novembre 2011
 
GIORNALETTISMO
30 NOVEMBRE 2011
 
Il cane soffocato con una coperta
 
Provincia di Venezia - E’ stato ritrovato al Lido di Venezia. I medici non hanno dubbi: è stato ucciso da un gesto volontario
La crudeltà di alcuni uomini verso gli animali non finisce mai di stupire, e indignare. Poche settimane fa nel bresciano è stato tratto in salvo un cane seppellito vivo dal suo padrone. La storia di Jerry, questo il nome del cane, ha commosso tante persone. Richieste per la sua adozione sono arrivate da tutt’Italia. Un altro triste episodio si è verificato in Veneto. Al Lido di Venezia è stato ritrovato un cane morto molto probabilmente dopo essere stato soffocato con la coperta in cui era avvolto al moneto del ritrovamento.
GESTO VOLONTARIO - Ne parla oggi Il Gazzettino:
Un cane Schnauzer gigante ucciso soffocato con il muso avvolto in una coperta. “Giallo” e orrore ieri pomeriggio al Lido, quando i vigili del fuoco dell’isola sono intervenuti per ripescare una grossa carcassa di cane che galleggiava in laguna, località Malamocco, circa all’altezza del Centro soggiorno «Morosini » nel canale che costeggia via Alberoni. Gli elementi rinvenuti, in particolare una coperta, fanno ipotizzare, come molto probabile, che si sia trattato di un barbaro gesto volontario di qualcuno che, nel modo più crudele ed incivile, abbia voluto sbarazzarsi dell’animale. Il cane certo non è morto di vecchiaia, visto che era nato nel 2003, ma quando è stato visto galleggiare in laguna purtroppo non c’era già più nulla da fare. L’animale era di grossa taglia, del peso di almeno una trentina di chili di peso. Proprio il fondato sospetto che si sia trattato di un gesto volontario, ha fatto intervenire, oltre ai pompieri, la polizia municipale, che ora si sta occupando delle indagini.
SOFFOCAMENTO - I medici non hanno dubbi sulle cause della morte dell’animale:
È stato contattato un veterinario, medico legale: la morte dello Schnauzer è avvenuta per soffocamento. È stata consultata anche l’anagrafe canina e si sta ora cercando di individuare il padrone del cane, che al momento non è ancora stato rintracciato. Ci sono, tuttavia, alcuni dati che già oggi dovrebbero permettere a risalire al proprietario, che probabilmente risiede alla Giudecca. Solo la sua versione dei fatti, potrebbe chiarire come sono andate le cose e se sia stata formalizzata qualche denuncia di scomparsa del cane.
 

CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
30 NOVEMBRE 2011

SI CERCA ANCORA IL «MOSTRO»
Gulliver, il cane «giocherellone» massacrato a colpi d'accetta
L'animale ora sta meglio, ma a Milo nessuno ha ancora fornito ai carabinieri indicazioni sul responsabile

Stefano Piedimonte

CATANIA - Straziato a colpi d'accetta. È questa la sorte toccata a Gulliver, il cane più giocherellone del paesino di Milo, nel catanese. I carabinieri della stazione di Sant'Alfio hanno avviato un'indagine subito dopo essere venuti a conoscenza dell'episodio verificatosi a inizio novembre. Ma è difficile reperire testimoni. Nessuno parla, nessuno sa chi abbia colpito senza alcuna pietà il povero animale. Il paese di Milo, poco più di mille abitanti, sembra non voler consegnare il responsabile alla giustizia. I volontari animalisti sono stati allertati alle 19,30 da alcuni residenti: «C'è un cane con la testa spaccata». Erano in molti intorno al corpo Gulliver grondante sangue, come riferisce l'agenzia animalista Geapress. C'era anche una bambina con le guance rigate dalle lacrime. I volontari hanno trasportato il cane al centro veterinario di Giarre dove è stato pulito e preparato per l'intervento chirurgico. Ora sta un po' meglio. Riesce a tenere gli occhi aperti, e mostra segni di miglioramento. I volontari, e gli stessi investigatori, chiedono una mano alla cittadinanza. Una segnalazione anonima, un indizio, un elemento che possa ricondurre al responsabile di un gesto così atroce.

FOTO

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/30-novembre-2011/gulliver-cane-giocherellone-massacrato-colpi-d-accetta-1902364788032.shtml

 
L’ECO DEL CHISONE
30 NOVEMBRE 2011
 
Chi semina veleno a Piscina?
Già morti tredici tra cani e gatti: è allerta per un pesticida
 
Provincia di Torino - «Martedì 11 ottobre, verso le 12, sono uscita con il cane dalla mia abitazione di via Borletti, dirigendomi verso via Baudi. Ancora non sapevo che lì la domenica prima erano morti un altro cane e due gatti». Comincia così il racconto di Laura Frezzato, cittadina di Piscina. «Il mio animale, al guinzaglio, ha mordicchiato qualcosa sul ciglio della strada (suolo comunale): quando siamo rientrati, dieci minuti dopo, Leonardo ha cominciato ad avere convulsioni e bava alla bocca». Al Centro veterinario Avap di Pinerolo, dove è stato portato d'urgenza, i veterinari hanno pensato subito ad un sospetto di avvelenamento e non hanno fatto nemmeno in tempo a fargli la lavanda gastrica, perché l'animale è morto in poco tempo.
Tornando ad ispezionare il terreno di via Baudi, Carlo Simone, coniuge di Laura Frezzato, ha tr ovato un pezzettino di pane con dentro dei «puntini bianchi» che ha portato ad analizzare. Conteneva tre tipi di veleni: ad uccidere il meticcio nero è stato l'Endosulfan, un pesticida altamente tossico anche per l'uomo, bandito dalla Comunità europea.
Denunciato il fatto a sindaco, Carabinieri, Procura di Pinerolo ed Enpa, in paese è comparso soltanto qualche cartello, poi rimosso. Un po' poco? (approfondimenti nell'edizione in edicola)
Laura Minolfi
 
LA SICILIA
30 NOVEMBRE 2011
 
Atto d'amore di una clochard sfama e «adotta» un randagio
 
Giardini (ME). Continua a dare lezioni di grande civiltà ed amore per gli animali, l'anonima clochard, straniera, che da mesi vive in giro per le strade di Giardini Naxos. L'avevamo vista qualche settimana fa dare del cibo ad un cane randagio che aveva incontrato per strada. Una scena irresistibile e di straordinario amore caritatevole per non essere resa nota. La donna, che da mesi vive in spiaggia, aveva appena ricevuto un dolce da un bar e, senza pensarci due volte, lo aveva dato ad un cane randagio. Da allora questi due protagonisti di strada sono diventati inseparabili. In parole povere la donna, pur nella sua condizione di estremo bisogno, ha deciso di adottare la povera
bestia e di prendersi cura dell'animale. Uno schiaffo morale per tutti quei perbenisti che sono soliti prendere le distanze da questi animali o peggio ancora che li abbandonano per strada. Forse anche questo cane di mole robusta, ha subito la stessa sorte. Spesso i passanti assistono a scene di grande tenerezza tra la donna e il cane. Entrambi giocano seduti sulla piazza del centro storico, a pochi passi dal Municipio, sotto gli occhi meravigliati dei tanti cittadini che la mattina transitano da quella piazza. I due sembrano una cosa sola; il cane non la lascia sola un minuto. La poveretta, che da mesi vaga per le strade di Giardini e della quale non conosciamo il nome, pare che sia di origini francesi. Il suo gesto d'amore è una lezione per tutti che non si può tacere.
La clochard è diventata l'amica di tutti; c'è chi le da un pò di cibo o qualche vestito da indossare. Ma questo non basta perché la poveretta vive all'aperto, in spiaggia o per strada e rischia ogni giorno la vita vivendo in condizioni disumane. Non si sa se ha parenti. Sarebbe auspicabile che le autorità competenti riuscissero ad aiutarla.
 
LEGGO
29 NOVEMBRE 2011
 
IMPICCANO IL CANE E SORRIDONO, FB IN RIVOLTA: "IDENTIFICATELI"
 

 
Debora Attanasio
 

ROMA - Due ragazzi mostrano ridendo il dito medio all'obiettivo insieme al risultato della loro allegra bravata: un cucciolo di cane impiccato con un filo di ferro. Crudeltà efferata, o stupido lavoretto di Photoshop? È mistero intorno alla foto che in questi giorni sta facendo rapidamente il giro di Facebook e mobilitando gli animalisti del web con un preciso scopo: identificare e denunciare i responsabili del gesto che, a giudicare dalla foto, potrebbero essere minorenni.
«Solo una punizione esemplare potrà scoraggiare gli emulatori», dice Antonella, una delle più attive propagatrici della foto incriminata. «Qualcuno dice che si tratti di due stranieri e che la foto abbia viaggiato addirittura dal Sudamerica, fino a noi. Ma per ogni evenienza, ci stiamo organizzando per raccogliere del denaro da versare come taglia a chi fornirà i nomi dei due ragazzi».
Proprio nei giorni scorsi, a Treviso, un altro cane era stato strangolato da ignoti con la sua catena mentre la proprietaria era a un funerale. Anche in questo caso, è stata messa una taglia sulla testa dei responsabili del gesto.

 

IL RESTO DEL CARLINO
29 NOVEMBRE 2011

Collare con elettroshock per ammaestrare il cane
La terribile tortura di un cacciatore
L'uomo ha messo al collo dell'animale lo strumento per fare in modo che il cane non perdesse mai la giusta direzione durane le battute di caccia. Leggi la denuncia del Wwf di Faenza

Ravenna - Torturato con un collare elettronico al collo che lo 'punisce' ogni volta che prende una direzione non voluta dal cacciatore suo padrone. E' quanto accaduto a Faenza a un cane da caccia sottoposto al terribile trattamento. Il racconto è di Giorgio Tramonti, del Wwf faentino. Ennesimo caso di un cacciatore che ha utilizzato un cane a scopo venatorio dopo averlo cinto al collo con un collare elettronico.Tale strumento, azionato da un telecomando, è in grado di sprigionare una forte scarica elettrica direttamente sul collo dell’animale tramite due punte metalliche di cui è provvisto il collare al suo interno.
L’uso sconsiderato di questo autentico strumento di tortura è utilizzato per punire l’animale quando compie movimenti non voluti dal cacciatore fino a farlo stramazzare a terra con guaiti di dolore.
In questo caso il fatto, accertato dalle guardie Wwf di Faenza, è avvenuto all’interno del parco regionale della “Vena del Gesso Romagnola” dove questo seviziatore di animali stava esercitando la caccia noncurante del divieto di caccia assoluto trattandosi di zona protetta.
Ad aggravare ulteriormente le violazioni di cui era sicuramente a conoscenza ha ritenuto, pur di farla franca, di abbandonare il fedele amico a quattro zampe in quanto privo di microchips o tatuaggio e quindi per tali mancanze non si sarebbe potuto risalire allo stesso in fuga.
Com’è diversa la realtà dai racconti che si possono leggere nei blog di caccia dove si ostenta l’amore verso il proprio cane, come quando sostengono che il cacciatore cinofilo trova soddisfazione a cacciare solo se è coadiuvato dal suo cane, fedele amico e ausiliare, che gli procura tante emozioni prodigandosi al massimo per servirlo nel migliore dei modi, senza mercede, senza orario, senza scioperi, ma sempre con il massimo entusiasmo e rendimento.
E ora di finirla con queste poetiche ma ipocrite narrazioni di una realtà molto diversa nei fatti come è avvenuto in questo caso o come è facilmente verificabile visitando il canile comunale dove la quasi totalità sono cani da caccia abbandonati.

 

GEA PRESS
29 NOVEMBRE 2011

Faenza (RA): cane da caccia con scarica elettrica
Intervento delle Guardie volontarie del WWF.


GEAPRESS – Le Guardie WWF di Faenza, avevano notato l’uomo con i tre cani all’interno del Parco Regionale “Vena del Gesso Romagnola”. Da fuori area Parco, però, un gruppetto di cacciatori ha quasi sicuramente avvisato il loro collega in area protetta. E’ già successo, anzi è uno schema solito dei cacciatori di cinghiali. Uno di loro fa da battitore con i cani. Gli altri, attendono all’uscita gli animali. Comunque sia andata, il tipo con il fucile e i cani si è improvvisamente girato verso le Guardie ancora non vicine e poi si è dato alla fuga.Dei tre cani, due sono scappati in direzione diversa sia dal cacciatore che dalle Guardie, mentre un terzo non ha avuto dubbi. Si è rivolto verso le Guardie e le ha raggiunte scodinzolando. Una segugia dolcissima, dicono al WWF, di circa un anno.
Al collo, però, aveva un grosso collare elettrico. Due acumi metallici puntati sulla pelle pronti a scaricare, una volta attivati con un telecomando, una scarica elettrica che avrebbe puntito il cane reo di non avere eseguito l’ordine del suo padrone. Un modello potente, in grado, nel caso, di tramortire facendo stramazzare a terra il povero animale.La segugina non era microchippata, forse non a caso sottolinea il WWF, ed il cacciatore di frodo rimarrà sicuramente impunito. Come previsto dalla legge, la cagnetta è stata posto sotto sequestro ed affidata alle cure del canile di Faenza.Sarà in compagnia, finchè non adottabile, di tanti altri cani abbandonati dai cacciatori, commentano con amarezza al WWF. Sul caso, ovviamente, il WWF di Faenza ha presentato denuncia alla Procura competente.

 
TERMOLI ONLINE
29 NOVEMBRE 2011
 
Vigili urbani trovano 3 cuccioli abbandonati

 
TERMOLI (CB). Questa mattina uno scatolone aperto trovato nei pressi di Via Firenze ha attirato l’attenzione di alcuni passanti che, avvicinandosi per guardare cosa c’era dentro, hanno trovato 3 cuccioli di cane. Infreddoliti e privi di ogni carezza umana i cuccioli uno nero e gli altri due marroncini, erano impauriti ed attaccati l'uno  all'altro per farsi calore a vicenda. Fortunatamente sono stati salvati dai vigili urbani che li hanno nutriti e avvolti dal calore umano.[…]
 

CREMONA ONLINE
29 NOVEMBRE 2011

L'allarme Apac Seviziatori di gatti

CREMONA - «Si muovono in coppia e sono micidiali: portano via i gatti per seviziarli e ucciderli. Lui ha quarant’anni, lei è una ragazzina. Le loro scorribande sono continue: a volte, per riuscire a portar via gli animali, dicono di essere di questa o di quell’associazione. L’appello, rivolto a tutti, sta in poche parole: aprite gli occhi per non cadere nel tranello».
E’ la tarda mattinata di ieri quando Paolo Italia, vice presidente dell’Associazione protezione animali Cremona (Apac), prende il telefono e avverte la redazione de La Provincia dell’invio di una lettera con la quale la sua associazione, che si occupa del gattile di Cremona, mette tutti in guardia di fronte a un’insidia grave che peraltro è la replica di quanto accaduto in passato: «Lui è già stato più volte denunciato e incriminato per sevizie e maltrattamenti sugli animali. Lei ha sostituito la precedente compagna dell’uomo», spiega Italia.
Parole che lasciano sgomenti, quelle del vice presidente di Apac. Parole indirizzate soprattutto a chiunque abbia animali da affidare, associazioni, veterinari, responsabili di canili e di pensionati per animali.
«I due si presentano come amanti degli animali che hanno perso recentemente i loro. Chiediamo a chi si imbatte in queste persone di mettersi in contatto con la nostra associazione», scrive Italia.

 

IL CITTADINO
27 NOVEMBRE 2011

Atto di crudeltà a Somaglia: cane abbandonato nel sacco 

Somaglia (LO) - Chiuso in un sacco e abbandonato: è la triste vicenda di un cane avvistato giovedì mattina a Somaglia dai volontari del canile di Casale. Il meticcio era stato costretto in un sacco di iuta, in cui ha cominciato a dimenarsi in preda al terrore. Alcuni passanti hanno notato strani movimenti provenire da un sacco che sembrava improvvisamente essersi animato: da qui le prime reazioni di sconcerto fino a quando il cagnolino non ha svelato il suo bel muso, sbucando fuori dalla trappola infernale, per poi dileguarsi nel nulla.Il meticcio, spaventato, è subito scappato e da giovedì mattina i volontari del canile di Casale lo stanno cercando nell’area intorno alla borgata, preoccupati.«Si tratta di un meticcio chiaro, maschio, a macchie bianche e color arancio - ha spiegato Francesco Bordin, intervenuto con altri volontari del canile nel tentativo di trarre in salvo l’amico a quattro zampe - e pensiamo si tratti di un esemplare giovane proprio per il suo atteggiamento».«Il cane infatti non si avvicina, è difficile prenderlo - ha precisato Bordin -, mentre un esemplare adulto è meno diffidente in questi casi». La bestia è spaventata e ora si aggira per Somaglia senza punti di riferimento, in una zona trafficata. Non si sa da quanto tempo in effetti il cane fosse rinchiuso nel sacco, probabilmente non da molto tempo o non avrebbe resistito. Ignoti sono anche gli autori del misfatto. L’episodio ha terrorizzato l’animale ora in balia del traffico: per questo è importante che il meticcio venga recuperato in tempi brevi per evitare che si faccia del male o che nel suo vagabondare senza meta generi incidenti. «Abbiamo provato a portare nella zona dove il cane maschio si aggira un esemplare femmina - ha raccontato Bordin -, ma al momento non siamo riusciti a farlo avvicinare come speravamo».Nuove ipotesi per il salvataggio sono al vaglio proprio in queste ore, in cui si sta pensando di installare delle gabbie con cibo, in cui catturare il cane per poi rinchiuderlo, ma di certo non con le stesse intenzioni di chi lo ha incivilmente abbandonato. Questo episodio di violenza e maltrattamento nei confronti degli animali non è il primo purtroppo verificatosi a Somaglia: dei felini erano stati avvelenati la scorsa primavera e soltanto due settimane fa sono stati ritrovati in paese due gattini “incollati” a un foglio di cartone e uno dei due felini era addirittura morto. L’altro esemplare si trovava in pessime condizioni. Questa volta, invece, è toccato a un cane, tradito da chi doveva essere il suo “miglior amico”, l’uomo. Sara Gambarini

 

IL TIRRENO
27 NOVEMBRE 2011

Automobilista investe un cane e fugge
 


MONTECATINI (PT). Lo ha investito e non si è neanche fermato per tentare un soccorso. È morto così ieri intorno a mezzogiorno un cane meticcio (nella foto) in via Leonardo da Vinci all'incrocio con via Boccaccio. I vigili urbani con i volontari del canile Herma, chiamati da alcuni passanti, si sono impegnati nel soccorrere il povero cane. Non è stato possibile risalire al proprietario perché privo di tatuaggio o medaglietta.

 

LECCE PRIMA
25 NOVEMBRE 2011

Cane seviziato e legato sotto il temporale: salvato…. Una tremenda storia che arriva da Matino. La povera bestia, un meticcio, era stata legata con la tecnica dell'incaprettamento, per non lasciargli scampo.

  

MATINO (LE) - Chi è la bestia? Quella salvata o quello che l'ha maltrattata con raccapricciante brutalità? Teoricamente (ma solo teoricamente…) un essere umano dotato di un cervello pensante. Un povero meticcio, docile, dal pelo nero, è stato abbandonato sotto la pioggia, nelle campagne di Matino, alcuni giorni addietro. E già l'abbandono, per giunta in mezzo al fortunale, sarebbe un atto di per sé di una crudeltà indicibile. Ma il balordo, ha fatto di più. Ha legato il povero animale con un filo metallico zincato, usando la cosiddetta tecnica dell'incaprettamento, in modo da non dargli alcuna possibilità di sopravvivenza. Una tortura immotivata Cane seviziato e legato sotto il temporale: salvato, cerca una casa Per fortuna, i lamenti del povero cagnolino sono stati sentiti da una persona che risiede in zona, Contrada Fosca. L'uomo ha chiamato i forestali della stazione di Gallipoli. Il cane si trovava sul ciglio di una strada extraurbana. Pur sprovvisto di microchip d'identificazione, la particolare mansuetudine, ha lasciato intendere agli agenti che fosse addomesticato e, dunque, abituato a vivere in un contesto familiare. Sotto la bufera, i forestali hanno liberato l'animale, non senza difficoltà, usando una cesoia. Dopo aver prestato i primi soccorsi, è stato condotto presso un canile. La matrice è di natura dolosa, come provato dal tipo di legatura particolarmente brutale. Le indagini svolte fino ad oggi, non hanno però ancora consentito di individuare i responsabili di quest'atrocità, pertanto è stata sporta denuncia contro ignoti.

 

GIORNALE DI VICENZA
25 NOVEMBRE 2011

Denunce e proteste per la sequenza di gatti impallinati
ISOLA VICENTINA (VI). Animalisti esasperati
Protezionisti: «Le associazioni venatorie escano dal silenzio»


 

Non si ferma la mattanza degli animali domestici da parte dei cacciatori e la "scena del crimine" è ancora Isola Vicentina.
L'ultima denuncia è quella presentata dalla signora Luigina Bisin. La donna si è recata dai carabinieri di Malo perché il suo gatto è rientrato a casa, dopo 3 giorni di assenza, con ferite in tutto il corpo causate da pallini da caccia, riportando la frattura di una zampa. Comprensibile l'ira della proprietaria che non ha potuto fare altro che sporgere denuncia contro ignoti e riservarsi di costituirsi parte civile per danneggiamenti.
È di qualche giorno fa il racconto su queste pagine della famiglia Bastiani che, abitando a Castelnovo vicino al parco della Guizza, dall'inizio della stagione di caccia, tra i loro tre gatti hanno avuto un caduto e un ferito. Secondo le stime fatte dal Coordinamento delle associazioni protezionistiche venete, le vittime dei cacciatori tra gli animali domestici sarebbero almeno una al giorno: «Delitti che restano impuniti - spiega il portavoce Renzo Rizzi - e che trovano protezione nel silenzio delle associazioni di categoria». Una posizione che viene confermata dalla testimonianza di un appassionato di caccia che frequenta spesso le campagne tra Isola e Castelnovo: «Ci sono cacciatori che impallinano apposta i gatti e i cani domestici che entrano nelle aree venatorie - confida, mantenendo l'anonimato - Un po' perché potrebbero allontanare le prede, altri proprio per divertimento e, credo io, frustrazione. Non è facile andare a denunciare gli episodi - dice, allargando le braccia - Perché nella categoria vige una sorta di copertura collettiva e si ha paura di danneggiare l'immagine di tutti».   
Giulia Guidi

 
LA SICILIA SIRACUSA
24 NOVEMBRE 2011
 
Randagi accecati e gatti impiccati
Denunciati diversi episodi di crudeltà inaudita tutti registrati nella zona del cimitero ad Avola antica

 

sopra il randagio impiccato nella notte di halloween e nell'altra foto il cane salvato dai volontari

Avola (SR) - Randagi seviziati e uccisi. E' accaduto in città: nella zona del cimitero, ad Avola antica e a Gallina. E a segnalare diversi episodi di violenza subìti da cani e gatti, nelle ultime settimane, sono due giovani animalisti, E.A. e P.C. le loro iniziali.
I volontari che, ieri mattina, hanno soccorso un meticcio «dal corpo bucato probabilmente con un cacciavite e al quale sono stati quasi cavati gli occhi» non vogliono più tacere.
«Facciamo fronte - spiegano - a soprusi e maltrattamenti di animali troppo di frequente. Bisogna fare qualcosa». E' stato ieri mattina, nello spiazzo antistante il vecchio cimitero che i due giovani animalisti si sono recati per sfamare i randagi. Ma il meticcio di grossa taglia a cui avevano portato il cibo è stato trovato insanguinato.
Hanno subito pensato che fosse stato investito, anche perché «siamo a conoscenza del fatto che in questa zona, alcuni giovani, a bordo di auto, sono soliti "giocare a bowling" con i randagi - racconta l'animalista -: li investono di proposito e scappano».

Ma il caso verificatosi nella notte tra martedì e mercoledì, nei pressi del cimitero comunale, è ben diverso.
«I veterinari dell'Asp hanno affermato che si tratta di un probabile azzannamento tra due animali - prosegue la volontaria - ma noi siamo certi che si tratti di ben altro». E i due animalisti spiegano: «Il randagio non poteva nemmeno tenere gli occhi aperti e gli sanguinavano. Tra l'altro sul corpo aveva dei piccoli buchi, e le zanne di un altro cane non lasciano dei segni così definiti».
I volontari, che insieme ad un folto gruppo di giovani operano nel territorio per dar da mangiare ai tanti randagi della città, da ormai parecchi anni, non escludono che ad agire sia una vera e propria «banda di torturatori di animali». E se lo sostengono c'è anche un perché. L'episodio di violenza a cui si è fatto fronte, ieri, nell'area del cimitero vecchio è solo l'ultimo di una lunga serie. Nella stessa zona, il giorno seguente la notte di Halloween, è stato trovato un barboncino impiccato.
«Lo abbiamo trovato morto stecchito sull'asfalto - raccontano i volontari - e al collo gli era stato legato un filo della corrente elettrica. Probabilmente qualcuno lo ha poi trascinato, con forza, da una parte all'altra della strada, tanto da arrivare a strozzarlo e da provocargli una ferita profondissima alla gola». Non solo. «Anche a Gallina e ad Avola antica - proseguono -, la stessa notte ci sono stati segnalati dei gatti impiccati, ai quali sono state amputate le zampette».
Il ritrovamento di questo animale ferito «che ha perso, purtroppo, un occhio», non è quindi il primo. Ma i volontari vogliono sia l'ultimo. «Denunceremo l'accaduto alle forze dell'ordine - precisano -. E chiediamo all'amministrazione che vengano disposti maggiori controlli durante le ore notturne e che ci si attrezzi di telecamere di videosorveglianza». Soltanto così, concludono «i mostri che mettono a segno simili colpi potranno avere un nome e un volto e saranno puniti, com'è giusto che sia».
Emanuela Tralongo

 

LA NUOVA SARDEGNA
24 NOVEMBRE 2011

Il ritorno del killer dei gatti

CALA GONONE (NU). Strage di gatti a Cala Gonone. Sono stati presi di mira quelli di una donna che nel giro di un mese si è vista avvelenare tre dei suoi animaletti. Non è la prima volta che succede, specie nella zona nuova della frazione marina di Dorgali.A lamentare l’ennesima strage di innocui micini è una signora che abita nella zona della lottizzazione Palmasera, a pochi metri dall’hotel Smeraldo. «Mi piacciono molto i gatti - dice quasi in lacrime la signora Elena - ne avevo 4, ora sono rimasta con uno solo perché in un mese e mezzo mi sono morti avvelenati tre gatti. Questo perché nel mio vicinato (vicino all’hotel Smeraldo) ce qualcuno che non ama molto i gatti. Ma non basta - continua - se la sono presa anche con un cane. Un anno fa mi hanno avvelenato il cane da caccia».Quasi certamente si tratta del solito triste fenomeno: quel lo dei bocconi alla stricnina sparsi per timore che cani o gatti danneggino la fauna destinata ai fucili dei cacciatori. Oppure è il solito vicino che mal sopporta la presenza di animali nei pressi di casa sua. Non esistono dati precisi in merito, ma sono decine i gatti e i cani che ogni anno muoiono per colpa dei bocconi avvelenati. Trappole mortali, pericolosissime, che vengono sparse nell’ambiente per combattere gli animali considerati «nocivi» e preservare i volatili che servono ai cacciatori. Troppo spesso però le vittime sono poveri animali domestici.- Nino Muggianu

 
GEA PRESS
24 NOVEMBRE 2011

Savona: forse mangiata l’oca Timoteo
L'ENPA: chi ha visto dica cosa è successo.
 

GEAPRESS – Era diventata una delle mascotte della foce del Letimbro, il fiume di Savona. Lui e la sua compagna, due oche bianche tranquille e maestose alle quali in molti si erano affezionati. Eppure nella notte tra martedì e mercoledì è scomparsa. Il timore dei volontari dell’ENPA, è che possa essere stata catturata e poi mangiata.Nessuno ha visto e comunque di notte raggiungere il fiume non è cosa solita. Timoteo, questo il nome dato all’oca, era già stato curato nei mesi scorsi dai volontari dell’ENPA e tutto sembrava, ora, scorrere tranquillo.Chissà cosa gli è successo e dove è stato portato, poi, il povero Timoteo. La sua compagna non smette di chiamarlo. Terrorizzata, è ancora lì nella foce del Letimbro. Si lamenta penosamente, dicono all’ENPA. I volontari cercano ora informazioni utili per fare luce sulla sorte della povera bestiola. 

 
GAZZETTA DI MANTOVA
23 NOVEMBRE 2011

Maiali agonizzanti in auto. Denunciate tre persone
Due romeni fermati a Ostiglia, nei guai anche il venditore. Sono accusati di maltrattamento di animali, macellazione clandestina e falso
 

OSTIGLIA (MN) - Maiali agonizzanti in auto, con la gola già tagliata. Erano nascosti sotto dei cartoni tagliati nel baule. Sono stati proprio questi ad insospettire gli agenti della polizia stradale di Ostiglia, che hanno denunciato i due romeni che li trasportavano e il titolare dell’azienda agricola che li aveva venduti senza rilasciare alcuna documentazione.Le accuse sono maltrattamento di animali, macellazione clandestina e falso in documentazione. La legge infatti è molto precisa in merito alla macellazione dei maiali, che vanno eviscerati e macellati entro 45 minuti dopo la morte con particolari accorgimenti igienici e sanitari. La Stradale ha coinvolto l’Asl di Quistello che ha sequestrato i due suini e poi ha provveduto a distruggere le carcasse per scongiurare il rischio che la carne venisse consumata.Gli agenti di Ostiglia hanno fatto la scoperta per caso, mentre erano impegnati in un servizio di controllo stradale. Hanno fermato una Renault scenic, a bordo della quale c’erano due romeni residenti a Porto Mantovano, operai, uno dei quali pregiudicato.Sui sedili posteriori, che erano stati ribaltati, c’erano dei cartoni molto sporchi, appoggiati malamente, e altri cartoni si intravvedevano nel baule. I poliziotti l’hanno aperto per controllare e hanno scoperto i due maiali, del peso di circa cento chili l’uno. I due non avevano alcuna bolla di trasporto né altri documenti, e hanno raccontato di aver comprato i suini in un’azienda di Cerea, nel Veronese. Il titolare ha confermato di averli venduti ai due, anche se non aveva alcuna autorizzazione. Oltre alle denunce, per la macellazione clandestina i tre rischiano una multa fino a 150mila euro.La legge infatti disciplina in modo molto rigoroso l'antica tradizione della macellazione domestica. Consentita dal primo novembre al 31 marzo, l'uccisione del maiale deve avvenire nelle ore diurne, comunicando luogo e ora previsti, con un anticipio di almeno 24 ore, al servizio veterinario dell'Ausl. È necessaria la presenza di personale esperto per garantire il diritto dell'animale a una morte rapida e indolore, nel rispetto della normativa sullo stordimento. Gli strumenti devono essere disinfettati a ogni lavorazione. Tutte le carni devono essere sottoposte a visita veterinaria ed esame trichinoscopico e devono essere destinate solo al consumo familiare. Non possono essere macellati più di due suini. In periodi diversi da quelli indicati, la macellazione è consentita solo nei macelli autorizzati.

       torna a Persi e Trovati e consulta l'archivio della cronaca animalista