all’animale le dovute cure, può essere chiamato a rispondere di reato. È, infatti, riconducibile alla fattispecie criminosa, non solo commissiva ma anche omissiva, che, per crudeltà o senza necessità, cagioni la morte di un animale.
In caso di incidente nel quale è coinvolto un animale domestico ci si può rivolgere ad una di queste autorità: Corpo forestale dello Stato, Carabinieri (112), Polizia di Stato (113), Guardia di Finanza (117), Polizie municipali o provinciali, Vigili del Fuoco (118), Capitanerie di porto, Servizi veterinari aziende USL, Uffici veterinari del ministero della Salute, Anagrafe canina nazionale.
Forze dell’ordine e/o ASL che si rifiutano di rispondere alle vostre chiamate per soccorrere/recuperare/verificare lo stato di un animale incorrono in reato di Omissione d’atti d’ufficio: fatevi valere e non fatevi passare da uno all’altro.
Invece, per l’animale selvatico in difficoltà, bisogna contattare la Polizia provinciale competente per territorio, oppure il Corpo forestale dello Stato al numero unico nazionale 1515, che vi metterà in contatto con la stazione del Corpo Forestale più vicina al luogo di ritrovamento.
Chi assiste all’investimento di un animale con fuga del colpevole, deve prendere il numero della targa, comunicarlo agli agenti affinché siano applicate le giuste sanzioni: un pirata della strada a danno degli animali.
Per soccorrere un animale bisogna prima di tutto mettersi in sicurezza, con giubbino catarinfrangente, se di notte una torcia elettrica (meglio quelle a dinamo, non si rischia siano scariche e non inquinano), e prima di buttarci a capofitto sulla povera bestiola, assicurarci che non sopraggiungano altre vetture.
Se non è possibile avvicinare l’animale, per vari motivi, bisogna mettete in sicurezza la zona con i triangoli e chiamate i soccorsi.
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BLOGOSFERE
8 OTTOBRE 2012
Gatto succhia la lana: perché lo fa?
Capita a molti proprietari che il gattino di casa si accovacci sul loro grembo, faccia le fusa e inizi a succhiare il loro maglione. Perché lo fa?
Questo comportamento è definito "suzione della lana", perché in genere il gatto inizia a succhiare proprio questo tessuto; in seguito può dirigere la propria attenzione anche ad altri materiali (ad esempio, il cotone), succhiando anche magliette, tappeti, ecc.
La "suzione della lana" può derivare da un allattamento prolungato (oltre i 6 mesi di età) o da uno svezzamento precoce (prima del compimento del primo mese di vita).
I gatti che manifestano con maggiore frequenza questo comportamento appartengono alle razze orientali (Siamese e Burmese).
Alcuni autori ipotizzano che tale atteggiamento determini una produzione di serotonina, una sostanza rilasciata dall'encefalo, che trasmette al gatto una sensazione di sollievo e benessere.
Se la "suzione della lana" diventa eccessiva, viene ripetuta dal gatto in modo costante e viene associata a movimenti della bocca stereotipati, può rappresentare un vero e proprio disturbo compulsivo. Spesso i proprietari sottovalutano il disturbo e danno attenzioni al gatto (ad esempio, continuano ad accarezzarlo) mentre sta mettendo in atto il comportamento; in questo modo, però, non fanno altro che incoraggiare il gatto in questa manifestazione. In questi casi, la cosa migliore da fare è ignorare completamente il gatto.
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GREEN STYLE
8 OTTOBRE 2012
Cane e artrosi: consigli ed esercizi
I cani purtroppo invecchiano molto velocemente, tanto che la leggenda vuole che a ogni anno umano corrispondano sette anni canini. Così, raggiunti i circa 10 anni d’età, sono molti gli esemplari a soffrire di artrosi, una malattia degenerativa delle loro articolazioni. Muscoli meno potenti, ossa fragili, movimenti faticosi e dolore: sono questi gli effetti collaterali della patologia, che rischia di essere molto fastidiosa per Fido. Vi sono però alcuni consigli utili per minimizzarne le conseguenze e riguardano soprattutto lo stile di vita del cane Oltre a un’alimentazione controllata – il peso aumenta la pressione sul le articolazioni – è ovviamente indicata una corretta attività fisica. Ecco alcune strategie stilate dai veterinari
Consultare il veterinario: il primo passo da compiere qualora si pensasse il proprio cane sia affetto da artrosi, è quello di consultare uno specialista. È l’unico soggetto che può prescrivere adeguate cure farmacologiche per ridurne sintomi ed effetti spiacevoli;
Ginnastica a basso impatto: un cane affetto da artrosi ha bisogno di muoversi spesso, ma l’attività fisica non deve essere troppo gravosa. Si consiglia quindi il nuoto, qualora Fido amasse l’acqua, o passeggiate in pianura di 15/30 minuti almeno 5 volte la settimana. Non bisogna correre né fare sforzi eccessivi, è sufficiente un’andatura calma e distesa;
Riscaldamento: prima di ogni attività fisica, che sia la ginnastica a basso impatto o una semplice corsetta al parco, è necessario abituare i muscoli e le articolazioni del cane. Sono necessari, quindi, almeno 2 minuti di riscaldamento, come una breve camminata in cerchio. Così facendo, arriverà più sangue ai muscoli e il cuore aumenterà i suoi battiti in modo graduale;
Riposo: importante come il riscaldamento è anche la fase di riposo. Ogni venti minuti circa il cane dovrebbe fermarsi, ma non improvvisamente. L’intensità dell’attività fisica deve essere ridotta gradualmente fino allo zero, per poi concedere almeno 10 minuti di completo riposo. Per far questo, ci si può aiutare con un guinzaglio: quando il padrone diminuirà la propria velocità di camminata, di conseguenza lo stesso farà l’animale;
Controllare il dolore: durante la ginnastica, bisogna sempre osservare con occhio attento il cane. Per la gioia di muoversi, infatti, Fido potrebbe non manifestare in modo esplicito un dolore articolare o l’affaticamento, che tuttavia può essere riconosciuto da smorfie in viso, respiro affannoso o andamento lievemente zoppicante. In caso si riscontrassero questo sintomi, è indicato fare una pausa.
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LIBERO
8 OTTOBRE 2012
Animali: lo scoiattolo killer invade l'Europa
Roma - Quando nel 1948 i quattro scoiattoli grigi, portati in Italia dall'ambasciatore Miron Tylor, riuscirono ad evadere dalla loro gabbietta, nessuno immagino' quale minaccia potessero costituire per l'ambiente e per la specie rossa, autoctona del nostro Paese, praticamente scomparsa dalle regioni settentrionali e in forte ridimensionamento anche in altre aree della penisola, come ha rilevato uno studio condotto dalle Universita' di Torino, Genova e dell'Insubria.
A distanza di poco piu' di sessant'anni, gli scoiattoli grigi si sono rivelati un vero e proprio flagello, decimando gli scoiattoli rossi europei scacciati dai loro habitat naturali. Un problema non solo italiano che si e' diffuso in tutta Europa, Gran Bretagna compresa, dove gli scoiattoli grigi, che erano stati importati nel XIX secolo come 'novita' da giardino', superate le recinzioni si moltiplicarono invadendo tutto il Paese dalla Scozia al Galles; secondo alcune stime nel Regno Unito ora ci sarebbero oltre 5 milioni di scoiattoli grigi contro poco piu' di 120 mila rossi, concentrati in una sorta di ridotta scozzese dove resistono alla invadenza degli yankee.
Lo scoiattolo grigio americano, piu' grande di quello europeo, oltre ad essere particolarmente aggressivo, mangia di tutto, dalle rane alle uova di uccello, ai tronchi degli alberi cedui, fino al rivestimento dei cavi elettrici. A questo si aggiunge il fatto che e' portatore sano di un virus chiamato Parapoxvirus, una forma di vaiolo che uccide solo il piu' mite cugino europeo. In Italia la maggiore concentrazione di scoiattoli grigi e' al Nord dove coprirebbe un territorio vasto oltre 1000 chilometri quadrati.
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OGGI NOTIZIE
9 OTTOBRE 2012
Massacra il cane a bastonate in mezzo alla gente
Pescara - Il cagnolino, un bastardino di piccola taglia nero, un cucciolo che non avrà nemmeno 1 anno, gli è scappato perchè era senza guinzaglio e chiaramente spaventato dalle tante persone che giravano per la piazza, andandosi a rifugiare sotto ad un veicolo pargheggiato. Ma Giuseppe è riuscito ad afferrare il cane terrorizzato sotto la macchina e ha iniziato a picchiarlo brutalmente, senza pietà, con un bastone di legno, tenendolo per il collo, sollevandolo all'altezza del suo torace, e percorrendo tutto il corso del paese picchiando sullo stomaco la povera bestia che guaiva molto forte per il dolore.
Ma nonostante decine di persone si siano messe ad urlare ed imprecare contro d i lui, Giuseppe continuava imperterrito a torturare il povero cucciolo senza aprire bocca. Poi, dopo aver bastonato violentemente l'animale, l'ha trainato fino alla sua abitazione poco distante dalla Piazza, senza smettere però di picchiarlo. Un fatto esecrabile, ignobile, vergognoso, quello accaduto ieri pomeriggio a Città di Sant'Angelo in provincia di Pescara tra le 19 e le 20. Tutta la scena sarebbe stata però ripresa dalle telecamere che si trovano lungo il corso Vittorio Emanuele, e l'associazione animalista Aidaa ha presentato denuncia contro l'uomo per maltrattamento di animale, chiedendo che il povero cagnolino gli venga immediatamente sequestrato. E dopo, magari, trovi un padrone che possa almeno definirsi 'umano'. |
GEA PRESS
9 OTTOBRE 2012
San Nicola l’Arena (PA) – sterminati i gatti “marini”
Avvelenamento ripetuto – tutti i corpi misteriosamente rimossi.
Sono misteriosamente scomparsi tutti i corpi dei micetti avvelenati nel litorale di San Nicola l’Arena, in provincia di Palermo. Stamani la conferma è arrivata dagli stessi inquirenti. Impossibile, dunque, accertare la dinamica dell’accaduto ed il tipo di veleno utilizzato. Altrettanto impossibile, per lo stesso motivo, ogni auspicabile intervento da parte dell’ASP e dell’Istituto Zooprofilattico.
L’unica cosa certa è che la colonia felina che pacificamente viveva lungo il litorale è stata sterminata. Più avvelenamenti consecutivi.
Almeno venti gatti hanno così perso la vita. Altri, fino ad oggi, mancano all’appello. Anche per loro, purtroppo, si teme il peggio. L’avvelenamento è avvenuto a ridosso degli scogli portuali.
“Qui mi conoscono tutti – racconta a Geapress Eleonora, un’animalista del posto – hanno aspettato che non ci fossi per agire ignobilmente e fino alla fine”.
L’allarme scatta proprio da Eleonora, una volontaria del luogo, che si occupa, da tempo, di diverse colonie feline della zona. “Dal venti settembre ad oggi – aggiunge la ragazza – è in corso un’autentica carneficina“.
Prima di quella data, infatti, i gatti di quella colonie felina, che vivevano fra i rifiuti e gli scogli del porticciolo, non erano mai stati presi di mira. Men che meno, poi, in quel modo orrendo e totalitario. Sembrava, riferisce qualche residente del luogo, che gli avvelenamenti riguardassero “solo” i cani, confermando il triste fenomeno, piuttosto diffuso nell’hinterland palermitano.
“Abbiamo chiamato la Polizia Municipale – ha dichiarato Giuseppe Purpi, volontario della LIDA di Palermo – Gli attivisti sono prontamente giunti sul posto, ed hanno rilevato la presenza dei corpi. Successivamente – aggiunge Giuseppe Purpi – è stata inoltrata regolare denuncia dei fatti, presso il Comando dei Carabinieri“.
http://www.geapress.org/randagismo/san-nicola-larena-pa-sterminati-i-gatti-marini/33614
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AGEN PARL
9 OTTOBRE 2012
ANIMALI: AIDAA, STRAGE DI CANI NEL COMUNIE DI MIRANDA (IS)
Isernia - "Una vera e propria strage di cani e gatti avvelenati negli ultimi venti giorni a Miranda un comune in provincia di Isernia. Dalle segnalazioni pervenute all'associazione italiana difesa animali ed ambiente nel corso delle ultime tre settimane almeno una quindicina di cani sarebbero stati uccisi con il veleno, si tratta di 12 cani vaganti le cui carcasse sarebbero state rinvenute nella zona del palazzetto dello sport e dopo la denuncia del ritrovamento sarebbero misteriosamente sparite senza che i cadaveri fossero trasportati all'istituto di zooprofilassi per gli accertamenti in merito alle cause di morte". Altri due o tre cani sono morti avvelenati nelle loro proprietà ed infine stando alle segnalazioni si registrerebbe anche l'assenza di questi giorni di altri cani vaganti che vivevano ai bordi del paese, assenze che se sommate a quelle segnalate porterebbero ad oltre 30 i cani uccisi in pochi giorni nel piccolo comune molisano".
"Oggi abbiamo presentato una denuncia alla procura della repubblica di Isernia". Lo dichiara in una nota Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA. "In quanto chiediamo che vengano individuati e puniti i responsabili di questo reato. In paese stando al racconto delle volontarie si vive una situazione drammatica da quando il sindaco ha esposto dei cartelli che vietano di portare i cani liberi negli spazi pubblici. Tutto questo è giusto- conclude Croce- ma è altrettanto giusto che il sindaco avverta la popolazione che uccidere i cani con il veleno è un reato penale e che ogni caso sarà da noi denunciato e che i colpevoli se scoperti rischiano il carcere". |
IL MESSAGGERO
9 OTTOBRE 2012
Gaeta, sterminata colonia di gatti
GAETA (LT) - Una ventina di gatti sono stati avvelenati l'altra sera a Gaeta. Qualcuno ha cosparso una polvere altamente tossica nell'acqua e sul cibo che alcune signore sono solite portare alla colonia di gatti che abitava in viale Australia a Gaeta, città del basso Lazio in provincia di Latina. Circa venticinque gatti sono morti nel giro di pochi minuti e sono stati anche chiamati i carabinieri e un veterinario che hanno prelevato la polvere bianca utilizzata per avvelenare le bestiole. Potrebbe trattarsi di stricnina anche se dovranno essere le analisi a stabilire la natura del veleno. Se così fosse l'ignoto avvelenatore avrebbe messo a serio rischio anche l'incolumità delle persone, visto che la stricnina è altamente tossica.
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LA ZAMPA.IT
9 OTTOBRE 2012
Dopo la morte della giraffa, Parma vieta l’uso di animali al circo Martini
Il Comune ha emesso un’ordinanza che vieta l’uso e l’esposizione di animali per attività di spettacolo e di intrattenimento del pubblico
Parma - Non c’è pace per il circo Martini. Dopo l’allontanamento da Imola, dove nelle scorse settimane una sua giraffa è fuggita ed è morta, anche il Comune di Parma, prossima sede dei suoi spettacoli, ha emesso un’ordinanza che vieta l’uso e l’esposizione di animali per attività di spettacolo e di intrattenimento del pubblico. Una decisione che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco grillino Federico Pizzarotti ha preso alla luce del «clima di agitazione» che l’arrivo del circo ha suscitato a Parma. L’ordinanza, la cui inosservanza comporta la denuncia, &egra ve; stata presa per motivi di ordine pubblico e di sicurezza, dopo che nei giorni scorsi sono arrivate in Comune decine di lettere contrarie all’esibizione del circo nella città emiliana. Contrario al provvedimento il senatore Pdl, Carlo Giovanardi: «Nell’Italia dove emergono ogni giorno bizzarrie e surreali comportamenti degli amministratori degli enti locali - afferma in una nota - i comuni di Imola, prima, e Parma oggi, vietando contra legem l’entrata degli animali dei circhi dopo aver concesso tutte le autorizzazioni necessarie, distruggono una tradizione culturale e mettono sul lastrico migliaia di lavoratori del settore».
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MATTINO DI PADOVA
9 OTTOBRE 2012
Sette cani denutriti, coppia denunciata a Fontaniva
Polizia locale e guardie zoofile della Lac hanno sequestrato gli animali a una coppia di giovani che si era stabilita in una roulotte sull’argine del Brenta
Cristina Salvato
FONTANIVA (PD). La polizia locale e le guardie zoofile della Lac hanno sequestrato sette cani ad una coppia che si è stabilita dentro una roulotte sull’argine del Brenta a Fontaniva: l’uomo e la donna, entrambi pregiudicati per vari reati, sono stati denunciati per maltrattamento di animali. I poveri cani, quattro cuccioli e tre di circa due anni, erano magri e disidratati. La coppia (lui, F.C. di 38 anni e lei, C. M. di 27) stazionano da tempo sull’argine, non molto lontano da un gruppo di nomadi che si accampa nei dintorni e che di cani ne avrà almeno una ventina. I due, invece, almeno quando i vigili e le guardie sono intervenuti sabato, di cani ne avevano sette, meticci e probamente nati da vari incroci sempre all’interno della stessa famiglia, perchè si assomigliano tutti. Le condizioni in cui li tenevano, però, non sono passate inosservate e qualcuno ha provveduto a segnarle alla polizia locale, che è intervenuta con la collaborazione delle guardie zoofile. Lo spettacolo non è stato dei più idilliaci: sporcizia e rifiuti erano sparsi ovunque sul terreno. Per l’età e la taglia, i cani apparivano decisamente magri e soprattutto disidratati per la carenza di acqua. Erano tenuti, poi, legati agli alberi che delle corde lunghe appena mezzo metro, che rendevano impossibile loro i movimenti più minimi. Infestati da parassiti, sul corpo non erano presenti lesioni evidenti, ma l’atteggiamento spaventatissimo che hanno mostrato verso gli esseri umani, fa sospettare che venissero maltrattati. In attesa della decisione del tribunale, i cani, adesso ospitati in una struttura, […]
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FIRENZE TODAY
9 OTTOBRE 2012
Montaione (FI): sparano in testa a un cucciolo di capriolo
Montaione (FI) - Un cucciolo di capriolo è stato trovato in fin di vita vicino a un centro di recupero Italian Horse Protection. I gestori su facebook: "Da oggi più che mai dichiariamo guerra ai cacciatori"Ieri sera un cucciolo di capriolo è stato ferito a morte da un colpo d'arma da fuoco, esploso da distanza ravvicinata, vicino al centro di recupero Italian Horse Protection nel comune di Montaione. A ritrovare l'animale, in fin di vita, come riporta l'agenzia Geapress, gli operatori del centro. Il capriolo, che perdeva copiosamente sangue dal naso, si è spento dopo pochi minuti sotto gli occhi dei soccorritori. A niente è servito la ricerca di un veterinario.Dal centro ricordano come nel pascolo di Fignano i cacciatori non possano entrare. A questo si aggiunge il fatto che la caccia, secondo il calendario venatorio 2012 - 2013 della Provincia di Firenze, negli ATC FI4 ed FI5, sia sospesa per quel che riguarda i piccoli. Per ripartire nel 2013. Duro lo sfogo dei gestori su profilo facebook: "Era stato impallinato da dietro e aveva un'emorragia dal naso. Da oggi più che mai dichiariamo guerra ai cacciatori: chiunque volesse darci una mano per giri di controllo nei pascoli, azioni di disturbo ecc..."
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GEA PRESS
9 OTTOBRE 2012
L’agonia del capriolo impallinato – a Firenze si spara pure ai neonati
Ucciso a due passi dai cavalli recuperati da IHP.
A due passi dai cavalli del Centro di Recupero di Italian Horse Protection a Montaione (FI). Gli hanno sparato alle spalle ed è stato trovato in fin di vita nel corso dell’ultimo giro di controllo che ieri sera, hanno eseguito gli operatori del Centro. Il povero capriolo, come ha riferito la Polizia Provinciale, è stato centrato da un colpo ravvicinato che ha provocato una violenta emorragia interna. L’animale, infatti, perdeva copiosamente sangue dal naso.Gli operatori del Centro hanno cercato di soccorrerlo ma non c’è stato niente da fare. Dopo alcuni minuti di atroce agonia, il capriolo è spirato sotto gli occhi dei suoi soccorritori.Un fatto che sembra ricollegarsi ad altri episodi occorsi dall’inizio della stagione venatoria. Il tutto, sempre a due passi dal Centro di IHP.“Ci troviamo in situazioni simili e comunque sotto costante preoccupazione per noi e per gli animali che vivono nei nostri pascoli – riferiscono da Italian Horse Protection – Qui i cacciatori per legge non possono entrare, eppure lo fanno spesso, anche rompendo le recinzioni in alcuni punti, salvo scappare appena sentono il nostro arrivo“.Gli operatori del Centro rafforzeranno ora le misure di prevenzione cercando così di tenere più lontano possibile chi, riferiscono da IHP, si diverte a sparare ed uccidere. Per questo viene fatto appello ai volontari. “Dateci una mano per tenere lontani i cacciatori“.Giova ricordare che, in base al calendario venatorio della Provincia di Firenze, negli ATC FI4 ed FI5 è sospesa la caccia al capriolo. Fino al 30 settembre era possibile uccidere finanche i neonati. Si riprenderà con diverse classi a partire dal primo gennaio.
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IL TIRRENO
11 OTTOBRE 2012
Ucciso capriolo nel centro di recupero per cavalli
MONTAIONE (FI) - Trovato capriolo ferito, impallinato da un cacciatore in uno dei pascoli dove sono ospitati i cavalli del centro di recupero “Italian horse protection association”: è morto dopo lunghi minuti di agonia. L’altra sera, racconta uno dei responsabili Sonny Richichi, «durante l'ultimo giro di controllo ai nostri cavalli, al pascolo di Fignano, abbiamo trovato un capriolo ferito. Era stato chiaramente impallinato da dietro (e anche a distanza ravvicinata, come ci ha detto poi un esperto della polizia provinciale); aveva anche un’emorragia dal naso». « E’ morto davanti ai nostri occhi - spiega ancora Richichi - dopo lunghi minuti di agonia, mentre cercavamo un veterinario o un posto dove potessero curarlo. Sin dall’inizio della stagione venatoria ci troviamo in situazioni simili e comunque sotto costa nte preoccupazione per noi e per gli animali che vivono nei nostri pascoli: qui i cacciatori per legge non possono entrare, eppure lo fanno spesso, anche rompendo le recinzioni in alcuni punti, salvo scappare appena sentono il nostro arrivo» E conclude:« Rafforzeremo i controlli e le misure per tenere lontano il più possibile chi si diverte a sparare e ad uccidere: chiunque volesse darci una mano può contattarci via e-mail ([email protected]) o via telefono al 327 9041393».
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MESSAGGERO VENETO
9 OTTOBRE 2012
Volpi in città: uccisa una in via Buttrio
Prov. Di Udine - Aumenta la presenza di animali selvatici nei centri urbani. Tra Cormor e Torre trovano un habitat ideale
Volpi e animali selvatici sempre più vicini alla città. A volte la loro presenza nelle aree urbane obbliga le guardie venatorie a intervenire, anche uccidendo l'animale, come è accaduto qualche giorno fa in via Buttrio dove l'episodio ha suscitato non poche perplessità fra i cittadini.
Le cifre sono abbastanza chiare. Nella sola mattinata di ieri gli addetti della guardia faunistica e venatoria della Provincia di Udine si sono occupati del recupero di sette esemplari di volpe, tutti deceduti, trovati ai margini delle strade, uno dei quali a un passo da Udine, lungo la tangenziale.
Quest'estate l'Ass4 del Medio Friuli ha anche effettuato una campagna di vaccinazioni anti-rabbia per le volpi, disseminando esche. E, forse, anche in seguito a questa campagna le varie colonie di volpi sono ulteriormente proliferate.
Gli esperti ora stimano che la loro presenza in alcune zone a ridosso della città, tra il Cormor e il parco del Torre in primo luogo, superi notevolmente quella di altre zone più distanti da grandi agglomerati urbani e che gli animali selvatici vi trovino un habitat favorevole.
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MATTINO DI PADOVA
9 OTTOBRE 2012
Ambulante utilizzava reti per catturare gli uccelli
Due volatili erano ancora impigliati nelle trappole, 48 erano custoditi in gabbie. Nell’abitazione dell’uomo a Curtarolo sequestrati anche dei richiami vietati
Silvia Bergamin
CURTAROLO (PD). Il Corpo Forestale di Cittadella, guidato da Cristiano Citton, ha effettuato un sopralluogo nell'abitazione di un commerciante ambulante in pensione, trovando e sequestrando sette ampie reti per la cattura di volatili, tutte posizionate e con due uccelli vivi catturati, 48 uccelli vivi in gabbie per richiamo, un centinaio di uccelli morti e spennati e due richiami uccelli elettronici.
Gli animali vivi – alcuni dei quali anche feriti – si trovavano all'interno di gabbie non idonee, in una stanza totalmente buia e non areata: sono stati affidati per le cure all'associazione “Il Gheppio”, di Villafranca Padovana. Le indagini sono in corso e si presume che l'uomo, da tempo, in modo irregolare e privo di autorizzazione, catturasse volatili al fine, sia di venderli per richiamo a cacciatori, ma anche per ristoranti o persone come alimenti.
Durante la verifica degli spazi, alla presenza dei tecnici del settore Igiene alimentare dell'Uls 15, è stato trovato un deposito di generi alimentari: il furgone dell'anziano, inoltre, era carico di prodotti. È stato appurato che il pensionato non aveva mai interrotto la sua attività, giustificandosi che si recava dagli anziani impossibilitati a fare la spesa. L'uomo era privo di autorizzazione al commercio ambulante e gli alimenti non erano conservati secondo le disposizioni di legge: i formaggi, ad esempio, erano in un frigo, non a temperatura controllata. Tutti i prodotti sono stati sequestrati e le attrezzature confiscate. La denuncia non è ancora stata formalizzata poichè la Procura sta vagliando per quali reati l’uomo sia perseguibile.
Proseguono intanto le verifiche degli agenti cittadellesi per la salvaguardia degli animali, il rispetto dell'ambiente e le altri funzioni d'istituto.
FOTO
http://mattinopadova.gelocal.it/foto-e-video/2012/10/09/fotogalleria/ambulante-utilizzava-reti-per-catturare-gli-uccelli-1.5831052
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GEA PRESS
9 OTTOBRE 2012
Brescia – bracconieri più giovani ed agguerriti
Gli interventi del NOA del Corpo Forestale – polemica tra le Associazioni e la Provincia.
Trentatré notizie di reato elevate dai Forestali del NOA (Nucleo Operativo Antibracconaggio) in servizio dallo scorso fine settembre nelle vallate del bresciano. L’intervento più rilevante è avvenuto venerdì scorso nel Comune di Dello. Un campo di mais che, secondo il Corpo Forestale dello Stato, potrebbe essere stato coltivato allo scopo. Tra le piante erano state sistemate ben 140 metri di reti per uccellagione e tre richiami elettromagnetici funzionanti. Poi una voliera con non meno di trenta uccelli, tutti appartenenti a specie protette, tra i quali pettirossi, capinere, fringuelli e tordi bottacci. Animali da poco catturati e per questo immediatamente liberati.Domenica, poi, un altra grossa operazione con 26 uccelli sequestrati. In questo caso, però, erano già stati singolarmente sistemati in singole gabbiette. Al fine di potere valutare la liberazione in natura, sono stati trasferiti al Centro di recupero “Il Pettirosso” di Modena, dove verranno monitorati ed infine liberati. Anche per quest’ultimo sequestro sono state trovate reti e richiami acustici.Secondo il NOA, nel bresciano appaiono sempre più in disuso gli archetti. Trappole, cioè, più complesse costituite da un meccanismo a scatto montato su una “arco” di legno. Richiede continua manutenzione e pertanto i bracconieri utilizzano sempre più piccole trappole in metallo, peraltro più facilmente occultabili. Piccole tagliole di circa 15 centimetri di diametro, dello stesso tipo di quelle utilizzate per i topi.A farla da padrona, però, sono le reti per la cattura di animali vivi. Quello che preoccupa però i Forestale sono i prossimi giorni. La stagione della migrazione, infatti, quest’anno tarda a partire. Stanno invece migrando i fringuelli, segnalati particolarmente in pianura, dove per ora sono maggiormente presenti i bracconieri. Per tutto il resto, però, non si sono avuti passaggi significativi.Per il NOA il bracconaggio è ancora molto vivo nel bresciano. Si starebbe, inoltre, abbassando l’età media dei bracconieri. A riferilo a GeaPress è il Comandante delle squadre antibracconaggio Campolmi. “Abbiamo denunciato – riferisce il Commissario Capo Carlo Campolmi – bracconieri di una classe d’età media più giovane – riferisce il Comandante – rispetto ai più anziani bracconieri degli anni scorsi “.Dunque un bracconaggio che tende non solo a mantenersi ma anche a rigenerarsi.Trentatré notizie di reato che, per otto bracconieri, hanno riguardato persone con regolare porto d’armi uso caccia. In più casi, nel corso delle operazioni antibracconaggio, sono stati fermati cacciatori in possesso di richiami elettroacustici (mezzi di caccia vietati dalla legge) e fauna protetta abbattuta. I luoghi finora interessati dagli interventi antibracconaggio riguardano un’area compresa tra il lago d’Iseo e quello di Idro, in zone prevalentemente collinari e pianeggianti.Un fatto preoccupante dunque che sembrerebbe, però, essere affrontato solo dal Corpo Forestale dello Stato. Appena due giorni addietro, infatti, un comunicato congiunto delle Associazioni bresciane aveva denunciato l’impossibilità ad ottenere un intervento da parte della Polizia Provinciale. Per le Associazioni, infatti, il Nucleo ittico-venatorio della Polizia provinciale potrebbe essere stato spostato ad altre mansioni per evitare di infastidire le doppiette più oltranziste Anche per le Associazioni nei prossimi g iorni potrebbe registrarsi un aumento della migrazione.
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GEA PRESS
9 OTTOBRE 2012
Bracconaggio fuori controllo (video)
La strana commistione tra caccia legale ed illegale.
Sono in tutto 15 i cacciatori di frodo sanzionati dal Nucleo delle Guardie Venatorie Volontarie del WWF di Brescia nel corso delle prime tre settimane di caccia. Solo in un caso si trattava di un bracconiere privo di porto d’armi uso caccia denunciato a Bagnolo Mella (BS) per porto abusivo d’arma. Fucile posto sotto sequestro grazie all’intervento dell’Arma dei Carabinieri.
Bresciani in trasferta, invece, quelli denunciati nell’Oltrepò pavese. Due cacciatori di Lumezzane, infatti, sono stati sorpresi in un appostamento fisso mentre utilizzavano un sofisticato impianto consistente in due richiami elettromagnetici, tre trombe amplificatrici, telecomando e sistema elettrico interrato.
Proprio in provincia di Pavia, nel Comune di Zavattarello, era intervenuta nei giorni scorsi la Polizia Provinciale. Due cacciatori di frodo erano stati denunciati per introduzione di armi e munizioni in area protetta. I due bracconieri hanno tentato la fuga una volta individuati dalla Polizia Provinciale. Vana, però, sia la fuga che il tentativo di disfarsi di un fucile. Nel corso della perquisizione domiciliare, il ritrovamento di armi e munizioni non denunciate.
In generale ad essere maggiormente riscontrato, nel corso dei controlli delle Guardie del WWF, è stato il ritrovamento di impianti elettromagnetici. Irregolarità diffuse scoperte grazie alle segnalazioni pervenute al numero antibracconaggio messo a disposizione dal WWF Lombardia (328 7308288). Molte decine le telefonate pervenute. In molti casi dalla Val Camonica, dalla Franciacorta e dalle colline moreniche del Garda.
Bracconaggio anche in Veneto dove la Polizia Provinciale di Verona ha scoperto una sorta di deposito di munizioni presso casa di un uomo di Cologna Veneta il quale, oltre a detenere vario munizionamento e quattro fucili da caccia regolarmente denunciati, ne aveva un quinto dotato di silenziatore, mezzo questo vietato dalla legge. Nella cantina ove sono state trovate le armi anche tre gabbie trappola, 13 tagliole per uccelli, 13 lacci-cappio in metallo per mammiferi e reti per la cattura degli uccelli.
VEDI VIDEO:
http://www.geapress.org/caccia/bracconaggio-fuori-controllo-video/33618
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LA PROVINCIA PAVESE
9 OTTOBRE 2012
Nelle mie terre non si caccia e la Provincia mi dà ragione
Gabriele Conta
VIGEVANO (PV) «Mi hanno ucciso una papera da compagnia. E abbiamo persino trovato dei pallini da caccia in giardino». Era esasperata Maria Luisa Ferretti: a causa dei cacciatori che sconfinavano non poteva quasi più passeggiare liberamente nella sua cascina. «Così mi sono rivolta allo Studio Selva di Vigevano», spiega. «E sono riuscita ad estendere il divieto di caccia alle mie proprietà». La storia di Maria Luisa Ferretti può servire da esempio per molti. «La mia non è una battaglia contro i cacciatori – dice la donna –. Quello che voglio fare è lanciare un messaggio positivo, e aiutare le persone a riflettere». La sua vicenda inizia circa u n anno fa, quando decide di rivolgersi allo studio Selva di Vigevano per cercare di estendere il divieto di caccia ai terreni della sua azienda agricola vicino ai laghi Santa Marta. «E’ lo stesso studio che gestisce il centro parco della Sforzesca – spiega la donna –. Lì mi hanno aiutato tantissimo».Prima di poter vietare la caccia nella sua proprietà, infatti, ci sono voluti diversi incontri con l’amministrazione provinciale e le guardie del Parco del Ticino. «Abbiamo avuto anche il supporto tecnico e burocratico della dottoressa Roberta Casarini, della Lega anti caccia», spiega Ferretti. E alla fine, la tanto attesa comunicazione è arrivata. «Dopo aver ricevuto comunicazione dalla Provincia di Pavia – scrive Giorgio Guardamagna, commissario dell’Atc di Mede – abbiamo ottenuto di modificare i confini della locale Zra», una “zona di rifugio e ambientamento”, dove vige il di vieto assoluto di caccia. Ora infatti una serie di nuovi cartelli corre tutto intorno alle 300 pertiche di terreno dell’azienda agricola di Maria Luis a Ferretti. «Ho trovato qualche resistenza, ma anche comprensione», dice la donna. D’altronde il suo amore per gli animali ha radici ben profonde, e si lega anche all’antica filosofia indiana dei Veda. Ora che i colpi di fucile non risuonano più qui intorno Ferretti si sente sollevata. «Non ci sarà mai progresso se non verrà riconosciuto il diritto alla vita di tutti gli esseri viventi».
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ANSA
9 OTTOBRE 2012
Ambiente: Rinaldi; no lunghi viaggi animali prima macellazione
Manifesto di Malta: evitare sofferenze
BRUXELLES - Gli animali che vanno incontro alla macellazione ''non siano sottoposti a lunghi viaggi'' che gli possono arrecare ''troppe sofferenze''. E' quanto ha indicato il capodelegazione Idv al Parlamento europeo Niccolo' Rinaldi che ha aderito al 'Manifesto di Malta', varato a La Valletta venerdi' scorso, per la tutela degli animali. Nel manifesto si legge che ''milioni di animali vivi vengono trasportati su lunghe distanze sulle strade europee, a volte per diversi giorni, per poi essere macellati al momento dell'arrivo''. ''Questa enorme quantita' di sofferenza - continua il manifesto - puo' essere facilmente evitata prevedendo l'uccisione degli animali nel piu' vicino mattatoio alla fattoria e poi il trasporto di carni e carcasse''. Contestualmente al varo del manifesto, e' stata lanciata la campagna '8hours' d a Animals' Angels, un'organizzazione internazionale che ha documentato centinaia di casi di gravi sofferenze subite dagli animali trasportati su lunghe distanze.
''Il Commissario Dalli, che a piu' riprese ha rilasciato dichiarazioni assai contraddittorie; ha aggiunto Rinaldi - ora deve impegnarsi a presentare una nuova proposta legislativa sul trasporto di animali vivi e sui tempi di trasporto. Si tratta di una questione di civilta' che deve essere subito affrontata per evitare inutili sofferenze e abusi''. |
GEA PRESS
9 OTTOBRE 2012
Veneto e il “teorema Zanoni”: minacciate le tasche dei Consiglieri, le cacce in deroga potrebbero saltareLa Commissione rinvia per valutare risvolti penali e civili - successo dell'europarlamentare veneto.
Rischio multe e forse non solo. La decisione di rinviare la discussione sulla caccia in deroga, adottata ieri dalla Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale veneto, potrebbe aver tenuto conto anche dello stravolgimento del calendario venatorio. Fatto, quest’ultimo, avvenuto grazie al ricorso presentato dalle Associazioni. Tra i numerosi effetti del ricorso, infatti, anche la riduzione delle specie cacciabili da 44 a venti. Meno della metà dunque. Quanto basta per destare un minimo di precauzione prima di consentire la caccia anche a specie protette e particolarmente protette (caccia in deroga) già oggetto di pesanti interventi della Corte di Giustizia europea e del Commissario Europeo all’Ambiente che ha fatto diretto riferimento alla possibilità di pesanti sanzioni.
Sta di fatto che la Commissione Agricoltura ha ora subordinato il suo intervento ad un parere dell’Avvocatura della Regione. Questo al fine di valutare ”eventuali responsabilità civili e penali” che deriverebbero dall’approvazione di tale norma, ”anche in relazione con la sentenza di condanna già pronunciata nel 2010 dalla Corte di Giustizia Europea”.Un richiamo, quello delle responsabilità civili e penali, che non può non ricollegarsi all’attività dell’europarlamentare veneto Andrea Zanoni (IdV), da sempre vicino alle tematiche protezioni stiche. Nei giorni scorsi Zanoni aveva finanche incontrato il il Procuratore Capo della Corte dei Conti di Venezia, Dott. Carmine Scarano. Il Procuratore aveva confermato, stante quanto riferito da Zanoni, la possibilità di far pagare personalmente ai responsabili regionali le eventuali sanzioni europee sulla caccia in deroga come previsto dalla legge italiana numero 11 del 2005.Forse le centinaia di milioni di euro in tal maniera imputabili, hanno determinato il rinvio della decisione che avrebbe aperto la strada alla mattanza autorizzata con Delibera di Giunta ma anche al corposo prelievo non più alle tasche dei cittadini tutti ma a chi direttamente responsabile dell’approvazione di un provvedimento con vizio di legittimità.Ora, in Consiglio Regionale, si parla apertamente non solo dei voti contrari delle opposizioni ma anche di tradimenti in casa PdL. Agevolazioni in casa dei cacciatori facilmente riconducibili nell’asse Lega Nord Stival-Zaia-Tosi e, per quanto riguarda il PdL, nelle posizioni Berlato-Donazzan, quest’ultima Assessore regionale del Veneto. Soprattutto per il Pdl l’atteggiamento filo caccia riguarderebbe solo una parte dello schieramento, a dire il vero fratturato da recenti e note polemiche tra gli stessi esponenti.“La paura fa novanta – ha riferito l’On.le Zanoni – I consiglieri, terrorizzati dall’eventualità di dover pagare di tasca loro le multe europee, hanno preferito rinviare la votazione. Comunque vada, abbiamo assicurato il passaggio incolume a centinaia di migliaia di fringuelli nei cieli veneti almeno per un’altra settimana visto l’attuale periodo di massimo picco migratorio”.Dunque, stante così le cose, il “teorema Zanoni” parrebbe proprio stare avendo successo. |
CORRIERE DI COMO
9 OTTOBRE 2012
Sesso con gli animali, “incontri” anche nel Comasco
Fabrizio Barabesi
La denuncia di un’associazione che da anni lotta contro gli abusi su cani e cavalli
Si ritrovano in case private dopo essersi messi in contatto via web. Spesso utilizzano il passaparola. Si spostano tra Como, Varese e Lugano per partecipare a orge dove sarebbero coinvolti alcuni animali. Cani e cavalli gli involontari protagonisti di questi incontri erotici di gruppo. La denuncia shock arriva dall’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa), che ha raccolto dati e testimonianze. In possesso del presidente dell’associazione svariati indirizzi di posta elettronica dei presunti protagonisti e altrettante mail che certificano date e particolari degli appuntamenti. Inquietante l’oggetto della corrispondenza elettronica che gira in rete: animal sex. Altrettanto discutibile il con tenuto. «Ciao, siamo un gruppetto formato da coppie e con i nostri amici a quattro zampe vorremmo proporvi di partecipare a un incontro del genere animal», si legge nel testo. Tutto nasce dalla confessione di una donna - residente in città - che, dopo aver partecipato a uno di questi incontri, nato in principio come un festa per coppie scambiste, e poi trasformato in qualcos’altro, ha deciso di prendere immediatamente le distanze da questa realtà e denunciare quanto visto. «Mi ha contattato, al numero arancione che mettiamo a disposizione per chi volesse segnalare maltrattamenti nei confronti degli animali - dice il presidente di Aidaa, Lorenzo Croce - e ha raccontato quanto visto. Abbiamo subito iniziato a fare controlli. A partire dalla donna stessa che ci ha raccontato l’episodio. L’abbiamo subito richiamata per aver e conferma che non si trattasse di qualche strano scherzo. In Italia tutto ciò non è considerato reato, ma dobbiamo assolutamente fare qualcosa». I responsabili di Aidaa, in queste ore, prima di presentare una denuncia, stanno verificando le identità dei componenti del gruppo (residenti nelle province di Milano, Como, Sondrio, Novara, Varese e nel Canton ticino), analizzando sia i profili Facebook, sia le mail. «Secondo quanto siamo riusciti a capire, ci sono alcuni capi gruppo che mettono a disposizione le loro case di campagna nelle province del Nord della Lombardia, in particolare tra Como, Lecco e Sondrio e nella zona di Lugano, per organizzare questi incontri di sesso con animali - dice sempre Lorenzo Croce - È un gruppo di persone ristretto, formato da una trentina di individui che è costantemente alla ricerca di proprietari di cani da inserire nell’elenco. E si parla anche dell’utilizzo di cavalli». Da una prima parziale ricostruzione della mappa dei partecipanti, «ne sono stati individuati 3 in provincia di Como, 5 nel Varesotto e altri nei pressi di Lugano» ;, dice sempre Croce. L’Aidaa, intanto, ha avviato anche una petizione per chiedere che in Italia la zoorastia venga considerata un reato, punibile con il carcere e con una multa di almeno 50mila euro, dopo che a giugno la stessa associazione aveva inoltrato all’Unione Europea una richiesta per chiedere che venisse bandito il sesso con animali da tutti i Paesi dell’Unione. Intanto, chi volesse firmare la petizione si può collegare al sito http://firmiamo.it/zoorastia-sia-reato. Per segnalazioni è invece possibile contattare i numeri 392.6552051 e 347.8883546. «Ci battiamo da anni contro ogni forma di maltrattamento degli animali. Soltanto l’anno passato abbiamo fatto oscurare 12 siti che mostravano immagini e filmati di questo tipo», conclude il presidente Lorenzo Croce. |
GEA PRESS
9 OTTOBRE 2012
Giappone – i delfini vanno in aereo: finiranno la loro esistenza in un delfinario
Arrestato un attivista tedesco.
Sono stati caricati su due camion e portati in aeroporto. Fine di sei delfini catturati tre settimane addietro nella baia macello di Taiji, nel Giappone sud orientale. Per loro, da qualche parte del mondo, un delfinario si appresta a rinchiuderli per sempre in vasca. Avvolti come salami in una guaina gommata sollevata da una gru, i poveri animali sono stati inseriti in contenitori metallici poco più grandi delle loro stesse dimensioni. Due camion, sotto gli occhi vigili della polizia e degli acquirenti, si sono poi diretti in aeroporto.
Almeno la statua del ramponiere (una buona parte dei delfini catturati a Taiji, vengono infatti arpionati e macellati) porterà un ricordo. Un attivista di origini tedesche, che aveva partecipato alla sorveglianza nella baia e subito allontanato da Sea Shepherd, si è infatti arrampicato nella statua del ramponiere danneggiandola sebbene non intenzionalmente. E’ stato arrestato dalle autorità nipponiche e dovrà ora rispondere del danneggiamento e del possibile risarcimento. Iniziative, queste, non consentite dalla stessa Sea Shepehrd.
I rapporti con le autorità nipponiche del luogo sono da sempre molto delicati. Di fatto non è più concesso potere assistere direttamente alle operazioni di macellazione. Gli attivisti, però, presidiano le vicine colline dalle quali è possibile vedere salpare il gruppo di circa 12 barche che, armate di potenti ripetitori acustici calati in acqua, spingono i delfini all’interno della baia. Una rete bloccherà per sempre la loro fuga in mare, mentre macellai ed emissari di delfinari si spartiscono i mammiferi marini.
In più occasioni si sono avuti momenti di tensione ed arresti poi rilevatesi ingiustificati, come quello dell’attivista di Sea Shepherd Erwin Vermeulen, assolto dalle accuse montate a suo danno (vedi articolo GeaPress)
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GEA PRESS
10 OTTOBRE 2012
Giappone – scoperto il trafficante di delfini: uno spagnolo che porterà i cetacei in Europa
Potrebbe essere una persona che lavora per la multinazionale spagnola Aspro International, l’acquirente dei sei delfini catturati nelle scorse settimane nella baia di Taiji nel Giappone sud orientale. La grave accusa è stata formulata da Sea Sheppherd che da anni segue la causa dei delfini giapponesi catturati in mare per essere macellati oppure inviati ai delfinari. L’acquirente spagnolo è stato fotografato dagli attivisti di Sea Shepeherd. L’uomo ha seguito tutte le recenti fasi del prelievo presso la struttura locale ove vengono tenuti in stallo gli animali catturati.Aspro International è uno dei gruppi spagnoli con sedi in più paesi, che operano nel settore del divertimento. I suoi centri, tra i quali una Fondazione in difesa del mare, operano in Spagna (13), Francia (9), Finlandia (5), Portogallo (1), Svizzera (1), Belgio (1), Olanda (2) e Regno Unito (9 ). Almeno la metà dei quali, riferiscono da Sea Shepherd, si ritiene siano parchi marini.Il sospetto degli ambientalisti è che i delfini tursiopi, possano servire ad una struttura di Maiorca. Il possibile acquirente, infatti, opererebbe proprio in quella struttura della cattività acquatica. Secondo Sea Shepherd, la destinazione dei sei delfini è molto probabile che sia l’Europa. Una volta entrati nel circuito dei delfinari i delfini dovrebbero essere tracciati. Nessun paese della UE è escluso dall’arrivo diretto o indiretto (ovvero di prima generazione) di animali catturati in natura ed utilizzati, in alcuni casi, come riproduttori. Aspro International, come tutti i gruppi afferibili a giardini zoologici, sia della cattività acquatica che terrestre, si pubblicizza molto con i temi di salvaguardia ambientale.Sea Shepherd, invita ora i protezionisti di tutto il mondo a contattare Aspro International. Con educazione, si invita a riferire di essere complici della mattanza dei delfini giapponesi. Questo perché, sostengono gli ambientalisti, in Giappone operano le stesse ditte sia per la macellazione che per il rifornimento dei delfinari. Anzi, considerati gli alti guadagni fatti per quest’ultimi ed il sempre più spiccato ambito di nicchia ricoperto da chi acquista carne, non è da escludere qualcosa di più di una semplice condivisione. In altri termini non è da escludere che senza delfinari si bloccherebbero anche i macellai. Non è ancora chiaro il perché, ma quest’anno, dopo la cattura per i delfinari, molti animali evidentemente inutili a questo scopo, non sono stati macellati ma bensì liberati, dopo sei giorni di digiuno, in mare.
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TM NEWS
9 OTTOBRE 2012
Olimpiadi dei cani a San Diego, record e divertimento
In gara super cani e super padroni in California
San Diego - C'è la corsa a ostacoli, il salto in lungo e le gare di velocità. Le chiamano le Olimpiadi dei cani e attirano moltissimi appassionati. L'Incredible Dog Challenge quest'anno è andato in scena a San Diego in California con centinaia di partecipanti da tutti gli Stati Uniti. La quindicesima edizione dei giochi ha visto segnare anche alcuni record, primo tra tutto quello di Vhoebe, (00,00,05) un pastore belga Malinois che ha fatto un salto con tuffo in acqua di ben 10 metri stracciando tutti i precedenti risultati. Super cani ma anche super padroni. Tra conduttore e animale si instaura una sintonia perfetta, che è frutto di tanto allenamento e di reciproca fiducia, ma anche di voglia di divertirsi e di stare insieme. La competizione per loro in fondo resta un gioco.
VIDEO
http://www.tmnews.it/web/sezioni/video/20121009_video_13445733.shtml
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YAHOO NOTIZIE
9 OTTOBRE 2012
Usa, gara a chi mangia più scarafaggi: 32enne vince e muore poco dopo
Miami (Florida, Usa) - Un uomo è morto dopo aver mangiato decine di scarafaggi e vermi vivi durante una gara organizzata in un negozio di animali a Deerfield Beach, in Florida, 65 chilometri a nord di Miami.
Il 32enne Edward Archbold, vincitore della gara, si è sentito male al termine della prova ed è caduto a terra davanti al negozio. L'uomo, fa sapere l'ufficio dello sceriffo, è stato portato in ospedale, dove è stato confermato il decesso. Le autorità stanno aspettando i risultati dell'autopsia per stabilire la causa della morte. Alla gara hanno partecipato circa 30 persone e nessun altro dei concorrenti si è sentito male. In palio c'era un pitone. L'avvocato di Ben Siegel, proprietario del negozio che ha organizzato il concorso, ha fatto sapere che gli insetti usati erano stati "allevati nel rispetto delle misure di sicurezza in un ambiente controllato" e che dovevano essere usati "come mangime per rettili". Secondo Michael Adams, professore di entomologia all'Università di California, "mangiare scarafaggi non è pericoloso, a meno che gli insetti non siano contaminati da batteri o altri agenti patogeni". |
AREZZO NOTIZIE
9 OTTOBRE 2012
Animali selvatici: nutrirli è condannarli
Tutti avranno ben presente la campagna di molte Province, aree protette e associazioni ambientaliste in cui si diffida fortemente chiunque si trovi di fronte un piccolo cerbiatto, magari accovacciato nell'erba alta, dal toccarlo o provare a soccorrerlo: significherebbe infatti condannarlo a morte certa, poiché la madre, probabilmente allontanatasi in cerca di cibo o acqua, una volta di ritorno non ne riconoscerebbe più l'odore, abbandonandolo.
Un altro serio problema, purtroppo a quanto pare in diffusione, è quello degli animali selvatici confidenti, dovuto in particolar modo all'irresponsabile comportamento di quelle persone che, per senso di pena o semplice attrattiva, quindi quasi sempre in buona fede e nell'errata convinzione di aiutare l'esemplare di turno, lasciano cibo a terra, specialmente a vantaggio di volpi o cinghiali.
Un animale "imprintato" (questo il termine scientifico usato per i casi dei giovani animali "adottati" dagli umani), o comunque reso confidente attraverso l'alimentazione, è pericoloso per l'uomo e per se stesso: per l'uomo perché, non essendo addomesticato, non si potranno mai prevedere le sue reazioni, e potrebbe provocare anche involontariamente sgradevoli incidenti, per nulla difficili da immaginare nel caso, ad esempio, di cinghiali o cervi maschi; ma anche pericoloso per sé ; stesso, perché abituandosi a mangiare dalle nostre mani perderà sensibilmente la capacità di procacciarsi autonomamente il cibo, soprattutto in quei periodi di carenza invernale nei quali non solo la foresta, ma anche la stessa specie umana è meno generosa, e preferisce starsene al caldo di una stufa. Ogni ecosistema ha rigide regole da rispettare, e i Parchi combattono ogni giorno affinché tutte le specie vivano in habitat ospitali e rispondenti a caratteristiche le più possibili naturali; va a tal fine ricordato che in natura, ogni volta che un animale muore di fame o comunque indebolisce, esso diventa fonte di cibo e di sopravvivenza per qualche altro animale, magari ancora più raro e meritevole di conservazione. In seguito ad alcuni sgradevoli episodi registrati di recente nella nostra area protetta si è perciò deciso di promuovere una diffusa campagna di dissuasione che, laddove non otterrà i risultati sperati, si trasformerà purtroppo nell'effettiva cattura e rimozione di quegli esemplari che, incolpevolmente ma ormai irrimediabilmente, non mostrano più alcuna diffidenza nei confronti degli esseri umani. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi ricorda dunque a tutti che nutrire gli animali selvatici significa trasformarli in esemplari che andranno incontro alla cattura, all'allontanamento se non ad una vita in gabbia, o addirittura alla soppressione. Il Corpo Forestale dello Stato, sollecitato dall'ente Parco, provvederà perciò ancora maggiormente ad un vigile controllo su questi episodi, infliggendo le pesanti sanzioni previste dalla normativa. Per il bene, in primis, degli animali stessi. |
SANI HELP
9 OTTOBRE 2012
La displasia dell'anca nel cane
La displasia dell’anca (nota anche come CHD, acronimo dei termini inglesi Canine Hip Dysplasia) è una patologia ortopedica che colpisce l’articolazione coxo-femorale, tipica della fase di accrescimento del cane.
La prima persona che iniziò a parlare di displasia dell’anca fu Schenelle nel 1935 che la definì: «una turba dello sviluppo che causa un'insufficiente stabilità dell'articolazione». Questa patologia è caratterizzata da una incongruenza fra le superfici articolari della testa del femore e della cavità acetabolare (cavità del bacino preposta al suo contenimento) che inevitabilmente conduce ad una degenerazione artrosica aggressiva e paralizzante. Si riscontra in tutte le razze canine ma più frequentemente in quelle di taglia media e grande: Pastore Tedesco, Rottweiler, Labrador Retriever, Bulldog, Boxer, Springer Spaniel e Cocker. Si presenta di solito tra i 4 e i 12 mesi di età ma in casi più rari può anche presentarsi in età adulta dopo il 2° anno di vita e i maschi sembrano essere i soggetti più colpiti. La causa principale è dovuta ad una crescita eccessiva o all’aumento del peso del cane (con maggiore assorbimento calorico rispetto al fabbisogno reale del cane). Anche un eccessivo esercizio in fase di accrescimento può portare alla comparsa della patologia. Nei cani di piccola taglia è possibile riscontrare un altro tipo di patologia a livello coxo-femorale e cioè la necrosi asettica della testa del femore (necrosi di natura non infiammatoria della testa e del coll o femorale). Questa è una patologia con eziologia di tipo multifattoriale ma di solito è predominante la componente ereditaria. L’ambiente può influenzare la comparsa della displasia ma solo in un cane che risulta essere predisposto a tale patologia. |
LA STAMPA
9 OTTOBRE 2012
Come viene la nausea? Scoperto il meccanismo
A differenza del vomito, il meccanismo che innesca la fastidiosa nausea non è mai stato ben compreso, oggi un nuovo studio getta un po’ di luce su questo “mistero”
Un team di ricercatori canadesi dell’Università di Guelph e di Toronto hanno aperto uno spiraglio di luce sulla comprensione di come si forma la sensazione di nausea.
La nausea, si sa, è molto fastidiosa e spesso – anche se non necessariamente – si accompagna al vomito. Rispetto a quest’ultimo, tuttavia il meccanismo che sottende a questa spiacevole sensazione non è mai stato ben compreso. Lo studio che ha identificato il procedimento nel cervello responsabile della nausea è stato condotto su modello animale dalla dottoranda Katharine Tuerke, la ricercatrice in neuroscienze Cheryl Limebeer e la professoressa Linda Parker presso il Dipartimento di Psicologia. «Anche se ognuno di noi ha sperimentato almeno una volta nella vita la sensazione di nausea, la neurobiologia è poco conosciuta a causa della mancanza di modelli animali – spiega nella nota Guelph la dottoressa Parker – Sappiamo del vomito. Il riflesso del vomito è molto ben caratterizzato, ma l’esperienza della nausea è un qualcosa di cui si sa poco. Come viene generata? Dove viene generata?». A differenza degli esseri umani, i topi non possono vomitare. Tuttavia, quando provano nausea lo mostrano con evidenza per mezzo di un’espressione del muso detta “a bocca aperta”. A motivo di ciò, i ricercatori ritengo no che questo genere di reazione palese possa rappresentare un modello per comprendere i meccanismi a livello cerebrale che generano la nausea negli uomini. Dai risultati dell’analisi condotta, i ricercatori hanno scoperto che dietro al meccanismo della nausea ci sarebbe il rilascio dell’ormone serotonina nella corteccia insulare del cervello. La corteccia insulare è un’area del cervello dove si manifestano gli input sia del gusto che del malessere. In base alla sua struttura, questa corteccia può essere suddivisa in due principali regioni: la corteccia insulare gustativa e la corteccia insulare viscerale. Queste due regioni hanno ognuna una funzione peculiare. La gustativa, riceve l’input del gusto, mentre la viscerale riceve input dall’intestino che possono essere la causa della sensazione di nausea.Già precedenti studi avevano suggerito come dietro alla nausea vi fosse la serotonina. Non a caso, i farmaci antinausea agiscono a livello dei recettori della serotonina che, lo ricordiamo, è un neurotrasmettitore. Per avere conferma che dietro al meccanismo della nausea vi fosse dunque la serotonina, i ricercatori hanno soppresso l’ormone da tutta la corteccia insulare: questo, come previsto, ha eliminato la sensazione di nausea nei modelli, i quali lo hanno mostrato di non reagire con l’espressione di bocca spalancata. Altri test hanno mostrato che la diretta conseguenza della nausea potrebbe risiedere nell’attività della corteccia insulare viscerale, per cui agendo su di essa si può controllare la nausea. A questo punto, i ricercatori auspicano che si possa giungere a una migliore comprensione del meccanismo al fine di sviluppare anche nuovi farmaci contro la nausea e il vomito causati da chemioterapia, così spesso difficili da trattare. Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience. |
GEA PRESS
10 OTTOBRE 2012
Treviso – gatto impallinato: perderà un occhio
L’On.le Zanoni e la padrona del gatto offrono una taglia di 2000 euro per trovare il responsabile.
A Salgareda (TV) un gatto è diventato bersaglio di caccia. Le radiografie effettuate sul povero animale ridotto in fin di vita hanno evidenziato la presenza di 20 pallini di fucile. Sul caso è intervenuto Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli Animali al Parlamento Europeo. “Siamo di fronte – ha riferito l’eurodeputato – all’ennesimo atto di crudeltà nei confronti di animali domestici da parte di chi si sente autorizzato da una licenza di caccia a sparare a qualunque cosa si muova”.
Domenica 30 settembre tra le 9 e le 11 di mattina, nella zona di Vigna Dogarina a Salgareda (TV), il gatto Filippo è stato barbaramente impallinato. La proprietaria, la professoressa Rosa Cenari, ha presentato denuncia ai Carabinieri di Ponte di Piave (TV) allegando il referto veterinario e la radiografia effettuata sul povero animale (vedi foto). Il felino è stato colpito da almeno 20 pallini da caccia e perderà un occhio.
L’area dove è avvenuto il reato, Vigna Dogarina, è una Zona di Ripopolamento e Cattura dove la caccia è vietata per legge. Il ferimento del gatto Filippo è solo l’ultimo atto di crudeltà nei confronti di animali domestici impallinati con armi da caccia. Sempre in Provincia di Treviso, a Cessalto, il 16 settembre è stata uccisa un’anatra muta appartenente ad un agricoltore che è stata scambiata per un fagiano.
A Manzana, frazione di Vittorio Veneto (TV), il 26 settembre, colpi di fucile hanno colpito la porta di un’abitazione. Dopo la denuncia si è scoperto che il cacciatore responsabile degli spari aveva mirato ad una lepre, mancandola. L’uomo, un pensionato, è stato denunciato per esplosioni pericolose e per aver sparato a distanza inferiore a 150 metri in direzione di case, non rispettando dunque la distanza stabilita dalla Legge sulla caccia 157/1992 all’articolo 21 lettera f.
“Per prima cosa – ha dichiarato l’On.le Zanoni – voglio esprime tutta la mia solidarietà alla signora Rosa Cenari. Purtroppo ogni giorno vengo a conoscenza di vittime della caccia sia umane che animali. Basta solo pensare ai numeri terrificanti resi noto dalla LAC e dall’Associazione vittime della caccia: a pochi giorni dall’apertura della stagione venatoria 2012/2013 già si parlava di 14 persone uccise e trentacinque ferite , tra cui quattro bambini dall’inizio dell’anno. Sono necessari più controlli da parte delle Forze dell’Ordine, pene più severe per i colpevoli, ma soprattutto leggi che prevedano il ritiro e la revoca della licenza di cacci ai responsabili”.
Il micio di Salgareda, ultima vittima conosciuta di una strage che si ripete ogni stagione venatoria, si sta lentamente riprendendo dopo il ricovero in una clinica veterinaria.
“Siamo di fronte ad atti barbari di una minoranza di persone, i cacciatori, che si sente autorizzata a sparare a qualsiasi cosa si muova in virtù di un documento che è sempre di più una licenza di uccidere – ha concluso l’Onorevole Zanoni -. Per chi fornirà elementi utili a individuare il colpevole del reato compiuto ai danni del gatto Filippo è a disposizione una ricompensa di duemila euro: la padrona dell’animale ha messo una taglia di mille euro, io ne metto altri mille. Questi episodi barbari devono finire”.
http://www.geapress.org/m/treviso-gatto-impallinato-perdera-un-occhio/33645
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GEA PRES
10 OTTOBRE 2012
Mercato San Severino (SA) – da casa impugna il fucile e spara ai gatti della vicina
Denunciato dai Carabinieri.
prov. di Salerno - Non risulta essere cacciatore ma ha un permesso di detenzione dell’arma. Questo secondo i Carabinieri di Mercato San Severino, in provincia di Salerno. Sta di fatto che con quell’arma, ha più volte puntato il fucile contro i gatti delle vicina, una giovane studentessa universitaria.
Case con giardinetti confinanti e gatti che forse transitavano da una proprietà all’altra. Poi la ragazza ha iniziato a trovare i suoi mici feriti. Ferite strane, non chiaramente visibili. All’inizio non si riusciva a ricollegare neanche ad incidenti direttamente causati dall’uomo. Con un gatto in particolare, però, il malessere risultava ancora più evidente tanto da imporsi l’esame radiografico presso un ambulatorio veterinario. Il referto è inequivocabile. Piccoli pallini di piombo sparati da un fucile da caccia Flobert. Si scopre così che anche gli altri due gatti erano stati feriti alla stessa arma. Uno dei gattini è poi morto.
Presentata la denuncia ai Carabinieri della Stazione di San Severino, sono subito partiti i controlli sui possessori di armi. L’unico detentore che possedeva un fucile idoneo a causare le ferite come quelle scoperte sui poveri mici era un pensionato vicino di casa della studentessa. L’uomo è stato denunciato per maltrattamento di animali. Il fucile è stato posto sotto sequestro.
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TISCALI
10 OTTOBRE 2012
E' morto 'Pippo' lo scimpanzè, mascotte del Bioparco di Roma
Roma - "Pippo lo scimpanzè è deceduto ieri nel Villaggio dedicato a questi primati del Bioparco. L'animale è stato colto da un improvviso malore alla presenza del personale zoologico e in pochi istanti si è accasciato al suolo, rendendo vani i tentativi di rianimazione da parte dello staff veterinario. Dunque, da una prima ipotesi sembrerebbe che lo scimpanzè sia stato stroncato da un infarto, ma sarà l'esame autoptico a chiarire l'effettiva causa della morte". Lo comunica in una nota il Bioparco di Roma.Pippo era arrivato nel 1982 nel Giardino Zoologico della Capitale, ma non se ne conosce l'esatta provenienza. Fino al 2001 ha convissuto con Susy, una femmina della sua specie, nella vecchia area all'ingresso dello zoo; poi alla coppia si sono uniti Bingo e Edy. Per alcuni anni Pippo è stato il maschio dominante del gruppo, fino a quando, nel 2004 è arrivata Pippi a sconvolgere gli equilibri. Il risultato è stato che l'altro maschio, Bingo, è riuscito a scavalcarlo nella gerarchia, instaurando buone alleanze con le femmine.
''Per il Bioparco e per tutti i cittadini romani oggi è un giorno di lutto per la perdita di un animale molto caro al personale zoologico e alle famiglie - sottolinea il Presidente della Fondazione Bioparco, Paolo Giuntarelli - che negli anni era diventato una mascotte''.
http://notizie.tiscali.it/cronaca/feeds/12/10/10/t_16_01_ADN20121010193520.html?cronaca
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LA ZAMPA.IT
10 OTTOBRE 2012
Milano, trovato falco pecchiaiolo nel cortile di una scuola
Esausto dalla migrazione, presto ripartirà alla volta del sud del Sahara
NELLA FOTO - L’esemplare nelle mani di uno degli operatori
Un falco pecchiaiolo è stato avvistato dalla madre di una alunna della scuola Rinnovata Pizzigoni di Via Mac Mahon a Milano. La donna dichiara di averlo visto mentre si aggirava sulle voliere della fattoria didattica dell’istituto ed ha deciso di chiamare l’Ente Protezione Animali dopo aver visto che l’uccello si lasciava avvicinare con facilità insolita e che aveva il becco aperto e la lingua di fuori. In seguito alla chiamata, un’operatore dell’istituzione si è recato sul posto e al terzo tentativo è riuscito a catturare lo stanco rapace con l’aiuto di un retino. Dopo ciò il falco pecchiaiolo è stato trasferito in una clinica dove il veterinario di turno ha diagnosticato una grave difficoltà respiratoria e un certo dimagrimento. Il volatile, a cui sono state somministrate alcune medicine, è stato inserito in una gabbia ad ossigeno. Dopo aver superato la nottata del 9 ottobre, l’uccello è stato trasferito al Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) nel milanese. Una volta ristabilite le condizioni ottimali, l’esemplare potrà riprendere il volo verso l’Africa. L’accortezza della segnalante e la tempestività dell’intervento sono stati fattori importanti per la buona riuscita del recupero dell’animale. Ma i pericoli dell’animale non finiscono certo qui. Il falco pecchiaiolo è un migratore di lunga tratta, ogni anno trascorre l’inverno nel sud del Sahara e in primavera torna in Europa per nidificare, aggirandosi nelle zone limitrofe al mar Mediterraneo (sud Italia, Turchia, stretto di Gibilterra). Non è quindi scontato che una volta scongiurato questo pericolo, il falco arriverà sano e salvo a destinazione. Ciò soprattutto perchè nei pressi del principale corridoio migratorio -nei dintorni dello stretto di Messina- alcuni bracconieri hanno la tradizione di cercare di abbattere l’ “adorno” (il nome dialettale della specie), gesto ritenuto virile al fine di scongiurare i tradimenti sentimentali.
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GEA PRESS
10 OTTOBRE 2012
Oristano – il déjà vu degli abbattimenti dei cormorani
Le Associazioni: se dovessero passare ricorreremo alla Commissione europea.
Tutti presenti. I componenti della Giunta provinciale di Oristano, presieduta da Massimiliano de Senees (PdL), hanno votato lo scorso due ottobre in favore dell’abbattimento dei cormorani presenti negli stagni di Oristano (vedi delibera).Un problema ripetuto e che si ricollega, fin dal primo decennio del 2000, ad analoghi esperimenti a suon di fucilate, giudicati però dalle Associazioni protezioniste per nulla efficaci. Anzi, si sarebbe pure evidenziato un sensibile calo numerico, specie nello stagno di Cabras, delle popolazioni di altre specie ornitiche.Nel 2009, poi, l’Assessorato regionale all’Ambiente destinò alla Provincia di Oristano un finanziamento di ben 812.500 euro per “l’implementazione di studi ed alla prevenzione dei danni arrecati dai cormorani nei compendi ittici“. Anno singolare, di fatto coincidente con le polemiche al vetriolo proprio sugli abbattimenti negli stagni di Oristano.Sta di fatto che proprio dal 2009 parte il filone che ha visto appaltato ad una cooperativa locale uno studio sui cormorani. Secondo la Provincia di Oristano si sarebbe ora evidenziata l’esistenza dell’impatto economico di questo uccello (protetto dalla normativa in vigore) sulle attività di pesca ma non si è ancora determinato il “quantum”. Dunque via agli abbattimenti eseguiti dagli stessi pescatori e coadiutori. Questa volta però, stando attenti alle Direttive comunitarie, ovvero, ad avviso della Provincia di Oristano, evita ndo ingerenza con altre specie.Questo perché si sparerà solo in parti limitate degli Stagni di Cabras, Santa Giusta e Marceddì. A quanto corrispondono le parti limitate? A non oltre il 2 0% della superficie acquatica e con possibilità di estendere poi il tiro anche agli stagni minori. Dunque, uccelli acquatici, tutti con i tappi per non sentire i botti.Gli abbattimenti non potranno inoltre riguardare più dell’1% dei cormorani, anche se, rilevano polemicamente LAC, Gruppo d’Intervento Giuridico ed Amici della Terra, già nei passati intervenni si ebbe a constatare una presenza massima di 5000 cormorani a fronte dei 15.000 previsti. Il tutto all’interno di aree tutelate da convenzioni internazionali.Assenza di motivazioni ed altresì del parere dell’ISPRA, l’organo tecnico al quale lo Stato ha delegato gli aspetti gestionali della fauna. Scontato che, in caso di malaugurato accoglimento da parte dell’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente, le tre Associazioni si rivolgeranno con specifico ricorso innanzi alla Commissione Europea. Si potrebbe così aprire una nuova procedura d’infrazione con il rischio di pesanti conseguenze per responsabilità in sede comunitaria dell’Italia e della Regione autonoma della Sardegna.
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LA SENTINELLA CANAVESE
10 OTTOBRE 2012
Rivarolo, muoiono settanta bovini Il personale dell’Asl rassicura: «Controlli continui e mirati, nessun pericolo per l’uomo»
RIVAROLO (TO) - Negli ultimi mesi nelle frazioni di Rivarolo si è registrata un'improvvisa morìa di bestiame. Una settantina i bovini morti fino ad ora, concentrati prevalentemente nell'area a sud dell'Argentera. Un'anomalia che preoccupa gli allevatori della zona che sono corsi ai ripari aumentando controlli e standard sanitari. Al momento non è possibile definire con esattezza le cause del fenomeno, ma l'Asl To 4 assicura che non c'è il rischio che le patologie vengano trasmesse all'uomo. «I veterinari dell'azienda sanitaria locale - spiegano dalla direzione saniataria dell’Asl To 4 - effettuano controlli continui e mirati e possiamo escludere a priori il rischio che i problemi possano essere trasmessi attraverso la carne o il latte agli altri animali». Tutto inizia quattro mesi fa quando alcuni allevatori denunciano la morte di un animale adulto, fino a quel momento risultato in buona salute. Non è raro, infatti, che il caldo e l'afa provochino il decesso di un bovino già di età avanzata e con altre patologie. «Proprio la particolarità dei primi casi di morte degli animali - continua l'Asl - ci ha spinto a prestare più attenzione ed effettivamente negli ultimi quattro mesi abbiamo registrato un aumento anomalo del numero di capi morti o che comunque venivano abbattuti. Nelle ultime tre settimane il problema sembra, però, essere rientrato nella norma». Diverse le cause possibili a proposito di questi episodi anche se il fatto che i decessi si siano concentrati all’interno di strutture di nuova costruzione lascerebbe pensare che si trattino di problematiche legate allo stress. Spesso lo spostamento ed un nuovo regime alimentare possono portare gravi disturbi nel bestiame. Analogamente a tutti gli altri animali, anche bovini, mucche e vitelli, tendono ad essere estremamente abitudinari e quindi anche piccole modifiche nel loro “stile di vita" possono debilitarle. Una volta deboli, le mucche possono diventare preda di altre patologie che in breve tempo le conducono alla morte. «In ogni caso - conclude l'Asl - il nostro personale medico ha effettuato tutti i controlli necessari e rimarchiamo che non ci sono problemi per l'uomo». Non è il primo caso di questo tipo che si verifica nella zona. Pochi mesi fa gli agenti della polizia municipale di Rivarolo avevano ritrovato il cadavere di un vitello lungo il ciglio di una strada di campagna. Anche in quel caso le analisi non avevano rivelato nulla di preoccupante.
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GEA PRESS
10 OTTOBRE 2012
Venezia: cinque cinghiali con le ore contate
Così vuole la Provincia - il Consigliere Bison: dicano anche su quale spiedo saranno infilzati.
Cinque cinghiali hanno le ore contate. Secondo quanto comunicato nei giorni scorsi dalla Provincia di Venezia, starebbero creando problemi agli automobilisti e alle colture. I cinque animali si sarebbero più volte visti, forse provenienti dalla Pedemontana, nei campi coltivati intorno ad Jesolo, Ceggia, San Donà di Piave, Noventa di Piave ed Eraclea.
Per la Provincia, però, il problema principale non sono le colture, quanto i potenziali danni che gli animali potrebbero arrecare agli automobilisti. Questo nel caso attraversassero improvvisamente la strada. Torna così di scena la facoltà della Polizia Provinciale di procedere agli abbattimenti. Facoltà, a dire il vero, divenuta oggetto qualche mese addietro di vivaci polemiche a seguito dell’abbattimento di una volpe che era finita nella trappola di un bracconiere. Un cittadino aveva chiesto soccorso ma si vide spuntare i fucili. Fatto questo ancor più increscioso nel momento in cui intervenne il Presidente della Provincia Zaccariotto,
confermando tale necessita sulla base di una norma che però non prevedeva gli abbattimenti.
Sulla vicenda dei cinghiali, interviene ora l’Assessore alla Polizia provinciale Giuseppe Canali che ha confermato il prioritario intervento per la sicurezza delle persone. Abbattimento confermato, dunque.
Chi invece non è per niente d’accordo con gli abbattimenti è invece il Consigliere al Comune di Jesolo Daniele Bison che tiene a sottolineare a GeaPress come per 15 anni sia stato Consigliere provinciale. “E’ chiaro che bisogna tutelare automobilisti e colture – ha riferito il Consigliere Bison – ma è veramente triste vedere un Ente ancora titolare della difesa della fauna, tra i non molti compiti rimasti, imbracciare i fucili. Gli animali – ha aggiunto Bison - vanno sedati e poi trasferiti in luoghi dove non possono arrecare danno“.
Il Consigliere Bison ha avuto proprio ieri un colloquio con il responsabile del Settore Caccia della Provincia di Venezia, il quale ha confermato come agli abbattimenti non ci sono per ora alternative.
“La responsabilità non è loro – commenta Daniele Bison – occorre l’intervento della politica la quale deve provvedere, se non li ha, a fornirsi dei mezzi necessari a sedere gli animali. Mi chiedo inoltre – ha concluso polemicamente il Consigliere della Lista Civica Jesolo – su quale spiedo verranno infilzati i cinghiali una volta abbattuti“.
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AGEN PARL
10 OTTOBRE 2012
ROMA: IGUANA RITROVATA A VILLA BORGHESE
Roma - "Era una scatola di piccole dimensioni, abbandonata su una panchina all’interno del Parco di Villa Borghese (RM), a contenere un grande esemplare di iguana (nome scientifico Iguana iguana). Il ritrovamento è stato effettuato stamattina dal personale del Nucleo della Polizia a cavallo di Villa Borghese, che insospettiti dal pacco, si sono avvicinati per controllarne il contenuto. Con grande sorpresa all’interno della scatola era rinchiusa un’iguana lunga circa un metro e mezzo. Il contenitore presentava diversi fori per far respirare l’animale, chiaro indizio di un premeditato abbandono. Immediatamente è stato allertato il personale del Servizio CITES Centrale dell’Ispettorato Generale del Corpo forestale dello Stato che ha provveduto al recupero dell’animale, in evidente stato di stress. Nelle ultime tre settimane il Servizio CITES Centrale della Forestale è intervenuto in diversi casi di abbandono e ritrovamento di animali esotici pericolosi e non per l’incolumità dei cittadini nella Capitale. Basti pensare al sequestro del pitone reale “a spasso” per le strade del quartiere Prenestino o alle due tartarughe azzannatrici rinvenute nel Lazio. L’iguana è tutelata dalla Convenzione di Washington sul commercio delle specie di flora e fauna minacciate di estinzione, ma è comunque commerciabile se provvista di idonea certificazione. Acquistare un piccolo esemplare di iguana può costare circa duecento euro, ma il prezzo varia a seconda delle specie e delle dimensioni. L’animale sarà condotto presso un centro specializzato nel recupero di animali esotici presso il quale riceverà le cure adeguate. Sono in corso da parte del personale della Fo restale le indagini per risalire al responsabile del reato, che rischia una denuncia penale per maltrattamento e abbandono di animali esotici". Lo comunica in una nota il Corpo Forestale dello Stato.
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IL MESSAGGERO
10 OTTOBRE 2012
Il sesso con animali esplode nel Nord Italia. Aidaa: casi in Lombardia e Ticino
ROMA - Tutto è partito dalla strana richiesta fatta una prostituta: “procurati un cane e portalo all'appuntamento in albergo”. Il cliente avrebbe preteso di farle praticare una fellatio all'animale, mentre lui si sarebbe accontentato di guardare. Invece il caso avvenuto a Bellinzona, nel Canton Ticino, ha attirato l'attenzione dell'Aidaa, Associazione italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente, facendo emergere un fenomeno che si sta diffondendo sempre più anche nel nord Italia: il sesso con gli animali.
Nella sola zona del Ticino sarebbero una quarantina i proprietari di cani o altro che si dedicano all'amore carnale con i loro animali. L'ha segnalato una "pentita", che ha spiegato al'Aidaa che gli animali usati sarebbero stati cani e cavalli, e le zona d'azione quelle di Milano, Como, Sondri o, Novara, Varese e, come detto, il Canton Ticino, nello specifico il Luganese. Secondo il presidente dell'associazione Lorenzo Croce «ci sono alcuni capi gruppo che mettono a disposizione le loro case di campagna situate nelle provincie del nord della Lombardia in particolare tra Como, Lecco e Sondrio e nella zona di Lugano nel Canton Ticino per organizzare incontri di sesso con animali ed orge. Questo gruppo che appare abbastanza chiuso è però sempre alla ricerca di proprietari di cani da inserire o per affittare i medesimi animali e i cavalli per le loro porcherie». |
GEA PRESS
10 OTTOBRE 2012
Crotone – la Forestale denuncia un cacciatore e sequestra numerosi richiami acustici
Controlli a tappeto sull’attività venatoria nella provincia di Crotone.
Nell’ambito delle attività di vigilanza, prevenzione e repressione delle violazioni compiute in danno dell’ambiente, nei giorni scorsi il personale del Comando Provinciale di Crotone ha intensificato i servizi di controllo dell’attività venatoria.
Le pattuglie del Corpo Forestale dello Stato, coordinate dal Nipaf di Crotone e con il supporto del Nucleo Operativo Antibracconaggio dell’Ispettorato Generale di Roma, hanno operato in particolare in alcune località dei Comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Mesoraca, Petilia Policastro, San Mauro, Roccabernarda e Rocca di Neto.
L’attività dei Forestali ha riguardato il rispetto da parte dei cacciatori delle normative generali e, in particolare, anche la verifica del divieto di esercitare l’attività venatoria nelle aree boscate percorse da incendi, divieto previsto per la durata di dieci anni dall’incendio.
A seguito di un controllo è stato deferito all’autorità Giudiziaria un cacciatore, proveniente da fuori regione, trovato in possesso di un esemplare di Tortora dal Collare, specie non cacciabile, appena abbattuta con arma da fuoco. Contestualmente, gli agenti, procedevano al sequestro dell’esemplare e dell’arma, un fucile automatico calibro 12, con il relativo munizionamento.
Inoltre, gli agenti della forestale, nel corso di servizi notturni, approfittando del silenzio della notte, hanno individuato, in diverse località, i nascondigli di alcuni richiami illeciti ed hanno atteso, nascosti per diverse ore, di poter cogliere in flagranza i responsabili. Non avendo notato nessuno, hanno comunque eseguito il sequestro del materiale scoperto, neutralizzando e rimuovendo gli ingegnosi meccanismi, protetti da involucri di ferro realizzati artigianalmente. Sono attualmente in corso indagini per risalire ai proprietari delle apparecchiature.
Il Comando Provinciale di Crotone del Corpo Forestale dello Stato fa presente che la legge sulla caccia n°157/92 vieta per l’esercizio venatorio l’uso dei richiami acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico, con o senza amplificazione del suono, prevedendo per tale reato una azione penale.
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GEA PRESS
10 OTTOBRE 2012
Ancona – cacciatori vicino le case e con richiami acustici
Intervento delle Guardie WWF e Legambiente.
E’ iniziata da poco più di tre settimane la stagione di caccia e già l’attività della Vigilanza Venatoria di WWF e Legambiente nella Provincia di Ancona ha fatto registrare un’intensa attività di controllo sul territorio. Diverse le pattuglie di Guardie Volontarie impegnate nel controllo dell’attività venatoria e nel contrasto del bracconaggio, coordinate dalla Polizia Provinciale, soprattutto attorno all’Oasi WWF di Ripabianca di Jesi e nei punti a maggior densità di cacciatori.
Molte le segnalazioni ricevute dai cittadini, che hanno portato le Guardie Venatorie ad accertare numerose violazioni ad altrettanti cacciatori, che armi in pugno venivano trovati in prossimità delle strade e soprattutto delle case.
Altro grave episodio è accaduto alcuni giorni fa, quando i Volontari di WWF e Legambiente hanno denunciato un cacciatore che, sorpreso troppo vicino ad una strada, non trovava di meglio che abbandonare l’arma in un fossato per poi cercare di giustificarsi, in maniera maldestra, cercando di evitare la pesante sanzione. Intervenuta sul posto la Polizia Provinciale, ha provveduto al sequestro dell’arma.
Domenica scorsa, invece, nelle campagne di Osimo è stato sorpreso un cacciatore che si avvaleva addirittura di due richiami acustici elettronici, mezzo vietato dalla legge ma utilizzato dai bracconieri per richiamare i piccoli uccelli migratori. Dopo il ritrovamento del primo richiamo, il cacciatore ha cercato di nascondere il secondo, ma l’esperienza delle Guardie Volontarie ha reso inutile l’espediente.
Il bracconiere ora rischia l’ammenda fino a 1.500 euro, mentre sono già stati sequestrati i due richiami vietati, il fucile e la fauna selvatica illecitamente abbattuta.
Continua anche l’attività di ricerca dei richiami acustici vietati posizionati nelle campagne, grazie anche alle segnalazioni dei cittadini che collaborano con la Vigilanza Volontaria nell’opera di contrasto al bracconaggio.
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LA PROVINCIA PAVESE
10 OTTOBRE 2012
Denunciati sei bracconieri
di Paolo Fizzarotti
ZAVATTARELLO (PV) Altri cacciatori di frodo, altri fucili sequestrati dalla polizia provinciale di Pavia. Gli uomini del comandante Mauro Maccarini hanno denunciato sei cacciatori perchè avevano ucciso animali di specie protetta. Sono stati sequestrati anche sette fucili. E’ accaduto nell’ultimo week end, nella zona di Zavattarello. Quindici giorni fa due bracconieri erano stati sorpresi a cacciare di notte, in una zona di ripopolamento e cattura e con fucili non denunciati. Sabato e domenica scorsa, invece, i cacciatori erano in regola quasi su tutto. Erano di giorno, in zone dove la caccia è permessa, avevano le licenze in regola, e armi e munizioni denunciati. Ad essere fortemente irregolari erano però i loro obiettivi: e cioè dei fringuelli, che appartengono a una specie protetta. Gli agenti della polizia provinciale li hanno sorpresi mentre erano in gruppo. Nei carnieri sono stati trovati cinque fringuelli morti ed è scattata la denuncia collettiva. L’idea-base, infatti, è che può capitare di uccidere per sbaglio un esemplare protetto: ma se la cosa si ripete per cinque volte, significa che l’obiettivo erano proprio i fringuelli. Dalla perquisizione sono usciti anche dei richiami elettronici, che sono espressamente vietati dalla legge. I sei sono stati quindi denunciati penalmente anche per questo; sono state elevate anche le relative contravvenzioni. Solo uno dei sei abita a Zavattarello; gli altri arrivavano da Brescia e Bergamo. Come prevede la legge, la polizia provinciale ha provveduto a sequestrare anche i fucili, benchè fossero regolari, e anche le prede legittime come una quindicina di tordi che erano nei carnieri con i fringuelli.
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GEA PRESS
10 OTTOBRE 2012
Caccia al tasso – stop del TAR di Bolzano
Tassi salvi in tutta la provincia. Il TAR di Bolzano, infatti, ha sospeso l’abbattimento ed il prelievo di tassi nel territorio provinciale, fino al 6 novembre, data in cui cade la prima udienza utile in Camera di Consiglio. Il provvedimento è stato emesso a seguito di un ricorso presentato dalla LAV.
Considerato che i provvedimenti impugnati hanno validità fino al 31 ottobre, la caccia al tasso viene sospesa per questa stagione.
Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e vice presidente dell’Intergruppo sul Benessere degli Animali al Parlamento europeo, accogliendo con favore la decisione del TAR di Bolzano ha dichiarato: “Un raggio di legalità, ancora una volta grazie ad un tribunale, portato in una provincia governata da un sicuro punto di riferimento dei cacciatori, Luis Durnwalder”.
L’Ufficio caccia e pesca della Provincia ha diramato con un’apposita circolare a tutti i funzionari competenti la decisione del TAR. I direttori delle varie riserve di caccia provinciali (Villandro, Lutago, Malles, Acereto e Terento) dovranno informare l’Ufficio caccia e pesca entro il 19 ottobre in merito al numero di tassi eventualmente abbattuti.
“Rammarica solo il fatto che a Bolzano per limitare la caccia e proteggere gli animali ci voglia l’intervento della magistratura, in questo caso del Presidente del TAR di Bolzano Lorenza Pantozzi – incalza Zanoni – Mi sembra arrivata l’ora che il presidente Luis Durnwalder, cacciatore di vecchia data e paradossalmente incaricato di fare le leggi proprio sulla caccia, metta da parte la sua passione personale per il fucile e faccia applicare le leggi in materia. Anzi lo invito a darsi una lettura alla Direttiva Ue Habitat 92/43/CEE”.
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ALTO ADIGE
10 OTTOBRE 2012
Rivincita del tasso venostano basta decreti di abbattimento
MALLES (BZ) - Nessuna deroga ai cacciatori che hanno nel mrtino i tassi nelle riserve di Malles e di Ciardes. Lo ha stabilito il Tar con un provvedimento d'urgenza su ricorso della Lav. In merito alla sosopensiva il collegio del tribunale amministrativo si esprimerà il 6 novembre. E' la prima volta che la Lav interviene per salvaguardare il tasso. «Lo abbiamo fatto - spiega Ester Valzogher, responsabile per l'Alto adige della Lega antivivisezione - perché abbiamo notato che nelle deroghe compariva sempre più spesso questo animale». Deroghe che vengono concesse attraverso decreti dei quali, lamentano gli animalisti, spesso si viene a conoscenza solo dopo giorni dall'entrata in vigore. «Il tasso - continua Ester Valzogher - è una specie protetta al pari, per esempio, delle marmotte e degli stambecchi. Negli ultimi mesi abbiamo co ntato una ventina di domande di deroghe, un numero nettamente in crescita rispetto a tempi precedenti. Riguardano riserve della Venosta, di Malles e Ciardes, ma anche della val d'Ultimo. E pure di altre aree della provincia, come Villandro, Lutago, Acereto». Per Mauro De Pascalis, legale della Lav, non vi sarebbero i presupposti per la concessione delle deroghe. Quali danni considerevoli, ci si chiede, possono produrre i tassi? Le motivazioni nelle richieste di autorizzazione parlerebbero di rischi per i sostegni dei filari delle vigne o per macchinari agricoli. «Danni potenziali - ancora Ester Valzogher - che non giustificano gli abbattimenti. Altrimenti che cosa facciamo? Eiminiamo ogni animale selvaggio?». Intanto il Tar approfondirà la questione e l'Ufficio caccia e pesca si è dovuta adeguare. Una circolare è stata diramata a tutti i funzionari sul territorio provinciale. Non solo: i direttori delle varie riserve di caccia dovranno inoltre provvedere, entro il 19 ottobre, a informare l'Ufficio sul numero dei tassi abbattuti.
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TUTTO GRATIS
10 OTTOBRE 2012
Bam Margera: spara per finta al suo cucciolo, il web mette sotto accusa la star di Jackass
Bam Margera, la stella di ‘Jackass’, l’ha combinata grossa: posta una sua foto dove fa finta di sparare al suo cucciolo di pitbull. E subito viene messo sotto accusa dal web, tanto che ha dovuto pubblicamente scusarsi per il suo gesto di cattivo gusto. Guardate la foto di dubbio gusto: Bam tiene una pistola giocattolo puntata alla tempia del suo cucciolo Penny, reo di aver utilizzato il suo letto come bagno. Nel messaggio dell’attore rilasciato su Twitter il 4 ottobre 2012 ha scritto infatti: ‘Ha fatto la cacca nel mio letto’. E il web non gliel’ha certo perdonata. Bam Margera non è noto solo come attore, soprattutto della serie tv e del film ‘Jackass’, ma anche per essere un pagliaccio televisivo, capace di acrobazie veramente puerili. Tuttavia con questa sua nuova bravata si è spinto un po’ troppo oltre. Non sta guidando un kayak verso una scogliera alta 100 piedi e non sta neanche pilotando un auto contro un muro. No, questa volta se l’è presa con un cucciolo, una goliardata chiaramente, ma un po’ troppo pesante e che non è andata giù a molti.La foto che lo ha incriminato è stata postata da lui stesso su Twitter e lo immortala mentre minaccia di sparare al suo cucciolo colpevole di aver fatto dei bisognini dove non doveva. E tanto per rincarare la dose ha aggiunto un commento, il cui significato tradotto diventa più o meno: ‘Penny ha fatto la cacca sul mio letto. Non sono molto affezionata a quella. Se succede di nuovo, ciao ciao a Penny…’.Ok, è ovvio che non voleva sparargli e che stava facendo solo finta, sono battutacce classiche da proprietari di animali che fanno i macho, se non ci credete provate a passare un po’ di tempo nella sala di aspetto di un veterinario e poi ci dite. Tuttavia il gesto ha scatenato l’indignazione generale e ha avuto come unico esisto quello di lasciare l’implorante 33enne Brandon Margera a spergiurare il suo immenso amore per gli animali. E a dichiarare a gran voce che quella pistola era chiaramente falsa. Noi gli crediamo, ma gli animalisti sono per definizione poco inclini all’umorismo, specie quando è di pessima qualità come questo, ed ecco che Rich Britton, portavoce della SPCA ha proclamato che il gesto ‘Non è divertente’ e che questa volta il comico Margera, nonostante gli shock ripetuti che provoca con le sue gag esilaranti, ha totalmente ‘mancato il bersaglio’. Certo che anche Britton ha un umorismo che fa paura.Il problema è che a Chester County, dove Margera ha una casa in co-abitazione con sei gatti, ultimamente ci sono stati tantissimi casi di maltrattamento animale. In un’intervista lunedì Margera ha fatto mea culpa e ha dichiarato che non sapeva nulla di questi casi di tortura, altrimenti non avrebbe mai osato pubblicare questa foto. Ha continuato poi rassicurando tutti che non ha nemmeno una pistola e che l’unica volta in cui ha sparato è stato ad un piattello durante un evento sportivo. Poi però ha voluto dire la sua, sostenendo che a volte una battuta vuole solo essere uno scherzo. Come a dire, ‘Non dovete prendere tutto così seriamente’. E poi ha ribadito che in quella stessa serie di foto aveva puntato la pistola alla testa di alcuni suoi amici, ma nessuno ha protestato per quegli scatti. Margera è riuscito però a trovare un lato positivo anche in questa faccenda: la pubblicità è sempre pubblicità, anche quella non troppo lusinghiera. Stiano tranquilli tutti gli animalisti: Penny ha otto settimane di età, è la cucciola di casa ed è adorata letteralmente da Nikki Boyd, la fidanzata di Margera. E anche i sei gatti, Eric the Cat, Trouble, Mischief, Wall Crawl, Peaches e Twanda Newton Harris, stanno benone: sono stati avvistati mentre strisciavano furtivi sulle travi del soffitto di casa, alto quasi quanto una cattedrale.Voi che ne dite?
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GEA PRESS
10 OTTOBRE 2012
India – è morto il rinoceronte senza corno
Sono cinque e non tre come inizialmente riferito (vedi articolo GeaPress) i rinoceronti vittime dei bracconieri che hanno approfittato delle disastrose alluvioni occorse lo scorso settembre nelle aree del Parco Nazionale di Kaziranga, nello Stato indiano dell’Assam. Quattro di questi sono stati trovati già morti, mentre un animale, rinvenuto ancora in vita ma con il corno segato, è morto nonostante gli sforzi dei Veterinari dell’IFAW (vedi foto). Le condizioni erano apparse subito molto critiche ed il povero animale sanguinava abbondantemente dalla vistosa ferita inferta dai bracconieri.Gli animali, per sfuggire alle inondazioni che hanno provocato tra l’altro numerosi lutti tra le popolazioni locali, si erano spostati in aree non allagate concentrandosi ed esponendosi ancor di più all’azione dei bracconieri.Tutti i cinque rinoceronti sembrerebbero essere stati uccisi al di fuori dell’area protetta, vicino alle colline di Karbi Anglong. Gli animali avevano cercato scampo un un’area più elevata. In tutto, riferiscono da IFAW, sono un centinaio gli animali recuperati dagli esperti dell’Associazione nel corso delle ultime alluvioni. Eventi disastrosi che sono iniziati già dallo scorso giugno.“I nostri pensieri – ha dichiarato Ian Robinson, direttore del Centro di Recupero di IFAW – vanno sia alle persone che agli animali selvatici coinvolti nelle disastrose inondazioni dell’Assam. Animali – ha aggiunto il responsabile IFAW – che in alcuni casi, approfittando delle alluvioni, sono stati uccisi senza pietà“.Per questo, IFAW vuole incoraggiare le autorità locali affinché
venga garantita la protezione del patrimonio faunistico del Parco di Kaziranga. Il Governo avrebbe a tal proposito promesso l’intervento dell’esercito per porre un freno all’azione dilagante del bracconaggio.Il Parco nazionale di Kaziranga, dichiarato dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità, ospita la più grande popolazione di rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis).
http://www.geapress.org/esotici/india-e-morto-il-rinoceronte-senza-corno/33641
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ADN KRONOS
10 OTTOBRE 2012
La Tanzania vuole vendere 100 tonnellate di avorio al Giappone e alla Cina
Presentata una formale richiesta alla Convenzione Internazionale per il commercio delle specie protette
Roma - La Tanzania ha presentato una formale richiesta alla Convenzione Internazionale per il commercio delle specie protette per poter vendere al Giappone e alla Cina 100 tonnellate d'avorio prese dalle sue scorte. Il Paese est africano ha anche chiesto di abbassare il livello di protezione di cui godono gli elefanti come specie tutelata, per consentire il commercio di trofei di caccia e di pellami; i proventi derivanti dalla vendita saranno utilizzati esclusivamente, sostiene il governo tanzano, per la tutela degli animali e per finanziare programmi di sviluppo della fauna selvatica del Paese. La richiesta governativa è stata subito condannata dalle organizzazioni ambientaliste che hanno etichettato la richiesta come 'ridicola', affermando che questa iniziativa viene presa proprio quando il bracconaggio d i specie protette sta vivendo una nu ove e più forte recrudescenza. Una vendita 'una tantum', sostengono le associazioni, sarebbe un incentivo per i cacciatori di frodo, fornendo una scappatoia per immettere nel circuito di vendita anche l'avorio derivante dal bracconaggio. In Africa però già quattro Paesi hanno ottenuto l'autorizzazione a vendere le riserve d'avorio e questo fa temere che il permesso possa essere concesso anche al governo di Dodoma.
Diverso segnale venne invece dato dal Gabon che l'estate scorsa ha bruciato le sue riserve di avorio (derivate dai sequestri) per sottolineare il suo impegno contro il bracconaggio: ''Il Gabon - ha affermato il Presidente del Paese africano Ali Bongo- intende rafforzare le pene per combattere questo fenomeno. Uno sforzo, però, che richiederà una maggiore cooperazione giuridica internazionale''. Un riferimento non troppo velato alle pene non proprio severe previste, nei Paesi consumatori, per chi commerci in avorio illegale.
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TUTTO GREEN
10 OTTOBRE 2012
Proposta shock in Patagonia: balene salve uccidendo i gabbiani
Nell’immaginario collettivo i gabbiani sono visti come romantici animali sulla spiaggia, o che volano a pelo d’acqua su un mare magari al tramonto. In realtà in Patagonia sono bollati come pericolosi carnivori che beccano sul dorso delle balene. Al punto che l’autorità locale sta pensando di autorizzare la polizia a ucciderli. D’altronde le balene portano turisti e i turisti portano soldi.Dunque vanno salvaguardate anche (e soprattutto) per motivi economici.Ciò avviene perché, come spiega il biologo Marcelo Bertellotti, “il numero dei gabbiani è aumentato esponenzialmente e gli uccelli hanno iniziato ad attaccare le balene in superficie, strappando le carni per mangiarne pelle e grasso”.Gli ambientalisti sono contrari, affermando che le autorità dovrebbero invece chiudere la vicina discarica e impedire ai pescatori di scar icare i rifiuti in acqua. In questo modo si ridurrebbe in modo naturale il numero dei gabbiani.Insomma, un dilemma che non è mai così raro nella lotta per cercare di preservare gli eco-sistemi. Stiamo a vedere cosa succede…
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TIO.CH
10 OTTOBRE 2012
Quelli che allenano cani per disabili, la fantastica storia di Lilou
La fondazione Le Copain si occupa da anni dell’allevamento di cani per disabili, per farlo ha bisogno di volontari. Abbi amo incontrato Gemma Dagani che con la sua famigli ha partecipato al progetto
GORDOLA (Svizzera). Gli amici a quattro zampe sono sempre molto amati da tutti, ma alcuni di questi stupendi esseri per qualcuno sono un vero e proprio aiuto per affrontare la vita di tutti i giorni. Le Copain è un’associazione vallesana che si occupa di allevare cani, labrador e golden retriever, per disabili ed epilettici con l’aiuto, per un anno e mezzo, di famiglie volontarie che si prendono cura e insegnano i primi ordini basilari ai cuccioli.
La famiglia Dagani di Gordola ha partecipato al progetto allevando per 18 mesi Lilou, un bellissimo cucciolo di labrador. In un incontro con Gemma Dagani abbiamo approfondito questa bella storia fatta di solidarietà.
Gemma, esattamente in cosa consiste questo progetto?
"Le Copain due volte all’anno prende sette o otto cuccioli e li affida a volontari che accettano di seguire il cane per diciotto mesi. L’associazione s’incarica di tutte le spese, sia quelle di mantenimento che quelle veterinarie. Le famiglie devono abituarli a vivere nella quotidianità e insegnargli alcune regole basi: come non saltare sul divano o mangiare sempre dalla sua ciotola. Allo stesso tempo bisogna familiarizzare il cucciolo con i mezzi di trasporto. Quando il cagnolino si trova nei luoghi pubblici o al super mercato veste una pettorina con una L, il che significa che sta lavorando e quindi non può essere disturbato".
Avevate degli ordini specifici da insegnare, per questo avete un aiuto?
"Il nostro compito era insegnare dodici ordini essenziali, tutti in francese, poi a Gorduno, con le altre famiglie partecipanti a questo progetto, ci incontravamo in un campo aperto e con l’aiuto della responsabile in Ticino di Le Copain, questi comandi venivano rinfrancati".
Una volta finito il periodo con le famiglie il cane viene riconsegnato all’associazione…
"Sì, vengono riportati in Vallese a Granges. Le Copain li istruisce ulteriormente per sei mesi, dove il cagnolino impara altri ordini supplementari, fino arrivare alla fine ad obbedire a una trentina di ordini. Una volta che il cane verrà reputato idoneo verrà consegnato a una persona disabile".
Al momento della consegna non deve essere stato facile immagino…
"È stato il mio primo cane in assoluto e anche se sai già in partenza che dovrai riconsegnarlo, il distacco è comunque duro. Devo ringraziare mio marito e mio figlio piccolo che mi hanno supportato. Non avrei mai pensato di affezionarmi così tanto. Però dall’altra parte hai anche una grande soddisfazione personale, perché sai che hai fatto qualcosa a fin di bene per delle persone che necessitano questi stupendi esseri viventi nella vita di tutti i giorni".
Come sei arrivata a conoscenza di Le Copain?
"Ho letto un articolo su questo tema e ho subito preso contatto con Le Copain, era il mese di novembre del 2010. È venuta la persona responsabile in Ticino a controllare la casa e visto che abitiamo vicino alla strada ci ha dato un paio di consigli per garantire la totale sicurezza del cane. Due settimane dopo, l’associazione mi ha contattata per chiedermi se ero già pronta per seguire un cucciolo che era rimasto senza famiglia, ma non me la sentivo ancora e ho rifiutato. Alla fine a gennaio del 2011 è arrivata Lilou".
Rifaresti questa esperienza?
"Devo dire la verità, quando mi sono separata da Lilou non avevo interesse a ripetere l’esperienza, ma a distanza di tre mesi ci sto ripensando di nuovo".
Lo consiglieresti alle altre famiglie dunque?
"Lo consiglierei a tutte quelle persone che hanno voglia e tempo d’impegnarsi per aiutare gli altri. Chiaramente chi volesse intraprendere questa strada deve essere consapevole che dovrà dedicare molto tempo al cucciolo. Alla fine però si viene ripagati completamente".
Chiunque fosse interessato a vivere un’esperienza come quella di Gemma e la famiglia Dagani, si può mettere direttamente in contatto con la responsabile in Ticino dell’associazione Le Copain Esmeralda Migliorati al 076 3692409.
Potete trovare altre informazione su http://www.lecopain.ch/_it/_pg.php?IDpg=9. |
IL MESSAGGERO
10 OTTOBRE 2012
Animali teneri, ecco le foto dei cuccioli di leopardo dello zoo di Berlino
ROMA - Tra pochi mesi diventeranno dei felini agili e potenti dall'istinto predatorio, ma per ora questi teneri cuccioli di leopardo non sembrano in grado di minacciare nessuno. Anzi, mostrati per la prima volta al pubblico del Tierpark Zoo di Berlino, i due fratellini - resi popolari del sito BuzzFeed Animals - sono davvero impauriti e con poca voglia di affacciarsi fuori dal loro cesto. Nati all'inizio di agosto, i simpatici felini sono degli esemplari di leopardo della Cina del Nord.
FOTO
http://www.ilmessaggero.it/foto/_foto/0-9830-224726.shtml
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ECO SEVEN
10 OTTOBRE 2012
Los Angeles potrebbe vietare la vendita di animali, per favorire le adozioni
A Los Angeles una nuova ordinanza delle autorità locali potrà imporre il divieto di vendita degli animali, con la speranza che gli interessati ad avere un cane o un gatto o un altro animale domestico possa rivolgersi ai centri di adozione. Nei rifugi sovraffollati della città americana, infatti, gli animali domestici se non adottati, prima o poi saranno destinati alla condanna a morte.La proposta di vietare la vendita di animali a Los Angeles, per ora è solo un’idea. Il Consiglio comunale della città californiana, questo mese, prenderà in considerazione il divieto di vendita per tre anni di cani, gatti e conigli in negozi di animali. Gli interessati a questi animali domestici potranno quindi rivolgersi ai sovraffollati rifugi per animali abbandonati, contribuendo a ridurre il numero di cani e gatti sottoposti all'eutanasia, conseguenza, appunto, del sovraffollamento. Sul provvedimento di vietare la vendita di cani, gatti e conigli nei negozi di animali a Los Angeles ha provocato non poche polemiche. Mentre alcuni sostengono che il divieto è la soluzione giusta e ovvia, altri vedono nel provvedimento una minaccia all’economia dell'industria degli animali domestici e un modo di incentivazione del mercato nero degli animali.
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LA REPUBBLICA
10 OTTOBRE 2012
Squalo elefante, gigante buono che rischia di scomparire
È il pesce più grande del Mediterraneo, può superare i dieci metri di lunghezza e si nutre esclusivamente di plancton filtrato attraverso l'enorme bocca. E' innocuo, non attacca l'uomo ma come molte altre specie dei nostri mari è temuto e cacciato. Le iniziative per proteggerlo non mancano
di PAOLA RICHARD
FACILE averne paura, meno facile ammirarli e, soprattutto, proteggerli. Sono gli squali dei nostri mari: perlopiù innocui per gli esseri umani. Viceversa temuti, sterminati per timore collettivo, pescati per intrattenimento o, nel peggiore dei casi, mutilati e rigettati vivi in mare. Tra loro anche lo squalo elefante, il pesce più grande del Mediterraneo, un gigante buono che può superare i dieci metri di lunghezza e si nutre esclusivamente di plancton filtrato attraverso l'enorme bocca. Tra il 2005 il 2010 in Sardegna ne sono stati avvistati ben 79 esemplari. Compaiono misteriosamente in inverno e in primavera senza sapere da dove provengono e dove sono diretti: non si conoscono ancora le rotte di migrazione di questi animali. Raro e dalla biologia ancora inesplorata, non si tratta dell'unico squalo in pericolo a lle nostre latitudini. Il 42% delle specie di squali e razze presenti in Mediterraneo è infatti minacciata o a rischio di estinzione, per questo inserita nella lista rossa dell'IUCN, l'Unione internazionale per la conservazione della natura. Sono animali troppo spesso considerati "nocivi", ma la perdita dei predatori dei nostri mari si traduce in grandi squilibri e proliferare di specie non sempre desiderate come ad esempio le meduse. Almeno due le iniziative in Italia per tutelare gli squali e le altre specie marine in pericolo come le razze e trigoni. Il progetto Life+ della Commissione Europea Sharklife 3 si batte su più fronti: da una parte la sperimentazione assieme all'associazione CTS (Centro turistico studentesco) e ai pescatori di AGCI-Agrital di un nuovo dispositivo elettronico applicato alle reti da posta in grado di rilevare il peso delle grandi prede intrappolate come squali, delfini e tartarughe e, quindi, trasmettere un segnale radio al personale del Parco della Maddalena in Sardegna. Dall'altra la salvaguardia di piccoli squali e razze oggetto di pesca sportiva. I nuovi regolamenti Fipsas prevedono da oggi la liberazione, dopo marcatura, degli esemplari catturati.
"Sono circa 125 le gare di pesca sportiva in Italia e coinvolgono oltre quattromila pescatori- spiega Simona Clò, biologa CTS e membro dello Shark Specialist Group Mediterraneo della IUCN- In soli due giorni di gara nel luglio scorso a Bibione in Adriatico il nuovo regolamento ha consentito di liberare in mare una trentina di esemplari di palombo, dopo aver applicato sulla pinna dorsale un tag colorato. Marcare gli animali ci consente di capirne gli spostamenti in caso di ricattura. In questo caso gli esemplari erano molto piccoli, di circa 30 centimetri, fatto che ci spinge a ipotizzare una zona di forte riproduzione in questo tratto di mare". Il palombo è una delle specie di squalo più conosciute e commercializzate, per questo in pericolo. Non raggiunge il metro di lunghezza e come molti suoi simili ha una riproduzione molto lenta: partorisce da 4 a 15 piccoli dopo un periodo di gestazione di circa 10 mesi. Anche i pescatori professionali hanno aderito all'iniziativa utilizzando nuovi ami circolari per la cattura di pescespada, al posto dei tradizionali a forma di uncino. "Un sistema già sperimentato per tutelare le tartarughe marine, che consente di ridurre del 20% la cattura ad esempio di trigoni viola, bellissimi pesci dallo scheletro cartilagineo che non hanno valore commerciale", aggiunge Simona Clò. C'è anche una seconda iniziativa mirata a proteggere i giganti dei nostri mari: l'Operazione squalo elefante 4 è portata avanti da MedSharks con la Fondazione Principe Alberto II di Monaco. Il progetto rac coglie gli avvistamenti a livello nazionale e nel tardo inverno-primavera segue gli animali in Sardegna per marcarli e scoprirne i misteriosi spostamenti in Mediterraneo. "Che siano capaci di lunghe migrazioni è ormai chiaro- si legge sul blog del progetto- l'ultima prova è arrivata lo scorso mese dalle Hawaii, dove è riapparso un cetorino marcato otto mesi prima a 4000 chilometri di distanza a San Diego, California". Il Mediterraneo ospita 80 specie di squali e razze. Quasi la metà è oggi in grave pericolo: mante, trigoni, smeriglio, squalo angelo, volpe, martello, elefante, mako e verdesca sono tra le principali vittime. Alcune popolazioni si sono ridotte addirittura del 97-98%, stroncate sistematicamente da reti da pesca, palangari e gare di pesca sportive, mentre riguardo al 26% dei pesci cartilaginei presenti nei nostri mari non esistono dati sufficienti per stabilirne lo stato di conservazione.
VIDEO
http://video.repubblica.it/natura/lo-squalo-elefante-il-gigante-buono-del-mediterraneo/107375?video
FOTO
http://www.repubblica.it/ambiente/2012/10/10/foto/squalo_elefante_gigante_buono_dei_nostri_mari-44254085/1/
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YAHOO NOTIZIE
10 OTTOBRE 2012
Cina, pescatore salva tartaruga ferita, appartiene a specie protetta
Yantai (Cina) - Un pescatore nella città orientale cinese di Yantai ha salvato una tartaruga marina ferita e che era finita nella sua rete da pesca. Il pescatore ha raccontato di non aver capito subito a quale specie appartenesse l'esemplare, ma ha intuito immediatamente che si poteva trattare di una specie protetta. Non appena arrivato a riva, l'uomo ha chiesto aiuto alla polizia locale perché aveva paura che, essendo ferita alle zampe posteriori, la tartaruga potesse non riuscire a sopravvivere se non fosse stata curata in fretta. All'inizio l'animale, che pesa 80 chili, si rifiutava di mangiare. Ma poi è stata presa in cura dai veterinari locali e ora si sta riprendendo. Presto sarà rimessa in libertà.
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LA ZAMPA.IT
10 OTTOBRE 2012
Vietnam, rischio di chiusura per la riserva degli Orsi della Luna
Pressioni per trasformarlo in “zona di significativa importanza per la difesa nazionale”, ma con possibili progetti per l’apertura e allo sviluppo di un “parco eco-turistico” con annesse strutture alberghiere.
Tempi difficili per le attività di Animals Asia in Vietnam. L’organizzazione animalista, divenuta famosa a livello internazionale per la sua battaglia in favore degli Orsi della Luna, rischia di veder chiudere la sua riserva naturale vietnamita: in quello spazio attualmente risiedono e sono curati 104 orsi liberati dalle “fattorie della bile”. In molti Paesi asiatici, infatti, continua l’usanza di trattenere in gabbie questi orsi per estrarne quotidianamente la bile ai fini di presunti benefici dettati dalla medicina tradizionale cinese. Secondo quanto riportato in una nota da Animals Asia, il Ministero per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (MARD) ha informato l’organizzazione no-profit che il Ministero per la Difesa ha emanato un’ordinanza di sfratto ai danni della riserva naturale perché ritenuta “zona di significativa importanza per la difesa nazionale”. Il provvedimento è solo l’ultimo dei tentativi di mandare via l’associazione. Il direttore del parco nazionale di Tam Dao, Do Dinh Tien, a partire dall’aprile 2011, ha sollecitato più volte Animals Asia a cedere spontaneamente sei ettari di terra. Secondo alcune indiscrezioni, dietro alla richiesta ci sarebbe il progetto di un’azienda privata che mira all’apertura e allo sviluppo di un “parco eco-turistico” con annesse strutture alberghiere. L’eventuale chiusura della riserva per gli orsi, oltre a causare all’organizzazione un danno stimato in circa 2 milioni di dollari di investimenti fatti nel corso degli anni, comporterebbe gravi ripercussioni ai 104 esemplari liberati dalle fattorie della bile e i 77 lavoratori vietnamiti che fanno parte dello staff. L’ordine di sfratto rappresenta, inoltre, anche una violazione all’accordo siglato da Animals Asia con il Governo vietnamita nel 2005, grazie al quale si autorizzava la costruzione e lo sviluppo di una riserva naturale in uno spazio di 12 ettari all’interno del parco nazionale di Tam Dao, finalizzata alla riabilitazione permanente e al recupero di 200 orsi in via di estinzione, sottratti alle fattorie della bile che li detenevano illegalmente. In seguito all’intervento delle ambasciate locali (incluse quella italiana, inglese, americana e australiana), le organizzazioni internazionali e i Ministeri europei, e all’attenzione di numerosi media, il MARD ha però ribadito, con una direttiva datata 26 aprile 2012, che l’area del Moon Bear Rescue Center non verrà toccata, in rispetto degli accordi precedentemente contratti con Animals Asia.Nonostante questo, sostiene Animals Asia, il direttore del parco avrebbe cominciato a fare pressioni sul Ministero della Difesa, con l’obiettivo di persuadere il Ministero dell’Agricoltura a bloccare il piano di sviluppo del Moon Bear Center. La richiesta approderà ora al Primo Ministro per un pronunciamento definitivo. A causa dell’immenso potere di cui gode il Ministero per la Difesa in Vietnam, si teme che il Primo Ministro sarà costretto ad autorizzare la chiusura del centro.
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LEI WEB
10 OTTOBRE 2012
Se Fido mette su peso…
L’associazione americana per la prevenzione dell’obesità negli animali domestici lancia una campagna, ormai alla sua sesta edizione. Nella giornata di oggi, infatti, i veterinari in USA registreranno quanti dei pazienti che hanno visitato sono sovrappeso. È sì perché l’aumento eccessivo di peso non sta interessando solamente la popolazione umana, ma anche quelle degli animali domestici. Come nel caso delle persone, l’aumento di peso di un animale può arrivare a livelli estremi che ne mettono a rischio la salute.Ne è un esempio Obi, un bassotto che ha raggiunto l’incredibile peso di 35 Kg! I proprietari non riuscivano a dire di no ai suoi dolci occhi marroni… così Obi è arrivato al doppio del peso normale per un cane della sua razza e taglia.Obi è stato affidato ad una nuova famiglia. Nonostante fosse chiaramente amato, i proprietari si sono resi conto di mettere a rischio la sua vita con la loro incapacità di controllarlo!Così, con grandissimo dolore dei vecchi proprietari, Obi viene portato a Nora. Si tratta di un’esperta di cani, qualificata, con tanta esperienza e proprietaria di altri 9 labrador e 5 bassotti allegri e in perfetta forma fisica!Nora mette subito a dieta il nuovo arrivato e gli prepara un accurato programma di esercizi fisici. Inoltre si augura che i suoi cani saranno per Obi dei modelli da cui imparare nuovi comportamenti, più sani.Nora spera che Obi diventi un esempio dell’importanza della prevenzione nel controllo e mantenimento di un peso ideale.Ce la farà Obi a perdere più di 10 Kg? Noi ce lo auguriamo. E speriamo che il suo esempio e iniziative come quella dell’associazione per la prevenzione dell’obesità nei pet aiutino a comprendere l’importanza di avere un peso corretto, sia per i nostri animali che per noi!
http://blog.leiweb.it/animali/2012/10/10/se-fido-mette-su-peso/
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L’UNIONE SARDA
11 OTTOBRE 2012
Butta fuori un cane dal bus e lo investe sotto gli occhi degli scolari di Capoterra
Il cucciolo è salito sul pullman che porta i bambini alla scuola media di Frutti d'Oro, frazione di Capoterra. Il conducente l'ha preso per le zampe, l'ha buttato giù dal mezzo e poi l'ha investito e ucciso. Forse non volontariamente.
NELLA FOTO - Il cucciolo investito dal bus
Prov. Di Cagliari - La sequenza dell'orrore è restata impressa nella mente dei ragazzini delle medie che l'hanno raccontata a insegnanti e genitori. Prima l'allegro zampettare del cagnolino che, alla fermata di viale Europa, si è intrufolato sul pullman, poi i latrati del cucciolo che viene 'accompagnato' all'uscita e infine travolto e ucciso. Non volontariamente, pare. Certo è che il conducente del bus, su cui viaggiavano 20 scolari, non si è fermato a soccorrere l'animale. I carabinieri stanno svolgendo accertamenti sull'episodio. I militari della stazione di Capoterra sono intervenuti poco dopo assieme ad un veterinario della Asl di Cagliari.
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AFFARI ITALIANI
11 OTTOBRE 2012
Cagnolino sale sullo scuolabus. L'autista lo lancia fuori e lo investe
Prov. Di Cagliari - L'autista di uno scuolabus e' accusato di aver scaraventato fuori dal mezzo un cucciolo di cane salito poco prima in occasione di una fermata e di averlo investito davanti a numerosi passeggeri, alunni della scuola media di Frutti d'Oro, frazione sul litorale di Capoterra.L'episodio, avvenuto in localita' Rio San Girolamo, e' stato denunciato ai carabinieri della compagnia di Cagliari, che indagano per accertare se la morte del cagnetto sia stata volontaria o se sia avvenuta accidentalmente dopo che l'animale era stato violentemente lanciato fuori dall'autobus, un mezzo della Sumb- Servizi urbani di Mario Baire.Il corpo del cagnetto e' stato poi raccolto, nel punto indicato dai testimoni, da un veterinario della Asl allertato dai carabinieri
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QUOTIDIANO.NET
11 OTTOBRE 2012
Autista di scuolabus lancia cane fuori dal finestrino e lo investe: il cucciolo è morto
Una storia incredibile arriva dalla Sardegna
Cagliari, 11 ottobre 2012 - Una storia che ha dell'incredibile arriva dalla Sardegna e lascia di stucco non solo gli amanti degli animali ma tutti. L'autista di uno scuolabus e' accusato di aver scaraventato fuori dal mezzo un cucciolo di cane salito poco prima in occasione di una fermata e di averlo investito davanti a numerosi passeggeri, alunni della scuola media di Frutti d'Oro, frazione sul litorale di Capoterra (Cagliari). L'episodio, avvenuto ieri mattina in localita' Rio San Girolamo, e' stato denunciato ai carabinieri della compagnia di Cagliari, che indagano per accertare se la morte del cagnetto sia stata volontaria o se sia avvenuta accidentalmente dopo che l'animale era stato violentemente lanciato fuori dall'autobus, un mezzo della Sumb-Servizi urbani di Mario Baire. Il corpo del cagnetto e' stato poi raccolto, nel punto indicato dai testimoni, da un veterinario della Asl allertato dai carabinieri.
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CORRIERE DELLA SERA
11 OTTOBRE 2012
VIOLENZA SUGLI ANIMALI
Cagliari: autista di scuolabus lancia dal mezzo un cane salito per sbaglio e poi lo investe
Aperta un'indagine dopo la denuncia ai carabinieri. A bordo del pullman c'erano degli alunni di una scuola media
Un gesto ignobile. Tanto più che sarebbe avvenuto davanti a dei ragazzini. L'autista di uno scuolabus è accusato di aver scaraventato fuori dal mezzo un cucciolo di cane salito poco prima in occasione di una fermata e di averlo investito davanti a numerosi passeggeri, alunni della scuola media di Frutti d'Oro, frazione sul litorale di Capoterra (Cagliari).
INDAGINE - L'episodio, avvenuto mercoledì in località Rio San Girolamo, è stato denunciato ai carabinieri della compagnia di Cagliari, che indagano per accertare se la morte del cagnetto sia stata volontaria o se sia avvenuta accidentalmente dopo che l'animale era stato violentemente lanciato fuori dall'autobus, un mezzo della Sumb-Servizi urbani. Il corpo del cagnetto è stato poi raccolto, nel punto indicato dai testimoni, da un veterinario della Asl allertato dai carabinieri.
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ADN KRONOS
11 OTTOBRE 2012
Cagliari: autista scaraventa cane fuori da scuolabus e lo investe
Cagliari - Avrebbe afferrato al collo un cucciolo di cane salito poco prima sullo scuolabus, a una fermata, e lo avrebbe scaraventato violentemente fuori, investendolo poi con il mezzo, tanto da provocarne la morte. L'episodio e' accaduto a Rio San Girolamo, a Capoterra (Cagliari) e il responsabile sarebbe l'autista di uno scuolabus della Sumb, Servizi urbani di Mario Baire, che, alla presenza di numerosi passeggeri, tutti alunni della scuola media di Frutti d'oro, avrebbe ucciso il piccolo animale.
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GEA PRESS
12 OTTOBRE 2012
Capoterra (CA), il cane investito e non soccorso – testimonianze a rischio
Intervento dell'Arma dei Carabinieri.
E’ stata già comunicata all’Autorità Giudiziaria la notizia di reato per maltrattamento di animali in merito all’incidente occorso nei giorni scorsi a Capoterra (CA) ai danni di un cucciolo di cane. Solo pochi mesi di vita. Un meticcio di cane pastore il quale, secondo le informazioni circolate, si sarebbe intrufolato in uno scuolabus. L’autista avrebbe energicamente rimesso il cucciolo in strada. Qui è poi finito sotto le ruote del pullman. Incidente probabilmente non voluto, ma il cane parrebbe proprio che non sia stato soccorso.
Sul fatto stanno ora indagando i Carabinieri del Comando Stazione di Capoterra i quali potrebbero trovarsi innanzi ad un problema spinoso. A quanto pare le testimonianze sarebbero state fornite dagli scolari. Tutti minori, trattandosi di una scuola media, e molto provati da quanto successo. Quanto riportato dalle insegnati farebbe invece riferimento allo stesso racconto dei ragazzi.
La dinamica dei fatti sarebbe pertanto ancora da accertare mentre l’unico elemento che più probabilmente potrebbe essere imputato all’autista della ditta privata, è il fatto che non abbia soccorso il povero animale morto proprio a causa dell’incidente.
Il piccolo animale era privo di microchip, forse per la giovane età. Dai Carabinieri si è però presentata una signora che avrebbe confermato la proprietà del cane a quanto pare custodito in un cortile, dal quale, verosimilmente, è poi scappato.
L’autista, invece, avrebbe riferito ai Carabinieri che non aveva intenzione di investire il cucciolo ma di contro che non poteva lasciare l’animale sull’autobus.
Sul caso fioccano ora le denunce. A quella dell’ex Ministro Vittoria Michela Brambilla, si è unita la denuncia del PAE, Partito Animalista Italiano.
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IL MESSAGGERO
12 OTTOBRE 2012
Getta un cagnolino fuori dallo scuolabus e poi lo investe: autista denunciato
ROMA - La Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente rende noto di avere dato mandato ai propri legali di procedere secondo gli art. 544 bis e ter (maltrattamento e uccisione di animale) nei confronti dell'autista dello scuolabus di Capoterra, in provincia di Cagliari, che mercoledì scorso, ha gettato fuori dal veicolo, per poi investirlo, un cagnolino randagio che era salito sull'automezzo.«Si tratta - ha spiegato l'on. Michela Vittoria Brambilla - di un episodio di estrema gravità, che denota crudeltà ed arretratezza morale da parte di chi lo ha compiuto, oltre al disprezzo delle normative vigenti.Si aggiunge poi l'aggravante che i reati sono stati commessi davanti a minori, per giunta affidati alla responsabilità di questo individuo».
La Federazione annuncia anche che potrà costituirsi parte civile nell'instaurando procedimento penale. |
GEA PRESS
11 OTTOBRE 2012
Torino – gattina colpita dall’idrante – i Vigili del Fuoco avviano indagine interna
Indagine interna, al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino, in merito all’incredibile vicenda occorsa alcuni giorni addietro (vedi articolo GeaPress) alla gattina che sarebbe stata colpita dal getto di un idrante, nel tentativo di farla scendere da un albero. La gattina, ha però riportato, nel volo che ne sarebbe conseguito, gravissime ferite. E’ morta poco dopo presso un ambulatorio veterinario.Dal Comando torinese dei Vigili del Fuoco, nessuna dichiarazione ufficiale, ma conferma della indagine avviata. Poi il dispiacere diffuso per quanto rendicontato da alcuni volontari accorsi nei luoghi e ripreso dalla stampa. “Noi andiamo per salvare vite in pericolo – riferisce a GeaPress un Vigile del Fuoco di Torino che però non vuole rivelare la sua identità - Siamo in attesa che il fatto venga chiarito ma di certo non meritiamo questa fama” aggiunge dispiaciuto il Vigile.Dal Comando provinciale, però, nessuna dichiarazione. Tra i Vigili si è avanzata l’ipotesi che quel colpo di idrante, probabilmente incauto, potesse essere stato indirizzato verso la fronda dello stesso albero ove era salita la gattina, ma non direttamente sul povero animale. Un tentativo messo in atto per tentare di farla avanzare verso il tronco principale e da qui cercare una maniera più agevole per recuperarla. Di certo, ad oggi, rimane la versione raccontata da chi, nei luoghi, si era recato per assistere al recupero, concluso, invece, con il volo mortale. Il referto Veterinario ha, infatti, messo in evidenza i gravi traumi che in poco meno di due ore hanno portato alla morte la gattina. Lo stesso animale, sarebbe inoltre arrivato dal veterinario bagnato d’acqua.“Non generalizzate – riferisce il Vigile del Fuoco – appuriamo quanto successo ma, ripeto, noi accorriamo per salvare le vite, spesso anche di animali“. Chiamate, come più volte apparso nelle stesse cronache giornalistiche, conseguenti sia a disastri quali alluvioni o incendi, ma anche per incidenti quali cani o gatti finiti nei posti più impensabili.
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LA NUOVA FERRARA
11 OTTOBRE 2012
Cane investito, tanta indifferenza
Prov. Di Ferrara - Un cane è stato investito ieri pomeriggio in via Bologna nei pressi dell’abitato di Chiesuol del Fosso ed è rimasto fermo in strada tra l’indifferenza generale rischiando di venire ulteriormente travolta da altre auto. Un uomo si è fermato e con l’aiuto della figlia e di un altro automobilista ha portato in salvo il cane. Ma non sono mancate le polemiche perché l’automobilista ha ripetutamente effettuato chiamate istituzionali per chiedere aiuto per l’animale ferito, ma in tanti hanno risposto che non era di loro competenza. Un episodio che conferma ancora come ci sia spesso tanta indifferenza nei confronti degli animali che soffrono.
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TUSCIA WEB
11 OTTOBRE 2012
Grotte Santo Stefano (VT) - Per il giudice era incapace di intendere e di volere al momento dei fatti Massacrò i suoi cani e minacciò la vicina, assolto
Ha massacrato i suoi cani e minacciato di accoltellare una vicina di casa. Ma al momento dei fatti era incapace di intendere e di volere.Per questo motivo il tribunale di Viterbo ha assolto V. B., 70enne di Grotte Santo Stefano a giudizio per minacce, evasione dagli arresti domiciliari, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.Per l’anziano, i guai giudiziari sono iniziati sei mesi fa. In poche ore, uccise uno dei suoi cani a bastonate e ne strangolò un altro, facendolo a pezzi e gettandolo in un fiume. Episodi che gli valsero due denunce per maltrattamento di animali. Il 24 aprile finì ai domiciliari per aver minacciato di accoltellare la vicina di casa. Tre giorni dopo, la nuova aggressione, stavolta a passanti e carabinieri, brandendo un coltello sulla soglia di casa. Ieri mattina, in aula, le conclusioni dello psichiatra Alberto Trisolini. “Escludo un problema neurologico – ha spiegato il consulente, che ha sottoposto il 70enne a perizia psichiatrica -. Il disturbo è di natura psichica, consistito in un’improvvisa perdita di lucidità che ha reso l’imputato incapace di intendere e di volere al momento dei fatti”.Il problema, per il dottore, va ricercato nel contesto familiare dell’uomo. La moglie è morta sette anni fa. Non ha figli, né soldi. Vive con una sua conoscente e il marito. Trisolini gli ha consigliato di cambiare ambiente. In carcere e in casa di cura, per sei mesi, si è comportato normalmente. Tutti gli episodi sono avvenuti a casa. Ma il 70enne non vuole saperne. “Adesso sto bene – ha spiegato al giudice -. Questa donna è l’unica che mi ha sempre aiutato. Non voglio separarmi da lei”.
Il giudice Gaetano Mautone ha accolto la sua richiesta: V. B. non tornerà in casa di cura. Da oggi potrà di nuovo convivere con la donna e il marito.
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CANICATTI’ WEB
11 OTTOBRE 2012
Agrigento, strage di cani nella zona archeologica: 6 i randagi avvelenati
Sei cani randagi sono stati trovati morti per avvelenamento tra la via Panoramica dei Templi e la rotatoria di Giunone, in piena Valle dei Templi. Due cani sono stati rinvenuti domenica, tre nella giornata di lunedì, un’altra carcassa ancora nel primo pomeriggio di lunedì. Nelle zone dei ritrovamenti sono intervenuti un medico veterinario e la ditta incaricata dal comune di Agrigento della rimozione delle carcasse. Gli agenti della Polizia Locale hanno avviato le indagini.
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LA SICILIA AGRIGENTO
11 OTTOBRE 2012
Ne sono stati avvelenati sei in pochi giorni
Valle dei Templi, strage di cani randagi
Agrigento - Sei cani randagi sono stati uccisi per avvelenamento, e le carcasse ritrovate dal personale dell'Ente Parco e dai Vigili urbani, nell'area compresa tra la via Panoramica dei Templi e la rotatoria di Giunone, in piena Valle dei Templi. Due cani morti sono stati rinvenuti domenica, tre nella giornata di lunedì, un'altra carcassa ancora nel primo pomeriggio di lunedì. Negli ultimi giorni al centralino della Polizia Municipale di Agrigento, sono giunte segnalazioni di altri randagi in preda a convulsioni, e con il rischio di essere travolti da auto in corsa. Avvelenamento, questa l'ipotesi. Perché il sospetto, fortissimo, è che qualche scellerato abbia seminato lungo i sentieri a ridosso della zona archeologica delle polpette intrise di sostanze tossiche o altro cibo contenente veleno. Nelle zone dei ritrovamenti sono intervenuti un medico veterinario e la ditta incaricata dal comune di Agrigento della rimozione delle carcasse. A seguito dell'ultimo ritrovamento, gli agenti della Polizia Locale hanno avviato accertamenti volti ad acquisire elementi che possano permettere l'identificazione del responsabile. Per questo, chiunque abbia notizie utili alle indagini è invitato a rivolgersi all'ufficio della Polizia Municipale. L'invito, inoltre, a chi frequenta abitualmente quell'area o vi risiede, ed è proprietario di un cane a prestare la massima attenzione e a segnalare qualsiasi cosa ritenga possa essere utile. Preoccupa, infatti, l'eventuale dispersione delle sostanze tossiche utilizzate, che potrebbe creare conseguenze ad altri animali, nonché ai turisti e cittadini che frequentano i luoghi dove solitamente stazionavano i cani uccisi. Le carcasse delle bestiole ammazzate già prelevate saranno analizzate per individuare la tipologia di veleno utilizzato. Si è trattato di un'azione spregevole e rilevante ai fini penali, anche ammesso che gli animali avessero creato problemi per l'incolumità pubblica. Nei giorni scorsi diversi turisti, erano stati rincorsi da un branco di randagi e un visitatore era stato morso ad una gamba.
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LA CITTA’ DI SALERNO
11 OTTOBRE 2012
San Severino Spara al gatto della vicina
MERCATO SAN SEVERINO (SA) - Costerà caro ad un anziano di Mercato San Severino l’aver preso di mira i gatti di una vicina. I carabinieri di Mercato San severino, infatti, hanno appurato che l’anziano ha causato la morte di un gattino e il ferimento di altri tre felini appartenenti a una studentessa di San Severino utilizzando un fucile da caccia di piccolo calibro. Le forze dell’ordine, a conclusione delle indagini, hanno deferito in stato di libertà il pensionato, con l’accusa del reato di maltrattamenti verso animali. I motivi che avrebbero indotto l’anziano ad agire in modo così spietato sarebbero legati all’invasione dei gatti sul suolo di sua proprietà. I fatti si sarebbero ripetuti in più occasioni: inizialmente, la studentessa, notando il ferimento dei propri animali che custodisce in casa, si è preoccupata di portarli da un veterinario per far analizzare l’entità delle ferite, convinta che si trattasse di un’aggressione fatta da qualche cane randagio. Dall’esame delle ferite, però, il medico ha riferito che non si trattava di un’aggressione, ma di lacerazioni causate da colpi di arma da fuoco. La conferma è giunta dall’estrazione di alcuni proiettili dalle parti del corpo dei felini sanguinanti a causa delle ferite profonde. I militari hanno potuto constatare che l’anziano era l’unica persona nei paraggi in possesso di un fucile di piccolo calibro. L’arma è stata sequestrata.
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LA PROVINCIA PAVESE
11 OTTOBRE 2012
Ricorso del veterinario Genta «Sospensione illegittima»
SANTA MARIA DELLA VERSA (PV) - «Un provvedimento totalmente abnorme». Così l’avvocato Carlo Enrico Pagliero bolla il provvedimento di sospensione di diritto dall’esercizio della professione per il veterinario Giuseppe Genta e annuncia una richiesta di revoca del provvedimento stesso. Il 52enne di Stradella con un ambulatorio a Santa Maria della Versa è stato sospeso dall’Ordine dei veterinari fino a quando non sarà scagionato dalle accuse di violenza sessuale nei confronti delle dipendenti e di maltrattamenti di animali. «Questo provvedimento disciplinare è stato preso senza rispettare il diritto di difesa del mio cliente – dice ancora l’avvocato Pagliero – E proprio per questo abbiamo subito inviato all’Ordine una richiesta di revoca in autotutela perchè si tratta di un provve dimento illegittimo. La legge consente sì in casi del tutto eccezionali la sospensione dall’esercizio della professione come l’emissione di un ordine di cattura, l’applicazione di una pena o di una misura di sicurezza del giudice, l’interdizione dai pubblici uffici, il ricovero in manicomio. Nessuno di questi casi riguarda però il dottor Giuseppe Genta».
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LA PROVINCIA DI COMO
11 OTTOBRE 2012
Cavallo fugge dal maneggio
Muore a Uggiate dopo un salto NELLA FOTO - Uggiate, il cavallo morto
UGGIATE TREVANO (CO) - Un cavallo imbizzarrito è fuggito dal maneggio ed è morto cadendo nel vuoto dopo aver saltato una recinzione. Attorno a mezzogiorno un purosangue baio da salto, mentre si stava allenando in un maneggio alla presenza del suo istruttore, all'improvviso è scappato e ha saltato prima la staccionata e poi la recinzione dietro il maneggio.
Poi, velocissimo, ha proseguito la sua corsa nei boschi raggiungendo la via per Somazzo e si è così diretto verso il santuario. Oltrepassata la chiesa, il cavallo si è trovato davanti ad una siepe di due metri e mezzo è l'ha saltata.Il cavallo, invece, ha proseguito la sua folle corsa e ha scavalcato il cancello della villa vicina. Quando si è trovato di fronte ad una ringhiera soprastante il garage dell'abitazione, l'ha saltata finendo nel vuoto. Un volo di quattro metri che gli è costato la vita. Sul posto è intervenuta la polizia locale "Terre di frontiera" e una ditta specializzata di Fenegrò per rimuovere la carcassa dell'animale. |
GEA PRESS
11 OTTOBRE 2012
Parco Nazionale del Gran Paradiso – didattica con orrore: gabbia trappola (del Parco) con pecora putrefatta
Più classi dell’Istituto di Istruzione Superiore “25 Aprile” di Cuorgné non hanno potuto fare a meno di notare quell’orrore. Erano tutti in escursione didattica nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Cime maestose, animali liberi e, si presume, protetti. Ed invece, svoltato il sentiero, si presenta l’orrendo spettacolo di una carcassa di pecora. Era stata disposta all’interno di una grossa gabbia trappola di ben due metri di lunghezza. La pecora, sventrata e con le zampe disarticolate, ha accolto la gita scolastica. I fatti sono occorsi lunedì 8 ottobre nel Vallone di Roc sopra Noasca.Un atto di bracconaggio, sicuramente. Con il piccolo particolare, però, che la gabbia sarebbe dello stesso Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il tremendo arnese, secondo la nota diffusa dalla LAC piemontese, sarebbe stato riconosciuto dal guardiaparco responsabile della Valle Orco. Dalla descrizione fatta da un insegnante, il guardiaparco avrebbe asserito che trattavasi di uno strumento in dotazione al Parco per la cattura dei cinghiali. Forse dimenticata ad arrugginire, qualcuno l’avrebbe riattivata ed armata. Volpi, faine, martore, secondo la LAC, avrebbero potuto trovare la morte in quell’arnese di tortura.Una pessima pubblicità per il Parco, commentano ora dalla Lega per l’Abolizione Caccia piemontese. L’insegnante che accompagnava la scolaresca il giorno dopo la macabra scoperta ha presentato denuncia ai Carabinieri di Cuorgné chiedendo all’Autorità Giudiziaria di accertare quante altre gabbie trappola, oltre a quella presente nel Vallone del Roc, siano state nel caso “dimenticate” in natura. Di fatto, come parrebbe essere successo per quella con i poveri resti di pecora in putrefazione, a disposizione dei bracconieri locali.La LAC, con il suo responsabile piemontese Roberto Piana, ha ringraziato i ragazzi del scuola “25 aprile” di Cuorgné per l’attenzione e la sensibilità dimostrata.
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GEA PRESS
11 OTTOBRE 2012
Brescia – arrivano i tordi accecati
La Forestale: bracconaggio sempre molto diffuso e con preoccupanti novità. FOTOGALLERY.
A soli pochi giorni di distanza. Un bilancio, quello degli interventi del NOA (Nucleo Operativo Antibracconaggio) del Corpo Forestale dello Stato nelle vallate del bresciano, che fa sicuramente riflettere. Il nove ottobre (vedi articolo GeaPress) trentatré notizie di reato che però, già stamani, sono diventate 48. Due grandi “tese”, ovvero aree contaminate da trappole, con non meno di 70 archetti cadauna, sistemati per la cattura degli uccelli. Fino ad ora 300 archetti, 320 trappole, 83 reti di varia lunghezza, cinque richiami acustici, 14 fucili sequestrati appartenenti a cacciatori con regolare porto d’armi. Avevano tutti abbattuto specie protette. Tra vivi e m orti, 220 animali posti sotto sequestro.
Alla luce dell’ordinamento giurisprudenziale, la denuncia per la cattura di specie protette, scatta anche con un solo fringuello, come altre specie tutelate. Stesso discorso anche per il sequestro del fucile. Ma a Brescia, il fenomeno del bracconaggio non tende a diminuire. Bracconieri più giovani ed agguerriti, poi una maggiore prevalenza di piccole trappole metalliche, più facilmente occultabili, rispetto ai grandi “archetti” in legno che richiedono maggiore manutenzione. Uccellini con le zampe spezzate (subito divenuti oggetto di maltrattamento nei verbali redatti dalla Forestale) ed ancora in vita sugli archetti. Tra i sequestri anche due tordi finiti con gli occhi bruciati da chiodi roventi. Erano nelle disponibilità di un cacciatore che stava utilizzando un capanno.
Un episodio, quello dei due poveri uccelli accecati, che preoccupa. Un uso insolito nel bresciano ma che, considerata la passione per forme di caccia illegali, potrebbe ben presto dilagare. Gli accecati, infatti, sono solitamente utilizzati dagli uccellatori meridionali. Questi, in più casi, sono stati trovati in combutta con quelli del nord Italia. Una diceria, frutto di ignoranza e crudeltà, asserisce falsamente che i poveri animali dagli occhi bruciati, con chiodi roventi o la piastra incandescente, cantano meglio. Non ci vuole molto, considerata la densità dei bracconieri, che tale pratica possa diffondersi.
Secondo la Forestale il problema del bracconaggio nel bresciano non accenna a diminuire. Cruento e caratterizzato anche da un inaspettato abbassamento dell’età media. Un fenomeno che si rigenera anche grazie all’indotto economico che, sempre secondo la Forestale, non è rappresentato solo dal rifornimento di uccellini per la polenta ed osei, ma anche dal mercato dei rischiami vivi per i cacciatori di capanno. Una provincia, quella bresciana, famosa per la passione venatoria che alimenta, poi, indotti economici. Un esempio recente. Il campo di mais (vedi fotogallery) attrezzato per la cattura di uccelli (vedi articolo GeaPress) era nelle disponibilità di una persona, ora denunciata dal N OA, tutt’altro che in precarie condizioni economiche. In loco, infatti, è stato riferito delle ampie disponibilità finanziarie del bracconiere, derivante da un lavoro che nulla ha a che fare con la ristorazione della polenta ed osei né con i richiami vivi.
VEDI FOTOGALLERY:
http://www.geapress.org/caccia/brescia-arrivano-i-tordi-accecati/33719
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GEA PRESS
11 OTTOBRE 2012
Brescia – il cacciatore di fringuelli (protetti)
Intervento delle Guardie Ecozoofile dell'ANPANA
Le Guardie dell’ANPANA si sono avvicinate a lui utilizzando tutte le precauzioni necessarie a non farsi scorgere. Il sospetto si è così tramutato in realtà. Il cacciatore, infatti, aveva provveduto ad occultare nel campo di mais sia i richiami elettroacustici che i poveri uccellini abbattuti. Si trattava di fringuelli, ovvero avifauna protetta.
Fatto disarmare il fucile e controllati i documenti venatori si è così richiesto l’intervento dei Carabinieri di Carpenedolo, nella bassa bresciana, i quali, giunti in località Lame, hanno provveduto ad accompagnare la persona in caserma per effettuare tutti i verbali del caso. Per il cacciatore colto in atto di bracconaggio, la denuncia per abbattimento di specie protetta ed uso di mezzi non consentiti alla caccia in violazione dell’art 30/1/H legge 157/92.
Il cacciatore aveva insospettito le Guardie dell’ANPANA. Ogni volta che da quel capanno sparava un colpo di fucile, si recava poi in automobile. L’intento, come poi riscontrato, era quello di occultare la piccola preda. Evidentemente, vistosi osservato, alcuni animali li aveva gettati tra la vegetazione. Purtroppo la legge sulla caccia italiana non consentirà di potere interdire l’attività venatoria a tale persona.
http://www.geapress.org/caccia/brescia-il-cacciatore-di-fringuelli-protetti/33711
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IL PICCOLO
11 OTTOBRE 2012
Si scontra con i cinghiali, ne uccide tre
di Francesco Fain
GORIZIA - Scorribande dei cinghiali nei giardini delle abitazioni alle porte di Gorizia. Impianti sportivi devastati. Paura. E ora anche l’incidente stradale. E soltanto la buonasorte ha voluto che non ci fossero conseguenze gravi per l’automobilista coinvolta. Ieri mattina attorno alle 5, lungo la Mainizza, una cittadina di nazionalità bosniaca (C.M. le sue iniziali, classe 1984) ha travolto e ucciso tre cinghiali che, improvvisamente, hanno invaso l’asse stradale. Per la verità, il gruppetto di ungulati era più numeroso, probabilmente era costituito da una decina di esemplari e procedevano tutti in fila indiana: gli altri animali sono scappati, impauriti, nei campi. Le conseguenze? Tanto spavento, la parte anteriore della vettura (una Fiat Punto) completamente sfasciata, ferite fortunatamente lievi per l’automobilista. Ha tentato di frenare e di evitarli ma non c’è stato nulla fa dare: l’impatto è stato inevitabile. Sul posto sono accorsi i carabinieri di Gradisca d’Isonzo e gli agenti della Polizia provinciale (un tempo chiamate guardie ittico-venatorie) che hanno recuperato gli animali. I cinghiali morti sono stati, quindi, trasportati nel carnaio di monte Debeli a Monfalcone: saranno i rapaci, ora, a consumare le carcasse che, quindi, non finiranno al termovalorizzatore di Trieste. L’incidente si è verificato in corrispondenza dell’entrata farrese al raccordo Gorizia-Villesse, a breve distanza dal punto in cui, martedì scorso, è avvenuto un mortale. I cinghiali sono una specie estremamente adattabile che ha bisogno però di ambienti ricchi di sottobosco, cibo ed acqua e la cui alimentazione è basata principalmente sul consumo di una gran quantità di vegetali grezzi (frutti, semi, radici, tuberi, etc) ai quali si aggiungono anche quote di alimenti proteici di origine animale. Gli ungulati possono anche compiere spostamenti notevoli, giornalieri e/o stagionali alla ricerca delle risorse alimentari. Vicino alla scuola di Piedimonte, nel passato, è stato utilizzato un repellente che ha l’odore di orso, un nemico naturale del cinghiale. Parallelamamente, si sta utilizzando il cosiddetto “pastore elettrico”: un intreccio di fili percorsi da corrente elettrica che tiene lontani gli ungulati. Importante anche illustrare i comportamenti da tenere nei confronti degli animali: continuano, infatti, ad essere molte le persone che danno da mangiare ai cinghiali, provocandone il pericoloso avvicinamento alle abitazioni. Ad aumentare il rischio è il fatto che questa operazione viene compiuta vicino a strade, case e aree verdi molto frequentate.
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LA PROVINCIA PAVESE
11 OTTOBRE 2012
Cacciatori contro agenti provinciali «Metodi eccessivi»
di Carlo E. Gariboldi
CASTEGGIO (PV) - Primo cacciatore: «Prima mi hanno sequestrato un fucile che dicevano non regolare, e per questo ce la vedremo in tribunale, poi sono venuti a casa mia, e hanno frugato dappertutto. Fino nel frigorifero, per cercare chissà cosa». Primo avvocato: «A un mio cliente hanno sequestrato un caimano imbalsamato in Brasile nel 1960, perché una legge di cinque anni fa vieta la tassidermia». In Oltrepo, dopo decine di sequestri, scoppia la polemica tra cacciatori e Polizia provinciale, contestata per mezzi e provvedimenti ritenuti eccessivi. Ieri mattina, al tribunale di Voghera, un primo round è stato assegnato ai cacciatori. Marco Calatroni, 58 anni, coordinatore della squadra dei cinghialisti di Ruino è stato assolto dal reato di utilizzare la radio durante una battuta di caccia al cinghiale. Nel novembre di tre anni fa gli hanno sequestrato radio e fucile. Ma ieri mattina il giudice Amerio ha riconosciuto la piena assoluzione «perché il fatto non sussiste». Nello stesso senso si era espresso il pm Ilaria Perinu e l’avvocato difensore di Calatroni, Massimo Marmonti. Il legale, fuori dall’aula, era molto indispettito: «Vorrei sapere dalla Provincia se è il caso di perdere tutto questo tempo, ingolfare i tribunali, per l’uso della radio, ripeto della radio. E’ un assurdo - commenta il legale -. Ora mi rivolgerà io al tribunale, per chiedere i danni alla Provincia. Il comportamento nei confronti dei cacciatori è inaccettabile». Anche l’avvocato Fabrizio Gnocchi assiste alcuni cacciatori: «In generale il problema del bracconaggio esiste e va represso, ma effettivamente ci siamo trovati di fronte a modalità repressive forse eccessive. Io credo che si dovrebbe prevenire. Comunque non bisogna dimentica re che la responsabilità è personale, quindi bisogna valutare caso per caso, senza generalizzare». «In tutta la mia vita raramente ho assistito a comportamenti come quelli delle ultime settimane - dice l’avvocato Domenico Novarini -. Bloccano i cacciatori in aperta campagna, poi passano alle perquisizioni locali e a quelle domiciliari. E’ a un mio assistito che hanno sequestrato il caimano preso più di 50 anni fa in Brasile dal nonno. La Polizia provinciale sa bene che il divieto a imbalsamare gli animali è scattato da pochissimi anni. Invece hanno preso quell’alligatore e decine di altri uccelli, che erano stati cacciati molti anni fa, lo avrebbe capito chiunque». Nel corso di un’altra perquisizione, denuncia l’avvocato oltrepadano, la Polizia ha sequestrato, ritenendola un’arma, una specie di archibugio a canna ottagonale che era un ricordo del nonno e risaliva all’Ottocento: «La situazio ne è insostenibile», conclude. Di diverso parere è Martina Draghi, consigliere provinciale e commissaria dell’Atc 4 di Casteggio: «E’ il primo anno che la polizia provinciale lavora durante l'apertura della caccia. Probabilmente i cacciatori si devono abituare ancora a un sistema nuovo. Ma credo - dice Martina Draghi - che la massa dei cacciatori che si comportano correttamente non abbia proprio niente di cui preoccuparsi».
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AM NOTIZIE
11 OTTOBRE 2012
Barcellona (ME), sotto sequestro tartarughe e uccelli
Scattata la denuncia per maltrattamento di animali
I finanzieri della Tenenza di Barcellona Pozzo di Gotto, nel corso di un controllo sul rispetto di un’ordinanza emessa dal Prefetto di Messina in materia di detenzione di armi svolto presso l’abitazione di un uomo di Barcellona, hanno rinvenuto, in gabbie anguste ed in precarie condizioni igieniche, 115 volatili di specie particolarmente protette (104 cardellini, specie minacciata di estinzione e protetta dalla Convenzione di Berna, 2 verdoni, 2 verzellini, 1 merlo, 1 lucherino, 5 fringuelli). Sono state, inoltre, trovate 4 tartarughe terrestri (detenute in violazione della Convenzione di Washington) ed un uovo della stessa specie. La fauna, catalogata grazie all’ausilio del Responsabile del Centro Recupero fauna selvatica dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali, è stata sequestrata e quindi rimessa in libertà a cura dello stesso Centro. Sono state inoltre sequestrate 32 piccole gabbie, 4 gabbie da cova ed alcune trappole scoperte in un terreno adiacente all’abitazione del soggetto. Le ipotesi di reato a carico dell’uomo, attualmente sul tavolo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona, sono la detenzione di specie protette e di trappole per la fauna selvatica oltre alla detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, sanzionata dal codice penale che punisce chi maltratta gli animali.
http://www.amnotizie.it/news/3786/barcellona-sotto-sequestro-tartarughe-e-uccelli
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GEA PRESS
11 OTTOBRE 2012
Video orrore e i formaggi di Burger King (ATTENZIONE IMMAGINI FORTI)
Gli animalisti americani: si forniscano subito di linee guida da fare rispettare ai loro fornitori.
Un video che fa rumore e non solo per i lamenti delle mucche e gli effetti sonori di pugni e sprangate, ma anche per il rifornitore dell’industria casearia dell’Idaho finita nel mirino di Mercy for Animals, l’Associazione animalista statunitense non nuova a simili investigazioni. Il prodotto derivato da quelle mucche sarebbe, infatti, il formaggio utilizzato da Burger King la nota multinazionale del fast food. Mucche a terra, come altre di italica memoria, ma anche qualcos’altro. Violenza gratuita, fatta di calci e pugni a poveri animali che, al chiuso di quelle piccole gabbie, non possono schivare gli effetti di un violento inserviente. Una situazione già denunciata e che ha portato, riferiscono da Mercy for Animals, all’accusa di tre lavoratori, tra cui il responsabile della ditta casearia, di maltrattamento di animali.
Sprangate, persone insensibili ai lamenti e la forza di chi, munito di telecamera nascosta, ha continuato a filmare. Quella stessa forza che in America fa paura e che sta portando più di uno Stato dell’Unione a legiferare con l’intento di punire severamente chi diffonde tali filmati.
Burger King è ora invitata a prendere posizione fornendosi di linee guida da fare rispettare ai suoi fornitori. Tolleranza zero per gli abusi ai danni degli animali, dicono da Mercy for Animals, il cui dominio web è ora in toto indirizzato sui risultati della nuova investigazione.
Cosa può mai giustificare, se non un profondo sadismo, storcere brutalmente la coda di una povera mucca impossibilitata ad alzarsi? Cosa può mai giustificare la catena con la quale viene trascinata una mucca ormai bloccata in terra? Poveri animali con le mammelle enormi che scivolano sui pavimenti ricoperti di escrementi. Animali vecchi e feriti con ossa rotte o deformate. Umiliate, terrorizzate e brutalmente ferite per un … formaggio. Ha ancora senso, si chiedono gli animalisti americani, propinare ai consumatori scene bucoliche per la pubblicità farcita di mucchine felici di brucare la fresca erba del mattino? Forse le porte degli allevamenti dovrebbero essere aperte più facilmente. E invece, si prevedono pesanti sanzioni penali, come sta avvenendo negli Stati uniti, per chi mostra il retro del sipario.
VEDI VIDEO (ATTENZIONE IMMAGINI FORTI):
http://www.geapress.org/allevamenti-2/video-orrore-ed-i-formaggi-di-burger-king-attenzione-immagini-forti/33701
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IL CENTRO
11 OTTOBRE 2012
Truffa dei cani, accusati veterinari Asl
di Diana Pompetti
TERAMO Tutti a processo per quella che la procura ha definito la truffa dei cani. Il gup Domenico Canosa, al termine dell’udienza preliminare di ieri pomeriggio, ha rinviato a giudizio tre veterinari della Asl di Teramo e due esponenti di un’associazione animalista teramana. Le accuse ipotizzate, che dovranno essere provate nel corso del dibattimento, vanno dalla truffa ai maltrattamenti agli animali, dall'omissione d'atti d'ufficio alla falsità ideologica. L’azienda sanitaria e La lega difesa del cane di Chieti si sono costituite parte civile. Secondo la procura (il pm titolare del caso è Davide Rosati ) 64 cani senza padrone raccolti in strada e portati in una struttura di Colleparco (successivamente smantellata) vi sarebbero stati trattenuti mesi e mesi indebitamente, oltre il periodo necessario a compiere le operazioni di microchippatura e sterilizzazione previste dalla legge prima della reimmissione sul territorio. Questo, sempre secondo l’accusa, perchè tenere gli animali "parcheggiati" imponeva ai Comuni "proprietari" degli stessi un esborso per garantire loro vitto e alloggio (due euro e 50 centesimi al giorno per ciascun cane). Somme che, a quanto ritengono gli inquirenti, venivano incassate dai gestori della struttura attraverso i contributi che di volta in volta arrivavano dai Comuni per il mantenimento degli animali. Per far sì che i cani venissero trattenuti occorreva però una certificazione che attestasse il loro cattivo stato di salute e la loro potenziale pericolosità a livello igienico-sanitario. Per questo sotto accusa sono finiti anche i veterinari. Il Comune più danneggiato è quello di Teramo, che avrebbe speso oltre 250mila euro per mantenere decine e decine di cani. Le indagini sono state portate avanti dagli agenti della Forestale. Sono stati rinviati a giudizio Gabriella Villanova, 67 anni e Antonella Picca, 39 anni, esponenti dell'associazione che gestiva la struttura di ricovero finita nelle indagini; Lino Antonini, 57 anni, responsabile dell'unità di randagismo dell'Asl; Vincenzo De Sanctis, 62 anni, direttore del dipartimento di prevenzione e responsabile del servizio sanità animale dell'Asl; Pasquale Striglioni, 63 anni, responsabile del servizio igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche. La Villanova è indagata anche per esercizio abusivo della professione. Secondo il magistrato si sarebbe sostituito al medico nella gestione sanitaria degli animali, facendo esami diagnostici e somministrando trattamenti terapeutici di competenza del medico. Un'accusa comune a tutti è quella dei maltrattamenti ad animali: secondo il magistrato avrebbero sottoposto 64 cani e 70 gatti a sevizie e fatiche costringendoli a vivere ammassati in ambienti angusti. Accuse che, naturalmente, dovranno essere provate durante il dibattimento. Nel corso dell’udienza il gup ha respinto la richiesta di rito abbreviato condizionato all’audizione di testi e alla produzione di documenti fatta dall’avvocato Guglielmo Marconi per Antonini e De Santis. Le due donne sono difese dall’avvocato Filippo Torretta, mentre Striglioni dagli avvocati Tommaso Navarra e Mariangela Cardarelli. L’azienda sanitaria, che si è costituita parte civile, è rappresentata dall’avvocato Annalisa Caschera. Il 9 maggio del 2013 la prima udienza.
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LA SICILIA
11 OTTOBRE 2012
Furto notturno in un negozio in via fabio
Rubati un gatto, uccelli e alimenti per animali
Acireale (CT) - Ladri in azione nella notte fra martedì e mercoledì scorsi in pieno centro storico ad Acireale. Ad essere preso di mira è stato in via Fabio un negozio per la vendita di animali e di prodotti per la cura e il mantenimento degli stessi. Gli sconosciuti hanno forzato la serratura della saracinesca ed una volta all'interno hanno fatto incetta di prodotti alimentari, in particolare destinati alle esigenze di cani e gatti. Hanno poi preso il volo guinzagli ed altri oggetti. Ma l'irruzione ha portato pure al trafugamento di un cucciolo di gatto e ancora di alcuni uccelli presenti nelle gabbie dell'esercizio commerciale. A quanto pare, in cassa si trovavano inoltre poche decine di euro, somma che però, probabilmente, non è stata forse notata. Messo a segno il colpo, gli sconosciuti si sono infine allontanati senza essere visti da alcuno e senza comunque aver fatto rumori tali da richiamare l'attenzione dei residenti della zona. Ieri mattina è avvenuta quindi la scoperta di quanto accaduto, presentando la saracinesca i segni della effrazione messa in atto.
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LA NUOVA VENEZIA
11 OTTOBRE 2012
Rubate cento anatre dal parco di Mirano
Sparite in una notte assieme a decine di carpe, tortore e colombelle. Bambini in lacrime. Caccia ai ladri
di Filippo De Gaspari
MIRANO (VE). Rubate le anatre del parco Belvedere. Ne spariscono un centinaio in una notte e con loro anche una ventina di colombelle e tortore e decine di carpe, pescate abusivamente dal Muson. Una razzia in piena regola e che ha dell’incredibile per come è stata condotta e la quantità di animali spariti nel nulla, senza che nessuno se ne sia accorto.È successo domenica notte, ma la notizia si è diffusa in città soltanto ieri, suscitando sconcerto e incredulità: pesci e uccelli erano la principale attrazione dei bambini, che trascorrevano interi pomeriggi al parco giocando e dando da mangiare agli animali. Ad alcuni, i piccoli miranesi avevano dato perfino un nome e loro, i pennuti del Belvedere, col tempo si erano lasciati coccolare dai visitatori, dimenticando la naturale diffidenza verso l’uomo.Domenica notte qualcuno ne ha approfittato e la mattina dopo il parco è apparso ai miranesi desolatamente deserto e silenzioso. Nessun starnazzo, nessun batter d’ali all’interno della grande voliera sotto il Castelletto, pochi anche i pesci, bestie anche da dieci chili, che nuotavano a pelo d’acqua. Spariti tutti nel nulla, in una notte. Come sia stato possibile resta un mistero. Di sicuro le anatre non sono migrate per l’inverno: selvatiche lo erano ormai solo per specie, talmente ammansite da poter essere avvicinate e prese a mano. Ce ne erano circa 120-140 esemplari, a seconda dei periodi, ne sono rimaste una trentina. Spariti anche una ventina tra colombelle e tortore che erano cresciute in cattività nella voliera di villa Belvedere. Poi un numero indefinito di carpe che nuotavano nel Muson, sotto il ponte che collega i parchi di villa Belvedere e villa XXV Aprile, protetti dal divieto di pesca e ingrassati a dismisura dalle molliche di pane gettate ogni giorno da i visitatori. Alcune avevano raggiunto dimensioni impressionanti. Anche loro catturate: in zona Belvedere restano solo pesci piccoli.Colpevoli per ora nessuno, sospetti molti. Alcuni residenti della zona, tra i primi ad accorgersi della razzia, chiamano in causa un gruppo di stranieri che domenica pomeriggio erano stati sorpresi a pescare nel fiume, nonostante i divieti, addirittura con le reti. Nessuno sa che fine abbiano fatto gli animali, probabilmente prelevati vivi, mentre erano appollaiati a dormire sulle rive del Muson. C’è anche l’ipotesi che siano già finiti in pentola: «La sola idea che possano essere stati mangiati», afferma un frequentatore del parco, «provoca non solo sconcerto, ma anche ribrezzo, visto che la loro carne non è buona e vivono da sempre in acque salmastre». Da due giorni intanto i bambini di Mirano tornano a casa col volto triste e il sacchetto ancora pieno di pane. Chiedono che gli animali tornino al parco, gli adulti invece vogliono anche i nomi dei colpevoli.
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IL TIRRENO
11 OTTOBRE 2012
Sabato vengono abbattuti i cinghiali
VILLA COLLEMANDINA (LU) - Il sindaco Dorino Tamagnini ha firmato un'ordinanza per l'abbattimento dei cinghiali che costituiscono pericolo per l'incolumità pubblica. Un problema presente non solo in questo Comune ma anche in altri della Garfagnana. Nello specifico a Villa Collemandina in più di un'occasione è stata accertata la presenza di questi ungulati che, sia di giorno che di notte, si spingono fino alle porte delle abitazioni in cerca di cibo e distruggono le coltivazioni. Anche la polizia municipale ha verificato i danni che gli animali hanno provocato. E un gruppo di cittadini ha segnalato all'amministrazione comunale quanto le proprie coltivazioni hanno subìto a causa dei cinghiali. Gli interventi verranno effettuati sabato da personale dalla Provincia (tramite il comitato di Gestione dell' Atc Lucca 11) e in possesso dei requisiti previsti dalla legge sulla caccia. Gli animali abbattuti saranno devoluti ad enti di beneficenza ed assistenza pubblica presenti sul territorio.
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GEA PRESS
11 OTTOBRE 2012
Bagheria – il Sindaco che voleva denunciare il circo lo aveva invece autorizzato
Il PAE: si dimetta subito.
Aveva annunciato di volere lui stesso denunciare, come Primo Cittadino, il circo che aveva portato a spasso per le strade di Bagheria, elefante e cammelli. Ed invece, proprio quel circo, era stato autorizzato dal … Sindaco di Bagheria! La comica vicenda (gravissima per il PAE, Partito Animalista Europeo) è emersa dopo che Enrico Rizzi, coordinatore del PAE, si era rivolto alle autorità di polizia a seguito delle segnalazioni di cittadini indignati che denunciavano la presenza dei grossi animali per le vie della cittadina.Il Sindaco, Vincenzo Lo Meo, contattato dallo stesso Rizzi, aveva assecondato le proteste dichiarando, in base a quanto riferito dal PAE (vedi articolo GeaPress) che lui stesso voleva denunciare il caso. Invece, stante quanto rilevato dagli organi di informazione locali, il titolare del circo, una volta contattato dalle autorità di polizia, avrebbe esibito l’autorizzazione di Lo Meo. Scontato l’imbarazzo del Sindaco, sebbene l’incongruenza è dovuta ad una distrazione e non ad una volontà di voler autorizzare il circo il quale, parrebbe, non avrebbe dichiarato quali animali utilizzare in strada.Sul Sindaco piovono ora le critiche al vetriolo del PAE che, in un suo comunicato, lo ha invitato alle dimissioni. “Quella sfilata – ha dichiarato Enrico Rizzi – è proibita dalle normative vigenti anche a seguito del potenziale pericolo per l’incolumità pubblica. Il Sindaco non se ne può ora uscire dicendo che non sapeva quando egli stesso mi aveva dichiarato di voler denunciare il circo“.Nonostante i ripetuti tentativi, non siamo riusciti stamani a rintracciare il Sindaco di Bagheria. Siamo ovviamente a disposizione per una sua eventuale dichiarazione.
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IL SECOLO XIX
11 OTTOBRE 2012
Il camion con i bovini agonizzanti
Padova - Con poca aria, impossibilitati ad alzare la testa, perfino agonizzanti. Sono stati trovati così, dalla polizia provinciale, i bovini trasportati lungo la 47 Valsugana da un camion che viaggiava con diverse gravi irregolarità. Al conducente del veicolo, un vicentino, è stato contestato il reato di maltrattamento animali, oltre a tutte le sanzioni amministrative del caso. Il controllo stradale era stato predisposto in seguito al corso di formazione, rivolto a tutte le forze dell’ordine, organizzato dalla Provincia di Padova in collaborazione con la polizia di Stato e dedicato alla normativa che tutela il benessere degli animali vivi nella fase di trasporto.
Sul camion si trovavano, su due piani, una ventina di bovini, ma alcune delle pareti erano state chiuse rendendo insufficiente l’aria da respirare. L’altezza non consentiva agli animali nemmeno di alzare la testa. Le paratie, inadeguate, creavano sofferenze inutili. I certificati in possesso del conducente non erano in regola e presentavano invece pesanti lacune. Al piano superiore è stato inoltre trovato un bovino palesemente non idoneo al trasporto, coricato per terra.
Gli agenti hanno chiesto quindi l’intervento dei veterinari dell’Ulss, che, appurate le condizioni dell’animale, lo hanno avviato immediatamente alla catena di macellazione.
«Le gravi irregolarità riscontrate - ha commentato l’assessore alla Polizia provinciale Enrico Pavanetto - dimostrano quanto utile sia stato il corso predisposto: preservare la dignità degli animali non è soltanto un importante atto di civiltà, ma anche un impegno a salvaguardia della nostra salute e di tutto ciò che arriva sulle nostre tavole».
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IL MATTINO DI PADOVA
12 OTTOBRE 2012
Verso il macello nel camion lager
Cristina Salvato
CAMPO SAN MARTINO (PD): Un altro camion è stato fermato dalla Polizia provinciale, con un carico di bovini trasportati fuori norma. Stavolta è successo a Campo San Martino e sul mezzo c’era anche un animale malato, a tal punto da non potersi reggere sulle zampe. Scattata quindi una maxi multa (ancora in fase di quantificazione) e anche una denuncia penale per maltrattamenti di animali. Le mucche sono state tutte macellate, ma la carcassa del bovino infermo è stata posta sotto sequestro giudiziario. Con poca aria, impossibilitati ad alzare la testa, perfino agonizzanti. Sono stati trovati così, dalla Polizia provinciale, una ventina di bovini trasportati su due piani da questo camion vicentino, che transitava lungo la Provinciale 47 Valsugana. Il controllo stradale era stato predisposto in seguito al corso di formazione, rivolto a tutte le forze dell’ordine, organizzato dalla Provincia di Padova in collaborazione con la Polizia di Stato e dedicato alla normativa che tutela il benessere degli animali nella fase di trasporto. La verifica ha permesso di constatare gravi irregolarità: alcune delle pareti erano state chiuse rendendo insufficiente l’aria da respirare e l’altezza non consentiva agli animali nemmeno di alzare la testa. Le paratie erano inadeguate e i certificati in possesso del conducente non erano in regola. Al piano superiore è stato trovato un bovino palesemente non idoneo al trasporto, coricato per terra. Gli agenti hanno chiesto quindi l’intervento dei veterinari dell’Usl. «Le gravi irregolarità riscontrate», dichiara l’assessore alla Polizia provinciale Enrico Pavanetto, «dimostrano quanto sia stato utile il corso predisposto dalla Provincia di Padova sulle norme a tutela degli animali durante il trasporto, in difesa loro e anche della nostra salute e di tutto ciò che arriva sulle nostre tavole».
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ANSA
11 OTTOBRE 2012
Eurodeputati: stop a sofferenze animali trasportati
Viaggi siano di massimo 8 ore, servono piu' sanzioni
BRUXELLES - Stop alle sofferenze degli animali durante il trasporto: i Paesi membri devono controllare in maniera piu' efficace il rispetto delle norme Ue, prevedendo sanzioni contro chi infrange le regole e imponendo un limite massimo di otto ore di viaggio. E' quanto chiedono gli eurodeputati della commissione Agricoltura in una proposta di risoluzione approvata oggi a larga maggioranza (31 voti a favore, quattro contrari e tre astensioni).
''Il trasporto su lunga distanza provoca molte sofferenze agli animali e aumenta i costi per i consumatori: e' necessario un intervento immediato'', ha affermato il relatore polacco Janusz Wojciechowski. Il numero di animali trasportati nell'Ue continua ad aumentare e un terzo dei viaggi supera le otto ore. I parlamentari chiedono alle autorita' nazionali di rafforzare i controlli, di puntare maggiormente sui macelli locali e di prevedere che gli animali, durante il trasporto, possano avere accesso all'acqua e abbiano a disposizione uno spazio sufficiente.
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L’ARENA
11 OTTOBRE 2012
Un banchetto a base di bovini per l'orso «biondo» del Baldo
MALCESINE (VR). Il secondo esemplare, in codice M4, ha il pelo particolarmente chiaro e ha 5 anni: ha già predato le pecore
L'episodio è avvenuto ai primi di ottobre vicino a Malga Colma La Polizia provinciale ha fatto delle verifiche per gli indennizzi Barbara Bertasi
Il secondo orso del Baldo, in codice M4, chiamato anche «il biondo» per il pelo chiaro, sta facendo scorte per l'inverno e, nei giorni scorsi, ha divorato una manza, una Blu Belga nera gravida di sei quintali e un castrato di due. Quello che si deve ora capire è se le bestie siano state predate o se il plantigrado se ne sia solo cibato, particolare cruciale, legato all'eventuale indennizzo ai proprietari, su cui sta facendo verifiche la Polizia provinciale che, dopo un sopralluogo, ha stilato una relazione che sarà trasmessa in Regione. La denuncia è di Moreno Benamati, 33 anni, e della madre Giuseppina Danti, 52, di Malcesine, titolare di una stalla a San Michele che ospita ora 13 vacche, prima 15, otto delle quali, fino al 4 ottobre, rimaste in alpeggio a Malga Colma di Sotto (o Zocchi Bassi), a quota 1.500 metri, al confine col Trentino, vicino a Bocca Navene. «Il 23 settembre», dice Benamati, «eravamo andati in malga e tutte e otto le bestie erano là, con altre non nostre. La domenica dopo, 30 settembre, siamo tornati per tagliare legna e ci siamo accorti che il castrato mancava: non ci siamo preoccupati perché era un solitario. Il lunedì 1 ottobre, però, mio cugino che gestisce Malga Colma di Sopra, accanto all'ex caserma della Finanza, mi ha avvisato che le 12 bestie, prima a Malga Colma di Sotto, si erano spostate alla vicina Malga Tolghe, in Trentino. Il fatto ci ha insospettiti e ho chiamato il gestore che mi ha riferito di come mancassero il castrato e un'altra bestia. E giovedì, il 4 ottobre, un cacciatore mi ha avvisato di aver trovato la vacca col ventre squarciato vicino al baito di Malga Colma». «Aveva un lacerazione sotto il costato», precisa, «mancavano le viscere, il vitellino era stato tirato fuori lateralmente e in p arte divorato. La mucca aveva un corno rotto, ferite su muso e schiena probabilmente per aver lottato cercando di difendersi: presumiamo dall'orso. Il fatto è avvenuto dopo la notte tra il 30 settembre e l'1 ottobre, quando alle 1.30, al rifugio Bocca Navene, hanno sentito i campanacci delle mucche verso Malga Tolghe». Intanto hanno trovato pure il castrato. «Nelle stesse condizioni», precisa Benamati, che il 4 ottobre ha chiamato la Polizia provinciale, arrivata il 5: «È stato stilato un verbale ed è stata fatta una ricerca per ricavare tracce di pelo e risalire al dna. Poi ci hanno dato il modello da compilare per il risarcimento». Se prima gli allevatori erano tranquilli, ora lo sono meno: «Dopo il sopralluogo ci hanno telefonato e chiesto se la manza stesse male. Quasi potesse essere morta da sola e non predata dall'orso. Ma i bovini stavano bene, la femmina avrebbe partorito 2 vitelli, l'abbiamo scoperto l'8 ottobre. Fa remo istanza di indennizzo, temiamo invano». Precisa il vicecomandante della polizia provinciale Damiano Cappellari: «Il nostro ufficiale responsabile di zona è intervenuto il 5 ottobre su richiesta dell'interessato, essendo la Provincia deputata all'istruttoria per il risarcimento danni da predatori selvatici. La procedura della Regione prevede che noi o il Corpo forestale accertiamo il fatto, risalendo possibilmente alle cause di morte. È stato quindi compilato un verbale che fotografa la realtà. Il consumo potrebbe essere stato opportunistico, ossia avvenuto dopo la morte dell'animale, mentre il danno è riconosciuto solo accertando che l'orso l'ha determinata. Trasmetteremo la relazione in Regione, precisando che l'orso si è sicuramente cibato dell'animale». Sull'intervento: «Abbiamo raccolto pelo sulla corteccia di un albero vicino per definire a che animale appartenga. Se fosse di orso potrebbe essere di M4 che, un me se e mezzo fa, ha predato delle pecore in zona. Anche allora si è proceduto così. Trovammo del pelo, che, analizzato, ci ha permesso di risalire a questo esemplare, un maschio di circa cinque anni, particolarmente chiaro».
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GEA PRESS
11 OTTOBRE 2012
Brescia – per il WWF è Far West venatorio
Nuove denunce ai danni di cacciatori-bracconieri.
Nuove denunce in poche ore di attività. A metterle a segno il Nucleo delle Guardie volontarie del WWF di Brescia che hanno scoperto nella bassa bresciana, quasi al confine con la provincia di Mantova, alcuni appostamenti abusivi di caccia.Nel primo caso a frequentarlo era un cacciatore che aveva scelto, come opzione di caccia, quella vagante. Ed invece stava utilizzando un appostamento abusivo. Aveva poi coperto con alcune reti la superficie del canale in direzione del quale sparava e si era pure fornito di un richiamo elettroacustico il cui uso è vietato dalla legge. Le reti sarebbero servite ad evitare che i poveri resti degli uccellini, una volta colpiti dalla rosa di pallini, potessero cadere in acqua. E che uccellini, poi. Il richiamo del quale si serviva, utilizzava i versi registrati del Migliarino di palude, specie protetta dalla legge. Per il cacciatore, denuncia per l’uso del richiamo e sanzione amministrativa per il capanno. In base alla legge sulla caccia, potrà continuare la sua attività.Poco dopo un secondo cacciatore veniva sanzionato negli stessi luoghi del primo. In questo caso stava utilizzando ben tre richiami elettromagnetici azionati ad alto volume. In particolare due di essi erano stati acquistati all’estero servendosi di un notissimo sito di vendite on line. Utilizzavano file mp3. Il cacciatore aveva abbattuto diciannove fringuelli, sei pispole, tredici migliarini di palude. Tutte specie protette dalla legge. Recidivo (l’anno scorso era stato sanzionato per analoghi reati) è rimasto pure sorpreso. “Questa è la mia caccia”, avrebbe riferito alle Guardie del WWF. Pochi minuti dopo un altro capanno. Sempre abusivo, ovviamente. Per il WWF, nel bresciano, siamo in pieno Far West venatorio.
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MESSAGGERO VENETO
11 OTTOBRE 2012
Sfiorato incidente di caccia Raffica di denunce Wwf
Michela Zanutto
Udine -Le doppiette hanno ripreso a sparare da poco più di due settimane. E la convivenza con i cacciatori si fa già difficile. Come abbiamo riferito nei giorni scorsi, due domeniche fa un cacciatore è stato ripreso da alcuni cittadini mentre si aggirava con il fucile carico fra le case di Beivars, sul territorio del Comune di Udine. I testimoni parlano anche di una decina di colpi esplosi in direzione del terreno per spaventare gli animali. Tutto in una zona vicina al centro abitato e al parco giochi di via Bariglaria. La legge è molto chiara sui limiti per i cacciatori: almeno cento metri di distanza dalle abitazioni e 50 metri dalle strade. Vietato anche sparare in direzione dei centri abitati, se non oltre i 150 metri. E infatti il comportamento del cacciatore è stato censurato senza mezzi termini dal direttore della riserva di cacc ia di Udine che ha subito segnalato il caso alla forestale. Acquisiti gli incartamenti, ora sarà la volta dei testimoni. (m.z.) Sfiorato l’incidente di caccia nel parco del Torre. Un colpo di fucile esploso da dietro un cespuglio ha colto di sorpresa quattro amiche a passeggio. «Mi si è gelato il sangue, attendevo il secondo sparo e non sapevo dove ripararmi», ha raccontato Valeria Foramiti. E subito è scattata la denuncia del Wwf ai sindaci dei comuni di Udine, Povoletto, Pradamano, Remanzacco. Ma anche al prefetto, al presidente della Provincia, alla forestale e alla polizia municipale. È domenica pomeriggio. Non c’è il sole, ma il tempo invoglia alla passeggiata. E quattro amiche decidono di concedersi qualche ora in compagnia in mezzo alla natura. Legati al guinzaglio i due cagnetti, si dirigono verso il parco del Torre, nell’area compresa fra i comuni di Pradamano e Remanzacco. «Sappiamo della presenza dei cacciatori nella zona. Non a caso abbiamo evitato di uscire la mattina», spiega Foramiti. Arrivate sullo stretto sentiero che costeggia il torrente Malina, le donne chiacchierano a voce alta. Senza troppi pensieri. Quando un colpo esploso da dietro un cespuglio le terrorizza. «Ho gridato per fare capire ai cacciatori che non erano soli – racconta Foramiti –. È a quel punto che dai cespugli sono usciti alcuni uomini imbracciando i fucili. Nemmeno un cenno di scuse. Anzi. Hanno detto di avere il diritto di cacciare in quell’area. Hanno giustificato lo sparo dicendo di non averci viste. Ma se non hanno riconosciuto quattro donne, come possono essere sicuri quando sparano?». Inizia un piccolo battibecco, e le donne hanno la prontezza di spirito di immortalare la scena. Poi compongono il numero della polizia municipale di Remanzacco, ma la domenica pomeriggio risponde soltanto la segreteria. Nel frattempo i cacciatori si allontanano.- Per fortuna i nostri cani erano legati al guinzaglio – aggiunge Foramiti – altrimenti chissà se li avremmo ritrovati». La vicenda non passa inosservata. E il Wwf ha già pronta una serie di denuncie. «Chiediamo da tempo che la caccia nel parco del Torre venga vietata e episodi come quelli di questi giorni confermano che le nostre richieste non sono campate in aria», dice Lisa Peratoner del Wwf regionale. «Non sono favorevole alla caccia – conclude Foramiti –, ma in questo caso la mia personale posizione non centra nulla. È il concetto alla base del parco del Torre che deve essere rivisto. Mescolare pedoni e cacciatori è troppo pericoloso. Purtroppo gli incidenti di caccia succedono. E mi chiedo se ormai non sia solo una questione di tempo. Dobbiamo aspettare la disgrazia o possiamo intervenire prima?».
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GEA PRESS
11 OTTOBRE 2012
Cortemilia (CN) – cacciatore spara e colpisce al volto un agricoltore Intervento dei Carabinieri - in pochi giorni due cacciatori con munizioni illegalmente detenute.
Ha udito gli spari dei cacciatori e contemporaneamente accusato dolore al volto. Accompagnato al Pronto Soccorso, i sanitari hanno diagnosticato un eritema alla regione mascellare. Cinque giorni di prognosi, ma, riferiscono gli inquirenti, è stato pure fortunato. A causare le ferite, infatti, sono stati i pallini da caccia che hanno raggiunto al viso l’agricoltore in pensione di Cortemilia (CN).Avvisati dallo stesso pensionato, sono subito partite le indagini dei Carabinieri della Stazione di Cortemilia che hanno consentito di rintracciare il responsabile. Si tratta di un cacciatore sessantenne che abita in Valbormida. Un commerciante che ha dichiarato di non essersi accorto di nulla. Nel corso del controllo della licenza di porto d’armi è stato, inoltre, scoperto che il cacciatore deteneva nella propria casa ben sessanta cartucce, calibro 8 e 12, in realtà mai denunciate e quindi, confermano i Carabinieri, detenute illegalmente. Il cacciatore, inoltre, aveva omesso di custodire a dovere uno dei suoi fucili.I Carabinieri hanno provveduto alla denuncia del commerciante alla Procura della Repubblica di Alba. I reati contestati riguardano le lesioni personali colpose, detenzione illegale di munizioni, esplosioni pericolose ed omessa custodia di armi. Curiosa coincidenza, ieri mattina. Nel corso di un soccorso per incidente stradale avvenuto sempre a Cortemilia, lungo la strada che conduce a Cairo Montenotte (SV), i Carabinieri hanno potuto riscontrare come un cacciatore trentenne di Mondovì (CN), coinvolto nell’incidente, detenesse 50 cartucce calibro dodici in maniera illegale. Anche queste, riferiscono i Carabinieri, non erano mai state denunciate. Inoltre, un fucile da caccia che il cacciatore deteneva a casa, risultava non custodito secondo le norme vigenti. Per il trentenne la denuncia di detenzione illegale di munizioni ed omessa custodia di armi. Nei giorni scorsi aveva fatto molto scalpore il ferimento al volto di un bambino avvenuto in provincia di Lucca. Grazie alle indagini dei Carabinieri, venne anche in quel caso rintracciato il cacciatore.
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CORRIERE DELLA SERA
11 OTTOBRE 2012
Petizione internazionale per sensibilizzare il Vaticano: «Raccogliamo 100 mila firme»
«La Chiesa rinunci ad avorio e pellicce»
L'appello dell'Enpa a Benedetto XVI: «Sofferenza e dolore dietro la produzione di pelli di ermellino. Fatene a meno»
«Indossare pellicce o acquistare oggetti di avorio, pertanto, è del tutto estraneo alla sensibilità religiosa. Gli insegnamenti di San Francesco parlano di amore per gli animali e di un rapporto rispettoso della loro vita e dei loro diritti». È per questo motivo che l'Enpa, l'Ente nazionale protezione animali, ha deciso di rivolgersi direttamente a papa Benedetto XVI per chiedere alla Chiesa di fare un passo indietro sull'uso di pellicce e avorio nel confezionamento di abiti, paramenti e suppellettili liturgiche. Una richiesta accompagnata da una raccolta di firme internazionale (QUI la petizione) che porti al Vaticano la voce di almeno 100 mila persone da tutti e cinque i continenti.
SALVIAMO GLI ELEFANTI - L'obiettivo è salvaguardare soprattutto ermellini ed elefanti, specie ormai a rischio, la cui caccia è alimentata soprattutto dal mercato delle pelli e dell'avorio. E una parte della domanda arriva proprio dagli ambienti ecclesiastici che ancora oggi prevedono l'uso di materie prime derivanti dall'uccisione di animali che non sarebbero cacciati per altri scopi, ad esempio quelli alimentari. Di qui la decisione di avviare una petizione senza frontiere attraverso avaaz.org. «Con questa iniziativa - spiegano all'Enpa - intendiamo chiedere a Sua Santità e a tutto lo Stato Vaticano, di rinunciare all'acquisto e all'utilizzo dell'avorio e delle pellicce di ermellino, oggetti che provocano l'inutile uccisione di migliaia di animali, anche protetti». «Acquistando l'avorio - aggiunge l'associazione - si finisce inevitabilmente per alimentare anche il bracconaggio di cui sono vittime gli elefanti, che, lo ricordiamo, vengono uccisi in maniera barbara ed illegale. Altrettanto inutile e dannoso è l’uso delle pellicce, soprattutto quelle di ermellino, ottenute con la morte di moltissimi animali, uccisi in natura oppure dopo una vita trascorsa negli allevamenti, spesso in terribili condizioni di detenzione. In questo modo, gli speculatori si arricchiscono. A farne le spese, oltre ai poveri animali, anche le popolazioni locali costantemente impegnate nella difesa della biodiversità che rappresenta la vera ricchezza delle comunità più povere».
PELLICCE E RITUALI - Le pellicce di ermellino sono ancora oggi largamente utilizzate nei paramenti sacri. Il pontefice, ad esempio, indossa durante i mesi invernali una mozzetta (una sorta di mantellina rossa indossata sopra al rocchetto e all'abito talare) bordata di ermellino e diversi alti prelati ne indossano una completamente di ermellino, e quindi tutta bianca, sopra alla cappa magna, ovvero l'abito a strascico indossato in occasione delle cerimonie solenni. Di avorio sono invece forgiati molti calici e ostensori utilizzati durante messe e celebrazioni.
FABBRICHE DEL DOLORE - «In tutto il mondo sono numerosissime le persone che ritengono le pellicce contrarie ai propri dettami etici e il loro numero cresce di giorno in giorno – fa notare ancora l’Enpa -. Tutti conoscono ormai la triste vita degli animali da pelliccia, rinchiusi in gabbie anguste dove arrivano a ferirsi ed ad autolesionarsi per poi essere uccisi. Si tratta di vere e proprie fabbriche di dolore e di morte che soprattutto oggi non hanno veramente alcun senso di esistere: chi utilizza pellicce finisce per diventare responsabile della sofferenza di moltissimi esseri viventi».
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TRENTINO
11 OTTOBRE 2012
La Ue alla Regione: «L’orso del Trentino non si tocca»
TRENTO - Nella due giorni a Bruxelles per partecipare al Comitato delle Regioni il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha incassato un secco «no» alla possibilità (largamente sollecitata anche dal Trentino) di rivedere o, anzi, eliminare il progetto di reintroduzione dell’orso in Trentino Alto Adige. Durnealder ha illustrato la situazione riguardo alla presenza del plantigrado nelle regioni alpine e dei progetti in corso per la sua reintroduzione, come il programma Life Ursus. Si è parlato ovviamente anche delle problematicità dell'orso, dei conflitti con l'agricoltura di montagna e delle possibili misure di prevenzione. «Il problema non è tanto di natura finanziaria per il rimborso dei danni arrecati - ha ricordato Durnwalder - quanto piuttosto di tipo emozionale, legato al timore diffuso tra molti contadini per l'incolumità personale oltre che degli animali allevati». I funzionari Ue hanno ricordato l'importanza di tutelare l'orso in un più ampio discorso legato alla biodiversità, ma allo stesso tempo hanno ribadito che l'attenzione prioritaria va naturalmente alle persone. Insomma: l’orso (per ora) non si tocca.
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YAHOO NOTIZIE
11 OTTOBRE 2012
Cina, liberato il panda Taotao cresciuto in cattività
Shimian County (Cina) - Taotao è libero. Il panda gigante di due anni che è cresciuto in cattività nella riserva di Wolong, nella provincia cinese del Sichuan, oggi è stato rilasciato nella riserva naturale di Liziping. Taotao è stato liberato nei pressi della città di Ya'an. L'animale si è inizialmente mostrato esitante e impaurito, ma ad aiutarlo ad addentrarsi nella natura sono stati gli specialisti della riserva che, travestiti da panda, lo hanno spinto fuori dalla gabbia. Prima di decidere di rimettere il panda in libertà, però, esperti lo hanno preparato a sopravvivere in natura, insegnandogli ad arrampicarsi sugli alberi e a procacciarsi il cibo. Taotao è solo uno dei quattro panda allevati nella riserva di Wolong e i ricercatori sperano di poterne mettere in libertà altri due al più presto, non appena saranno pronti ad affrontare le sfide che la natura selvaggia presenta.
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MATTINO DI PADOVA
11 OTTOBRE 2012
Troppo vecchi per poter avere un cane
Coppia di Este cerca un cucciolo nei canili di Merlara e Monselice, ma torna a mani vuote: per loro solo animali adulti
Nicola Cesaro
ESTE (PD). Troppo anziani per adottare un cagnolino. C’è amarezza per quanto è capitato a due coniugi di Este, 73 e 68 anni, che recentemente hanno perso il loro cane e hanno cercato – invano – di adottarne uno nei due canili di Merlara e Monselice.A raccontare l’episodio è Serena, figlia della coppia: «Qualche settimana fa è morto il cane “storico” dei miei genitori, un bastardino che ha passato con loro dieci anni di vita e al quale erano molto legati. Proprio per non far mancar loro la compagnia di un animale, mia sorella si è recata a Merlara per adottare a loro nome un altro animale». Al rifugio “Val di Maso” è tuttavia arrivato il primo “no”: «Vista l’età dei miei genitori, ci è stata offerta l’adozione di un cane di tre anni. Abbiamo declinato l’offerta, perché volevamo per mamma e papà un cucciolo da allevare sin da piccolo».Il secondo diniego è arrivato in piazza a Este, dove nei fine settimana si sistema un’associazione che collabora con il canile di Monselice: «Anche qui i volontari ci hanno confermato che i miei genitori, vista l’età, non avevano i requisiti adatti ad accogliere un cucciolo. Abbiamo fatto presente che i due genitori non erano poi così vecchi, e che peraltro ci sono cinque figli e undici nipoti pronti ad accogliere l’animale in caso di malaugurata disgrazia o di problemi. Nulla da fare!». Il terzo “no” è arrivato al canile “Chiara Locrati” di Monselice: qui si sono presentati personalmente i due coniugi.«Si sono sentiti mortificati» chiude la figlia «Non critichiamo i canili, bensì questa norma che ci pare ingiusta. Potevamo benissimo evitare di dire che il cane era per due anziani, ma abbiamo voluto essere chiari sin dall’inizio. L’alternativa è stata quella di comprare il cane attraverso un annuncio sul giornale: ora hanno di nuovo un cagnolino che scorazza per casa e giardino. E per fortuna che si reclama sempre l’esigenza di padroni per i cani ospiti dei canili...», è l’amare conclusione della donna.Dalle due strutture di Merlara e Monselice arriva una spiegazione. «Premesso che probabilmente in questa situazione siamo stati troppo restrittivi e abbiamo dato un giudizio sbrigativo all’utente, e che sono disposto a incontrare personalmente i due coniugi» spiega Gianfranco Fanton, presidente dell’associazione Leudica che gestisce il parco zoofilo a Merlara «è normale mettere dei paletti, che non esistono solo per proteggere il cane. Pensiamo infatti ai rischi che può correre una persona anziana nel crescere ed educare un cucciolo, ch e magari col tempo raggiunge una prestanza fisica notevole: una corsa, un salto, un gioco vivace del cagnolino possono causare una caduta al padrone. In linea di massima, tuttavia, quando a sostegno dell’anziano c’è una famiglia siamo propensi all’affidamento».Sulla stessa linea onda è Antonella Bergamin del canile di Monselice: «Di solito affidiamo i cani a seconda di chi ci sta davanti. Un cucciolo ha bisogni diversi da un cane che ha 3-4 anni di vita: deve correre, saltare, giocare e non sempre un anziano può garantire questi bisogni minimi. Non impediamo a un anziano di avere un cane, cerchiamo solamente di affidargli un animale che sia vicino alle sue caratteristiche e che si veda assicurate certe esigenze». Ma non solo: «Purtroppo per ogni cucciolo che arriva in canile, arrivano due cani “anziani”: cerchiamo di dare anche alle bestiole più vecchie l’opportunità di uscire da qui, esattamente come quelli più giovani». Il caso è stato segnalato anche alla redazione di “Striscia la Notizia” e all’inviato “amico degli animali” Edoardo Stoppa, che si sono riservati di verificare l’accaduto.
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