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L'ALTRA MOLFETTA.IT
1 AGOSTO 2012
Mattanza di cani a Molfetta (BA)
Indagini in corso per l'individuazione del colpevole
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Nella tranquilla mattina di domenica 29 luglio, la folle mente di un delinquente partorisce l'idea di un'inqualificabile azione criminosa di avvelenamento ai danni di un branco di cani, sui quali ci si stava già attivando con interventi di sterilizzazione.
La tragica scoperta è avvenuta ad opera della preziosa rete di animalisti che, quotidianamente, supporta i volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Molfetta. I Vigili Urbani e i medici veterinari della ASL, allertati e giunti sul posto, si sono trovati davanti ad una scena raccapricciante: prima tre cani barcollanti e sanguinanti dalla bocca che dopo qualche minuto cadevano in terra senza vita; più il là, a qualche passo dalla loro mamma morta, con le mammelle ancora gonfie di latte, 5 cuccioli di pochi giorni, nella vana attesa di essere allattati, estenuati ma ancora vivi. Quando i volontari della Lega del cane di Molfetta hanno deciso di portare via i cuccioli da questo luogo di morte uno di loro mancava all’appello, probabilmente allontanatosi in cerca della sua mamma. Attualmente sono in corso le indagini di polizia giudiziaria, per l’individuazione del responsabile che rischia una pena sino a due anni di carcere. La tragedia avrebbe potuto assumere anche maggiori proporzioni in considerazione del gravissimo rischio di contatto con la sostanza velenosa utilizzata, cui sono stati esposti i passanti ed i bambini in transito in quella zona. I cuccioli adesso sono in salvo, saranno accuditi e svezzati da un volontario e successivamente saranno portati in canile dove riceveranno i trattamenti antiparassitari e i vaccini necessari. [...] |
SARDEGNA OGGI
1 AGOSTO 2012
Macabro episodio a Gavoi, tagliate le zampe a un cavallo e due asini
Durante la notte a Gavoi sono state tagliate con una scure le zampe a un cavallo e a due asini. I tre animali erano stati impegnati più volte nelle sagre paesane. Il veterinario dopo aver visitato cavallo e asini ha disposto il loro abbattimento.
GAVOI (NU) - A Gavoi la notte scorsa ignoti si sono introdotti nel terreno di un allevatore di Bolotana, dove con strumenti da taglio (presumibilmente una scure) hanno ferito tre equini di cui due asini ed un cavallo, recidendo i tendini delle zampe posteriori.A causa delle gravi ferite il veterinario della asl n. 3 di Nuoro ha disposto l’abbattimento di un cavallo e di un asino.I poveri animali partecipavano entrambi con successo, al circuito delle manifestazioni agonistiche ippiche, in particolare il cavallo abbattuto avrebbe dovuto essere utilizzato per la manifestazione conclusiva dei festeggiamenti in onore della madonna di Sa Itria. Non si conoscono i motivi del macabro gesto, le indagini sono in corso.
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GIORNALETTISMO
2 AGOSTO 2012
I cavalli uccisi a colpi di scure
Accade in una scuderia di Gavoi, Nuoro. Due asini e un equino vengono sgarrettati per vendetta
VENDETTA (NU) – Si parla di una vendetta legata al mondo delle corse equestri. Ma non sono escluse altre piste. Lo racconta oggi il quotidiano L’Unione Sarda in un articolo a firma di Francesco Cabras:Una vendetta legata al mondo delle competizioni equestri, a cui la scuderia di Giovanni Aras partecipava con discreto successo. O forse qualcuno ha voluto colpire indirettamente l’allevatore perché sapeva quanto tenesse ai suoi asini e alla cavalla che veniva impiegata in escursioni a cui partecipavano molti bambini. Fatto sta che la crudeltà dell’uomo non ha avuto limiti nella notte fra martedì e mercoledì nelle campagne di Gavoi, dove una o più persone si sono introdotte nel terreno di Aras, originario di Bolotana, ma da anni trapiantato nel paese barbaricino, e hanno tagliato i tendini delle zampe posteriori a due asini e un cavallo: due ani mali sono stati abbattuti.
VIOLENZA PER UCCIDERE – Chi colpisce cavalli all’altezza del garretto recidendo i tendini sa di causare l’abbattimento dell’animale. Continua Cabras su L’Unione Sarda:
La macabra scoperta è stata fatta ieri mattina dallo stesso Giovanni Aras, quando, come ogni giorno, si è recato nell’appezzamento di terreno che ha in affitto per accudire il bestiame. E ha trovato i due asini e il cavallo sgarrettati, probabilmente a colpi di scure. L’allevatore ha informato dell’accaduto il commissariato di Gavoi e sul posto, come da prassi in questi casi, è arrivato da Nuoro anche il veterinario della Asl, che ha disposto l’abbattimento del cavallo e di uno degli asini. Gli agenti hanno avviato subito le indagini, ma, almeno per ora, non hanno portato a svelare chi e perché abbia preso di mira Giovanni Aras. Un gesto animato da pura cattiveria, ben sapendo chi lo ha compiuto che la recisione dei tendini a un equino equivale a una morte solo rimandata. Considerata la natura dell’atto criminale, l’ipotesi più probabile è che tutto sia legato al circuito delle gare ippiche (soprattutto palii degli asinelli) alle quali le povere bestie venivano regolarmente iscritte e dove pare si rivelassero spesso vincenti. In particolare i due asinelli, Pinocchio e Gavoesu, mentre il cavallo (Conca ’e oro), veniva utilizzato per portare in escursione i bambini e avrebbe dovuto partecipare alle iniziative previste nella giornata conclusiva dei festeggiamenti in onore della Madonna d’Itria. Un particolare, questo delle competizioni, da mettere in conto, visto che il giro di denaro che circola in questo tipo di manifestazioni non è roba da poco. I montepremi, infatti, ammontano a cifre di tutto rispetto (si può arrivare anche 15 mila euro per il primo classificato) che di certo fanno gola a tanti. Non è escluso, quindi, che qualcuno abbia voluto togliere di mezzo quelli che considerava temibili concorrenti.
L’ALTRA PISTA – Oltre all’ipotesi della violenza generata da astio legato alle corse di cavalli, gli inquirenti valutano la pista del dissidio maturato nel mondo agropastorale:
Ma si potrebbe trattare anche di una vendetta rivolta direttamente alla persona di Giovanni Aras. Magari a causa di un più “classico” dissidio maturato nel mondo agropastorale. L’allevatore, sposato e padre di un figlio ormai adulto, sembra (almeno ufficialmente) non abbia mai compiuto azioni né tenuto comportamenti tali da scatenare tanto risentimento nei suoi confronti. Anche se gli attriti negli ambienti di campagna possono nascere dall’oggi al domani e per i motivi più disparati. Anche per l’invidia che a volte può sfociare in simili episodi. E l’invidia, la gelosia, erano i motivi alla base della mattanza di cavalli eseguita un anno fa a Lula ai danni di Pietro Cabua, trentenne del paese titolare di un’azienda in cui aveva messo in piedi un maneggio dove teneva lezioni di equitazione per bambini, escursioni tra i sentieri del Montalbo e attività per disabili. Dei nove cavalli che possedeva gliene rimasero cinque, gli altri quattro vennero massacrati a fucilate. Più un altro ucciso qualche mese prima con una corda intorno al collo. Da subito si parlò di invidia verso quello che il giovane intraprendente era riuscito a realizzare e che qualcuno era intenzionato a bloccare.
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GEA PERSS
3 AGOSTO 2012
20 cavalli uccisi per ritorsione – 18 in Sardegna
Gli animalisti puntano il dito sui palii.
20 cavalli in un anno, di cui 18 nella sola Sardegna. Tutti uccisi per ritorsione secondo l’Associazione Italian Horse Protection, che denuncia l’ultimo caso di tre equidi (due cavalli ed un asino) gravemente feriti con la recisione dei tendini a Gavoi, in provincia di Nuoro. L’asino ed uno dei due cavalli sono stati poi abbattuti su disposizione del Veterinario ASL.Per HIP, però, si trattava di animali che avrebbero dovuto competere nel corso di locali manifestazioni popolari. In particolare un cavallo avrebbe dovuto gareggiare, sempre secondo Italian Horse Protection, nel corso del Palio di Fonni, in programma per domenica 15 e famoso per il suo ricco montepremi.Occhi puntati, dunque, sul palio del paese del nuorese per il quale l’Associazione ha chiesto l’immediata sospensione. La richiesta esula in parte dalla stessa morte degli animali essendo stati ravvisati elementi che farebbero supporre il mancato rispetto dell’Ordinanza del Ministero della Salute sulla protezione degli equidi. Al Prefetto di Nuoro ed alla Task Force sul benessere degli animali presso il Ministero della Salute, HIP ha chiesto se corrisponde al vero che il suddetto palio non abbia chiesto, così come prescritto dall’Ordinanza, la necessaria autorizzazione ministeriale. Dubbi pure sulla procedura di identificazione del cavallo, così come sulle procedure antidoping e sulla presenza di un’ambulanza veterinaria.La speranza, pertanto, è un intervento urgente delle Autorità preposte, mentre per tutti vale sempre l’invito, rivolto da HIP, di firmare l’apposita petizione contro i palii. www.nopalio.it . Oltre 11.500 cittadini hanno già aderito.
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LA NUOVA SARDEGNA
3 AGOSTO 2012
Stragi di cavalli, segnale di barbarie
Perché «la fucilata a un animale sacro come il cavallo è l'annuncio dei rintocchi delle campane a morto», come ripetevano anche ieri mattina alcuni analisti delle faide sotto il Gennargentu. C'è sgomento per tanto orrore. Perché le belve-killer conoscono bene anche l'anatomia equina. Belve assetate di sangue e di odio perché vogliono causare il maggior danno e il maggiore strazio possibile. Continuano nel rito sanguinario del colpo assestato al punto giusto, al garretto o alla corona, allo stinco o al garrese. La tecnica è identica a quella riservata per l'odio fra uomini. Decenni fa, nel triangolo ribollente del Nuorese, avevano ucciso la figlia di un allevatore che viaggiava con lui in auto. Non avevano ammazzato il padre "perché soffrisse vedendo la figlia agonizzante al suo fianco". Due anni prima l'anonima-coltello aveva sgarrettato novanta pecore. Erano del padre dell'uccisa. Perché questo succede? Non per follia, come leggiamo sfogliando le cronache di stragi come quella di Aurora negli States e che ha fatto aumentare del 41 per cento la vendita di armi nel Colorado. Da noi strage richiama strage. E diventa sterminio. Davanti a questi casi (a Gavoi è stato ucciso a colpi di roncola anche un somarello usato per l'ippoterapia dei disabili) c'è da richiamare quella che Giuseppe Fiori aveva definito «La società del malessere». E se a metà del secolo scorso il disagio, la ribellione erano figlie anche di una economia primitiva e fragilissima, oggi non tutto deve essere addossato alla crisi che, col resto dell'Occidente, sta vivendo anche la Sardegna. Questa nuova esplosione di malessere forse è legata anche al giro di soldi che ruotano attorno all'ippica visto che ormai ogni sport ha il suo retroterra finanziario-scandalistico. Ma è anche la sommatoria di tanti piccoli devastanti gesti di inciviltà quotidiana che si cerca di tollerare e di giustificare con scarso senso dell'educazione civica collettiva. Non ci si indigna quanto basta se a Nuoro sparano su un randagio vegliato poi da una cagnetta. Non si manifesta quanto sarebbe necessario se ragazzini di Orgosolo scippano i turisti davanti a un bancomat, se gli studenti devastano le attrezzature di una scuola, se la piazza Satta di Nuoro è profanata davanti al mito-Nivola, se la carcassa di un maiale resta per quindici giorni nella strada fra Donigala e Nuraxinieddu, se la Carlo Felice è solo il deposito immondo di rifiuti da Cagliari a Portotorres. Certo. La violenza quotidiana usata in Sardegna contro i cavalli alza di molto l'asta della barbarie. E preoccupa che nessuno parli, che non si individui una sola di queste belve. Le quali agiscono come l'Anonima-Sequestri, si scambiano le vendette così come i rapitori si barattavano gli ostaggi. Tu agisci a Sassari e io ti ricambio a Benetutti. O a Gavoi. O a Sedilo. O a Silanus. Per le gare ippiche parlano di montepremi da 25 mila euro. Fanno gola. Miscelati al contenzioso sociale che in Barbagia non tende a calare scatenano azioni raccapriccianti. L'antidoto? Seminare educazione civica. Che oggi, in alcune zone più che in altre, è – dispiace dirlo – merce rara.
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GEA PRESS
1 AGOSTO 2012
Ferrara – tutte le novità sul cane morto nel canale (foto)
L'asportazione del microchip effettuata da un Veterinario.
Un fatto che ha sconvolto in molti. Ferrara non è abituata ad eventi di questo genere. Un cane morto trovato galleggiante in un canale e con attorno una sorta di gabbia costruita con una rete metallica. Eppure, in quel tratto di via Gramicia, in prossimità del canale, vi sono solo due canili ed un gattile. Anzi, secondo Paola Cardinali, presidente dell’Associazione AVEDEV che gestisce il canile comunale, da quelle parti si vedono solo volontari con i cani. Chi rischia così di farsi vedere mentre compie un gesto di tale gravità. Di certo il macabro ritrovamento è avvenuto lunedì mattina alle 10.00. Ad accorgersi dei poveri resti, proprio una volontaria mentre stava facendo passeggiare un cane.La carcassa, prima dell’esame autoptico disposto dall’Istituto Zooprofilattico, è stata esaminata dalla dott.ssa Chiara Berardelli, direttrice dell’area di Sanità Pubblica Veterinaria dell’ASL di Ferrara. L’animale è sicuramente morto prima di essere gettato nel canale. Nei suoi polmoni, infatti, non vi era acqua, anzi, secondo la dott.ssa Berardelli, il cane, un meticcio di grossa taglia di pastore tedesco, potrebbe essere stato avvelenato. Questo si evincerebbe dal quadro necroscopico.Agghiacciante, invece, la probabile eliminazione del microchip. La ferita sul collo del cane era fin troppo professionale. “Un taglio perfetto – riferisce la dott.ssa Berardelli a GeaPress – di questo ne sono certa. Una mano esperta, forse un Veterinario“.Chi può essere andato a gettare un cane morto a due passi dai canili? Ipotesi di maniaci e crudeli assassini, o forse uno smaltimento illecito effettuato con la compiacenza di chi non dovrebbe prestarsi a ciò? L’orrendo gesto è stato quasi sicuramente compiuto nel fine settimana, forse nella notte tra domenica e lunedì, quando, ovviamente, non ci sono volontari con i cani a passeggio. Il fatto, poi, che il cane fosse in decomposizione, non esclude che possa essere stato eliminato già in quello stato.Si spera, adesso, che dalla diffusione delle foto qualcuno possa riconoscere il cane e chiarire quanto accaduto.
VEDI FOTO:
http://www.geapress.org/randagismo/ferrara-tutte-le-novita-sul-cane-morto-nel-canale-foto/30705
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ESTENSE.COM
2 AGOSTO 2012
Il cane è stato gettato nel canale già morto
Forse si tratta di avvelenamento. Il microchip rimosso da mano esperta
Nei polmoni del povero animale rinvenuto davanti al canile municipale di Ferrara non c’era acqua. Lo afferma all’agenzia Geo Press la dottoressa Chiara Berardelli, veterinaria direttrice dell’area dipartimentale sanità pubblica veterinaria dell’Asl di Ferrara. A lei è toccato l’esame visivo della carcassa prima dell’autopsia disposta dall’Istituto Zooprofilattico. L’assenza di acqua nelle vie respiratorie fa escludere un decesso per annegamento. A questo punto l’ipotesi più probabile è quella dell’avvelenamento.La macabra scoperta era stata fatta la mattina di lunedì 30 luglio dai responsabili del canile municipale. Il cane, un meticcio di grossa taglia di pastore tedesco, era stato rinchiuso in una gabbia e gettato nel canale di scolo Conchetta (vai all’articolo).Per quanto riguarda invece la rimozione del microchip, è sempre Geo Press a rivelare che ferita sul collo del cane era fin troppo “chirurgica”. Per la dottoressa Berardelli si tratterebbe di “una mano esperta, forse un veterinario”.In merito all’episodio l’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) di Ferrara lancia un appello verso chiunque possa essere a conoscenza di elementi utili che possano far luce sulle indagini del caso: “rivolgetevi senza indugio alle autorità competenti in loco oppure chiamate il nostro nucleo di guardie zoofile al 377 7085458. Chi sa e tace è complice di questo delitto”.
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LA NUOVA FERRARA
2 AGOSTO 2012
Crocchette tossiche ai cani
Ferrara - C’è il forte sospetto che qualcuno getti nell’area sgambamento cani di via Carlo Porta (zona Krasnodar) delle crocchette tossiche o quantomeno indigeste per gli animali. Al presidente della Circoscrizione 2 Fausto Facchini arrivano quasi tutti i giorno segnalazioni sul ritrovamento di queste "crocchette" e sui malesseri accusati dai cani. «Abbiamo organizzato con diversi proprietari una ricerca tra l’erba delle crocchette, trovandone addirittura oltre cinquanta» informa che Facchini. Ora le crocchette sono in fase di analisi in un centro specializzzato. In attesa dei risultati il presidente della Circoscrizione invita «tutti i cittadini che utilizzano di prestare la massima attenzione a quanto trovano e mangiano i loro animali all'interno e nelle vicinanze dell'area di sgambamento». Facchini mette sull’avviso anche il distributore di crocchette: «Abbiamo intensificato la sorveglianza, sia visiva che elettronica, se dovessimo trovare dolo o pericolosità nella risposta degli esami in corso sulle crocchette, appena trovato il responsabile, sarà mia cura segnalare il nome e cognome a tutta la cittadinanza anche a costo di venire denunciato per non osservanza della privacy».
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IL RESTO DEL CARLINO
1 AGOSTO 2012
Cane in auto su sedile passeggero Automobilista multato, via un punto
Fermato dalla polizia stradale al Passetto, la sanzione duramente contestata
Ancona - Il cane di grossa taglia seduto sul sedile come un normale passeggero, scatta la contravvenzione di 80 euro. E’ servito a poco infuriarsi per un anconetano fermato lunedì sera al Passetto da una pattuglia della stradale. Un servizio che rientrava nell’ambito di un grande piano di controllo del territorio voluto dal questore, Arturo De Felice. Tra i primi provvedimenti presi nel corso del ‘pattuglione’ c’è stata proprio la contravvenzione nei confronti del soggetto che viaggiava a bordo di un Suv.
GIUNTO al Passetto, proprio davanti al Monumento, l’anconetano è stato fermato. Sul sedile del passeggero gli faceva compagnia il suo fidato amico a quattro zampe, un esemplare di razza, grossa taglia, privo di protezione e tenuto come un passeggero normale. Gli agenti hanno applicato la legge seguendo i dettami dell’articolo 169 del Codice della strada.
Il conducente del Suv non riusciva a credere alle sue orecchie. Probabilmente non immaginava che trasportare un cane in auto richiedesse così tanti accorgimenti. In caso di cani di grossa taglia, come è successo l’altra sera, il regolamento parla chiaro: gli esemplari vanno tenuti protetti all’interno di un vano chiuso con una rete, detto Kennel. Spazi di solito trovati nella parte posteriore dell’auto. Se il cane è invece di piccola taglia può tranquillamente essere inserito in una gabbia.
L’automobilista lunedì sera il suo cane lo teneva come un normale essere umano, adagiato sul sedile, sonnecchiante. Allo stop della polizia stradale non ha mosso un dito e ha continuato a riposare mentre il suo padrone veniva multato. Probabilmente l’uomo stava rientrando a casa, non erano le 21, e quando gli agenti hanno confermato la sanzione si è adirato a causa di un provvedimento che ha giudicato iniquo e assurdo. In effetti pochi hanno avuto la sfortuna di imbattersi in una simile violazione. Alla fine tutto potrebbe risolversi con una multa di 80 euro, se il soggetto sanzionato decidesse di pagare entro 30 giorni. Vista l’interpretabilità della norma potrebbe anche fare ricorso. In caso di mancato pagamento l’ammenda può arrivare a 318 euro. Via pure un punto dalla patente.
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AGI
1 AGOSTO 2012
ANIMALI: QUATTRO CANI AVVELENATI NELL'AQUILANO
Villa Sant'Angelo (L'Aquila) - Un gesto di ingiustificata crudelta' e' stato compiuto nei giorni scorsi a Villa Sant'Angelo (L'Aquila): quattro cani sono stati uccisi per avvelenamento, e i loro corpi sono stati ritrovati ieri dal personale del Comune. A rendere nota la notizia e' il sindaco Pierluigi Biondi. "Si e' trattato - commenta - di un'azione, oltre che spregevole e rilevante ai fini penali, anche inutile, perche', anche ammesso che gli animali avessero creato problemi per l'incolumita' pubblica, l'amministrazione ha da qualche mese stipulato una convenzione con un canile per ricoverare nella struttura autorizzata dalla Asl eventuali esemplari pericolosi. Non solo, l'eventuale dispersione delle sostanze tossiche utilizzate potrebbero creare conseguenze ad altri animali padronali, nonche' ai bambini che frequentano il parco, luogo dove solitamente stazionavano i cani uccisi. P ertanto questa mattina - dice il sindaco - e' stato allertato il servizio Veterinario della Asl provinciale e verra' seguito il protocollo previsto in questi casi: i cani ammazzati saranno prelevati e analizzati per individuare la tipologia di veleno utilizzato, dopodiche' scattera' la denuncia contro ignoti per le conseguenti attivita' di polizia giudiziaria".
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IL CORRIERE D’ABRUZZO
1 AGOSTO 2012
Villa Sant'Angelo: quattro cani morti per avvelenamento
VILLA SANT'ANGELO (AQ) - Quattro cani sono stati avvelenati nei giorni scorsi a Villa Sant'Angelo e i cadaveri sono stati ritrovati ieri dal Personale del Comune. La triste vicenda è stata resa nota dal primo cittadino Pierluigi Biondi che parla di un "azione oltre che spregevole e rilevante ai fini penali, anche inutile, perché anche ammesso che gli animali avessero creato problemi per l'incolumità pubblica, l'amministrazione ha da qualche mese stipulato una convenzione con un canile per ricoverare nella struttura autorizzata dalla Asl eventuali esemplari pericolosi."Non solo - prosegue Biondi - l'eventuale dispersione delle sostanze tossiche utilizzate potrebbero creare conseguenze ad altri animali padronali, nonché ai bambini che frequentano il parco, luogo dove solitamente stazionavano i cani uccisi"."Pertanto questa mattina - dichiara il sindaco - è stato alle rtato il servizio Veterinario della Asl provinciale e verrà seguito il protocollo previsto in questi casi: i cani ammazzati saranno prelevati e analizzati per individuare la tipologia di veleno utilizzato, dopodiché scatterà la denuncia contro ignoti per le conseguenti attività di polizia giudiziaria".
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ESTENSE.COM
1 AGOSTO 2012
Crocchette per cani avvelenate in Krasnodar
Facchini: “Se scopro il responsabile rendo pubblico il suo nome”
Ferrara - Se scoprirà il responsabile del presunto tentativo di avvelenamento degli animali renderà pubblico il suo nome, alla faccia della privacy. È quanto promette in una nota il presidente della Circoscrizione 2 del comune di Ferrara Fausto Facchini, che lamenta come ormai giornalmente giungano in circoscrizione segnalazioni inerenti il ritrovamento di “crocchette” per cani gettate all’interno dell’area di sgambamento di via Carlo Porta, zona Krasnodar.“Di per sé la notizia sembrerebbe normale, tranne il fatto che diversi cani dopo averle mangiate, sono stati male” fa notare Facchini, rivelando che è già stata effettuata insieme a diversi proprietari di animali una raccolta e una ricerca in mezzo all’erba delle crocchette “incriminate”, trovandone addirittura oltre cinquanta. Il cibo rinvenuto è al momento in fase di analisi in un centro specializzato.“Vorrei informare tutti i cittadini che utilizzano quell’area – avverte Facchini – di prestare la massima attenzione a quanto trovano e mangiano i loro animali all’interno e/o nelle adiacenze dell’area in questione”. Non solo. “Vorrei anche approfittare dell’occasione per rendere edotto il personaggio o i personaggi che fanno queste cose, che abbiamo intensificato la sorveglianza, sia visiva che elettronica e che se dovessimo trovare dolo o pericolosità nella risposta degli esami in corso sulle crocchette, appena trovato il responsabile, sarà mia cura segnalare il suo nome e cognome a tutta la cittadinanza anche a costo di venire denunciato per non osservanza della privacy”.Lanciato l’‘avvertimento’, il presidente di circoscrizione chiude “con la speranza che questo serva a rimettere le cose a posto e permetta ai possessori di animali di continuare a portarli in assoluta sicurezza alle aree di sgambamento”.
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GEA PRESS
1 AGOSTO 2012
Europa – bocconi avvelenati: violate le disposizioni comunitarie
Intervento del Commissario Potočnik all'interrogazione dell'On.le Zanoni.
L’uso dei bocconi avvelenati viola le disposizioni europee, ma l’applicazione delle norme spetta agli stati nazionali. Questa in sintesi la risposta pervenuta dal Commissario europeo all’Ambiente Janez Potočnik, all’interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni (IdV) . “La Commissione – ha riferito il Commissario europeo - è comunque consapevole dell’annoso problema dei bocconi avvelenati e per questo ha promosso numerosi interventi volti a trovare modi più efficaci per far fronte all’emergenza dei bocconi avvelenati“.L’intervento di Zanoni è stato conseguente al dossier prodotto dallo stesso europarlamentare sull’uso delle esche avvelenate. “Un fenomeno – riferisce l’On.le Zanoni – in esplicita violazione alle direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli”. Dall’indagine che ho condotto tra gennaio e maggio 2012, basata su semplici segnalazioni di associazioni e notizie a mezzo stampa – ha dichiarato l’Eurodeputato – sono emersi ben 282 casi di probabile avvelenamento in 11 regioni e 30 province italiane, con una particolare concentrazione di casi in Veneto e in Sicilia“.Secondo Zanoni, quanto rilevato dall’indagine rappresenterebbe solo la cima di un iceberg. Dopo la risposta di Potočnik, Zanoni ha inviato i risultati della ricerca alla Direzione Generale Ambiente Ue. “Auspico – ha concluso l’eurodeputato – che la Commissione europea consideri con attenzione i rilievi riportati nel documento allegato, adottando ulteriori provvedimenti”.
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OGGI TREVISO
1 AGOSTO 2012
SPEZZATE LE ZAMPE AL CONIGLIETTO REGALATO DA UN BAMBINO AL BIOPARCO
L’animaletto soffriva troppo ed è stato soppresso dal veterinario
GIAVERA DEL MONTELLO (TV) – Un bambino che si doveva trasferire con la famiglia aveva deciso di regalare il suo coniglietto al Bioparco di Giavera del Montello, convinto che lì, grazie all’attenzione di Carlo Guzzola, gestore della struttura, sarebbe stato bene.Invece la povera bestiola è andata incontro alla morte. Secondo quanto riporta Il Gazzettino qualcuno si sarebbe accanito sul coniglietto spezzandogli due zampe.Sarebbe accaduto nella notte tra sabato e domenica: qualcuno si sarebbe divertito a torturare l’animaletto, che ha patito fino a quando il veterinario ha deciso di sopprimerlo. Ieri mattina, infatti, vista la gravità della situazione, il veterinario gli ha fatto un’iniezione perché smettesse di soffrire.Carlo Guzzola è arrabbiato ed ha esposto un cartello in cui si rivolge all’autore della tortura: “Bastardo&hellip ; Ricambierò con la stessa moneta!”. Tempo fa al Bioparco di Giavera erano state uccise delle anatre. Guzzola potrebbe decidere di portare via tutti gli animali.
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IL MESSAGGERO
1 AGOSTO 2012
Cani portati in Germania, è scontro
Adozioni ok, insorgono le associazioni
Via libera dal Comune di Stroncone: tutto in regola Ma Wwf e Aidaa attaccano: «Illegale, fare chiarezza»
TERNI - Prima il Wwf, poi l'Aidaa (associazione italiana difesa animali ed ambienti), con toni diversi, si sono scagliati contro il comune di Stroncone che ha dato l'ok alle adozioni dei cani in Germania. Un via libera che solo per un soffio non è stato dato anche da Palazzo Spada, che è riuscito a fare squadra per bloccare i trasferimenti in Germania e mettersi al riparo da eventuali beghe con la Corte dei Conti. E lo spettro della magistratura contabile non è stato secondario nemmeno a Stroncone, dove la giunta Beranzoli ha dato parere positivo alle richieste di adozioni per portare i cani in Germania.
Le accuse delle associazioni. Una scelta che ha innescato critiche da parte delle associazioni animaliste a ambientaliste. Il primo a sollevare la questione, senza citare nello specifico il caso Stroncone, è stato il Wwf: «Tale procedimento - dicono - non ha mai avuto totale trasparenza per quanto riguarda la destinazione finale dei cani». Il Wwf per questo auspica che «venga dissipato ogni minimo dubbio e ombra sulla destinazione finale degli animali, con accurati controlli post affido». Che fine rischiano di fare i cani abbandonati lo dichiara a chiare lettere il presidente dell'Aidaa, Lorenzo Croce: «Un camion anonimo - sostiene - carica decine di cani destinati all'inferno dei laboratori tedeschi attraverso un traffico internazionale illegale». L'Aida bolla come «abominevole» e «illegale» la decisione presa dal Comune di Stroncone che «accogliendo le allettanti proposte di una donna tra le più note tra quelle di essere sospettata di essere al centro dei traffici internazionali di cani per la vivisezione hanno predisposto una delibera per portare i cani in Germania attraverso un sistema di false e fittizie adozioni». La replica del sindaco. Accuse che il sindaco di Stroncone, Nicola Beranzoli, rispedisce al mittente: «Sempre disponibili al dialogo tanto che abbiamo proposto alle associazioni ambientaliste di fare un viaggio di due o tre giorni in Germania per vedere come stanno i cuccioli adottati, ma la proposta non è stata colta. Comunque, c'è un'analisi precisa e documentato da materiale anche fotografico delle adozioni concesse». Il caso Terni e lo spettro Corte dei Conti. Il tema delle adozioni mette gli enti locali tra l'incudine e il martello. Se da una parte c'è da fare i conti con le associazioni ambientaliste, dall'altra a spaventare è la possibilità che qualcuno invochi l'intervento della Corte dei Conti, come hanno paventato sia a Terni che a Stroncone. Perché dal momento che un ente locale ha la possibilità di alleggerire i costi in questo caso meno cani nei canili vuol dire risparmiare sulle onerose spese di gestione lo deve fare altrimenti rischia il danno erariale, a patto che non ci sia un giustificato motivo. Che Palazzo Spada spera di aver trovato convocando una conferenza dei servizi per bloccare le richieste di adozioni internazionali. |
GEA PRESS
1AGOSTO 2012
Grosseto – si apre oggi la caccia ai cuccioli
Ad essere centrati dal piombo saranno i piccoli di daino e capriolo.
Si potranno abbattere i piccoli. La Provincia di Grosseto ha deciso che si potranno uccidere da oggi e fino al trenta settembre. Breve vita, pertanto, per i neonati di capriolo e daino. Per cinque giorni la settimana, tranne martedì e venerdì, i cacciatori di cosiddetta selezione, potranno uccidere i piccoli grazie alle previsioni del calendario venatorio 2012-2013 della Provincia il quale, per lo specifico caso, ha pure goduto di un’apposita integrazione. Un giorno prima dell’approvazione del calendario venatorio la Regione Toscana ha infatti deliberato l’aumento dei giorni di caccia da selezione. Erano inizialmente previsti il lunedì ed il giovedì. Ora, invece, cinque giorni la settimana.Una piccola deroga sulla vita avranno invece, rispetto ai piccoli, i giovani maschi e agli adulti cacciabili dal 15 agosto al 30 settembre e dal primo giugno al 15 luglio. Se la passeranno un pizzico meglio, le giovani femmine e le adulte. Per loro il piombo è previsto dal primo gennaio al 14 marzo. E dire che la caccia, come recita lo stesso calendario venatorio, si aprirebbe il 16 settembre, tranne, ovviamente, per i cacciatori di selezione che già da oggi potranno iniziare a selezionare i cuccioli di capriolo e daino. Varranno poi diverse disposizioni per gli altri ungulati.Una mostruosità, denunciano ora le Associazioni, purtroppo diffusa anche in altre regioni d’Italia dove forte è l’incidenza del mondo venatorio. WWF, LAC, A.C.U. e Coordinamento associazioni ambientaliste, ricordano il parere contrario dell’Istituto tecnico (ISPRA) deputato dalla legge nazionale sulla caccia a regolamentare l’attività venatoria. L’invito dell’ISPRA, riferiscono sempre le Associazioni, è di non abbattere queste specie durante le fasi critiche della stagione riproduttiva e di cura della prole.“Riteniamo una barbarie abbattere i piccoli di capriolo e daino nel periodo di allattamento – dichiarano in un comunicato congiunto le Associazioni – Si tratta, inoltre, di una sofferenza atroce nei confronti della madre che si vedrebbe uccidere i propri cuccioli. Chiunque ha un animale sa con quanta cura e amore le madri si prendono cura della propria prole“.Niente da fare, la Provincia autorizza e la Regione integra. Dal primo agosto e con più giorni di caccia per i selecontrollori. Provvedimenti spesso motivati sulla base dei presunti danni all’agricoltura. Secondo le Associazioni, però, tali danni non si risolvono di certo con l’abbattimento degli animali. Anzi, gli ampi periodi di caccia stanno a sottolineare il fallimento di tali tecniche. In altri termini, finché il controllo delle popolazioni sarà lasciato in mano ai cacciatori, si potrà essere certi che il numero degli animali mai potrà calare e l’uccisione, quindi, potrà continuare. Politiche di sterilizzazione, recinzioni e stop alle reintroduzioni di specie per fini venatori. Queste le possibili soluzioni avanzate dalle Associazioni. Stop alla “barbarie” intanto. Stop alla soppressione di cuccioli di capriolo e daino.
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LA ZAMPA.IT
1 AGOSTO 2012
"Tutti vogliono i beagle, qualcuno adotti i lavoratori"
Oggi al riesame il ricorso su Green Hill: 23 rischiano il posto di lavoro
NELLA FOTO Uno dei cuccioli di beagle "liberati" dall'allevamento Green Hill
ANDREA SCERESINI
Brescia «Va benissimo adottare i beagle. Ma c’è una cosa che vorrei dire chiedere ambientalisti: adesso chi ci pensa ad adottare i lavoratori?» Chi parla è Daniele Cavalleri, il segretario della Fai Cisl di Brescia. I cuccioli – e gli operai - in questione sono quelli di Green Hill, il «canile lager» di Montichiari che due settimane fa, dopo mesi di proteste e sit-in, è stato sequestrato per ordine della procura.Oggi il tribunale del riesame valuterà se accogliere il ricorso presentato dall’azienda, la multinazionale Marshall Farm, che sostiene di aver sempre rispettato le leggi. Se l’istanza verrà respinta, i 2500 cuccioli ospitati nella struttura verranno dati in affidamento – l’operazione è iniziata la scorsa settimana, con successo: in pochi giorni sono giunte quattromila richieste di adozione & ndash; mentre resterà da definire il destino dei 23 dipendenti che lavoravano nell’allevamento.
«E’ una questione che non interessa a nessuno, questa è la verità – spiega Cavalleri, che ha seguito l’evolversi della vicenda nel corso degli ultimi mesi -. Qualche tempo fa, prima che il canile venisse sequestrato, espressi la mia preoccupazione per ciò che sarebbe potuto accadere agli operai e agli impiegati se la struttura fosse stati chiusa. Accadde il finimondo. Ricevetti 250 mail in una sola giornata: minacce, insulti, intimidazioni. I lavoratori di Green Hill, secondo queste persone, non hanno diritto a nessuna tutela perché sono assassini di animali. Eppure stiamo parlando di oltre venti famiglie, molte monoreddito. Come faranno a tirare avanti?»Il problema, in realtà, è ancora più complesso. I lavoratori del canile hanno un contratto di tipo agricolo, che non prevede l’applica zione dei consueti ammortizzatori sociali: la richiesta dell’indennità di disoccupazione – annunciano i sindacati – dovrà essere consegnata dopo la fine dell’anno, cioè nel gennaio 2013. Il denaro arriverà tra giugno e luglio: ovvero, a 12 mesi esatti dalla chiusura di Green Hill. Ma c’è dell’altro: l’indennità sarà calcolata sugli effettivi giorni di lavoro effettuati nel 2012. Che nel caso di questo allevamento incriminato assommano a poco più di mezzo anno.«I lavoratori sono molto preoccupati – avverte Cavalleri -. Per mesi, sono stati sottoposti a una gogna mediatica. All’entrata e all’uscita ricevevano insulti dai manifestanti ambientalisti. Poi venivano seguiti fino a casa. Avevano paura. Ricordo le nostre ultime riunioni sindacali: ogni volta che arrivava un’auto tutti balzavano in piedi e andavano alla finestra a controllare. C’era un clima d i terrore».I 23 operai di Green Hill seguiteranno a lavorare, a orari ridottissimi, finché la struttura non avrà dato in affidamento tutti i suoi ospiti: le operazioni, salvo intoppi, dovrebbero concludersi nel giro di una decina di giorni. Poi si vedrà. «Non è nostro compito entrare nel merito delle questioni giudiziarie – dice Alberto Semeraro, della Flai Cgil di Brescia -. Se le leggi sono state violate, è giusto che si vada avanti con il sequestro. Non è accettabile, però, che a pagare siano i lavoratori. Per questo motivo chiederemo l’intervento delle istituzioni». |
GEA PRESS
1 AGOSTO 2012
Green Hill – il Tribunale del Riesame si riserva
Forse già venerdì l'esito - gli inquirenti: ipotesi al 50%.
Potrebbe sapersi già venerdì l’esito dell’udienza del Tribunale del Riesame riunitosi per esaminare la richiesta di dissequestro dei cani di Green Hill avanzata dagli avvocati delle difesa. La dott.ssa Anna Martino, che presiede la II sezione del Tribunale del Riesame, ha pertanto concluso l’udienza di oggi con una riserva. Teoricamente avrebbe a disposizione dieci giorni, ma le indiscrezioni circolate in loco riferivano che già venerdì si potrebbe sapere l’esito del riesame.Ancora apprensione, dunque, anche tra gli stessi inquirenti che temono un provvedimento di dissequestro per i conseguenti motivi di ordine pubblico. Ovvero le difficoltà a farsi riconsegnare i cani degli affidatari. Le uniche ipotesi sul possibile esito sono circolate tra gli inquirenti. Siamo al 50%, riferiscono voci dalla Questura. Per l’Avvocato Aldo Benato (nella foto), oggi presente al Tribunale di Brescia e che rappresenta l’Associazione Freccia 45, alla Procura si respirerebbe invece un’area più ottimista.Presenti all’udienza gli Avvocati di Green Hill i quali, all’uscita dall’aula, hanno speso parole in favore della ricerca medica. E’ stato per questo citato il prof. Garattini, nota voce in favore della sperimentazione animale.
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TM NEWS
1 AGOSTO 2012
Animali/ Livorno, cane di cinque mesi salva padrone in mare
L'uomo, che stava per annegare, soccorso dal cucciolo
Firenze - Stava per annegare nelle acque di Antignano, in provincia di Livorno, quando è stato tratto in salvo dal proprio cane, un cucciolo di cinque mesi. E' successo ieri mattina ad un uomo, padrone di altri due cani, anche loro protagonisti del soccorso.
A dare l'allarme è stata Chicca, un incrocio tra un labrador e un pastore belga. Il suo padrone, 41 anni, non riusciva a tornare a riva e Chicca, appena ha percepito la situazione i pericolo, ha iniziato a abbaiare, attirando l'attenzione degli altri bagnanti. Poi assieme agli altri due cani ha salvato il padrone da un mulinello d'acqua. L'uomo è stato ricoverato e sarà dimesso oggi. |
LA ZAMPA.IT
1 AGOSTO 2012
Cane di cinque mesi salva padrone in mare
L'uomo che stava per annegare viene soccorso dal suo cucciolo
Livorno - Stava per annegare nelle acque di Antignano, in provincia di Livorno, quando è stato tratto in salvo dal
proprio cane, un cucciolo di cinque mesi.E' successo ieri mattina ad un uomo, padrone di altri due cani, anche loro protagonisti del soccorso. A dare l'allarme è stata Chicca, un incrocio tra un labrador e un pastore belga.Il suo padrone, 41 anni, non riusciva a tornare a riva e Chicca, appena ha percepito la situazione di pericolo, ha iniziato ad abbaiare, attirando l'attenzione degli altri bagnanti. Poi assieme agli altri due cani ha salvato il padrone da un mulinello d'acqua. L'uomo è stato ricoverato e sarà dimesso oggi. |
IL TIRRENO
1 AGOSTO 2012
Chicca cane eroe Si getta tra le onde e soccorre il padrone
di Federico Lazzotti
LIVORNO - Chicca, il cane eroe, salta, abbaia e scodinzola davanti al portone di casa, al numero sei di via Piccioni, quartiere Salviano. Sono passate poche ore da quando, intorno alle 11, questo cucciolo di cinque mesi, incrocio tra un labrador e un pastore belga, ha salvato il suo padrone Aldo Orefici, 41 anni, attirando l’attenzione degli altri bagnanti e poi gettandosi tra le onde per aiutare l’uomo. «Mio marito – racconta la moglie Anna Rita, mentre fatica a tenere a banda l’euforia di Chicca – era andato a fare una nuotata al largo della spiaggia della Tamerice, ad Antignano, dove eravamo andati al mare con alcuni amici, anche loro padroni di cani». Quello che è successo al quarantunenne mentre era in acqua lo ha raccontato lui stesso dopo essere stato salvato e portato al pronto soccorso per un principio di annegamento. «Ho iniziato a nuota re – ha spiegato alla moglie – e quando ho deciso di rientrare a riva la corrente continuava a spingermi fuori. Ai piedi avevo dei sandali di gomma, di quelli che si usano per comminare sugli scogli. Ho cominciato a sentirli pesanti, come se mi trascinassero a fondo». Sulla spiaggia oltre ala moglie c’era anche un’amica, pure lei con un cane, un labrador di nome Cuba, e un’altra famiglia che aveva portato il proprio cane Sasha a fare il bagno. «Quando Chicca ha visto che Aldo era in difficoltà – va avanti la moglie – ha cercato subito di attirare la nostra attenzione. È andata verso un bambino e lo ha colpito con il muso, poi si è diretta al mare». Assieme al meticcio anche gli altri due cani che erano sulla spiaggia hanno percepito il pericolo. «Hanno iniziato ad abbaiare e si sono gettati in acqua. Chicca è un cucciolo – dice la donna – quindi all’inizio ha avuto un po’ di paura a buttarsi perché non riusciva a vincere la forza delle correnti, poi anche lei è andata tra le onde». Nel frattempo dalla spiaggia è partita la prima telefonata al 118. «Mio marito sta annegando – ha spiegato la moglie – venite». Quando i volontari della Misericordia di Antignano sono arrivati alla spiaggia della Tamerice hanno visto i tre cani in acqua che aiutavano il quarantunenne ad uscire. L’uomo è stato portato d’urgenza al pronto soccorso. «Al momento – fanno sapere dall’ospedale – è tenuto in osservazione ma le sue condizioni non sono preoccupanti». Questa mattina, se il decorso, non avrà intoppi Aldo Orefici potrà tornare a casa. Ad aspettarlo ci sarà sua moglie e soprattutto la sua Chicca, pronta a saltare, abbaiare e in caso di pericolo buttarsi in acqua per salvare il suo padrone.
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LA ZAMPA.IT
1 AGOSTO 2012
Bloccato l'invio di 50 macachi per una casa farmaceutica
Le proteste dell'Enpa fermano l'arrivo degli esemplari a Fiumicino
Roma - Nuovo punto a favore degli animali nella battaglia da parte dell'Enpa e della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente contro la sperimentazione animale.
L'Ente nazionale Protezione Animali annuncia che è stata annullata la spedizione di 50 macachi, provenienti dalle Barbados e destinati ai laboratori italiani di una multinazionale del farmaco. Lo stop al «carico» è arrivato in seguito alle proteste dell'organizzazione, che aveva ipotizzato una grande mobilitazione animalista contro l'arrivo delle scimmie a Fiumicino. Il Presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi ha dichiarato: «Ringrazio di cuore il questore Antonio del Greco che, in azione congiunta con la Asl Roma D e il Corpo Forestale dello Stato, ha fornito un contributo fondamentale all'annullamento dell'invio dei macachi. Questo importante risultato tenderà a scoraggiare sempre di più e, ne siamo certi, ad ottenere la stop definitivo, delle crudeli spedizioni di animali in giro per il mondo per pratiche di sperimentazione, che destano il crescente sdegno e il disprezzo dei cittadini, anche nei confronti di quelle compagnie aeree che, disponibili a questi `viaggi della morte´, si rendono complici degli esperimenti sugli animali». |
LA ZAMPA.IT
1 AGOSTO 2012
Gorilla si impicca allo zoo di Praga
Quando gli operatori della struttura sono intervenuti,hanno trovato un altro gorilla impegnato a tentare di liberarlo
Praga - Un gorilla è morto allo zoo di Praga, impiccandosi ad una corda allestita nella sua gabbia per permettegli di allenarsi e muoversi. L'apparente suicidio è stato descritto dallo staff dello zoo, come riportato dal Sydney Morning Herald, come un incidente del tutto inaspettato e accidentale.Il gorilla che ha incontrato un destino così triste si chiamava Tatu e aveva soltanto cinque anni. L'animale è stato trovato appeso penzoloni ad una corda avvolta attorno al collo. Un portavoce dello zoo, Michal Stastny, ha spiegato che «tutti i tentativi di rianimare Tatu sono falliti. L'interno della stanza dove è accaduto l'incidente non è fornito di telecamere per cui non è chiaro cosa sia successo esattamente».Pavel Brandl, responsabile dei mammiferi dello zoo, ha detto che «Tatu molto probabilmente è rimasto impigliato ad una corda, uscita fuori dalle decine di funi compatte del padiglione, finalizzate all'arrampicata. È stato un brutto incidente, controlliamo le corde ogni giorno».
Tatu è stato aiutato da Kamba, un altro gorilla che cercava di liberare l'amico, quando gli zookeeper sono arrivati sulla scena. Il direttore dello zoo Miroslav Bobek ha detto che «la morte di Tatu è l'evento più tragico avvenuto allo zoo dopo le inondazioni dal 2002, che uccisero oltre 100 animali». Lo zoo ha ancora sei gorilla, tra gli animali più popolari tra i visitatori. Tatu era nato il 30 maggio del 2007. |
GEA PRESS
1 AGOSTO 2012
Sedilo e l’Ardia a Pé – I Carabinieri sanzionano venti cavalieri
Non hanno rispettato l'Ordinanza comunale.
Nel corso dell’Ardia a Pé svolta lo scorso luglio a Sedilo (OR), ben venti cavalieri partecipanti avrebbero violato l’apposita Ordinanza firmata dal Sindaco. Lo hanno appurato i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Ghilarza comandati dal Capitano Alfonso Musumeci. I cavalieri, infatti, non avrebbero potuto percorrere di corsa con i loro cavalli. Anzi, lo stesso spirito della manifestazione, che segue di qualche giorno la ben più nota Ardia di Sedilo con la corsa equestre (nella foto), è quella di percorrere lo stesso tragitto, ma a piedi rendendo omaggio a San Costantino Imperatore.Il reale svolgimento di quella giornata è stato ora appurato dai Carabinieri, grazie ai filmati prodotti. I cavalieri sono stati identificati ed hanno ora sessanta giorni di tempo, a partire dalla notifica del verbale, per pagare quanto contestato. Rischiano una sanzione compresa tra 25 e 500 euro.Nel corso della manifestazione, accadde un fatto particolarmente grave. Una donna, componente della banda musicale, venne centrate alle spalle dal calcio di un cavallo. L’ipotesi allora avanzata è stata quella che il cavallo, sopraggiunto alle spalle della donna, si fosse spaventato per il suono degli strumenti.
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LA PROVINCIA QUOTIDIANO DI COMO
1 AGOSTO 2012
Petardo dal balcone per scacciare la volpe
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CERANO INTELVI - La volpe messa in fuga dal petardo (Foto by redazione como cintura)
CERANO D'INTELVI (CO) - È stato un grosso petardo a provocare la forte deflagrazione avvertita in tutto il paese poco dopo le dieci sera di lunedì.
Non c'era nessun avvenimento da festeggiare in paese e non si è trattato nemmeno di un botto augurale, ma di un petardo lanciato da un villeggiante di nazionalità francese contro un bellissimo esemplare di volpe che si stava aggirando in cerca di cibo nei pressi dell'abitazione, una dimora residenziale in via Vittorio Emanuele in pieno centro abitato. Il petardo, secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri di Castiglione, allertati dalla centrale operativa del 112, a cui è arrivata una telefonata pare di una vicina che avrebbe assistito alla scena, sarebbe stato scagliato contro la volpe dal balcone dell'abitazione. L'animale, solo impaurito, avrebbe guadagnato incolume il bosco. I militari, giunti sul posto, hanno immediatamente intercettato il responsabile e hanno perquisito l'abitazione dove alloggia il turista transalpino . Non sono state trovate armi. Sono state sequestrati i resti del petardo scoppiato e poi hanno provveduto ad accompagnare l'uomo in caserma per gli accertamenti di rito. Il turista sarebbe stato denunciato solo per esplosioni ed accensioni pericolose in centro abitato ai sensi dell'articolo 703 del codice penale. Rischia una ammenda fino a 103 euro. |
IL PICCOLO
1 AGOSTO 2012
Caccia ai molestatori della foca monaca
Ne sopravvivono, in natura, poche centinaia di esemplari. E quindi la minaccia è seria e rende ancor più “stupida” e inqualificabile la bravata dei quattro turisti nelle vicinanze del campeggio Cherso: la foca monaca mediterranea (Monachus monachus) oggi è a serio rischio di estinzione essenzialmente per l’intervento umano. La foca monaca, attualmente, vive in piccoli gruppi familiari o si muove da sola. L’International Union for Conservation of Nature (Iucn) fa una sorta di mappa della foca monaca: la gran parte degli esemplari, circa duecento, sono concentrati nell’Egeo e nel Mediterraneo sudorientale. Poche decine vivono nel Mar Ionio e ancora di meno nel Mar Adriatico; una decina nel Mediterraneo centrale e pochi di più nel Mediterraneo occidentale e nel Mar Nero. Un gruppo più nutrito, superiore al centinaio, ha scelto infine l’Atlantico. Ma i numeri sono decisamente esegui. E non a caso la Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera Monachus monachus una delle cento specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione. TRIESTE La foca monaca, come raccontano da anni gli esperti del “Gruppo foca monaca”, è in realtà una vecchia conoscenza delle acque croate: notizie di avvistamenti tra l’Istria e Cherso si hanno, infatti, sino ai primi anni del Novecento. Poi, però, la foca scompare. Nulla di nulla fino a un paio di anni fa quando l’animale a rischio estinzione riappare nuovamente. Si accerta così, nel marzo 2010, la presenza di una coppia di Monachus monachus che prende alloggio in una grotta a mare lungo la costa del Parco naturale di Capo Promontore in Istria. Il governo di Zagabria emana a stretto giro di posta una serie di provvedimenti di tutela. Indispe nsabili per salvare una specie in pericolo. La foca monaca, spiegano i biologi, predilige i tratti di mare vicini alle coste e non disdegna brevi incursioni a terra. È un animale diurno, che dorme in superficie in mare aperto e qualche volta si stende sul fondo per poi risalire a respirare. La sua dieta è fatta di pesce e molluschi, soprattutto polpi. Ha solo due grandi nemici: l’uomo e lo squalo bianco.Le femmine hanno un ciclo di riproduzione di circa 12 mesi e partoriscono e allattano un cucciolo all’anno in grotte vicine al mare o in spiagge riparate. di Andrea Marsanich
CHERSO L’hanno avvistata mentre si riposava tranquilla su una spiaggia isolata decidendo di avvicinarla e di osservarla da vicino, troppo vicino. L’hanno circondata in quattro e c’era pure qualcuno in acqua, munito di maschera e boccaglio per poterla guardare, quando sarebbe fuggita. Quindi hanno preso a parlare ad alta voce, a spruzzarla con acqua di mare, a infastidirla. La foca monaca non ha gradito, nemmeno un po’. In verità, ha dato prova di fidarsi degli uomini ma a precise condizioni, come avvenuto in precedenti incontri: sì a foto e riprese in silenzio quasi assoluto, no a baccano, disturbi e cafonerie assortite. Dato che quegli esseri umani non volevano lasciarla in pace, la foca monaca ha deciso di abbandonare la spiaggia, cercando un rifugio lontano da chi non rispetta gli animali a rischio d’esistenza. A fare luce sull’inqualificante epis odio è stato Plavi svijet (Mondo blu), l’istituto per le ricerche e la tutela del mare, con sede a Cherso. Gli ambientalisti e i biologi marini hanno deciso di inviare a You Tube il video e le foto del maltrattamento, verificatosi l’11 luglio nelle vicinanze del campeggio Kovacine, a Cherso. Inoltre si sono rivolti all’Istituto nazionale croato per la salvaguardia dell’ambiente e al competente ispettorato, denunciando «la grave violazione sia del regolamento sui comportamenti da adottare incontrando una foca monaca, sia della legge di tutela degli animali a rischio d’estinzione». Sembra che i protagonisti della stupidata siano turisti tedeschi, scesi da un’imbarcazione con equipaggio composto da connazionali o forse anche da croati. Per comportamenti del genere la legge prevede multe fino a 80 mila kune, pari 10.654 euro. Gli attivisti di Plavi svijet hanno diffuso un comunicato in cui si rileva che la foca monaca è una specie rigorosamente tutelata in Croazia, sottolineando che l’opinione pubblica nazionale e la stragrande maggioranza degli stranieri hanno recepito il messaggio sulla necessità che questo mammifero marino non venga importunato, ma lasciato vivere serenamente nel suo habitat, senza traumi di alcun genere. Del resto la foca monaca pareva scomparsa per sempre dalle acque adriatiche perché da molti decenni non era stato osservato nessun esemplare da Salvore a Ragusavecchia. Poi negli anni scorsi le prime, timide segnalazioni, fino a quando la “Nostra” non è apparsa – così bella e simpatica – a Promontore, Lussino e Cherso. Dopo la paura provata nei pressi di Kovacine, c’è da chiedersi dove si sia stabilita. Non è dato sapere se le autorità croate abbiano individuato e denunciato il gruppo di molestatori, probabilmente rientrati in patria.
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IL PICCOLO
2 AGOSTO 2012
Sparita nel nulla la foca monaca maltrattata
di Andrea Marsanich
CHERSO - Avrà concluso che quel posticino a Cherso non era sicuro dopo essere stata molestata da almeno quattro bipedi umani e allora assai probabilmente avrà abbandonato l’isola di Cherso, cercando luoghi dove poter cacciare e riposare in serenità. Il rarissimo esemplare di foca monaca importunato l’11 luglio da un gruppo di turisti, probabilmente tedeschi, se ne sarà quasi certamente andato dalla spiaggetta nei pressi del campeggio chersino di Kovacine - dove ultimamente aveva preso dimora - in quanto da allora non è stato più avvistato in questa zona. La conferma arriva da Grgur Pleslic, ricercatore biologo di Plavi svijet (Mondo blu), l’associazione chersino–lussiniana che si occupa di attività di ricerca e tutela del mare. «Sono ormai tre settimane che non abbiamo più notizia del nostro mammifero marino – così Pleslic – gli avvistamenti della foca non è che siano frequenti, anche se avvengono puntualmente ogni estate per la grande movimentazione di diportisti nelle acque nordadriatiche. È probabile che l’animale, infastidito dallo sciocco comportamento dei villeggianti, se ne sia andato in un sito ancora più isolato, nuotando anche a chilometri di distanza dalla spiaggia dove si è verificato il più che antipatico incontro, peraltro fotografato e filmato e quindi piazzato su You Tube». Nell’esprimere l’amarezza e il disappunto dei suoi colleghi di Plavi svijet, il biologo quarnerino ha ripetuto che l’Istituto nazionale per la salvaguardia dell’ ambiente si è rivolto all’Ispettorato croato per la Tutela dell’Ambiente, denunciando la flagrante violazione della legge a difesa degli animali in via di estinzione. «Purtroppo finora i molestatori non sono sono stati individuati e denunciati – ha proseguito il ricercatore – ma posso confermare che la schiacciante maggioranza della gente locale e dei villeggianti si comporta in maniera civile a Cherso e Lussino in presenza della nostra foca, degli avvoltoi dalla testa bianca e della colonia di delfini, tutte specie protette. Purtroppo avvengono episodi come quello dell’11 luglio e di cui stavolta abbiamo prove fotografate e filmate». Pleslic lancia infine l’ennesimo appello a non arrecare disturbo ad animali protetti, lasciandoli tranquilli nel loro habitat.
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IL PICCOLO
8 AGOSTO 2012
La foca monaca cacciata non tornerà mai più
di Andrea Marsanich
FIUME - Sono preoccupati e non lo nascondono. Gli attivisti di Plavi Svijet (Mondo Blu), l'associazione ambientalista di Lussingrande, hanno espresso pubblicamente i loro timori per la sorte dell'unico esemplare di foca monaca presente nelle acque croate dell'Adriatico, che lo scorso luglio è stato importunato da un gruppo di turisti – probabilmente tedeschi – mentre riposava serenamente su una recondita spiaggetta dell'Isola di Cherso. Il grave episodio è stato ripreso e pubblicato da You Tube e mostra il mammifero mentre viene disturbato da quattro uomini che gli lanciano sassolini e lo spruzzano con acqua di mare, costringendo l'impaurito animale a scendere in acqua (anche qui è stato osservato da un uomo con maschera e boccaglio) e a dirigersi chissà dove. «Per me si tratta di un video scioccante, che evidenzia taluni comportamenti estremi dell'uomo verso animali a rischio d'estinzione – sono parole di Nikolina Rako, a capo del Settore ricerche di Plavi Svijet –: per fortuna la gran parte di noi esseri umani ha capito che la foca monaca fa parte di quelle specie che rischiano di sparire per sempre e si comporta di conseguenza». Secondo la biologa, le esperienze hanno dimostrato che l'interazione tra uomini e animali, se perdurante, finisce quasi sempre per avere conseguenze negative per questi ultimi. «Dopo avere preso un grosso spavento ed essere stata sottoposta a stress – così la Rako – è praticamente certo che la foca non tornerà più in questo sito chersino. Probabilmente si rifugerà a Capo Promontore o lungo le coste di Lussino, dove è stata avvistata gli anni scorsi. Quando visto su You Tube è passibile di una multa che sfiora gli 11mila euro. Posso dire che la gran parte di diportisti, pescatori e bagnanti sa comportarsi civilmente alla presenza di animali rari, lasciandoli in pace. Purtroppo ci sono i soliti cafoni, che forse neanche si acorgono quali danni facciano alla natura». La Rako si è detta quasi certa che la foca altoadriatica faccia parte di una colonia greca e che si sia diretta verso il Quarnero e l'Istria alla ricerca di quantitativi maggiore di cibo. «Finora non siamo riusciti a scoprire e punire gli autori del censurabile episodio, anche perché le autorità non si sono distinte in questo campo» ha concluso. È vero. Negli ultimi 20 anni, le autorità croate hanno fatto poco o niente nel sanzionare quelli che molestano, feriscono o uccidono animali tutelati dalle leggi. Si ha notizia, alcuni anni fa, di alcuni diportisti che andarono incontro a severe multe per avere molestato delfini nelle acque al largo di Pola.
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NEWS FOOD
1 AGOSTO 2012
Legale in molti Paesi, in Italia è alimento severamente controllato
Carne di coccodrillo in tavola, l'offerta di un Ristorante di Genova
Matteo Clerici
Subito scattate le indagini di Corpo Forestale dello Stato ed ASL
Un ristorante ligure offre nel menu carne di coccodrillo ed in Regione si riaccendono i riflettori sulle carni esotiche. Il fenomeno si era già verificato nel 2008, quando alcuni ristoratori avevano inserito tale animale nei piatti serviti, imitando quanto fatto dai colleghi di Sud Africa, Australia ed alcuni Stati d'Europa. All'epoca il ministero della Salute impose il ritiro della pietanza, sordo alle repliche degli amatori che facevano notare come in alcune nazioni del Vecchio Mondo la pietanza potesse essere liberamente venduta e consumata. E poi, di recente, l'azione del ristorante di Mele, nei dintorni di Genova. Il proprietario aveva acquistato 10 kg di carne di coccodrillo, parte di una partita di 2 quintali proveniente dal Sud Africa, comprata in Belgio da un importatore genovese e quindi rivenduta a un grossista bolognese.Purtroppo per lui, il menu esotico ha destato l'interesse dei clienti quanto quello del corpo forestale dello Stato e degli ispettori della ASL. A condurre le indagini, le squadre del Comando di Arenzano e gli uomini dell'ufficio Cites, aventi il compito di tutelare flora e fauna protette inserite nella Convenzione di Washington.Partiti dal ristorante ligure, i controlli hanno permesso di identificare grossista e all'importatore, entrambi sottoposti a sanzione. Al primo si contesta la mancata etichettatura in lingua italiana, al secondo l'omessa compilazione del registro Cites.
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LA NAZIONE
1 AGOSTO 2012
Allarme siccità, in Toscana 700mila animali rischiano di non abbeverarsi
A secco 25mila allevamenti
Adesso cinghiali, daini e cervi prendono d'assalto le magre risorse d'acqua lasciando bovini, ovini ed equini a secco
Firenze - E' allarme siccità e non solo le colture. Adesso cinghiali, daini e cervi prendono d'assalto le magre risorse d'acqua lasciando bovini, ovini ed equini a secco. In Toscana la mancanza d'acqua ha spinto migliaia di ungulati assetati, ''cresciuti a dismisura tanto da essere una vera e propria emergenza sociale'', ad abbeverarsi nei pozzi e nei laghetti frequentati abitualmente dagli animali allevati. La denuncia parte da Volterra dove l'allevatore Bartolomeo Carta e' costretto a portare due cisterne da 50 quintali l'una, direttamente nei campi, per rifornire gli abbeveratoi e dissetare le sue pecore. L'acqua dei laghetti naturali non basta piu' per tutti, ''quella poca che c'e' - racconta - sono i cinghiali a bersela. Saccheggiano anche le pozze, non gli basta divorare i raccolti''.La prolungata siccita' e le alte temperature hanno trasformato i pascoli toscani in deserti dove e' impossibile trovare un filo d'erba verde. E la risorsa idrica e' in via di estinzione. Un fenomeno che apre inquietanti scenari in Toscana dove sono circa 700 mila capi tra ovini, bovini, caprini, bufalini, equini ad avere difficolta' ad abbeverarsi, con esiti pesantissimi sulla quantita' delle produzioni e sul benessere degli animali. Secondo Coldiretti (info su http://www.toscana.coldiretti.it/) e Associazione Regionale Allevatori, la siccita' costera' ai 25 mila allevamenti presenti sul territorio regionale tra il 70% e l'80% in piu' ogni giorno per l'alimentazione e per la perdita di latte che potrebbe subire diminuzioni anche del 30%-40%.''I pascoli sono secchi - spiega Roberto Nocentini, Presidente dell'Associazione Regionale Allevatori - e gli allevatori sono gia' costretti ad utilizzare, per dare da mangiare agli animali, il fieno, intaccando pesantemente le riserve invernali. In Toscana, in estate, di solito, gli animali si alimentano con l'erba dei pascoli, cosa che riduce notevolmente i costi di gestione. E' una situazione straordinaria ed incredibile''.
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AGI
1 AGOSTO 2012
Animali: topi capaci di rilevare esplosivi e mine anti-uomo, studio
Adelphi - I topi non saranno i migliori amici dell'uomo ma la ricerca promossa dal Rugged Automated Training System (R.A.T.S.) promossa dagli studiosi dell'U.S. Army Research Laboratory, in collaborazione con gli ingegneri del West Point e del Counter Explosives Hazards Center, ha dimostrato che l'abilita' degli animali a rilevare la presenza di esplosivi e mine antiuomo potrebbe salvare la vita a molti soldati. "Si tratta di un sistema automatizzato a buon mercato ancora in fase di sviluppo e progettato per addestrare i topi a rilevare esplosivi sepolti", ha spiegato in una nota William Gressick, tra gli autori del progetto. "Il sistema -ha proseguito- facilitera' l'uso dei ratti in altri compiti di ricerca, quali la sicurezza interna, la ricerca e le operazioni di soccorso. I ratti addestrati si sono dimostrati affidabili rilevatori delle mine sepolte o degli esseri umani tra le macerie di un terremoto. Il Dipartimento della Difesa si basa attualmente sull'addestramento dei cani per il rilevamento di esplosivi. L'obiettivo di questo programma non sara' sostituire l'uso dei cani ma amplificare le capacita' di rilevamento delle minacce dell'esercito, diminuendo il numero di vite a rischio.Inoltre, addestrare i cani e' molto costoso, i topi sono piu' economici e piu' facili da trasportare".
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AGI
1 AGOSTO 2012
Animali: Gb, turbine eoliche dimezzano numero dei pipistrelli
Londra - Le micro-turbine eoliche stano dimezzando il numero dei pipistrelli nel Regno Unito, secondo uno studio della Stirling University pubblicato su Plos One. La ricerca si e' focalizzata su due specie di pipistrelli, il pipistrello comune e il pipistrello soprano. L'indagine ha stabilito che per essere sicure le micro-turbine dovrebbero essere situate ad almeno 20 metri dall'habitat degli animali.La ricerca e' stata promossa in venti siti agricoli dislocati in tutto il Regno Unito che avevano adottato le micro-turbine come fonte di energie ellettrica "verde". Nei siti e' stato registrato un crollo della presenza dei pipistrelli di entrambe le specie fino al cinquantaquattro per cento. Le micro-turbine eoliche vengono installate principalmente per uso domestico e per i terreni agricoli. Lo studio e' stato coordinato da Kirsty Park che ha dichiarato: "Ridurre l'impatto di carbonio e' importante, ma abbiamo anche bisogno di capire le implicazioni delle tecnologie di energia rinnovabile sulla fauna selvatica.L'installazione di nuove turbine eoliche di piccole dimensioni e' apparsa pericolosa per la sopravvivenza dei pipistrelli.Emerge la necessita' di stabilire linee guida che aiutino a collocare meglio le strutture in modo che non nuociano agli uccelli. Sulla base dei nostri risultati, si consiglia di situare le turbine ad almeno 20 metri dall'habitat dei pipistrelli".
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TM NEWS
1 AGOSTO 2012
In Vietnam scoppia la mania dei cani, spesso anche a tavola
Il miglior amico dell'uomo è considerato una ghiottoneria
Hanoi - Il miglior amico dell'uomo? In Vietnam è un titolo a dire il meno ambivalente. Il Paese comunista sta diventando ricco e un cagnolino al guinzaglio sta diventando uno status symbol. Come per Cu Anh Tu, studente universitario."Avere un cane in Vietnam è diventato una moda. Credo che le generazioni più giovani amino moltissimo gli animali".Oggi canili e laboratori da toeletta, e persino cimiteri dedicati, sono scenari sempre più comuni ma subito dopo la fine della guerra con gli Stati Uniti tenere un cane era illegale e la polizia uccideva tutti quelli su cui metteva le mani.Eppure il cucciolo preferito di uno può anche essere un piatto gourmand per qualcun altro. Questi cani sono in un mattatoio, destinati a finire sulla tavola di qualche vietnamita ghiotto di carne canina, considerata una ghiottoneria, in grado, ahimé, di procurare fortuna e rinvigorire la virilità se gustata nella seconda fase del mese lunare.Spiega Hoang Giang raffinato chef canino: "Oggi è la fine del mese lunare e prepareremo sei o sette piatti di carne di cane. Se fosse più fresco, ci sarebbe una richiesta ancora più alta".La linea di faglia tra appassionati di cani in salmì e appassionati tout court non è così rigida come si potrebbe credere.La famiglia di Pham Dang Tien ha avuto cani da compagnia per oltre 20 anni."Non abbiamo mai macellato i nostri cani per mangiarli. Vado al ristorante per non preoccuparmi di chi o come è finito nel piatto ".Il miglior amico dell'uomo? In Vietnam è questione controversa.(Immagini AFP)
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http://www.tmnews.it/web/sezioni/video/20120801_video_13030449.shtml
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NET1 NEWS
1 AGOSTO 2012
Filippine, l’eroica cagnetta senza muso è diventata mamma (FOTO)
C’è un cane nelle filippine che non è soltanto un cane: Kabang, per molti abitanti di Buggal, è un portatore sano di amore e voglia di vivere.
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BUGGAL (FILIPPINE) – È di pochi giorni fa la notizia che Kabang, l’eroica cagnolina che a dicembre salvò le due padroncine da una moto che procedeva a folle velocità, è diventata mamma di sei bellissimi cuccioli. Va detto, però, che il cane rimase profondamente sfigurato, tanto da riportare la quasi totale asportazione del muso. Come raccontano i giornali locali, la cagnolina usò il proprio corpo come un vero e proprio scudo, ma rimase incastrato con la faccia tra le lamiere contorte. Quando riuscirono a disincastrarla, scappò spaventata e non tornò a casa per oltre una settimana. Quando fece ritorno, però, fu accolta come una vera e propria eroina.Nei prossimi giorni, inoltre, le verrà applicata una maschera, in attesa dell’operazione di ricostruzione facciale. Tutto questo sarà possibile grazie alla generosità della gente, che da subito ha raccolto moltissimi fondi per curarla. Intervistati, i padroni, hanno dichiarato: “Siamo grati a chi ci sta aiutando e non importa se adesso è brutta, non le saremo mai grati abbastanza per quello che ha fatto”.Kabang sarà operata nel Veterinary Teaching Hospital di Davis (California). Il costo dell’operazione è di 20 mila dollari. Va detto che i padroni hanno un reddito giornaliero di 3,50 dollari.
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http://www.net1news.org/foto-e-video/filippine-l%E2%80%99eroica-cagnetta-senza-muso-%C3%A8-diventata-mamma-foto.html
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VICENZA TODAY
1 AGOSTO 2012
Baggio vuole catturare il puma di Grado, polemiche animaliste
"Chiamatemi e in due giorni vi catturo il puma», ha assicurato l'ex numero dieci al suo amico e collega di caccia e pesca, il gradese Ferruccio Polo. L'animale si sta aggirando da settimane tra Isontino e la Bassa
Baggio a caccia di puma in Friuli. No, non abbiamo esagerato con gli spritz: il campione vicentino, noto appassionato di caccia, si è offerto per catturare il felino che in queste settimane si starebbe aggirando tra l'Isontino e la Bassa, nel gradese. La lista di chi l'ha avvistato si allunga giorno dopo giorno.
Come riporta il quotidiano Il Piccolo, Baggio, cittadino gradese onorario, ha fatto la proposta in questi giorni al suo amico e collega di caccia e pesca, Ferruccio Polo: "Chiamatemi e in due giorni vi catturo il puma" avrebbe dichiarato il neo allenatore professionista. "Ho cacciato anch'io una volta in Argentina con lui - sottoliena Polo - ma mai, ancora, i puma. Lui invece ne ha catturato più di qualcuno, questo lo posso assolutamente garantire". "In questo periodo è in vacanza - prosegue - e verrebbe volentieri, come fa spesso".Immediata la reazoine degli animalisti, di cui si fa portavoce il "solito" Andrea Zanoni: "Da calciatore a cacciatore, il "codino" più famoso d'Italia ora pensa di dribblare anche le leggi sulla caccia e sarebbe pronto ad imbracciare il fucile per catturare l'animale - commenta l'europralamentare dell'Idv - Nella sua fazenda argentina da 10 mila ettari, l'ex numero 10 della Nazionale si "allena" ad uccidere animali. Tra le prede più ambite pare rientrino proprio i puma. Forse, Baggio ha pensato di essere titolare di una sorta di licenza di uccidere, da quando gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Grado nel 2000. Ha commesso, invece, fallo da espulsione. Tanto più da devoto buddista come ha sbandierato ai giornali quando ha abbracciato la religione orientale nel 1988, ignorando uno dei precetti fondamentali: non uccidere altri esseri senzienti". "Se pensa di poter uccidere un animale impunemente si sbaglia - conclude - Risponderà delle sue azioni davanti ai giudici". |
GEA PRESS
2 AGOSTO 2012
Gorizia e il Puma – Roberto Baggio pronto ad ucciderlo
Zanoni: l’ex fantasista della Nazionale di calcio crede di essere nella sua riserva argentina.
Da qualche giorno un puma si aggirerebbe nell’Isontino. Avvistamento reale o bufala estiva, sta di fatto che la voce relativa alla presenza del felino in Friuli Venezia Giulia avrebbe risvegliato gli istinti di cacciatore di Roberto Baggio. Da calciatore a cacciatore, il “codino” più famoso d’Italia sarebbe pronto ad imbracciare il fucile per catturare l’animale.Nella sua fazenda argentina da 10 mila ettari, l’ex numero 10 della Nazionale si “allenerebbe” ad uccidere animali. Tra le prede più ambite pare rientrino proprio i puma. E dire che dal 1998 si professa devoto buddista, ignorando dunque uno dei precetti fondamentali della religione orientale: non uccidere altri esseri senzienti.Sull’argomento è intervenuto Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e vice Presidente dell’Intergruppo sul Benessere degli animali al Parlamento Europeo che ha sottolineato come il puma sia un animale esotico, non contemplato tra le specie cacciabili.“Forse, Baggio – ha dichiarato Andrea Zanoni – ha pensato di essere titolare di una sorta di licenza di uccidere, da quando gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Grado nel 2000. Certamente la sua notorietà non lo esenta dall’osservanza delle leggi, che valgono per tutti. Sparare ad un animale, a maggior ragione raro come il puma, è un atto incivile che avvenga in Italia oppure in Argentina.”“Anni fa – continua Zanoni – in una libreria mi era capitato di sfogliare un libro di Baggio e mi si è raggelato il sangue nel leggere le emozioni descritte nel togliere la vita a un malcapitato puma. Se Baggio ama tanto le terme di Grado, è meglio che vada in Friuli per la tintarella, lasciando perdere le catture non autorizzate di animali selvatici. Anche se ritengo improbabile che un puma scorazzi per il Friuli Venezia Giulia. Credo piuttosto – ha concluso l’Eurodeputato – che questa volta sia proprio Baggio ad essere diventato preda, cadendo nella trappola di qualche buontempone estivo».
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IL PICCOLO
3 AGOSTO 2012
I tifosi del puma si scagliano contro Baggio
MONFALCONE (GO) - Altro che “forza Baggio”. A scatenarsi sono i tifosi del puma. Solo l’ipotesi che l’ex idolo delle folle calcistiche possa scambiare Grado e la Bassa per una riserva di caccia grossa e magari venga a freddare il grosso felino che, si suppone, sta imperversando nella zona, ha mobilitato un fronte animalista che mette in guardia il “divin codino” «da un’azione che potrebbe portarlo davanti a un giudice». Il felino va catturato al massimo con reti o pallettoni al cloroformio. Nessuno si azzardi a parlare di caccia grossa. La disponibilità di Baggio a partecipare a una battuta al puma in zona, insomma, non è passata sotto traccia anche se in effetti l’ex calciatore, che da sfegatato cacciatore conosce bene le norme di tutela della fauna selvatica in Italia, si è finora limitato a parlare di cattura. La notizia però ha fatto presa, tanto che se ne è occupato perfino l’eurodeputato dell’Idv Andrea Zanoni, vicepresidente dell’intergruppo “Benessere degli animali”. «Il puma è un animale esotico, non contemplato tra le specie cacciabili - dice -. Certo la notorietà di Baggio non esenta quest’ultimo dall’osservanza delle leggi. Sparare a un animale, a maggior ragione raro come il puma, è un atto incivile: che avvenga in Italia o in Argentina. Anni fa, in una libreria mi era capitato di sfogliare un libro di Baggio e mi si è raggelato il sangue nel leggere le emozioni descritte nel togliere la vita a un malcapitato puma. Se Baggio ama tanto le terme di Grado, è meglio che vada in Friuli per la tintarella, lasciando perdere le catture non autorizzate. Anche se ritengo improbabile che un puma scorazzi per il Friuli Venezia Giulia. Credo piuttosto che stavolta sia proprio Baggio a essere diventato preda, cadendo nella trappola di qualche buontempone estivo». Anche Paola Barban, architetto ed esponente del Wwf, prende le difese del puma e mette la mani avanti sulle intenzioni di Baggio: «Faccio appello - ha detto - al presidente della Provincia Gherghetta, sempre molto attento alle questioni ambientali. Chiedo un intervento della Provincia di Gorizia affinché la questione venga al più presto affrontata nei tavoli tecnici per verificare la reale presenza presso Fossalon del felino e nell’eventualità si attivi per la messa in sicurezza dell’animale». Ache Paola Barban ne ha per il “codino”: «Da devoto buddista ignora però uno dei precetti fondamentali: non uccidere altri esseri senzienti».
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LA NUOVA VENEZIA
1 AGOSTO 2012
Pitone di sei metri come antifurto in un appartamento
di Giovanni Cagnassi
JESOLO (VE) - Si chiama Principessa il nuovo antifurto utilizzato in un appartamento di Jesolo. E Principessa non è un sofisticato e modernissimo sistema elettronico, ma un pitone albino di 6 metri. Stanco dell'ennesimo tentativo di furto nella sua abitazione vicino a piazza Trieste, il gestore della mostra di squali e rettili Tropicarium Park di piazza Brescia, Mauro Rigoni, si è guardato in casa per scegliere una efficace contromisura che possa servire da deterrente contro i ladri scatenati nell'estate jesolana. Principessa è infatti un enorme pitone moluro Albino, la femmina più grande che esiste nata in cattività in Italia. Ha 25 anni misura, 6,50 metri e pesa 120 chili. Puro muscolo, con la sua forza può stritolare fino a 4 persone adulte, e può ingerire anche prede molto grosse come piccoli maialini. Averla libera per le stanze di casa è ; diventato così un antifurto naturale. Sicuramente i ladri prima di entrare e trovarsi di fronte questa splendida bestiola libera, ci penseranno un po' di più. Sono dunque avvertiti. «La reazione di questi pitoni è sempre instabile», spiega Rigoni, «con le loro fossette sensoriali sentono subito un odore non comune ai soliti e soprattutto percepiscono come tutti i serpenti le vibrazioni. Quindi ai malcapitati potrebbe succedere di tutto entrando in casa, e il morso di un pitone di queste dimensioni potrebbe fare molto male. Si tratta di una specie che ha molti denti e tutti retroversi. È meglio pensino bene a cosa si potranno trovare all'interno di casa prima di entrare». In luogo del tradizionale attenti al cane, comparirà presto un bell'attenti al pitone. Un rettile molto diffuso, magari non di queste dimensioni, tra gli appassionati di animali esotici. Spesso, quando le dimensioni non consentono più di tenerl i in casa, vengono liberati, addirittura nei boschi o nelle golene dove poi sono stati segnalati da ciclisti e appassionati di jogging terrorizzati e presi per visionari ubriachi. «Invece è accaduto veramente», ricorda ancora Rigoni, protagonista di varie spedizioni alla ricerca di animali segnalati in golene e boschi o pinete assieme all'erpetologo della mostra Hermann Schiavon, «a tutti suggeriamo di non liberarsi mai di questi animali, ma di portarli da noi, anche in anonimato, perché si possa aiutarli a vivere».
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PANORAMA
1 AGOSTO 2012
Animali domestici: sicuri che non stiamo esagerando?
Coccolati e viziati, in alcune città i cani sono più numerosi dei bambini. Su Panorama in edicola domani, un'inchiesta sui paradossi dell'amore per gli animali domestici
Per la prima volta in alcune grandi città italiane il numero dei cani ha superato quello dei bambini fino a 5 anni. Panorama, sul numero in edicola da domani, indaga su come è cambiato il nostro rapporto con gli animali da compagnia, che si è modificato fino al paradosso di trattarli come esseri umani. "L'animale è diventato punto di riferimento affettivo, dà sicurezza, placa la nostra diffidenza sociale e la nostra solitudine" spiega sul settimanale la psicoterapeuta Francesca Mormando.
L'inchiesta di Panorama presenta anche le cifre: mentre un figlio costa all'incirca 10 mila euro all'anno, per un cane se ne spendono più di 1.400. A corredo dell'inchiesta anche un intervento di Michela Vittoria Brambilla sul rispetto degli animali dopo la vicenda Green Hill e un racconto delle follie dei giapponesi per gli animali domestici: a Tokyo è più facile trovare un centro canino che un asilo nido.Ampio spazio su questo numero di Panorama è dedicato anche alle elezioni presidenziali americane con un ritratto del candidato repubblicano Mitt Romney. Altre inchieste sono dedicate alle stress da lavoro e come porvi rimedio e alle nuove frontiere della ricerca scientifica nel campo dell'edilizia, con un viaggio nel centro di eccellenza di Bergamo dove i studia un materiale che rivoluzionerà il cemento.
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LA NUOVA FERRARA
1 AGOSTO 2012
Non insegnare cattive abitudini ai propri amici a quattro zampe
Sono a tutti gli effetti dei membri della famiglia, coccolati con tutto l'affetto possibile. Cani e gatti che vivono in casa, però, rischiano di soffrire per le cattive abitudini dei loro padroni. Alcuni atteggiamenti tenuti da una parte dei padroni e tendenti ad "antropomorfizzare" troppo le esigenze degli amici a quattro zampe, possono infatti mettere a rischio la loro salute mentale, portandoli alla depressione. Secondo alcune indagini effettuate in America e in Europa (nelle case italiane vivono circa 20 milioni di animali domestici per i quali i padroni spendono ogni anno 2 miliardi di euro) per salvaguardare la salute dei coinquilini a quattro zampe bisognerebbe evitare alcuni comportamenti fuori dalla norma. Quali? Credere, ad esempio, che il proprio cane ami guardare la televisione in nostra compagnia piuttosto che uscire a fare una passeggiata; imporre improbabili feste di compleanno con regali e cibi non adatti a loro; costringerli a giocare quando non ne hanno voglia. Sono forzature che, secondo gli esperti, spesso portano l'animale alla depressione, al sovrappeso e perfino all'apatia. Il malessere, la pigrizia e i vizi del padrone possono perciò finire con il contagiare l'amico fidato che, magari, preferirebbe essere più libero e selvatico, a contatto con la natura, per quanto possibile se si vive in città.
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IL TIRRENO
1 AGOSTO 2012
Dopo gamberi e nutrie ecco le tartarughe “aliene”
di Valentina Marchi
MONTECATINI (PT) -Da qualche mese, nel laghetto artificiale del parco pubblico di via Cividale, è comparsa una piccola colonia di tartarughine. Probabilmente abbandonate da padroni incuranti sia della legge che del senso civico, incapaci ormai di prendersene cura. La maggior parte delle tartarughe in questione sono della specie Trachemys scripta elegans, più comunemente conosciute come “tartarughe dalle orecchie rosse” per via di due macchie ai lati del muso. Questa specie è originaria degli Stati Uniti e viene importata (spesso illegalmente) nel nostro paese. Il commercio interno di piccole tartarughe d’acqua è stato proibito negli Stati Uniti nel 1975. Ciononostante, continuano l’allevamento e l’esportazione di questi esemplari verso altri paesi. Pochi sanno però che è ammesso l’acquisto e la vendita dei soli esemplari d otati di un certificato rilasciato dal Cites, servizio della Guardia forestale che cura la gestione amministrativa ai fini della certificazione, essendo queste tartarughe inserite nella Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione. Le testuggini, minuscole al momento della vendita, possono diventare lunghe fino a 30 centimetri. Se vengono lasciate libere, possono diventare una minaccia per la fauna locale, come ci conferma il Cotes di Firenze: «Questa specie, può diventare fortemente competitiva nei confronti di quella nostrana. Rappresentano un pericolo reale per l’equilibrio del nostro ecosistema». Per questo motivo, molti stati europei (tra cui l’Italia), ne hanno proibito negli ultimi anni l’importazione. Tuttavia sopravvive il commercio illegale. Le tartarughine presenti nel lago in via Cividale, nel momento del loro abbandono, sono passate automaticamente sotto la responsabilità del Comune, che adesso ha due possibilità: trovare un centro di recupero oppure lasciarle nel luogo in cui si trovano e prendersene cura. La prima opzione appare impossibile, dato che i centri in zona sono stati tutti chiusi. «Se il vostro Comune decidesse di accudirle e prenderle sotto la sua custodia – viene spiegato dal Cites – è come se queste tartarughe stessero in un limbo giudiziario, dato che, essendo state abbandonate, non hanno i certificati necessari. Però in una condizione di emergenza come questa, si chiude un occhio sul momento e successivamente il Comune provvederà a farsi rilasciare i documenti richiesti ». Il problema della sorte di queste povere bestiole non è da prendere alla leggera. «Sono una specie mordace – proseguono dal Cites – inoltre possono essere portatrici di salmonellosi e quindi potenzialmente pericolose per la salute dell’uomo». Perciò la prima cosa da fare sarebbe far visitare gli animali da un veterinario e poi provvedere a recintare il laghetto in cui vivono, per salvaguardare sia la loro incolumità che quella dei frequentatori del parco, in special modo i bambini. Le tartarughe sono anche molto attive dal punto di vista riproduttivo e, di conseguenza, sarebbe opportuno monitorare le nuove nascite e cercare di tenere il numero di esemplari sotto controllo.
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IL CENTRO
2 AGOSTO 2012
Castel di Sangro, cani gettati tra i rifiuti
Alberto Teti
CASTEL DI SANGRO (AQ) - Cinque cuccioli di cane chiusi in una scatola e gettati in un cassonetto. Il brutto gesto a Castel di Sangro: l’altro giorno, un 50enne del posto nell'andare a buttare l'immondizia, in una zona di campagna limitrofa al centro sangrino, si è accorto di una scatola, sigillata con del nastro adesivo con dentro cinque cuccioli di cane che avevano pressappoco un mese di vita. L'orrore maggiore c'è stato però al momento dell'apertuta della scatola. Non contenti di aver abbandonato in quel modo inumano i cinque esemplari, chi ha compiuto il gesto ha pensato bene di rinchiuderli a loro volta in altrettante buste di plastica. Immediatamente sono scattati i soccorsi, con il tempestivo arrivo del veterinario, grazie al quale è stato possibile salvare da morte certa, tre dei cinque cagnolini, tutti “ bastardini” di razza. Quanto accaduto non è però il primo caso del genere in città. Già nel recente passato, infatti, si erano verificati episodi simili con dei cuccioli abbandonati in malo modo, spesso in aperta campagna e in condizioni disumane. Una situazione che lascia sconcertata la popolazione, anche perché proprio a Castel di Sangro opera da tempo e con buoni risultati una struttura clinica veterinaria, in grado di intervenire per prevenire casi di randagismo. Numerose, inoltre le campagne contro l'abbandono indiscriminato degli animali, messa in campo dalla amministrazione comunale. In paese c’è un canile che ospita da anni alcune decine di animali abbandonati su tutto il territorio.
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IL CENTRO
2 AGOSTO 2012
Quattro cani morti avvelenati
VILLA SANT’ANGELO (AQ) - Un gesto di ingiustificata crudeltà è stato compiuto nei giorni scorsi a Villa Sant’Angelo un paese a pochi chilometri dal capoluogo di regione. Lo rende noto il sindaco del paese Pierluigi Biondi. I cani sono stati uccisi per avvelenamento, e le carcasse sono state ritrovate dal personale del Comune due giorni fa. «Si è trattato di un’azione, oltre che spregevole e rilevante ai fini penali, anche inutile»afferma il sindaco del piccolo comune « perché, anche ammesso che gli animali avessero creato problemi per l’incolumità pubblica, l’amministrazione ha da qualche mese stipulato una convenzione con un canile per ricoverare nella struttura autorizzata dalla Asl eventuali esemplari pericolosi». «Non solo» aggiunge il sindaco«ma l’eventuale dispersione delle sostanze tossiche utilizzate potrebbe creare conseguenze ad altri animali padronali, nonché ai bambini che frequentano il parco, luogo dove solitamente stazionavano i cani uccisi». Pertanto ieri mattina è stato allertato il servizio Veterinario della Asl provinciale e verrà seguito il protocollo previsto in questi casi: i cani ammazzati saranno prelevati e analizzati per individuare la tipologia di veleno utilizzato, dopodiché scatterà la denuncia contro ignoti per le conseguenti attività di polizia giudiziaria. Il compito degli investigatori, hanno sulla scorta della conoscenza del tipo di veleno adoperato, sarà quello di tentare di individuare gli autori del reato anche per scoraggiare, come auspica il sindaco, altri atti simili che in estate e soprattutto nei paesi del circondario sono frequenti. Nel caso che i responsabili di questi fatti fossero individuati essi rischiano una condanna a un anno di reclusione e una multa.
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GAZZETTA DI MODENA
2 AGOSTO 2012
Cagnetta abbandonata con la cuccia e il guinzaglio
Un tipico abbandono estivo del cane o, come spera qualche volontario dotato di illimitata bontà, un paziente ricoverato all’ospedale di Baggiovara che ha cercato di tenere vicino il proprio animale? Una cosa è certa, si tratta di una situazione strana perchè il padrone della cagnetta meticcia, di circa 5 anni, ben tenuta, l’ha lasciata alcuni giorni fa sulla massicciata della ferrovia Modena–Sassuolo con cuccia, guinzaglio, ciotola e giochi. Un distacco che sembrerebbe sofferto. Un residente della zona si è accorto dell’animale cha vagava libero da una parte all’altra delle rotaie e ha avvertito i volontari del canile comunale. Il cane, di indole buona, che si lascia avvicinare ed accarezzare da tutti, è stato raccolto con gli oggetti di vita quotidiana con cui è stato trovato, e portato al canile dove lo hanno visitato. […]
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FAMIGLIA CRISTIANO
2 AGOSTO 2012
La Chiesa e gli animali
Perché la Chiesa non interviene mai contro le malvagità di cui sono vittime gli animali?
Daniela G.
Luigi Lorenzetti
L’animale non è un oggetto da usare, è un essere vivente da rispettare. La fede in Dio creatore conduce a rispettare e amare la creazione e tutte le creature. All’uomo e alla donna, il Creatore ha affidato il compito di “custodire e coltivare” l’universo e quanto contiene. Nel corso della storia, purtroppo, l’uomo si è comportato (e si comporta) da padrone dispotico e irresponsabile. «Gli animali sono creature di Dio» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2416). È una delle tante indiscutibili affermazioni che conduce a comprendere che gli animali sono esseri viventi che interpellano la responsabilità umana. Più che intervenire sui singoli problemi, il magistero della Chiesa ha il compito di formare le coscienze perché sappiano distinguere tra bene/male, giusto/ingiusto. Molti comportamenti, dati per nor mali e legittimati, sono invece incivili e barbari. L’elenco è lungo: l’abbandono, la caccia per sport, il divertimento di massa, la sperimentazione cosiddetta scientifica che mutila e uccide l’animale; l’industria della pelliccia che serve solo alla vanità; l’industria della carne che nulla ha a che vedere con il mangiare carne per necessità eccetera.
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ADN KRONOS
2 AGOSTO 2012
Roma, Alemanno: "Sì alle botticelle ma garantire i diritti degli animali"
Roma - Così il sindaco apre uno spiraglio ai vetturini delle botticelle che non potranno lavorare con il gran caldo della prossima settimana per non sovraccaricare gli animali
Roma - "Un indenizzo per i vetturini che non potranno lavorare con il caldo della prossima settimana e' un'ipotesi che valuteremo nella prossima giunta". Cosi' Gianni Alemanno, sindaco di Roma, apre uno spiraglio ai vetturini delle botticelle che non potranno lavorare con il gran caldo della prossima settimana per non sovracaricare gli animali. "Questi segnali di attenzione nei confronti dei cavalli - ha aggiunto Alemanno - devono esser ben compresi: noi ammettiamo l'esistenza delle botticelle a Roma, ma vogliamo garantire i diritti degli animali".
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LA STAMPA
2 AGOSTO 2012
Asia, paradiso dei predatori di cani
In molti paesi vengono destinati al consumo alimentare, in Cina la gente si è opposta a una legge per impedire questa barbarie
![]() NELLA FOTO - Cani costretti in gabbie minuscole (foto d'archivio)
Lorenzo Cairoli*
In molti paesi asiatici i piatti a base di carne di gatto e soprattutto di cane sono considerati una vera leccornia. I più grandi mangiatori al mondo di carne di cane sono i coreani, che condividono il primato insieme ai maori e agli hawaiani.Il Signor Park gestisce a Roma il ristorante "Hana" in Piazza Manfredo Fanti, zona Esquilino. Con parole pacate, mi spiegava pochi giorni prima della mia partenza per la Colombia che il cane in Corea non si mangia tutto l'anno e soprattutto che i cani da cucina sono solo alcune specie, allevate appositamente."La zuppa di cane è un piatto estivo - mi confidò con un sorriso il Signor Park -. Quando si è spossati dal caldo non c'è nulla di meglio di una zuppa di cane. Rigenera e corrobora". Non riuscì a trattenere un sorriso. Me l'aveva spiegata come una specie di Gatorade in tazza. Ma lui, vedendomi scettico, mi raccontò di suo suocero. Suo suocero lavorava per l'Enel coreano. Un giorno fu vittima di un gravissimo incidente sul lavoro. "Aveva ustioni su tutto il corpo - mi disse - I medici scuotevano il capo e lo davano per morto". Rimase settimane in bilico tra la vita e la morte e allora sua moglie che si inventò? "Gli cucinò tutti i giorni zuppa di cane, e quella zuppa, alla fine, gli salvò la vita".Voraci consumatori di carne di cane sono anche i cinesi e i vietnamiti. Durante le Olimpiadi del 2008 il regime impose a 112 ristoratori di Pechino di eliminare tutti i piatti a base di carne di cane dai loro menù per non urtare la sensibilità degli atleti e dei turisti stranieri. Ovviamente, quando le Olimpiadi finirono, il cane tornò a fumare sulle tavole dei pechinesi. Al ristorante "Guolizhuang" del cane cucinano addirittura il pene, adagiato su un letto di lattuga o in una coppetta di cristallo, nemmeno si trattasse di un cocktail di scampi.Nel 2010, per la gioia degli animalisti cinesi, si ipotizzò un disegno di legge che avrebbe reso illegale il consumo di carne di cane e di gatto in Cina, a colpi di ammende da 50 mila huan e fino a 15 giorni di carcere per i tragressori. La notizia scatenò un putiferio. Il 64% dei cinesi si oppose a questo disegno di legge, mentre in rete la questione fu oggetto di roventi polemiche. Al governo si contestava l'applicazione di uno standard etico occidentale che faceva a pugni con le tradizioni culturali cinesi. Anche perchè se questa pratica gastronomica può apparire agli occhi di un occidentale come una barbarie, per i cinesi invece è tradizione secolare. La carne di cane viene cucinata e mangiata in Cina fin dai tempi di Confucio. In passato si mangiava nelle situazioni di penuria alimentare, in tempi più recenti per l'estremamente presunto beneficio alla circolazione del sangue e all'energia Yang. La carne di cane è molto diffusa tra le popolazioni del nordest dove è patrimonio della cucina etnica coreana, in Guangdong, in Guangxi e nella prefettura autonoma dello Yanbian. Anni dopo, la situazione è più o meno la stessa. La cinofagia continua ad essere legale in molte regioni della Cina, nonostante il governo minacci sanzioni contro i trasgressori. E nonostante il comportamento ambiguo della polizia che volte irrompe nei macelli dove i cani vengono torturati con scariche elettriche, ustionati con la fiamma ossidrica, scuoiati ancora vivi - secondo gli asiatici la carne di cane diventa afrodisiaca solo se l'animale muore con grandi sofferenze - ma poi permette ai proprietari di cavarsela con poco. Chiusure temporanee dei macelli, ammende risibili. Nel 2011 le autorità vietarono il Jinhua Hutou Dog Meat Festival, una vera e propria mattanza canina. Ma quando gli animalisti intercettano camion di cani destinati alla macellazione la polizia è restia a intervenire e se lo fa è solo per restituire i cani ai loro aguzzini. La maggior parte dei cani che si consumano oggi in Vietnam e in Cina arriva da paesi che non sono soliti mangiare questa carne, come la Cambogia e la Thailandia. In Thailandia l'epicentro del traffico è a nord-est, nell'arida e poverissima regione di Isan, soprattutto nelle province di Mukdahan, Nakhon Phanom, Roi Et e Ubon Ratchathani, paradiso dei dognappers, dei predatori di cani. Qui gli abitanti non mangiano carne di cane: la cultura buddista disapprova l'uccisione dei cani randagi e per questa ragione le strade ne sono piene.* Scrittore, sceneggiatore, gourmet e blogger globetrotter, racconta il mondo di oggi e le sue contraddizioni
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GEA PRESS
2 AGOSTO 2012
Rieti – salvi due folletti dei boschi – l’intervento della Forestale e dei Vigili del Fuoco
Quel canale è una trappola mortale.
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C’è voluta tutta le determinazione dei Forestali e dei Vigili del Fuoco per salvare due caprioli caduti nel canale Peschiera in località San Vittorino a Cittaducale (RI) .Dal Comando Stazione di Antrodoco del Corpo Forestale dello Stato, ora ci scherzano e le due femmine di capriolo, tolte dopo lunghe ore da quella trappola, vengono ricordate come i “folletti del bosco”. Sono, infatti, letteralmente sfrecciate all’interno del canale in manutenzione per i vicini lavori di una galleria. A notarle sono stati gli operai che hanno avvisato il numero delle emergenze 1515 del Corpo Forestale. Il primo tentativo di salvataggio è consistito nel costruire una rampa che consentisse ai due animali di potere risalire le ripide sponde in cemento. I due caprioli, però, terrorizzati da quanto era loro successo, si inoltravano nella galleria rimanendo al buio ma almeno in acque basse.I Forestali non hanno desistito anche se si è dovuto richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco di Rieti. Intorno alle 13.00 si è così riusciti a catturare il primo capriolo, il quale, però, appariva ferito alle zampe a causa degli urti contro le sponde di cemento. Per questo è stato trasportato presso il Centro Faunistico di Piano dell’Abatino.Con il secondo capriolo, invece, i tentativi sono stati molto più complicati. Un vero e proprio folletto dei boschi, dicono i Forestali. Tutti gli impedimenti posti per convincerlo ad indirizzarsi verso la rampa, venivano elusi con alti salti. L’animale schivava tutto, ivi compreso lo stesso personale della Forestale e dei Vigili del Fuoco, divenuto anch’esso parte vivente del salto ad ostacolo. Gambe divaricate e bracci alzati. Il capriolo, però, sembrava avere le molle ai piedi. Solo intorno alle 15.00, ma con l’ausilio di una rete, la vera e propria regia messa in campo dal Corpo Forestale è riuscita ad avere la meglio.Purtroppo il salvataggio è stato intristito da una macabra scoperta. In quel canale c’erano altri sei caprioli. Morti.
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TISCALI
2 AGOSTO 2012
Usa, Carcere della Louisiana taglia i costi: lupi come secondini
Roma - La prigione federale di Angola, in Louisiana, ha affrontato l'imperativo dei tagli al budget con destrezza: non potendo tagliare i costi sfoltendo la popolazione carceraria, perchè composta principalmente da condannati per omicidio o altri reati gravi, l'amministrazione della prigione ha dovuto adottare dei tagli al personale. A rimetterci sono stati gli ufficiali di guardia alle mura del carcere: ora, al loro posto, ci sono i lupi ibridi, racconta la Cnn.
Gli animali - incroci tra un maschio di cane e una femmina di lupo selvatico - sono addestrati a pattugliare di notte le recinzioni esterne, già elettrificate. E sono pronti a mordere in caso di necessità, assicurano le guardie che si prendono cura di loro.
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GEA PRESS
2 AGOSTO 2012
Veneto – il TAR sospende il Calendario Venatorio
Andrea Zanoni: soddisfazione per lo stop della pre-apertura della caccia e dell’addestramento dei cani.
Con il Decreto 472 del primo agosto scorso, reso pubblico solo oggi, il Presidente del TAR, Tribunale Amministrativo Regionale, ha sospeso il Calendario Venatorio veneto per la stagione 2012/2013. In particolare, sono state sospese le parti relative alla pre-apertura della caccia alle specie Merlo e Tortora, oltre all’addestramento e all’allenamento dei cani da caccia e, infine, le 2 giornate aggiuntive per la caccia agli uccelli migratori nei mesi di ottobre e novembre.Il ricorso contro la delibera della Regione Veneto n. 1130 del 12 giugno 2012 era stato presentato dall’Associazione Vittime della Caccia. Il presidente del TAR ha riconosciuto il requisito della particolare urgenza, sospendendo il Calendario Venatorio fino alla Camera di Consiglio prevista per il 13 settembre. Impedendo così alla Regione di attuare il solito trucchetto consistente nell’approvare una nuova delibera fotocopia di quella bocciata. Le parti sospese relative alla pre-apertura al Merlo e alla Tortora, alle 2 giornate aggiuntive per la sola caccia alla fauna migratoria da appostamento nei mesi di ottobre e novembre e all’addestramento dei cani da caccia dalla terza domenica di agosto alla seconda di settembre si discostano, come si legge nella motivazione del Decreto, dal parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione ambientale).Sulla sospensione è intervenuto Andrea Zanoni, Europarlamentare IdV, vice Presidente dell’intergruppo sul Benessere degli animali al Parlamento Europeo, nonché Presidente veneto della LAC.“La pronuncia del Presidente del Tar – ha dichiarato Zanoni – dimostra che la Regione Veneto, in totale disprezzo del parere dell’ISPRA, ha voluto forzare la mano legiferando in contrasto alle direttive di questo Istituto tecnico scientifico riconosciuto dalla Stato. Sembra che le sentenze di condanna della Corte di Giustizia Europea per la violazione della Direttiva Uccelli non abbiano insegnato nulla alla Giunta Zaia che continua ad operare a favore dell’insignificante lobby dei cacciatori e contro gli interessi della maggioranza dei cittadini veneti e del nostro patrimonio ambientale. I cacciatori veneti – ha concluso l’eurodeputato – quindi, rimarranno a bocca asciutta per quanto riguarda l’addestramento dei loro cani e non potranno sparare a Merlo e Tortora nella prima metà del mese di settembre, inoltre non potranno usufruire delle due giornate regalo di caccia tra ottobre e novembre.”
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LA ZAMPA..IT
2 AGOSTO 2012
L'influenza aviaria colpisce le foche
La mutazione genetica del virus attacca i mammiferi
New England Una nuova epidemia di influenza aviaria sta facendo strage di foche lungo le coste americane del New England. A lanciare l'allarme sono i ricercatori della Columbia University, del Noaa e dell'Usgs, che hanno scoperto una mutazione del virus H3N8 che si sta diffondendo tra le foche colpendo soprattutto i cuccioli.
Tra settembre e dicembre 2011, 162 foche sono state trovate morte lungo la costa del New England. I ricercatori, attraverso le analisi, hanno scoperto che gli esemplari erano stati colpiti da un ceppo di influenza Aviaria, uguale a quello che aveva contagiato fin dal 2002 gli uccelli acquatici del nord America. La ricerca, riportata su Live Science, ha scoperto che nel corso degli anni molti animali tra cui foche, pipistrelli, maiali, uccelli e balene sono stati infettati dal virus dell'influenza A.Tuttavia gli adattamenti osservati in questo nuovo virus suggeriscono che potrebbe essere in grado di continuare ad infettare le foche e, secondo gli scienziati americani, potrebbe anche evolversi in un nuovo ramo di virus H3N8, come già successo con i cavalli e i cani. Le trasformazioni subite l'hanno reso in grado di legarsi anche ai recettori per l'influenza nei mammiferi e, dunque, di vivere come "ospite" in entrambe le specie. Il virus riesce anche a colpire una proteina presente nell'apparato respiratorio umano. |
LA ZAMPA.IT
2 AGOSTO 2012
Avere un cucciolo aiuta i bimbi autistici
L'arrivo del pet in famiglia favorisce lo sviluppo sociale
Francia - Secondo uno studio francese pubblicato su "Plos One" avere un cane o un gatto aiuta i bambini autistici. L'ingresso di un pet in casa può avere effetti positivi sul comportamento dei piccoli, favorendo lo sviluppo degli atteggiamenti sociali.Il team di Marine Grandgeorge dell'Hospital Research Center di Brest (Francia) ha scoperto che i bimbi coinvolti nella ricerca, anni dopo l'arrivo di un pet, ottenevano punteggi più alti, rispetto a prima di possedere il cucciolo, in due aree del comportamento: l'offerta di condivisione e l'offerta di confort.I bambini che invece avevano vissuto con un cucciolo fin dalla nascita, d'altra parte, hanno mostrato in generale delle relazioni più deboli con il loro animale.Secondo i ricercatori entrambe le categorie di comportamento messe in luce dallo studio riflettono atteggiamenti prosociali, e questo «suggerisce che i bambini con autismo possono sviluppare questo tipo di comportamenti in un contesto appropriato».
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ITALIA GLOBALE
2 AGOSTO 2012
Tumori, Cnr: “Svelato meccanismo che blocca Glioblastoma”
E’ stato individuato il meccanismo molecolare in grado di bloccare la crescita del glioblastoma, che aggredisce soprattutto gli over 50, in Italia colpisce oltre 7.000 persone ogni anno.Un team di ricercatori degli Istituti di chimica biomolecolare e cibernetica del Consiglio nazionale delle ricerche, Max Delbruck Institute di Berlino e Ludwig Maximilians University of Monaco di Baviera, dimostra che le cellule staminali nervose, nei soggetti giovani, sono in grado di uccidere le cellule tumorali.Le cellule migranti producono specifiche sostanze che uccidono quelle tumorali, rendendo di fatto più debole . Da qui, l’idea di utilizzare un modello animale in grado di ricreare la stessa autodifesa nel cervello dei topi adulti, iniettando nel tumore un vanilloide sintetico chiamato ‘arvanil’, precedentemente sviluppato da Vincenzo Di Marzo dell’Icb-Cnr, coordinatore del Gruppo, in grado di bloccare la crescita tumorale.
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GEA PRESS
3 AGOSTO 2012
Bergamo: femmina di Pit bull picchiata fino a farle vomitare sangue (video)
Salva grazie all’OIPA ed all'Arma dei Carabinieri.
Ha ammesso i maltrattamenti, dopo l’intervento dell’OIPA e dei Carabinieri. L’autore del selvaggio pestaggio del proprio cane è un uomo di Telgate, in provincia di Bergamo. La segnalazione pervenuta alla sede dell’OIPA riferiva quanto in effetti sarebbe stato poi riscontrato. Un cane veniva quotidianamente picchiato dal suo proprietario. E’ così scattata la denuncia ai Carabinieri di Grumello dal Monte (BG). Visionato il filmato con le violenze inferte all’animale, è così scattato il blitz nell’appartamento dell’uomo che ha ammesso i maltrattamenti.Si tratta di un pregiudicato già noto alle Forze dell’Ordine, che ogni sera, tornando a casa, massacrava di botte il cane. Una giovane femmina di razza di pitbull confinata a vivere sul balcone, a tal punto che le urla del cane venivano sentite dai vicini. Questi ultimi, allarmati, lo hanno più volte avvertito che avrebbero chiamato i Carabinieri. L’uomo, però, ha ignorato le minacce e per diversi mesi, sempre secondo l’OIPA, avrebbe continuato ad infierire sul povero animale. Non solo nel balcone, ma anche nel garage o al parco. Sulla cagnolina, raffiche di pugni fino a farle vomitare sangue.Il cane, rilevato al controllo non microchippato, è stato quindi sottratto alla custodia dell’uomo e condotto presso il canile sanitario di Grignate (BG) per tutti i controlli veterinari del caso. I volontari dell’OIPA Bergamo si stanno occupando ora della ricerca di una nuova casa a Bergamo e provincia per questa giovane cagnolona che, nonostante le violenze subìte, è di indole molte dolce e pacifica.“Questa vicenda deve servire da esempio a quanti assistono a violenze su animali e per omertà non denunciano i responsabili alle autorità competenti – sottolinea Davide Ambrosone, delegato OIPA Bergamo – Se le persone che hanno assistito al pestaggio di questo cane avessero girato la testa dall’altra parte, ora sarebbe probabilmente morto. Denunciare i reati è una precisa responsabilità di ogni cittadino e la collaborazione tra cittadini, associazioni e Forze dell’Ordine deve orchestrarsi in un circolo virtuoso che porti a contrastare efficacemente soprusi di questo genere”.
VEDI PRIMO VIDEO:
http://www.geapress.org/m/bergamo-femmina-di-pit-bull-picchiata-fino-a-farle-vomitare-sangue-video/30775
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IL TEMPO
3 AGOSTO 2012
Animali: pitbull maltrattato dal padrone, salvato a Bergamo
Milano - Ogni giorno picchiava con violenza il suo cane, una femmina di razza pitbull. Ma l'intervento dei carabinieri, allertati dall'Oipa (Organizzazione italiana protezione animali), ha permesso di salvare l'animale. E' accaduto vicino a Bergamo dove, "a seguito di una segnalazione, la sezione Oipa - riferisce la stessa associazione - ha effettuato un sopralluogo nei pressi di un'abitazione di Telgate. Un lungo appostamento ha permesso di verificare la veridicità di quanto riportato ed è immediatamente scattata la denuncia ai carabinieri di Grumello dal Monte. Alla vista del filmato che testimoniava le violenze inferte all'animale, hanno tempestivamente effettuato un blitz nell'appartamento dell'uomo che ha ammesso i maltrattamenti"."Ogni sera - precisa l'Oipa - l'uomo, un pregiudicato irregolare già noto alle Forze dell'ordine, tornava a casa e massacrava di botte il cane, una giovane femmina di razza di pitbull confinata a vivere sul balcone, a tal punto che le urla del cane venivano sentite dai vicini che, allarmati, gridavano che avrebbero chiamato i carabinieri. Ma l'uomo ha ignorato le minacce e per diversi mesi ha continuato ad infierire sul povero animale, sia sul balcone che in garage o al parco, colpendola con raffiche di pugni fino a farle vomitare sangue. Il cane, che non era regolarmente microchippato, è stato quindi sottratto alla custodia dell'uomo e condotto presso il canile sanitario di Grignate per tutti i controlli veterinari del caso. I volontari dell'Oipa si stanno occupando ora della ricerca di una nuova casa, a Bergamo e provincia", per l'animale che conserva un'"indole molto dolce e pacifica"."Questa vicenda deve servire da esempio a quanti assistono a violenze su animali e per omertà non denunciano i responsabili alle autorità competenti - sottolinea Davide Ambrosone, delegato Oipa Bergamo - Se le persone che hanno assistito al pestaggio di questo cane avessero girato la testa dall'altra parte, ora sarebbe probabilmente morto. Denunciare i reati è una precisa responsabilità di ogni cittadino e la collaborazione tra cittadini, associazioni e Forze dell'ordine deve orchestrarsi in un circolo virtuoso che porti a contrastare efficacemente soprusi di questo genere".
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BERGAMO SERA
6 AGOSTO 2012
Massacra di botte il suo pittbull: denunciato
TELGATE (BG) — I carabinieri hanno denunciato un pregiudicato irregolare che ogni giorno picchiava il suo cane, una femmina di razza pitbull, per farla diventare più aggressiva. A presentare la denuncia che ha dato il via all’irruzione dei carabinieri è stata l’Oipa (Organizzazione italiana protezione animali). La povera bestia è stata salvata. “Un lungo appostamento nelle vicinanze di un’abitazione di Telgate – spiegano dall’associazione – ha permesso di verificare la veridicità di quanto riportato ed è immediatamente scattata la denuncia ai carabinieri di Grumello dal Monte”. “Alla vista del filmato che testimoniava le violenze inferte all’animale, hanno tempestivamente effettuato un blitz nell’appartamento dell’uomo che ha ammesso i maltrattamenti”.L’uomo ogni sera tornava a casa e massacrava di botte il cane, a tal punto che le urla della bestiola avevano allarmato i vicini che hanno minacciato di chiamare i carabinieri. Ma il pregiudicato ha ignorato le minacce e per diversi mesi ha continuato ad infierire sul povero animale, sia sul balcone che in garage o al parco, colpendola con raffiche di pugni fino a farle vomitare sangue. Il cane, che non era regolarmente microchippato, è stato sottratto alla custodia dell’uomo e condotto presso il canile sanitario di Grignate per tutti i controlli veterinari del caso. [...]
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LA STAMPA
6 AGOSTO 2012
Picchia a sangue il suo pitbull, indagato
L'accusa mossa nei confronti dell'uomo è maltrattamento di animali
Bergamo - Il padrone di un pitbull è stato indagato per maltrattamento di animali, nel Bergamasco, dopo la denuncia di un'associazione animalista che è riuscita a riprenderlo di nascosto mentre picchia l'animale.Il pitbull, una giovane femmina di nome Zoe - come riporta stamani l'Eco di Bergamo - è stata sottratta al padrone dai carabinieri, ai quali l'uomo non ha negato le violenze sulla bestia, che avvenivano sul balcone e nel garage, dove il cane era regolarmente rinchiuso e picchiato a sangue. [...]
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LA STAMPA
3 AGOSTO 2012
Cuccioli di cane chiusi in una busta di plastica
Trovati da una turista. Uno solo è sopravvissuto. Denunciati i proprietari
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prov. di Cuneo - L'altra sera il Comando Stazione forestale di Ceva in servizio di vigilanza ambientale 1515, contattato dalla Lida della Valle Tanaro, è intervenuto a Ormea dove una turista aveva trovato in un sacchetto abbandonato, 4 cuccioli neonati di cane, uno solo dei quali ancora vivo. Erano chiusi in doppia busta di plastica, ma il più robusto era riuscito a perforare l’involucro e aveva ancora in bocca frammenti di plastica. Gli agenti sono risaliti, in un vicino allevamento, una femmina di cane che aveva partorito il giorno precedente e stava allattando un solo cucciolo, molto simile a quelli rinvenuti. I proprietari dei cani hanno ammesso di aver rinchiuso i neonati nel sacchetto.
Il cucciolo sopravvissuto si sta riprendendo. I responsabili del fatto sono stati denunciati alla Procura di Mondovì per uccisione e maltrattamento di animali. |
GAZZETTA DEL SUD
3 AGOSTO 2012
Milazzo (ME) - Nidiata di cuccioli travolta e uccisa sull’asse viario
È l’ultimo caso segnalato dagli abitanti della zona costretti a rimuovere le carcasse degli animali.
Circa dieci cuccioli di cane, travolti e uccisi nel giro di poche ore, lungo l’asse viario, nella carreggiata in direzione dello svincolo autostradale. Un episodio, solo l’ultimo in ordine di tempo, che oltre a toccare la sensibilità di quanti amano gli amici a quattro zampe e non solo, ripropone il problema della sicurezza lungo il tratto a scorrimento veloce. L’arteria collega il centro cittadino alla S.S. 113, costeggiando per alcuni chilometri le campagne della Piana, ed è priva di recinzioni ai margini delle due carreggiate. E proveniva proprio dai terreni limitrofi la cucciolata di cani meticci, ritrovatasi nel viavai di auto e moto che non le ha dato scampo. Qualcuno sarà anche riuscito a scansare i malcapitati cagnolini, qualcun altro purtroppo no. In ogni caso, la loro presenza lungo la sede stradale, avrebbe potuto causare degli incidenti. Fino a ieri, alcune della carcasse dei poveri animali giacevano ancora sul selciato, creando qualche problema alla circolazione, con diversi automobilisti che hanno accostato pensando di poter ancora soccorrere i cuccioli, per i quali tuttavia |
LA SICILIA
3 AGOSTO 2012
Sampieri (RG)
Abbandonati otto cuccioli la denuncia di Susino
Sampieri (RG). Otto cuccioli di rottweiler sono stati abbandonati al moletto di Sampieri. A denunciare l'atto di inciviltà il sindaco di Scicli Franco Susino. Alcuni residenti hanno chiamato la polizia municipale, denunciando l'abbandono. Sul posto è intervenuta la delegata del sindaco per il randagismo Resi Iurato. "Il costo di cattura di un cane abbandonato (non si tratta di randagi in questo caso, ma di cani di razza, evidentemente cuccioli di una cagna che ha dei proprietari) è di 30 euro a cane - spiega Susino -. Lo stallo costa 20 euro al giorno per animale. I vaccini, per gli otto cuccioli, costeranno 320 euro - Il viaggio per farli adottare in una località del Nord Italia costerà sui 600 euro. In totale l'abbandono di questi otto cuccioli peserà sulle casse comunali per 1500 euro".
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TREVISO TODAY
3 AGOSTO 2012
Prov. Di Treviso - Spara al gatto dei vicini: faceva i bisignini nel suo giardino
Stanco di vedere il proprio giardino usato come toletta, un 46enne di Montebelluna ha imbracciato il fucile e ha sparato al gattino dei vicini di casa. L'animale è rimasto ferito ma è salvo
Continuava a fare i bisogni proprio dove non doveva. Per questo un gattino di razza Main Coon di proprietà di una famiglia di Montebelluna ha rischiato la vita nei giorni scorsi.L'animale, per i propri bisognini, preferiva il prato del vicino di casa una persona alquanto suscettibile. L'uomo ha infatti imbracciato il suo fucile calibro 12, regolarmente detenuto, e con pallettoni in gomma ha sparato contro il gatto, colpendolo. Lui è un 46enne trevigiano, incensurato, che è stato denunciato dai Carabinieri per tentata uccisione di animale ed esplosioni pericolose. "La situazione insopportabile durava da qualche tempo", si è difeso l'aggressore. Il micio, gravemente ferito, è dovuto ricorrere alla cure di un veterinario. Per fortuna non rischia la vita.
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LA TRIBUNA DI TREVISO
3 AGOSTO 2012
Spara al micio dei vicini: scoperto
MONTEBELLUNA (TV) - Tentata uccisione di animali ed esplosioni pericolose: questi i reati ipotizzati nella denuncia inviata alla Procura dai carabinieri a carico di un 45enne di Montebelluna, accusato di aver sparato al gatto della vicina il 18 luglio scorso conficcandogli un pallettone di gomma in pancia. Lui ha detto che quella sera aveva sparato con una scacciacani per spaventare degli uccelli che davano fastidio. I carabinieri sono convinti che abbia usato un fucile calibro 12. Quella sera il gatto, un "main coon", era rientrato in casa zoppicante e con un buco nella pancia. Il veterinario ha estratto dalla pancia del micetto una palla di gomma che per poco non ha leso organi vitali. La padrona ha presentato denuncia e le indagini dei carabinieri hanno subito puntato sul vicino di casa per i cattivi rapporti perché l'animale andava a fare i bisogni nel suo giardino. L'uomo aveva armi, in più i carabinieri hanno raccolto le testimonianze dei vicini che hanno detto di aver sentito la sera del 18 luglio spari provenienti dalla casa del 45enne. Hanno trovato due palle di gomma uguali a quella che ha bucato la pancia del micio piantate sul terreno sotto la siepe e quindi ritengono che il gatto fosse proprio lì quando è stato centrato. Il 45enne ai carabinieri il giorno dopo ha detto di aver sparato con una scacciacani per spaventare gli uccelli, ma ci ha messo due ore a cercare la scacciacani, mentre il fucile calibro 12 era lì, ben oliato e a portata di mano.
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NTR 24
3 AGOSTO 2012
Calvi. Caccia abusiva e maltrattamento di animali, fermati due pregiudicati napoletani
I Carabinieri della Stazione di San Giorgio del Sannio, nel corso di un predisposto servizio effettuato questa mattina, hanno denunciato in stato di libertà per caccia abusiva e maltrattamento di animali in concorso C.S. e D.A. entrambi 48enni, pregiudicati, provenienti dalla provincia di Napoli.
I due sono stati sorpresi all'alba in via Piano Rose, nel comune di Calvi, all'interno di un'area boschiva dove avevano predisposto tutto il necessario per la cattura dei cardellini. Nell'area infatti, grazie anche all'ausilio di un vigile urbano del comune di Calvi, sono stati rinvenuti richiami elettronici, gabbiette contenenti volatili vivi e ridotti in cattività per fungere da richiamo, reti stese tra la vegetazione per catturare i volatili ed altre gabbiette riempite all'inverosimile con ben 50 cardellini appena catturati che, sul mercato nero, potevano raggiungere il valore di oltre 3.000 euro. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro ed i cardellini tutti rimessi in libertà; per i due uomini, oltre al deferimento in stato di libertà, anche la proposta per l'irrogazione del foglio di via obbligatorio dal comune di Calvi per tre anni. |
GEA PRESS
3 AGOSTO 2012
La strage delle mamme gravide – a Bolzano 80 euro di sanzione
Intervento dell'eurodeputato Andrea Zanoni.
E’ di ieri la notizia in merito al provvedimento della Regione Toscana che ha aumentato i giorni di caccia di cosiddetta selezione ai cuccioli di daino e capriolo. Oggi una notizia all’agrodolce. Brutta perché riprende la morte di due femmine gravide di cervo. Positiva almeno per la parte di alcuni cacciatori dell’Alto Adige, che chiedono pene più severe.Lo ha fatto il Presidente dell’Associazione cacciatori Alto Adige, Heinrich Auckenthaler, condannando il gesto, ma anche l’ex cacciatore Ernst Watschinger che ha sottolineato come i suoi ex “colleghi” non rispettano le leggi sulla caccia in vigore in Alto Adige. Da esperto, visto che per anni ha imbracciato la doppietta, ha sostenuto la necessità di spostare la stagione venatoria degli ungulati ai mesi invernali, soprattutto per evitare l’uccisione di femmine gravide o con i cuccioli che restano orfani. Uccisione che comunque non può essere evitata del tutto, come successo alla cerva gravida freddata, in pieno inverno, nella provincia di Trento. Almeno l’intenzione, però, è salva. Tutto l’opposto, cioè, di quello che continua ad essere autorizzato non solo in Trentino Alto Adige ma anche in Toscana, in Veneto ed in altre regioni ancora.Per l’Eurodeputato Andrea Zanoni, dovrebbe ora far riflettere come gli stessi cacciatori chiedano pene più severe. Quanto rischia l’uccisore delle due cerve gravide di Sesto Pusteria? Ottanta euro di sanzioni, previsti attualmente per un “bersaglio” sbagliato.Secondo Zanoni, che è anche Presidente dell’intergruppo sul Benessere degli animali al Parlamento Europeo, è “ancora più grave sapere che ad un atto del genere corrisponda una pena irrisoria. Purtroppo, però, – ha aggiunto l’Europarlamentare – in moltissime zone d’Italia il via libera per uccidere mamme gravide di cervo e capriolo, oppure i cuccioli delle stesse specie, arriva addirittura dalle pubbliche amministrazioni“. Un fatto che, sempre secondo Zanoni, dovrebbe invece essere severamente punito in un paese civile.
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LA TRIBUNA DI TREVISO
3 AGOSTO 2012
Il cucciolo cade nel pozzo Lo salvano i pompieri
TREVIGNANO (TV) - Un cucciolo di appena due mesi di vita è caduto nel condotto di un vecchio pozzo fognario ieri mattina a Musano. A dare l’allarme i proprietari del cane che dopo averlo cercato per ore hanno sentito un guaito provenire dal sottosuolo, hanno trovato il condotto e l’animale, impaurito e spaventato. A liberarlo dalla trappola i vigili del fuoco che sono riusciti a raggiungere l’animale aprendo un varco nel cemento. Due ore di lavoro, poi il cagnolino è stato liberato.
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GEA PRESS
3 AGOSTO 2012
Cani di Green Hill – LIBERI TUTTI
Il dispositivo del Tribunale del Riesame - al Senato, intanto, si rinvia ancora l'art. 14.
Verrà a breve notificato ai legali di Green Hill, a cura della Questura di Brescia e del NIRDA del Corpo Forestale dello Stato, la decisione del Tribunale del Riesame di Brescia il quale ha sostanzialmente confermato l’impianto investigativo contro il noto allevamento di cani beagle del bresciano. Oggi era il giorno decisivo. Si sarebbe, cioè saputo il dispositivo della sentenza dell’udienza di mercoledì scorso.Il Giudice Anna Di Martino, Presidente della II Sezione del Tribunale del Riesame, ha così confermato il sequestro probatorio di tutti i cani di Green Hill oltre che della documentazione cartacea ed informatica. Contestualmente è stato però disposto il dissequestro della struttura. Cosa cambia in pratica? Le spese del mantenimento dei cani non sono più di Green Hill ma vanno a carico dell’ASL di Montichiari. Per tutti i cani, dunque, nulla osta per gli affidi.Tra circa una settimana sarà invece possibile leggere le motivazioni della sentenza. I legali di Green Hill potranno però ricorrere in Cassazione, ma i tempi (non meno di tre mesi) sono compatibili con il completamento delle pratiche di affido. Anzi, secondo la Questura di Brescia, gli stessi saranno ultimati entro giovedì ed a partire da oggi sono pure previsti gli affidi direttamente alle Associazioni. Lotti di cani, insomma, più numerosi e consegne più spedite.Con ogni probabilità al rientro dei PM dalle ferie, ovvero a fine agosto, il sequestro probatorio diventerà preventivo. Secondo indiscrezioni, sempre da fonte degna di nota, cade anche la richiesta di revoca dell’affidamento dei cani a LAV e Legambiente. Il tutto, infatti, sarebbe stato collegato al ricorso al Tribunale del Riesame.Dunque affidatari tranquilli almeno per i prossimi tre mesi. I tempi, cioè, di un ricorso da parte di Green Hill in Cassazione. Sebbene sotto un profilo strettamente tecnico non si può ancora escludere l’ipotesi di una futura riconsegna dei cani a Green Hill, il tutto appare veramente molto remoto. Certo che la struttura è ancora lì. Green Hill dissequestrata potrebbe apportare delle migliorie e ritornare in regola con una attività che in Italia non è vietata, ma anche questo, allo stato delle cose, si spera sia solo un miraggio.Si dovrà poi vedere se il famoso art. 14, ammesso che verrà approvato, riuscirà a vietare questi allevamenti. Fino a ieri, in XIV Commissione del Senato, c’è stata una riunione dove è stato preso atto della mancanza dei pareri delle altre Commissioni. Si rinvia ancora, dunque.
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ASCA
3 AGOSTO 2012
Animali: Corpo forestale, confermato sequestro beagle Green Hill
Roma - Il Tribunale di Brescia - Sezione del Riesame ha confermato il sequestro probatorio dei cani di razza beagle eseguito dal Corpo forestale dello Stato presso l'azienda ''Green Hill'' di Montichiari. Lo comunica, in una nota, lo stesso Corpo forestale dello Stato.Il Tribunale ha al contempo revocato il sequestro della struttura.
Proseguono, intanto, le operazioni di affido e consegna dei cani da parte di Lav e Legambiente, le associazioni nominate custodi giudiziari dei quattrozampe.com-elt |
BRESCIA OGGI
3 AGOSTO 2012
Usa/ E' morto l'ippopotamo più vecchio del mondo, aveva 62 anni Nello zoo americano di Evansville, nell'Indiana
Chicago (Illinois) - Il più vecchio ippopotamo del mondo, una femmina di nome Donna, è morta ieri a 62 anni nello zoo di Evansville, nell'Indiana. L'età media di questi mammiferi è di quarant'anni. "Annunciamo con grande tristezza che Donna, la più vecchia ippopotamo del Nilo vivente in cattività, è stata aiutata a morire, senza sofferenze, questa mattina", ha dichiarato il direttore dello zoo, Amos Morris, precisando che l'animale soffriva di una grave forma di artrite. Nata in cattività, nel 1951, nello zoo di Memphis, Donna era arrivata nel 1956 nello zoo di Evansville dove ha trascorso tutta la vita.
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CASERTA NEWS
3 AGOSTO 2012
Storie da cani
di Maria Cristina
S.Maria Capua Vetere (CE) - "Nel nostro quartiere qualche anno fa arriva un cane, tipo pastore, qualcuno lo chiama Byron qualcuno Rex, insieme ad un border collie bianco e nero che chiamiano Macchia. Oggi giorno i due cani accompagnano i bambini a scuola, alcuni anziani a passeggio per strada, alcune persone che vanno a fare la spesa. Sono due cani dolcissimi, adorati dai ragazzi del quartiere, purtroppo poi si uniscono ad altri due cani che sostano vicino alla scuola Uccella e poi ne arriva un altro un po' zoppo. Ora iniziano i problemi, fanno paura tutti e cinque insieme, abbaiano alle bici, abbaiano a volte la notte e qualcuno si mette in testa che debbono sparire dalla zona, anche se sono amati e curati. Viene fata una denuncia per morso da una signora sulla bici che aveva solo un livido, ma un morso non lascia un segno diverso? Viene incolpato il cane zoppo ed arriva l'ordine dal sindaco di far sparire tutti i cani da via Italia, eppure S.Maria Capua Vetere è piena di cani randagi, alcuni molto pericolosi e aggressivi, pieni di denunce di morsi e non è mai stato deciso di prenderli, ma questi di via Italia solo per una denuncia di morso e alcune segnalazioni per disturbo decidono di prenderli tutti. Riescono a prendere il piu' buono Rex, l'amico di tutti, il compagno di passeggiate, il cane preferito da me che con dolcezza e pazienza è riuscito a farmi superare la paura dei cani. Viene portato al canile di S.Maria e ci viene detto dal veterinario De Micco che solo perche' faceva parte del gruppo non sarebbe mai uscito. Lui è molto triste, gli manca la sua adorata Macchia, la sua amica e compagna, gli manca la libertà ed una ragazza decide di adottarlo, ma De Micco dichiara che solo castrato uscira' dal canile. L'intervento gli viene praticato lunedì 30 luglio, tutti i giorni delle persone vanno al canile a trovarlo, l'ultima volta viene visto mercoledì 1° agosto alle 12 da una persona che lo va a visitare, mangia ed è sereno, ma sempre triste e poi veniamo a sapere il giorno dopo, verso le 14, che alle 8 dello stesso giorno era stato trovato morto. Subito andiamo al canile, lì non ci danno spiegazioni della morte del cane, non arriva nessun veterinario a parlarci, forse ipotizza una persona del canile era malato di cuore ( il cane era giovane, aveva all'incirca 3 anni) e ci viene detto che se un cane ha questa patologia puo' morire perché il veterinario al canile non ha lo strumento per controllare il cuore, costa troppo e quindi ogni cane viene operato senza fare accertamenti. Ora rimane una grande tristezza, abbiamo perso un cane speciale, dolcissimo che ha lasciato un grande vuoto a noi e alla sua adorata Macchia."
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PANORAMA
3 AGOSTO 2012
Troppo amore per gli animali? Botta e risposta tra Vittorio Feltri e Giorgio Mulè
Uomini o animali: il direttore di Panorama risponde al direttore editoriale de Il Giornale che ha scritto un fondo in polemica con la copertina del newsmagazine italiano
Vittorio Feltri:
Amo le bestie perché le stimo
Il desiderio di uscire dal solito noioso recinto della politichetta: questo credo sia il motivo per cui Panorama, in edicola da oggi, ha dedicato la copertina ai cani. Avete letto correttamente: cani. Il titolo è un programma: "Il padrone di casa". E il sottotitolo - in rosso spiega: "Sicuri che non stiamo esagerando?" All'interno un'inchiesta coi fiocchi. vorrebbe dimostrare che anche in Italia è invalsa la moda (o malcostume), importata dagli Stati Uniti, di preferire gli animali da compagnia ai figli: avere per loro cure maniacali, troppe attenzioni, amarli quanto esseri umani o scambiarli per tali, impoverendoli nella loro pecularità (...).Stando alle statistiche, il numero dei cani (i gatti vengono snobbati) nelle principali città della penisola sarebbe superiore a quello dei bambini. E allora? (...) La tesi è: voler bene alle bestie fino ad accudirli con la stessa tenereza riservata ai bebè è da deficienti. Ma siamo sicuri che sia così? Siamo davvero sicuri che ciò costituisca davvero motivo d'allarme e riveli un abbassamento delle nostre capacità di dosare e controllare gli affetti (....)? Quelli citati da Panorama sono casi limite, paradossali, e non autorizzano a pensare che gli italiani abbiano perso la testa per gli animali, eleggendoli a sostituti dei figli. La realtà è diversa. Dalle nostre parti si continuano a maltrattare le bestie, molto di più di quanto avvenga in Paesi che non esito a definire più civili. La piega degli abbandoni è spaventosa (...).Si esagera nella crudeltà, non nell'amore per gli animali (...)Giova poi ricordare che l'Italia condivide con la Romania un record poco invidiabile: quello del randagismo, assai diffuso nel Mezzogiorno. Vogliamo parlare dei canili e dei gattili? Alcuni sono tenuti da anime gentili e generose, ma altri, pubblici e privati, sono vergognosi (....).Che dire poi di vari cacciatori che hanno applicato ai loro segugi la regola dell'usa e getta? Conclusa la stagione venatoria, che farsene del cane servizievole che ha assecondato i capricci dello sterminatore di selvaggina? (....) E l'Italia sarebbe mionacciata dall'eccessivo amore per gli animali? Ma per favore...In effetti il nostro Paese sta invecchiando (...). Gli anziani però si sentono soli e spesso adottano un cagnolino o un micio su cui scaricare il loro bisogno di voler bene e di essere ricambiati. Già. I figli adulti - non tutti ma quasi tutti - non hanno tempo per i genitori, ritenuti una seccatura, dei quali si rammentano quando questi, stanchi e debilitati, sono da rinchiudere nell'ospizio. (...). Ecco perché gli animali, oltre all'amore, meritano la stima
Giorgio Mulè:
Caro Feltri, la nostra società dimentica i figli
Gentilissimo Direttore, caro Vittorio;
dopo aver letto le tue riflessioni sul Giornale ho concluso che sì, stiamo esagerando. Anzi, nel rapporto con gli animali (in particolare con i cani) abbiamo decisamente esagerato. Conosco la tua passione (la "stima", come scrivi) verso gli animali, tutti gli animali. Ricordo i bei tempi al Giornale - roba dell'altro secolo, ahinoi - quando alla domenica il Direttore era disperso nelle campagne di Bergamo e non era raggiungibile perché era a cavallo e non c'era verso di potergli parlare. E se anche avessimo provato a fermare il mondo tu, di sicuro, dal tuo destriero non saresti sceso! Un mito. Da allora, c'è da dire, non sei cambiato: continui ad amare gli animali di un amore sincero, a difenderli anche da improvvisati e a volte ipocriti difensori. Tutto ciò premesso, vado al sodo. È nelle tue conclusioni dell'articolo di ieri che si annida, a mio avviso, il vero pericolo. Tu scrivi: "In effetti il nostro Paese sta invecchiando (...). Gli anziani però si sentono soli e spesso adottano un cagnolino o un micio su cui scaricare il loro bisogno di voler bene e di essere ricambiati. Già. I figli adulti - non tutti ma quasi tutti - non hanno tempo per i genitori, ritenuti una seccatura, dei quali si rammentano quando questi, stanchi e debilitati, sono da rinchiudere nell'ospizio. (...). Ecco perché gli animali, oltre all'amore, meritano la stima". Io, Vittorio, non voglio rassegnarmi a questo destino. E mi fa sentire assai triste l'idea di dovermi rifugiare nelle coccole di un cane se la piccola Giorgia, quando tra non molto sarà grande, dovesse smettere di stropicciare la faccia del suo papà o - deformata dallo specchio della cosiddetta maturità - limitarsi a una fuggevole carezza. Io sto facendo di tutto per trasmetterle amore, per trasferirle il valore assoluto del rispetto dei propri genitori che mi è stato trasmesso dal mio papà e dalla mia mamma. Allo stesso modo penso e ritengo che sia una sconfitta dell'Uomo accettare l'assunto di essere destinato a finire catalogato come una "seccatura" per i propri figli. Se succede - e purtroppo succede - non sarà il caso di domandarsi se davvero abbiamo fatto tutto il possibile per costruire e alimentare con loro un rapporto sano? Rassegnarsi, arrendersi all'idea di essere una scocciatura o, peggio ancora, un peso è la nostra sconfitta. Per questo diffido da chi rifiuta il confronto, da chi - anche dopo questa copertina di Panorama - ricorre all'insulto gratuito perché non vuol neppure riflettere sul tema. Si tratta di persone che non leggono: c'è un punto interrogativo sulla copertina ("Sicuri che non stiamo esagerando?"), c'è la segnalazione che esistono alcune derive "paradossali" dovute all'"umanizzazione" degli animali domestici. Casi non ancora diffusi, sicuro, ma che sono già rivelatori di una tendenza. Avrai letto - sempre su Panorama - il reportage su quello che sta accadendo in Giappone a proposito del rapporto con i cani. È questa la prospettiva che mi atterrisce: una società che rinuncia a fare figli perché costano troppo o perché sono destinati a tradire i nostri sentimenti e le nostre aspettative. Si chiama egoismo ed è, questa sì, una malattia. Anzi. È la tristissima malattia del nostro tempo, quella che non ci fa neppure pensare per un secondo se sia il caso di allungare la mano verso chi ha bisogno perché l'abbiamo già ritratta voltandoci da un'altra parte. Vorrei che aprissimo gli occhi per tempo, caro Vittorio, che non ci rassegnassimo a dover invecchiare da soli come i cani (absit inuria verbis) o in compagnia di un cane. Adesso, ti prego, non mi azzannare più di tanto! Con la stima che sai, ti abbraccio P.s.: a scanso di equivoci e per prevenire l'imbecille sempre in agguato: amo gli animali e li rispetto, non sono di quelli che inarcano il sopracciglio se un cane scodinzola in spiaggia. E a proposito di imbecilli: ogni volta che su Panorama si parla di animali, orde di insultatori intervengono alla loro maniera scriteriata. Questo perché, come per alcune categorie di persone o per alcuni fatti, non è ammesso discutere sull'argomento. Ecco, se la smettessimo per favore... |
LA PROVINCIA PAVESE
3 AGOSTO 2012
Daino investito sulla Vigentina
VIDIGULFO (OV) - Un daino è rimasto ucciso lungo la Vigentina, tra Vidigulfo e la frazione Pontelungo. Molto probabilmente è stato investito da un’auto, forse durante la notte tra mercoledì e giovedì. A trovare la carcassa è stato un pensionato del posto, che passava di lì in bicicletta. «Non si sono mai visti animali del genere da queste parti». Il daino che è rimasto ucciso infatti era molto grande. «Era lungo un metro, e sarà pesato circa 40 chili», racconta Antonio Finotello, l’uomo che ha trovato la carcassa. «Mentre arrivavo da Siziano in bicicletta ho notato una macchia scura sul lato della strada – continua l’anziano –. Mi sono avvicinato al ciglio della carreggiata, e ho visto che si trattava di daino». La sorpresa dell’anziano è stata grande. Se infatti in collina questi animali sono molto diffusi, più difficile avvistarli in pianura. Ancora di più accanto a una strada trafficata come la Vigentina. «Io vado sempre in giro in bici da queste parti, e non avevo mai visto un animale del genere – dice ancora Finotello –. All’inizio mi sembrava la carcassa di un cane, ma poi ho visto che era troppo grande». Il daino rimasto ucciso infatti era alto quasi 60 centimetri. «Sembrava un esemplare adulto – spiega l’uomo – e secondo me non era morto da tanto». Secondo Finotello però l’animale non è stato investito da un’automobile di passaggio. «Sembrava abbastanza intatto, e non aveva segni di urti – spiega l’anziano –. Io non so cosa l’abbia ucciso, so soltanto che l’ho trovato riverso sul ciglio della strada». Quando un animale del genere finisce sotto le ruote di una macchina, infatti, a farne le spese è anche il mezzo, che ne viene seriamente danneggiato. Anche se non è certo, l’ipotesi più probabile rimane comunque è che sia stato un mezzo a causare la morte dell’animale ritrovato accanto alla Vigentina, che ora dovrà essere rimosso dai veterinari dell’Asl. «Può sembrare strano vedere questi animali in pianura – spiegano gli esperti – ma dopo che sono cresciuti di numero si spostano spesso alla ricerca di nuovi territori».
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LA ZAMPA.IT
3 AGOSTO 2012
Manta nel Mar Ligure, liberata da ami e lenze
La manta gigante che da un mese nuota sotto costa nel Mar Ligure è stata liberata dagli ami e dalle lenze attorcigliatesi lungo entrambe le ali, grazie a un'operazione di salvataggio congiunta da parte della Guardia Costiera e dell'Acquario di Genova. L'intervento è stato effettuato in mare aperto davanti ad Albissola dalla biologa dell'Acquario di Genova Laura Castellano che in tuta da sub ha seguito alle spalle l'innocuo animale riuscendo a tagliare le lenze e a staccare gli ami. «L'esemplare, con un'estensione alare di circa 2 metri - ha spiegato Castellano - nuota ormai da tempo sotto costa tra Savona e Albisola in prossimità dei bagnanti probabilmente grazie alla presenza di cibo. Appartiene alla specie Mobula, è un animale raro». La manta è una specie protetta sia dalla Convenzione di Berna, sia dalla Convenzione di Barcellona, ed è inserita nella lista ‘rossa’ dell'International Union for Conservation of Nature poiché considerata in via di estinzione. È vietato non solo toccarla ma anche solo tentare di darle cibo. «Abbiamo dovuto liberare la manta da cinque ami e dalle lenze da pesca che la imprigionavano - ha riferito oggi in una conferenza stampa a Genova la dottoressa Castellano -. Una lenza le si era avvolta dall'ala sinistra all'ala destra limitandone il movimento. Adesso l'animale sta meglio, a parte una leggera ferita sulla parte destra». Gli esperti dell'Acquario di Genova concordano sull'opportunità di non intervenire, ma di continuare a monitorare la situazione come ormai avviene da un mese. L'eventuale cattura dell'animale, per poterlo curare al meglio, potrebbe rivelarsi in realtà dannosa. per questo i biologi hanno ritenuto che la cosa migliore da fare sia continuare a seguirlo a distanza. «Nonostante abbiamo le vasche più grandi d'Europa, non ne abbiamo di adeguate per una manta di queste proporzioni» ha spiegato la direttrice sanitaria dell'Acquario di genova, Claudia Gili, invitando i bagnanti e i pescatori del Ponente ligure a preservare l'animale e a non disturbare la sua vita durante le 'visite' sotto costa. Il comandante Sergio Liardo, capo reparto operativo della Capitaneria di Porto di Genova, ha sottolineato che la Guardia Costiera per qualsiasi segnalazione può essere contattata al numero 1530
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http://multimedia.lastampa.it/multimedia/la-zampa/lstp/167888/
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CORRIERE DELLA SERA
3 AGOSTO 2012
i veterinari dell'Acquario di Genova hanno giudicato pericoloso per l'animala la cattura
«Samanta» continuerà a nuotare libera
Un pronto soccorso subacqueo l'ha curata
Intervento in immersione per liberare da ami e lenze che imprigionavano la manta che da un mese nuota nel Ponente ligure
Si è lasciata avvicinare e per oltre mezzora la biologa dell'Acquario di Genova, Laura Castellano, ha nuotato insieme con la grande manta che da un mese costeggia la Riviera ligure di Ponente spingendosi vicinissima a riva. La biologa, con muta, maschera e boccaglio, ha nuotato una decina di centimetri al di sopra della manta per liberarla di tutti gli ami e le lenze che si erano conficcati nelle ali di Samanta (così è stata ribattezzata).
L'INTERVENTO - Con forbici e tronchesino la biologa ha liberato le ali da una lenza che le imprigionava e impediva di distenderle: «La manta - ha detto Laura Castellano - rallentava quando io rallentavo il nuoto e accelerava quando io acceleravo. In qualche modo siamo andate in sincronia, come biologa non mi piace attribuire agli animali intenzioni o comportamenti simil-umani ma sicuramente se la manta non avesse voluto farsi raggiungere e accompagnare io non avrei mai potuto fare quello che ho fatto».
LIBERA - Impigliato a uno degli ami è rimasto un frammento di tessuto della manta (che ha un'apertura alare di oltre due metri), ora sarà sottoposto a esami genetici. Quanto a Samanta, monitorato dalla Capitaneria di Porto di Savona e di Genova, continuerà a nuotare sotto riva finché vorrà (è arrivata a un metro dalla spiaggia), catturarla è giudicato pericoloso dai veterinari dell'Acquario.
VIDEO
http://www.corriere.it/animali/12_agosto_03/pronto-soccorso-per-curare-la-manta-che-nuota-nel-ponente-ligure_6f6c9cb8-dd72-11e1-8e26-e42262e88c3e.shtml
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LA ZAMPA.IT
4 AGOSTO 2012
Libere le ali di "Samantha", la manta torna a nuotare nelle acque della Liguria
Intrappolata da lenze e ami La biologa: si è lasciata aiutare
ALESSANDRA PIERACCI
Genova Mi ha permesso di nuotare sopra di lei per oltre mezz’ora: rallentava e accelerava con me. Un’esperienza indimenticabile, perché si tratta di una specie di cui sappiamo poco, un esemplare pelagico che straordinariamente si è avvicinato alla costa».Laura Castellano, 44 anni, biologa dell’Acquario di Genova fin dall’apertura, responsabile del settore Mediterraneo, è riuscita a liberare dagli ami e dalle lenze la manta che dal 24 di giugno non abbandona le coste della Liguria di Ponente, tanto che ormai i bagnanti la chiamano «Samanta». Avvistata la prima volta a Savona, poi ad Albissola, la «modula», che è diversa dalla manta tropicale, aveva le «ali» trattenute dal cavo sottile e trasparente che le martoriava la pelle, con ferite provocate dagli ami delle canne da pesca e lembi di tessuto strappati via dagli uncini. Giovedì mattina la Capitaneria di Porto di Savona ha segnalato la presenza della manta davanti ad Albisola ed è scattata l’operazione congiunta della Guardia Costiera e di biologi dell’Acquario. «Quando abbiamo visto la modula, ci siamo resi conto che era coperta dalle lenze e dagli ami strappati via dalle canne da pesca. Così abbiamo provato a soccorrerla - spiega Castellano - Mi sono immersa in apnea, con la muta, le pinne e il boccaglio, e ho raggiunto la manta. Mi ha lasciato avvicinare. Avevo gli strumenti per tagliare i cavi e provare ad estrarre gli ami. Mi ha lasciato fare. Ho visto che una lenza le impediva il movimento completo, legando un’“ala’’ all’altra, così l’ho tagliata. Ha subito fatto una prima estensione completa».
In mezz’ora, la biologa dell’Acquario ha controllato anche il ventre della manta, immergendosi sotto di lei, verificando il colore normale e l’assenza di ferite. «Ma non si è fatta toccare. Quando cercavo di raggiungere la testa, allora nuotava più veloce». «Non possiamo affermare che la manta stia bene - spiega Claudia Gili, direttrice sanitaria dell’Acquario - perché non abbiamo potuto effettuare esami specifici, continueremo a monitorarla e intanto abbiamo inviato a un laboratorio specializzato il lembo di tessuto rimasto attaccato a un amo». E se il ministero dell’Ambiente darà la sua autorizzazione, un sistema di rilevamento potrebbe essere applicato alla manta soccorsa ad Albissola. La modula «ligure» è un esemplare giovane, come gli esperti hanno dedotto dall’apertura alare di due metri, che invece può arrivare al doppio e oltre nell’esemplare adulto. Inserita nella «danger list» delle specie a rischio, la manta del Mediterraneo era stata decimata anche da certi sistemi di pesca, ora messi al bando. Gli avvistamenti potrebbero essere un segnale positivo di ripopolamento. «Ma attenzione, la manta non è un giocattolo né un animale domestico: va rispettata e lasciata in pace, anche se si avvicina alla costa» è l’appello dell’Acquario. Qualche bagnante ha cercato di cavalcarla, un altro ha tentato di legarla al materassino per farsi trainare, e per sapere dove andare a cercarla i diportisti tempestano di telefonate la Capitaneria intasando il numero per le emergenze. |
GREEN STYLE
3 AGOSTO 2012
Cane allergico, quattro consigli di salute
Le allergie non colpiscono solo gli umani, ma anche gli animali domestici. Sempre più di frequente, data la massiccia esposizione di cani e gatti a prodotti chimici di uso comune in casa, gli amici a quattro zampe possono sviluppare intolleranze, quasi tutte connesse a irritazioni della pelle e del manto. Ma che fare qualora si scoprisse un’allergia del proprio cane? Il fattore più importante per intervenire tempestivamente su un’allergia canina è il riconoscimento. Se il cane dovesse grattarsi di continuo pur non essendo preso d’assalto dai parassiti, se dovesse presentare ferite da abrasione sulla pelle o dovesse guaire di continuo, è giunto il momento di una visita dal veterinario. Il medico di certo saprà diagnosticare l’allergia del cane e fornire la cura più adeguata. Ma sia a livello medicale, che pratico, vi sono quattro consigli che possono risultare molto utili nel trattamento:
Antistaminici: gli antistaminici sono la soluzione di preferenza per la cura delle allergie e, notizia questa non da poco, generalmente il loro costo è davvero contenuto. Il veterinario saprà sicuramente consigliare la tipologia migliore e le dosi specifiche, che ovviamente sono diverse da quelle degli umani;
Antibiotici: gli antibiotici si possono rendere necessari quando, oltre all’allergia, si sviluppa un’infezione opportunistica. Ad esempio, le ferite da prurito possono ospitare batteri capaci di severi effetti e, così, in questo caso gli antistaminici non sono più sufficienti;
Vaccini: come per gli umani, esistono vaccini anti-allergici anche per i cani. Vagliare di volta in volta l’opportunità di vaccinare il proprio amico a quattro zampe è difficile, anche per via delle possibili reazioni avverse, quindi è sempre meglio abbandonare le decisioni fai-da-te e affidarsi a un professionista;
Shampoo: i prodotti per la pulizia del cane possono essere ugualmente alleati e nemici della salute del cane. Uno shampoo pensato per gli umani potrebbe irritare il manto o essere la causa delle allergie, ma allo stesso tempo simili prodotti permettono di ridurre il prurito e il fastidio al nostro Fido allergico. Una buona norma è scegliere sempre prodotti ultra delicati, privi di liscianti, balsami grassi e molto altro ancora. Particolare cura richiedono gli shampoo antiparassitari, perché potrebbero essere molto aggressivi per la cute del cane.
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GEA PRESS
4 AGOSTO 2012
Monreale (PA) – cagnolino lasciato morire dietro le grate
Intervento della Polizia Municipale.
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Potrebbe trattarsi di un caso di abbandono. Lo riferisce a Geapress chi, attraverso le grate di un cancello, dava quotidianamente da mangiare e da bere ad un cagnolino – uno spinoncino di circa 9 anni – trovato morto nella giornata del 31 Luglio. Il tutto è avvenuto all’interno di una villetta nei pressi di Poggio San Francesco, nel Comune di Monreale (PA).Per almeno tre giorni, il corpicino del povero animale è rimasto a decomporsi sotto il sole. Dei proprietari, poi, nessuna traccia da tempo.L’allarme sembra sia scattato qualche giorno addietro. Persone allarmate dalla situazione, avrebbero infatti provveduto a segnalare il caso alle autorità del luogo.Ad intervenire la Polizia Municipale di Monreale la quale, di concerto con l’ufficio tecnico comunale, ha eseguito un primo sopralluogo che ha accertato la morte del cane. Si è poi tentato di rintracciare il proprietario della villetta. Infine, nella giornata di ieri, l’irruzione nel luogo e la rimozione dei poveri resti. A quanto pare quello che parrebbe prefigurarsi come un vero e proprio abbandono, andava avanti da anni. Quel povero animale, era stato tenuto nel giardino recintato, fino alla morte. Un luogo, peraltro, che d’inverno si copre di neve.L’intervento, hanno sostenuto le Forze dell’Ordine (ad essere allertati sono stati anche i Carabinieri del locale Comando Compagnia), si presentava ormai indifferibile, specie per problematiche di tipo igienico-sanitario. Indagini in corso sono ora volte a rintracciare i proprietari e scoprire le cause di morte del cagnolino.
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LA CITTA' DI SALERNO
4 AGOSTO 2012
Bellizzi, salvato cane legato sotto il sole
BELLIZZI (SA) - Quasi disidratato, senza una goccia di acqua per dissetarsi, con la testa nascosta in una piccola buca scavata nel terreno, nella vana speranza di trovare un po’ di frescura. In queste inaccettabili condizioni è stato ritrovato, a Bellizzi, nei pressi di una discarica, un cucciolone di pastore tedesco, sequestrato dagli animalisti per le pessime condizioni di vita imposte dal suo proprietario, di cui, purtroppo, non si conosce l’identità, in quanto il cane non risulta microchippato. A lanciare il grido d’allarme per salvare la vita dello sfortunato amico a quattro zampe, la Lega per la Difesa del Cane in collaborazione con le guardie giurate del Wwf. «Quando siamo arrivati sul posto, il cagnolone era disteso con la lingua da fuori, senza una goccia d’acqua, sotto il sole cocente – ha raccontato, con profonda amarezza, Assunta Salvino, delegata Lega Nazionale per la Difesa del Cane, sezione Pellezzano- Per evitare situazioni incresciose come questa, è importante che le amministrazioni comunali approvino il Regolamento per il Benessere e la Tutela degli Animali». Il pastore tedesco, intanto, è stato soccorso dagli animalisti e condotto presso il canile di Salerno, dopo aver bevuto ed aver finalmente rinfrescato le fauci. Non è bastato, all’ex-proprietario, lasciarlo solo sotto il sole e senz’acqua: il cane, infatti, viveva legato ad una corta catena di ferro che gli impediva di cercare un po’ d’ombra e di spostarsi.
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LA REPUBBLICA FIRENZE
4 AGOSTO 2012
Cani, boom di abbandoni
"Li lasciano per colpa della crisi"
Allarme dell’ente protezione animali: ormai siamo a una media di 4/5 casi alla settimana. "I proprietari scelgono di rivolgersi ai volontari dopo averle tentate tutte"
di MARIO NERI
Loro sì, un nuovo padrone lo troveranno in un attimo. Del resto, è una storia che ha commosso tutti. Musetti al caffè, cuccioli dagli occhi curiosi e tristi sfuggiti alle grinfie della sperimentazione scientifica. I beagle di Green Hill da due settimane sono i cani più adottati di Italia, e quattro di loro domani o martedì arriveranno anche a Firenze. Verranno ospitati nel canile comunale di Ugnano, il parco animali inaugurato un anno fa. Ma non tutti sono così fortunati, in giro cresce l’esercito dei Fido fantasma. L’allarme arriva dall’Enpa. «La crisi ha innescato una nuova forma di abbandono dice il presidente fiorentino dell’ente protezione animali Simone Porzio A causa della perdita del lavoro, di una diminuzione del reddito, o di uno sfratto, i proprietari non sono più in grado di mantenere i loro animali».
Una sorta di “abbandono forzato” da situazioni di disagio. Da novembre a giugno, nell’ambulatorio veterinario di via Ricasoli, erano stati 12 i cani affidati all’associazione. «Adesso ne arrivano 4-5 alla settimana», spiegano dall’Enpa. Non tutti i padroni decidono di distaccarsi per sempre dal loro amico a quattro zampe. Anzi, succede raramente. Anche perché questi animali non sono vittime di maltrattamenti o di un traffico illecito, e i loro proprietari scelgono di rivolgersi ai volontari solo dopo averle tentate tutte: «Alcuni non vengono nemmeno di persona, ci scrivono o ci chiamano». È uno strappo drammatico. «Ci raccontano di non essere più in grado di mantenerli e ci chiedono di prenderli in affido, almeno finché non potranno riprenderli». Altri chiedono solo cibo o assistenza sanitaria, perché la crisi sta svuotando anche le ciotole. Da mesi l’Enpa offre le cure dei suoi veterinari a tariffe economiche o addirittura gratuite e, grazie alle donazioni, fa scorte di croccantini e pet food da distribuire a chi è in difficoltà. [...] |
LA NUOVA SARDEGNA
4 AGOSTO 2012
La denuncia degli animalisti «Annullate il palio di Fonni»
NUORO - L’Italian Horse Protection association annuncia di aver presentato ieri un esposto alla Procura della Repubblica, al prefetto di Nuoro e al ministero della Salute, in relazione al gravissimo ferimento un cavallo e due asini avvenuto l’altro ieri a opera di sconosciuti, che ha richiesto l’abbattimento di due di essi. «Poiché – scrive l’associazione – ci sono validi motivi per credere che l’episodio sia collegato all’utilizzo degli animali in alcune feste popolari (in particolare il cavallo avrebbe dovuto partecipare al palio di Fonni domenica prossima, conosciuto per essere il palio con il più alto montepremi della Sardegna), la nostra associazione ha chiesto urgentemente di vietare lo svolgimento del Palio del 5 agosto, e di disporre ogni opportuna indagine per individuare i responsabili e il movente dell’atroce gesto compiuto a Gavoi. All’origine della nostra richiesta di vietare lo svolgimento del palio ci sono anche altre motivazioni, legate al mancato rispetto dell’Ordinanza del Ministero della salute del 2011. Ordinanza contingibile ed urgente – scrivono – concernente la disciplina di manifestazioni popolari pubbliche o private nelle quali vengono impiegati equidi, al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati».
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GEA PRESS
4 AGOSTO 2012
Caserta – Capua: questo Far West deve finire
Proteste animaliste contro le gare di cavalli.
Il Far West sa di terra di frontiera ma in provincia di Caserta è il Comune a patrocinarlo. “Pole Bending” e “Barrel Racing”, ovvero le spericolate gare di destrezza a cavallo, tipo far west. Il tutto è andato di scena nelle scorse ore nel corso della manifestazione “Ozi di Capua”. A protestare sono ora gli attivisti di Veg in Campania che hanno affisso striscioni e manifesti di sperando “in un’inversione di tendenza in futuri spettacoli che non prevedano la coercizione e lo sfruttamento degli animali“.Nottetempo qualcuno ha affisso. Secondo gli animalisti già bastano palii ed altre esibizioni di animali che si richiamano alla tradizione. Di certo, fanno sapere da Veg in Campania al Comune di Capua, non occorreva una tradizione americana per patrocinare anche le gare di Far West.Cavalli costretti a repentini scatti e cambi di direzione, esponendo così le loro articolazioni a potenziali seri pericoli. Una protesta per ricordare al Sindaco e alla Giunta che gli animali non sono nostri giocattoli.
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IL CENTRO
4 AGOSTO 2012
Catturano un cane, operatori Asl bloccati dai cittadini
L’AQUILA - «Giù le mani da quel cane». Gli operatori del servizio veterinario Asl, chiamati da un cittadino per catturare un pastore abruzzese, si ritrovano «circondati» da altri cittadini di parere contrario circa la pericolosità. A quel punto comincia il tira e molla tra chi vuole accalappiare il cane e chi lo vuole libero di scorrazzare. Per dirimere la controversia viene chiamata la polizia e arrivano i vigili. E ci sarà un seguito. La vicenda approda alla Procura della Repubblica, alla luce dell’esposto-denuncia presentato dal responsabile del servizio veterinario dell’Asl Pierluigi Imperiale, che ipotizza il reato di interruzione di pubblico servizio a carico di alcune persone. La vicenda è avvenuta in piazza San Domenico, dove hanno sede Corte dei Conti e Avvocatura dello Stato. Sulla scorta di una telefonata, che parlava di un cane «pericoloso e inavvicinabile» nascosto in un parcheggio pubblico, il servizio ha riscontrato la presenza dell’animale, non un randagio ma padronale, e ha attivato la procedura per catturarlo. Ma il recupero (durato ore) è stato più difficoltoso del previsto. In piazza si sono ritrovate diverse persone che hanno preso le difese dell’amico a quattro zampe. Nel frattempo si è riusciti a risalire al proprietario, che sarà multato. Il protrarsi dell’intervento, secondo il responsabile del servizio Asl, ha ritardato due chiamate di «pronto soccorso» a San Pio e Assergi. Da qui la denuncia. «Non verranno più tollerati atteggiamenti del genere con insulti e minacce», afferma il dottor Imperiale. «La nostra è un’azione preventiva soprattutto per gli animali. Il barbaro episodio dei 6 cani avvelenati a Villa Sant’Angelo, dove pure era stata avviata un’azione di intervento mirato, dimostra che non va abbassata la guardia sul fenomeno dei cani vaganti. Le sanzioni saranno pesanti».
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ALTO ADIGE
4 AGOSTO 2012
Uccise due cerve gravide
SESTO (BZ) - Nei giorni scorsi a Sesto, in val Pusteria, sono state uccise a colpi di fucile e poi abbandonate nel bosco due cerve gravide. Un episodio raccapricciante che ha suscitato più di una reazione. L’ex cacciatore Ernst Watschinger ha sottolineato che i suoi ex “colleghi” non rispettano le leggi sulla caccia in vigore. Da esperto, visto che per anni ha imbracciato la doppietta, ha sostenuto la necessità di spostare la stagione venatoria degli ungulati ai mesi invernali, soprattutto per evitare l’uccisione di femmine gravide. Il presidente dell’associazione dei cacciatori ha chiesto l’aumento delle pene, riconoscendo che sono ridicoli gli 80 euro di multa previsti «per aver sbagliato preda». Andrea Zanoni, eurodeputato dell’Idv e vicepresidente dell’intergruppo sul benessere degli animali lo ha defijnito «un gesto inqualificabile che non lascia dubbi sull’ignoranza di chi l’ha compiuto. Ancora più grave è sapere che a un atto del genere corrisponda una pena irrisoria».
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MESSAGGERO VENETO
4 AGOSTO 2012
Allarme cucciolate, un nuovo piano
Elisa Michellut
Prov. di Udine - In tempi di crisi anche le associazioni animaliste cercano di venire incontro alle famiglie che hanno in casa un quattro zampe. L’obiettivo è quello di aiutare i cittadini a spendere meno per le sterilizzazioni e, al contempo, risolvere il problema del continuo abbandono di cucciolate indesiderate, una vera e propria piaga. L’idea è dell’associazione “Gli Amici di Poldo”, di San Vito al Torre, che propone un’iniziativa rivolta a tutti coloro che desiderano sterilizzare il proprio animale ma sono impossibilitati a spendere grosse cifre. In caso di situazioni particolarmente gravi, dopo accurata valutazione, il sodalizio è disposto a contribuire. «Un cane o un gatto – spiega Sonia Delle Case, vicepresidente - possono dare origine ad una vera e propria dinastia raggiungendo i 70 mila cuccioli in soli 6 anni. La sterilizzazione è la prima arma per combattere il randagismo e risparmiare sofferenze a tanti animali. Inoltre riduce il rischio di neoplasie mammarie e di altre patologie nelle femmine mentre nel maschio aiuta a prevenire il cancro alla prostata. Nei gatti aiuta a ridurre il rischio di contrarre infezioni e malattie virali. Un animale sterilizzato tende anche ad allontanarsi più difficilmente da casa». Precisano Delle Case e il presidente, Guerrino Baccinello: «Molti pensano che sia una pratica contro natura ma i nostri amici conducono una vita felice anche senza accoppiarsi. Non facendo nascere nuove cucciolate offriamo più possibilità agli animali che si trovano nei rifugi. La nostra associazione si propone come tramite per permettere a qualunque privato cittadino, possessore di animale e in difficoltà economica, di usufruire delle tariffe agevolate di cui gode il nostro sodalizio. Sterilizzare è un atto responsabile». La campagna di sensibilizzazione è stata proposta anche per arginare il problema delle cucciolate di gattini abbandonati. «Attualmente – fanno sapere Delle Case e Baccinello – stiamo cercando di sensibilizzare i comuni della Bassa affinché approvino un regolamento a tutela degli animali da compagnia. Chiediamo un censimento delle colonie feline. Questo progetto sarà esteso a tutto il Friuli». Per informazioni 393-5379331.
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GEA PRESS
4 AGOSTO 2012
Sterilizzazioni e Cane di quartiere – la Regione Basilicata decide (finalmente) di occuparsi di randagi
Un buon modo per festeggiare “leggi più che maggiorenni”, infatti il prossimo 14 agosto la L.Q. 281/91(la Legge quadro nazionale relativa al benessere dei cani e gatti randagi e alla lotta al randagismo) compie 21 anni ed il 25 gennaio scorso la Legge Regionale Basilicata 6/93 (Legge di applicazione della 281/91) ne ha compiuti 19.E non solo … si è anche tenuto conto della Circolare del Ministero della Salute n° 5/2001 (Attuazione della L.Q. 281/91)! Circolare fino ad ora bistrattata e mai presa in considerazione da chi, localmente, “leggi e norme” le dovrebbe applicare e far rispettare.La Giunta Regionale della Basilicata con una Delibera, la n° 749 del 12.06.2012 resa pubblica solo in questi giorni , ha finalmente accolto le istanze degli animalisti che operano sul territorio: è stato predisposto un programma di sterilizzazione chirurgica su vasta scala, è stata riconosciuta la figura del cane libero accudito, quindi il carcere a vita per i randagi, da oggi in Basilicata, si può evitare.Negli anni novanta, tra il 1994 e il 1998, grazie alla battaglie degli animalisti locali e … ad un Sindaco illuminato, il professore Mario Manfredi, a Matera Città si operava proprio così: sterilizzazioni (randagi liberi, randagi ristretti nel canile, cani delle “masserie”, cani padronali), riconoscimento della figura del cane di quartiere (istituito con Ordinanze sindacali) ed un piccolo canile usato come day-hospital, si era arrivati ad un buon risultato poi invalidato dalle sconsiderate scelte successive: tutti in galera, mega-canile comunale, gara d’appalto che sfiora i novecentomila euro l’anno.Nella “Campagna regionale di sterilizzazione cani randagi. Anni 2012 – 2013. Lotta al randagismo” sono coinvolti la Regione Basilicata (Ufficio Veterinario), le ASL (Servizi Veterinari – Area “C”) i Medici Veterinari liberi professionisti, l’Istituto Zoprofilattico di Puglia e Basilicata (sezioni di Potenza e Matera); ma anche i Comuni, le Associazioni di Volontariato e i Volontari riconosciuti dai Comuni, i gestori dei canili.La Regione Basilicata, tramite la sua Giunta, ha “considerato che l’assenza di strutture e/o fondi sufficienti ha, di fatto, limitato la costruzione di o il riattamento di canili sanitari e di rifugi per cani, determinando la mancata applicazione della norma, non esistendo in Regione Basilicata, canili strutturalmente adeguati per ospitare randagi tutta la vita“; ha “considerato che al momento, sono funzionanti 19 canili, di cui 4 completati ma non ancora in attività mentre sono in fase di realizzazione altri 2 canili, strutture non uniformemente distribuite sul territorio regionale“; ha “ritenuto necessario adottare una nuova strategia che veda accanto alla costruzione dei canili anche un programma di sterilizzazione su vasta scala e, ove sia possibile, la reimmissione sul territorio dei cani randagi sterilizzati, identificati come <cane di quartiere>“…gli animalisti lo dicono dal 1991!Per avvalorare il tutto la DGR richiama la Circolare del Ministero della Salute (ora Sanità) n°5/2001, ribadisce e fa proprio anche il fatto che il tutore del cane di quartiere non si deve attribuire l’onere della responsabilità della “proprietà” del cane, intesa come responsabilità civile, ma solo l’onere del mantenimento e cura come alimenti ed alloggio di fortuna.Il cane di quartiere è “quell’animale che vive in un caseggiato, rione o quartiere nel quale 1)Volontari regolarmente iscritti ad associazioni protezionistiche degli animali, riconosciute a livello nazionale e/o regionale, 2)Volontari appositamente individuati dai Comuni e coordinati da un tutore, dichiarino di accettare l’animale e provvedano a fornirgli mantenimento, assistenza e quant’altro necessario al suo benessere nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge in materia“.Il riconoscimento del cane di quartiere deve essere deliberato di volta in volta con apposita Delibera. I Volontari delle Associazioni riconosciute, finalmente, possono partecipare a tutto (di fatto lo fanno già, ma senza alcun riconoscimento, se non addirittura osteggiati): individuazione dei cani, come censimento e accalappiamento finalizzato alla sterilizzazione, gestione delle degenze pre e post-operatorie, tutori dei cani di quartiere…un bel freno al business del randagismo, non c’è che dire!
I numeri della Delibera
232.068,66 gli euro stanziati dalla Regione assegnati alle ASL di Matera e Potenza, di questi 180.000,00 per pagare le sterilizzazioni; almeno 2000 i cani da sterilizzare su una popolazione stimata di 5000. Per le 2000 sterilizzazioni son previsti dei rimborsi per le ASL, pari al 50% delle sterilizzazioni effettuate, e convenzioni con Veterinari liberi professionisti: 50.000,00 euro alle ASL, 130.000,00 ai Veterinari privati. Le somme indicate per le sterilizzazioni sono comprensive delle spese di accalappiamento e degenza. |
BRESCIA OGGI
4 AGOSTO 2012
Il maxi-macello piace alla Lega
MANERBIO (BS). Partito compatto a sostegno del progetto: «Un'importante occasione di lavoro»
Favorevole al maxi-macello di Manerbio ma… «con cognizione di causa». Questa la posizione espressa ieri mattina dalla Lega Nord provinciale di Brescia che, in seguito ad una serie di approfondimenti ha deciso di sposare in pieno il progetto della «Pini Hamburgher». Una posizione unitaria, frutto di una serie di direttivi prima locali per poi arrivare a quello provinciale, dal quale è emerso il «sì» per un progetto che potrebbe rilanciare il comparto agroalimentare bresciano. La cognizione di causa deriva dall'aver visionato i progetti, dai numeri a livello lavorativo che questo impianto potrebbe portare sul territorio e da una serie di condizioni particolari. «Siamo stati in Polonia a vedere l'impianto gemello a quello che dovrebbe sorgere a Manerbio, una cosa sinceramente mai vista - spiega il presidente della Commissione agricoltura della Provincia di Brescia Roberto Faustinelli - quello polacco è uno stabilimento che dà lavoro a 1200 (quello italiano arriverebbe a sfiorare gli 800 ndr) ma non solo, grazie all'indotto arriva ad occupare circa 4 mila persone. Trovare un imprenditore disposto a investire sul territorio in questo modo è un'occasione da non poter perdere». Autorizzare un macello così non significa però dimenticare l'aspetto ambientale. «Il compito della politica è quello di valutare se è un investimento utile o meno - afferma il segretario provinciale della Lega Nord Fabio Rolfi -. Noi siamo convinti che questo sia un progetto importante per la valorizzazione di un comparto strategico per il territorio bresciano. Le condizioni per il nostro assenso sono la ricaduta a livello occupazionale sul territorio e la garanzia dell'utilizzo di carne proveniente dalla provincia di Brescia e da quelle limitrofe». Sulle preoccupazioni relative all'ambiente la garanzia la fornirebbero Arpa e Asl «perché sono gli organi titolati a occuparsi di questi aspetti - ribadisce Faustinelli - si tratta di lavorazioni di tipo naturale e non certo di una centrale nucleare», mentre l'ex senatore Sergio Agoni ricorda come «siano stati alti i costi della vescicolare, a causa del fatto di non aver potuto spostare gli animali sani vivi nei macelli delle altre regioni. Un'evenienza che con Manerbio non si andrebbe più a verificare».
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TRENTINO
4 AGOSTO 2012
Raid animalista fra l’ex Sit e Gardolo
TRENTO - Raid dell’Alf, il fronte liberazione animali che ha messo nel mirino il Centro Carni di Gardolo e il distributore del latte di capra all’ex Sit. Armati di pittura rossa hanno imbrattato le vetrine lasciando la loro traccia. Facile immaginare la sorpresa dei gestori dei due punti vendita che si sono dovuti occupare anche di pulire il colore rosso. «In tanti anni di attività - ha spiegato ieri Segatta, il titolare del Centro Carni - è la prima volta che mi succede una cosa simile». E non nasconde una certa amarezza. Amarezza espressa anche dal responsabile del distributore del latte di capra fresco che è stato spesso anche visitato da ladri che per portar via poche decine di euro, fanno danni molto più pesanti. Le «linee guida» dell’Alf sono: liberare gli animali da luoghi di sfruttamento, causare danni economici a chi si arricchisce con lo sfruttamento animale. Svelare l’orrore e le atrocità commesse in segreto ai danni degli animali, utilizzando a questo scopo l’azione diretta non-violenta e le liberazioni.
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PIACENZA SERA
4 AGOSTO 2012
Acquista un breton rubato. Denunciato ricettatore di cani
Piacenza - Al posto di Pago, un cane breton di due anni, si erano ritrovati nel serraglio un segugio di provenienza sconosciuta. Uno strano furto quello avvenuto alla fine di giugno ai danni di una famiglia di Vigolzone: il quattrozampe è ricomparso qualche settimana dopo nelle mani di un ignaro piacentino al quale era stato proposto da un 25enne napoletano residente in provincia.
Una vicenda intricata quella di cui si sono occupati i carabinieri di Pontedellolio, partita dopo la denuncia presentata dalla vittima del furto, che si era vista scambiare il proprio cane breton di nome Pago, improvvisamente scomparso, con un segugio mai visto prima. Il cane era sparito qualche tempo prima da un’abitazione di Sarmato, come accertato grazie al microchip di riconoscimento. Di Pago invece si erano perse le tracce, fino a quando un uomo si è presentato ai carabinieri spiegando che qualche giorno prima aveva acquistato un cane risultato poi "chippato" a seguito della visita veterinaria. Si trattava proprio del breton della famiglia di Vigolzone: a vendere il quattrozampe era stato un 25enne di origine napoletana ma residente in provincia, che lo aveva mostrato all’acquirente all’interno di un serraglio, nel quale erano tenuti altri cani, ricavato in una cascina nella zona della Veggioletta a Piacenza. Il giovane, con alle spalle diversi precedenti, è così finito nei guai: al termine degli accertamenti è stato infatti denunciato a piede libero per ricettazione. Pago invece ha potuto riabbracciare i propri padroni. |
LA NUOVA SARDEGNA
4 AGOSTO 2012
Carabinieri e veterinari Asl mobilitati per salvare due cani
SANT’ANTIOCO (CI) - Al servizio del cittadino, sempre e comunque. Infatti, l’altra mattina alcune telefonate arrivate alla centrale operativa della Compagnia di Carbonia, sulla linea del 112, hanno fatto scattare la mobilitazione generale per salvare due cani rimasti gravemente feriti lungo la statale 126. Pià precisamente in località Su Prano, dove era stata notata la presenza di un cagnolino gravemente ferito da un’auto. Una volta sul posto i carabinieri e il veterinario di turno sono riusciti, attraverso il microchip, a risalire al proprietario: una signora di Padova, che aveva affidato la bestiola alla madre in vacanza nell’isola. Subito dopo un altro cane di grossa taglia è stato investito da un'altra auto: carabinieri e Servizio veterinario della Asl 7 hanno risposto tempestivamente anche alla seconda chiamata. L’equipe veterinaria della protezione civile di Selargius ha medicato l’animale. I due cani erano in stato confusionale per lo scoppio delle granate e dei mortaretti dei fuochi artificiali della festa di Sant’Antioco.
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MESSAGGERO VENETO
4 AGOSTO 2012
Fossalon (GO): rischia di annegare per salvare il proprio cane
GRADO (GO) - Si getta in mare per salvare il proprio cane e rischia di annegare. È accaduto giovedì, attorno alle 19, a Fossalon, lungo l’argine di via del Caneo. Una coppia di milanesi, in vacanza a Grado, aveva deciso di trascorrere il pomeriggio in mezzo alla natura. Improvvisamente, il loro cane si è lanciato in acqua all’inseguimento di un gruppo di gabbiani che si erano posati sul mare. L’animale ha cominciato subito a nuotare nel tentativo di raggiungere i volatili e la corrente ha iniziato a spingerlo sempre più lontano dalla riva. A un certo punto, il proprietario, comprensibilmente preoccupato, si è tuffato in acqua temendo che venisse spinto sempre più al largo. Una volta raggiunto il cane, non senza difficoltà, l’uomo ha ripreso a nuotare verso riva tenendo stretta sotto braccio anche la bestiola. Alcuni passanti, vedendolo in difficoltà, hanno immediatamente allertato la Capitaneria di porto. Sul posto sono giunti in pochi minuti anche i Carabinieri di Grado, coordinati dal maresciallo Vittorio La Notte. Alla fine l’uomo e il suo cane sono riusciti a raggiungere la riva sani e salvi. Subito soccorso, il turista ha riportato solo qualche lieve ferita, ma non è stato necessario trasportarlo in ospedale.
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IL SECOLO XIX
4 AGOSTO 2012
In barca con i cani da salvataggio
Genova - Terranova, labrador e golden retriever: quattro razze di cani, veri amici dell'uomo, che sembrano nati per una sola cosa, i salvataggi in mare.E proprio nel mare genovese, a un miglio dalla costa, che alcuni di questi quattrozampe si sono ritrovate e hanno dato vita a un'esercitazione organizzata dal Sicsi, la Scuola italiana Cani da salvataggio di Milano.Una carezza, un sorriso, un gioco di gomma come “incentivo”, e dalla paratia di destra della motovedetta Cp311 della Capinteria, Al (un un grosso terranova di colore marrone) si lancia per primo insieme con la sua padrona, Donatella: «Sono cani speciali - racconta la donna, vicepresidente del Sicsi - Sono molto buoni e dolci, hanno i polpastrelli palmati e in acqua le zampe si trasformano in remi».A fine esercitazione e dopo la canonica formazione da traino eseguita dai cani e dai soccorritori per fare un po’ di “show”, gli amici a quattro zampe e i padroni risalgono a bordo. Prora dritta verso la Superba per fare rientro in porto. Doccia con acqua dolce sulla banchina con scrollata di rito che per forza di cose bagna i marinai, compreso il capitano Zippo, presente per l'occasione, e i giornalisti accorsi con telecamere e taccuini.
VIDEO
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/08/04/AP6cA26C-cani_barca_salvataggio.shtml
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CRONACA QUI
4 AGOSTO 2012
La guerra a Cip e Ciop costa 2 milioni
È cominciata la guerra di Cip e Ciop. Nel caso qualcuno non li ricordasse, sono i due scoiattoli dei fumetti Disney, specializzati di solito nel mandare fuori dai gangheri - non che ci voglia poi molto - lo sfortunato Paperino. E comunque anche fra loro non sembravano mai andare un granché d'accordo e le baruffe era una consuetudine dei fumetti.
Adesso però questa guerra diventa reale, perché lo scoiattolo grigio, quello americano, minaccia per l'appunto lo scoiattolo rosso nostrano. Dunque occorre combattere il dilagare di questa specie, salvando in qualche maniera l'autoctono. Lo scoiattolo grigio arrivò in Piemonte attorno al 1948, poi fu importato anche in Lombardia e in Liguria. E sono ancora queste le regioni in cui l'animale è radicato, con conseguenze però per il suo fratello "rosso" . Lo scoiattolo grigio americano, infatti, è più grosso e più forte dell'autoctono, ne minaccia le riserve di cibo invernale ed è anche portatore sano di una malattia fatale per il "rosso". Un po' come accade ai nativi sudamericani quando arrivarono i conquistadores con fucili e malattie sconosciute. Nel caso tutto questo vi sembrasse strano o quanto meno bislacco, sappiate che esiste un piano a livello europeo per la tutela della biodiversità e la cosiddetta "eradicazione" della specie: un piano che coinvolge le Regioni Piemonte, Lombardia e Liguria, le università di Torino, Varese e Genova. La strategia parla di "contenimento" della specie, con trappole selettive per catturare gli animali e poi sterilizzarli prima di rimetterli in libertà. Ma c'è pronta anche una soluzione più radicale, definita «eutanasia con anidride carbonica», un protocollo previsto dalla normativa nazionale ed europea. Arrivando all'aspetto più interessante, sappiate che l'Unione Europea non solo appoggia questo piano social-ambientalistico, ma lo finanzia con quasi due milioni di euro: per la precisione un milione e 930mila euro.In tempi di crisi, di bilanci straziati, di manovre di salvataggio per gli Stati vicini alla bancarotta, come possiamo accogliere la notizia di due milioni di euro destinati alla tutela di uno scoiattolo, per quanto potenzialmente pernicioso, e per di più a spese di altre vite animali? Per inciso, secondo il Wwf sarebbero bastate normative volte a bloccare il commercio dello scoiattolo grigio. Siamo convinti che l'Europa sappia cosa è meglio per i suoi Stati e i suoi cittadini, soprattutto quando e dove intervenire per gli interventi salvifici o quelli distruttivi. Sì, nel caso l'aveste pensato, ora non stavamo più parlando di animali. |
CORRIERE DELLA SERA
6 AGOSTO 2012
dopo l'articolo di COrriere.it aperto il dibattito tra favorevoli e contrari
Scoiattolo grigio: il programma di eliminazione fa discutere
Nessuna soppressione con metodi «horror». Il problema dell'importazione di tutte le specie invasive
MILANO - Su eBay se ne trovano in vendita a partire da 3 euro, per salire fino a 100 euro. I siti degli allevamenti e dei negozi di animali invogliano all’acquisto con descrizioni di questo genere: «Si affezionano facilmente e si adattano alla vita in gabbia». Di scoiattoli grigi e rossi Corriere.it ha parlato qualche giorno fa. Il destino dei discendenti delle prime coppie di scoiattoli americani rilasciate in Italia – e delle molte altre coppie liberate senza che gli studiosi ne sappiano nulla - ha suscitato un inatteso dibattito e parecchie critiche. E allora riprendiamo l’argomento.
GRIGIO CONTRO ROSSO - La prima coppia fu liberata nel 1948 in un parco a sud di Torino. Nel 1966 a Genova e nel 1994 a Trecate (Novara) altri scoiattoli grigi (Sciurus carolinensis) sono stati introdotti nell’habitat da cui dipende la sopravvivenza dello scoiattolo comune (Sciurus vulgaris). La specie nordamericana si è ambientata fin troppo bene in Italia, e mentre dal 1992 la Convenzione sulla biodiversità di Rio de Janeiro invitava gli Stati a prevenire l’introduzione, controllare o eradicare le specie alloctone che minacciano gli ecosistemi o le specie autoctone, nei negozi, negli allevamenti e anche online acquistare scoiattoli (e non solo) è tuttora facilissimo.
INTERVIENE L'EUROPA - In base al progetto finanziato dalla Commissione europea per il controllo dello scoiattolo grigio, questa specie verrà «eradicata» dalla Lombardia, dal Piemonte e dalla Liguria. Per il progetto sono stati stanziati 1.930.000 euro. È dal 1995 (First European Workshop on Squirrel Ecology) che si parla del problema dello scoiattolo grigio in Europa. In questi anni il roditore dei boschi americano si è moltiplicato mettendo a rischio la sopravvivenza dello scoiattolo rosso e anche la produzione di nocciole di alcune aree d’Italia, nelle Langhe per esempio. Ora che minaccia di varcare le Alpi, l’Europa interviene.
COMPETIZIONE - «In Gran Bretagna e Irlanda lo scoiattolo rosso è sull’orlo dell’estinzione proprio per gli impatti negativi dello scoiattolo grigio americano, introdotto artificialmente anche in quelle aree geografiche. In Italia si sta replicando lo stesso fenomeno. La competizione tra lo scoiattolo grigio e lo scoiattolo rosso, con conseguente estinzione di quest’ultimo, è uno dei casi più noti e dimostrati di competizione esclusiva», ha precisato Sandro Bertolino dall’Università di Torino, responsabile scientifico del progetto sulla conservazione dello scoiattolo rosso europeo. Che sottolinea: «L’intervento è l’unico possibile per salvare lo scoiattolo rosso dall’estinzione in vaste aree d’Europa, poiché la specie americana potrà facilmente colonizzare Francia e Svizzera in poco tempo, oltre ad aree più vaste in Italia. Il Consiglio d’Europa ne è talmente convinto che ha chiesto più volte all’Italia d’intervenire», ha spiegato ancora Bertolino, che invoca un approccio meno empatico e più pragmatico alla natura.
SOPPRESSIONE - «A seguito dell’inerzia del nostro Paese, lo Standing Commitee della Convenzione di Berna, che ha lo scopo di assicurare la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali, dopo una serie di richieste avviate nel 1999 – racconta l’esperto - nel 2008 ha aperto una procedura contro l'Italia per non aver rimosso lo scoiattolo grigio dalle aree di presenza. La soppressione avverrà con tecniche che rientrano nel novero delle normative in materia: gli animali verranno addormentati con anidride carbonica e si procederà in seguito alla soppressione tramite sovradosaggio della stessa sostanza».
NESSUNA TECNICA HORROR - Dunque, nessuna altra tecnica verrà utilizzata, al contrario di quanto dichiarato da associazioni ambientaliste e partiti politici presenti al Consiglio provinciale della Lombardia che a fine luglio ha aderito al progetto dell’Unione Europea.
PROBLEMA IMPORTAZIONE - Da anni, dunque, lo scoiattolo grigio è un problema. E non di poco conto. «Le specie aliene sono un problema mondiale, anche per i danni causati all’agricoltura oltre che alla biodiversità», sottolinea Massimiliano Rocco, responsabile Specie del Wwf. «Da oltre dieci anni come Wwf chiediamo di far cessare l’importazione e il commercio di animali come gli scoiattoli grigi e le tartarughe dalle guance rosse. Non è servito a nulla. Per nessuna specie. Negli Anni Novanta venivano importate 3 mila iguane: ora siamo arrivati a 50 mila soggetti. Parliamo di animali lunghi 12 centimetri che diventano di 2 metri. Non c’è nessuna strategia. Bisognerebbe intervenire prima di arrivare ai piani di eradicazione», accusa Rocco. «Il costo della nostra inerzia e della stupidità umana lo pagano sempre gli animali. Per quanto riguarda gli scoiattoli grigi, a questo punto il Wwf ha espresso una posizione favorevole ai piani europei: quando gli animali diventano troppi, sono una minaccia e non si è intervenuti per tempo non c’è altra scelta. Ma quello che serve davvero è il divieto di vendita, di allevamento, di importazione, di rilascio. Servono strategie per evitare altre eradicazioni. Servono campagne di informazione: il progetto europeo sullo scoiattolo grigio prevede anche campagne informative.
ALTRE SPECIE INVASIVE - Cambiando specie, ma rimanendo in tema, le stime dei danni creati dai cinghiali all’agricoltura sono miliardarie: e non parliamo più del nostro cinghiale maremmano, piccolo e integrato nell’ambiente, ma di una sottospecie più grande e aggressiva, rilasciata per scopi venatori. Il problema, insomma è a monte: l’uomo. L’etologo Roberto Marchesini elencava le tre modalità con cui gli alloctoni mettono a rischio la sopravvivenza degli autoctoni senza mettere in dubbio la competizione ecologica ai danni dello scoiattolo rosso. Auspicava uno studio sulla realtà italiana della «guerra tra scoiattoli». La sottrazione di risorse alimentari è certamente la più significativa. Inoltre la competizione tra le due specie potrebbe anche essere mediata anche dalla presenza del Poxvirus che, diffuso in Gran Bretagna e Irlanda, uccide in poche settimane gli scoiattoli rossi ma non quelli grigi che agiscono da portatori sani: in Italia sono in corso ricerche per capire se è presente.
«SERVONO ALTRI DATI» - «Prima di partire con una campagna di eliminazione, sarebbe utile conoscere con maggiore dettaglio la situazione demografica italiana», precisa Marchesini, «le sue specificità nelle potenzialità ecologiche che offre, in tutti gli aspetti e caratterizzazioni locali. A contenere una specie è la riduzione delle risorse alimentari più che la prassi predatoria o eliminativa, come l’esempio dello scoiattolo rosso peraltro dimostra. Infine, non ci si deve stupire se una campagna di soppressione di animali muova considerazioni che hanno a che fare anche con l’etica, un piano più profondo della semplice emotività», conclude. «Non stiamo parlando di oggetti, ma di esseri senzienti che prima di essere valutati come patrimonio o rischio per il patrimonio vanno presi in considerazione quali pazienti morali perché portatori di interessi inerenti».
http://www.corriere.it/ambiente/12_agosto_06/scoiattoli-eliminazione-polemiche_914d1dfc-dfb2-11e1-a2e0-2a62fa6322b0.shtml
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TRENTINO
4 AGOSTO 2012
La Lav chiede «circhi con soli esseri umani»
ROVERETO (TN) - Durante la permanenza del circo di Vienna a Rovereto alcuni controlli hanno "svelato" diverse irregolarità, soprattutto per quanto riguarda il trattamento degli animali, da anni al centro delle denunce della Lav, che ora ringrazia per le autorità per il loro intervento. «La Lav del Trentino ringrazia gli agenti del commissariato di Rovereto, il corpo forestale della Provincia, l’esperto del Museo delle Scienze di Trento, gli agenti della stazione di Rovereto e Vallarsa e i vigili del fuoco per il sopralluogo effettuato nei giorni scorsi al Circo di Vienna a Rovereto. L’associazione, che aveva segnalato la presenza di alcune irregolarità rispetto alle linee guida Cites, si augura che, anche alla luce di quanto emerso nel corso del sopralluogo roveretano, vengano svolti controlli accurati e severi dalle autorità del comune di Comano Terme, dove il circo si trova ora. Gli animali nel circo sono usati come burattini in mano all'uomo, chiediamo un circo con soli esseri umani», scrive Silvia Gelmini, responsabile della Lega antivivisezione del Trentino.
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IL CENTRO
4 AGOSTO 2012
Catturato l’orso Ciliegino incubo degli agricoltori
Massimiliano Lavillotti
SCANNO (AQ) - Da settimane frequentano i paesi di Scanno e Villalago, cibandosi in orti, frutteti e non disdegnando i pollai. Per la disperazione di agricoltori e allevatori. Così una delle femmine di orso bruno marsicano dal carattere “confidente” è stata catturata e dotata di un radio collare che ne consentirà la localizzazione e un pronto intervento qualora decida di avvicinarsi nuovamente ai centri abitati. A finire nella rete delle guardie del Parco nazionale d'Abruzzo è stato Ciliegino, un'orsa di 80 chili e di circa 6 anni di età, chiamata così per la sua abitudine a nutrirsi preferibilmente di ciliegie. È una delle figlie di un plantigrado ormai famoso, l'orsa Gemma, nota per le scorribande con i suo cuccioli nelle periferie e spesso anche nel centro dei due paesi dell’alta Valle del Sagittario. Ciliegino è stato individuato e fermato dai “gruppi di cattura” del Parco, formati da biologi, veterinari e guardie del servizio di sorveglianza dell'Ente, che hanno ricevuto la preziosa collaborazione della Forestale. L'animale è stato addormentato con una siringa con trasmittente che segnala il luogo dove si trova il plantigrado anestetizzato. L'operazione, scattata in piena notte, è durata diverse ore e si è conclusa ieri alle prime luci del mattino, grazie anche all'aiuto di un gruppo di ragazzi di Scanno che ha collaborato alla localizzazione di Ciliegino. «L’intera operazione si inserisce nel Piano di conservazione dell’orso marsicano messo a punto dal Parco» spiega il commissario Giuseppe Rossi «che prevede una nuova strategia sugli orsi confidenti, incentrata sulla prevenzione del danno e sul ricondizionamento dell’orso stesso attraverso interventi di dissuasione». Nelle prossime notti continueranno i tentativi di cattura dell’orsa Gemma famosa per le continue predazioni effettuate tra Scanno e Villalago negli ultimi mesi.
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MATTINO DI PADOVA
4 AGOSTO 2012
Al centro Auchan porte aperte ai cani: “Fido” farà shopping
Cristina Genesin
Non sarà più lasciato in macchina per ore, magari sotto il sole, o in casa da solo. Finalmente anche “Fido” potrà accompagnarci a fare shopping senza l’incubo di essere bloccati e (più o meno gentilmente) venir messi alla porta perché il nostro amico a “quattrozampe” non è gradito. Da oggi Gallerie Auchan in tutt’Italia pet friendly, compreso il centro commerciale “Giotto” in via Venezia: l’ingresso è consentito, appunto, nei corridoi e nei negozi, esclusi quelli in cui sono in vendita prodotti alimentari (quindi nell’ipermercato) dove, per legge, non è consentito l’accesso ad animali. Ma tant’è. È già un bel passo in avanti. «Dal mese di luglio le 46 Gallerie Auchan italiane hanno aperto le porte a “Fido”, un modo semplice e valido per accelerare il processo di apertura della nostra società verso gli animali e, soprattutto, verso chi li ama» avverte in una nota il Gruppo Auchan, «I nostri amici “con la coda” potranno accompagnare nello shopping i loro padroni che dovranno rispettare le normative vigenti per quel che riguarda la conduzione di un cane nei luoghi pubblici, cioè tenere il cucciolo al guinzaglio e portare con sé una museruola se il cane è di grossa taglia». Sottoscritto un accordo triennale con la Lega nazionale per la difesa del cane secondo il quale Gallerie Auchan metterà a disposizione di “Fido” le sue “piazze italiane”: a breve i clienti potranno trovare dispenser di sacchetti e palette destinati alla raccolta delle deiezioni dei cani e distributori di acqua per i piccoli amici. «È un’ottima notizia» commenta Monica Callegaro, presidente di Felix Fido, l’onlus padovana che si occupa di “salvare” e dare rifugio a cani e gatti abbandonati, «Peraltro Auchan offre molti servizi e, pertanto, la possibilità di andare nel centro con il cane è davvero utile. Mi auguro che i proprietari di cani siano educati nella gestione del loro animale. Sarebbe consigliabile fare qualche ora di lezione con un educatore cinofilo qualora il cane non sia abituato a socializzare... È molto meglio che pagare le salatissime multe previste in caso di aggressione da parte del nostro animale. Basta solo qualche ora per avere i consigli giusti e far trovare il benessere al nostro amico a “quattrozampe” sia con i suoi simili che con le persone sconosciute».
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LA NUOVA VENEZIA
4 AGOSTO 2012
Avvistata una tartaruga marina
VENEZIA - Polizia lagunare e pure tassisti impegnati ieri nelle ricerche, nel tratto di laguna tra Murano e l’Arsenale, di una grossa tartaruga marina, avvistata in acqua da una imbarcazione. La segnalazione della polizia lagunare del Magistrato alle acque è stata diramata anche ai tassisti lagunari che svolgono servizio nella zona tra Murano e l’Arsenale. Tutti ieri hanno lavorato con un occhio puntato all’acqua per vedere se veniva avvistato l’animale, dalle grosse dimensioni, con una corazza di un metro e mezzo. Dovrebbe trattarsi, senza ogni dubbio, di una testuggine. L’avvistamento ha portato alla segnalazione che ha impegnato nelle ricerche varie imbarcazioni. «Ci hanno invitato a vigilare e a segnalare l’eventuale presenza in acqua dell’animale ma se questo si immerge, mi è stato spiegato, può rimanere sott’acqua anche per quaranta minuti di seguito», racconta un tassista. A ieri sera non sono stati resi noti eventuali nuovi avvistamenti o un ritrovamento dell’animale. Nei giorni scorsi al Lido di Venezia era stata ritrovata dai vigili del fuoco del centro storico la carcassa di una testuggine marina, con la corazza di una ottantina di centimetri. Pare che l’animale già morto sia stato, in quella occasione, trasportato dalle correnti fino alla battigia dell’isola veneziana. Non è raro in questo periodo avvistare testuggini in laguna .
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IL GIORNALE DI VICENZA
5 AGOSTO 2012
Libera un cane dalla catena
Un romeno va a processo
LA STORIA. Un giovane accusato di maltrattamenti di animali. La bestiola era poi scappata fuori dal cancello ed era stata investita da un'auto. «Non è colpa mia»
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UN CANE TENUTO A CATENA DAL SUO PROPRIETARIO ARCHIVIO
Vicenza - Finirà a processo per maltrattamenti di animali, nel caso il cane del suo vicino. «Ma quale maltrattamento, io quel cane l'ho aiutato. Gli animali io li amo, mi spiace per quello che è successo ma non mi sento per nulla responsabile. Chi maltratta gli animali è qualcun altro, come chi costringe i cani ad una vita d'inferno». Il cittadino romeno Adrian Barcaru, 35 anni, residente in città in strada di Costabissara, dovrà presentarsi in tribunale in autunno davanti al giudice Carli. Assistito dall'avv. Vettore, deve rispondere appunto di maltrattamento dopo essersi opposto ad un decreto penale di condanna di qualche migliaio di euro. I fatti contestati dal pubblico ministero Claudia Dal Martello risalgono all'estate 2010. All'epoca l'immigrato abitava in strada di Polegge, a fianco del pensionato vicentino Adolfo Moro. In base a quanto ricostruito, Moro aveva un cane da caccia e lo teneva alla catena, in giardino. L'animale a detta dell'imputato abbaiava dalla mattina alla sera: ogni volta che qualcuno passava davanti a casa, ma spesso anche senza motivo. A lui quel cane dava indubbiamente fastidio, ma gli faceva anche molta pena per quella vita in pochissimi metri quadrati. Per questo un giorno di fine luglio Barcaru sarebbe entrato nella proprietà del pensionato - il portone del cortile era aperto - e avrebbe raggiunto il cane dopo aver spalancato il cancello che dava in giardino. Avrebbe staccato il cane dalla catena, affinchè la smettesse di abbaiare, e quest'ultimo in un lampo sarebbe scappato fuori, raggiungendo di corsa la strada. In un attimo è stato lungo la Marosticana, dove poco dopo, mentre Barcaru cercava di raggiungerlo, era stato investito da un autocarro in transito. L'autista non era riuscito ad evitarlo. Il cane era rimasto ferito e Barcaru lo aveva soccorso e portato a casa. Aveva atteso il ritorno di Moro e gli aveva spiegato l'accaduto. Il pensionato si era molto arrabbiato e aveva portato l'animale dal veterinario. Quindi aveva ammonito il romeno di non entrare più nella sua proprietà e gli aveva urlato che i cani da caccia sono abituati a stare alla catena. Infine aveva segnalato l'accaduto alle forze dell'ordine, che avevano provveduto a denunciare l'immigrato in procura. Successivamente, il magistrato aveva fatto emettere un decreto penale di condanna ma Barcaru si era opposto al pagamento preferendo farsi processare. Il giovane è infatti convinto di non aver maltrattato nessun cane, e semmai che era il suo padrone a dover riflettere su come lo teneva. Si difenderà in aula.
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MESSAGGERO VENETO
5 AGOSTO 2012
Quattro gattini avvelenati tra le vie Ferriere e Montello
Quattro gattini avvelenati, tra via Ferriera e via Montello a Pordenone. «E’ arrivata la telefonata angosciata della proprietaria – ha rivelato Franca Valerio, fondatrice della Dingo -. Ha un negozio in viale Martelli e aveva portato a casa i cuccioli. Le ho consigliato di presentare denuncia formale ai carabinieri». E’ un altro caso, in un’estate segnata da troppi abbandoni e morti, anche in città. Nel 2011 oltre 2.000 gatti e 1.250 cani sono stati avvelenati all’interno dei condomini e dei giardini, a livello nazionale. Sono state oltre 700 le denunce e gli esposti presentati alle forze dell’ordine in tutta Italia per avvelenamenti di animali domestici. «I dati sono allarmanti – ha dichiarato Valerio, che dal 1992 ha creato il gattile nelle campagne intorno a Pordenone -. La crisi potrebbe incidere sulla casistica. Topicida e lumachicida sono i prodotti più usati e provocano dolori terribili negli animali: bisogna segnalare e denunciare». Bocconi avvelenati per fare un dispetto al vicino di casa oppure puro sadismo, ma non c’è giustificazione che tenga. Il 30% dei cani e gatti (soprattutto gatti) vengono avvelenati apposta, da persone prive di scrupoli che distribuiscono i bocconi avvelenati con il preciso fine di sterminare le colonie feline o avvelenare i cani.
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GAZZETTA DI MODENA
5 AGOSTO 2012
Oipa: «Animali maltrattati alla fiera di Nonantola» (MO)
L’organizzazione animalista denuncia il trattamento subìto da conigli e cavalli durante la festa in paese
Con una lettera aperta al sindaco Borsari, Stefano Giovannini, delegato Oipa per Modena, ha denunciato le condizioni in cui gli animali erano tenuti durante la fiera.«Anche quest’anno si è ripetuto quello che negli anni passati è successo - scrive Giovannini - durante la fiera che recentemente si è svolta a Nonantola. Come Guardie Zoofile ci siamo recati nella zona che avete dedicato alla mostra di animali per verificarne lo stato, visto le edizioni passate che ha prodotto su questi poveri animaletti sofferenza, ebbene anche quest’anno hai me abbiamo riscontrato le stesse caratteristiche.Cavalli all’interno dei box senz’acqua, 4 grosse oche chiuse in una gabbia troppo piccola per loro, uccelli rinchiuse in gabbie anche queste troppo piccole e in alcuni casi affollati; piccole colombine che avevano le ciotole sia dell’acqua che quella del cibo rovesciata, come riscontrato poi anche in altre gabbiette. I coniglietti sono purtroppo una nota dolentissima perché tenuti al limite del maltrattamento: gabbiette piccolissime, molte di esse sovraffollate; due conigli grandi che neanche si potevano muovere quindi bloccati all’interno, mi passi il termine, della loro prigione; un coniglio che mostrava i propri attributi ma non perché in vista di una femmina, come ben sapete i maschi li tengono all’interno, ma perché in stato di sofferenza causa il caldo; conigli alla merce di tutti coloro che li volevano toccare. Senza contare che gli animali erano in minuscole gabbie con fondo reticolato e quindi potenzialmente rischioso per le loro zampette».
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LA SICILIA
5 AGOSTO 2012
Non solo cani, allarme abbandoni per tartarughe e pesci
Non solo cani e gatti: l'emergenza degli abbandoni estivi riguarda migliaia di pesci e tartarughe di acqua dolce che in questo periodo invadono i fossi, i torrenti, i canali, le fontane e le piccole pozze d'acqua dei parchi cittadini. Lo denuncia l'Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) che «vista la scala dei pesci dei maggiori torrenti e fiumi italiani» stima i pesci abbandonati in molte migliaia, «appartenenti ad almeno 110 specie non presenti originariamente nei nostri corsi d'acqua». A queste decine di migliaia di pesci appartenenti alle specie tropicali, ma che in alcuni casi sono originari anche del Danubio.
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IL TIRRENO
5 AGOSTO 2012
Giallo sul doping ai micci Provette forse scambiate
Gabriele Buffoni
QUERCETA (LU) - È un vero giallo quello intorno alla 57esima edizione del Palio dei Micci: la questione del doping sugli asini (i “micci” in gergo) che hanno gareggiato lo scorso 27 maggio si arricchisce infatti di nuovi particolari. Mentre la Pro Loco di Querceta sembra aver deciso di attendere le controanalisi (che dovrebbero arrivare da un laboratorio francese) chiusa in un silenzio tombale, dal mondo delle contrade arrivano indiscrezioni potenzialmente clamorose su numeri e provette delle analisi anti doping. Ma andiamo con ordine: subito dopo la corsa del Palio di quest’anno è stato effettuato un prelievo di sangue a tutti gli animali che hanno partecipato alla gara e in quella stessa occasione, secondo il regolamento, ai fantini e ai responsabili degli asini è stata rilasciata una ricevuta contenente il numero seriale della provetta corrispondente, necessaria per consentire la successiva comparazione e identificazione dei risultati. I campioni di sangue sono stati inviati in seguito al laboratorio di Settimo Milanese dell’UnireLab (società specializzata in questo genere di controlli di proprietà dell’Unire, l’Ente pubblico del Ministero delle Politiche Agricole addetto alla tutela della razza equina) che una volta effettuati gli opportuni controlli ha spedito alla Pro Loco i risultati secondo i quali erano due i micci colti in fallo: Falco Moreno della Cervia e Biscotto del Leon d’Oro. Era il 22 giugno, e ai presidenti delle otto contrade di Querceta arriva l’ordine da parte della commissione Palio di una riunione di emergenza: ad uno ad uno (separatamente) sono stati poi consegnati a mano i responsi contenuti in rapporti di prova in cui erano indicati i numeri delle provette il cui sangue era stato analizzato. Proprio a questo punto però qualcosa sembra non quadrare. Dal confronto fra i numeri presenti nei rapporti dell’UnireLab inviati alla Pro Loco e quelli riportati sulle ricevute rilasciate ai responsabili sembrerebbe che nessuno di questi riporti il numero indicato su quella di Denis del Duca, che quel 27 maggio cavalcava Biscotto: 1284318 è i numero del campione analizzato e “non negativo”, 1294318 quello attestato dal fantino. Una differenza minima, ma che potrebbe - e il condizionale è d’obbligo - portare ad una conclusione del caso diversa da quella che tutti si aspettavano. Se davvero ci fosse stato un problema di scambio o errore di assegnazione delle provette? E in questo caso il sangue analizzato e trovato non negativo al doping a quale miccio apparterrebbe? C’è ovviamente chi sostiene che l’episodio, di cui ancora pochi sono a conoscenza nel mondo delle contrade, faccia venir meno la prova scientifica sulla base della quale è stata incriminata la contrada giallorossa, che peraltro ha indicato a suo tempo alla Pro Loco lo sbaglio compiuto dal laboratorio di analisi, giustificato poi come un errore di battitura. Il giallo, come si usa dire in questi casi, in ogni caso si infittisce e di certo continuerà ad alimentare la discussione a Querceta e dintorni. Soprattutto ora che si avvicinano le elezioni per il rinnovo dei vertici della Pro Loco. Soprattutto perché, oltre che dalla Francia dove sono in corso le controanalisi, si attendono notizie anche da Lucca, dove la Procura ha aperto un’indagine sull’accaduto.
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GAZZETTA DEL SUD
5 AGOSTO 2012
Foca per strada blocca traffico
La bestia era fuggita dalla piscina di un’abitazione di via Tonnara del centro mamertino. Necessario l'intervento dei Vigili del fuoco.
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Milazzo (ME) - Non capita tutti i giorni ad un automobilista di dover arrestare improvvisamente il mezzo perché al centro della carreggiata c’è una foca! Sì, proprio una foca. È capitato ieri a Milazzo, in pieno pomeriggio nella via Acqueviole, proprio di fronte alla concessionaria Ford, dove lo strano “passante” è stato notato muoversi a fatica sull’asfalto.
Passato il primo momento di stupore, uno degli automobilisti in transito ha chiesto immediatamente l’intervento dei vigili del fuoco e dei vigili urbani. Sulle prime si è pensato che l’animale fosse scappato da un circo che proprio in questi giorni opera nel comprensorio. Intanto nel giro di qualche minuto la foca – un esemplare di circa un anno di vita – si è spostata nei pressi di un noto lido. Traffico in tilt anche perché nel frattempo la zona di via Tonnara è stata presa d’assalto da numerose persone. A quel punto, mentre i vigili urbani, assieme a personale della Capitaneria, pure intervenuti, hanno cercato di trovare i proprietari, i vigili del fuoco hanno iniziato a spruzzare acqua sull’animale per evitare che con la canicola di ieri potesse andare incontro a problemi. Una “irrigazione” che si è protratta per oltre un’ora, sempre sotto gli occhi di “curiosi” e con il traffico autoveicolare fortemente rallentato per coloro che provenivano da via Acqueviole, in quanto un lato della strada era occupato dallo strano ospite. |
IL TIRRENO
5 AGOSTO 2012
Squalo di tre metri avvistato a poche miglia dalla costa
ROSIGNANO (LI) - C’è chi dice che per avvistare gli squali con regolare frequenza nel mar Tirreno è solo una questione di tempo. Con la tropicalizzazione del nostro mare che diventa sempre più caldo, infatti, la presenza del temuto predatore non sarà più un evento eccezionale. Eppure ieri, nel primo pomeriggio, una segnalazione di avvistamento di uno squalo è arrivata alla guardia costiera di Vada. Ad incocciare in quello che veniva indicato come un esemplare giovane di squalo bianco, un uomo che si trovava in mare per una gita con la propria imbarcazione. L’uomo avrebbe visto la pinna e la sagoma, ritenuta inconfondibile, dell’animale affiorare non lontano dal proprio scafo, a poche migliaia di metri dalla costa davanti alle Spiagge Bianche, anche ieri letteralmente invase da bagnanti. La segnalazione è arrivata rapidamente alla guardia costiera che ha inviato una motovedetta per pattugliare la zona dell’avvistamento. In quel momento, tra l’altro, nelle acque tra Rosignano e Vada si trovava anche il gommone del Casm. Il sopralluogo dei militari e dei volontari del soccorso marittimo non ha tuttavia sortito effetti. Nessuna traccia dello squalo. Gli uomini della Capitaneria di Porto non escludono che - quello visto dal diportista - sia effettivamente uno squalo bianco, la cui presenza nei nostri mari, seppur rara, non è comunque impossibile. Ma lo ritengono poco probabile e segnalano come, anche in un recente passato, avvistamenti di altri pesci siano stati facilmente confusi con gli squali. L’ultimo, pochi giorni fa, quello di una razza che qualcuno ha scambiato proprio col popolare predatore dei mari. E poi ci sono pesci che, nella fisionomia, ricordano molto gli squali tipo il pesce luna che ha una pinna molto simile e che quindi può facilmente ingannare alla vista se uno non è un esperto. L’anno scorso, non lontano da Capraia, un pescatore avvistò uno squalo bianco. E altre segnalazioni sono arrivate dall’Argentario al mar Ligure. Quella di ieri, seppur presa in seria considerazione dalle autorità marittime, non ha trovato al momento delle conferme.
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POSITANO NEWS
5 AGOSTO 2012
Sorrento (NA) salvate due bambine nel mare di Marina Grande con i "cani salvataggio"
Michele Cinque
Nel primo pomeriggio Chantilly e khira i due labrador della scuola italiana cani di salvataggio sezione Tirreno (Antonio Pirozzi e Antonio Morricone i due conduttore dei cani) per il salvataggio a mare sono intervenuti a Marina Grande dove sono intervenuti per salvare due bambine andate al largo con un canotto ed anche lo zio che era intervenuto a sua volta per soccorrerle.Dunque subito all'opera i cani salvataggio che poco prima abbiamo visto alla prova . Positanonews si è recata questa mattina a Piano di Sorrento dove arrivano i cani salvataggio nell'ambito della convenzione con il Comune di Sorrento voluta dall'assessore Gaetano Milano e la scuola italiana cani di salvataggio in collaborazione con il progetto "Fabiola" guidato dal dottor Campobasso. In questo breve video girato questa mattina l'esercitazione a Marina di Cassano, ma la barca salvataggio sarà operativa in tutta la penisola sorrentina da Massa Lubrense a Sorrento e Sant'Agnello Il progetto Fabiola (acronimo di First Aid Beach In Overal Life Assistance) è un servizio di primo soccorso in acqua e in spiaggia in Penisola sorrentina coordinato dal cardiologo Antonino Campobasso, un'esperimento unico in Campania in collaborazione con la Guardia Costiera, l’Associazione Nazionale Carabinieri, la Capitaneria di Porto e la Croce Rossa Italiana.Siamo stati a bordo dell’idro ambulanza, un gommone medicalizzato, di proprietà dei Carabinieri, attrezzato per il primo soccorso e abbiamo visto all'opera i cani, due splendidi labrador, di cui uno addestrato addirittura a prendere in bocca il polso di una persona o un bambino senza fargli del male per trascinarlo a terra. Due gli esperimenti, uno con l'istruttore che segnala la persona da soccorrere, un'altro con una persona immobile in acqua subito trasportata a terra. |
LA NUOVA SARDEGNA
5 AGOSTO 2012
Affollato sit-in di cacciatori contro l’attuale legge venatoria
MONASTIR (CA) - Centinaia di pernici rinchiuse nelle voliere del Centro sperimentale dell'Ente Foreste, in località Basigna. Un numero sterminato di lepri che sono costrette nelle gabbie. E, intanto, nell'habitat isolano proliferano specie pericolose per l'intero ecosistema come le nutrie e il gambero killer. Così l'Unione cacciatori Sardegna ieri mattina ha manifestato il malcontento nei confronti di una legge venatoria assurda con un presidio di oltre 400 dimostranti davanti ai cancelli del polo per il ripopolamento della fauna selvatica. «Una cornice normativa – ha rilevato Bonifacio Cuccu, presidente dell'Ucs – da modificare subito da parte della Regione e della Provincia. La nostra è una battaglia volta a tutelare l'ambiente sardo con un incremento delle specie proprie del nostro paesaggio. Non si capisce perché nei corsi d'acqua e nelle foreste dell'isola stiano aumentando sempre più animali che provengono da realtà esotiche, tenendo in gabbia altre tipologie tipiche della nostra tradizione». Tra i promotori dell’iniziativa – ribattezzata “Giornata per la difesa dell'ambiente e della fauna selvatica sarda” – il consigliere provinciale Modesto Fenu: «Ecco il paradosso vero. Abbiamo un ente di eccellenza con professionalità all'avanguardia nell'allevamento delle specie stanziali come la pernice e la lepre – ha evidenziato – Peccato che la legge impedisca il rilascio di queste razze nelle campagne sarde. Una beffa atroce per il popolo delle doppiette». Anche l'ornitologo Robi Roverati non mostra dubbi: «È un disastro per la natura tenere rinchiuse migliaia di animali». Stesso concetto espresso da Giuseppe Matta del movimento Caccia, pesca e ambiente: ""Ci sembra una beffa visto che paghiamo milioni di euro per poter esercitare la nostra passione, con soldi destinati anche al ripopolamento delle specie».
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CASTEDDU ONLINE
6 AGOSTO 2012
Gattina torturata e uccisa a Genneruxi, cani abbandonati al sole fuori dalla sala Bingo: perchè tanta crudeltà?
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di Jacopo Norfo
Due storie assurde di inciviltà nei confronti dei nostri animali a Cagliari. La prima arriva dal quartiere di Genneruxi, dove gli abitanti ci raccontano una vicenda incresciosa. La gattina che vedete nella foto è stata torturata e ammazzata in piazza Islanda. I residenti non ci stanno: "Stiamo cercando testimoni per questa scandalosa vigliaccata commessa da un gruppo di luridi esseri che non meritano neppure d'essere definiti umani. Venerdi scorso qualcuno ha torturato e ammazzato questa povera bestiola. La denuncia deve partire subito e questi individui devono essere beccati prima che li becchi qualche cittadino molto incazzato".
E mentre a Genneruxi scatta la caccia al torturatore dei gatti, in via Calamattia la polizia è dovuta intervenire per una segnalazione: a bordo di un furgone c'erano due cagnetti assetati che stavano morendo di caldo. I loro padroni erano tranquillamente a giocare dentro la sala Bingo. Sono stati denunciati per maltrattamento di animali, mentre in questo caso fortunatamente i cani sono stati rifocillati e salvati.
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STATO QUOTIDIANO
6 AGOSTO 2012
Lucera, “animali lapidati e al rogo; basta, intervenire”
Lucera (FG) – “UN altro animale innocente è morto a Lucera – non per malattia o investimento – ma per lapidazione e per mano di ragazzi giovanissimi ancora non identificati. Da qui – con altri umani indignati da tali accadimenti – mi appello al Sindaco di Lucera e agli Assessori all’Ambiente, alle Finanze, all’Istruzione e tutti gli altri chiedendo di intervenire”. Lo dice in una lettera inviata a Stato Daniela Billiani.
“Chiedo che a settembre tutte le scuole di Lucera vedano un incaricato del comune ricordare alle classi, tutte, che il 5 di agosto un brutto lutto ha colpito la vostra città e che atti del genere non devono più macchiare la coscienza già pesante delle regioni dell’italia del sud, già colpite da simili fatti, come per esempio il rogo della piccola AURA, indimenticata da tutta l’Italia”. “Chiedo che sia inserito al più presto all’ordine del giorno del consiglio comunale l’adozione di un buon regoamento di rispetto e tutela degli animali. allego quello della mia città che è abbasatanza buono, come metro di paragone. Chiedo che sia totalmente abbandonata l’idea che nutrire i randagi sia fonte di problemi e che altresì sia al più presto iniziata una campagna seria e capillare di sterilizzazione. E infine chiedo che questo atto sia ricordato nel tempo e che serva per verificare se il sacrificio di questo piccolo innocente cucciolo ha prodotto un cambiamento nella coscienza collettiva”. “Anche questa volta mi posso consolare con la consapevolezza di non essere madre di ragazzini colpevoli di tale barbarie, ma non è molto. Vi prego, la scuola, il regolamento e la sterilizzazione….. cordiali saluti”, dice Daniela Billiani che allega il regolamento comunale sulla tutela degli Animali – Comune di Pordenone. |
GEA PRESS
6 AGOSTO 2012
Brescia – le ruspe abbattono le casette dei gatti: si deve costruire una strada (foto e video)
Intervento dell'OIPA.
Le accuse rivolte ora dall’Oipa di Brescia al Comune di Paratico, sono pesanti. L’Amministrazione, stante quanto denunciato dai volontari, si sarebbe disinteressata della sorte della colonia felina, regolarmente registrata, di via Tengattini. Il risultato è stato l’arrivo delle ruspe, intervenute per la costruzione di una strada. Tutte le casette dei gatti, però, sono state così abbattute.Ottenuta la sospensione dei lavori, è stato trovato morto un micetto, mentre altri setti mancano all’appello. Potrebbero essere sotto le macerie, dicono all’OIPA, molto probabilmente morti. Il Comune, però, ha nel frattempo ripreso i lavori tanto da fare pensare ad un possibile smaltimento illecito delle carcasse. Ad ipotizzarlo è sempre l’OIPA di Brescia. Macerie più gatti morti, dunque. Un disastro, riferiscono sempre gli animalisti, forse aggravato dal fatto che l’ASL bresciana non avrebbe trasmesso al Comune i documenti relativi alla registrazione della colonia, avvenuta, su richiesta dell’OIPA, già nel dicembre scorso.“Il riscontro dato dal Comune – ha dichiarato Anna Corsini, Coordinatrice delle Guardie Zoofile OIPA di Brescia – è stato di completo disinteresse sia nei confronti dei felini uccisi, feriti e terrorizzati, sia del lavoro dei volontari che da oltre un anno si recavano quotidianamente ad accudire la colonia e a tenere pulita tutta l’area che li ospitava, nonostante la legge nazionale 281/91 sancisca che sono Comune ed ASL di competenza a dover provvedere alla sterilizzazione e alla cura dei gatti in libertà”. Disposizioni nazionali ma anche regionali. La legge della regione Lombardia n. 33 del 2009, evidenzia sempre l’OIPA di Brescia, sancisce che “i gatti che vivono in stato di libertà sono protetti ed è vietato maltrattarli o allontanarli dal loro habitat. Se il Comune, d’intesa con l’ASL competente, accerta che l’allontanamento si rende inevitabile per la loro tutela o per gravi motivazioni sanitarie, individua altra idonea collocazione, nel rispetto delle norme igieniche”.L’OIPA provvederà quindi a presentare una denuncia all’autorità giudiziaria chiedendo che vengano individuati i responsabili dei reati ipotizzati, ovvero uccisione e maltrattamento di animali.“Non è accettabile – hanno concluso dall’OIPA di Brescia – che siano solo i volontari delle associazioni a chiedere che venga rispettata la legge, mentre gli enti preposti agiscano nel totale disprezzo della normativa vigente, ma soprattutto della vita“.
VEDI FOTO E VIDEO:
http://www.geapress.org/randagismo/brescia-le-ruspe-abbattono-le-casette-dei-gatti-si-deve-costruire-una-strada-foto-e-video/31008
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AFFARI ITALIANI
6 AGOSTO 2012
Cani macellati e grigliati per fiere e mercati. Animalisti in fermento contro gli orientali
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Cani arrostiti serviti sui vassoi o appesi alla griglia interi, nei mercati. Un’immagine scioccante, impensabile per noi occidentali che lottiamo contro il randagismo e consideriamo (ahimè non tutti) una "vittoria" la liberazione dei beagle del canile lager di Green Hill. Per gli orientali invece non è così. Anzi rappresenta una tradizione e un boccone prelibato. Ad Hanoi, la capitale del Vietnam, le persone esultano quando vedono arrivare la carne di cane: intero, oppure solo la testa, della quale il boccone prelibato sono le orecchie.Il commercio di cani da macellazione è un fenomeno legale anche in Cina e in Thailandia, dove questo commercio è gestito dalla mafia e nei ristoranti finiscono cani rubati o cani randagi trafficati illegalmente nel sud est asiatico, tra la Thailandia e il Vietnam. Ma non è solo il "giro mafioso" a far infuriare gli animalisti a livello mondiale. Nella lista nera vi è anche la brutalità della macellazione. Il cane viene portato al macellaio irrigidito, posto sul dorso con le quattro zampe in aria, a tal punto il macellaio affonda la sua mannaia per praticare uno squarcio lungo il ventre e tirare fuori tutte le interiora. Prima però sul cane è stata passata dell’acqua bollente per poter levare via tutto il pelo.Il cane così “pulito” potrà essere posto in una vasca piena di ghiaccio pronto alla vendita e pronto ad essere consumato in uno dei tanti ristoranti thilandesi. Se il cuore della Thailandia è molto discreto e il commercio celato, il villaggio di Ta Rea l’opposto, è noto proprio per le attività di commercio di carne canine ed è un punto di riferimento per il sud est asiatico.
ALTRE FOTO
http://affaritaliani.libero.it/sociale/cani-macellati-e-grigliati-per-fiere-e-mercati-animalisti-in-fermento-contro-gli-orientali_mm_312082_mmc_1.html
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GEA PRESS
6 AGOSTO 2012
Cani Ucraina – condannato il dog hunter
Andrea Cisternino: dall'Italia solo passerella - siamo stati abbandonati.
Dopo i cani uccisi nei giorni scorsi dai dog hunter, nuove uccisioni di animali per le strade di Kiev. Questa volta chi ha distribuito il veleno si è travestito da animalista. Appariva come un volontario. Distribuiva cibo e faceva finta di accudire ai cani, solo che è stato notato alle 3.00 del mattino, un orario decisamente insolito.Dopo le denunce dei giorni scorsi, quando cioè i cacciatori di cani pubblicarono in un sito web i luoghi frequentati dagli animalisti quale promessa di prossime stragi, la zona viene tenuta segreta. “Questi cani erano già segnalati – riferisce Cisternino – ma non seguendo i volontari. Il nostro sospetto è che sia stato qualcuno all’interno dell’amministrazione pubblica“. Il dog hunter, con scrupolo criminale, segnala nel suo sito. Per i cani inizia così il conto alla rovescia.Otto cuccioli, di circa tre mesi, sono ancora vivi. Alla vista di Andrea Cisternino saltellano felici. Non possono immaginare quali attenzioni si sono concentrati su di loro. Poi altri cuccioli, più piccoli. Avranno al massimo 40 giorni. Il primo a sbucare da una roccia, è tutto nero. Poi un secondo, bianco e nero. Infine un terzo, di nuovo tutto nero. “Sono già nelle mappe dei dog hunter” – aggiunge Cisternino che ora, a Kiev, è solo. Pochi volontari ucraini e nulla più. Spenti i riflettori sui campionati europei di calcio, l’attenzione per i cani di quel paese, è improvvisamente calata.I cuccioli più grandi, intanto, si precipitano nella ciotola colma di carne e latte. Mangiano avidamente. Avrebbero bisogno di aiuto. Sono magri e su di loro incombe il dog hunter. “Li porteremo via tutti – riferisce Cisternino – abbiamo peraltro saputo che i cuccioli servono all’addestramento dei cani da combattimento. Pit bull e rottweiler in particolare. Quando c’è stato euro 2012 la UEFA non ha fatto niente – denuncia Cisternino – ma di loro mi importa relativamente. Non è arrivato un soldo, non ci sono strutture, solo parole per tappare le orecchie e non fare sentire la vera denuncia“.Il progetto di Cisternino è ora di guidare egli stesso la costituzione di una associazione ucraina che si occupi dei randagi e del loro accoglimento, in caso di pericolo, in un luogo attrezzato. Il progetto è già stato presentato alle autorità ucraine. “Sto lavorando in terra straniera – conclude Cisternino – ma forse sto riuscendo a fare più cose che non hanno fatto le associazioni italiane. Solo pubblicità, parole e basta. Prima di euro 2012, la causa dei cani ucraini, doveva rendere bene. Non un solo euro – denuncia rammaricato Cisternino – è però arrivato. Tutto finito, ma noi siamo qui e continuiamo ad andare avanti“.Intanto, almeno oggi, arriva una buona notizia. Alexey Vedula, il cacciatore di cani che avrebbe torturato ed ucciso centinai di animali, è stato condannato a quattro anni di carcere. Di nuovo arrestato, invece, il suo compagno di uccisioni. Aveva annunciato che avrebbe vendicato l’amico. Il tutto avviene in Ucraina. In Italia, infatti, la galera per simili reati, è impossibile. Sia il reato di uccisione di animali che di maltrattamento prevedono pene reclusive i cui tempi sono di gran lunga inferiori alla soglia di punibilità.
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CORRIERE DELLA SERA
6 AGOSTO 2012
PICCOLE DISAVVENTURE
Scoiattolo rimane incastrato in un tombino, i poliziotti lo salvano, ma poi l'animaletto muore
In una città della Germania del nord l'animaletto è rimasto intrappolato nel coperchio di ferro della rete fognaria
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La polizia lo trova così incastrato (Afp)
Come ci sia finito lì, non si sa: in una cittadina tedesca della Bassa Sassonia, uno scoiattolino è rimasto incastrato dentro un tombino. Solo la testa spuntava ancora da uno dei fori del coperchio in acciaio. Non senza qualche difficoltà i poliziotti sono riusciti infine a liberare l’animaletto da quella scomoda situazione: con sagacia e olio d’oliva.
La polizia lo trova così incastrato (Afp)
DISAVVENTURA - Il piccolo roditore se l’è vista brutta per alcuni minuti. In suo soccorso sono infatti arrivati due agenti della polizia di Isernhagen, vicino ad Hannover, chiamati da una residente assai preoccupata. I primi tentativi per liberare lo scoiattolo incastrato sono però andati a vuoto, riferisce l’agenzia di stampa tedesca dpa. Dapprima i due funzionari hanno provato a spingere - con molta cura - la sua testolina attraverso la fessura del tombino. Nulla da fare. Hanno dunque deciso di tirare su il coperchio: uno spingeva mentre l’altro tirava - con l’aiuto di un po’ d’olio d’oliva. Inutile. Quando però uno dei poliziotti hanno unito le orecchie dell’animale questo è sgusciato di colpo attraverso il foro.
NIENTE LIETO FINE - Purtroppo la storia non ha un lieto fine: la polizia ha comunicato che l'animaletto è morto nel pomeriggio di lunedì, qualche ora dopo il salvataggio. Lo stress, la fatica e le leggere ferite sono state troppe per il povero scoiattolo.
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VITERBO OGGI
6 AGOSTO 2012
Vigili del fuoco salvano 4 capre Erano finite in dirupo
VITERBO - Quattro capre salvate dai vigili del fuoco.Alle 5 di domenica mattina, i vigili del fuoco di Viterbo sono stati chiamati per il recupero di quattro capre in un dirupo a Bagnaia, in località Pian del Cerro.Gli animali erano dispersi da due giorni, ma i proprietari, durante la notte erano riusciti ad individuarli e avevano chiamato la squadra dei vigili del fuoco. Dopo aver creato un varco tra i rovi, i vigili, grazie alle tecniche Saf (speleo alpino fluviale), sono riusciti ad avvicinare le capre. Queste, sfinite, si sono fatte prendere e portare in salvo.I proprietari, commossi, hanno ringraziato la squadra.Il salvataggio degli animali rientra tra le priorità del soccorso tecnico urgente affidato ai vigili del fuoco. Interventi del genere, nella Tuscia, sono frequenti e le tecniche Saf sono fondamentali per portare a termine le operazioni.
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GAZZETTA DI MANTOVA
6 AGOSTO 2012
Cavallo nel canale, lo salvano i pompieri
Prov. di Mantova - Si è concesso una cavalcata al chiar di luna, costeggiando il canale sulla strada che collega Guidizzolo a Volta Mantovana. Ma d’un tratto il destriero, forse spaventato da qualcosa, s’è imbizzarito e in modo maldestro è finito nel corso d’acqua. Il cavaliere si è salvato, ma il cavallo non avrebbe avuto scampo se non fossero tempestivamente intervenuti i vigili del fuoco di Castiglione delle Stiviere. Resosi conto della gravità della situazione, il fantino non ha perso tempo e li ha allertati. Pochi minuti prima della mezzanotte è arrivata la prima squadra mentre il cavallo cercava di guadagnare la riva. Inutilmente. Per farlo uscire c’era soltanto un modo. Sollevarlo di peso. Per questo i vigili del fuoco sono ricorsi all’autogru. L’animale è stato imbragato e in pochissimo tempo rimesso sulla terra ferma. Un’operazione durata più di un’ora e mezza. Sul posto anche una pattuglia dei carabinieri.
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SASSUOLO 2000
6 AGOSTO 2012
Circhi con animali esotici. Pollastri: “La Regione gli ha dichiarato guerra, invece dovrebbe tutelarli”
“Tutelare questa antichissima forma d’arte popolare” così Andrea Pollastri (PdL) presentando un’interrogazione in Regione in cui ha domandato più attenzione verso i circhi, anche quelli, e sono la maggior parte, che hanno al seguito animali esotici.La Regione, infatti, con una propria Delibera del 2007, ha recepito le linee guida della Commissione CITES, per quanto attiene la commercializzazione e la detenzione di esemplari delle specie animali e vegetali in via di estinzione, la quale, relativamente alle attività circensi, “Raccomanda che in futuro non vengano più detenute le specie in via di estinzione o il cui modello gestionale non è compatibile con la detenzione in una struttura mobile”.Questa posizione limitativa è stata ribadita lo scorso 27 marzo dall’Assemblea Legislativa che ha approvato una risoluzione mediante la quale “Si esprime il totale disaccordo e l’indisponibilità della Regione Emilia-Romagna all’attendamento nel territorio regionale di circhi e mostre viaggianti con esemplari delle seguenti specie al seguito: primati, delfini, lupi, orsi, grandi felini, foche, elefanti, rinoceronti, ippopotami, giraffe, rapaci diurni e notturni”.La risoluzione prevede altresì che “La Giunta si attivi affinché tutte le competenti istituzioni comunali presenti sul territorio emiliano-romagnolo provvedano a dotarsi di appositi regolamenti che, disciplinando la materia in oggetto, facciano divieto all’attendamento nel territorio regionale di circhi e mostre viaggianti con esemplari delle citate specie al seguito”.“Insomma – spiega l’azzurro – la nostra Regione ha dichiarato guerra aperta ai circhi aventi animali a seguito ed ha cercato di coinvolgere anche i Comuni, alcuni dei quali, purtroppo, si sono già adeguati”.“Come sempre – prosegue – la questione è stata trattata unicamente in modo ideologico, senza nessuna attinenza con la realtà. Infatti il circo costituisce un’antichissima forma di spettacolo che, sin dai tempi degli antichi romani, pur in forme diverse, è composto da tre elementi di attrazione: l’abilità dell’uomo nel praticare arditi esercizi ginnici, i numeri insoliti compiuti da animali addestrati e la spettacolare presenza di animali esotici.Le obiezioni degli ambientalisti circa l’incompatibilità degli animali con uno stile di vita fatto di continui spostamenti e i possibili maltrattamenti compiuti nei loro confronti sono del tutto infondate: come hanno ben descritto, ad esempio, i film, gli operatori circensi hanno una grandissima cura dei loro animali poiché, oltre che fonte di reddito, sono per loro compagni di vita”.“Invito pertanto la Regione – dice Pollastri – innanzitutto a fare un’ “operazione verità” chiarendo che non è nelle sue competenza concedere o impedire l’attendamento dei circhi, ma spetta unicamente ai Comuni, ben inteso, nel rispetto delle leggi nazionali.A questi ultimi è bene spiegare che la Risoluzione non ha, per loro, alcuna influenza pratica e che, quindi, non devono sentirsi condizionati dalla visione miope ed ideologica della Regione”.“Al contrario – chiosa – domando quali siano le azioni che si intendano intraprendere per sostenere, in quanto antica forma d’arte e di spettacolo, i circhi aventi sede nella nostra Regione, anche quelli laddove, come da millenaria tradizione, operino animali esotici”.
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MATTINO DI PADOVA
6 AGOSTO 2012
Un evento raro: nasce allo zoo un piccolo di tapiro
CARTIGLIANO (VICENZA) - È molto difficile che i tapiri possano riprodursi in cattività, anche perché la gestazione è molto lunga: in genere, 398 giorni. Ma al Parco Faunistico Cappeller di Cartigliano, vicino a Bassano del Grappa, si è arrivati al lieto evento. La tanto attesa nascita della piccola di tapiro sudamericano (Tapirus terrestris) è stata costantemente seguita dai veterinari del parco. Con un parto podalico la piccola ha iniziato a respirare dopo qualche secondo, quando la mamma le ha leccato il muso. Dopo pochi minuti la nuova nata già tentava i primi passi e ora, tra una poppata e l’altra, si aggira curiosa nel recinto che divide con la mamma. L’eccezionale nascita è stata documentata con foto e riprese filmate. Il Parco Faunistico Cappeller è un giardino zoologico che ospita centinaia di animali, soprattutto quelli a rischio estinzione. Ora, oltre a mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, ha anche un museo dedicato all’evoluzione della specie umana.
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LA NUOVA FERRARA
6 AGOSTO 2012
Botulino killer nello stagno della Lipu
Prov. di Ferrara - La tossina botulinica è una proteina neurotossica prodotta dal batterio Clostridium botulinum. È uno dei più potenti veleni naturali esistenti al mondo ed è la proteina più tossica finora conosciuta. Oltre a essere fonte di avvelenamento alimentare, in particolare nel caso in cui si consumino preparati a base di carne o conserve contaminate, la tossina botulinica trova anche utilizzo in ambito medico ad esempio nella terapia dell'acalasia. Emergenza ambientale e sanitaria per la presenza della tossina del botulino nello stagno del Giardino delle Capinere, sede dell’oasi naturalstica della Lipu in via Porta Catena, che ha provocato anche sette decessi tra gli animali ospiti nella struttura e che hanno bevuto quell’acqua. E’ lo stesso responsabile Lorenzo Borghi a denunciare il problema. «Circa un paio di settimane fa - puntualizza l’esponente ambientalista - abbiamo avuto un primo decesso tra gli animali che stazionano o vengono ad alimentarsi, nello stagno del Giardino delle Capinere. La cosa non ci aveva messo in particolare allarme, perché le prime analisi parlavano di un fungo lungo le vie respiratorie, ma poi hanno cominciato a succedersi altri decessi ( un cigno, alcune anatre e una gallinella d'acqua). Le ultime analisi sulle carcasse effettuate dal servizio veterinario dell'azienda Usl di Ferrara, hanno invece diagnosticato la presenza della tossina botulinica, probabile effetto del caldo torrido e prolungato nell'acqua dello stagno, nonostante l'immissione giornaliera di acqua dal pozzo artesiano. L'esperienza ha insegnato che in presenza del botulino, la cosa da fare con rapidità, è quella dello svuotamento del bacino interessato, sia dall'acqua che dal fango, dove maggiormente si sviluppa la tossina. La cosa è stata fatta, in parte, già nella giornata di venerdì grazie alla grande disponibilità dei Vigili del Fuoco. Le loro attrezzature hanno permesso, purtroppo, solo lo svuotamento di buona parte dell'acqua, con il salvataggio immediato della cinquantina di grossi pesci, la cui presenza nello stagno ha fino ad ora evitato la riproduzione delle uova di zanzara». «Ma, per uan mancanza di attrezzatura idonea, non sono riusciti a togliere il fango - osserva Borghi - la cosa più pericolosa, per quello dovremo rivolgerci ad una ditta specializzata, che contatteremo lunedì (oggi epr chi legge), anche per sapere se potremo affrontarne i costi». Nel frattempo, a completare l'opera, si è bloccato il pozzo artesiano, forse a causa dell'uso prolungato per tamponare lo sviluppo della tossina e la ditta chiamata per un sopralluogo, ha diagnosticato che il problema è nella pompa sommersa, che si è bruciata. «Direi che siamo in grossi guai e se qualcuno non ci aiuta, sarà uscirne in fretta per cercare di evitare che muoiano altri animali». Ricordiamo che nel Giardino delle Capinera trovano dimora tutte le anatre del Parco Urbano, e tantissimi animali di razze peregiate che hanno nidificato al suo interno, parliamo dallo sparviero, alla cinciallegra. La presenza del botulino costituisce una minaccia ambientale per i tanti animali della zona. «Non possiamo permetterci - concldue Borghi - di avere questa situazione di estrema pericolosità nella nostra oasi verde».
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BLITZ QUOTIDIANO
6 AGOSTO 2012
Caro-gasolio, porti costosi e cani vietati: turisti in fuga dalla Sardegna
PORTO CERVO (OT) – “La Sardegna fa scappare via i turisti”, la testimonianza arriva da un armatore , da anni frequentatore dei porti dell’isola perché amante della vacanza in barca, che dalle colonne del Giornale denuncia la sua desolazione. Massimiliano Spina, unità cinofila della Scuola Italiana Cani da Salvataggio e volontario della Protezione Civile, quest’anno ha scelto di portare sua moglie, il suo cane e la sua barca in vacanza in Corsica, perché lì il gasolio è meno caro, i porti sono più economici e i cani possono scorazzare per le spiagge in libertà.Scrive Spina: “Cominciamo col dire che in Corsica il gasolio costa 1,45 euro al litro, contro l’1,85 della Sardegna: 40 centesimi in più significa 4 euro in più ogni 10 litri. [...] E infine c’è la questione dei cani, croce e delizia dei turisti italiani: pur volendo tralasciare il lato affettivo basterebbe fare due conticini per realizzare che “Aprire le spiagge, o parti di esse, ai cani, richiamerebbe i loro padroni che sono tanti”. [...]
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IL TIRRENO
6 AGOSTO 2012
«Sta con Green Hill» Insulti e minacce sul web al veterinario
prov. di Livorno - «Quello è un macellaio, non un veterinario». Il dottor Marco Melosi fu tra i protagonisti positivi della triste vicenda di Maya, la cagnetta meticcia appartenente ad una giovane coppia di Piombino morta nel maggio scorso per le orrende mutilazioni che le erano state inferte da un maldestro veterinario piombinese. L’uomo aveva tentato di sterilizzare l’animale ma l’intervento era stato mal realizzato. Così, per nascondere il clamoroso errore si era presentato nello studio di Melosi con la cagnetta in fin di vita inventandosi una storia fantasiosa: ad operare Maya - spiegò il veterinario al presidente dell’Ordine - era stato un abusivo rumeno a cui i proprietari si erano affidati per la somma di 50 euro. Lui era intervenuto successivamente per tentare di salvarla. Subito si scatenò la caccia al rumeno, ma la versione del veterinario piombinese ebbe vita breve. I padroni del cane raccontarono di essersi rivolti direttamente a lui per la cifra di 350 euro. Melosi denunciò subito il fatto ai carabinieri ed eseguì l’autopsia sulla bestiola fornendo elementi utili a smentire la versione del veterinario macellaio che è stato denunciato. di Maria Meini CECINA É nato come una battaglia d'amore verso gli animali il movimento di liberazione dei beagle di Green Hill, i cuccioli destinati ai laboratori di vivisezione, ma come tutte le guerre rischia di lasciare sul campo vittime innocenti. Condannate sulla base di indizi sommari. É il caso del dottor Marco Melosi, medico veterinario con un curriculum ultratrentennale, presidente dell’Anmvi (l’Associazione nazionale medici veterinari italiani) e presidente dell’Ordine dei veterinari di Livorno: da due giorni è bersaglio di attacchi furibondi su facebook, via e-mail e sulle agenzie di stampa da parte del gruppo Contro Green Hill, a cui si sono aggiunti Lav ed Enpa (che chiedono le sue dimissioni dagli enti istituzionali) associazioni con le quali Melosi ha spesso collaborato per la soluzione di casi di maltrattamento o randagismo. Il motivo di questi attacchi lo troviamo su un post pubblicato sul profilo Fb del gruppo animalista, dove il nome di Melosi è additato insieme a quello di altri due medici veterinari come membro del team di consulenti dell'azienda di Montichiari. Melosi è sconvolto dalla campagna d'odio che gli è stata scatenata contro: il post, che contiene nome, indirizzo e numero telefonico del professionista, ha ricevuto più di un centinaio di commenti di insulti, offese pesanti e inviti a non servirsi più del suo ambulatorio. Non riesce a trattenere le lacrime, Melosi, che tuttavia ha risposto al post proclamando la sua estraneità ai fatti. «Non mi rendo conto come possa essere successa una cosa del genere. Io non sono un consulente della Green Hill, è una notizia falsa». La smentita arriva anche dall'Anmvi, che minaccia di denunciare gli autori di questa campagna di denigrazione. L'aspetto più inquietante è capire come il nome di Melosi sia finito in questa lista di proscrizione senza verifica di sorta. «Circa un mese fa - spiega il veterinario - l'ufficio legale della Green Hill mi contattò per chiedermi di far parte di un gruppo di esperti per redigere una controperizia, io risposi di no. Il mio nome, come quello di altri colleghi, era stato scelto, mi spiegarono, tra figure professionali con incarichi a livello nazionale per formare un team istituzionale in risposta alle accuse del tribunale». Aggiunge Melosi: «Non so come gli animalisti abbiano avuto e perché abbiano utilizzato il mio nome. Io non ho mai fatto parte di questa commissione». Che peraltro ha già espresso il suo parere, respinto venerdì dal tribunale del riesame. Una nota positiva per Melosi: i commenti che si stanno moltiplicando in sua difesa .
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GEA PRESS
6 AGOSTO 2012
Vivisezione e art. 14 – se ne riparla a settembre
Potrà tornare a riunirsi in qualsiasi momento, ma dal calendario dei lavori del Senato, pubblicato oggi, è praticamente certo che la discussione del ddl 3129 contenete il famoso art 14 riguardante i temi della sperimentazione animale, riprenderà non prima del 3 settembre. Da quella data, infatti, torneranno a riunirsi le Commissioni permanenti del Senato. Tra queste, anche la XIV (Politiche Europee) la quale, per il proseguo dei lavori di cui al ddl 3129 (proposta comunitaria 2011) attende ancora i pareri di altre Commissioni.Da quando la proposta di legge comunitaria è arrivata in XIV Commissione, è apparso come le cose andassero per le lunghe. In modo particolare ad impedire una celere approvazione del ddl sono stati l’art. 25 sulla giustizia ed il 14, che dovrebbe vincolare il Governo a forme più restrittive in tema di sperimentazione animale. Proprio su quest’ultimo punto si è aperta una vera e propria battaglia che ha visto esponenti soprattutto di area PD ma anche Lega, entrare in polemica con la madrina di tale articolo, ovvero l’On.le Michela Vittoria Brambilla. Opposizione è arrivata anche da esponenti del PdL ma l’impressione ricevuta è che sul caso si sia quasi aperta una battaglia personale pur supportata da motivazioni tecniche.Una di queste è la scadenza prevista dalla Direttiva europea sulla sperimentazione animale. L’Italia avrebbe dovuto già da tempo presentare all’Europa le sue proposte restrittive, tra cui quella di vietare nel territorio nazionale, gli allevamenti di cani, gatti e scimmie da destinare alla sperimentazione. Doveva essere allora il Governo Berlusconi. Scadenza passata e rischio infrazione. Ipotesi questa non esclusa neanche dal Ministro degli Affari Europei Enzo Moavero proprio in XIV Commissione. Lo stesso Ministro, però, aveva annunciato la volontà del Governo di continuare i lavori parlamentari. Volontà confermata anche dal Ministro della Salute Balduzzi. La risposta del fronte del no, fu invece la proposta di stralcio dell’art. 14. Dovrebbe finire, se attuato lo stralcio, nei tempi lunghissimi dei lavori ordinari della Commissione Salute.Intanto, salvo novità, tutti in vacanza…
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IB TIMES
6 AGOSTO 2012
Sospetti sul latte, causerebbe l'osteoporosi -VIDEO-
L'uomo è l'unico "animale" che dopo lo svezzamento continua ad assumere latte.
Dal latte materno, il bambino riceve le componenti nutritive fondamentali per la sua fase di crescita: acqua, proteine, grassi, zuccheri, ferro, vitamine, enzimi e fermenti lattici. Com'è facile immaginare, in ogni mammifero, il latte ha una composizione nettamente diversa e appropriata alle esigenze dei diversi cuccioli.Quanto appena detto si correla con il discorso secondo il quale, il latte vaccino è certamente ottimo alimento per un vitello, ma non per un essere umano, visto il contenuto di proteine tre volte superiore a quello prodotto dalla donna in fase di allattamento.Forse proprio queste osservazioni, connesse alla presa di coscienza del fatto che eschimesi ed altre popolazioni nordiche consumatrici di latte sono le maggiormente soggette a casi di osteoporosi frequenti, ha spinto gli scienziati ad indagare in merito.Secondo alcuni studi, di cui i risultati vennero pubblicati nel 1994 sull'American Journal of Epidemiology, una squadra guidata da Robert Cummings esaminò 416 pazienti, con l'obiettivo di valutare le conseguenze e le reazioni che sul fisico poteva avere l'assunsione costante di alcune sostanze, spesso al centro di indagini, come il caffè ed i prodotti lattiero-caseari. La squadra di scienziati si concentrò nel valutare quale fossero i soggetti più propensi, in fase di sottopeso e sovrappeso, al rischio di fratture dell'anca.Da quanto si potè dedurre, si notò come il consumo di prodotti lattiero-caseari, in particolare intorno ai 20 anni, è associato all'aumento del rischio di frattura dell'anca in età anziana.Come tutti sanno, la frattura all'anca è spesso causata da osteoporosi e cioè per dirla in soldoni, carenza di calcio nella ossa. Ma perchè quindi il latte, ricco di calcio, viene sottoposto e ritenuto responsabile di tale problema?La risposta sembrerebbe esser contenuta nel processo assimilativo del latte e di tutti i prodotti che contengono latticini, in particolare con presenza in essi di grassi saturi, vitamina D e proteine animali.Tali fattori, nel momento dell'assimilazione, comportano un aumento degli acidi nel sangue, spingendo l'organismo a sottrarre calcio alle ossa (oltre che dai denti e altri tessuti) per neutralizzare tale acidità. Come uno strozzino, il latte vi presterà inizialmente una buona quantità di calcio ma, alla fine del ciclo digestivo e di assimilazione, ne consumerà più di quello che vi avrà dato.Gli studi vennero pubblicati da Allen Carr, un noto scrittore britannio nel libro "è facile controllare il peso se sai come farlo" in cui si sollevò subito il problema che come spesso avviene in certi casi, rimase nel "sottobosco", forse perchè rompe le più diffuse teorie mediche secondo le quali il latte è fondamentale nelle diete di ogni età.Dove assimilare quindi il calcio "sano" se così possiamo definirlo? La risposta anche qui non sembra essere molto difficile. Il calcio infatti è presente oltre che nei latticini, in una fonte ancor migliore, nella semplice acqua, oppure nei legumi, nella frutta secca, nei cereali ed in altri prodotti vegetali, i quali sembrano davvero combattere l'osteoporosi ed aiutare l'organismo.Quindi, se si può dare un consiglio, l'invito è di documentarsi in materia e parlarne, invitando alla riflessione i medici ed affiancando la tesi che si riterrà più opportuna, anche se a pensarla non proprio bene sul latte non sono soltanto gli scienziati d'oltreoceano. Quanto appena detto è dimostrato da alcune teorie come quella alquanto recente del Prof. Franco Berrino, primario del dipartimento di epidemiologia all'istituto dei tumori di Milano, con cui abbiamo aperto il nostro articolo.
http://it.ibtimes.com/articles/34421/20120806/latte.htm
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GEA PRESS
7 AGOSTO 2012
Spotorno (SV) – gatti bastonati e avvelenati
Intervento dell'ENPA di Savona.
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Parco della Magiarda a Spotorno (SV), off limit per gli animali. Dopo i cinghiali uccisi a fucilate a seguito di intervento della Polizia Provinciale, del Comune e della Prefettura, è ora la volta dei gatti. In quattro, infatti, sono stati trovati avvelenati dai volontari dell’ENPA di Savona, mentre un quinto micio è stato rinvenuto con la colonna vertebrale fratturata. Il tutto nei pressi del Parco della Magiarda. Il gattino con la colonna vertebrale spezzata da un colpo di bastone, è stato subito ricoverato dall’ENPA. A nulla, purtroppo, sono valse le cure dei Veterinari.Chi si sta sfogando ora sui gatti? Di certo la presenza dei cinghiali, “risolta” a colpi di fucile, si è avuta a seguito delle attenzioni di alcuni cittadini che fornivano loro da mangiare. Cosa non condivisibile, dicono all’ENPA. Ora però altri cittadini stanno distribuendo il veleno per i gatti. A morire i mici della colonia felina, da anni amorevolmente accudita dai volontari.Le Guardie Zoofile dell’ENPA si stanno ora interessando del caso, attivando le indagini. L’invito, rivolto ai cittadini, è quello di collaborare fornendo informazioni utili a rintracciare l’avvelenatore. Alle autorità, invece, di abbassare il fucile e assecondare, come già fanno i cacciatori “senza che nessuno fiati” dicono all’ENPA, il desiderio di nutrire i cinghiali in aree lontane dal Parco. Animali che stanno già pagando la penuria di cibo a seguito della prolungata siccità.Intanto, dopo i pallettoni per i cinghiali, arriva (questa volta in maniera illegale) la morte per i gatti. Colpiti dai bastoni e uccisi dal veleno.
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ABRUZZO 24 ORE
7 AGOSTO 2012
Incendio a Roio, piccoli animali bruciati vivi come inneschi
Roio (Chieti) - Se la notizia fosse confermata sarebbe raccapricciante, parrebbe che per appiccare l'incendio, cha a questo punto sarebbe doloso, il piromane abbia utilizzato piccoli animali, come gatti o roditori, bruciati vivi e liberati nel sottobosco.Le indagini che sta conducendo il Corpo Forestale dello Stato dalle prime indiscrezioni parlano proprio di questo metodo raccapricciante, ma assolutamente efficace per appiccare il fuoco dove sarebbe troppo difficile o pericoloso per il piromane.Si fa quindi concreta la pista del piromane e a incendio quasi domato scattano le indagini per stabilire chi e perchè ha compiuto un tale gesto.
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L'UNIONE SARDA
7 AGOSTO 2012
Cagliari, cani intrappolati sotto il sole
I padroni si divertono nella sala bingo
Due cani rinchiusi dentro un furgone in via Calamattia sotto il sole cocente. I proprietari, che nel frattempo si trovavano dentro la sala bingo, sono stati denunciati per maltrattamento di animali.
Abbandonati dentro un furgone, per ore, sotto il sole cocente. Domenica una coppia di Sinnai ha preferito trascorrere il tempo dentro la sala bingo di via Calamattia, lasciando, nel frattempo, i suoi due cani di piccola taglia chiusi dentro il furgone. Intorno alle ore 17,50 un equipaggio della squadra Volante, su disposizione della Sala Operativa, si è presentato proprio in via Calamattia dove era stata segnalata la presenza dei due cuccioli sofferenti. Subito gli agenti hanno liberato i due cani che sono stati sottoposti alle cure di un veterinario. Notata la presenza della polizia, i due proprietari dei cani sono usciti dalla sala bingo. E sono stati denunciati per maltrattamento di animali.
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LA NUOVA SARDEGNA
7 AGOSTO 2012
Due cani nel furgone rovente: denunciati i proprietari
CAGLIARI - I padroni seduti tranquillamente al fresco in uno dei tavoli della sala Bingo di via Calamattia, non prima di aver lasciato il loro furgone parcheggiato sotto il sole rovente, con all’interno dua cani di piccola taglia, che dopo un po’ apparivano stremati. Così li hanno trovati domenica pomeriggio gli agenti della Volante, intervenuti dopo una segnalazione al 113. Incuriositi dalla presenza della “pantera” i proprietari delle due bestiole sono quindi usciti dal Bingo. Identificati, sono stati denunciati per maltrattamento di animali. |
IL GIORNALE
7 AGOSTO 2012
Va all'Acquario e abbandona il cane nell'auto al sole
Genova - Poco dopo l'una del pomeriggio di ieri, a Caricamento: il sole allo zenit «picchia» implacabile sulle teste dei passanti che attraversano velocemente la piazza cercando un filo d'ombra sotto i portici. L'asfalto brucia, ma ancora di più brucia l'interno delle auto posteggiate nelle vicinanze. In una di queste, sta letteralmente boccheggiando un cane, in evidente stato di disidratazione. Ma i pochi che si accorgono della sofferenza dell'animale stentano a credere che il padrone del quattrozampe abbia un impegno che va oltre i pochi minuti: «Che diamine! - pensano - Lui dev'essere nei paraggi, sarà andato a prendere le sigarette e torna subito». Invece... Invece lui, un cittadino peruviano di 27 anni, ha pensato bene - si saprà solo dopo, molto dopo - di andare a visitare l'Acquario, che notoriamente non è una meta da mordi e fuggi. Ce ne vuole, quindi, prima che torni a dare un po' di refrigerio a quella povera bestia. Ops: forse la bestia è un'altra. Ma insomma, qualcuno capisce, e chiama le forze dell'ordine. Intervengono gli agenti di una Volante. Appena in tempo: il cane, che era ai limiti della sopportazione, viene salvato e idratato. Poi, rassicurati sullo stato dell'animale, i poliziotti riescono a identificare e rintracciare il proprietario dell'auto, il peruviano. Che non trova niente di meglio, per giustificarsi, che raccontare «di aver parcheggiato il mezzo in un posto all'ombra (!) per fare la visita con calma». Visto il tipo, gli agenti approfondiscono i controlli e scoprono che l'uomo è privo del certificato di assicurazione della macchina. Scatta la multa. Ma per quanto riguarda l'abbandono del cane sull'autovettura, il ventisettenne viene anche denunciato per maltrattamento di animali.
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LA PROVINCIA DI VARESE
7 AGOSTO 2012
Un pitbull inferocito sbrana il cagnolino di un invalido
Prov. di Bergamo - «Era la sua unica compagnia. Ora è disperato». Non si dà pace Giovanni Villa, di Fara d'Adda, per quanto accaduto al fratello Paolo, invalido civile. Un pitbull, la scorsa settimana, gli ha sbranato il suo fido cagnolino, un bastardino di 3 anni.«Ho voluto denunciare quanto accaduto – racconta – perché quel pitbull era senza museruola e guinzaglio. Inaccettabile. Se mio fratello avesse avuto in braccio il suo cagnolino anche lui avrebbe rischiato». L'episodio si è verificato lungo il viale del cimitero. Paolo si stava recando al camposanto insieme al suo bastardino. L'uomo, a causa di un incidente, è senza mani e un occhio. «Sul viale – racconta Giovanni – ha incrociato un pitbull senza museruola e guinzaglio e in più condotto da due ragazzi di soli 10 e 11 anni».L'animale si è subito scagliato contro il cagnolino sbranandolo. «Mio fratello, nonostante il suo stato – racconta ancora Giovanni – ha cercato di intervenire ma non ce l'ha fatta ed è anche caduto a terra». Alla brutta scena hanno assistito altre persone. Per il bastardino, poi rilasciato dal pitbull, non c'è stato nulla da fare. Sul posto è arrivato il padre dei due giovani che tenevano il pitbull. L'uomo ha garantito che l'animale è assicurato e che qualunque danno sarebbe stato rimborsato. «Niente però – dice Giovanni – potrà ridare a mio fratello il suo cagnolino. Vive da solo e quel bastardino era la sua unica compagnia». L'episodio è stato denunciato alla polizia locale e ai carabinieri.
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EXPRESS NEWS
7 AGOSTO 2012
Cucciolo lasciato morire di fame in gabbia
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Gran Bretagna – Questo giovane bastardo, Brunsden Paul James, 25 anni, è stato condannato a 20 settimane di prigione e al divieto di possedere animali per il resto della sua spregevole vita dal magistrato Court Dartford, per aver torturato un cucciolo.
Uno dei peggiori casi di crudeltà verso gli animali che gli investigatori abbiano mai visto. Il povero Jack è stato trovato morto dagli ispettori della RSCPA, in una gabbietta assolutamente sottodimensionata per la statura del cane, con il fondo ricoperto con almeno 10 centimetri di feci, una orribile puzza di urina e carne in decomposizione, e centinaia di vermi. Il cane, ormai pelle e ossa, è morto di fame e di sete, la scodella vuota, anzi piena di escrementi, ed a quanto pare non avendo nulla da mangiare ha mangiato le proprie feci finchè non è morto, ha raccontato il procuratore Andrew Wiles.‘Non riesco a immaginare nessun essere umano che potrebbe causare tanta sofferenza e angoscia ad un cane.”E’ straziante che questo povero cane abbia vissuto fino alla morte nello squallore di questa gabbia, per fame, sete e in solitudine’ ha affermato Alison Fletcher Inspector RSPCA e poi ha aggiunto: ‘Questo tipo di crudeltà è semplicemente orrenda e chiunque guardando la foto di questo cane può intuirne la sofferenza. ‘La co-proprietaria Stacey Lockhurst Louise, 27 anni, ha ricevuto anch’essa un avviso di garanzia e passerà anche lei le prossime settimane in prigione per la sua grave negligenza.Il povero pastore tedesco è vissuto per tutta la sua triste vita nella gabbietta, e la morte è stata per lui una liberazione. Non ha conosciuto mai l’amore, il gioco, le corse all’aperto. Questo specie di essere umano possedeva anche tre gatti che gli sono stati sequestrati. I responsabili per il benessere degli animali si erano recati nella casa del bastardo nell’ottobre del 2010, quando il cucciolo aveva solo 16 settimane di vita, ed avevano invitato l’uomo a dare al cane un rifugio più comodo, già all’epoca la gabbia era ritenuta troppo piccola. A maggio di quest’anno hanno fatto una visita a sorpresa nella casa e si sono trovati di fronte a questa scena tremenda, denunciando immediatamente il proprietario.
E’ possibile riprodurre l’articolo citando chiaramente la fonte con link attivo
http://www.express-news.it/assurdo/cucciolo-lasciato-morire-di-fame-in-gabbia/
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L'ARENA
7 AGOSTO 2012
Ecco l'orso, gioca a Prà Alpesina
SENSAZIONALE. Sabato pomeriggio l'incontro ravvicinato con l'animale che non s'è spaventato per la presenza dei turisti ma, anzi, li ha intrattenuti con mille acrobazie
È stato visto e immortalato da una famiglia intenta a fare un pic nic sul prato vicino a malga Dossioli: «Si è esibito per un'ora in un divertente show» ![]()
L'orso gioca con il palo che segnala i sentieri della zona.
A immortalarlo è l'obbiettivo del nostro lettore Maurizio Rodegheri
che ha raccontato l'emozionante incontro.Secondo i forestali si tratta di M11
due anni, in dispersione al parco dell'Adamello
Vittorio Zambaldo
Prov. di Verona - C'è un orso che gioca, si diverte e fa la star sulle pendici del Baldo: in tre mesi di presenza sono numerosi gli avvistamenti e altrettanto belle le foto che turisti ed escursionisti sono riusciti a scattare a un animale selvatico che non sembra affatto impaurito dalla presenza umana. L'ultimo avvistamento è di sabato pomeriggio vicino alla seggiovia di Prà Alpesina nei pressi di Malga Dossioli, sul versante Trentino del Baldo verso la Val d'Adige, a pochi chilometri dal confine con la provincia scaligera. La fortuna dell'incontro è toccata questa volta a Maurizio Rodegheri che con i figli adolescenti e il cognato era partito da Isola della Scala, dove risiede, per una scampagnata in quota. Il gruppo si era da poco sistemato per il picnic sull'erba del prato attorno alla malga, quando dal limitare del bosco è spuntato l'orso, più curioso di loro, stando al racconto dei protagonisti. «Non volevamo credere ai nostri occhi. Prima siamo rimasti fermi perché ci sembrava piccolo e temevamo che ci fosse la madre nei paraggi. Poi abbiamo capito che non usciva nessun altro e ci siamo avvicinati fino a pochi metri». L'orso è entrato nel tiro degli obiettivi e non ha avuto scampo, diventando una star. Sembrava averlo capito perché invece che allontanarsi lasciando delusi i suoi ammiratori, ha deciso di dar prova di abilità, mettendosi a giocare con un palo che regge un segnavia dei sentieri. Così lo prendeva tra le zampe, lo sollevava, si sedeva tenendolo in braccio, mentre gli scatti delle macchine fotografiche diventavano roventi e la sorpresa attirava sempre più persone che si erano aggiunte ai sei fortunati isolani. «Una scampagnata che doveva essere nella normalità si è trasformata per noi in un evento unico», racconta Rodegheri, «per questo incontro ravvicinato con l'orso». Nessuna paura, pare, né da una parte né dall'altra: i turisti hanno osato avvicinarsi fino a quattro cinque metri per poter scattare fotografie, non disponendo di macchine professionali con obiettivi potenti. L'orso ha lasciato fare, ha giocato, annusato l'aria, cercato di prendere al volo qualche insetto che saltava dall'erba del prato, quasi divertito che questo suo comportamento fosse così attraente per tanti umani incuriositi. L'incontro, il trastullo, il book fotografico è durato un'ora, secondo le testimonianze dei presenti, finito in malo modo con l'arrivo rombante di una moto da trial che ha spaventato l'animale e lo ha fatto correre verso il bosco, in un rifugio sicuro e più silenzioso. Marina Campostrini, gestore di Malga Dossioli per conto del Comune di Ala, conferma che sono numerosi gli avvistamenti: «Vengono in malga diversi turisti a raccontarmi di aver visto l'orso: io sono qui tutta l'estate e tutti i giorni, vado spesso a camminare di mattina presto nel bosco ma non l'ho mai visto. Mi piacerebbe incontrarlo, ma non ho ancora avuto questa fortuna: i Forestali mi hanno confermato che è qui da tempo e gira spesso in questa zona», conferma la donna. Per adesso non ha mai avuto problemi con la vicinanza dell'orso: «Non teniamo né animali da allevamento né animali domestici. L'orso non ha alcun interesse ad aggirarsi attorno alla malga», aggiunge, «anche perché le guardie forestali ci hanno raccomandato di non lasciare in giro rifiuti di nessun genere per non attirarlo. L'abitudine a cibarsi di avanzi può essergli fatale perché abituandosi a questa alimentazione cercherà sempre il contatto con l'uomo e prima o poi sarà destinato ad essere abbattuto se diventerà troppo confidente», conclude Marina. In occasione di un precedente avvistamento Fausto Zoller, ispettore superiore e comandante della stazione del Corpo Forestale dello Stato di Brenzone, che collabora con i colleghi trentini impegnati nel Progetto Orso, aveva segnalato che potrebbe trattarsi di M11, un orso giovane maschio di circa due anni in dispersione dal Parco dell'Adamello Brenta dove è nato. Non si sono ancora raccolti reperti biologici per stabilire con certezza l'identità, ma si presume che sia questa. Non è il primo orso che frequenta il Baldo: ne sono arrivati in precedenza altri tre negli anni scorsi, tutti soggetti giovani alla ricerca di una femmina, ma non trovandola hanno abbandonato l'aerale. La raccomandazione è di tenersi a distanza di sicurezza, soprattutto se l'orso è intento a mangiare, non lanciare cibo di nessun genere verso l'animale o abbandonare alimenti nei prati e nei boschi, pratiche vietate dalla legge; non correre o gridare, ma comportarsi con naturalezza e con movimenti lenti prendendo la direzione opposta.
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GREEN STYLE
7 AGOSTO 2012
Leoni avvelenati da un passante allo zoo di Berlino
Brutta avventura per Aru e Aketi, due leoni ospitati allo zoo di Berlino: i maestosi felini sarebbero stati infatti avvelenati da un passante non ancora identificato. I due animali sono in gravi condizioni, sebbene probabilmente non in pericolo di vita, mentre non si capiscono le motivazioni di questo scellerato gesto.A darne notizia è il Daily Mail, riportando uno scenario davvero inquietante: da 5 giorni i due leoni, un maschio e una femmina, secernono di continuo bava e schiuma dalle fauci e si rifiutano di mangiare e di bere. I veterinari dello zoo parlano di un avvelenamento con conseguenti forti coliche, anche se il veleno in questione non è ancora stato identificato. L’unico motivazione della contaminazione pare essere l’azione di un visitatore, che avrebbe gettato nella gabbia degli animali alimenti opportunamente modificati.Si dovrà attendere qualche giorno prima di ricevere gli esami tossicologici sul sangue dei due felini, nel frattempo si sono messe in atto tutte le procedure di assistenza e mantenimento affinché i due leoni non passino a miglior vita. Sono state condotte indagini anche sul cibo normalmente servito all’interno dello zoo, ma nessuna traccia di sostanza pericolosa è stata rilevata. La causa deve essere perciò esterna e, così, la probabilità che il tutto sia opera di un folle di passaggio diventa sempre più probabile.Ma quali sono le motivazioni alla base di un’azione così insensata, per uno zoo che esiste da 168 anni e vede passare più di 3 milioni di persone ogni 12 mesi? Di certo non può essere opera di un animalista contrario alla cattività di questi animali, perché nessun amante dei felini li avvelenerebbe per manifestare il proprio dissenso. Il caso, perciò, rimane ancora un mistero.
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GEA PRESS
7 AGOSTO 2012
Paul McCartney: salvate l’elefantino Sunder
Si è unito anche Paul McCartney all’appello lanciato da Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) in favore di Sunder, giovane elefante attualmente detenuto in un tempio Indù. Catturato in una foresta del Kerala, uno Stato dell’India meridionale, l’elefante si presenta smagrito e con un occhio ferito. L’animale, infatti, è stato lungamente maltrattato dal suo padrone che lo ha ora abbandonato in un capannone vicino al tempio. Sunder è costretto con corte catene, a dei picchetti piantati in terra.Paul McCartney, rispondendo all’appello di Peta, ha scritto ai Ministri indiani competenti, ricordando che il mondo sta seguendo la storia dell’elefantino Sunder. “Ho visto fotografie di Sunder – ha scritto l’ex Beatles – Mi appello a voi affinchè il giovane elefante possa essere riabilitato e tornare nella foresta“.L’elefantino dovrebbe però essere acquisito dalle autorità indiane, cosa non semplicissima, visto che la presenza presso il tempio ha ovviamente un chiaro significato religioso. L’elefante, nella religione Indù, rappresenta Ganesh, ovvero una delle rappresentazioni di Dio più diffuse. A lui sono dedicati i templi dove ancora vengono destinati gli elefanti, specie nel Kerala.Secondo Peta, anche in India vi è una crescente sensibilità verso i problemi degli animali. Gli elefanti, soprattutto se poco avvezzi all’addestramento, vengono selvaggiamente picchiati. Per loro, cibo e spazi inadatti. Il risultato dell’addestramento dell’uomo è visibile negli ossessivi ondeggiamenti che caratterizzano la loro detenzione.“Anni della sua vita – ha detto Paul McCartney nella sua lettera in favore di Sunder – sono stati rovinati dai maltrattamenti. Ve ne è veramente abbastanza“.
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LA ZAMPA.IT
9 AGOSTO 2012
"Liberate l'elefantino Sunder"
Appello internazionale per l'animale tenuto alla catena e con poco cibo all'interno di un tempio in uno stato indiano
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L'elefantino Sunder
New Delhi Un elefantino, maltrattato e tenuto in catene in un tempio in India, sta diventando un caso internazionale dopo aver suscitato l’attenzione dell’ex Beatles, Paul McCartney, e della sexy bagnina Pamela Anderson. Le due star hanno infatti rivolto un appello alle autorità indiane perchè intervengano e trovino una sistemazione adeguata per il baby pachiderma chiuso da circa sei anni in un tempio dello stato centrale del Maharashtra.
È quanto si legge in un comunicato dell’associazione Peta (People for Ethical Treatment of Animals), che gode di un forte seguito in India e che, sul suo website, ha lanciato una campagna per la liberazione del povero animale in una riserva protetta. Il giovane elefante di 13 anni, di nome Sunder («bello» in hindi), era stato picchiato e torturato dal suo "mahut" (l’addestratore) poi scappato dopo la denuncia alla polizia da parte di alcuni attivisti. Era poi stato donato a un tempio, il Jyotiba Temple, nel distretto di Kolhapur, dove però è tenuto ai ceppi, in una stanza buia e nutrito con poco cibo. Ha anche bisogno urgente di cure mediche per una ferita al’occhio e altre sul corpo. Tra i primi a rispondere, è stato il cantante Paul McCartney che, in una pausa delle prove per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra, ha scritto una lettera al ministro delle Foreste del Maharashtra Patangrao Shripatrao Kadam. Poi è stata la volta della Anderson, nota al pubblico indiano per la partecipazione a un famoso reality nel 2010. Definendo gli elefanti »creature di Dio«, l’attrice ha rivolto un accorato appello alle autorità locali: »Sono commossa fino alle lacrime dalla sorte dell’elefantino Sunder che è forse stato donato al tempio di Jyotiba con le migliori intenzioni. Sono sicura che anche voi siete siete toccati dalle sofferenze causate a questo piccolo che ha l’età di mio figlio e che è sensibile come ogni bambino«. Peta e altre associazioni si battono da tempo contro la pratica di tenere elefanti nei templi da usare per le processioni religiose o come simbolo della dio-elefante induista Ganesh. (Fonte: Ansa) |
AGI
7 AGOSTO 2012
Balena e balenotto feriti in scontro con traghetto australiano
Sydney - Una balena megattera e il suo balenotto sono rimasti feriti dopo una collisione con un traghetto nel porto di Sydney ieri mattina. I testimoni hanno dichiarato che gli animali sono apparsi improvvisamente davanti alla barca. Il traghetto che operava da Circular Quay a Manly si e' scontrato contro gli animali, subendo un pesante danneggiamento all'elica, secondo quanto riportato dal Sydney Morning Herald. Le riprese aeree hanno identificato gli animali feriti: una balena megattera femmina con una lesione vicino alla pinna dorsale e il suo balenotto con uno squarcio di ottanta centimetri. Richard Ford del Whale Watching Sydney ha detto "abbiamo visto la balena scontrarsi con l'imbarcazione, risalire un po' superficie e poi riprendere a nuotare. Sapevamo tutti che le balene si trovavano nei paraggi perche' era stato diffuso un avviso in precedenza alla radio. Ma il capitano del traghetto ha dichiarato che gli animali sono spuntati davanti all'imbarcazione all'improvviso, quando non c'era nulla da fare per evitare la collisione. L'incidente e' avvenuto al largo della zona di Clifton Gardens. Le balene hanno una straordinaria capacita' di recupero, quindi con ogni probabilita' gli animali si riprenderanno".
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LA PROVINCIA DI VARESE
7 AGOSTO 2012
Minnie, maialina speciale
Ama l'acqua e sta in piscina
VARESE - I maiali sono animali sporchi? Falso, adorano l'acqua. Come Minnie, la maialina domestica della fattoria Valle Luna di Calcinate degli Orrigoni.
Una storia, quella di Minnie, che sembra presa pari pari da un cartone animato della Disney. Destinata a morire perché la sua mamma non aveva latte, allevata prima a mano, poi dalle capre che l'hanno allattata come un proprio cucciolo (non senza qualche problema dovuto all'appetito insaziabile della maialina), adesso Minnie è una splendida fattrice. La principessa della fattoria. Per capire che Minnie è un maiale speciale basta fare un giro in via Valle Luna. Minnie ha una sua piscina, dove nuota beata e trova refrigerio. Un ottimo rimedio contro il caldo di questi giorni, tanto da rimane immersa in acqua per gran parte della giornata. «Ci teniamo molto al benessere dei nostri animali» dice Sabrina Spada, titolare della fattoria, orgogliosa della sua Minnie che è proprio come un cagnolino: risponde anche al richiamo con un grugnito. I pregiudizi dicono che i maiali siano buoni solo per fare i prosciutti, invece la maialina si è subito abituata alla casa della proprietaria come un normale animale domestico. Ha imparato il proprio nome, che in un primo tempo era Topolina e che poi è diventato Minnie. «Si contendeva le mie attenzioni con i cani, con i quali ha iniziato subito a giocare, come se fossero della sua stessa specie - continua Sabrina - Anche adesso si comporta come un cane. Scava in giardino facendo dei veri e propri danni. Ogni tanto ci fanno venire voglia di chiuderla in un recinto. Ma poi la simpatia di Minnie vince sempre e la lasciamo libera di vagare». Minnie è diventata una vera e propria star nel rione: i bambini impazziscono per le sue macchie scure e per la facilità con cui interagisce con gli esseri umani. In molti passano dalla fattoria per dare un'occhiata, accertarsi della buona salute, magari scattare una fotografia. Della serie: vietato fare distinzioni tra animali di serie A e di serie B. Basta trattarli con amore e sono tutti uguali.
FOTO
http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/306387_minnie_maialina_speciale_ama_lacqua_e_sta_in_piscina/
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INFILTRATO.IT
7 AGOSTO 2012
RAPPORTO ZOOMAFIA 2012/ La mattanza degli animali, anche in Molise Animali torturati, seviziati, uccisi, abbandonati; infiltrazioni mafiose nelle procedure di macellazione delle carni: questo è il quadro regressivo che emerge nel dossier Zoomafia 2012. E in Molise? La situazione non è delle migliori e tra i tanti esempi spiccano i maltrattamenti e gli abusi compiuti nel canile di Poggio Sannita con cani allevati in condizioni «orripilanti, denutriti e con la rogna» ci dicono i bene informati.
Maria Cristina Giovannitti
Leggere il rapporto Zoomafia redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV, non è del tutto confortante: nel 2011 sono state in netto aumento le violenza e le barbarie compiute sugli animali. In crescita le infiltrazioni mafiose anche nella zootecnia volte ad accrescere il business malavitoso del commercio di carni: elusi i controlli medici sui prodotti da macello, animali allevati in condizioni di cattività e non a norma, come per esempio polli cresciuti nei garage per poi essere venduti, contraffazioni delle carni, falsi marchi, pascoli abusivi e chi più ne ha più ne metta per truffare il cittadino e la sua salute a favore delle lobby criminali. E così nel 2011 è cresciuto questo fenomeno definito la ‘Cupola del Bestiame’. In crescendo anche l’importazione illegale di cuccioli dai Paesi dell’Est, in particolare provenienti dalla Slovacchia, nel 2011 ne sono stati sequestrati 750 e denunciate almeno 39 persone, ed in aumento anche i casi di combattimenti tra cani, anche se non è più una situazione di criticità come è stata dieci anni fa. Continua incessante il fenomeno del contrabbando di animali protetti, in via d’estinzione o esotici venduti a spudorati collezionisti o semplicemente fanatici delle mode, incentivando la “biopirateria”.Dal dossier emerge anche l’aumento delle torture sugli animali, spesso usati come oggetto di molestia da parte di stalker per ferire emotivamente le proprie vittime. E prosegue in crescita anche l’uso di gesti intimidatori e tipicamente “mafiosi” con animali seviziati, basti pensare che nel 2011 circa 20 cavalli sono stati uccisi o strangolati solo ‘per avvertimento’. Inoltre le violenze animali, le truffe e soprattutto le scommesse clandestine passano soprattutto tramite il web. Internet, nell’ultimo periodo, con non troppa difficoltà ci permette di poter trovare foto di animali barbaramente uccisi o video che riprendono delle sevizie, solo per un gusto sadico e malato.Dati positivi: aumentano le denunce contro i reati animali ed il 2011 ha avuto la più alta percentuale di fascicoli aperti a carico di noti e di ignoti, circa 3132 provvedimenti contro maltrattamenti e detenzioni incivili per gli animali; mentre è in diminuzione il numero delle corse clandestine a discapito dell’aumento dei cavalli sequestrati perché si è infittito il controllo nelle scuderie.E la Regione Molise? Ricordiamo che non sempre il Molise è spiccato come merito di civiltà verso gli animali: a Campobasso nel 2008 l’amministrazione comunale di Giuseppe Di Fabio con un ordinanza che suscitò non poco scalpore vietò di dare da mangiare ai randagi mentre è recente il provvedimento del sindaco di Cerro a Volturno, Vincenzo Iannarelli, che ha vietato ai cani di abbaiare dalle 13 alle 16 e dalle 21 fino alle 8.30, una scelta tragicomica.Nonostante alcune ingiustificate titubanze nel risponderci e la pausa estiva di alcune associazioni animalisti, abbiamo contattato un volontario (che vuole restare anonimo) del comitato animalisti UGDA – Comitato Ufficio del Garante dei Diritti dell’Animale - per cercare di capire se anche in Molise, terra ricca di fauna, l’inciviltà verso gli animali è in aumento. Esiste anche in Molise la criminalità sugli animali? No, in Molise no. E casi di abbandono, maltrattamenti o corse clandestine? Le corse clandestine in Molise non ci sono però casi di abbandoni e maltrattamenti sugli animali si, molti. Prendi per esempio il caso del Canile Abusivo di Poggio Sannita in provincia di Isernia. Il canile di Poggio Sannita è un caso di detenzione e maltrattamento animale che vede da anni associazioni animaliste combattere per la chiusura. Alcuni lo hanno definito la villa degli orrori, altri lo hanno paragonato al lager di Green Hill ed in effetti sembrano avere anche un epilogo simile e felice: lo scorso 11 luglio l’Assessore Regionale alla Sanità, Filoteo Di Sandro ha comunicato che il canile dell’agro isernino sarà finalmente smantellato e i cani saranno affidati alle cure di persone competenti in strutture idonee. Il ‘caso Poggio Sannita’ si concluderà con lo smantellamento della struttura, che ne pensa? Si, dovrebbe essere smantellata. Il vero problema per questo canile abusivo sono stati i diciassette anni di governo dell’amministrazione comunale precedente. In che condizioni hanno vissuto gli animali lì dentro? In condizioni orripilanti. Tutti mal nutriti e non curati. Molti hanno la rogna. Quanti cani ci sono? Dovrebbero essere cento ma credo che la signora abbia accolto altri cani nonostante ci fosse un sequestro amministrativo e divieto di fare entrare e o uscire i cani. Chi è la signora che gestisce il canile? E’ la signora Rita Bonadies, che ha uno sfratto esecutivo pendente. Sono stato anche querelato dalla signora in questione. E su che basi? Truffa, violazione di domicilio, appropriazione indebita. Per fortuna la querela è stata archiviata. Ed in effetti ci invia l’ordinanza di archiviazione della querela esposta dalla signora Rita Bonadies perché i reati sono inesistenti. Ma se tiriamo le somme anche il Molise fa la sua pessima figura in materia di inciviltà e barbarie sugli animali. |
GEA PRESS
7 AGOSTO 2012
Liberazione di cardellini, ma chi li cattura non rischia più il furto al patrimonio dello Stato
Nuovo intervento contro l’uccellagione, pratica grandemente diffusa in Italia e che vede ogni anno tantissimi piccoli uccelli canori protetti dalla legge, catturati per essere venduti spesso in veri e propri mercati illegali, come quelli di Napoli e Palermo. Ad intervenire gli Agenti del Servizio Tutela del Patrimonio Faunistico della Polizia Provinciale di Cosenza. L’impianto per la cattura dei fringillidi selvatici, era stato sistemato in località Taverna, nel Comune di Montalto Uffugo. Una rete, azionabile tramite una cordicella, era stata adibita per la cattura dei volatili. Già sei cardellini erano rimasti trappolati nella mattinata, mentre altri quattro, utilizzati come richiami, risultavano all’interno delle gabbie. La Polizia provinciale ha così provveduto al sequestro di tutta l’attrezzatura ed alla liberazione (vedi foto) degli uccellini che si presentavano in buone condizioni.Fino ad oggi la legge consentiva di punire gli uccellatori colti in flagranza, con il reato di furto al patrimonio indisponibile dello Stato. Questo se l’uccellatore era una persona priva della licenza di caccia. Ora le cose potrebbero cambiare ed anche per il bracconiere privo di licenza di caccia potrebbero valere solo i blandi reati venatori di natura squisitamente contravvenzionale.Ad esprimersi in tal senso è la Settima Sezione Penale della Cassazione che ha esaminato una Sentenza del Tribunale di Campobasso che aveva a sua volta condannato un bracconiere privo di licenza di caccia, per esercizio abusivo dell’uccellagione, maltrattamento e furto aggravato. Niente furto, solo il piccolo reato di contravvenzione. Così è scritto nella Sentenza depositata lo scorso 3 luglio.La vicenda è destinata a gettare pessima luce su un principio che sembrava ormai consolidato. La fauna, in sostanza, è patrimonio indisponibile dello Stato. Di conseguenza chi uccide, preleva o detiene senza autorizzazione è imputabile dei reati di furto, furto aggravato e ricettazione. La legge sulla caccia ha però escluso dal campo di applicazione di questi reati chi, in possesso di regolare licenza di caccia, infrange la norma. In pratica i cacciatori sorpresi in atto di bracconaggio non sono imputabili di questi tre reati. Di conseguenza, chi non è in possesso di licenza di caccia, ovvero un bracconiere senza licenza di caccia, è imputabile.Secondo la Cassazione, per il reato di uccellagione così non è. Curiose le motivazioni addotte dalla Settima Sezione presieduta dal dott. Aldo Grassi.Secondo la Cassazione, solo per il reato di uccellagione, non c’è differenza tra chi la pratica ed è in possesso di licenza di caccia e chi invece non possiede tale abilitazione. L’uccellagione, in definitiva, è vietata tout court. Di conseguenza non sono neanche minuziosamente previste, come per gli altri reati venatori, le conseguenze dell’inosservanza.Un passo indietro, dunque, in tema di tutela della fauna già abbastanza traballante nel nostro paese. I bracconieri, in molti paesi, dagli Stati Uniti al Gabon fino alla Malesia, rischiano anni di carcere. In Italia una piccola ammenda.
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IL GIORNO
7 AGOSTO 2012
Animali stremati e colture secche: per allevatori e agricoltori lariani scatta l'allarme siccità
Mucche, maiali, galline e api mangiano meno per l'afa e la produzione è in picchiata. L'assenza di acqua sta mettendo in ginocchio anche la cerealicoltura. A rischio un centinaio di imprese. La Coldiretti lancia il monito
di D.D.S.
Lecco - Allarme siccità per l’agricoltura lariana. Nel giro di pochi giorni il livello del lago di Como è calato di mezzo metro e adesso i produttori e gli allevatori della zona sono molto preoccupati, specialmente perché le previsioni meteo non lasciano intendere nulla di buono.Ad essere colpiti sono, prima di tutto, il settore zootecnico e cerealicolo: “Le mucche producono meno latte e il calo è vistoso, anche del 15% - 20% in meno - spiega il presidente di Coldiretti Como-Lecco, Fortunato Trezzi -. Per i bovini il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e, di conseguenza, dalla mungitura si ottiene meno latte”.In diverse stalle sono scattate le contromisure con l’accensione di ventilatori e doccette refrigeranti e l’utilizzo di integratori specifici a base di sali di potassio nell'alimentazione preparata dagli allevatori: accorgimenti che fanno però aumentare esponenzialmente i costi per le imprese, come anche il forte incremento dei costi delle farine, in particolare quelle di soia.Ma l'afa e le temperature elevate hanno tolto l'appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40% in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime e con un conseguente, sostanziale calo dell’accrescimento. Il caldo ha pesanti effetti anche sulle galline, che producono meno uova, e sulle api che non riescono a prendere il polline e il nettare mettendo a rischio la produzione di miele.Anche per la cerealicoltura, dati alla mano, il quadro è tutt’altro che rassicurante della situazione: “La stagione è iniziata male già nel mese di marzo, con semine complicate dall’aridità dei terreni, di difficile aratura: le stime di una contrazione dei raccolti fatte in quei mesi, che indicavano una contrazione del 30%, ora potrebbero essere riviste con un ulteriore ribasso”, sostiene sempre il numero uno provinciale di Coldiretti.“Ai non addetti ai lavori può sembrare impossibile che un territorio come quello comasco e lecchese, bagnato dalle acque di un grande lago e circondato dalle alpi con ghiacciai perenni, possa soffrire queste problematiche: eppure la nostra è una delle province lombarde dove la siccità colpisce più duro e dove gli effetti possono essere più disastrosi”.Il perché lo spiega il direttore interprovinciale dell’organizzazione agricola, Francesco Renzoni, che non esita a puntare il dito contro “il problema di un’insufficiente programmazione delle risorse idriche comune a tutto il nord Italia, che in un territorio come il nostro deve tener conto dei rapporti transfrontalieri con la vicina Svizzera. In pratica, nei decenni scorsi le province altolombarde non si sono dotate di un sistema adeguato di invasi in grado di sopperire a situazioni di annate siccitose che pure, negli ultimi anni, si sono susseguite con una frequenza impressionante”.Sono oltre cento le aziende nelle province di Como e Lecco che, preoccupate, attendono l’evolversi della situazione: tutte coltivano mais “a secco”, ovvero senza l’ausilio di sistemi e canali di irrigazione. Preoccupazione anche per i prati destinati alla fienagione che, perdurando il clima secco, già ora stanno registrando cali più che drastici di produzione al taglio.
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GIORNALETTISMO
7 AGOSTO 2012
“Ecco chi usa i cani per la sperimentazione”
La Lega Anti Vivisezione denuncia e attacca
“l beagle continua ad essere la razza di cani più utilizzata nella ricerca, scelta che non ha alcuna base scientifica, come affinità genetica, anatomica e fisiologia, ma è stata “selezionata” vista la “comodità” del modello: taglia di facile stabulazione, lunghezza e tipo di pelo (per iniezioni e prelievi), resistenza cardiaca, temperamento docile e capacità di vivere in gruppo, caratteristiche che rendono più semplice ed economico il mantenimento dell’animale. Le applicazioni su questa specie sono moltissime: studi di tossicità per le sostanze industriali , tossicità per le sostanze d’abuso, come alcol e stupefacenti; trapianto di organi e tessuti; cancro; test bellici; ricerca di base in qualsiasi settore (compresi quelli sulla deprivazione materna e sull’erezione, prodotta fisicamente, tramite scosse elettriche e impianti odontoiatri ci per testare nuovi apparecchi sulla dentatura del cane, con estrazioni e trapianti negli alveoli)”. A spiegarlo è l’associazione animalista Lav, che pubblica un elenco dei centri dove per gli esperimenti vengono utilizzati cani.
CHI LO FA - Ecco chi utilizza cani in Italia – denuncia la Lav – e per quali esperimenti, con autorizzazioni art.8 e 9 del D.lgs.116/92 (dati più recenti aggiornati al 2008 e 2009, fonte Ministero della Salute: ottenuti dalla LAV grazie ad una vittoria al TAR Lazio). Autorizzazio ni art.8 e 9 del D.lgs.116/92, aggiornamento al 2008:
•Wyeth Lederle S.p.a. – Catania: studio tossicità a 1 mese, 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi, senza anestesia
•Ditta Sigma Tau – Pomezia (Roma): Safety nuovi farmaci via orale e parentale sulle funzioni cardiovasc olari e QT, senza anestesia
•Research Toxicology Center S.p.a. – Pomezia (Roma): innocuità di farmaci, prodotti chimici, biocidi, addittivi alimentari e dispositivi medici, senza anestesia
•Recordati Industria Chimica e Farmaceutica S.p.a. – Latina: molecole farmacologic amente attive su disfunzioni apparato urogenitale e apparato cardiovascolare
•Università degli Studi di Milano: attività moxidectina iniettabile contro Dirofilaria repense, senza anestesia
•Università degli Studi di Bari: valutazione innocuità ed efficacia stipite attenuato di canine coronavirus
•Ditta Abiogen Pharma S.p.a. – Pisa: tossicità somministrazioni ripetute a 1 mese, terapia dell’enfisema, antiossidante, ansiolitico, antidepressivo, senza anestesia Autorizzazio ni art.8 e 9 del D.lgs.116/92, aggiornamento all’anno 2009:
•Istituto Ricerche P.Angeletti S.p.A.
- Pomezia (Roma): ADME composti candidati preclinici, senza anestesia
•Università di Bari: prova clinica di campo efficacia dell’imidacloprid e permetrina, prevenzion e malattie da artropodi (zecche e flebotomi)
•Wyeth Lederle S.p.a. – Catania: aumento numero animali all’autorizz azione decreto n.51/2008-C
ESPERIMENTI SENZA ANESTESIA - “Gli esperimenti senza anestesia, sono i più invasivi perché il cane è totalmente vigile durante tutta l’operazione e il dolore non viene alleviato in alcun modo – afferma la biologa Michela Kuan, responsabile nazionale LAV settore Vivisezione – Oltre ai cani, in Italia sono quasi 900 mila gli animali uccisi per questa falsa scienza in 600 stabulari, un numero incredibilmente alto, considerata l’estensione geografica del nostro Paese. Tali statistiche, peraltro, sono fortemente sottostimate perché non includono invertebrati e animali utilizzati già soppressi: se venissero incluse tutte le categorie non considerate per legge “animali”, il numero salirebbe in maniera impressionante. Non esiste limite alle specie che possono essere impiegate nelle procedure: cani, gatti, scimmie, animali in via d’estinzione e selvatici, anche se quelle più rappresentate continuano ad essere topi e ratti visto il loro basso costo, facile manipolazione e alta prolificità. E così ogni anno nel mondo si raggiunge la sconcertante cifra di 150 milioni di animali allevati, utilizzati e uccisi per dati non trasferibili all’uomo, alimentando una ricerca inutile e dannosa”. AGENPARL
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TUTTO GREEN
7 AGOSTO 2012
Nuova legge UE sulle sperimentazioni sugli animali: luci e ombre
di
La sperimentazione sugli animali fa ancora discutere. Basti pensare a due casi recenti che hanno scatenato polemiche nel nostro paese e in tutto il mondo per i trattamenti crudeli riservati agli animali, ovvero ai presunti rastrellamenti di cani randagi in Ucraina in occasione di Euro 2012 o anche al famigerato Green Hill, soprannominato ”lager” per le atrocità commesse sui cani, sequestrato di recente (LEGGI ARTICOLO).
La discussione si fa però più stringente sulla normativa recentemente emanata dalla UE sulle sperimentazioni e la ricerca che usano gli animali come cavie da laboratorio. Luci e ombre, per i trattamenti stressanti e dolorosi riservati agli animali, sembrano non diminuire anche alla notizia che la recente normativa europea riempirebbe dei vuoti normativi lasciati, in campo di sperimentazione animale, da molti paesi europei.I numeri degli animali destinati alla ricerca e alla sperimentazione sono alti: si parla di 12 milioni in Europa e 900 mila solo in Italia.Così, la nuova normativa europea che sarà in vigore da Gennaio 2013 e dovrà essere adeguata alle leggi dei diversi paesi europei entro 24 mesi, potrebbe portare a nuovi scontri e polemiche tra le due fazioni principali che lottano da sempre in opposizione: gli animalisti da una parte e i sostenitori della ricerca sugli animali dall’altra.Luci e ombre perchè, in realtà, le sfumature sono quasi d’”obbligo” su questo controverso argomento che continua a fare parlare anche ad un paio d’anni di distanza dalla prima emanazione della direttiva europea. Pare infatti che le promesse della direttiva UE di maggiori controlli che precedono le sperimentazioni, dell’impegno a creare nuovi laboratori specializzati sulla ricerca di metodi di sperimentazione alternativi e la limitazione della pratica sperimentale animale per i soli scopi scientifici, non servano a placare l’eterna contrapposizione tra i due gruppi.Nonostante infatti la commissione europea sulle sperimentazioni scientifiche sugli animali cerchi di promuovere la cosiddetta regola delle 3R – che starebbero per Reduction, Replacement e Refinement – insieme ad un orientamento che sostiene trattamenti più “umani” per le cavie da laboratorio, l’opposizione degli animalisti rimane forte. Luci e ombre costellano anche i numerosi casi in deroga all’attuale normativa italiana risalente al 2001. Infatti nonostante il divieto a utilizzare come cavie di laboratorio scimmie antropomorfe, come ornagutan e scimpanzé, ci sarebbero ancora molti casi in deroga (circa il 20%) che riescono a driblare i controlli legislativi.Le luci della normativa, d’altro canto, come il contrasto all’uso degli animali nella sperimentazione di settori industriali come quello bellico, cosmetico o tessile, sono senz’altro positivi ma non sembrano ancora soddisfare completamente le organizzazioni animaliste, come lo stesso Eurogroup for Animals.Non resta che aspettare l’effettiva legge nazionale di recepimento senza attendersi, però, che le luci, le ombre e le sfumature sull’argomento vengano pienamente risolte.
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ECOO
8 AGOSTO 2012
Maltrattamento animali: il cane strangolato dall’accalappiacani [VIDEO]
A Catanzaro un cane è stato strangolato dall’accalappiacani, che aveva l’obiettivo di catturarlo, in modo poi che l’animale fosse affidato ad una struttura di ricovero. Il fatto è documentato in un video che è stato presentato insieme ad una denuncia alla Procura della Repubblica di Catanzaro dal presidente dell’AIDAA, Lorenzo Croce. La denuncia riguarda appunto un caso di maltrattamento di animali.
Il filmato mostra una scena vergognosa. La segnalazione è arrivata dapprima al numero telefonico messo a disposizione dall’associazione, che ha deciso di sottoporre il caso alle autorità. Il filmato è stato girato con un cellulare ed è stato poi condiviso su YouTube. L’AIDAA chiede che il responsabile della vicenda sia perseguito per legge. Inoltre viene chiesto che siano chiarite le responsabilità dei superiori dell’accalappiacani. Il video, che sta facendo il giro della rete, è stato ripreso da una persona che ha assistito alla terribile vicenda che ha coinvolto il povero animale. Si spera che sia fatta giustizia.
VIDEO
http://www.ecoo.it/articolo/maltrattamento-animali-il-cane-strangolato-dall-accalappiacani-video/21679/
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CORRIERE DELLA SERA
8 AGOSTO 2012
La scena della cattura era stata immortalata con alcuni telefonini e diffusa su youtube
Catanzaro, cane strozzato dall'accalappiacani
La denuncia dell'Aidaa alla Procura della Repubblica nata dopo la segnalazione di alcuni cittadini
CATANZARO - Un cane strangolato dall'accalappiacani che avrebbe dovuto catturarlo per affidarlo ad una struttura di ricovero. È quanto documenta un video, allegato ad una denuncia per maltrattamento di animali, presentata alla Procura della Repubblica di Catanzaro dal presidente dell'associazione Aidaa, Lorenzo Croce. Il fatto segnalato nella denuncia, è accaduto nel capoluogo calabrese nei giorni scorsi. «Quello che mostra questo filmato - afferma Croce - è assolutamente vergognoso. La segnalazione arrivata al numero unico di Aidaa e successivamente inoltrata al nostro servizio online di segnalazione reati è raccapricciante. Chiediamo sia fatta chiarezza e giustizia e che chi ha commesso questa nefandezza paghi».
IL FILMATO - Il filmato, girato con un telefono cellulare, è stato diffuso su You Tube. Nella denuncia il presidente dell'associazione Aidaa chiede «che il responsabile di tale strangolamento pubblico del cane sia perseguito ai sensi di legge, cosi come vengano chiarite le eventuali responsabilità dei superiori dell'accalappiacani». Il filmato è stato ripreso da una delle persone che hanno assistito all'accalappiamento del cane. (Fonte: Ansa)
VIDEO E FOTO
http://www.corriere.it/animali/12_agosto_08/catanzaro-cane-strangolato-accalappiacani_b85ca528-e16c-11e1-9da2-92ad47219a78.shtml
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CADO IN PIEDI
9 AGOSTO 2012
"Riprendili che lo stanno ammazzando". Così l'accalappiacani strangola l'animale - video
E’ quanto documenta un video, allegato ad una denuncia per maltrattamento di animali
Un cane strangolato dall'accalappiacani che avrebbe dovuto catturarlo per affidarlo ad una struttura di ricovero. E' quanto documenta un video, allegato ad una denuncia per maltrattamento di animali, presentata alla Procura della Repubblica di Catanzaro dal presidente dell'associazione Aidaa, Lorenzo Croce. Il fatto segnalato nella denuncia, e' accaduto nel capoluogo calabrese nei giorni scorsi.
"Quello che mostra questo filmato - afferma Croce - è assolutamente vergognoso. La segnalazione arrivata al numero unico di Aidaa e successivamente inoltrata al nostro servizio online di segnalazione reati e' raccapricciante. Chiediamo sia fatta chiarezza e giustizia e che chi ha commesso questa nefandezza paghi". Il filmato, girato con un telefono cellulare, è stato diffuso su You Tube. Nella denuncia il presidente dell'associazione Aidaa chiede 'che il responsabile di tale strangolamento pubblico del cane sia perseguito ai sensi di legge, cosi come vengano chiarite le eventuali responsabilita' dei superiori dell'accalappiacani'. Il filmato è stato ripreso da una delle persone che hanno assistito all'accalappiamento del cane.
VIDEO
http://www.cadoinpiedi.it/2012/08/08/riprendili_che_lo_stanno_ammazzando_cosi_laccalappiacani_strangola_lanimale_-_video.html
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IL RESTO DEL CARLINO
8 AGOSTO 2012
Ladri senza scrupoli e senza pietà Avvelenano il cane per poter rubare
Campagnola Il furto è stato sventato, l'animale è in condizioni critiche
di Antonio Lecci
Reggio Emilia - Pur di tentare di entrare in una abitazione privata, a scopo di furto, non hanno esitato ad avvelenare il cane, evitando così che potesse abbaiare, segnalando la presenza degli sconosciuti. L’animale è in gravi condizioni, sottoposto a terapie specifiche da esperti veterinari.E’ accaduto ieri notte, poco dopo le 24, in una abitazione di via fratelli Conti a Ponte Vettigano, tra la frazione del comune di Campagnola e la confinante zona di Rio Saliceto. A quell’ora nella casa della famiglia di Gianpaolo Cantarelli erano quasi tutti a dormire. In cameretta si trovava ancora il nipote diciassettenne del padrone di casa, che nello spegnere il computer ha sentito dei rumori sospetti provenire dall’esterno. Ha urlato per segnalare la possibile intrusione. E anche il cane che era nella casa, un piccolo ma rumoroso chihuahua, ha iniziato ad abbaiare.«Si tratta di un animale – spiega la moglie del capofamiglia – che si agita quando si avvicina qualche sconosciuto. Abbiamo capito che nel cortile c’erano dei malintenzionati». Una volta all’esterno, è stato notato Rex, un pastore tedesco di undici anni che da sempre vive con i Cantarelli.«Il cane – raccontato i proprietari – aveva la bava alla bocca, poi è crollato a terra, non si reggeva più sulle zampe. E’ venuto subito il veterinario, che ha effettuato una prima visita. Rex era stato avvelenato, pare con dei bocconcini a forma di pasta, su cui era stata gettata urina di cagna in calore per indurlo a mangiare. Rex solitamente non accetta cibo dagli sconosciuti. E’ molto diffidente».Affidato a un centro veterinario di Fabbrico, le condizioni del cane ieri risultavano critiche. I ladri, intanto, quando si sono visti scoperti, hanno preferito fuggire, mentre sul posto giungevano i carabinieri. Un’ora prima era stata notata un’auto fermarsi vicino al cancello della casa di via Conti: non si esclude che fossero i ladri che preparavano il colpo.
http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio_emilia/provincia/2012/08/08/755488-furto-cane-avvelenato-ladri-campagnola.shtml
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RAVENNA TODAY 8 AGOSTO 2012
Zoo safari, "Animali maltrattati, ecco a voi il video" Ravenna Punto a Capo continua la sua battaglia contro lo Zoo e divulga i documenti che sono stati depositati in Procura circa un mese fa. Il carteggio riguarda il presunto maltrattamento agli animali
Ravenna Punto a Capo continua la sua battaglia contro lo Zoo e divulga i documenti che sono stati depositati in Procura circa un mese fa. Il carteggio riguarda il presunto maltrattamento agli animali nello zoo le Dune del Delta. "Abbiamo redatto un breve video per la divulgazione, ma la versione integrale di un'ora e mezza è depositata anch'essa in Procura. Il tutto alla conoscenza anche del Giudice Lacentra che aveva mandato il nostro ricorso, presentato in civile, alla Procura affinchè indagassero sul maltrattamento", spiegano in una nota.“Ciò che viene discusso in questo caso non varrebbe solo per lo zoo di Ravenna, ma per tutti quegli zoo che hanno tolto le piccole gabbie, ben camuffando la prigionia, ma con metodo gravissimo per l'etologia animale. Le immagini del video sono state girate da noi, quando in incognito, pagando il biglietto, siamo andati allo zoo", spiegano dal movimento animalista.“Il video di 10 minuti, vuole spiegare, alla fine, l'ipotesi di maltrattamento che la Procura dovrebbe verificare. Nella memoria delle associazioni, redatta dall'avvocato Paola Monaldi, del Foro di Forlì si legge: "Guardando questo zoo, vediamo che gli animali in particolar modo alcune specie, che per natura sono schivi, sfuggenti all'uomo, ai rumori, che amano scappare e correre, che per istinto si difendono anche attaccando; rimanere fermi nei luoghi per loro decisi, senza alcuna reazione alla visita rumorosa e invadente dell'uomo. In particolar modo, sulla mappa degli esecutori, è stato deciso dove saranno i cervi, i mufloni, le zebre, etc. etc.. E nella realtà, gli animali sono e stanno effettivamente lì, senza alcuna reazione. Ci chiediamo come sia possibile e come si ottenga questo risultato ricordando, altresì', che gli animali non agiscono per logica, ma solo per istinto.Guardando il leone nello zoo della Standiana distrugge completamente l'idea che abbiamo nell'immaginario del Re degli animali. Il leone è, appunto, il Re maestoso, forte, sicuro, importante".“ VIDEO http://www.ravennatoday.it/cronaca/video-maltrattamento-zoo-safari-ravenna.html |
ANSA
8 AGOSTO 2012
Cane sui binari, travolta donna romena
Ferita e' adesso ricoverata in gravissime condizioni
ARDORE (REGGIO CALABRIA) - Ha tentato di recuperare il suo cagnolino, che era finito sui binari, ed e' stata travolta da un treno. E' accaduto ad Ardore, nel reggino, dove una donna romena, C.P., di 30 anni, e' stata investita da un convoglio e si trova adesso ricoverata in gravissime condizioni nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Locri. La donna si e' lanciata dietro l'animale senza accorgersi del treno in arrivo, che non ha potuto evitarla.
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GIORNALETTISMO
8 AGOSTO 2012
Quelli che mangiano i cani per combattere il caldo
Sono i sud-coreani: gli animalisti sono in rivolta
In Corea del Sud c’è una tradizione che sta facendo infuriare gli animalisti: è quella di mangiare i cani per combattere il caldo. Si tratta di una festa rituale e tradizionale, nota come Bok-Nal, che ha luogo nei giorni più caldi dell’estate. Per vero, scrive il Daily Mail, mangiare cani è un’usanza sudcoreana che si pratica in tutto l’anno, ma durante i giorni del Bok-Nal i ristoranti di Seoul non si risparmiano nel proporre cani in tutte le varietà di cottura.
LA CALDA ESTATE - A Seoul peraltro questa è l’estate più calda dal 1994, e dunque il consumo di carne di cane sta letteralmente volando.In tutto il mondo, davanti alle ambasciate sudcoreane, gli attivisti animalisti stanno protestando vivacemente mettendo in scena delle manifestazioni simboliche: si chiudono, letteralmente, in gabbia, urlano slogan, esibiscono striscioni. Il gruppo animalista americano “In Defense of Animals” afferma che i gatti e i cani in Sud Corea sono tenuti in gabbie immonde e “uccisi in maniere inimmaginabili come parte del mercato da due miliardi di dollari della carne di cane e di gatto. Due milioni e mezzo di cani sud coreani sono uccisi con l’elettroshock, impiccati, picchiati a morte ogni anno”.
HAMBURGER DI CANE - E non è una frase messa lì così per dire: “La credenza vuole che più grande è la sofferenza inflitta all’animale, più tenera e gustosa sarà la carne, e le sue proprietà salutari mitiche ne risulteranno incrementate”. I coreani mangiano regolarmente hamburger di cane o zampe di cane cucinate con vari procedimenti. Per i gatti il destino è lievemente diverso: “Migliaia di essi sono mangiati in zuppe e diventano parte di bevande toniche”, realizzate a volte lanciando i gatti nell’acqua bollente.
FOTO
http://www.giornalettismo.com/archives/449233/quelli-che-mangiano-i-cani-per-combattere-il-caldo/
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CORRIERE DELLA SERA
8 AGOSTO 2012
PIATTI ESOTICI E POLEMICHE
Zuppa di pinne di pescecane, in tavola nonostante le proteste
Continuano in Asia le proteste. Varie catene alberghiere e aziende rinunciano al piatto, ma la crudele caccia alla pinna continua
Non aver paura dello squalo, abbi paura per lo squalo. Mentre le classiche notizie estive sugli sporadici attacchi all’uomo da parte dei pescecani rimbombano sui media di tutto il mondo, il sistematico massacro di pescecani per farne zuppa di pinne non s’arresta: 73 milioni di squali vengono uccisi ogni anno negli oceani, principalmente con il crudelissimo metodo dello «scalpo» della pinna. E varie specie hanno subito un declino fino al 90 per cento dei propri esemplari. Motivo principale: la zuppetta di pinne, un piatto considerato una tradizionale prelibatezza in molti Paesi orientali. Le proteste e le campagne condotte da molte associazioni conservazioniste hanno portato alcuni frutti. Quest’anno le manifestazioni si sono fatte sentire, dalla Cina a Hong Kong, fino alla Corea del Sud, e il piatto è stato bandito in ristoranti, mense e banchetti privati e ufficiali. Ma non basta.
LA PINNA SPARISCE DAL MENÙ - Hong Kong è la capitale dello smercio di pinne di pescecane: circa la metà del commercio passa di lì, con 10.3 milioni di chili di pinne all’anno, secondo le statistiche rilasciate dal Pew Charitable Trusts Environmental Group, riprese dall’Ufficio Censimento e Statistiche di Hong Kong. Un giro d’affari difficile da calcolare con precisione – data anche la mancanza di regolamentazioni e la pesca illegale – ma sicuramente elevatissimo. A sorpresa, la Spagna è al primo posto nelle esportazioni verso la regione amministrativa speciale della Repubblica Cinese, seguita da Singapore, Taiwan, Indonesia e Emirati Arabi. Qualcosa però sta cambiando: alcune grandi catene alberghiere, come Island Shangri-La e Peninsula, hanno depennato la zuppetta dai loro menù. Sempre ad Hong Kong, la Citi Bank ha fatto una clamorosa retromarcia dopo che una campagna lo scorso anno, in cui si offriva uno sconto del 15 per cento sulla zuppetta acquistata con una delle carte di credito della banca, ha prodotto un disastro d’immagine. E anche le politiche a livello ufficiale cambiano: il mese scorso il governo cinese ha annunciato che non servirà più la pietanza di pinna di pescecane nei banchetti ufficiali.
VECCHIE RESISTENZE - Lo stesso mese, in compenso, lo Stato della California è stato trascinato in tribunale dall’Associazione di quartiere di Chinatown di San Francisco per aver bandito la vendita di pinne di squalo: discriminatorio nei confronti della loro tradizione culturale, questa è la tesi, e dunque incostituzionale. Sarà battaglia, perché la proibizione, che richiama quelle già approvate da Hawaii, Washington e altri Stati americani, dovrebbe essere operativa dall’1 luglio 2013. Vari altri indicatori dimostrano come il trend della caccia alla pinna sia tutt’altro che invertito. Secondo le statistiche rilasciate dalle autorità agro-veterinarie di Singapore, nel 2011 le importazioni di pinne di pescecane hanno registrato un’impennata del 40% in più rispetto all’anno precedente. E ciò nonostante il fatto che vari hotel, come il Fairmont, Swissotel The Stamford e The Fullerton, abbiano aderito alle richieste degli attivisti, come ad Hong Kong.
CRUDELE E INSAPORE - La condanna riguarda principalmente la crudeltà del metodo di «pesca», detto «finning»: le pinne vengono tagliate all’animale vivo, che viene poi ributtato in mare, destinato a morire affondando mentre si dissangua. Il tutto per accontentare palati avidi di ciò che in realtà, come ha ricordato nei giorni scorsi Adam Liaw, editorialista di gastronomia asiatica del Wall Street Journal, non ha nulla di prelibato: le pinne di pescecane sono praticamente insapori, e la loro caratteristica principale è la consistenza gelatinosa. Il gusto sembra dunque più quello psicologico di fare gourmet con il predatore del mare per eccellenza. La battaglia e le iniziative per la protezione degli squali continuano. Proprio ieri Paul Watson, fondatore del battagliero gruppo conservazionista Sea Shepard, è finito nel mirino della Interpol: era stato arrestato maggio scorso in Germania su richiesta del Costa Rica per un episodio risalente al 2002, in cui una nave dell’organizzazione aveva confrontato in mare una flotta impegnata nel «finning». Rilasciato su cauzione, non si è più presentato alle autorità tedesche. Su fronti più soft, al via domenica prossima la «Settimana dello squalo» di Discovery Channel, che celebra quest’anno la sua venticinquesima edizione. Insieme all’associazione conservazionista WildAid e a Gameloft, sarà possibile firmare una petizione anche attraverso Shark Dash, un puzzle game stile cartoon con protagonisti, ovviamente, gli squali.
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LA PROVINCIA DI VARESE 8 AGOSTO 2012
Al posteggio spunta un drago "Innocuo, è stato abbandonato"
VARESE - Un drago barbuto abbandonato a Clivio. Non è arrivato dall'Oceania da solo il sauro di circa 25 centimetri, rinvenuto ieri in un parcheggio, malconcio e con una zampa posteriore fratturata.L'intervento del corpo forestale dello Stato del comando di Arcisate è avvenuto grazie a una segnalazione che ne ha permesso la cattura e l'affidamento alle cure del veterinario. «È una Pogona Vitticeps, meglio conosciuta come drago barbuto, è un animale originario dell'Australia - spiega il dottor Rainer Schneider, che lo sta seguendo -. Questo soggetto ha due o tre mesi circa, non è affatto pericoloso e non fa parte della Cites, quindi non è un animale protetto».Il drago barbuto abitualmente si nutre di piccoli insetti, grilli o tarme, e di insalata, ma nel tempo passato nel parcheggio di Clivio non si è di certo alimentato bene. «Non è in buone condizioni. È esile e ha una frattura al femore, che comunque potrebbe guarire. Solo nei prossimi giorni potremo capire se ce la farà».Un «lucertolino» di questo tipo vive abitualmente in cattività in un terrario.È difficile quindi che sia scappato volontariamente dal padrone, l'unica ipotesi che rimane è perciò quella che chi lo possedeva se ne sia voluto liberare. Una declinazione esotica del triste e incivile rituale dell'abbandono estivo degli animali. «Spesso la gente li prende perché piacciono, senza sapere bene di quali cure necessitino. D'estate va tutto bene, perché l'animale in questione di giorno ha bisogno di una trentina di gradi, ma d'inverno fa più freddo ed è necessario impiegare lampade particolari per mantenere la temperatura».Le spese per il cucciolo esotico aumentano, si avvicinano le ferie e il gioco è fatto. «È quello che accade con un'iguana che diventa troppo grosso». L'appello del veterinario è quello di «capire, prima di prendere un animale, se si può e si è in grado di prendersene cura. Oltre al problema etico dell'abbandono, infatti, c'è sempre la concreta possibilità che l'animale deperisca a seconda del luogo in cui viene lascia o che possa morire. Il maltrattamento ormai è un reato perseguibile penalmente secondo la legge». Per ora la pogona rimarrà in affido alla clinica veterinaria di Casbeno, ma è già possibile offrirsi per l'adozione rivolgendosi al corpo forestale dello Stato. FOTO http://www.laprovinciadivarese.it/stories/varese%20provincia/306548_al_posteggio_spunta_un_drago_innocuo__stato_abbandonato/ |
TM NEWS
9 AGOSTO 2012
Animali/ Aidaa: Un reato contro animali domestici ogni 20 minuti
"Preoccuopa 'moda' degli adolescenti seviziare e uccidere cani
Roma, 9 ago. (TMNews) - In Italia si compie un reato contro gli animali domestici ogni 20 minuti, ma di questi ne viene denunciato alle forze dell'ordine ed alle Procure poco meno di un terzo. Il dato emerge dallo studio delle segnalazioni arrivate nel 2011 agli sportelli on-line di segnalazione reati dell'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) e dai vari rapporti sui reati contro animali delle associazioni e dai dati ufficiali delle denunce presentate alle procure della repubblica in Italia.
"Il fenomeno che maggiormente preoccupa - dice l'Aidaa - è quello degli animali (in particolare i cani) che vengono seviziati ed uccisi dai ragazzini e dagli adolescenti. Si tratta di diverse centinaia di casi l'anno molti dei quali vengono tenuti nascosti tra le mura domestiche per evitare la denuncia contro i propri figli. Seguono i cani dei cacciatori seviziati o uccisi a 'fine carriera'". "In realtà molti di questi reati emergono solo grazie alla rete internet ed ai socialnetwork che riescono a diffondere immagini o filmati rubati durante la loro esecuzione. I reati contro animali che hanno come protagonisti i bambini o gli adolescenti denunciati - continua l'associazione animalista - avvengono maggiormente nelle regioni del Centro-Nord anche se il flusso maggiore di quelli segnalati in qualche modo su Internet e i socialnetwork (che difficilmente finiscono in Procura) sono compiuti nelle regioni del Centro-Sud ed in particolare nella zona di Napoli ed in Sicilia". |
TISCALI
8 AGOSTO 2012
Terrorismo, Operazione del Ros contro gruppo anarco-ambientalista
Roma - Operazione del Ros dei Carabinieri in diverse regioni in Italia e in Germania contro un gruppo di matrice anarco-ambientalista. Dall'alba di oggi, i Carabinieri del ROS e dei Comandi Provinciali competenti stanno effettuando trenta perquisizioni personali e locali disposte dalla Procura della Repubblica di Bologna a carico di 21 persone ritenute responsabili di una serie di incendi e danneggiamenti aggravati dalla finalità di terrorismo.
Le indagini, spiega un comunicato, riguardano un gruppo di matrice anarco-ambientalista, impegnato da anni nell'ecologismo, contro la sperimentazione animale e l'attacco al sistema tecnologico e industriale. È stato individuato, in particolare, un nucleo organizzato a Bologna, collegato ad affini gruppi nazionali ed esteri, che ha fatto ricorso all'azione diretta con danneggiamenti a danno di aziende impegnate nei settori della ricerca e della sperimentazione, della moda, dell'intermediazione finanziaria, delle banche, delle telecomunicazioni e del nucleare, quale mezzo di protesta antisistema.
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GEA PRESS
8 AGOSTO 2012
Scoiattoli, nutrie, pappagalli, tutti da eradicare a colpi di fucile e milioni di euro
Il Presidente ENPA di Milano: successo nello 0% dei casi.
Due milioni di euro dall’Europa per sterminare lo scoiattolo grigio, pericolo per l’ecosistema e antagonista dello scoiattolo rosso. Ma quanti sono gli animali “bersaglio” di una difesa della biodiversità tutta da dimostrare? Nel suo libro “Il Patto tradito tra uomo e cane”, Ermanno Giudici, Presidente della sezione milanese di ENPA, ne elenca tantissimi. Nutrie, piccioni, cornacchie, cinghiali, tartarughe guance rosse, rane toro, punteruolo asiatico, vongola indopacifica, gamberi della Louisiana, parrocchetti dal collare, procioni e ora lo scoiattolo grigio. Tutti da “eradicare”, secondo cruda terminologia in realtà foriera, secondo l’esponente di ENPA, di sofferenze per gli animali.“Da anni i nostri amministratori – sostiene nel libro Ermanno Giudici – troppo spesso sostenuti da esponenti di comunità scientifiche dubbie e da componenti venatorie ansiose di fare il tiro al bersaglio, si impegnano, senza alcun risultato nell’eradicazione, selezione, contenimento di specie animali“. Si tratta di animali in alcuni casi arrivati casualmente. Seguendo involontariamente il traffico commerciale, come nel caso del punteruolo rosso, e trovando un ambiente confacente alla loro riproduzione.“Il più delle volte – ricorda Ermanno Giudici – questi animali li abbiamo importati come animali da compagnia, da reddito o per uso venatorio: lo scoiattolo grigio, le trachemis, i parrocchetti dal collare e lo scoiattolo grigio per godere, in modo univoco, della loro compagnia; i gamberi della Louisiana, le nutrie e i procioni per fini commerciali, i cinghiali, le minilepri e gli stessi fagiani per far contenti i cacciatori“.Eppure, quando i nodi vengono al pettine, si tenta di scioglierli a colpi di fucile. Magari, sostiene Ermanno Giudici, per far divertire i selecontrollori, gli agricoltori e gli ignoranti (nel senso di ignorare la reale complessità del problema) decidiamo che queste specie “alloctone”, nome complesso che è il contrario di autoctone, che significa indigene delle nostre latitudini, vanno eradicate. In pratica se ne consente la cattura in ogni stagione, fuori anche dai periodi di caccia ma delegandone la cattura a improbabili collaboratori, spesso cacciatori. Di questi animali ne ignoriamo le necessità, il loro benessere e li sopprimiamo gasandoli, dislocandogli le vertebre o, come spesso accade, a bastonate.“L’esito di queste battaglie, che sono un maltrattamento per gli animali – denuncia nel suo libro Ermanno Giudici – hanno portato all’eradicazione degli ospiti indesiderati nello 0% dei casi: un completo fallimento!“.Peccato che mai ai legislatori poco illuminati, sia nazionali che europei, sia venuto in mente di mettere un bando alla commercializzazione ed importazione di ogni specie alloctona che possa avere, anche solo come possibilità, quella di riprodursi nei nostri climi. Insomma, siccome si è incapaci di prevenire, dimostrando un’incapacità tragica, si preferisce far finta di riuscire ad eradicare: dimenticando che l’uomo non ha nessuna capacità di regimare la natura ma solo quella, quando vi è saggezza, di contenere i danni.
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GEA PRESS
8 AGOSTO 2012
Treviso – Il pesciolino di San Fior
Come immagine della locandina, hanno messo un tordo. Un simbolo, tutto sommato, dalla mai definita questione sull’uso della selvaggina, che pur sarà presente nell’annuale Fiera degli uccelli che si svolgerà a San Fior in provincia di Treviso, domenica 12 agosto. Quello che però sta facendo sollevare i malumori degli animalisti è l’attrattiva per i bambini.Per loro ci saranno animatori, giro in carrozza con i cavallini ed addirittura un pesciolino rosso da portarsi a casa. Chissà che fine faranno. Il tutto tra mostra del cucciolo, uccelli ornamentali, da cortile e l’immancabile selvaggina, “patrimonio” del Veneto delle cacce in deroga.La manifestazione avverrà con il patrocinio del Comune di San Fior e della Regione Veneto che in queste ore ha messo a segno un altro punto a favore dei filo-caccia. L’Assessore ai flussi migratori e alla identità veneta, Daniele Stival, si era messo subito a lavoro dopo l’annuncio della sospensione del calendario venatorio. L’atto, secondo quanto dichiarato dall’Assessore, riguardava opzioni gestionali che non avrebbero mai visto la Regione “soccombente”. Ora l’annuncio. Il TAR ha accolto l’istanza contro la sospensione del due agosto scorso. La decisione di merito, però, verrà discussa il 13 settembre, ma anche in questo caso l’Assessore, che ha già ringraziato l’Avvocatura della Regione, ha fiducia.
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IL CENTRO
8 AGOSTO 2012
Catturata Gemma, orti e pollai in salvo
di Roberto Raschiatore
SCANNO (AQ) - Orti e pollai sono in salvo. Per agricoltori e allevatori l’incubo è finito. Perché l’orsa Gemma, uno degli animali simbolo del Parco nazionale, anche per via delle molteplici scorribande nei centri abitati, è stata catturata. Dotata di un apposito radiocollare, sarà seguita negli spostamenti e verrà “rieducata” alla vita selvatica. Una sfida per il Parco, visto che da almeno dodici anni l’orsa Gemma ha compiuto incursioni più o meno con puntualità nell’Alta Valle del Sagittario, sfidando l’uomo e le sue proprietà. Un orso confidente per il Parco, una iattura per chi possiede insalate o galline. Così, dopo le proteste e l’intervento del prefetto Iurato, si è deciso di correre ai ripari. L’operazione è scattata l’altra notte. Per la cena Gemma ha scelto il frutteto preferito, in località Pajarella. Con lei anche i due cuccioli nati lo scorso gennaio. Gemma è una femmina adulta di circa 13 anni di età, che raggiunge quasi i 100 chili di peso. Ad attendere la famiglia di orsi c'erano i ricercatori del Servizio veterinario (Leonardo Gentile, Vincenza Di Pirro e la biologa Roberta Latini) e le guardie dei Servizi sorveglianza del Parco (Massimo D'Alessandro, Massimo Antonucci, Antonio Carfagnini, Alessandro Carfagnini) allertati dal 1515 della Forestale e da un gruppo di ragazzi di Scanno utilizzati come “sentinelle”. I veterinari hanno sparato una siringa con anestetico e trasmittente. Dopo 10 minuti di pedinamento, l’animale si è addormentato in un prato. Per i veterinari del Parco, l’orsa Gemma è in ottima salute ed è una delle femmine più prolifiche della popolazione di orsi marsicani. L’operazione non ha avuto conseguenze per i cuccioli di orso. «Adesso», spiega Giuseppe Rossi, commissario del Parco, «l'orsa e i suoi due cuccioli saranno seguiti e monitorati dai ricercatori così come previsto dal Protocollo sugli orsi confidenti messo a punto dal Parco nell'ambito del progetto Life Arctos. Il radio collare permetterà di seguirla nei suoi spostamenti per cercare di rieducarla ad una vita selvatica e dissuaderla da abitudini che oltre a provocare danni a orti e pollai sono deleterie per l'orso stesso. Un lavoro notevole di cui il Parco si fa carico sperando nella collaborazione di tutti».
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TRENTINO
8 AGOSTO 2012
Gli allevatori trentini contro gli orsi: «Sono troppi»
TRENTO - Animali sbranati e malghe costrette a rinunciare all’alpeggio a causa dei danni provocati dall’orso. A lanciare l’allarme, la federazione provinciale degli allevatori trentini, che a Malga Poz in val di Sole, ha fatto il bilancio dell’attività. E ha detto basta alle scorribande del plantigrado, chiamando in causa la Provincia. «L’orso sta diventando un grosso problema - ha detto il presidente Silvano Rauzi - ci sono malghe che hanno dovuto smonticare. L’aumento è esponenziale, gli orsi hanno una vita lunga, sono prolifici, non sono soggetti a bracconaggio. Se prima erano in cinque e adesso sono in cinquanta. In breve saranno duecento». Alla richiesta di rivedere il progetto Life Ursus, il presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha risposto così: «Bisogna stabilire qual è il limite massimo oltre il quale un certo numero di esemplari crea problemi alle popolazioni che vivono e lavorano nelle nostre montagne. Abbiamo chiesto a Bruxelles e al ministero dell’Ambiente, che sono i referenti del progetto, di sedersi attorno ad un tavolo e di rivedere le linee del progetto, perché l’accettazione sociale dell’animale, pur essendo importante dal punto di vista naturalistico, andando avanti di questo passo calerà». Gli allevatori trentini si sono definiti preoccupati anche per il costo dei cereali, che continua a salire e che potrebbe pregiudicare l’approvvigionamento di cibo per il bestiame. Tra le esigenze manifestate, anche quella di potenziare la sinergia da con i ristoratori, gli operatori turistici, per promuovere i prodotti del territorio e i luoghi di produzione come i caseifici e le malghe. «Tanto è già stato fatto in questo ambito- ha concluso Rauzi - ma tanto ancora si deve fare».
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IL CENTRO
8 AGOSTO 2012
Carcassa di un daino trovata vicino allo stadio
ALBA ADRIATICA (TE) - La carcassa di un daino è stata trovata nei pressi del campo sportivo comunale di Alba Adriatica. L’esemplare maschio della famiglia dei cervidi era riverso a terra ed è stato rinvenuto dagli agenti della polizia locale di Alba Adriatica. Le spoglie dell’animale che, stando ad una prima ispezione cadaverica sarebbe stato investito da un’auto, sono state recuperate e trasportate per le analisi dal servizio veterinario della Asl. Ora ci si chiede come possa essere finito un daino (che non vive naturalmente in queste zone) ad Alba. Probabilmente, ipotizzano dalla polizia municipale, l’animale potrebbe essere fuggito da qualche riserva privata. Il pensiero inevitabilmente corre, ma l’ipotesi è da confermare, all’Oasi naturalistica che si trova a poca distanza dal luogo del ritrovamento del daino.
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ANSA
8 AGOSTO 2012
Anche animali soffrono colpo calore
Pericolo maggiore abitacolo auto che diventa forno microonde
Il colpo di calore colpisce anche gli animali, sia domestici che quelli allevati. Fatale per gli animali domestici sono i viaggi in auto, fa sapere Aldo Grasselli, Presidente della Federazione Veterinari e Medici. ''Il pericolo per cani e gatti di essere colpiti dal colpo di calore nelle auto e' reale , l'abitacolo delle macchine puo' diventare con il caldo, un vero e proprio forno a microonde, evitare dunque di lasciare anche solo pochi minuti il fedele amico nella vettura quando la temperatura esterna e' elevata . Ma come si capisce quando il nostro amico a quattro zampe e' colpito dal colpo di calore? '' Il campanello di allarme e' il respiro affannato senza motivo - spiega Grasselli - senza che il cane o gatto abbia fatto una corsa o si sia stancato in un gioco''.I rimedi sono gli stessi che usiamo per gli uomini: portare all'ombra l'animale, farlo bere molto e in piu', come suggerisce Gianfranco Danzi ''bagnare il cane aiuterebbe l'animale, sopratutto quelli dal pelo scuro, a sopportare di piu' le alte temperature''. Ovviamente il suggerimento non vale per i gatti '' i felini comunque sono meno soggetti a colpi di calore perche' tendono a starsene aggomitolati all'ombra quando percepiscono il caldo'' conclude Danzi.
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PANORAMA
8 AGOSTO 2012
Vite da Cani: quanto vale il mercato degli animali domestici?
Dalla Yappy Hour ai collari di Swarovski, come cambiano acquisti e comportamenti di chi ha un animale in casa.
Zornitza Kratchmarova
Yappy Hour. È l’ultima mania made in Usa. E non è altro che la versione «canina» dell’Happy Hour (da «yap», abbaiare). Ne vanno matte le signore di Manhattan e dintorni, indaffaratissime nel mettere a segno pause relax e svaghi di ogni tipo per i propri pargoli a quattro zampe. Bizzarrie? Ovvio. Ma quel che è certo è che il mercato intorno agli animali domestici non conosce crisi. Nemmeno nel nostro Paese. Con realtà di ogni tipo pronte a puntare su una nicchia in crescita. Come Regina Re di Damiano Materna, nata ai primi dell’anno per realizzare accessori superlusso per cani fortunati (con collari su misura nei pellami più preziosi a partire da 200 euro) e sbarcata in pochi mesi da Barneys a New York o da Harrods a Londra.Ma quanto vale l’intero mercato di riferimento? Almeno 3,5 miliardi di euro l’anno (stime Zoomark, fiera di settore al via il 9 maggio 2013 a Bologna). «Nel 2011 il solo fronte alimentare ha assorbito 1,6 miliardi di euro con un balzo del 45 per cento rispetto ai livelli del 2007» racconta Luigi Schiappapietra, presidente di Assalco, l’associazione nazionale imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia. «Ma al momento solo il 60 per cento dei nostri cani e gatti (a cui si deve la quasi totalità dei consumi di pet food) sono nutriti con alimenti industriali contro una media dell’80 per cento nei paesi occidentali.Il resto delle pappe è frutto di preparazioni casalinghe o arriva dai classici avanzi». L’evoluzione è in atto. Con sempre più proprietari pronti a mettere mano al portafogli per garantire una nutrizione corretta ai propri beniamini. Questione di palato. Ma anche di salute. Non è un caso che l’Unione Europea abbia introdotto ai primi dell’anno un sistema di etichettatura per i mangimi uguale per tutti in grado di guidare i singoli nella scelta dell’alimento più adatto per il proprio pet. «Gli animali affetti da diabete possono mangiare solo determinati cibi, quelli con problemi ai reni altri e così via» continua Schiappapietra. Che calcola in una cinquantina le aziende italiane attive su questo fronte su un totale di 7.628 stando ai dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano per Panorama. La maggioranza è fatta da botteghe per la vendita al dettaglio di animali di piccola taglia, accessori di ogni tipo o altro. Anche se a prendere piede sono pure le catene come Arcaplanet, partecipata dal fondo di private equity Motion.«Sono gli studi veterinari l’unico anello debole del sistema» interviene Marco Melosi, presidente dell’Anmvi, associazione nazionale medici veterinari italiani che lamenta un numero eccessivo di professionisti: 29 mila circa con un migliaio di neolaureati in più all’anno in uscita dalle 13 facoltà sparse sul territorio (in Francia sono 3, in Germania 5). «C’è un rischio di saturazione del mercato» denuncia: «L’Iva al 21 per cento, come gioielli e auto di lusso, e la detraibilità delle cure mediche con il tetto a 50 euro al netto di franchigie varie sono inaccettabili» attacca. E ricorda che le spese veterinarie sono finite persino nel redditometro sperimentale al via nel 2012. Potrebbe essere un boomerang con un tasso di abbandoni in progressione.
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IL TIRRENO
8 AGOSTO 2012
La spesa voglio farla con il cane
PONTEDERA (PI) - Sono stufi di venire sistematicamente, o quasi, “cacciati” dai centri commerciali di Pontedera, per la semplice ragione che i loro cani non sono ben accetti. Così una trentina di persone, con Fido al fianco oggi alle 18 organizzano una sorta di sit-in davanti alla Coop della città della Piaggio per protestare contro un ostruzionismo «assolutamente fuori legge», sottolinea Claudia Mirtilla, ideatrice della reunion dei padroni, con tanto di legge regionale 59 del 2009 alla mano. Lui, come gli altri sventolano quell’articolo 21 in cui si dice che l’accesso negli esercizi pubblici e commerciali è consentito a tutti i cani che entrano con guinzaglio e museruola. «Come dice la normativa – continua – il responsabile dell’attività può limitare l’accesso con una specifica autorizzazione del sindaco, cosa che io ho chiesto di vedere tutte le volte che sono stata trattata male, ma nessuno me l’ha mai mostrata». Quello che lei racconta è uno dei tanti casi elencati dagli animalisti: «Mi è capitato di entrare con la mia canina di due chili nella borsa, spuntava appena la testa e una volta mi hanno fatto uscire, mentre un’altra ho voluto far valere i miei diritti e ho detto al responsabile del centro di chiamare i vigili urbani, ma non l’ha fatto». C’è tanta disinformazione alla base di tutto: è una convinzione forte che i manifestanti di oggi proveranno a limare. «Ci riuniremo davanti al piazzale e entreremo nel centro a scaglioni per non creare disturbo, con centinaia di copie della legge in mano – e chiude – Questa non è una manifestazione ma solo un’educata entrata in un luogo dove il divieto non è legittimo».
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IL TIRRENO
8 AGOSTO 2012
Sì con guinzaglio e museruola
Ecco quel che dice la legge regionale 59 del 20 ottobre 2009 (norme di tutela animali d’affezione, prevenzione del randagismo, anagrafe del cane). Articolo 21: accesso negli esercizi pubblici, commerciali e nei locali ed uffici aperti al pubblico. Comma 1. I cani, accompagnati dal proprietario, hanno accesso a tutti gli esercizi pubblici e commerciali nonché ai locali ed uffici aperti al pubblico sul territorio regionale. Comma 2. I proprietari che conducono i cani negli esercizi sono tenuti ad usare sia guinzaglio che museruola se previsti dalle norme statali ( i cani non devono sporcare o creare disturbo). Comma 4. Il responsabile degli esercizi al pubblico può adottare misure limitative all’accesso, previa comunicazione al sindaco.
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LA NAZIONE
9 AGOSTO 2012
"Vittoria di Fido": e i cani entrano alla Coop
Alle 18 l'adunata, poi tutti in marcia nel centro commerciale
Corteo 'a sei zampe' contro i divieti, la direzione lascia passare i manifestanti
Pontedera (PI) - PIO, Arwen, Luna, Argo, Meggie e gli altri si sono ritrovati alle 18 in punto, davanti alla Coop di via Terracini, rispondendo al «richiamo della foresta» lanciato su facebook dai loro padroni. Tante razze — Labrador, Border collie, Stafforshire terrier, bullodOg francese, schnautzer fino ai cagnolini senza pedigree — una sola missione: entrare e farsi un giro tra il banco frutta e i surgelati senza venire «sbattuti» fuori come giorni fa è capitato ad una ragazza di Pisa cliente del centro Coop pontederese, venuta a far la spesa con il proprio cagnolino al seguito. Questo il «casus belli» che in quattro giorni ha fatto divampare la protesta animalista.E chiamato «alle armi», pardon ai guinzagli, i proprietari di cani che hanno risposto all’invito per la manifestazione di «resistenza passiva» messa in piedi ieri pomeriggio, all’ora di massimo afflusso al supermercato. In ordine sparso, padroni e cani hanno marciato sotto la galleria del centro commerciale, suscitando curiosità e risate di molti bambini e, a dirla tutta, anche più di un commento sdegnato da parte degli adulti.
MISSIONE quasi compiuta. Anche se l’ingresso al supermercato per cani e padroni è stato possibile grazie al fatto che la direzione del centro Coop ha chiuso un occhio per non esasperare gli animi ed evitare troppa «cagnara».
«Chi ha più giudizio, più ne spenda — ha apostrofato un cliente “non cane-munito” ai manifestanti — se io devo mettermi i guanti per prendere la frutta, mi sembra giusto che i cani restino fuori, è questione di igiene, oltreché di sicurezza e rispetto per chi i cani li teme». Frasi che non sono piaciute ai fautori della protesta. «È nostro diritto entrare e la legge dice che se la direzione del supermercato intende adottare divieti, deve comunicarlo al sindaco. Qui non è stato fatto, e noi entriamo». «In realtà — spiega Marino Gori, consigliere delegato alle vendite di Unicoop Firenze — abbiamo adottato per i nostri centri una politica di buon senso. Libero accesso ai cani-guida per ciechi e ai cagnolini di piccola taglia purché tenuti nei trasportini o in braccio ai proprietari. Non abbiamo comunicato l’intenzione di adottare il divieto tout cour perché ci sembrava un equo compromesso. D’altra parte ricordiamo che c’è la legge 2004 che vieta l’accesso agli animali nei luoghi in cui si vendono alimentari. Comunque, entrate pure». E così sia, cani e padroni entrano, fanno il loro giro. Resta da capire se ai quattro zampe la passeggiatina tra gli scaffali, lo slalom tra i carrelli, gli odori e le luci del supermercato siano piaciuti davvero. Forse avrebbero preferito una corsa nel parco. Ma si sa, a loro manca solo la parola...
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IL TIRRENO
9 AGOSTO 2012
I cani vincono: entrano alla Coop
Esultano gli organizzatori del sit-in. Rispettata la legge regionale
PONTEDERA (PI). Una calda giornata d’agosto passa anche dalla lotta per far entrare Fido all’interno dei supermercati.Il sit-in. Alle 18 di ieri i barricaderi del cane, che avevano promesso di infrangere le riserve della Coop di Pontedera a far entrare gli animali all’interno del centro commerciale attraverso una protesta pacifica, si sono ritrovati come era stato annunciato. «Il nostro scopo è quello di sensibilizzare la gente alla conoscenza della legge regionale che consente l’ingresso ai nostri amici a quattro zampe dentro tutti quegli esercizi che non abbiano fatto comunicazione al sindaco», entra nel merito Ornella, con al guinzaglio Rocco, un Boston Terrier di un anno. Accanto a lei un capannello di una quindicina di persone: fra di loro ci sono Mario, accompagnato da Argo, un Border Collie, e Rosanna, con al fianco Arwen, lupa cecoslovacca. Ma anche Pio e Sofia, due meticci senza le zampe posteriori che si muovono grazie a un carrellino ad hoc. E poi Rino Campobassi, comandante delle guardie ecozoofile dell’associazione Anpana. «Siamo stati allertati dagli organizzatori del sit-in», entra nel merito la guardia. «Per legittimare il divieto all’ingresso dei cani, dobbiamo verificare se la direzione del supermercato ha fatto comunicazione al Comune. Per esempio, tutti gli accertamenti fatti a Pisa hanno per ora riscontrato che il 100% delle prescrizioni di divieto era abusivo. Se ravvisiamo un illecito, ogni persona a cui viene impedito l’accesso può fare un esposto alla Procura della Repubblica».L’ingresso. Alla fine i cani e i padroni sono entrati in galleria, nonostante la diffidenza della gente e del personale. «Qualche mese fa me lo hanno impedito», dice Claudia Camilla, con Meggie tenuta nel marsupio. Ma all’ingresso all’interno dello spazio Coop, il capannello ha dovuto arrestarsi: le voci si sono accavallate con quelle degli addetti alla sicurezza e con quelle degli avventori, il cui vero e proprio motto è stata la domanda: «Ma se dobbiamo metterci i guanti noi per poter toccare la frutta, perché consentiamo l’accesso agli animali?». Alla fine, però, il personale ha ceduto e i padroni e i loro amici a quattro zampe sono stati liberi di muoversi all’interno del punto vendita. Il nodo della legge. Tutta la vicenda sembra ruotare intorno alla legge regionale che consente l’accesso ai cani dentro i pubblici esercizi. «A questo punto probabilmente inoltreremo al sindaco la famosa lettera », sbotta Marino Gori, consigliere di Unicoop Firenze. «È vero che fino a oggi siamo stati scoperti, ma nelle sette province in cui operiamo questa è la prima contestazione. Fino a oggi abbiamo cercato di adoperare il buonsenso, consentendo l’entrata ai cani guida oppure a quelli tenuti nel marsupio o in braccio: dobbiamo salvaguardare soprattutto l’igiene, in ottemperanza alla legge 852 del 2004. Io a casa ho un cucciolo trovato dentro a un cassonetto e pretendere di portarlo dentro a un supermercato non significherebbe certo volergli bene».
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http://iltirreno.gelocal.it/foto-e-video/2012/08/08/fotogalleria/protesta-dei-padroni-dei-cani-contro-il-divieto-alla-coop-1.5518640
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PANORAMA
8 AGOSTO 2012
Uomo, fatti più in là
Per la prima volta a Milano,Torino, Roma e Palermo il numero dei cani ha sorpassato quello dei bambini fino a 5 anni. Il rapporto con gli animali da compagnia si è modificato fino al paradosso di trattarli come esseri umani e non capirne i bisogni. L'inchiesta di Panorama
Terry Marocco
Mentre fa lo shampo, Alessandra non smette di parlare della sua «bambina»: «Quest’anno non vado in vacanza, resto a casa con la piccolina». E mentre uno si immagina la frugoletta («Dorme con me, la testa accanto alla mia sul cuscino, non esco neanche alla sera se lei non può venire») arriva il colpo a sorpresa. «E poi questa è un’estate importante: devo sterilizzarla». La piccolina non è la figlia, ma una cagnetta di nome Luna. «È lei al primo posto nella mia vita, solo dopo viene il mio fidanzato. Quando mi sposo, ho già deciso che sarà Luna ad accompagnarmi all’altare». Una volta c’erano i figli, adesso ci sono i cani e i gatti. Cani non cani e gatti non gatti, trasformati nel figlio che non si è riusciti o non si è voluto avere, portati a spasso in carrozzina come bebè, tenuti costantemente in braccio e fatti sedere a tavola con il bavaglino. Vezzeggiati, coccolati, vestiti con la stessa felpa simil-Zuckerberg di American Apparel, uguale a quella della padroncina, e trattati anche loro come eterni adolescenti.
«L’animale è diventato punto di riferimento affettivo, dà sicurezza, placa la nostra diffidenza sociale e la nostra solitudine» spiega Francesca Mormando, psicoterapeuta che nel suo studio a Milano accoglie i pazienti con il suo schnauzer gigante sdraiato accanto al lettino. «Riversiamo su di loro i nostri vissuti, la voglia di essere leader o la paura di essere sottomessi, ci fanno sentire utili e non ci mentono mai».
Da un recentissimo studio fatto dall’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Milano è emerso che in città ci sono più cani che bambini: 82 mila contro 72 mila bimbi da zero a cinque anni. Ed è così anche nella capitale, dove sono 153.472 i cani censiti dall’anagrafe canina e 153.233 i bambini. Pure a Torino c’è stato il sorpasso: 70 mila cani contro 47.638 bambini, così a Palermo dove i bambini sono 40.906 e i cani di proprietà 55 mila. Vuoi mettere la soddisfazione tra educare un labrador e un adolescente malmostoso? Torni a casa la sera e il cane ti fa le feste, mentre tuo figlio non si schioda dall’iPad. Provi a uscire e rientrare dopo cinque minuti e il cane ti fa ancora le feste come se non ti avesse visto da mesi, mentre per tuo figlio continui a essere trasparente.
«Trattiamo i nostri cani come adolescenti, li vediamo come altro da sé: sostitutivi della prole, ma anche del fidanzato o dei genitori. Questa è cinofollia e mai come in questi ultimi anni ha portato un aumento dei problemi comportamentali dei cani» sostiene Stefano Nicelli, giornalista e autore del divertente Il cane mi ha chiesto il motorino (Gruppo Editoriale Castel Negrino).
Animali in crisi d’identità: labrador, tra i migliori cani da riporto, obbligati a fare da baby sitter; border collie, nobile razza proveniente dalle Highlands scozzesi, costretti nei loft milanesi depressi e curati a psicofarmaci. Ma niente pare fermare i «pet-obsessed», come li chiama il mondo anglosassone, quelli che vivono per il loro pet-figlio. Lo conferma una ricerca americana: li ricoprono di regali a Natale (che per il cane è un giorno come un altro) e per il compleanno e l’81 per cento li considera a tutti gli effetti membri della famiglia. Certo, pochi arrivano alle follie di Paris Hilton, che ha speso 350 mila dollari per costruire una casa identica alla sua al chihuahua.
Non è questo l’amore per gli animali, è come giocare alle bambole, trasformandoli in patetici peluche dalle unghie smaltate, con il pelo acconciato come sciure (da Torino li mandano dal parrucchiere a Varese, dove pare ci sia un Vidal Sasson canino). Hanno armadi ad altezza cane stracolmi di capetti firmati, cucce di design rivestite da mosaici Bisazza; fanno merenda con gelati e birra appositamente creati per loro.
In America nell’ultimo anno sono stati spesi 50 miliardi per i pet, da noi «solo» 3,5 miliardi. Allo stesso modo sono cresciuti i nostri numeri: 6 milioni 951 mila cani e 7 milioni 484 mila gatti. Una famiglia su quattro ha un animale in casa. «Trasformarli in esseri umani si chiama antropomorfizzazione: vogliamo farli diventare come noi, ed è questo uno dei vizi capitali di chi possiede un cane o un gatto» avverte Gabriele Bono, celebre etologo, professore emerito all’Università di Padova e autore per Carocci di Il confine superabile. «Ci comportiamo così perché è più facile fare rientrare il compagno in categorie che noi già conosciamo».
Il risultato, spiega il professore, è bivalente: animali sempre meno animali, ma anche cani capaci di una svolta evolutiva che un tempo veniva attribuita solo ai primati: «Da questo punto di vista il cane soprattutto ha subito mutazioni tali da consentirgli di realizzare una forma di comunicazione con l’uomo che non ha precedenti, superando di gran lunga le scimmie». Lo conferma il regista Francesco Lagi, che sta preparando un film su cane e padrone, dove la protagonista sarà la sua cagnetta: «La mia Lina non è un cane, non è una donna, è mia sorella. Io non la umanizzo, semplicemente la capisco. Parlo con lei, certo non di Heidegger, ma di tempo e spazi sì. Comprende molte parole, sa quando parto e quando sto per uscire. È una comunicazione profondissima perché non verbale: la parola è annullata e il rapporto si basa su cose più importanti delle chiacchiere».
Li trattiamo da umani e poi non capiamo i loro bisogni. Aldo La Spina, psicologo per cani, cura le loro depressioni, «in aumento, perché se noi siamo più depressi lo sono di riflesso anche loro e fanno uso massiccio di psicofarmaci proprio come noi». Konrad Lorenz, il famoso etologo premio Nobel, nel suo E l’uomo incontrò il cane (Adelphi) racconta come l’uomo del Paleolitico addomesticò lo sciacallo. Ne aveva un disperato bisogno: aveva paura e voleva essere difeso. Così, nutrendo per la prima volta un animale che gli era utile, creò un rapporto di fedeltà che è arrivato immutato fino a noi. Un rapporto che negli ultimi decenni si è molto evoluto, fino ad arrivare a conquiste che in passato sarebbero state impensabili. Oggi abbiamo gatti sindaci, linee aeree dedicate (la Pet airways), da quest’estate i cani hanno accesso sui nostri treni e ormai ci sono più spiagge per loro che per i nudisti.
Racconta Oscar Graziali, veterinario e scrittore: «Proprio come agli animali domestici la nostra dieta con effetti deleteri: se abbiamo il colesterolo alto, non dovremmo togliere i grassi anche a loro che ne hanno bisogno». La deformazione non è amare i cani, ma andare oltre la specie.
«I cani si sono allargati» scherza Marzio Panichi, celebre veterinario torinese, cui sono affidati i molti cani di casa Agnelli. «Probabilmente perché siamo sempre più egoisti e sugli animali riversiamo le nostre esigenze. Loro, a differenza dei figli, non tradiscono, non mentono, non giudicano. E, soprattutto, sono sempre disponibili». Così l’amore si adegua alle mode: dopo il boom dei golden retriever, ora è la volta dei jack russell, il cagnolino celebrato nel film premio Oscar The Artist. «Ma la richiesta di cani di piccola taglia è troppo alta» continua Panichi «e allora si importano dall’Est, allevati in batteria, strapazzati dai trasporti. Cani che si ammalano più facilmente, fino a morirne».
Li vogliamo a nostra immagine e somiglianza. Negli Stati Uniti d’America si è arrivati già all’aberrazione della chirurgia plastica per cani troppo rugosi. «Sono forme terribili di maltrattamento» osserva Riccardo Totino, consulente comportamentale cinofilo, che per anni si è occupato a Roma della Valle dei cuccioli. Con lui Monica Cirinnà, animalista e responsabile dei diritti degli animali del Pd del Lazio. Che aggiunge: «Prendere un cane per necessità affettiva è un grande errore, è un essere senziente che condivide la nostra vita, ma bisogna sapere che non è un compagno, né un figlio: è il nostro cane».
Uomo e cane, un rapporto complicato: si è vicinissimi, ma c’è una soglia oltre la quale non si può andare. Lo spiega lo scrittore Franco Marcoaldi nel suo recente Baldo. I cani ci guardano (Einaudi), dove il protagonista è un setter scozzese: «È più il cane che capisce l’uomo che non il contrario. Invece di trasformarli in figli e bambolotti dovremmo animalizzarci noi. Guardare il mondo con gli occhi di un cane può far bene».
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LA STAMPA 8 AGOSTO 2012
Specie aliene, un flagello mondiale: danni ovunque per miliardi di dollari Carpe giganti, pesci leoni, formiche rosse sudamericane, afidi russi del grano: quanti animali "fuori posto" creano danni miliardari ovunque
lorenzo cairoli*
Il governo americano ha calcolato che, tra il 1906 e il 1991, 79 specie non indigene – tra cui la falena gitana europea e il moscerino della frutta mediterraneo – hanno causato danni alla nazione per 97 miliardi di dollari, ossia circa un miliardo di dollari l’anno. Recentemente un rapporto redatto da un gruppo di ricercatori della Cornell University ha alzato la stima a ben 138 miliardi di dollari. Qualche esempio. La formica rossa sudamericana costa al solo Texas mezzo miliardo di dollari l’anno, danni compresi e costi di prevenzione e di controllo. Cinque miliardi di dollari all’anno se ne vanno per bonificare e controllare la dreissena, un mollusco europeo delle dimensioni di un’arachide, che tappezza il fondale dei Grandi Laghi e che adesso regna sovrano anche nel Mississippi, dove fa strage di plancton necessario alla sopravvivenza delle altre specie acquatiche. L’afide russo del grano costa agli americani 173 milioni di dollari l’anno. 10 milioni di dollari invece la lampreda di mare, anche lei, come la dreissena, arroccatasi nei Grandi Laghi. Malattie introdotte che colpiscono tappeti erbosi, giardini e prati da golf, 2 miliardi di dollari. Bivalvi che danneggiano le navi, 200 milioni di dollari. Controllo e ricerche sul serpente arboreo bruno di Guam che oggi infesta Honolulu e le Hawaii, sei milioni di dollari. La natura sta entrando in una nuova era – l’Homogecene, in cui la maggior minaccia alla diversità biologica non è più costituita da bulldozer e pesticidi, ma, in un certo senso, dalla natura stessa. Scrive Alan Burdick in "Out of eden", edito in Italia dalla torinese Codice : "Una strisciante omogeneizzazione ci minaccia e si consolida man mano che le specie introdotte si insinuano nella struttura darwiniana e gradualmente, quasi impercettibilmente, la soppiantano. gli invasori arrivano sotto forma di semi, spore, larve: ungulati a quattro zampe che si aggirano a piede libero. Essi arrivano dentro o sopra gabbie, nei container trasportati dai cargo e all’interno dell’acqua che le navi trasportano come zavorra per controbilanciare il peso del carico. I pesci si sono diffusi tramite l’apertura dei canali, le piante lungo le massicciate dei binari, le spugne sulla parte sommersa delle navi. Decine di migliaia di specie – la maggior parte delle quali appartenenti alla fauna, escludendo gli insetti – possono essere e sono legalmente importate via posta negli Stati Uniti". Le carpe asiatiche giganti, introdotte negli Anni Settanta per contrastare la proliferazione delle alghe, saltano furtivamente sui pescherecci lungo il corso del Mississippi. E se pensate sia la solita bufala ambientalista, bèh, avete preso una cantonata colossale. E lo dimostra il fatto che Obama, nonostante la sconfitta in Massachusetts, in uno dei momenti più drammatici della sua presidenza, abbia convocato un vertice coi Governatori dei Grandi Laghi. L’invasione delle carpe giganti rischiava di devastare irreparabilmente l’industria della pesca e l’ecosistema della regione. E i genieri dell'esercito americano non sapevano più come arginarne la loro infestazione. New York è multietnica anche nella flora e nella fauna. Qui davvero si trova di tutto. Adesso hanno scoperto di avere in casa persino lo scarabeo lungo-cornuto asiatico: addetti della protezione dell’ambiente lo stanno monitorando, dopo i disastri che ha causato nell’area di Brooklyn con conseguente abbattimento di un gran numero di aceri. Dopo i primi casi di infestazione a Central Park, i ricercatori stanno sperimentando l’uso di un macchinario simile a uno stetoscopio che permette di percepire il suono della masticazione delle larve di scarabeo all’interno delle piante. Nella Florida del sud, epicentro del commercio nazionale degli animali, l’addetto locale alla cattura degli animali è protagonista, ogni mattina, di avvicenti safari metropolitani a caccia ora di nandù, di puma, di leoni, e una volta persino di un bisonte sulla superstrada. Sul suo biglietto da visita, campeggia una foto in cui è ritratto con tre amici che srotolano un pitone indonesiano di sette metri la cui tana era sotto una casa e un asilo alla periferia di Miami.Gli invasori sono un esercito: gli animali domestici fuggono, pesci d’acquario e piante di serra dilagano con conseguenze devastanti, gli insetti arrivano nascosti tra le foglie di piante in vaso esotiche. Lo xenopo liscio, un anfibio molto adattabile e onnivoro, venne importato a cavallo tra gli Anni Quaranta e Cinquanta per essere utilizzato come test di gravidanza – infatti quando vi viene iniettata l’urina di una donna incinta la rana inizia a produrre le sue uova, che è un chiaro segno rivelatore. Tuttavia, le abitudini riproduttive dell’anfibio non furono attentamente monitorate, e nel 1969 si scoprì che avevano creato un'enorme colonia selvatica in California voracissima predatrice di giovani trote.Ma guai a pensare che il fenomeno sia circoscritto alla sola America. Chi naviga in rete non farà fatica ad approdare in siti come Global Invasive Species Database o Aliens, che a tutti i suoi abbonati mette a disposizione aggiornatissime newsletter sui corvi indiani a Zanzibar, sulle formiche argentine in Nuova Zelanda, sulla stella marina del Pacifico settentrionale in Tasmania. L’Australia, dopo le devastazioni terrestri di conigli, cani, gatti, cammelli e serpenti velenosi introdotti sul suo territorio, deve fare i conti con una nuova nemesi, il granchio verde europeo, un crostaceo predatore che sta mettendo in ginocchio la nascente industria nazionale dei molluschi e che è inoltre ospite di un plancton unicellulare tossico che, una volta ingerito dagli uomini che si sono nutriti di crostacei, provoca sgradevoli crisi respiratorie, in alcuni casi addirittura fatali.L’Italia è in guerra col proliferare dello scoiattolo grigio americano che ha rimpiazzato quello rosso autoctono e col voracissimo pesce pilota che nelle acque del Po ha fatto tabula rasa degli altri pesci come il testa di serpente nei fiumi e nei laghi americani. Persino i fringuelli di Darwin sono a rischio. Recentemente uno staff di scienziati ha scoperto che i loro nidi nelle Galàpagos sono infestati dalle larve di una mosca parassita esotica. Di notte le larve emergono e, come dei vampiri, succhiano il sangue della nidiata, arrivando a uccidere un pulcino su sei. Qui in Colombia l'incubo è il pesce leone che ha invaso il Caribe Colombiano peggio di una pandilla, gettando tutti gli albergatori nel panico. Avvistamenti di banchi di pesce leone si segnalano su tutta la costa, da Cartagena alla Guajira. Io stesso, facendo snorkeling, vicino a Barù, ne ho visti tre fluttuare vicinissimi alla riva. In Cile, non molto lontano dall’Isla Grande de Chiloé, sull’Isola di Navarino e nella Tierra del Fuego, da anni è in atto un’invasione che ha messo in ginocchio l’industria locale di legname e l’ecosistema del territorio. Tutto ebbe inizio negli Anni 40, quando il governo militare argentino ebbe la sciagurata idea di importare 25 coppie di castori dal Canada e di trapiantarle nella Tierra del Fuego.I militari speravano che i castori, moltiplicandosi, avrebbero garantito alla gente del posto una redditizia produzione di pellicce. I castori tennero fede alle aspettative, si moltiplicarono, anche perchè non trovarono sulla loro strada predatori naturali e parassiti che li contrastassero, ma il business dei berretti di castoro non decollò mai. Rimasero invenduti nei magazzini, a pile. I castori, no, si sono moltiplicati, e oggi se ne contano circa 250.000 e siccome credono sempre di doversi difendere da predatori che invece continuano a esistere solo nella loro immaginazione, insistono ad abbattere alberi e a costruire, coi tronchi, dighe a scopo difensivo. In ogni loro bacino, i tronchi utilizzati si contano a centinaia. Questo ha messo in ginocchio la comunità locale di boscaioli che, giorno dopo giorno, si è vista sottrarre dai castori il legname di qualità che è il suo mezzo di sussistenza. Oltre al danno economico, le dighe dei castori possono provocare inondazioni, allagare le strade, senza dimenticare il rischio della giardiasi; i castori potrebbero contaminare le risorse idriche e in questo caso diventare una minaccia concreta per la salute umana. Si ripete dunque, in un’altra parte del mondo, una storia che un po’ somiglia a quella dei conigli australiani. E tutto per 25 coppie di castori che qualche "genio" di generale argentino, un bel mattino ebbe la bella idea di importare dal Canadà…. |
MESSAGGERO VENETO
9 AGOSTO 2012
Colpì con un ramo il cane della vicina Ma non ci fu lesione
Udine - Era stata accusata di avere assestato un colpo di bastone sul capo del cane di una vicina di casa e condannata per questo a 3 mila euro di multa, cioè al minimo della pena prevista per chi è riconosciuto colpevole del reato di maltrattamento di animali, oltre che al risarcimento dei danni alla sua proprietaria. Non certo una bella conclusione per la 68enne udinese Solidea Coiutti, che, pur se beneficiando della non menzione della condanna, da quel momento aveva finito per essere additata come una persona insensibile e violenta nei confronti degli amici a quattrozampe. La sentenza era stata pronunciata dal giudice monocratico del tribunale di Udine nell’ottobre del 2009. I suoi difensori, avvocati Alberto Bertossi e Federico Carnelutti, però, non si erano dati per vinti e avevano impugnato il dispositivo. Un tentativo, il loro, finalizzato non soltanto a ribaltare il verdetto, ma anche a riabilitare il buon nome della cliente. La Corte d’appello di Trieste (presidente Edoardo Ciriotto, a latere Fabrizio Rigo e Vittore Ferraro) ha dato loro ragione, riformando la sentenza e assolvendo l’imputata con la formula “perchè il fatto non sussiste”. Due le argomentazioni portate in secondo grado dalla difesa. Innanzitutto, la tesi della legittima difesa, sostenuta anche alla luce di precedenti manifestazioni di ostilità di Bartolomeo, questo il nome del cane, verso la Coiutti. Pure nell’episodio del 3 ottobre 2007, stando alla sua versione, era stato l’animale ad andarle incontro, nel cortile del condominio di via Bergamo dove abitava anche la padrona di Fido. Per proteggersi, la donna si sarebbe prima riparata dietro la propria bicicletta e, poi, limitata a raccogliere un ramo da terra e a lanciarglielo addosso. Una versione che, però, non aveva trovato rispondenza nella ricostruzione di una teste, finendo per non convincere neppure i giudici triestini. A fare la differenza è stata la questione relativa alla configurazione stessa dell’ipotesi di reato: se pm e giudice di primo grado avevano visto nel lieve arrossamento causato a un occhio del cane una vera e propria «lesione», il collegio triestino, al contrario, non ravvisando «alterazioni funzionali dell’organismo», lo aveva definito «solo una sensazione di dolore». Tale, peraltro, da non richiedere neppure l’intervento di un veterinario. Da qui, l’atteso lieto fine.
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ROMAGNA NOI
9 AGOSTO 2012
BENZONI, IL CANE MEP E' MORTO
Il cane finanziere è deceduto il primo giorno di pensione al centro addestramento a Castiglione del Lago, perchè non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale?
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RAVENNA - "Il cane Mep non c'è più. E' morto il giorno dopo essere giunto al centro di addestramento cani a Castiglione del Lago". Lo riferisce Gianluca Benzoni, vice presidente dell'Udc Ravenna, che però si dice preoccupato per la mancata comunicazione ufficiale. Il pastore tedesco Mep, in forze fino al 20 giugno alla guardia di finanza di Ravenna, doveva trasferirsi al centro di addestramento in provincia di Perugia per gordersi la meritata pensione. "Da quella data ad oggi nessuna comunicazione è stata diffusa - sottolinea Benzoni - non sappiamo quale significato attribuire a questo silenzio" anche se "tutte le informazioni giunte riferiscono che Mep è morto" riferisce.
"Mep è morto il giorno dopo essere giunto al Centro di Addestramento Allevamento Cani a Castiglione del Lago e la pensione non se l’è mai goduta. Quale malattia improvvisa e così repentina ci ha portato via Mep, il cane poliziotto ai cui tutti eravamo affezionati - si chiede l'esponente dell'Udc - Com’è possibile che una cane presti servizio fino all’ultimo giorno, e due giorni dopo morire? Perché non è stata diffusa alcuna notizia dello sventurato destino di Mep, neppure dopo il comunicato con il quale si chiedevano lumi in tal senso? Al momento della pensione come viene tutelato e rispettato l’indissolubile rapporto che si forma tra il conduttore e il cane?"
L'apprensione di Benzoni nasce da una questione sollevata sul web ad inizio luglio, ovvero il futuro dei cani finanzieri al momento della fine del serivizio. Su internet in quel periodo si era rapidamente diffuso il pensiero secondo cui gli animiali venissero soppressi. "Con un comunicato stampa - ricorda Benzoni - fu chiesto l’intervento delle Autorità competenti affinché placassero questo inquinato gomitolo di maldicerie che si andava dipanando". Da quel momento però, non è stata diffusa più alcuna comunicazione. "Cortesemente - conclude il vice presidente dell'Udc Ravenna - si chiede di rendere noto cosa succede ai cani quando non prestano più servizio e al contempo si ringraziano tutte le unità cinofile per l’importante servizio che quotidianamente prestano nell’interesse del nostro Paese. Nella speranza di ritrovare “un po’ di Mep” nel prossimo cane finanziere si rinnova l’invito alle Autorità competenti a chiarire la “vicenda Mep” e di tutti i cani finanzieri per i quali è giunto il momento della pensione. |
RAVENNA E DINTORNI
9 AGOSTO 2012
Benzoni (Udc): «Il cane Mep della Finanza è morto due giorni dopo essere andato in pensione»
A fine giugno la Finanza di Ravenna in una nota alla stampa comunicò che il loro cane Mep, un pastore tedesco utilizzato come unità cinofila dalle Fiamme Gialle, stava per andare in pensione. L'esponente dell'Udc ravennate poche settimane dopo si occupò del caso, sulla base di quelle che lui stesso definì «maldicerie» sulla presunta soppressione di cani "finanzieri" in pensione, dicendosi preoccupato per la fine che avrebbe potuto fare Mep.Oggi lo stesso Benzoni comunica alla stampa che, sulla base di alcune informazioni ottenute, Mep è morto. Morto «il giorno dopo – assicura l'esponente dell'Udc – essere giunto al centro di addestramento e allevamento cani di Castiglion del Lago, dove si sarebbe dovuto godere la pensione».«Quale malattia improvvisa e così repentina ci ha portato via Mep? – si chiede Benzoni – Come è possibile che un cane presti servizio fino all’ultimo giorno e due giorni dopo muoia? Perché non è stata diffusa alcuna notizia dello sventurato destino di Mep, neppure dopo il mio comunicato con il quale si chiedevano lumi in tal senso?».Benzoni conclude chiedendo di fare chiarezza sull'episodio.
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CADO IN PIEDI
9 AGOSTO 2012
La foto che vi farà commuovere
Il padrone si prende cura del suo cane malato immergendolo nelle acque del Lake Superior
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Dicono che il cane sia il migliore amico dell'uomo. Per John Unger, residente nel Wisconsin, il suo cane Schoep è la sua stessa vita. Lo ha adottato quando era appena un cucciolo. Ora, a 19 anni, Schoep ha l'artrite e ha difficoltà a dormire. Unger ha scoperto che l'acqua è un rimedio terapeutico per il suo fidato animale. Per questo porta Schoep nelle acque del Lake Superior, lo culla e lo fa addormentare.
Il fotografo Hannah Stonehouse Hudson, ha deciso di scattare questa commovente fotografia. L'autore dello scatto ha pubblicato la foto su Facebook, descrivendola così: "Shep si addormenta ogni sera, quando viene cullato nelle acque del Lago. La spinta idrostatica dell'acqua lenisce le sue ossa artritiche. Il lago è molto caldo in questo periodo e la temperatura dell'acqua è perfetta."
http://www.cadoinpiedi.it/2012/08/09/la_foto_che_vi_fara_commuovere.html
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IL SECOLO XIX
10 AGOSTO 2012
L’abbraccio che commuove il Web
Andrea Barsanti
Genova - Migliaia di persone in tutto il mondo si sono commosse alla vista dell’abbraccio tra John Unger, custode di una fattoria di Bayfield, nello Stato americano del Wisconsin, e Schoep, un incrocio di pastore tedesco di 19 anni. L’immagine, scattata dalla fotografa Hannah Stonehouse Hudson e pubblicata poi sulla sua pagina Facebook , ritrae Unger e Schoep - battezzato come la marca di gelato alla vaniglia preferita da cane e padrone - a mollo nel Lake Superior al tramonto: l’uomo, in maglietta e occhiali da sole, sta cullando il cane, abbandonato sul suo petto a occhi chiusi, cercando di farlo addormentare. Una routine che si ripete ogni sera, nello stesso modo, da quando Schoep ha sviluppato una grave forma di artrite che gli impedisce di dormire e Hunger ha notato che gli antidolorifici prescritti dal veterinario non facevano effetto. L’uomo ha quindi fatto un ultimo, disperato tentativo: fare rilassare il cane sfruttando la temperatura mite dell’acqua e la spinta idrostatica, consentendogli così di prendere sonno. Una dedizione, quella di John, che affonda le radici in un giorno di quasi vent’anni fa in cui l’uomo, d’accordo con l’ormai ex fidanzata, decise di adottare un cucciolo di otto mesi con problemi comportamentali dovuti a maltrattamenti. Ci vollero altri otto mesi per conquistare la fiducia del cane, ma poi la coppia formata da John e Schoep divenne inseparabile. Lo stesso non si può dire di quella formata da Hunger e la fidanzata: la storia finì poco tempo dopo l’adozione di Schoep, e la donna si trasferì in Colorado, lasciando la piena custodia del cane a John. Che una sera, depresso per la fine della relazione, raggiunse le rive del lago animato da propositi suicidi, neutralizzati dalla presenza di Schoep: «Se non l’avessi avuto con me, quella notte, non credo proprio che adesso sarei qui - ha confessato Hunger a un giornale locale - Non so come spiegarlo, mi ha semplicemente tirato fuori da quel momentaccio. Voglio fare quello che posso per lui, mi ha letteralmente salvato la pelle». L’affetto evidente tra cane e padrone ha conquistato il Web, e la foto è diventata un vero e proprio fenomeno virale: in pochi giorni, quasi 100mila condivisioni, più di 150mila “like” e oltre 1,5 milioni di visite, cui vanno aggiunti migliaia di commenti da parte di persone incantate e commosse dallo scatto.© Riproduzione riservata
VIDEO
http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2012/08/10/APWul49C-abbraccio_che_commuove.shtml
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MESSAGGERO VENETO
9 AGOSTO 2012
Noi turisti a Sauris davanti all’uccisione d’uno scoiattolo
Giovanna Castellana Udine
Prov. di Udine - Sopraffatti dal caldo, io, il mio fidanzato e nostro figlio di pochi mesi abbiamo deciso di cercare un po’ di frescura nella nostra amata regione e quale migliore meta se non la Carnia, posto troppo spesso trascurato dal turismo? Ci rechiamo a Sauris, ora per noi non più ridente località… Arriviamo, facciamo un giretto, degustiamo gli ottimi prodotti locali e arrivati al momento di ripartire, mentre carichiamo il passeggino sull’auto parcheggiata dietro al negozio di artigianato locale notiamo che un giovane, sul terrazzo di casa sua, armato di bastone in acciaio sta bloccando uno scoiattolo nel tentativo poi riuscito di soffocarlo torturandolo mentre si dimena inutilmente in una straziante scena. Non pago del perfido quanto gratuito maltrattamento, il tale cercava poi di finire l’animaletto con l’ausilio di un grosso ceppo nonostante avesse ben notato la presenza di più persone che osservavano la scena inorridite. Il mio ragazzo, alla vista del corpo esanime dello scoiattolo cadere a terra, gli chiede: «Scusa ma perché lo hai ucciso?». Il ragazzo risponde in uno stentato italiano minacciandoci agitando il bastone d’acciaio «fatti i cazzi tuoi (...) io faccio quello che voglio CAPITO?». Al di là del fatto che noi amiamo gli animali (tutti) vorremmo che questo episodio facesse riflettere non solo i lettori ma anche il sindaco di Sauris, che annovera tra i suoi concittadini un esemplare di ben poco rispetto. Noi siamo turisti e immaginiamo che il paesetto carnico viva soprattutto di turismo e crediamo che sia un pessimo esempio di ospitalità locale visto che il lavoro di molti è spesso vanificato dal comportamento di pochi. Di fatto ci guarderemo bene dal tornare e il ricordo di quella scena ci ha rovinato tutta la giornata (e continua a farlo).
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MESSAGGERO VENETO
10 AGOSTO 2012
Scoiattolo ucciso, il sindaco chiarisce catturavano un ghiro
SAURIS (UD) - Nessun maltrattamento. I passanti che hanno creduto di vedere un’incomprensibile violenza su uno scoiattolo, hanno assistito in realtà alla semplice cattura, necessariamente “energica”, di un ghiro che più tardi è stato liberato nel suo ambiente naturale. Ecco la ricostruzione dell’accaduto per il sindaco Stefano Lucchini. Parole che contrastano con la lettera, pubblicata ieri sul Messaggero Veneto, di una turista che era passata assieme al fidanzato dinanzi alla casa sul cui terrazzo era avvenuto il presunto maltrattamento. «Un piccolo ghiro - spiega il sindaco –, animale che se penetra in casa causa danni notevoli, in particolare ai cavi. Una coppia, che risiede a Sauris da anni, ha trovato il ghiro in casa e la scena alla quale i passanti hanno assistito non è stata altro che la cattura dell’animale, che ha richiesto necessariamente una certa energia. Ciò è comprovato dal fatto che l’animale non è morto. Anzi, gli inquilini l’hanno fotografato e filmato (il materiale è visibile anche sul nostro sito ndr) mentre veniva liberato per poter così provare di non aver compiuto maltrattamenti. Insomma, solo un equivoco. Quanto al descritto alterco penso che possa essere ben spiegabile: gli animi, con questo clima torrido, si scaldano facilmente».
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IL MATTINO DI PADOVA
9 AGOSTO 2012
Gattina nel cassonetto salvata dai pompieri
Sergio Sambi
ABANO TERME (PD) - Quella di Patú é una storia simile a quella dei troppi mici che vengono abbandonati e gettati nei cassonetti della spazzatura. Ma lei ha trovato una persona amica che ha sentito il suo esile e disperato miagolio e si é subito data da fare per tentare di salvarla. Martedì sera, il caldo era ancora insistente quando una residente di via del Lazzaretto, come ogni sera, esce di casa per andare a buttare il sacchetto con le immondizie. Appena sollevato il portellone del cassonetto sente provenire dall'interno del grande contenitore, colmo di spazzatura, un lievissimo miagolio. Impossibile fare qualcosa da sola. Allarmata rientra in casa e inizia a chiedere aiuto telefonando alle varie associazioni di protezione degli animali ma a quell'ora non ottiene alcuna risposta. Alla fine si decide e chiamare il centralino dei vigili del fuoco che prontamente mandano una squadra che riesce agevolmente a portare in salvo la povera bestiola: chiusa in una scatola di cartone rischiava di morire nel peggiore dei modi. Finale a lieto fine per Patú, come é stata soprannominata la piccola micetta dai suoi salvatori, anche perché la signora Anna l'ha adottata e affidata alle amorevoli cure della sua nipotina.
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GEA PRESS
9 AGOSTO 2012
Chioggia (VE) – cagnolina nella trappola per le nutrie (foto)
Ha rischiato di morire – ora è salva grazie ai volontari di APA.
Tra i tanti cani da fare adottare, ora c’è anche Hope. Salvata dai volontari di APA – Associazione Protezione Animali di Chioggia che dietro segnalazione si sono precipitati, domenica sera, lungo la statale Romea. Tra le sterpaglie, quasi al bordo della strada, prigioniera di una trappola per le nutrie. Un probabile abbandono, finito in tal maniera. Hope, cagnolina di non oltre cinque mesi di vita, per non meno di quattro giorni è stata lì dentro. Disidratata e nel frattempo avvilita da pulci e zecche. Così ha riferito il Veterinario al quale si sono subito rivolti i volontari di APA.
Ora sta un poco meglio, ed ha iniziato ad alimentarsi sebbene lentamente.
“Hope aveva le mucose bianche, la sua vita appesa ad un filo” riferisce a GeaPress Loretta Boscolino di APA “Al momento del ritrovamento pesava meno di dieci chili, ai bordi di una strada del civile Veneto – riferisce indispettita Loretta – Non posso pensare a delle persone che hanno gioito di tanta crudeltà“.
La gabbia, quando è stata trovata, aveva nella parte superiore uno straccio. Qualcuno l’aveva poi legata con un fil di ferro. Gli occhi di Hope, nel frattempo, si erano riempiti di pus. Quattro giorni, sotto il sole cocente, ai bordi della Romea.
Ora sta meglio, grazie ai volontari, che vorrebbero darla in adozione.
Sterilizzazione obbligatoria, precisano. Di queste storie, ne hanno già molte. Di cani, ovviamente, come la cucciolata lanciata fuori da un finestrino di un’auto in corsa ed anch’essa salvata dall’APA. Poi gli imprevisti che aggravano ancora di più un lavoro già molto impegnativo. I polli, ad esempio, almeno una ventina. Recuperati in giro per le campagne. Qualche giorno addietro, ricorda Loretta, si è rovesciato un camion. “Vi risparmio di raccontarvi cosa è successo – conclude Loretta Boscolino - Spero solo che Hope possa andare in adozione e che la sua storia serva ad aprire la coscienza di qualcuno“.
VEDI FOTO:
http://www.geapress.org/m/chioggia-ve-cagnolina-nella-trappola-per-le-nutrie-foto/31205
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LA REPUBBLICA
9 AGOSTO 2012
Animali in gabbia, ostaggio di zoo vecchi, fatiscenti e senza licenza
Sono 88 le strutture che hanno fatto richiesta per diventare giardini zoologici. Ma sono soltanto dieci quelle che l'hanno ottenuta. Le altre, a 12 anni dalla direttiva europea che doveva regolare il sistema, non sono ancora a norma di legge. Un mondo abbandonato a se stesso che continua ad esporre leoni, tigri, lemuri, scimpanzé e non solo. Fa pagare un biglietto in regime di più o meno totale evasione fiscale
ROMA - Tra finte liane e rocce di cartapesta, in antri umidi o recinti assolati, in stagni dove scarseggia l'acqua, in teche di plastica troppo piccole, vivono migliaia di animali selvatici. Ci sono leoni, tigri, lemuri, scimpanzé, giraffe, boa, coccodrilli, cicogne, cammelli. Vivono in luoghi che si chiamano zoo-safari, parchi natura, acquari, mostre faunistiche, fattorie didattiche, zoomarine, bioparchi. Spesso nomi esotici vengono usati per indicare strutture fatiscenti, recinti polverosi, dove animali alienati si trascinano in movimenti ripetitivi e la natura che vorrebbero evocare è cancellata.
Quanti sono gli zoo in Italia? E in che condizioni vivono gli animali che vi sono rinchiusi? Chi ci guadagna? È difficile saperlo, perché sono molte le strutture che continuano a esporre animali senza nessuna licenza, a far pagare un biglietto in regime di più o meno totale evasione fiscale. È il business degli animali in cattività, dove si possono trovare vecchie famiglie circensi e nuovi imprenditori. Un mondo abbandonato a sé stesso dove nessuno vuole posare lo sguardo perché la merce esposta sono animali ingombranti, spesso pericolosi, che nessuno osa sequestrare, perché, fuori di lì, nessuno saprebbe dove metterli."Attualmente sono 88 le strutture che hanno fatto richiesta per avere la licenza di giardini zoologici e 10 le strutture che l'hanno ottenuta. Le altre non sono ancora a norma di legge", spiega Alessandro La Posta del ministero dell'Ambiente. "La prassi è che chi vuole la licenza deve mandare una documentazione, questa viene valutata da una commissione, poi ci sono 18 mesi per mettersi in regola, ma i tempi si dilatano, noi mandiamo solleciti ma non abbiamo risposta". Perché non intervenite? "Il nostro obiettivo è rendere le strutture a norma di legge, non chiuderle, quindi si temporeggia. L'alternativa sarebbe confiscare gli animali, ma poi dovremmo trovargli una sistemazione e questo ha un costo. E i soldi non ci sono". La legge, un pasticcio all'italiana In Italia la maggior parte delle strutture che si chiamano giardini zoologici non ha ancora l'autorizzazione, in molti casi non sono stati fatti neanche i sopralluoghi. La legge che doveva dare vita ai "nuovi" zoo è diventata un pasticcio all'italiana. Sono passati infatti più di dodici anni dalla direttiva europea del 1999 che invitava gli Stati ad adeguarsi entro il 2002. In Italia la legge già parte in ritardo, viene promulgata nel 2005, l'Unione europea muove critiche, così viene rivista nel 2006, per i decreti attuativi si arriva al 2008. Passano altri quattro anni, ma ancora non si è pronti. "Siamo in fase di avviamento, abbiamo iniziato i controlli dalle strutture che avrebbero dovuto avere meno problemi, ma siamo in una fase di transizione e le norme sono abbastanza ermetiche", ammette Ciro Luongo, responsabile del nucleo investigativo della Forestale. Eppure su alcuni punti la legge è molto chiara. "Per giardino zoologico s'intende qualsiasi struttura pubblica o privata avente carattere permanente aperta al pubblico almeno sette giorni l'anno che mantenga animali vivi di specie selvatiche". Il testo precisa che il giardino zoologico deve partecipare a ricerche scientifiche, promuovere programmi di educazione, sensibilizzazione in materia di conservazione della biodiversità e mantenere un elevato livello qualitativo nella cura degli animali. |
IL RESTO DEL CARLINO
9 AGOSTO 2012
"A Modena 50 cani abbandonati al mese"
L'allarme del Comune
Daniela Barbieri (Ufficio Diritti degli animali): "L’abbandono non è piu’ un fenomeno estivo ma legato anche a tante altre occasioni in cui un animale diventa un problema da risolvere con una soluzione facile ed economica”
Modena - Quello dei cani abbandonati o smarriti e’ un fenomeno che “anche a Modena registra numeri da attenzione che oscillano tra i 40 e i 50 ogni mese”. Fino a giugno la situazione e’ rimasta nella media annuale, ma a luglio, avverte una nota del Comune di Modena, sono iniziate nel canile intercomunale in via Nonantolana 1219 le entrate di cani, circa una decina in piu’, tra cui tre cucciolate (una di sei, una di cinque e una di tre cuccioli) provenienti principalmente dai Comuni limitrofi. “Per fortuna le restituzioni ai legittimi proprietari di cani persi sono una ventina al mese, questo grazie anche ai microchip e all’iscrizione all’anagrafe canina, a cui vanno sommate altrettante adozioni”, fa sapere l’amministrazione. Attualmente nel canile, che serve i Comuni di Modena, Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Castelfranco, Castelnuovo Rangone, Nonantola e Soliera, sono presenti circa 260 cani, accuditi dagli operatori e dai volontari che con impegno si dedicano alla gestione di questo servizio. A Modena, inoltre, risultano iscritti all’anagrafe canina circa 17.000 cani, una iscrizione obbligatoria per legge “ma che e’ fondamentale per poter trovare rapidamente il proprietario dell’animale in caso di smarrimento".“Per stimare l’entita’ degli abbandoni estivi basta valutare l’aumento dei cani che vengono recuperati dal canile intercomunale in questi periodi, dichiara Daniela Barbieri responsabile dell’Ufficio Diritti degli animale del Comune di Modena. E quello che si ottiene e’ “un dato di poco superiore rispetto alle entrate degli altri mesi che fotografa pero’ come l’abbandono non sia piu’ un fenomeno legato solamente al periodo estivo, ma anche al periodo della caccia, al Natale e tante altre occasioni e festivita’ in cui un animale, se adottato in modo non consapevole e responsabile, diventa un problema da risolvere con una soluzione facile ed economica”.
Fortunatamente, molti dei cani accolti nella struttura comunale, prosegue Barbieri, hanno un proprietario e sono “moltissimi” quelli recuperati e restituiti “in pochissimo tempo al legittimo proprietario grazie al microchip e all’iscrizione all’anagrafe canina”. Ultimamente, grazie all’introduzione dei microchip, conclude la responsabile dell’Ufficio Diritti degli animali, “si e’ riusciti a contenere il numero degli abbandoni. Stiamo pero’ assistendo ad un nuovo fenomeno, l’aumento di richieste di cessione dei cani di proprieta’ al canile, ovvero persone che per diversi motivi, problemi di carattere economico o difficolta’ di gestione, sono impossibilitate a tenere il cane e chiedono che possa essere accolto nel canile”. Le rinunce sono un fenomeno complesso che riguarda varie tipologie di cani: taglia grande, razza prettamente da guardia, sesso maschile, eta’ adulta, eta’ avanzata con problematiche sanitarie, non socialita’ con i simili e a volte aggressivi con persone. Questi animali richiedono box singoli, per cui e’ stato necessario creare una lista di attesa che permette l’ingresso controllato in base alla disponibilita’. |
ADN KRONOS
9 AGOSTO 2012
Genova, più delle vacanze è la crisi a causare l'abbandono di cani
Genova - ''Il proprietario non ha più i mezzi per tenere l'animale, si informa, va in Comune e porta l'animale da noi - racconta all'ADNKRONOS Clara Patrone, responsabile del canile municipale - E' un fenomeno che non è legato a un andamento stagionale, purtroppo risulta costante tutto l'anno ed è esploso in questi anni di crisi"
Genova - Non e' la voglia di vacanze ma la crisi economica la causa principale dell'abbandono dei cani a Genova. Il canile municipale di Genova, in via Monte Contessa (ex via Adamoli) ospita mediamente 200 animali. Ogni mese alcune decine di cani trovano una famiglia disposta ad adottarli e lasciano la struttura, circa sessanta sono quelli che entrano.
''I piu' sono cani vaganti o incustoditi per motivi vari - dichiara all'Adnkronos Clara Patrone, responsabile del canile - quelli abbandonati sono una decina. Ma nella maggior parte dei casi si tratta di abbandono per necessita' economiche. Il proprietario non ha piu' i mezzi per tenere il cane, si informa, va in Comune e porta l'animale da noi. E' un fenomeno che non e' legato a un andamento stagionale, purtroppo risulta costante tutto l'anno ed e' esploso in questi anni di crisi". "Gli abbandoni veri e propri - prosegue Patrone - saranno in media uno al mese, si tratta di cani lasciati legati a un cancello o a un lampione. L'ultimo arrivo del genere, qui da noi, nei giorni scorsi, e' una cagnetta di un anno, abbandonata nella stazione ferroviaria di Cornigliano. Poi c'e' qualche cane da caccia che al cacciatore non serviva piu' e viene lascito per strada, ma nella maggior parte dei casi si tratta di rinunce, dovute in primo luogo a motivi economici, e l'animale viene portato da noi"."L'altro motivo che spinge i proprietari di cani a lasciare il loro animale al canile e' l'incapacita' di gestirlo, - continua - fenomeno legato alla crescente diffusione dei molossi, specialmente del tipo pitbull. Cani che, da cuccioli, come del resto tutti i cuccioli, sono incantevoli, e vengono facilmente presi in casa. Da adulti, pero', spesso risultano in ingombranti e, in ogni caso, impegnativi da gestire. Purtroppo - conclude Patrone - si sono diffusi in misura impressionante e in pochissimi anni: nel 2004, quando siamo entrati nella struttura di via Adamoli, abbiamo trovato un solo molossoide, oggi ne arrivano decine''.
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IL GIORNALE
9 AGOSTO 2012
Fido addio, devo traslocare Quante scuse per l'abbandono
Quali sono i motivi per cui le persone decidono di abbandonare il loro animale? Sono dei bastardi? Certo, spesso lo sono, ma è un esercizio di maggior beneficio quello di capire le ragioni che li muovono a simili comportamenti incivili. È solo con la conoscenza che si combatte il male. Una giovane donna, di nome Lisa, ha scritto un articolo su un tabloid americano, con una lucida analisi fondata sulla sua esperienza di volontaria per 10 anni in un'oasi canina e felina della Peta (People for Ethical Treatment of Animals) americana. «Ho visto un sacco di animali abbandonati -scrive Lisa- ma quelli che mi commuovono maggiormente sono gli owner surrenders (consegnati dai proprietari), quelli che avevano casa e famiglia e hanno perduto entrambe». Lisa ha cercato di mettere da parte i sentimenti e si è messa a interrogare con discrezione i padroni allo scopo di capire, per prevenire in futuro queste sgradite consegne al canile. È necessario chiarire che la società americana è diversa, per alcuni aspetti, dalla nostra e ci sono motivazioni diverse di abbandono nei canili. Non voglio qui scrivere di chi abbandona gli animali sullo svincolo dell'A1. Questi sono criminali che non meritano lo sforzo del questionario, ma solo le sbarre di un galera.Le allergie, specie per quanto riguarda i gatti, sono tra le prime motivazioni. A parte casi effettivamente impossibili da risolvere, la gente spesso non sa che questi disturbi possono essere trattati. Talvolta i proprietari si separano dai propri animali perché questi diventano troppo malati per poterli curare. Pochi giorni fa, su queste colonne, sollevavo il problema del costo esagerato che hanno i farmaci veterinari rispetto agli identici umani. Con la crisi che viviamo, spendere 200 euro al mese invece di 50 per malattie croniche, ha il suo peso, anche se pare che i politici e gli stessi animalisti, non si curino molto del problema. Scrive giustamente Lisa, che molte persone non sanno pianificare il possesso di un animale rispetto alla famiglia. La mamma anziana si sente sola? Regaliamole un bel cagnolino così noi possiamo andare in ferie senza il rimorso della sua solitudine. Poi, succede che la mamma muore e il cagnolino, nell'appartamentino con moglie, marito e due figli, non ci sta. E dopo qualche ricerca di collocamento presso amici, finisce al canile dove, essendo già adulto, non riesce a entrare in armonia con i suoi compagni e con l'ambiente, diventando talvolta irritabile al punto da scoraggiarne l'adozione.I traslochi sono un altro punto debole della catena, specie in America dove, cambiare casa o lavoro, è all'ordine del giorno. Ma la causa più frequente di abbandono in canile è rappresentata dai disturbi comportamentali: aggressività, ansia da separazione, fobie per i rumori possono far sorgere conflittualità insanabili se non vengono opportunamente trattati.Lisa conclude molto saggiamente che una condizione essenziale per l'oasi di recupero è di ridurre gli abbandoni attraverso una costante educazione, nelle scuole, tra gli anziani e ovunque sia posibile. Nella nostra realtà sociale, sono i gatti a subire maggiormente l'abbandono presso le oasi feline. E anche qui l'ignoranza la fa da padrona. Mi dice Laura, volontaria in un grande gattile, che, ancora oggi, le donne in gravidanza sono spinte dal medico (sic) ad «allontanare» il gatto per paura della toxoplasmosi (roba da medioevo). Nasce il bimbo e si ha paura che il gatto vada nella culla a graffiarlo. E via al gattile. Il cucciolo regalato per Natale a Carletto cresce e diventa un impegno, mentre Carletto ha in testa la playstation. E via al gattile. Un punto a nostro favore? In America i divani sono più importanti dei gatti che vengono regolarmente privati delle unghie. Da noi è un reato e i gatti non finiscono al gattile perché rovinano un divano di finta pelle. Anche in Italia, ogni tanto, fa capolino la civiltà.
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GIORNALETTISMO
9 AGOSTO 2012
Il serial killer di animali
L'uomo che mutila e uccide senza motivo che sta terrorizzando il Colorado
Il Colorado è sconvolto da un una serie di mutilazioni, avvenute negli ultimi mesi, ai danni di alcuni animali. Gli allevatori sono sconvolti e non riescono a darsi una spiegazione plausibile.
IL CASO – Sono saliti a quattro i casi di violenza segnalati: “A me sembra una questione rituale oppure chi ha compiuto questi gesti folli deve essere stato davvero fuori” ha dichiarato l’allevatore Mike Clarke del Ranch LeValley che ha assistito a uno spettacolo orribile: uno dei suoi cavalli era scuoiato e senza testa. È in seguito a questo ritrovamento e, agli altri avvenuti nei mesi precedenti, che un’associazione della contea di Gunnison offre una ricompensa di 500 dollari a chiunque fornisca informazioni utili.
LE UCCISIONI – Allen Roper del Clarke Ranch ha detto che gli animali sembravano essere stati fucilati ma guardando meglio non c’era traccia di proiettili e dunque: “Le mutilazioni sono state eseguite con coltelli e non sono il frutto dell’aggressione di altri animali predatori. Questi atti brutali somigliano a quelli avvenuti nel 1960, nella vicina contea di Saguache. Nel 1967 il cavallo Snippy, venne ritrovato con testa e collo scuoiato e sul luogo del ritrovamento non c’era traccia di sangue”. Un caso più recente è quello del 2009: a San Louise Valley quattro vitelli sono stati trovati scuoiati e via lingua e occhi. Fino a dove si spingerà l’assassino?
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GEA PRESS
9 AGOSTO 2012
Phoenix Air annuncia lo stop del trasporto di scimmie destinate alla vivisezione in Italia
Lo comunica Mr. Thompson in risposta ad una lettera dell'europarlamentare Andrea Zanoni.
Dopo l’ultima disdetta della prenotazione di un volo charter della Phoenix Air richiesto dalla Novartis, nota società farmaceutica con sede a Siena, per trasportare primati non umani dalle Barbados destinati alla sperimentazione animale qui in Italia, Andrea Zanoni – europarlamentare IDV del gruppo ALDE e vice presidente dell’intergruppo per il benessere degli animali – ha scritto al vice presidente della compagnia aerea americana.
Nella lettera Zanoni aveva chiesto ai vertici della società oltreoceano di evitare una volta per tutte questo tipo di viaggi della morte.La risposta non si è fatta attendere e Mr. Dent Thompson, portavoce della Phoenix Air, in data odierna ha comunicato che la stessa compagnia aerea “non parteciperà a questi spostamenti di primati in futuro”.“Oggi è stato inferto un duro colpo alle aziende dei vivisettori” dice Zanoni “Personalmente, sono molto soddisfatto di questa presa di posizione, fortemente voluta anche dalle associazioni animaliste italiane e dai cittadini”.“A poco a poco, la vivisezione deve essere messa al bando in Italia” continua Zanoni “e altri Paesi poi seguiranno il nostro esempio. La diffusione delle informazioni normalmente taciute alla popolazione sta mettendo in seria difficoltà il mondo della lobby dei vivisettori”. |
LA ZAMPA.IT
9 AGOSTO 2012
La nuova vita del gibbone Thai
L'esemplare è stato sequestrato nell'ambito di accertamenti effettuati per la detenzione di animali esotici in un quartiere cinese a Milano. Ora è al Bioparco di Roma
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Il gibbone Thai
Un esemplare di gibbone dalle mani bianche (Hylobates lar), una specie minacciata di estinzione, sequestrato in un quartiere di Milano, è stato trasferito al Bioparco di Roma dal personale specializzato del Servizio Cites del Corpo forestale dello Stato di Roma e di Milano.
«Thai», così è stato chiamato il primate, viveva da oltre tre anni nel giardino di una villa del comune di Nerviano (Milano) a causa di una complessa vicenda giudiziaria e dopo che il Corpo forestale dello Stato lo aveva sequestrato nell’ambito di accertamenti sulla detenzione di animali esotici nel quartiere cinese di via Paolo Sarpi, a Milano. Il gibbone dalle mani bianche, al pari di tutti gli altri primati, è una specie considerata pericolosa per la pubblica incolumità ed è tutelata dalla Convenzione di Washington (Cites) sul commercio delle specie animali e vegetali minacciate d’estinzione. «Thai» non ha mai visto suoi simili e appartiene ad una specie tra le più rappresentative dell’ordine dei primati, fortemente minacciata d’estinzione nel proprio habitat naturale, le foreste dell’Indocina, a causa della caccia illegale e della deforestazione. Il gibbone dalle mani bianche, come orango, scimpanzè e gorilla, è una scimmia antropomorfa e condivide con l’uomo un’alta percentuale di similitudine genetica. Ha un ampio repertorio di versi ed emette vocalizzazioni acute che riecheggiano nelle foreste primarie di Cina, Birmania, Tailandia e Sumatra e ne segnalano la presenza anche ad enormi distanze. Si tratta di primati dalle caratteristiche biologiche e comportamentali delicatissime, conosciuti come gli ’acrobati della giunglà che con i balzi tra un albero e l’altro possono coprire distanze anche di 15 metri. Il provvedimento di trasferimento è stato disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano a seguito delle argomentate proposte del Corpo forestale tese ad assicurare il pieno rispetto delle regole etologiche di custodia dell’animale e garantirne un reinserimento ottimale. Per questi motivi, «Thai» è stato affidato alle cure del personale specializzato del Bioparco di Roma che lo accudirà secondo gli standard di allevamento in cattività per la specie, considerando anche che l’esemplare ha vissuto, per anni, esclusivamente a contatto con esseri umani. Trattandosi di una specie monogama,Thai avrà presto una femmina con cui vivere, e magari anche riprodursi, in linea le indicazioni del coordinatore del Programma europeo di riproduzione in cattività per le specie minacciate. |
LA ZAMPA.IT
9 AGOSTO 2012
Squalo toro mutilato della pinna ritrovato in Nuovo Galles del Sud
Nonostante sia in via d'estinzione, continua ad essere preda dei pescatori
Australia Sulle rive della costa settentrionale del Nuovo Galles del Sud, è stato ritrovato un esemplare di squalo toro (Carcharias Taurus) privo di pinne dorsali.
Lo squalo fa parte delle specie a rischio, e conta al di fuori dell'Australia orientale solo 1.000-1.500 esemplari, scampati all'estinzione. Sull'insolito ritrovamento è stata aperta un'inchiesta e le autorità, sono alla ricerca di testimoni oculari, per carcare di spiegare il perchè del gesto barbaro. «Si tratta di un'aggressione crudele e illegale», hanno spiegato dal Department of Primary Industries. «Un reato che prevede un risarcimento di 220mila dollari e la reclusione fino a dodici mesi in carcere», hanno aggiunto. La zuppa di pinne di squalo toro è considerata una raffinata prelibatezza nei ristoranti più costosi d'Australia. L'animalista Cate Faehrmann ha detto che «la mutilazione dimostra la necessità di rafforzare la protezione dello squalo toro. La perdita di una femmina di allevamento della piccola popolazione di squalo sulla costa orientale dell'Australia è un durissimo colpo agli sforzi fatti nel disperato tentativo di salvare questa specie. Lo squalo era ancora vivo quando è stato trovato sulla spiaggia e ha subito una morte lenta e crudele». |
GEA PRESS
9 AGOSTO 2012
Sea Shepherd – Paul Watson è in un luogo sicuro
Ai giapponesi che lo braccano dà appuntamento in Antartide.
Paul Watson, leader di Sea Shepherd divenuto oggetto di un mandato di cattura internazionale spiccato dall’Interpol, si trova ora in un “in un posto su questo pianeta dove mi sento a mio agio, un luogo sicuro, lontano dalle nazioni scaltre che hanno chiuso gli occhi di fronte allo sfruttamento dei nostri oceani“.Mistero, ovviamente, sul luogo in questione. In tal maniera il capitano Watson si era espresso poche prima del mandato dell’Interpol. Un provvedimento scontato dopo che lo stesso Watson aveva fatto perdere le sue tracce mentre si trovava in Germania. Qui era stato arrestato un paio di mesi fa dietro richiesta di estradizione del Costa Rica. La questione, vecchia di dieci anni, riguardava il presunto disturbo ad una imbarcazione intenta alla pesca di squali che sarebbero finiti con l’amputazione delle pinne. Probabile, secondo Sea Shepherd, che dietro la richiesta del paese latino americano, ci fosse in realtà il Giappone. Dal suo luogo sicuro, Watson si sente ora certo di potere riprendere la sua attività in favore della salvaguardia della vita marina. “Li ho, comunque, elusi ancora una volta – ha dichiarato Watson facendo chiaro riferimento ai giapponesi – e continuerò a cercare di tenermi un passo avanti a loro, non importa quali siano i rischi e i costi che dovrò affrontare“.Watson dà appuntamento alla prossima campagna nei mari dell’Antartide, contro le baleniere giapponesi. “Sono in grado di servire meglio i miei ideali in mare che nella cella di una prigione giapponese e ho intenzione di fare proprio questo – ha detto Watson ad un portavoce di Sea Shepherd – A Dicembre, le nostre navi salperanno ancora per la nona campagna contro le baleniere fuorilegge giapponesi nel Santuario dei Cetacei in Antartide. La Campagna si chiamerà Operazione Zero Tolerance – ha spiegato Watson – e noi rischieremo le nostre navi e le nostre stesse vite ancora una volta, nel necessario sforzo di fermare questi banditi pelagici dal loro spietato massacro dei giganti gentili dei mari“.
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GEA PRESS
9 AGOSTO 2012
Veneto – 16.000 uccelli da catturare per i cacciatori
L'On.le Andrea Zanoni: bisogna mettere un freno al Governatore Zaia.
46 impianti di cattura per un totale di ben 16.000 uccelli migratori. Allodole, cesene, merli, tordi bottaccio e tordi sassello saranno così catturati nelle provincie di Vicenza, Treviso, Verona, Padova, Venezia e Belluno. Ad autorizzare quella che di fatto è una attività di uccellagione è una delibera di Giunta della Regione Veneto. Esattamente la numero 1629 del 31 luglio scorso.A denunciare il tutto è l’On.le Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della Commissione ENVI Ambiente Salute pubblica e Sicurezza alimentare. Zanoni ricorda anche l’esatta terminologia di tali sistemi, ovvero roccoli e prodine muniti di reti non selettive per la cattura di uccelli migratori da utilizzarsi come richiami vivi nella caccia. Reti da uccellagione che secondo Zanoni sono espressamente vietati dalla Direttiva Uccelli, la n.147/2009/CE, denuncia l’Eurodeputato. Questo anche alla luce del fatto che non essendo selettive catturano indiscriminatamente ogni specie di uccello che le attraversa.Tra gli uccelli che la Regione ha consentito di catturare c’è addirittura l’Allodola, una specie contemplata nella lista rossa degli uccelli nidificanti in Italia per il rischio di estinzione, specie che risulta in declino costante da circa 30 anni in tutta Europa.L’On.le Zanoni, ricorda inoltre come l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale con circolare del 21 giugno scorso, indirizzata alla Regione Veneto, aveva dato un preciso parere sfavorevole alla cattura in deroga degli uccelli con l’utilizzo delle reti per la stagione 2012/2013, sottolineando che dovrebbero essere messi in pratica i metodi alternativi quali l’allevamento degli uccelli in cattività, parere vergognosamente ignorato dalla Regione.“Questo ennesimo regalo ai cacciatori – ha dichiarato l’On.le Zanoni – rischia di tramutarsi in un nuovo procedimento di infrazione dell’Unione Europea nei confronti della Regione Veneto per la violazione della direttiva uccelli“. Per Zanoni bisogna mettere un freno all’amministrazione Zaia che per accontentare una esigua minoranza di cittadini, i cacciatori, rischia di far pagare a tutti i contribuenti le pesanti sanzioni europee ormai alle porte. “Non appena riaprirà il Parlamento Europeo – ha annunciato l’ON.le Zanoni – inoltrerò alla Commissione una interrogazione-denuncia di quanto accaduto.”.La Lega Abolizione Caccia, tramite il presidente nazionale Prof. Carlo Consiglio, ha già individuato un noto legale per impugnare a breve la delibera sull’uccellagione al TAR del Veneto.
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IL GIORNO
9 AGOSTO 2012
Visoni allevati sotto casa: tutto il paese dà battaglia
Brescia - A uno sguardo veloce appare una azienda agricola. Una delle tante di Montirone, cinquemila abitanti nella Bassa bresciana, 15 chilometri dalla città. Capannoni svettanti, nascosti da un telo verde, cancelli oscurati, sormontati dal cartello “La Fioreria, fiori e agriturismo”. Peccato però che in via Palazzo 76, dove anche il web tuttora segnala una struttura con «centro benessere, bocce, parco giochi, corsi di cucina e artigianato», da fine 2011 sorga un allevamento di visoni.Già, visoni. Quei piccoli carnivori il cui manto è ambito per farne scintillanti pellicce. Da riporre nell’armadio dimentichi di gabbie, scuoiamenti e questioni etiche. Ma c’è dell’altro. L’ex agriturismo ha parecchi vicini di casa. Cascine a nemmeno 50 metri e il paese a 250, quando le distanze da rispettare sono di 100 e 500 metri. Risultato: lamenti delle bestiole a portata di orecchio, ma anche un tanfo che in certi orari cala sul circondario come una cappa irrespirabile.«Dovrebbe provare a sentire all’alba, oppure la sera – dicono Pierfranco e Anna, casa nei paraggi -. La puzza arriva a ondate fino a un chilometro, è qualcosa che toglie il fiato. Altro che letame o porcilaie. Non siamo schizzinosi. Non rimane che stare barricati con l’aria condizionata». «I panni ormai si asciugano solo nell’asciugatrice – fanno eco Nicole e Daniela -. All’aperto significherebbe doverli rilavare». Per non parlare della moltiplicazione di mosche e ratti, richiamati dagli scarti di macello di cui si cibano i visoni e dai liquami. A riprova, Marisa e Davide sventolano una carta moschicida tappezzata di insetti.A sollevare il caso è stato il neonato circolo di Legambiente, che ha distribuito volantini a pioggia. «Quanti cittadini sanno che esiste un allevamento di visoni in paese? - vi si legge -. Perché è stato concesso l’insediamento? Chi ha fatto i controlli?». Tempo poche settimane, e gli ambientalisti hanno raccolto oltre cento firme, recapitate a Comune, Asl e Arpa. «In ballo c’è una questione etica, migliaia di animali scuoiati per le pellicce, ma pure l’igiene pubblica» denuncia la referente, Marinella Cigolini.L’amministrazione è corsa ai ripari varando una ordinanza di chiusura, impugnata però davanti al Tar dall’azienda. Il tribunale ha concesso la sospensiva fino a fine novembre, per dare tempo alla ex Fioreria di ultimare le gravidanze delle 800 fattrici e gli svezzamenti. L’udienza di merito si terrà a gennaio 2013. A spiegare che cosa è accaduto è il sindaco, Francesco Lazzaroni: «Per avviare un allevamento basta una autocertificazione – dice -. Questo è sorto in capannoni già sfruttati per polli o lepri. Il regolamento comunale però impone che le distanze da rispettare per gli animali da pelliccia siano di almeno 100 metri da case isolate e 500 dal centro abitato. Ma qui le prime case distano 50 metri. Un illecito di cui ci siamo accorti tardi». Dal canto suo l’azienda, contattata, si trincera dietro un “no comment”. L’Asl lo scorso 3 luglio ha certificato «alcune criticità gestionali cui sono state impartite opportune prescrizioni», le distanze ridotte e l’odore di cui «quantunque alle 17 non particolarmente penetrante». [email protected]
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JOURNAL
9 AGOSTO 2012
Animali tatuati, è proprio così bello e sicuro? La nuova moda imperante adesso è quella di tatuare anche gli animali. Con conseguenti polemiche degli animalisti che sostengono non essere un'operazione priva di dolori e rischi per gli animali
Negli ultimi tempi ci siamo abituati a vedere cani e gatti coperti di cappottini,cappelli, sciarpe e fermagli e sembrava che la cosa, per quanto assurda, fosse diventata una routine. Dopotutto se la moda si evolve per gli umani perché non dovrebbe farlo anche per i nostri amici a quattro zampe?!Sembra però, che la nuova tendenza del 2012 proveniente dagli Usa abbia sollevato un polverone di polemiche che non accennano a smorzarsi: i tatuaggi per animali. Un nuovo modo per creare un look personalizzato sui nostri animali domestici, ha già spopolato tra i padroni che fanno la fila davanti ai negozi di toletta dove esperti disegnatori per soli 10-20 dollari riescono a realizzare vere opere d’arte. Un settore quello della tolettatura che frutterà 52,9 miliardi di dollari solo quest’anno. In realtà quello sugli animali non è un vero tatuaggio bensì un disegno temporaneo, scelto dal padrone o suggerito dal tolettatore, che grazie a spray totalmente atossici viene realizzato sulla cute dopo la rasatura del pelo grazie ad uno stencil.Destinato gradualmente a scomparire, non è nocivo e soprattutto non è doloroso come quello praticato sugli umani. Ma queste rassicurazioni non sono servite a placare gli animalisti che minacciano manifestazioni e azioni legali. “È pericoloso. Rasare il pelo può portare a complicazioni e soprattutto questa pratica è umiliante e non dignitosa per qualsiasi animale” ha affermato Jane Dollinger, portavoce della Peta per il diritto degli animali. Eppure, nonostante le polemiche, dagli Usa alla Russia il nuovo trend impazza. Dopotutto “è la moda baby”. FOTO http://www.iljournal.it/2012/animali-tatuati-e-proprio-cosi-bello-e-sicuro/377297 |
LA NAZIONE
9 AGOSTO 2012
Cani in spiaggia: è possibile ma di fatto restano fuori
Estate e problemi
Un’ordinanza comunale recepisce la liberalizzazione decisa dalla Regione che però non impone l'adesione
Paolo Di Grazia
Viareggio (LU), 9 agosto 2012 - TEMPO di vacanze: cosa faccio con Fido? E’ il dubbio di tanti italiani le cui vacanze sono spesso condizionate dalla possibilità di portare con loro anche l’amico più fedele dell’uomo. Che cosa accade a Viareggio? Le strutture ricettive, a iniziare dagli stabilimenti balneari, come si comportano?
Rispetto al passato qualcosa è già cambiato. Gli osservatori più attenti avranno notato che dall’elenco dei divieti esposti in ogni stabilimento balneare non c’è più il divieto di accesso agli animali. Questo però non significa automaticamente che i cani possono accedere in spiaggia. Vediamo perché.
A OGGI fa fede la legge regionale 59 del 2009 che di fatto ha liberalizzato l’accesso dei cani nei locali pubblici e anche nelle spiagge attrezzate, purché vengano adottati dal proprietario dell’animale tutti gli accorgimenti che sono previsti dalla legge nazionale, come ad esempio tenere l’amico a quattro zampe al guinzaglio e pulire immediatamente le sue deiezioni. Tale legge regionale è stata immediatamente recepita dall’ufficio demanio del Comune di Viareggio che ha emesso l’ordinanza balneare nell’ottobre del 2009, valida pertanto già nell’estate 2010 e attiva anche adesso. Facendo riferimento alla legge regionale, l’ordinanza del Comune non vieta l’accesso dei cani negli stabilimenti balneari o in altre strutture pubbliche, ma dà la possibilità al titolare dello stabilimento stesso di non accettare l’ingresso dei cani nel caso in cui ritenesse che per motivi di sicurezza e tranquillità dei propri clienti, questi possano essere di ostacolo.
PERTANTO basta fare una comunicazione al sindaco che non si accettano cani nella propria struttura. A quanto pare tutti — o quasi — i balneari hanno fatto tale comunicazione per impedire l’accesso dei cani alle proprie strutture. E I CLIENTI degli stabilimenti balneari come vengono avvisati di quello che ha deciso il titolare? Non ci sono particolari regole. Il proprietario del bagno può affiggere un cartello di divieto. Ma può anche non farlo e comunicare a voce la propria decisione nel caso in cui vedesse entrare una persona con il cane. ALTERNATIVE? Resta la spiaggia libera, ovviamente. L’amministrazione comunale aveva manifestato l’intenzione di allestire a Torre del Lago, e forse anche a Viareggio, un tratto di spiaggia attrezzata per Fido, ma non se n’è fatto di nulla. E ovviamente con la caduta della giunta Lunardini il progetto resta nel cassetto. Essendo però in vigore la legge regionale 59 del 2009, va da sé che i cani hanno libero accesso sulla spiaggia libera, sempre a patto che il proprietario lo tenga appunto al guinzaglio e pulisca le deiezioni. Il cane può anche passeggiare lungo la battigia dove ci sono i bagni visto che in quel tratto tutti possono tranquillamente passeggiare. Anche con il cane al guinzaglio. |
TRENTINO
9 AGOSTO 2012
Orsa mostra i denti e rincorre una coppia di escursionisti
SPORMAGGIORE (TN) - Un incontro di quelli che non si dimenticano, destinato a popolare, anzi ad insidiare il sonno per parecchio tempo. I protagonisti sono tre (e mezzo): una coppia di coniugi di Spormaggiore, un’orsa e il suo cucciolo. Marito e moglie nel week end appena trascorso, decidono di ammazzare il tempo e il caldo con una passeggiata lungo una mulattiera, che dal paese si sviluppa verso nord, in direzione Cavedago. Ed è lì, che un cucciolo di orso balza fuori dalla fitta boscaglia e si palesa a pochi metri dalla coppia. Decisi a non lasciarsi spaventare, i coniugi iniziano ad allontanarsi lentamente, senza movimenti bruschi, in modo da non disturbare il piccolo. Ma, appena il tempo di pochi passi, che a pararsi loro davanti, è mamma orsa. Il tempo si ferma, i minuti diventano ore. Il plantigrado corre incontro alla coppia, si ferma ad «un palmo dal naso», fa vedere i denti e bramisce come a dire «Giù le mani dal mio cucciolo». Con invidiabile sangue freddo, i due abitanti di Spormaggiore, stanno fermi impalati, poi iniziano ad indietreggiare, piano piano, fino a quando l’orsa e il suo piccolo non rientrano al sicuro all’interno della boscaglia. Dell’incontro viene informato il servizio foreste e fauna della Provincia, che sul posto manda i cani da orso. «Quando siamo arrivati per il sopralluogo - spiega il funzionario Claudio Groff - l’orsa si era già allontanata. Abbiamo monitorato la zona per qualche giorno, come è prassi in questi casi, ma l’animale non si è più fatto vedere». Cosa ci facesse il plantigrado lungo quella mulattiera, il funzionario del servizio, se lo spiega così: «Probabilmente l’orsa - continua - si stava cibando, per terra abbiamo trovato infatti parecchie prugne selvatiche». Ed anche il fatto che abbia reagito con aggressività, non sorprende Groff: «Nel pomeriggio, in quella zona caratterizzata da un ambiente misto di boscaglia e di campi abbandonati, spira l’Ora del Garda. Probabilmente, a causa del vento, il plantigrado non si è accorto con l’olfatto della presenza dell’uomo e ha mostrato i denti per difendere il cucciolo. Che non avesse intenzione di aggredire, lo dimostra il fatto che, appena le due persone si sono allontanate, è scomparso nella boscaglia». E dopo i doverosi controlli, la Provincia corre ai ripari e chiede a Bruxelles e a Roma, che il progetto Life Ursus, venga rivisto. Lo ha detto il presidente Dellai all’assemblea della federazione allevatori trentini nei giorni scorsi: «Abbiamo chiesto ai referenti del progetto di sedersi attorno ad un tavolo per stabilire il limite massimo di esemplari che il Trentino può ospitare, per evitare che l’accettazione sociale, andando avanti così, si riduca». Dell’avventura ravvicinata con gli umani, ne siamo certi, se ne ricorderà anche mamma orsa, i cui incubi forse saranno popolati dalla paura che qualcuno le porti via i cuccioli. Così è il magico mondo degli animali: istinto allo stato puro.
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LA CITTA' DI SALERNO
10 AGOSTO 2012
Avvelenato a Faraldo il cane di un poliziotto «Non credo sia collegato al mio lavoro»
FISCIANO (SA) - Avvelenano un cane di proprietà di un poliziotto, scatta la denuncia contro ignoti. Mimmo De Pascale, 38 anni, residente in località Faraldo di Fisciano, ha segnalato il caso ai carabinieri di Mercato San Severino presso i quali si recherà oggi a depositare una denuncia contro ignoti. Il cane è morto l’altro ieri sera, era un bellissimo pastore tedesco di 6 anni di nome Black. «Venerdì scorso – spiega De Pascale – ho scoperto che Black boccheggiava. L’ho subito trasportato da un veterinario. Nonostante le cure è andato in coma, ha avuto crisi epilettiche, ha perso la vista, ha sofferto tantissimo. Poi, l’altro ieri sera è deceduto. Il veterinario mi ha detto che ci sono degli elementi che fanno sospettare l’avvelenamento. Black era di mia proprietà, non apparteneva alla Polizia.Mi chiedo come ci si possa accanire in questo modo contro gli animali. Credo che tale gesto non sia collegabile alla mia attività, anche se non mi sento di escluderlo totalmente».
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REGGIO 2000
10AGOSTO 2012
Gatto maltrattato salvato dai cittadini, indagini dei Carabinieri a Gattatico (RE)
E’ stato trovato dai cittadini agonizzante appeso con corde e filo di ferro alla rete di una porta di calcetto del campo sportivo della frazione Praticello di Gattatico. Vittima un povero ed affettuoso gatto nero finito nella mani di “persone” sadiche che ora i Carabinieri della Stazione di Gattatico intendono identificare e denunciare per il reato di maltrattamenti di animali. A denunciare ai carabinieri di Gattatico il grave episodio di tortura è stata la responsabile dell’associazione i Gatti di Gattatico allertata dai cittadini che hanno soccorso il povero gatto subito affidato alle cure mediche di un veterinario della zona. Raccolta la denuncia i carabinieri di Gattatico hanno avviato immediate indagini per risalire e denunciare i responsabili del grave episodio.
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GEA PRESS
10 AGOSTO 2012
Cadrezzate (VA) – cani nell’immondizia legati al paraurti (fotogallery)
Intervento del Servizio Interprovinciale Tutela Animali.
La segnalazione pervenuta, riferiva di cattivi odori e di cani in stato di abbandono. Sta di fatto che dopo il primo sopralluogo eseguito dal Servizio Interprovinciale Tutela Animali – Nucleo Operativo di Varese e dalla Polizia Locale di Cadrezzate (VA), gli stessi Agenti hanno dovuto convocare i proprietari, assenti al momento dell’intervento.Tre cani, tutti meticci di grosse dimensioni, costretti in spazi angusti colmi di sporcizia oltre che di escrementi. Due di essi erano addirittura legati ad un paraurti di una macchina che faceva da corredo a vario ed abbondante materiale apparentemente senza alcun uso. Gli animali non erano microchippati e non disponevano di riparo dal sole e dalle intemperie. L’acqua a loro disposizione veniva rinvenuta fetida all’interno di un catino di plastica anch’esso esposto al sole. Uno dei cani, presentava uno strato di feci rinsecchite nella parte posteriore del mantello, segno verosimile della prolungata impossibilità a muoversi. Al sopralluogo, presente il Medico Veterinario incaricato dall’ASL, si è altresì evidenziata la probabile infestazione di parassiti interni.Ai due proprietari si è contestata la denuncia per la supposta violazione del comma 2 dell’art. 727 del Codice Penale, ovvero le inidonee condizioni di detenzione. Il PM della Procura della Repubblica di Varese, dott.ssa Sara Arduini ha così chiesto ed ottenuto dal GIP la convalida del sequestro preventivo degli animali ed il loro trasferimento presso il canile di Gallarate.Circa i proprietari si sarebbero altresì palesate le difficoltà sia di salute che economiche.
VEDI FOTOGALLERY:
http://www.geapress.org/m/cadrezzate-va-cani-nellimmondizia-legati-al-paraurti-fotogallery/31221
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IL MATTINO DI PADOVA
10 AGOSTO 2012
Abano Terme, piccoli anatroccoli uccisi a bastonate
Gesto crudele: per il gusto di uccidere. Era la famigliola del parco di villa Bembiana: salvato l’ultimo dai vigili del fuoco
ABANO TERME (PD). Tre anatroccoli uccisi per il gusto di uccidere, l’ultimo della nidiata salvato dai vigili del fuoco. Succede nel parco di villa Bembiana a Monterosso, fra l’indignazione dei frequentatori e del consigliere comunale Massimo Barcaro, tra i primi a giungere ai bordi della enorme vasca in cemento che si trova al centro del parco. Assieme al collega Ermanno Pegoraro, si era prodigato nei giorni scorsi a far portare delle autobotti di acqua fresca per ossigenare il fondo del laghetto ed evitare la morte ai pesci rossi e alle carpe indiane che lo popolano. Alcuni residenti, capitanati da Susanna Menegazzo, vigilano sulla cura del parco.Ma contro la cattiveria nulla si può fare, così ieri sono state trovate le carcasse di tre anatroccoli della famiglia che da tempo popolava lo specchio d’acqua, uccisi a bastonate. È stato chiesto l’aiuto dei vigili del fuoco per catturare l’ultimo anatroccolo e mamma papera, e portarli via da lì. Il piccoletto è stato preso con una retina mentre la papera è volata via. È stato presto liberato in un luogo più sicuro, dove è stato raggiunto dopo pochi istanti da mamma anatra, che non l’aveva mai perso di vista.
FOTO
http://mattinopadova.gelocal.it/foto-e-video/2012/08/10/fotogalleria/abano-terme-piccoli-anatroccoli-uccisi-a-bastonate-1.5526632
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CI ZEN
10 AGOSTO 2012
Cani abbandonati, in estate sono più di 300 «Li bendano per non farli tornare indietro»
Di Luisa Santangelo
Catania - Se sono cuccioli vengono lasciati vicino ai branchi di adulti ed esposti al rischio di essere sbranati. Oppure vengono annegati o sotterrati in campagna, vivi. Se sono adulti, pur di disfarsi dei loro amici a quattro zampe, gli ex padroni coprono loro gli occhi con una benda e li lasciano sulle strade statali, in modo che perdano l’orientamento e non sappiano tornare a casa. Abbandonare un animale domestico è reato penale. Ma i catanesi sembrano non farci caso.
«Qualche giorno fa, nei pressi della rotonda di San Nullo, c’era un rottweiler taglia gigante che sbatteva contro i pali e rischiava di finire continuamente sotto le ruote delle macchine: pesava circa 80 chili, era piuttosto anziano e, soprattutto, cieco». Quando un cane soffre di cataratta, operarlo può costare anche alcune migliaia di euro, «abbandonarlo è più facile, e indubbiamente più economico, anche se è un reato penale». Maurizio Catania è il coordinatore del Progetto animali del Comune di Catania. A lui arrivano, partendo dalla polizia municipale, le denunce relative a cani randagi e abbandonati in città. «Negli ultimi due mesi ci sono state circa 200 segnalazioni di cucciolate e un centinaio di ritrovamenti di adulti», per un totale di 300 cani abbandonati. «Ovviamente – prosegue Catania – si tratta di stime al ribasso».L’estate è la stagione degli abbandoni per eccellenza. Nonostante le campagne istituzionali di sensibilizzazione e il lavoro delle associazioni animaliste, il risultato non cambia. «Li legano coi guinzagli in autostrada, li buttano nelle statali, bendati affinché perdano il senso dell’orientamento e non siano in grado di tornare a casa, se sono cuccioli li annegano o li sotterrano ancora vivi». Piuttosto che darli in adozione o portarli nei canili, le pratiche messe in atto dai catanesi per disfarsi degli animali non voluti sono agghiaccianti. «Se ci fossero pezzi di terra in pieno centro, garantito che troveremmo delle cucciolate seppellite anche lì», prosegue Catania.[...]
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ADN KRONOS
10 AGOSTO 2012
Contro abbandono cani arrivano aree attrezzate su spiagge
Bari - (Adnkronos) - I Comuni potranno autorizzare i concessionari che lo richiedono ad attrezzare, con opere leggere e di facile rimozione, l'interno del perimetro in concessione. I proprietari degli animali dovranno comunque assicurare l'aspetto igienico-sanitario, sia per il cane che per la pulizia dell'area
Bari - Contro l'abbandono di cani e gatti in citta' arrivano le aree appositamente attrezzate sulle spiagge: e' quanto ha previsto la Regione Puglia nell'ordinanza balneare per l'anno 2012 emessa dall'Assessorato al Bilancio-Servizio Demanio e Patrimonio, che da' la possibilita' a ciascun Comune di ''autorizzare i concessionari che lo richiedono ad attrezzare con opere leggere e di facile rimozione, all'interno del perimetro in concessione, apposite aree per animali d'affezione (cani e gatti) secondo quanto disposto dagli appositi regolamenti, adottati dai comuni, e dai servizi veterinari delle Asl, competenti per territorio, tenuto conto che tali zone dovranno essere dotate di accesso indipendente e individuate in modo da non arrecare danni e disturbi all'utenza circostante. In dette aree gli animali dovranno essere tenuti sempre al guinzaglio'', precisa l'ordinanza''.L'accesso e' comunque consentito ''solo a cani - recita l'ordinanza - che manifestano un aspetto sano e siano in possesso di certificazione sanitaria non anteriore a mesi sei. Il titolare di ogni concessione demaniale potra' consentire l'accesso, nell'ambito del proprio stabilimento balneare, di animali di affezione di piccola taglia in regola con le vaccinazioni igienico-sanitarie previste, sotto uno o piu' ombrelloni posti in zona retrostante ovvero in posizione tale da non arrecare disturbo o disagio agli altri utenti. Gli animali dovranno essere portati in braccio fino all'ombrellone assegnato e dovranno essere sempre mantenuti al guinzaglio sotto l'ombrellone''. I proprietari dovranno comunque assicurare l'aspetto igienico-sanitario, sia per l'animale che per la pulizia dell'area. In ogni caso nell'ordinanza si precisa che e' vietato ''condurre o far permanere qualsiasi tipo di animale, anche se munito di museruola e guinzaglio, in aree non appositamente autorizzate, attrezzate e segnalate, ad eccezione delle unita' cinofile di salvataggio riconosciute, dei cani guida per i non vedenti e, nelle sole ore di chiusura, dei cani condotti al guinzaglio dal personale addetto alla sorveglianza balneare.''Ritengo sia un'ordinanza all'avanguardia ed in linea con i tempi - ha commentato nei giorni scorsi il consigliere regionale Giuseppe Lonigro - che fornisce la possibilita' di portare l'amato 'fido' sulla spiaggia e godere del bel sole e delle meravigliose spiagge della nostra bella Puglia, con le necessarie accortezze sanitarie e di sicurezza, oltre che di rispetto nei confronti dei bagnanti. Spero che gia' nella prossima stagione estiva la Regioni immagini di estendere questo 'privilegio' a tutti i cani di qualunque taglia, in modo da consentire loro di poter stare sotto l'ombrellone e non magari su un'autostrada a morire sotto un Tir''.
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IL RESTO DEL CARLINO
10 AGOSTO 2012
Terranova si tuffa in mare e salva un giovane che sta per affogare
Eroi della spiaggia
Il cane era all’81 con il padrone quando il bagnino ha dato l’allarme
di Manuel Spadazzi
Rimini - Se potesse parlare, Chris direbbe: "E’ il mio lavoro, non ho fatto nulla di straordinario". Invece l’ha fatto eccome, ieri mattina, strappando alle onde del mare un ragazzino di 17 anni che sembrava spacciato. Straordinario, perché Chris non è uno dei baywatch della spiaggia, ma uno splendido esemplare di cane Terranova che pesa quasi 80 chili..."Chris adora buttarsi in mare. Fosse per lui, starebbe sempre in acqua", racconta orgoglioso il suo padrone, Carlo Barlocchi, un turista milanese in vacanza a Rimini con la moglie e il suo amato cane. Ieri mattina Carlo, la moglie Giovanna e il loro Terranova, come al solito, erano scesi di buon’ora al bagno 81, famoso per aver dedicato quasi metà dello stabilimento ai bagnanti che vanno in spiaggia con i cani."Erano quasi le 10, eravamo sotto l’ombrellone, quando abbiamo sentito il bagnino di salvataggio fischiare più volte dalla torretta, e poi entrare in acqua con il moscone. In mare c’era un ragazzino che stava disperatamente tentanto di ritornare a riva, ma non ci riusciva. Stava affogando".Carlo non ci ha pensato un secondo: ha preso Chris, gli ha messo il giubbino che usa durante le esercitazioni della Protezione civile ("Abbiamo il brevetto, io e Chris siamo una delle 300 unità cinofile della Sics, la Società italiani cani di salvataggio") e si sono buttati in acqua. "Io ero già in mare con il moscone — racconta Enrico Santucci, il bagnino di salvataggio dell’81 — e stavo recuperando il ragazzo. Grazie a Chris siamo riusciti a trarlo in salvo e a portarlo a riva: il ragazzo si è attaccato al giubbino del cane, che l’ha trainato fino alla spiaggia".
Il salvato, un ragazzino romeno minorenne, si è accasciato in spiaggia, esausto ma cosciente, e Santucci l’ha aiutato a riprendersi. Nel frattempo è arrivata la sorella del ragazzino, che ha ringraziato il bagnino e il cane per l’eroico intervento. Tante carezze per Chris, che è stato acclamato dai bagnanti come un vero eroe."Non è la prima volta che Chris salva una vita — rivela il padrone — Un paio d’anni fa ha soccorso un’anziana a Milano, era caduta in acqua all’Idroscalo". Al bagno 81 e all’hotel Virginia, l’unico albergo di Rimini che ospita anche i cani di grossa taglia (dove sono alloggiati i Barlocchi in vacanza), lo conoscono bene. "Al mattino lo portiamo spesso in acqua, per fare esercitazioni. E’ diventato il beniamino dei bambini — racconta ancora Carlo — Ma ieri non era un’esercitazione, e Chris è stato grande. Si è meritato una bella bistecca per pranzo...". E tante carezze. |
IL TIRRENO
10 AGOSTO 2012
Il divieto c’è ma Olivia entra
PRATO - L’adesivo fuori dalla porta sbarra la strada agli amici a quattro zampe. Stando a quanto riportato sulla porta d’ingresso della Coop di piazza San Marco i cani non possono entrare all’interno del supermercato, ma il divieto è decaduto automaticamente ieri quando Urano Corsi, in compagnia della sua una cagnolina di piccola taglia (un esemplare di Nudo cinese) è stato accolto dal via libera del responsabile di reparto. Ma non subito. Non appena “l’insolito” cliente è stato notato, infatti, il personale è intervenuto per invitare il padrone dell’animale ad accompagnare fuori la sua cagnolina. «Signore, mi scusi, ma il cane non può entrare …», gli spiega il cassiere di turno facendo notare all’uomo che il divieto è chiaramente esposto. Al padrone del cane però è bastato insistere ancora un po’ per ottenere dall’addetto, intenerito dalla bestiola, l’autorizzazione a tenere con sé l’animale. «D’accordo, entrate – ribatte il dipendente del supermercato – basta che lo tenga in braccio». Quello del personale del supermercato non è l’unico lasciapassare che l’uomo è riuscito a conquistarsi. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, infatti, la presenza dell’animale all’interno del negozio non sembra aver creato scompiglio tra la clientela. Lamentele non se ne sono sentite, tantomeno proteste. Al momento del contoil signor Corsi non ha dovuto far altro che pagare e incassare sorrisi per la sua cagnolina.
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IL REPORTER
10 AGOSTO 2012
Cervo cade in vasca antincendio, recuperato con una passerella
Simona Corsi
È accaduto a Monsagrati, nel comune di Pescaglia (LU). Un cervo era caduto nella vasca dell’antincendio boschivo. E non riusciva più ad uscire. I pompieri, con una passerella in legno, lo hanno salvato.
LA CADUTA. Un cervo adulto di oltre due quintali era entrato nella vasca dell’anticendio boschivo e non riusciva più a venir fuori da lì. L’altezza del bordo infatti non gli permetteva di andarsene. È stato un abitante della zona ad accorgersene e ad allertare i vigili del fuoco.
IL RECUPERO. I pompieri hanno costruito per lui una sorta di passerella in legno. Questa ha consentito all’animale di uscire facilmente dall’acqua.
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LA ZAMPA.IT
10 AGOSTO 2012
Cinghiale in mare per sfuggire a rogo
L'animale nuotava ormai sfinito, ma è stato salvato in extremis dalla Capitaneria di porto
Trapani Una motovedetta della Capitaneria di porto di Trapani, ha salvato da morte sicura un cinghiale che nuotava sfinito in mare.
A tre giorni dal disastroso incendio che ha devastato la Riserva naturale dello Zingaro, gli addetti della Capitaneria di porto, stavano monitorando dal mare la costa devastata domenica e lunedì. Gli agenti sono riusciti a trarre in salvo un cinghiale, che con ogni probabilità si era buttato in mare per salvarsi dalle fiamme. L'animale è stato ripescato dall'imbarcazione e trasportato a terra, per poi essere liberato nella stessa riserva. |
LA ZAMPA.IT
10 AGOSTO 2012
Un cigno a spasso per le strade di Venezia, ferito è stato salvato dai vigili
Risalendo verso la terra ferma,l'animale è rimasto incastrato in una rotaia in costruzione
Venezia Giornate di disagio per la circolazione lungo il Ponte della Libertà. Ieri uno sportivo aveva bloccato il traffico ferroviario facendo jogging sui binari ferroviari, questa mattina invece, il traffico è stato rallentano a causa di un cigno che passeggiava verso la terra ferma.Poco dopo le 7, il cigno era rimasto incastrato tra la nuova rotaia in costruzione per i tram e il guard rail. A segnalare la strana presenza sono stati i Vigili del fuoco, che hanno subito chiamato la Centrale Operativa della polizia Municipale della città.
Sul posto è giunta una squadra alla guida di un furgone di servizio, con lampeggianti attivati, per avvertire gli automobilisti del potenziale pericolo. Dopo poco gli addetti della Cooperativa soccorso della fauna selvatica e del Servizio Veterinario dell'Asl hanno recuperato l'animale, a cui è stato diagnosticato uno stato di stress e delle ferite superficiali. Il cigno si trova attualmente al Centro naturalistico sandonatese e sarà liberato appena ristabilito. |
LA SENTINELLA
10 AGOSTO 2012
L’ammazzamento del crin
Quando il macellaio Toni varcava la piassa era trambusto ai Rasciot. Nella casa, nonna Madlejna sovrintendeva i lavori, aiutata dalla mamma e dalle zie Tina e Cia. Era un preparare di ramine, peile, pairol, attrezzi d’ogni genere utili allo scopo. Anche gli uomini collaboravano nei lavori pesanti: papà, lo zio Giovanni. Il rito dell’ammazzamento del crin stava per iniziare. Toni scendeva dalla Topolino con la valigetta degli attrezzi, un colpetto sulla guancia m’arrossava il volto. Nell’ala opposta alla casa, la zona del giuc delle galline, i preparativi erano già in corso. Le assi di coltello sistemate consentivano al crin di salire al patibolo. In quegli anni di fine 1950 ai Rasciot il maiale si macellava in poche famiglie. Il nonno entrava nell’androne, sbloccava la barra alla porta del porcile, dal buio sbucava la massa chiara del maiale. Col muso odorava i legni, si guardava attorno e sentiva vicino il destino. Quando l’animale era in zona patibolo, venivo allontanato. Finivo tra le braccia di Rosina che s’impegnava a tenermi saldo, nei miei primi cinque anni, affogavo così tra i seni della donna. Toni, interprete principale, bloccava il maiale, con un coltellaccio lo bucava all’altezza della vena giugulare, sotto il muso. Questo quanto accadeva. Sentivo un lamento orrendo, l’animale di lì a poco, legato agli arti posteriori, penzolava alla trave. Dal grugno scendeva un rivo di sangue, una delle zie disponeva il sigilin per raccoglierlo, lavorato diventava budino. La vivisezione iniziava con un taglio lungo la pancia dell’animale, nell’aria gelida esalava il vapore caldo. Le interiora venivano liberate, le budella svuotate e ripulite, utili ad insaccare i salumi. Il taglio delle parti aveva inizio, svuotato l’interno, tolta la pelle, si tagliavano a pezzi le zone di carne con l’osso: le costine, quelle che avrebbero in seguito regalato anche le braciole. Separate le cosce, dal resto della struttura, venivano lavorate, salate ed essiccate; in un secondo tempo, dai grandi pezzi si separava accuratamente il grasso che serviva per l’impasto e con la carne triturata finiva nel budello. Dall’impastatrice sarebbero uscite le salsicce e i salamini: la galuperia veniva conservata al consumo nella stagione autunnale. Finalmente libero dal blocco di Rosina potevo muovermi indisturbato. La nonna, a parte, preparava altro impasto di carne, patate, pepe ed altre spezie, aggiungeva del vino rosso in piccole dosi: iniziavano a prendere forma i salami di patata, il pezzo forte di tutta la famiglia. Tutti aiutavano ad insaccare, i salumi venivano appesi dal nonno nel crutin. In un secondo tempo, avrebbe aiutato la nonna Madlejna a colmare la duja di salami e strutto. Era ora di pranzo, la mamma e le zie avevano lavorato a turno in cucina, ora imbandivano la tavola. Quel giorno si pranzava tutti insieme. A fine macellazione, del suino non rimaneva più nulla, tutto era stato lavorato. Gli zoccoli, liberati all’altezza dei garretti, li prendeva Toni. Ricordo la polenta fumante, sul fuoco, all’interno del pairol, le forti braccia di papà e dello zio che a turno mescolavano. E Toni, terminato il servizio, puliti gli strumenti li riponeva nella valigetta di legno. Terminato il pranzo si sarebbe allontanato dalla piassa con la fumosa Topolino. Oreste Aimone Cat L’autore. Torinese, di famiglia canavesana, Aimone Cat è appassionato di fotografia e di storia locale. Da bambino trascorreva le vacanze dai nonni ai Ronchi Maddalena, frazione di Cuorgnè.
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GEA PRESS
10 AGOSTO 2012
Puglia – il fiume Ofanto e i cicognini neri (video)
L'intero comprensorio però è assediato da centinaia di torri eoliche.
Fino a non molti anni addietro, ornitologi e birdwatchers dovevano fare lunghi viaggi per osservarla oppure sperare di vederla in migrazione. Oggi, invece, sul fiume Ofanto ne nidificano ben tre coppie. Le ha seguite la LIPU, grazie al continuo monitoraggio dell’asse fluviale. La riproduzione si è felicemente conclusa ed i giovani sono involati. Solo ora, pertanto, la LIPU ne dà comunicazione. Questo per evitare indesiderati disturbi.“Esprimiamo grande soddisfazione – commenta Enzo Cripezzi, responsabile LIPU che ha seguito le nidificazioni – per questa scoperta che va a consolidare il nucleo di Cicogne nere sull’Ofanto conferendo a quest’area ulteriore valore su scala nazionale, ospitando praticamente il 25% della esigua popolazione italiana. Si tratta di un territorio molto prezioso anche per la presenza di rapaci come Nibbio reale e Nibbio bruno, Biancone, Lanario, Pellegrino, ecc. e per altre rarità come la Lontra.”E pensare che prima del 1994 non erano note, in Italia, nidificazioni. Una cicogna particolare, non solo per il colore nero, ma anche per le abitudini. Rispetto alla più comune cicogna bianca, infatti, nidifica in aree molto tranquille anche se, per la LIPU, persiste la preoccupazione per l’assenza di tutela del territorio e le minacce incombenti. In particolare gli ambientalisti sottolineano come il comprensorio sia assediato da centinaia di torri eoliche, mentre le regioni Basilicata, Campania e Puglia non hanno ancora assunto impegni concreti per salvaguardare almeno le aree scampate a questa indiscriminata colonizzazione. Progetti già attuati ed altri appena approvati. un serio rischio, cioè, di imbalsamare il territorio con centinaia di pale e consequenziali sbancamenti, elettrodotti, piste, stazioni elettriche.“La LIPU continuerà a svolgere azioni di monitoraggio e di tutela per la Cicogna nera – rimarca il Presidente della LIPU Mamone Capria – ma rivolge una nota alle Regioni Basilicata, Campania e Puglia e al Ministro all’Ambiente Clini: la Cicogna nera simboleggia il valore di un territorio che deve essere trasferito alle generazioni future, per interesse economico e a testimonianza di un paesaggio che sta scomparendo ed è per questo che tali Enti hanno l’obbligo anzitutto morale di impegnarsi per la sua salvaguardia.
VEDI VIDEO:
http://www.geapress.org/ambiente/puglia-il-fiume-ofanto-e-i-cicognini-neri-video/31211
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ADN KRONOS
10 AGOSTO 2012
Animali, con afa prolungata forte disagio negli zoo delle città per molte specie
Roma - (Adnkronos Salute) - Il veterinario: "Oggi l'attenzioni nei parchi è più importante ma non basta, serve ripensare le strutture"
Roma - La 'lunga estate calda' di quest'anno ha fatto sentire i suoi effetti soprattutto nelle città, non risparmiando proprio nessuno. Nemmeno gli animali degli zoo cittadini, in particolare le specie tipiche di altre latitudini, dove le temperature sono piu' miti. "Fisiologicamente alcuni animali non sopportano bene questo clima, anche se in diverse strutture, soprattutto quelle più importanti, vengono adottate misure adeguate, come climatizzare gli ambienti o raffreddare l'acqua", spiega all'Adnkronos Salute Marco Melosi presidente dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani.
L'esperto ricorda che ci sono situazioni molto diverse. "Dal punto di vista strettamente fisiologico gli animali che vivono in zone calde, come i leoni ad esempio, non risentono della temperature. Per molti altri, invece, "l'afa è un disagio che si aggiunge alla condizione di stare in gabbia. Difficile, infatti, garantire un clima adeguato, nonostante le attenzioni. Inoltre, a nessun animale in cattività possono venire assicurate le giuste condizioni etologiche della sua specie". Secondo il veterinario "è necessario rivedere oggi la normativa sugli zoo, che sono frutto di un'altra epoca, quando queste strutture rappresentavano l'unico modo di vedere gli animali. Gli zoo avevano un ruolo che oggi non e' piu' necessario, grazie a tecnologie che ci permettono di conoscere e vedere le diverse specie nel loro ambiente. Ed e' molto cambiata la sensibilita' nei confronti degli animali. E' necessaria una riflessione che porti ad una svolta"
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TIO.CH
10 AGOSTO 2012
VALCOLLA
Morte dieci mucche, si cerca di capire perché
VALCOLLA (Svizzera) - Strage di mucche in un allevamento in Val Colla. Dieci animali dell'azienda agricola dei coniugi Chiappa, sita all'alpe Corte di Certara, hanno perso la vita nel giro di tre giorni.Le cause, riferisce laRegioneTicino, sono al momento ignote. E' stato lo stesso allevatore a trovare i primi bovini senza vita, poi l'epidemia si è estesa. "Una è stata soppressa, perché era impossibile salvarla, alla facoltà di medicina veterinaria di Zurigo, dov’è stata portata per capire l’origine di questi malesseri. Nel frattempo abbiamo anche chiuso una sorgente che alimentava una zona acquitrinosa dell’alpeggio" spiega Chiappa.La presenza di alghe tossiche nell'area paludosa è però ritenuta poco probabile dal veterinario cantonale Tullo Vanzetti, che avanza l'ipotesi di un'intossicazione da batteri cianotici. "Ma potrebbe anche trattarsi di un’origine infettiva. Al momento non sono in grado di dire di più. Attendiamo l’esito delle analisi di laboratorio che sta effettuando la clinica veterinaria dell’Università di Zurigo su due esemplari. I risultati dovrebbero arrivare oggi".L'azienda agricola alleva una cinquantina di mucche scozzesi e un certo numero di capre di razza grigia. I coniugi Chiappa non vogliono pensare ad un atto intenzionale. "In sette anni che lavoriamo qui non abbiamo mai avuto problemi".
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LA ZAMPA.IT
10 AGOSTO 2012
Australia, agnellino maculato adottato da un cane dalmata
Il cucciolo, nato con un raro manto a chiazze è stato rifiutato dalla madre, ma ha subito trovato una valida sostituta
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Australia Sembra una storia da cartone animato, ma sta davvero accadendo in una fattoria australiana, dove una femmina di cane dalmata ha "adottato" un agnellino rifiutato dalla madre, perché nato con un raro mantello bianco a macchie nere. La proprietaria degli animali, Julie Bolton, ha raccontato la vicenda alla rete televisiva australiana Abc e ora spera che i suoi beniamini diventino la star di qualche spot pubblicitario.La femmina di dalmata, che al momento non ha cuccioli, coccola l'agnellino che la segue ovunque, ma è la signora Bolton a dover occuparsi della nutrizione del piccolo e ad allattarlo con il biberon.La dottoressa Hazel, esperta in comportamento animale all'Università di Adelaide, afferma che «questo comportamento non è insolito, ma è difficile sapere cosa succede nella mente di un animale. Il cane sa che l'altro animale non è della sua specie, ma lo adotta comunque perchè è un cucciolo».
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IL GIORNALE
10 AGOSTO 2012
Nutrie fino in città: avvistate in via Padova
Le nutrie arrivano a Milano. Un esemplare del grosso roditore è stato avvistato in via Padova, alla periferia nordest del capoluogo lombardo, nel Naviglio della Martesana, a poca distanza dall'omonimo parco. A segnalarlo è la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza. Le nutrie (Myocastor Coypus, conosciute anche come castorini, la cui pelliccia era molto in voga fino agli anni Settanta), oltre a cibarsi delle colture tipiche delle nostre zone, come il mais, minano, sottolinea l'associazione degli agricoltori, la sicurezza dei canali e dei corsi d'acqua e la stabilità dei suoli adiacenti.Solo nel 2011 tra Milano e Lodi, rimarca la Coldiretti, i danni provocati dalla loro azione sono stati superiori a 150 mila euro: 72mila nel Milanese e oltre 85mila nel Lodigiano. Lungo i bordi dei fossi e delle rogge, ricorda la Coldiretti interprovinciale, la nutria scava le sue tane, delle buche che si estendono nei terreni limitrofi e che sono collegate con l'esterno tramite delle aperture.La terra così smossa diventa instabile tanto che, a lungo andare, si possono verificare dei cedimenti. Nelle campagne, con i trattori e i mezzi agricoli in azione lungo gli argini, la possibilità di crolli aumenta, mettendo in pericolo gli stessi lavoratori e provocando difficoltà nell'irrigazione dei campi. «Per frenare l'azione di questi animali - spiega Claudio Sartore, responsabile area della Martesana del Consorzio Est Ticino Villoresi - si potrebbero utilizzare delle reti, salvaguardando così l'intero sistema irriguo. Le zone tradizionalmente più colpite sono quelle a sud di Milano, a cominciare da Pavia, ma negli ultimi anni abbiamo avuto segnalazioni anche nell'est milanese, fino a Gorgonzola e Cassina de Pecchi, praticamente a due paesi della Martesana».«Quello delle nutrie - spiega Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza - è un problema che ci trasciniamo da anni. La situazione continua a essere preoccupante nonostante negli ultimi anni qualcosa sia stato fatto, grazie ai piani di contenimento voluti dalle istituzioni. È necessario però trovare una soluzione definitiva: questi animali si riproducono molto velocemente».Di recente il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato il progetto di legge al Parlamento per sradicare questi roditori originari del Sudamerica e introdotti in Italia alla fine degli anni '50 per la produzione di pellicce, che si sono poi diffusi nel nostro ecosistema. In che cosa consiste questa proposta è presto detto. Mira a estirpare la nutria dal territorio escludendola dalle tutela della legge 157/1992 sulla protezione della fauna selvatica, favorendo l'attività di cattura o di abbattimento con metodi selettivi e incentivando il trappolaggio da parte di cittadini e agricoltori. In Lousiana, negli Usa, dove gli «swamp rats» sono sovrabbondanti, la stilista di New Orleans Micha Michelle Melancon da due anni - come riportava in un articolo del 2010 il New York Times - realizza capi in nutria, tentando di riportare il «castorino» agli antichi fasti.
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BIG HUNTER
10 AGOSTO 2012
Coldiretti Milano: nutria, problema da risolvere
Solo nel 2011 tra Milano e Lodi le nutrie hanno causato danni per più di 150 mila euro: 72mila nel Milanese e oltre 85mila nel Lodigiano. Lo segnala la Coldiretti lombarda evidenziando come la situazione sia sempre più preoccupante nonostante negli ultimi anni qualcosa sia stato fatto, grazie ai piani di contenimento voluti dalle istituzioni. Solo nel 2011 tra Milano e Lodi, rimarca la Coldiretti, i danni provocati dalla loro azione sono stati superiori a 150 mila euro: 72mila nel Milanese e oltre 85mila nel Lodigiano.
L'unica strada per gli agricoltori è quella di estirpare il problema alla radice e trovare finalmente una soluzione definitiva, visto che il ritmo riproduttivo di questi roditori è velocissimo. Una via già aperta in Regione, grazie al progetto di legge al Parlamento approvato dal Consiglio regionale della Lombardia che propone di eliminare la presenza della nutria escludendola dalle tutela della legge 157/1992 sulla protezione della fauna selvatica. In questo modo sarà possibile un intervento più incisivo in fatto di catture e abbattimenti, con la partecipazione diretta di cittadini e agricoltori. |
LA TRIBUNA DI TREVISO
10 AGOSTO 2012
In trecento per abbattere le nutrie
Laura Canzian
TREVISO - La Provincia dichiara guerra alle nutrie, specie che ha visto una vera e propria proliferazione incontrollata nelle pianure della Marca. In due anni infatti, dal 2010 al 2012, gli esemplari del roditore sono aumentati del 200% nel territorio. Tanto da rendere necessari sia un continuo monitoraggio della loro diffusione sia, a partire da questa estate, una semplificazione dell’iter per la loro soppressione. A occuparsene sono sia la Vigilanza Ittico Venatoria ,sia un gruppo di circa 300 cacciatori trevigiani autorizzati ufficialmente alla cattura e all’uccisione degli animali che tanto allarme stanno seminando tra gli agricoltori, e non solo. Appositamente formati, questi operatori – coordinati dalla Vigilanza - devono indossare enlla lor attività una pettorina gialla con la scritta «Provincia di Treviso – Controllo della nutria». Potranno sparare all’animale se in condizioni di sicurezza (quindi non in centro abitato, o nelle città…), oppure catturare le nutrie con le gabbie-trappola, per poi ucciderlo o con un colpo di fucile o con l’inalazione di gas. Sino a oggi, l’operatore era obbligato però a portare il corpo dell’animale in inceneritori appositi e pagare di tasca propria lo “smaltimento”. La Provincia, con una determina che è un vero e proprio discipilinare dell’abbatti,mento delle nutrie, autorizza adesso la sepoltura dell’animale, fissando però regole precise. La carcassa dovrà essere trasportata in zone dove non accedano animali carnivori o onnivori, e comunque lontane da corsi e scoli d’acqua; il corpo va trasportato in recipienti e veicoli sicuri ed ermetici; le ruote dei mezzi per il trasporto devono essere disinfestate quando lasciano il sito di sepoltura, come anche i recipienti dove sia stato caricato l’animale; i corpi delle nutrie vanno ricoperti con un metro di terra. «Il controllo delle nutrie è un servizio sempre più prezioso che i cacciatori svolgono gratis», spiega Mirco Lorenzon, assessore provinciale alla caccia e alla pesca, «Non ci sembrava giusto che si sobbarcassero costi e incombenze dell’incenerimento». Per quanto truce, la soppressione della nutria è diventata una vera e propria emergenza. Arrivate da Treviso dalle vicine Venezia e Padova, si sono presto diffuse in un ambiente ideale per le loro abitudini, la campagna trevigiana piena di fiumi e corsi d’acqua. Migliaia e migliaia le nutrie che popolano i nostri canali. «In particolare nella Sinistra Piave, lungo il Monticano e i suoi affluenti», puntualizzaa Lorenzon, «La nutria è un animale invasivo, è prolifica e non ha predatori. La sua presenza porta non pochi problemi». Abituata a scavare buche da utilizzare come tana negli argini, rende di fatto cedevole ed estremamente pericoloso il terreno, in particolare in caso di inondazioni. Per non parlare della sua predilezione per il mais.
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MESSAGGERO VENETO
10 AGOSTO 2012
Orso a Ca’ Zul, la Forestale conferma
Giulia Sacchi
TRAMONTI DI SOPRA (PN) - «Si può affermare che le impronte rinvenute nel lago di Ca’ Zul sono di orso anche in relazione ai recenti avvistamenti in aree limitrofe: molto probabilmente si tratta di un esemplare di maschio adulto perché le tracce delle femmine sono più piccole». La conferma alla scoperta fatta dal pescatore di Meduno Mario Verocai in località Selis, a Tramonti di Sopra, arriva dal Comando della guardia forestale di Maniago, che ha visionato le fotografie relative alla “passeggiata” del plantigrado pubblicate dal Messaggero Veneto e nei prossimi giorni si recherà a casa di Verocai per esaminarle di persona. Il medunese, grande amante della natura aveva quindi ragione quando ha affermato di aver scoperto «i segni inconfondibili del passaggio dell’orso», che ora, però, a causa delle piogge sono scomparsi: il lago di Ca’ Zul, infatti, che nei giorni scorsi era in stato di secca e al posto dell’acqua aveva lasciato una fanghiglia su cui l’orso aveva camminato per un lungo tratto, coi recenti rovesci ha inevitabilmente portato via con sé le orme della “passeggiata”. Quanto alla presenza dell’ospite nella Val Tramontina, la Forestale non ne fa un mistero ma, al contempo, precisa che non è il caso di creare allarmismi: «Considerato la zona impervia circostante il punto dove sono state ritrovate le orme – dicono al comando – è possibile ritenere che l’animale sappia alimentarsi in maniera indipendente, senza doversi avvicinare agli allevamenti presenti nella valle. Inoltre, è intorno a maggio e giugno che il plantigrado ha la massima necessità di proteine animali e in questi mesi, dunque, il rischio di incursioni è maggiore. Non creiamo, quindi, allarmi per i cittadini e il bestiame degli allevamenti della valle – rimarca –. La disponibilità alimentare nel Parco delle Dolomiti friulane è indubbia: l’area è ricca di prede, distante dai centri abitati e, quindi, idonea a ospitare l'orso, che è sì un predatore ma anche necrofago. L’incontro con l’animale, però, in quando imprevedibile, è sempre possibile – avverte –: l’orso di solito si avvicina con timore ai centri e possiede capacità percettive tali da avvertire la presenza dell’uomo a 2 chilometri di distanza». L'orso della Val Tramontina, però, potrebbe avere già abbandonato Tramonti di Sopra: il plantigrado necessita di zone molto vaste in cui muoversi liberamente e compie ampi spostamenti, per lo più notturni, a una velocità media di 8 chilometri orari su qualsiasi terreno. Secondo la Forestale, è ipotizzabile che l’orso stia ripercorrendo vecchie tracce lasciate dai suoi predecessori nella zona che lo vede presente da 20 anni: il plantigrado, infatti, ama grattarsi su determinate specie arboree su cui lascia il suo odore e nel momento in cui l’esemplare viene rimpiazzato da un altro, quest’ultimo ripercorre lo stesso iter del predecessore.
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TRENTINO
10 AGOSTO 2012
Gli animalisti: «No all’orso a San Romedio»
TUENNO (TN) - Entro agosto dovrebbe tornare l'orso a San Romedio, e gli animalisti di Eticanimalista” protestano con un duro comunicato. «Apprendiamo con rammarico dalla stampa – scrivono - che in agosto dovrebbe tornare l’orso a san Romedio. Spiace constatare che ancora una volta le istanze di noi animalisti e di molte altre persone che, pur non essendo strettamente animaliste, hanno manifestato la loro contrarietà al ritorno dell’orso nel recinto di San Romedio, siano rimaste inascoltate e si siano perse nel marasma delle infinite attività umane improntate sullo sfruttamento in modi diversi degli animali non umani». « Ribadiamo - continuano - che l'impiego di animali, benché nati in cattività, come attrazione turistica, risulta inaccettabile in un’epoca in cui è ormai assodata la relazione genetica tra tutte le specie viventi così come l’indiscutibile diritto che ogni creatura ha di vivere la sua vita in libertà, lontana da qualsiasi interferenza umana. Nel caso specifico dell’orso di San Romedio, vogliamo far rilevare inoltre che il recinto che lo dovrebbe ospitare, non è un luogo adatto ad una buona qualità della vita di un orso, per le ridotte dimensioni, per la monotonia dell'ambiente, per l'umidità del sito alla quale l'animale non potrebbe rispondere con una adeguata mobilità e anche per l'impossibilità di assicurargli un riparo dalla vista e dal contatto inopportuno dei visitatori, ogni qual volta ne senta il bisogno. Concludiamo ribadendo che in ogni caso non vogliamo gabbie più grandi ma gabbie vuote, e ci auguriamo un ripensamento da parte delle autorità».
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LA NUOVA VENEZIA
10 AGOSTO 2012
Auchan: a passeggio con i cani tra sorrisi e perplessità
Al centro commerciale gli “amici con la coda” possono entrare nei negozi. Reazioni differenti tra i clienti: «Una cosa bellissima, finalmente». «Sono grossi, stanno meglio al parco»
Marta Artico
Venezia - Dachi e Zoe, due dolcissime setter inglesi strappate alla solitudine del canile diversi anni fa, ieri mattina hanno fatto la loro prima passeggiata, al guinzaglio, per il centro commerciale Auchan, che da luglio, ha deciso di diventare pet-friendly e spalancare le porte agli “amici con la coda”. Appesa alle porte automatiche delle entrate, la scritta “benvenuti” e poi degli adesivi con un simpatico “fido” che spiega due, tre cosette in prima persona ai colleghi a “quattro zampe”: “Se sono grosso devo avere la museruola, ricordati la paletta, devo stare al guinzaglio e nel supermercato non posso entrare”. Semplici regole da osservare. Zoe e Daki erano gli unici a scodinzolare per il tempio dello shopping ieri mattina, tranne un cagnolino di piccola taglia, che ha fatto una veloce puntatina per poi uscire quasi subito.Il personale sa che i cani possono entrare, come pure che quelli grossi devono avere la museruola, poi però, è evidente che la gente, sia quella a passeggio che in molti negozi, non è ancora molto abituata alla novità. C’è chi ci fa poco caso, chi di più, qualche commessa sostiene che nel proprio negozio non è mai stato vietato. Riconosci subito chi ti guarda un po’ “bieco” e pure male. Un signore passando abbassa lo sguardo verso gli amici pelosi e scuote la testa, mentre qualcuno si apre al contrario in un gran sorriso e protende la mano.«È una bella iniziativa se gestita bene», spiega Davide Simonato che di cani ne ha due, «ci vuole buon senso però, è un modo per far stare il cane al fresco, per non doverlo attaccare al palo della luce, ma sta al padrone capire se il suo animale disturba, se abbaia, se attacca gli altri cani. Il fatto che i cani grandi debbano avere la museruola non è molto coerente, però, perché sono i piccoli spesso quelli che più mordono ». Al bar del primo piano, c’è Chiara con i due figli: «Penso», chiosa guardando i due “cagnoni” che fissano le brioche del bancone, «che starebbero meglio al parco, qui non fa per loro». I suoi bimbi, invece, si sono già lanciati dalla sedia per avvicinarsi alle bestiole. Zoe e Dachi provano ad entrare da Benetton, al primo piano, ma non vengono accolte con grande slancio nonostante il permesso: «Sono grandi», spiega all’interno la titolare «se fossero piccoli sarebbe diverso, però vabbè, un giretto lo faccia». Le commesse, invece, si chinano subito per regalare coccole ai due cani. Lungo il tragitto verso la scala mobile incontrano Resy Duse e Katiuscha Girotto, che si profondono in complimenti: «È bellissimo che possano venire al centro commerciale, anche perché per tanti anziani lasciarli fuori dai negozi è un problema».Anche in erboristeria le due setter vengono accettate con il sorriso e la padrona ci scherza pure sopra: «Prometto che non gli faccio sleccacciare i prodotti degli scaffali bassi». «Ecco, quello è meglio di no» ribattono. Altro pit-stop alla frequentatissima pulisecco, dove l’accoglienza è calorosa. In fila ci sono Barbara Molin assieme alle due bimbe, Arianna e Anita, che ci tengono pure a tenere il guinzaglio: «L’educazione dell’animale la fa il padrone, perciò se quest’ultimo è educato, lo è anche la bestiola che è parte della famiglia. Ho anch’io un barboncino e il fatto che possano venire a far le spese è importante».La ciotola d’acqua all’entrata del Centro ieri non c’era, ma presto, dovrebbe arrivare.
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IL TIRRENO
10 AGOSTO 2012
Dentro o fuori dai negozi? E’ tutta questione di taglia
PRATO - Non mettono in discussione l’affetto nei confronti di Fido, ma qualche perplessità di fronte all’idea di consentire l’ingresso dei cani e di altri animali nei supermercati, la nutrono. E’ quanto emerso da un sondaggio realizzato su un campione di cittadini che generalmente si reca a fare spesa. «Mi piacciono molto gli animali – commenta Italo Calamai – ma sono comunque contrario all’ingresso dei cani in un ambiente dove si espongono generi alimentari, c’è sempre il rischio che sporchino con i loro bisogni e non sarebbe igienico. Poi, potrebbero mordere chiunque, anche un bambino: meglio di no, non si sa mai». Nello schieramento del “no” c’è anche una signora che ha le idee molto chiare al riguardo “anche se – ammette Teresa di Leone – non sono di quelle che per una cosa del genere uscirebbe dal negozio, se dovessi trovarmi in una situazione in cui la cliente che spinge il carrello accanto a me tiene braccio o al guinzaglio il proprio cane, lascerei perdere, dico solo che non mi sembra così tanto igienico». «Dipende dalla razza e dalla taglia – spiega Fosco Angiolini – penso infatti che se si tratta di un cane ben educato o di quelli che possono essere tenuti in braccio o nell’apposito trasportino, non ci sia nulla di male a portarlo con sé anche al supermercato». «Sono favorevole all’ingresso dei cani nei supermercati purché venga posto un occhio di riguardo da parte del padrone dell’animale – commenta Valentina Cambiotti– devo dire però che a Prato sono molti di più i negozi che non consentono l’ingresso agli animali di quelli che invece li fanno entrare senza problemi. Non è la prima volta che mi trovo a dover legare fuori Pisolo a un palo per entrare da qualche parte». “Sì a quelli di piccola taglia”. E’ l’opinione di Sara Pastorelli, che distingue tra caso e caso. «Anch’io ho dei cani – dice – tra cui un pastore tedesco che tendo a lasciare a casa se so che devo recarmi in qualche negozio a prescindere che si tratti di un supermercato oppure no».
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COMUNICATI.NET
10 AGOSTO 2012
Parassiti su cani e gatti
Uno dei problemi più diffusi nel vasto mondo degli animali è sicuramente quello dell’infestazione da pulci e zecche. Per cercare di combattere il problema, è bene conoscerlo in profondità, per capire quale sia il metodo migliore con il quale agire. Il sintomo più frequente nel cane è il prurito, che spinge l’animale a mordicchiarsi e grattarsi soprattutto alla base della coda, nella regione pelvica, sulla parte laterale delle cosce e nella regione inguinale. La semplice applicazione di un antiparassitario (come per esempio Advantix Spot on) può essere molto d’aiuto in questi casi. La differenza tra pulci e zecche, molto spesso è poco chiara, tuttavia è importante conoscere le caratteristiche distintive delle due specie per poterle facilmente riconoscere e quindi agire correttamente su di esse. Le pulci appartengono alla classe degli insetti. Sono caratterizzate da tre paia di zampe, un paio di antenne, assenza di ali (a differenza degli altri insetti), testa, torace e addome ben distinti. Le loro piccolissime dimensioni, permettono loro di effettuare salti molto lunghi. Le pulci agiscono posandosi sulla superficie cutanea dell’animale e pungendo “la vittima”, le prelevano del sangue. Il ciclo evolutivo delle pulci può durare fino a otto mesi: le femmine depongono in media 15-20 uova, da queste schiudono delle larve che diventeranno in seguito pupe, le quali si trasformeranno in pulci adulte, che a questo punto, saranno pronte per andare ad infestare la cute di qualche animale. Le zecche sono facilmente riconoscibili perchè sono caratterizzate da un dorso molto duro (soprattutto nel maschio). Anche le zecche percorrono un ciclo evolutivo a stadi: la femmina depone circa dalle cinquecento alle tremila uova dopo l’accoppiamento (dopodichè muoiono sia maschio che femmina). Dalle uova emergono le larve, che si trasformano poi in ninfe ed infine in zecche adulte. Anche la zecca possiede un apparato buccale pungente e succhiatore. Le zecche appartengono alla classe degli aracnidi. Sono caratterizzate da un unico cefalotorace, un addome, quattro paia di arti e assenza di antenne ed ali. Come le pulci, anche le zecche sono ematofagi, ma a differenza delle prime non effettuano salti per raggiungere l’animale (loro vittima), ma semplicemente salgono sull’animale passando dai fili d’erba al mantello. La particolarità delle zecche sta nel fatto di far penetrare interamente nella cute dell’animale quest’ultimo ed alternare, alla fase di suzione del sangue, una fase di rigurgito di sostanze a loro non utili. Per questo è facile che le zecche possano trasmettere numerose malattie (Front line gatti e cani ha dimostrato di uccidere le zecche entro 48 ore, abbattendo così il rischio di trasmissione di malattie). La conoscenza del ciclo evolutivo di pulci e zecche è fondamentale per prevenirne l’infestazione, soprattutto perchè tale fenomeno non coinvolge solo l’animale in questione, ma anche tutto l’ambiente dove esso vive. Divani, letti, tappetti sono ottimi nidi per le larve, quindi è importante pulire costantemente e disinfettare questi spazi, anche utilizzando prodotti specifici (come per esempio Frontline Spray). Combattere pulci e zecche non è di certo facile, ma conoscendo in profondità il problema ed imparando a non sottovalutarlo è possibile prevenirlo, e di conseguenza ridurre il rischio di imbattersi in problemi più difficilmente risolvibili. Il rischio di contrarre malattie gravi non riguarda solo l’animale, ma anche l’uomo. Per questo motivo è necessario proteggere il nostro animale, ma anche l’ambiente in cui viviamo (che solitamente condividiamo con il nostro amico a quattro zampe).
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ECOLOGIAE
10 AGOSTO 2012
Animali e filosofia, pensatori italiani a confronto sul web
I filosofi Caffo e Maurizi a confronto sul web in merito alle nuove etiche che prendono in considerazione il rapporto tra uomini e animali. In Italia continua a crescere, come anche altrove, l’attenzione dei filosofi per i rapporti tra gli uomini, gli animali, la natura. I pensatori dell’animalismo, o meglio, in termini filosofici, dell’antispecismo, crescono di numero e continuano a produrre riflessioni di grande interesse sulla questione del rapporto con gli altri esseri viventi: i due filosofi Leonardo Caffo e Marco Maurizi propongono oggi all’attenzione del pubblico un loro interessante dibattito in merito, pubblicato sulle pagine di Asinus Novus. Molto vivace in Italia, soprattutto negli ultimi anni, l’aria che si respira nell’ambiente dei cosiddetti animal studies. Ne è una prova questa interessante e amichevole schermaglia tra due noti esponenti dell’antispecismo italiano, il filosofo, giornalista e scrittore Leonardo Caffo (Università di Torino), e il filosofo e scrittore Marco Maurizi (Università di Bergamo), sulla rivista online Asinus Novus. Al centro della discussione la nuova proposta di antispecismo debole da parte di Leonardo Caffo e le teorie filosofiche di antispecismo politico elaborate da Marco Maurizi. Due approcci differenti alla questione dell’antispecismo (concetto sviluppatosi a partire dalla metà degli anni 70), entrambi decisamente interessanti per tutti coloro che vogliono dare un’occhiata alle ultime teorie etiche formulate sul suolo italiano.Il rispetto della vita animale come si collega al rispetto della natura? E al rispetto degli altri esseri umani? Al centro delle varie teorie resta sempre il rapporto di convivenza dell’uomo con ciò che è altro, in vista di una nuova etica in grado di stabilire un rapporto con ciò che ci circonda non basato sul sistematico sfruttamento e la sistematica distruzione dell’altro e di noi stessi.Ma qual è la via migliore per riuscire a portare avanti una nuova etica antispecista? Quanto conta l’influsso della società capitalistica in cui viviamo, e come si inserisce il rapporto con la società nel discorso del rispetto degli altri esseri viventi? Caffo e Maurizi in questa interessante discussione sull’antispecismo danno le loro risposte, presentando idee e prospettive differenti alle menti dei lettori.
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IL CENTRO
10 AGOSTO 2012
Sui cinghiali Provincia assente
Matteo Del Nobile
ATESSA (CH) - Aree protette, cinghiali, danni all’agricoltura, cacciatori, bracconieri: in questa estate infuocata bisogna anche riscontrare diverse polemiche su questi argomenti. La controversia, a dir il vero sempre strisciante, è venuta fuori dopo l’uccisione nelle campagne Casalbordino di Gabriele Di Tullio scambiato per un cinghiale. In quell’occasione Claudio Allegrino, coordinatore guardie giurate volontarie Wwf, e Camillo D'Amico, capogruppo provinciale Pd, puntarono il dito contro alcune inadempienze della Provincia sul problema cinghiali. Non si è fatta attendere la risposta di Giovanni Staniscia, consigliere provinciale con delega alla caccia e pesca, per il quale il vero problema dei cinghiali è dovuto a un solo fattore: «Il proliferare di aree protette, nelle quali la caccia è vietata e questi animali si riproducono a dismisura». Immediate le repliche. «Staniscia», afferma Allegrino, «vuole esercitare la caccia nelle aree protette. Con quali dati? Qual è la stima dei cinghiali in Provincia? Il cacciatore Staniscia informi invece i cittadini su quali sono state finora le iniziative intraprese dalla Provincia per la gestione della fauna protetta fuori dalle aree protette». Allegrino continua: «Quali sono le iniziative di contrasto al bracconaggio attuate dalla Provincia? Quali controlli sta predisponendo l’ente per ridurre il commercio illegale di carne di cinghiale? La Provincia ha per caso un piano faunistico venatorio scaduto da diversi anni e si è dotata di un regolamento sulla caccia al cinghiale come hanno fatto le altre province abruzzesi?»
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IL PICCOLO
10 AGOSTO 2012
Rapito alla “Sarcinelli” il coniglio per la pet-therapy
CERVIGNANO (UD) - Rubato il coniglio della “squadra” di animali allevati per il progetto di pet-therapy (zoo terapia) nella casa di riposo Sarcinelli a Cervignano. Dopo i cigni e i ricci, uccisi a sassate a Cervignano e l’ultimo gatto ucciso a badilate a Fiumicello, questa volta è stato addirittura “rapito” un coniglio. Non si sa che fine abbia fatto l’animale, di proprietà di Sabrina Violin e scomparso dall’appezzamento vicino agli orti sociali e ai campi da tennis. Si sa solo che il furto, scoperto l’altra sera alle 23 (quando la proprietaria si è accorta del varco nella rete di recinzione) e denunciato ieri mattina ai carabinieri di Cervignano, si ripercuote sul progetto di pet therapy attivo alla Sarcinelli. Dal momento che prendersi cura di un animale può calmare l’ansia, trasmettere calore affettivo ed aiutare a superare lo stress e la depressione, l’animatrice Caren Monte sta infatti portando in casa di riposo la “squadra” di conigli allevati dalla Violin per fare in modo che gli anziani li “adottino” traendone i benefici. Episodio simile a quanto accaduto l'anno scorso, quando più conigli erano stati rubati e poi riconsegnati alla legittima proprietaria, dopo gli articoli apparsi sulla stampa. «Auspichiamo una pronta restituzione dell’animale - afferma l’assesssore Federico Gratton - alla legittima proprietaria che in collaborazione con il Comune aveva avviato questo percorso virtuoso».
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GEA PRESS
10 AGOSTO 2012
Montichiari (BS) – il cacciatore-bracconiere nel fosso senz’acqua
Intervento delle Guardie Ecozoofile dell'ANPANA.
Appena un salto nei campi ed il sospetto che si stava trattando di una battuta di caccia clandestina, forse alla volpe. Le Guardie Ecozoofile dell’ANPANA, in servizio nel territorio compreso tra Montichiari e Carpenedolo, si sono così appostate in località S. Apollonia, in provincia di Brescia. L’automobile del supposto bracconiere era stata lasciata ai bordi di un campo dove si stava eseguendo la trinciatura.Dopo tre ora l’arrivo dell’uomo, appena a pochi metri dalla Guardia appostata. In braccio teneva il fucile da caccia. Sul luogo arrivavano nel frattempo i Carabinieri del Comando Stazione di Montichiari e la Polizia Provinciale. Si trattava di un cacciatore con regolare porto d’armi colto in atto di bracconaggio. Per lui la denuncia alla Procura della Repubblica. L’uomo non avrebbe dato spiegazioni su cosa facesse con il fucile in quel campo. Di certo con sé non aveva portato il porto d’armi. Sembra che per tutto il tempo fosse rimasto nascosto in un fosso senz’acqua (nella foto).Per una singolare esclusione imposta dalla nostra legge sulla caccia, il soggetto potrà essere denunciato solo per i blandi reati venatori, di natura squisitamente contravvenzionale. Essendo in possesso di regolare porto d’armi uso caccia, ovvero cacciatore, non potrà infatti essere denunciato per il reato di furto al patrimonio indisponibile dello Stato. Salvo superiore decisione dell’Autorità di polizia sul porto d’armi, il cacciatore-bracconiere non avrà interdetta, con la prossima stagione venatoria, la facoltà di imbracciare il fucile e continuare a cacciare.
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LA ZAMPA.IT
10 AGOSTO 2012
Strage di elefanti in Camerun, allarme del Wwf
Carcasse ovunque, cadaveri dilaniati con ferocia. In Camerun si è consumata una vera e propria strage di elefanti. Nei primi tre mesi del 2012 i bracconieri hanno ucciso più di 300 esemplari all'interno del Bouba N'Djida National Park. A denunciare il "massacro" dei pachidermi è il Wwf, in occasione della giornata mondiale degli elefanti il 12 agosto."La caccia di frodo degli elefanti in Africa ha raggiunto livelli record, gli animali vengono barbaramente uccisi ogni anno per l'avorio delle loro zanne, che vengono per lo più trafficate nei mercati asiatici" spiega il dottor Forboseh del WWF Camerun, che è impegnato in prima linea per cercare di porre fine al bracconaggio e al commercio illegale di avorio. Il governo del Camerun ha messo a punto un piano per reclutare 2.500 nuovi rangers nei prossimi cinque anni, ma questo ancora non basta. I bracconieri usano armi sofisticate e metodi sempre più violenti, aggredendo i ranger e terrorizzando le popolazioni. «Bisogna agire subito - spiega l'organizzazione ambientalista - per fermare le bande criminali prima che colpiscano con maggiore forza portando alla definitiva estinzione degli elefanti di foresta».
VIDEO
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/la-zampa/lstp/169291/
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IL TIRRENO
10 AGOSTO 2012
SMARRIMENTO
Smarrito a Montale (PT) un gatto maschio. Risponde al nome di Kiro, di colore nero, tre anni circa. Kiro è scomparso dal 18 luglio, probabilmente si e' allontanato molto e potrebbe essere trovarsi in comuni limitrofi. Offresi ricompensa. Chiunque abbia qualche notizia e' pregato di contattare i numeri 393 0671677 o 347 1093385.
http://www.persietrovati.blogspot.it/2012/08/montale-prov-di-pistoia-smarrito-gatto.html
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VIRGILIO NOTIZIE
11 AGOSTO 2012
Animali/ Firenze, cane lasciato solo si strangola con catena
Ha tentato la fuga da recinto, ma è rimasto immobilizzato
Firenze - Un cane lasciato per più giorni da solo, all'interno di una recinzione, senza avere neanche da bere, è stato ritrovato morto dalle guardie zoofile dell'Enpa di Firenze Le guardie stanno cercando di risalire al proprietario del cane che attualmente risulta essere irreperibile in zona. Per lui scatterà la denuncia di abbandono, incuria e maltrattamento animali, visto che l'animale è rimasto immobilizzato per giorni senza che il proprietario se ne accorgesse o gli portasse acqua e cibo. A seguito di una segnalazione, le guardie zoofile dell'Enpa di Firenze si sono recate in un piccolo appezzamento di terreno in zona San Donnino, nei pressi di via dei Manderi dove hanno constatato, una scena penosa e raccapricciante: all'interno di una recinzione vi era un cane strozzato dalla stessa catena che aveva al collo. Dagli accertamenti effettuati e dai primi riscontri autoptici dei veterinari Enpa risulterebbe che il cane, un meticcio maschio di taglia media, dopo essere salito sulla tettoia del suo riparo, probabilmente cercando di scavalcare più volte la recinzione, si sia impigliato aggrovigliando la catena nel telo ombreggiante e nella la recinzione, fino ad immobilizzarlo totalmente in posizione semi-alzata. La morte sarebbe sopraggiunta dopo circa due giorni per disidratazione e per il fatto che il povero cane non potesse né muoversi, né abbaiare visto che la catena era talmente tesa da non consentirgli alcuna azione.
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CORRIERE DELLA SERA
11 AGOSTO 2012
A SAN DONNINO
Firenze, cane si strangola con la catena
Era stato abbandonato senza acqua e cibo Le guardie zoofile stanno cercando il proprietario, dovrà rispondere di abbandono e maltrattamenti
È morto dopo giorni bloccato con la catena all'interno di una recinzione senza nulla da mangiare e da bere. A ritrovarlo le guardie zoofile dell'Enpa di Firenze che ora stanno cercando di risalire al proprietario del cane che attualmente risulta essere irreperibile in zona. Per lui scatterà la denuncia di abbandono, incuria e maltrattamento animali, visto che l'animale è rimasto immobilizzato per giorni senza che il proprietario se ne accorgesse o gli portasse acqua e cibo. Una storia che ripropone il problema dei tanti animali che nel periodo estivo, soprattutto in questi giorni di Ferragosto, vengono abbandonati per strada o lasciati da soli come nel caso di Firenze
LA SEGNALAZIONE - Le guardia zoofile, dopo una segnalazione, si sono recate in un piccolo appezzamento di terreno in zona San Donnino, nei pressi di via dei Manderi dove hanno constatato, una scena penosa e raccapricciante: all'interno di una recinzione vi era un cane strozzato dalla stessa catena che aveva al collo. Dagli accertamenti effettuati e dai primi riscontri autoptici dei veterinari Enpa risulterebbe che il cane, un meticcio maschio di taglia media, dopo essere salito sulla tettoia del suo riparo, probabilmente cercando di scavalcare più volte la recinzione, si sia impigliato aggrovigliando la catena nel telo ombreggiante e nella la recinzione, fino ad immobilizzarlo totalmente in posizione semi-alzata. La morte sarebbe sopraggiunta dopo circa due giorni per disidratazione. Il cane non era in grado né di muoversi, né di abbaiare visto che la catena era talmente tesa da non consentirgli alcuna azione.
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ECOO
12 AGOSTO 2012
Maltrattamento animali: cane lasciato morire senza acqua e cibo, strangolato dalla catena
Continuano i casi di abbandono di animali, questa volta a pagarne le conseguenze un meticcio medio, trovato morto, strangolato dalla stessa catena con cui era tenuto legato, in una gabbia mortale, sotto il sole cocente, nel bel mezzo delle campagne di Firenze. Troppo tardi l’intervento della guardia zoofila, alla quale la segnalazione sarebbe giunta quando ormai per il povero cane non vi era più nulla da fare. Stando a quanto si apprende, infatti, dai dati dell’autopsia, il cane, trovato bloccato e strangolato dalla sua stessa catena, tra la recinzione del boz e la sua cuccia, sarebbe morto da almeno due giorni. È probabile che il cane sia rimasto incastrato, forse dopo esser scivolato, nel tentativo di uscire da quella gabbia mortale, dove era stato lasciato senza niente da mangiare e da bere.
Il cane era salito sul tetto della cuccia e nel tentativo di uscire sarebbe scivolato e rimasto appesa a quel pezzo di catena. Inevitabile e forse non abbastanza la denuncia di maltrattamento animale per il proprietario, non ancora rintracciato.
Cane strangolato dall’accalappiacani
A Catanzaro un cane è stato strangolato dall’accalappiacani, che aveva l’obiettivo di catturarlo, in modo poi che l’animale fosse affidato ad una struttura di ricovero. Il fatto è documentato in un video che è stato presentato insieme ad una denuncia alla Procura della Repubblica di Catanzaro dal presidente dell’AIDAA, Lorenzo Croce. La denuncia riguarda appunto un caso di maltrattamento di animali.
Il filmato mostra una scena vergognosa. La segnalazione è arrivata dapprima al numero telefonico messo a disposizione dall’associazione, che ha deciso di sottoporre il caso alle autorità. Il filmato è stato girato con un cellulare ed è stato poi condiviso su YouTube. L’AIDAA chiede che il responsabile della vicenda sia perseguito per legge. Inoltre viene chiesto che siano chiarite le responsabilità dei superiori dell’accalappiacani. Il video, che sta facendo il giro della rete, è stato ripreso da una persona che ha assistito alla terribile vicenda che ha coinvolto il povero animale. Si spera che sia fatta giustizia.
Il cane massacrato dal suo padrone
I carabinieri di Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, hanno effettuato un blitz in un appartamento di Telgate. Qui sono intervenuti nei confronti di un pregiudicato che aveva costretto il suo cane, un pitbull femmina, ad una vita di segregazione. Il cane era stato chiuso sul balcone e tutte le sere il suo padrone lo massacrava, arrivando anche a fargli vomitare sangue. I carabinieri sono entrati in azione in seguito ad una segnalazione dei volontari dell’OIPA, l’organizzazione internazionale protezione animali.
I volontari hanno anche girato un filmato, per dimostrare le violenze subite dall’animale. Sono stati i vicini di casa del pregiudicato a rivolgersi alle autorità. Il padrone del cane ha ammesso i maltrattamenti nei confronti dell’animale e ha confessato che colpiva il cane con i pugni. Adesso il pitbull si trova in un canile, dove è stato sottoposto ai controlli veterinari. I volontari si stanno dando da fare per trovargli una nuova casa. E’ inaudito come ci si possa comportare in questo modo nei confronti dei nostri amici a quattro zampe.
C’è anche l’avvocato che protegge gli animali
La legge italiana è per certi versi talmente ingarbugliata che è diventato necessario servirsi di un avvocato anche per le cause che riguardano gli animali. E lo sa benissimo l’avvocato Francesca Passerini, 52 anni, milanese e specializzata in diritto animalisti. Proprio così, un avvocato di cause animali. Le richieste sono tantissime e tutte riguardano, per l’appunto, gli animali, domestici e non solo.E analizzando i casi più strani e assurdi, di clienti che vorrebbero restituire il cane al venditore perché non era proprio come avrebbe immaginato, la donna conclude proponendo l’istituzione di un patentino obbligatorio per coloro che vorrebbero avere un cane, un po’ come si fa per le moto e i motorini. Un mezzo, insomma, a detta dell’avvocato degli animali, per responsabilizzare i giovani proprietari e non, su cosa significhi decidere di prendere un animale. E l’animale torna a essere oggetto di discussione nelle cause di divorzio, in cui un cane o un gatto, trattato alla pari di un bambino, viene messo all’asta per convincere il giudice su chi debba avere diritto all’affido, possibilmente totale, ma ci sono casi in cui l’animale è conteso nella coppia. In Inghilterra sono ben più avanti in cause di divorzio. Infatti, nella causa subentra uno psicologo petspecialista chiamato a valutare chi della coppia sia riconosciuto come padrone dal cane. È probabile che molto presto arrivi una figura simile anche in Italia. Sembrerebbe proprio che gli animali siano diventati delle vere armi per scaricare l’ira e la rabbia nelle liti del buon vicinato. Ma le persone intelligenti dovrebbero sapere chi sia il vero responsabile se il cane del vicino fa i bisogni sul tappeto di casa o il gatto riga l’automobile lasciata in garage, la colpa non è dei poveri animali. In altri casi ancora i proprietari dimostrano di non essere all’altezza di tenere un animale domestico, come i casi in cui per rendere meno innocui possibile gli animali, cani o gatti in particolare, si ricorre all’uso, illegale, di collari specifici che scaricano piccole ma violente scosse elettriche non appena l’animale, emette un qualsiasi verso. Proprio per questo motivo gli animali dovrebbero essere venduti o affidati a persone consapevoli del fatto di avere deciso di prendere un animale, un essere vivente e non un giocattolo da modellare in base al proprio carattere.
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GAZZETTA DI REGGIO
11 AGOSTO 2012
Un gatto impiccato con un cappio alla rete del calcetto
di Elisa Pederzoli
GATTATICO (RE) - Quando lo hanno trovato era ormai allo stremo. Stava sotto il sole cocente da molto tempo, troppo. Con un cappio di corda e fil di ferro stretti al collo, era stato impiccato alla porta del calcetto. Se ne stava lì, intrappolato in mezzo alla rete, impossibilitato dal fuggire, dal mettersi in salvo. E chissà prima di ridurlo così, cosa gli hanno fatto: perché una delle zampette posteriori è rotta. Nuf Nuf è un gattone tutto nero, di circa tre anni. E’ lui il protagonista dell’ennesimo atto di crudeltà nei confronti degli animali, dell’ennesima intollerabile azione commessa dall’uomo contro un essere indifeso. Il quale, abituato a essere nutrito e coccolato dagli esseri umani, forse si è lasciato avvicinare con fiducia da chi, invece, lo ha seviziato. Da chi lo ha tradito nel modo più vile. E’ successo a Praticello di Gattatico lunedì pomeriggio, nel campo da giochi vicino alle scuole. Nuf Nuf, però, è stato anche fortunato. Perché qualcuno, un gruppo di bambini che in quel giardino si è recato per giocare, quando lo ha visto è subito corso a chiedere aiuto: i piccoli hanno suonato alla porta di un vicino e un adulto è andato con una forbice e lo ha liberato. Il micio, ferito e a un passo dalla morte, è stato affidato alle cure dello studio veterinarioBiscontini e Kamphuisen. E’ stato trattenuto per due giorni interi. La ferita al collo, provocata dal laccio, gli è stata medicata e gli sono state praticate altre cure antibiotiche per rimetterlo in forze. Ulteriori accertamenti dovranno essere fatti alla zampa posteriore destra, che probabilmente è fratturata. L’animale ora è stato affidato all’associazione “I gatti di Gattatico”. Spiega una delle volontarie, Ileana Donelli: «Nuf Nuf non è un gatto randagio. Una signora si occupa di lui e di un altro micio che abitano nella zona. Ora è davvero spaventatissimo. Chi gli ha fatto male è un criminale. E se si tratta di ragazzini, la cosa mi fa ancora più paura. Perché dai corsi che abbiamo seguito, ho imparato che i ragazzi più violenti iniziano con le loro azioni di bullismo proprio infierendo sugli animali». La volontaria ha immediatamente provveduto ad allertare i carabinieri dell’accaduto e ha sporto denuncia. I militari della stazione di Gattatico hanno già iniziato le indagini. Sentiranno persone che potrebbero sapere o aver assistito a quanto accaduto al povero gatto per risalire al responsabile o ai responsabili della violenza gratuita inferta al povero animale. Non si tratta di un gesto da poco: il maltrattamento di animali, infatti, è un reato punito anche con la detenzione.
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CORRIERE DELLE ALPI
11 AGOSTO 2012
Cane chiuso in auto sotto il sole vicino al parco
BELLUNO. «Rispetto per gli animali». Lo invoca Manlio Chiarello, dirigente de La Destra, che ieri ha chiamato le forze dell’ordine segnalando che c’era un cane chiuso in un’auto in via Diziani. «Il finestrino era abbassato, per far passare un po’ d’aria, ma la fessura era di appena tre dita», racconta Chiarello. Erano le 13 quando ha notato l’animale in auto, e tre quarti d’ora più tardi, vedendo che il proprietario non era ancora tornato, ha chiamato i carabinieri. La bestiola è stata liberata poco prima delle 15 (nel frattempo erano arrivati anche i vigili del fuoco e l’addetto dell’Usl), ed è stata portata a fare una visita veterinaria per verificarne le condizioni. Chiarello ha fatto un esposto nei confronti del proprietario, che era tornato alla macchina un quarto d’ora dopo che il cane era stato liberato.
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TRENTINO
11 AGOSTO 2012
I vigili sequestrano tre cani
TRENTO - I vigili urbani hanno proceduto ieri mattina, nel parcheggio del centro commerciale Nord Centre di via Brennero, al sequestro di 3 cani al seguito di due giovani rom. Le due mendicanti si erano posizionate all'esterno dei negozi ed esibivano i cani per indurre i passanti a donare un'offerta, puntando sul fatto che gli animali, specie se cuccioli, hanno la capacità di intenerire i cuori. I bambini "funzionano" meglio, ma fortunatamente la legge vieta l'accattonaggio con l'utilizzo di minori, perciò i mendicanti hanno escogitato questo stratagemma. Non solo, una di loro offriva in vendita un piccolissimo cucciolo. In seguito si scopriva che nei giorni precedenti ne aveva già venduti 4 e solo l'intervento dei vigili impediva che anche l'ultimo cagnolino seguisse la stessa sorte. L'intervento del veterinario del canile permetteva di accertare che solo uno degli esemplari, la mamma, una chihuahua nata nel 2010, era provvista di microchip, sebbene al controllo non risultasse la registrazione, mentre il suo minuscolo cucciolo e l'altra femmina, una cucciola bianca, erano sprovvisti di documenti e privi della obbligatoria copertura vaccinale antirabbica. Il cucciolo ed i suoi fratellini già venduti hanno al massimo un mese di età e fino ad almeno due mesi non possono venir separati dalla madre. A questo punto è scattato il sequestro, per tutelare gli animali e per le gravi inadempienze riscontrate. Ora i tre cani si trovano presso il canile comunale e si dovrà rintracciare gli acquirenti dei 4 cuccioli, per permettere loro di tornare assieme alla madre.
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LA ZAMPA.IT
11 AGOSTO 2012
Agosto, mese degli abbandoni di cani
Ecco che cosa fare se li si incontra
I consigli dei veterinari dell'Ulss 8 di Asolo
Treviso - In Italia si calcola siano circa 100 mila i cani abbandonati ogni anno. L’estate è la stagione più a rischio e la settimana di Ferragosto quella in cui s’impennano le probabilità di alimentare il fenomeno del randagismo, con il conseguente pericolo di aggressioni, incidenti stradali o trasmissione di malattie. Lo ricordano i veterinari dell’Ulss 8 di Asolo (Treviso), che spiegano cosa fare in caso di avvistamento di un cane randagio o abbandonato. La prima regola è informare la polizia locale del Comune in cui si trova l’animale, il 118 o il servizio veterinario dell’Asl di competenza. Gli operatori provvederanno al recupero del cane e alla consegna al canile sanitario.
L’azienda sanitaria veneta ricorda ai proprietari che la scelta di tenere un animale deve essere ponderata, responsabile e consapevole dei doveri legati al possesso e i diritti del cane. Nello specifico - sottolinea l’Ulss 8 in una nota - il proprietario è tenuto all’identificazione dell’animale e alla sua iscrizione all’anagrafe canina, cui si aggiunge l’obbligo della custodia del cane e il rispetto delle 5 libertà fondamentali degli animali: libertà dalla sete, dalla fame e dalla malnutrizione; libertà dal disagio termico e fisico; libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie; libertà dalla paura e dallo stress; libertà di manifestare i comportamenti propri della specie. Il non rispetto di queste libertà si può configurare nel reato di maltrattamento, come previsto dalla legge 189 /2004. Al momento del ritrovamento del cane, dopo la segnalazione dell’utente o della polizia urbana, viene coinvolto il servizio Asl che ha il compito di recarsi sul posto. Se l’animale è dotato di microchip e quindi è stato inserito nell’anagrafe canina, il veterinario provvederà alle verifiche del caso e all’identificazione del proprietario il quale viene contattato immediatamente per il recupero. Nel caso in cui non sia immediatamente rintracciabile, il cane viene trasferito presso il canile (l’Ulss 8 ha una convenzione con la struttura di Ponzano Veneto), dove rimarrà fino al recupero da parte del proprietario che è tenuto a pagare anche la quota per la custodia del cane al canile. Se invece il cane è sprovvisto di microchip e quindi non identificabile, il veterinario Asl provvederà a trasferirlo al canile dove rimarrà finchè qualcuno non vorrà adottarlo. In quest’ultimo caso, le spese di custodia presso il canile sono a carico del Comune in cui l’animale è stato ritrovato. L’Ulss 8 ricorda infine che, anche per il 2012, il proprietario è tenuto all’obbligo di sottoporre il cane a vaccinazione antirabbica. |
GEA PRESS
11 AGOSTO 2012
Green Hill – come morivano i cuccioli, “l’inquietante appunto” e le deposizioni dei dipendenti
L'atto di accusa contro l'ultimo allevamento di cani beagle italiano – la centralità dell'esposto di Legambiente.
Dai carteggi posti sottosequestro nell’allevamento di cani beagle di Green Hill, potrebbero evidenziarsi casi di cuccioli morti per soffocamento. La causa sarebbe da ricercare nella segatura inidonea ed a quanto pare rinvenuta nell’esofago e nello stomaco dei cagnolini. Segatura utilizzata come lettiera. Apparsa anche l’ipotesi di eventi eutanasici eseguiti a seguito di semplici dermatiti e disturbi comportamentali. Come se ciò non bastasse negli atti esaminati dal Tribunale del Riesame che nei giorni scorsi ha rigettato la richiesta di dissequestro dei cani avanzata dai legali di Green Hill, compare pure un appunto definito “inquietante”. Una nota scritta a mano: “Denti-orecchie-unghie delle femmine sono finiti – manca orecchie dei maschi – ho fatto anche il vaccino che mancava di diario – i trattamenti li ho già inseriti al computer“. Un appunto, secondo il Giudice Anna Di Martino, che potrebbe rimandare ad attività di sperimentazione non consentita nell’allevamento.Dalle prime deposizioni dei dipendenti (ventitré in tutto, ivi compresi i tre amministrativi) apparirebbero inoltre difformità sia sulle tecniche di sgambettamento che sulla segatura ora incriminata. In particolare, uno dei dipendenti avrebbe riferito di segatura di maggiore dimensione per evitare che i cuccioli potessero mangiarla, mentre il tecnico della sala parto avrebbe riportato di segatura cambiata da sei mesi. Ancora più evidenti le divergenze sull’ipotesi si sgambettamento dei cani. C’è chi parla di movimenti fuori dai box e di assenza di movimenti all’interno dei capannoni. Un altro dipendente, invece, riferisce di avere fatto camminare i cani due volte al giorno. C’è poi chi riporta di ipotesi di decessi per infezioni conseguenti all’irruzione dei manifestanti del 28 aprile scorso.Di certo le prime rilevanze investigative parrebbero confermare quanto descritto dai consulenti nel corso delle indagini difensive. Ricordiamo, infatti, che la riapertura delle indagini contro Green Hill, chiesta dal PM Cassiani è conseguente all’esposto formulato da Legambiente e LAV. In modo particolare il tutto nasce dalle indagini svolte dall’Avvocato David Zanforlini che difende una persona arrestata lo scorso 28 aprile: in quella occasione numerosi animalisti irruppero nell’allevamento, riuscendo a portare via alcuni cani. L’Avvocato Zanforlini è anche consulente di Legambiente e nel corso delle indagini difensive ebbe modo di sottolineare alcune presunte violazioni proprio in tema di detenzione dei cani. Tra queste anche cani detenuti da soli, in locali senza finestre e con scarsa illuminazione. Solo qualche strisciolina di luce che trapelava dai pannelli in policarbonato. Evidente, sempre secondo le ipotesi a supporto dell’accusa, la privazione della socializzazione, fatto questo molto importante proprio per le caratteristiche etologiche del beagle. Cani, in particolare, che non sarebbero stati mai fatti uscire all’aperto, tanto da potersi supporre una compromissione del potenziale sensoriale olfattivo.In particolare, il consulente delle difesa dott. Tettamanti, ha evidenziato il mancato moto per i cani, oltre alla temperatura dei capannoni definita inidonea ed il rumore eccessivo. Ipotesi che parrebbero essere in violazione del ddl 116 relativo proprio al benessere degli animali da destinare alla sperimentazione animale. Fuori dalle ipotesi di legge, dunque. Quanto basta, cioè, per fare cadere la richiesta dei legali di Green Hill di inapplicabilità del reato di maltrattamento.Dopo i sopralluoghi ispettivi, che si sono avvalsi anche della consulenza del Medico Veterinario Enrico Moriconi, sarebbero altresì emersi nei cani atteggiamenti espressivi di ansia, quali andirivieni compulsivo, giri in tondo e rincorse per la coda. Gli eventi riportati a supporto dell’ipotesi di maltrattamento riguarderebbero anche i cani una volta controllati in funzione dell’affido post sequestro. In particolare, i Medici Veterinari Moriconi e Buffoli, avrebbero riferito di 19 beagle rinvenuti in stato catatonico, degressione sensoria e sindrome depressiva. In taluni casi alopecia alle orecchie ed alla testa. Poi i tre cuccioli ricoverati a seguito di dissenteria, disidratazione e depressione sensoria. Uno dei cuccioli è poi morto fatto questo che avrebbe portato alla denuncia da parte di Legambiente e LAV del Veterinario responsabile dell’allevamento. Due esposti, in particolare, fatti dopo il sequestro dell’allevamento ed aventi ad oggetto proprio le condizioni di salute riscontrate nei cani disposti per l’affido. I custodi giudiziari, nominati dalla Procura, sono il Sindaco di Montichiari, l’ASL, l’azienda Green Hill e, per l’appunto, il Veterinario in questione.L’ipotesi accusatoria si basa dunque sul reato di maltrattamento ex art. 544/ter del Codice Penale. In particolare si tratterebbe della rilevanza criminosa sui “comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche”. Condotta messa in atto “senza necessità”, fatto questo imprescindibile per le ipotesi di dolo che reggono, da sole, il 544/ter. Non una negligenza (colpa), ma dolo, ovvero volontà nel compimento. Una accusa pesante che, come riferito agli atti del Tribunale di Brescia, potrebbe prefigurare “uno scenario di programmata gestione degli animali, suscettivo di sofferenze psico-fisiche, con alta probabilità indotta da ragioni di risparmio dei costi”. A tale supporto anche la rilevanza del numero dei cani (2300) rispetto ai soli 23 dipendenti, tre dei quali amministrativi.Tutte ipotesi accusatorie, per le quali Green Hill dovrà tentare di dimostrare la sua innocenza, ma che hanno portato ad incolpare provvisoriamente il legale rappresentante di Green Hill, il direttore dell’allevamento ed il Veterinario dello stesso “perché in concorso tra loro e con più azioni consecutive di medesimo disegno criminoso, senza necessità se non quella di preparare gli animali per scopi di vivisezione nell’ambito della ricerca cosmetica, sottoponevano migliaia di cani di razza beagle, a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche”.Piccolo particolare. Dai libri contabili risulterebbe che l’unico acquirente sia la Marshall – Bioresurces la quale, però, annovera tra i suoi clienti anche una nota ditta italiana di cosmetici.
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IL TIRRENO
11 AGOSTO 2012
Ci sono persone ben più sporche
«Per me i cani possono entrare, basta che non sporchino e non siano aggressivi». Carlo De Luigi, di Pontedera, è all’Ipercoop di Navacchio insieme alla moglie e al figlio. La questione degli animali nei centri commerciali lo appassiona e lo trova d’accordo con chi chiede di consentire l’ingresso. «Alla fine, però, dipende tutto dal padrone – continua De Luigi – perché un cane si comporta bene se è ben addestrato o comunque abituato a stare con le persone. Se è così, nessun problema per farli entrare nei supermercati». Il dibattito divide, ma gli amanti degli animali e quelli che difendono i loro diritti si fanno sentire. «Per me entrerebbero ovunque – dice Franco Palagi all’interno del supermercato Eurospin a Pontedera – perché li adoro e credo abbiano gli stessi diritti delle persone. Certo, tutto deve svolgersi nel rispetto delle regole. Ma vietare loro l’ingresso in un esercizio commerciale o pubblico a prescindere e solo per motivi igienici è una scemata. Ci sono uomini e donne ben più sporchi e con comportamenti pericolosi per l’igiene degli alimenti di moltissimi animali che i loro padroni tengono con cura e amore». Un po’ il tema portato avanti dai tantissimi commenti postati sulla pagina Facebook del nostro giornale successivamente alla pubblicazione dell’argomento. «A volte all'interno di ipermercati o supermercati – scrivono sul social network Antonio e Serena di Montecatini - si trovano persone ben più sudice e maleducate dei nostri amici a quattro zampe: starnuti su frutta e verdura, mani sporche, ascelle maleodoranti. Quindi fate voi, se se ne fa una questione di igiene i primi a stare fuori dovremmo essere noi. Per tutto il resto c'è il buon senso». E su Facebook, c’è chi offre la sua testimonianza come Monica e Sandro Prosperi: «È successo anche a noi con un cane di piccola taglia in borsa non ci hanno fatto entrare ne alla Coop a Livorno ne a quella di Piombino».
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CORRIERE DELLA SERA
11 AGOSTO 2012
Amanda cagnolina eroe salva i cuccioli dall'incendio
Una cagnolina, che a prima vista sembra un incrocio con un pastore tedesco è diventata famosa in tutto il mondo: la casa dove abitava a Santa Rosa di Temuco, in Cile, è andata a fuoco e lei ha portato in salvo a uno a uno i suoi cinque cuccioli, nati da appena dieci giorni, portandoli al sicuro, a bordo del camion dei pompieri intervenuti per spegnere le fiamme. Uno dei cagnolini non ce l'ha fatta, gli altri stanno bene.
VIDEO
http://video.corriere.it/amanda-cagnolina-eroe-salva-suoi-cuccioli-incendio-/5d436160-e3cc-11e1-880a-4d5f3517dc36
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GEA PRESS
11 AGOSTO 2012
WWF – la strage degli elefanti: 300 pachidermi uccisi nel Camerun (video)
Domenica prossima la Giornata Mondiale dell'elefante.
In occasione della Giornata mondiale degli elefanti, domenica 12 agosto, e a sei mesi dalla strage di centinaia di esemplari avvenuta nel Parco Nazionale del Camerun, il WWF lancia la video denuncia con le sconvolgenti immagini del massacro. Immagini crude, per far si che questa data non si trasformi presto in una celebrazione per una specie estinta, se il bracconaggio e il commercio illegale d’avorio e di fauna selvatica non verranno fermati.Tra gennaio e marzo di quest’anno, bracconieri armati hanno invaso il Camerun e ucciso più di 300 elefanti all’interno del Bouba N’Djida National Park. A seguito dell’attenzione scaturita dalla strage sui media di tutto il mondo, il Camerun si è mosso per rafforzare la sicurezza nelle aree protette, compreso lo stanziamento di 60 nuove guardie nel Parco di Bouba N’Djida per garantire e monitorare la restante fauna selvatica del parco. Proprio recentemente due ranger, che stavano inseguendo un bracconiere vicino al Parco, sono stati feriti da alcuni colpi di arma da fuoco.Il Governo del Camerun ha messo a punto un piano per reclutare 2500 nuovi rangers nei prossimi cinque anni. Il paese dell’Africa centrale intende, inoltre, istituire un nuovo parco nazionale, a seguito dell’approvazione da parte del Primo Ministro, di un piano di emergenza per mettere in sicurezza tutte le aree protette di frontiera.Il Ministro per le Foreste e la Fauna, Ngole Philip Ngwese, durante una recente visita al programma di formazione militare dei nuovi rangers ha incitato le reclute “Il Ministero conta su di voi per affrontare le sfide sul campo, come in particolare il massacro di elefanti nel Parco di Bouba N’Djida. Non vediamo l’ora di vedervi in azione per mettere in atto il percorso che noi tutti condividiamo. Dovete capire che state lavorando per la nazione e per proteggere la nostra biodiversità, che è una delle ricchezze del Camerun “.Nonostante questi sforzi, la caccia di frodo degli elefanti in Africa ha raggiunto livelli record negli ultimi anni, e gli elefanti di foresta dell’Africa centrale sono stati i più colpiti. Decine di migliaia di esemplari vengono barbaramente uccisi ogni anno per l’avorio delle loro zanne, che vengono per lo più trafficate nei mercati asiatici.“Oggi le tecniche usate dai bracconieri e la criminalità organizzata legata ed essi, sono sempre più sofisticate. Stanno invadendo i paesi africani, causando non solo la strage della fauna selvatica, ma anche l’uccisione dei ranger, terrorizzando così le comunità locali -dichiara Isabella Pratesi, Direttore delle Politiche di Conservazione Internazionale del WWF Italia – Il Camerun ha fatto la cosa giusta assegnando risorse aggiuntive per questo grave problema di sicurezza nazionale. Anche altri paesi dell’Africa centrale dovrebbero seguire l’esempio di questo paese e agire subito per fermare le bande criminali prima che colpiscano con maggiore forza portando alla definitiva estinzione degli elefanti di foresta“.“Uccisioni di elefanti su così larga scala come quello visto nel Parco di Bouba N’Djida possono accadere quasi ovunque regione nei paesi del centro Africa. Recentemente è arrivata la segnalazioni di altri 30 elefanti massacrati in una sola notte in Ciad – afferma Massimiliano Rocco, Responsabile del Programma Specie del WWF Italia – La sola conservazione della specie non è l’unico problema per le istituzioni ambientali. A causa del bracconaggio e del traffico illegale, la vita delle persone e posti di lavoro sono a rischio. Ogni volta che viene ucciso un elefante il paese perde valore economico. Il WWF chiede ai governi dell’Africa Centrale di porre fine al bracconaggio e al commercio illegale di avorio e ai crimini contro la fauna selvatica. Mentre in tutti i Paesi vanno intensificate le attività investigative per contrastare ogni possibile forma di commercio di avorio illegale, un mercato che i sequestri dimostrano essere presente anche in Italia. Il momento per agire è adesso.”Proprio per porre la massima attenzione sui massacri compiuti nel continente africano, all’inizio di quest’anno il WWF ha lanciato la campagna “Green Heart of Africa”, per i territori del Bacino del Congo che abbracciano 6 paesi del Centro Africa. Le foreste di quest’area rappresentano il secondo serbatoio di assorbimento del carbonio del mondo per importanza, svolgendo le funzioni di “polmone” del clima mondiale e di regolatore del clima della regione. Il taglio illegale e non sostenibile, la costruzione di strade e dighe e le attività minerarie stanno decimando le foreste. Nondimeno, è la caccia alle specie selvatiche – come i gorilla e gli elefanti di foresta – il pericolo più insidioso, in quanto le foreste stanno subendo un progressivo depauperamento della fauna selvatica. Questa combinazione letale di distruzione dell’habitat forestale e bracconaggio sta distruggendo il cuore verde dell’Africa.Nelle scorse settimane il WWF ha dato le “pagelle” a 23 paesi africani e asiatici che oggi si trovano ad affrontare i massimi livelli di bracconaggio e traffico illegale di avorio, corno di rinoceronte e parti di tigre. Il dossier si può leggere qui.E in risposta ai crescenti livelli di criminalità nei confronti della fauna selvatica, WWF e TRAFFIC, rete di monitoraggio per il traffico illegale, lanceranno una nuova campagna globale per fermare il commercio illegale di avorio, corno di rinoceronte e parti di tigre.E’ possibile sostenere l’azione del WWF contro il commercio illegale di natura su wwf.it/TRAFFIC.
VEDI VIDEO:
http://www.geapress.org/esotici/wwf-la-strage-degli-elefanti-300-pachidermi-uccisi-nel-camerun-video/31244
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LA ZAMPA.IT
11 AGOSTO 2012
Scoiattoli americani, ora è guerra
Per salvare quelli autoctoni verrà praticato un "contenimento della specie" su indicazione della Ue
Antonella Mariotti
Torino - Cip e Ciop sono condannati. E la sentenza sarà definitiva a partire da quest’autunno. Lo chiamano «contenimento della specie», in pratica verranno catturati alcuni esemplari di scoiattoli grigi (originari del Nord America) per praticare loro l’eutanasia.
Una scelta - dicono gli scienziati - dovuta al fatto che gli scoiattoli grigi sono una specie «alloctona», cioè importata, che qui sta mettendo a rischio la sopravvivenza dei nostrani scoiattoli rossi. La salvezza di questi piccoli roditori costerà per Piemonte, Lombardia e Liguria quasi due milioni di euro, gran parte fondi europei. In consiglio provinciale di Milano la decisone ha già creato polemiche sia sulle spese, sia sui metodi che verranno praticati. «Nessuno però dica che “gasiamo” gli scoiattoli. Verranno utilizzate modalità che non prevedono la sofferenza degli animali». Sandro Bertolino è biologo all’Università di Torino e responsabile del progetto Life Ec-Square che cercherà di ridurre, se non di eliminare, gli scoiattoli grigi. «Si tratta di operare una scelta: gli scoiattoli rossi soccombono nella competizione con quelli grigi, che sono più grandi, più forti e possono mangiare anche il cibo che i rossi non riescono a digerire. Poi c’è pure la questione delle scorte alimentari dei “nostri” scoiattoli, anch’esse messe a rischio da quelli grigi». Cip e Ciop, oltre ad essere grandi il doppio, si trovano a loro agio nel camminare a terra, e ciò permette loro si individuare le scorte invernali di cibo dei loro compagni di specie, di cui si impossessano facilmente. Così, mentre il roditore americano si adatta meglio alla pianura mangiando di tutto, quello europeo, oltre ad avere un menù più limitato - non mangia le ghiande perché non digerisce il tannino - si trova la dispensa dimezzata nei periodi invernali, proprio quando più ne avrebbe più bisogno per la sopravvivenza. Le specie «aliene» sono un problema per l’Europa da anni. Oltre ai famelici scoiattoli grigi l’elenco comprende le nutrie e molti parassiti delle piante: il tutto per un danno di 12 miliardi all’anno, calcolato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Lo scoiattolo americano fu introdotto in Piemonte negli Anni Quaranta da una famiglia per «arredare» il giardino, e da qui si è riprodotto a dismisura: ora si calcola che gli esemplari siano almeno 15 mila. Prima ancora aveva invaso la Gran Bretagna e la Scozia «dove sono in forte espansione - ci tiene a precisare il biologo torinese - e stanno provocando danni anche ai boschi con lo scortecciamento delle piante. Inoltre sono portatori sani di un virus per loro non pericoloso ma assolutamente letale per gli scoiattoli rossi di cui stanno mettendo a rischio la sopravvivenza». Così facendo i grandi scoiattoli che hanno ispirato Walt Disney si sono guadagnati la fama di «cattivi», e dall’Unione europea è stato più volte richiesto all’Italia di fare come nel Regno Unito. Lo Standing Commitee della Convenzione di Berna ha ripetutamente inviato raccomandazioni al nostro Paese: tre quelle ufficiali dal 1999 al 2007, ma nulla si è mosso. Ecco perché nel 2008 è stato aperto un «Case File»: non proprio una mossa verso una multa, ma qualcosa di più di una raccomandazione. Sandro Bertolino è consapevole delle polemiche. «Certo non fa piacere uccidere animali, ma questo è un problema creato dall’uomo che necessita di una soluzione adeguata. Dobbiamo garantire la sopravvivenza del nostro scoiattolo rosso: la competizione con quello grigio lo mette seriamente a rischio di estinzione. In ogni ettaro di territorio c’è un esemplare rosso contro i cinque-sei grigi». |
LA TRIBUNA DI TREVISO
11 AGOSTO 2012
Piavesella, è allarme nutrie
VILLORBA (TV) - Continuano gli “avvistamenti” di nutrie lungo la Piavesella in prossimità del centro di Fontane. Un gruppo di escursionisti in bici che nei giorni scorsi percorreva la pista ciclabile che collega via Piavesella con Fontane Chiesa Vecchia, si è imbattuto nei roditori che stavano percorrendo l’argine del torrente. «Erano di dimensioni notevoli» spiega uno dei ciclisti «e sembravano quasi abituate al passaggio della gente». Il problema delle nutrie è da mesi all’attenzione dell’amministrazione comunale. Si temono non solo problemi di carattere igienico ed economico (visto che si cibano delle vicine colture) ma anche relativi alla solidità degli argini del torrente, che potrebbero essere indeboliti dalle tane dei piccoli animali. Le prime segnalazioni di nutrie a Fontane Chiesa Nuova risalgono alla scorsa primavera.
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IVG
11 AGOSTO 2012
Emergenza caldo, i veterinari diffondono il decalogo “salva animali”
La colonnina di mercurio si impenna e cresce l’allarme afa anche per gli amici a quattrozampe. “Il caldo di queste settimane ha creato problemi seri a tutti, anche agli animali, e temiamo per i prossimi giorni”, avverte Donatella Loni, presidente dell’Ordine dei medici veterinari di Roma e provincia.I camici bianchi dei pets richiamano l’attenzione non solo su cani e gatti sotto il sole (“proteggere le zone più delicate con creme solari”), ma anche su pesci e volatili (“tenere all’ombra acquari e gabbiette”). Vietato poi “parcheggiare” Fido in auto (“per ucciderlo possono bastare pochi minuti”). E non dimenticare nemmeno i randagi o le specie selvatiche: mettere ciotole d’acqua fuori dalla porta o sul balcone può fare la differenza tra la vita e la morte per uccellini, e cani e gatti di strada.“Per tutti gli animali, cani, gatti, pesci, cavalli e in generale pet da compagnia – è il monito dei veterinari romani – i colpi di calore possono essere molto pericolosi: il consiglio per tutti è di evitare la permanenza al sole e l’attività fisica nelle ore più calde. Il cavallo svenuto a piazza di Spagna è un esempio di quello che può accadere se non si prendono le giuste precauzioni”.Ecco quindi il decalogo “salva animali” stilato da Antonio Sessa, consigliere dell’Ordine dei veterinari di Roma e provincia:
1) Non lasciare mai un animale incustodito dentro l’auto. La temperatura interna dell’abitacolo sale infatti rapidamente: con temperature esterne di oltre 30 gradi sono sufficienti anche solo 10 minuti per un esito fatale.
2) Se si vede un animale rinchiuso da solo in un’auto sotto il sole, prestare attenzione ai sintomi di un eventuale colpo di calore (difficoltà respiratorie, tremori, convulsioni, vomito e feci con sangue, sincopi) e nel caso allertare immediatamente le forze dell’ordine e un veterinario. Nel frattempo, creare ombra mettendo dei giornali sul parabrezza e se possibile gettare acqua fredda per diminuire la temperatura all’interno dell’abitacolo. E appena portato fuori l’animale, cercare di raffreddarlo con spugnature di acqua fredda su tutto il corpo.
3) Assicurarsi che gli animali abbiano sempre accesso all’ombra e fornire acqua fresca da bere in abbondanza, cambiandola spesso. A volte è utile bagnare il corpo del nostro animale (ricordiamo che cani e gatti non possono sudare come noi per far evaporare il calore corporeo in eccesso). In caso di colpi di calore chiamare immediatamente il veterinario.
4) Evitare le passeggiate con il cane nelle ore più torride della giornata – suggeriscono ancora i veterinari – preferendo le prime ore del mattino o l’imbrunire e portare sempre con sé dell’acqua e una ciotola. Evitare di far fare attività sportiva al cane nelle giornate più calde, dal momento che l’attività fisica col lavoro muscolare produce ulteriore riscaldamento corporeo.
5) Anche cani e gatti possono subire delle scottature solari: in caso di giornate particolarmente assolate applicare una crema solare ad alta protezione su tutte le zone del corpo più esposte all’azione dei raggi solari (punta delle orecchie, punta del naso, eccetera), soprattutto se non pigmentate e prive di pelo.
6) Evitare un’esposizione al sole diretto dell’acquario e cambiarne regolarmente l’acqua, avendo cura di togliere le alghe che si formano. Se la vasca con i pesci è in giardino, ricordarsi di riempirla regolarmente d’acqua, nelle ore serali.
7) Animali in gabbia: mai lasciare il canarino, il coniglio, il criceto o altri animali costretti in gabbia al sole diretto. Posizionare la gabbia in un luogo sempre ben ombreggiato e ventilato.
8) Con le alte temperature molti parassiti, come le zecche, le pulci e gli acari, si moltiplicano più facilmente e rapidamente: controllare regolarmente il pelo dei nostri amici animali e applicare preventivamente e con regolarità un antiparassitario esterno) Igiene della lettiera e tolettatura. I veterinari raccomandano di evitare di posizionare la lettiera (soprattutto se chiusa) in balcone sotto il sole, perché potrebbe diventare rovente e il gatto di casa, giustamente, rifiutarsi di adoperarla. Inoltre, pulirla più spesso del solito per evitare di attirare mosche e altri insetti utilizzando prodotti non nocivi. E’ anche fondamentale controllare ogni giorno gli animali per verificare che non vi siano eventuali ferite o zone del mantello imbrattate di feci o altro materiale organico, dove le mosche andrebbero a depositare le loro uova.
9) Il giardino è popolato di fauna selvatica, quali lucertole, gechi, ricci, rane, rospi, bisce e ricci, che sono assolutamente innocui per l’uomo, ma utili per il suo micro-ecosistema: prima di usare tosaerba o pesticidi, pensate alla loro salvaguardia.
10) Dove sia possibile, mettete delle ciotole d’acqua per gli animali senza proprietario. Cani e gatti di strada, ma anche per gli animali selvatici come gli uccellini che in questo periodo hanno bisogno soprattutto di potersi dissetare. Un piattino di plastica colmo d’acqua sul balcone può salvargli la vita.
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LA NUOVA SARDEGNA
12 AGOSTO 2012
Criminalità, strage di animali Operaio di Orosei nel mirino
OROSEI (NU) - Un atto intimidatorio nei confronti di un giovane operaio, è stato portato a temine ieri poco dopo la mezzanotte in località Pontes, alla periferia del paese. Qui, Antonello Piredda, cura un piccolo appezzamento di terreno dove coltiva ortaggi e alleva qualche animale per uso familiare. I malviventi si sono introdotti nel terreno e, prima di appiccare il fuoco a un carrello carico di fieno e al casolare utilizzato come ricovero per gli attrezzi, hanno fatto strage degli animali allevati. Una capra è stata sgozzata e appesa a una palizzata, mentre conigli e galline sono stati sbattuti contro i muri e lasciati morire asfissiati dal fumo sviluppatosi in seguito all'incendio. Le fiamme sono state segnalate dagli automobilisti in transito sulla statale 125, e sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri della stazione locale e i barracelli. Ingenti, i danni causati dal rogo e dalla ferocia degli attentatori. Il grave episodio è stato fortemente condannato da tutta la comunità, sdegnata per l’accaduto che ha colpito un giovane stimato per la sua onestà e cordialità.
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LA PROVINCIA PAVESE
12 AGOSTO 2012
Botte al cane, denunciati i vicini
di Gabriele Conta
TORREVECCHIA PIA (PV) - Hanno picchiato il cane dei loro vicini di casa con mazze e bastoni. Causandogli un trauma cranico e ferite su tutto il corpo. E’ successo a Torrevecchia Pia, in una cascina nei dintorni del paese. «Ero uscito a fare una passeggiata, e mentre stavo tornando a casa il cane mi è scappato – racconta A.M. –. Quando sono arrivato a casa, ho visto i vicini che lo stavano colpendo». Per questo sono stati denunciati. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi, ma è stato reso noto soltanto adesso. A raccogliere la denuncia di A.M. e di sua moglie sono stati i carabinieri. «Erano le sei meno un quarto del mattino quando è successo – racconta ancora A.M., che lavora come operaio –. Li ho visti prendere il mio cane a bastonate, con una violenza inaudita». Quando l’uomo ha provato a intervenire, i vicini di casa hanno alzato i bastoni contro di lui. La situazione sarebbe dunque degenerata in fretta. «Hanno colpito anche me», sostiene l’uomo. Dopo l’aggressione, è scattata la denuncia per lesioni all’animale. «Li abbiamo querelati per l’aggressione al cane, ma è da quando abitiamo qui che ci fanno dispetti e atti intimidatori», racconta ancora A.M. Intanto il suo cane, un bracco nero da caccia, si nasconde dietro il cancello dell’abitazione. Sotto l’occhio sinistro è ancora ben visibile un taglio. «Il veterinario ha detto che gli hanno causato un trauma cranico – aggiunge l’uomo – oltre a lividi ed escoriazioni su tutto il corpo». Ora saranno gli inquirenti a far luce sulla vicenda, che potrebbe avere presto altri sviluppi. su Twitter.
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MESSAGGERO VENETO
12 AGOSTO 2012
Dimenticati in auto, 5 cani salvati da passanti e vigili
LIGNANO (UD) - A notarli sono stati due passanti: li hanno visti alle 8, in 5 dentro un’auto parcheggiata vicino al camping Pino Mare, a Riviera, e li hanno ritrovati lì, nello stesso posto, un paio d’ore dopo, sotto il sole sempre più cocente di ieri. Difficile non impensierirsi e far finta di niente. E così, aperti gli ombrelloni che avevano con sè, hanno deciso di fare ombra all’auto e di segnalare il caso alla Polizia municipale. Da quel momento, per quei cagnetti è iniziata quasi una gara di solidarietà. Non riuscendo a rintracciare il proprietario, i vigili urbani hanno chiamato innanzitutto un veterinario. Poi, approfittando di una fessura rimasta aperta nei finestrini, hanno gettato dentro dell’acqua per rinfrescarli e dissetarli. Infine, si hanno contattato un meccanico per aprire l’auto. Il tutto, sotto l’occhio preoccupato di diversi bagnanti. È stato soltanto verso le 13.30 che il proprietario, non trovando più l’auto - nel frattempo rimossa - al rientro dalla spiaggia, si è presentato al comando della Polizia municipale. Dispiaciuto per l’imperdonabile disattenzione, l’uomo, un pensionato lombardo, ha rimediato comunque una denuncia per abbandono di animali.
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LA ZAMPA.IT
12 AGOSTO 2012
Tommy Lee in difesa delle orche marine
L'ex marito di Pam Anderson attacca l'acquario che utilizza
la sua musica per gli spettacoli con gli animali
Torino - Anche gli hard rocker hanno un cuore. Soprattutto se si tratta di animali. Tommy Lee, batterista e co-fondatore del gruppo Mötley Crüe, scende in campo in difesa delle orche.
Durante un tour in California del sud, Tommy Lee ha scoperto che la sua musica veniva usata durante alcuni spettacoli nel parco acquatico Seaworld di San Diego. Protagonisti di questi eventi alcune orche che vengono costrette, o per lo meno indotte, a muoversi tenendo il ritmo della sua canzone. Immediata e senza peli sulla lingua la reazione del rocker: «Anche se a noi piace torturare i nostri fan umani che desiderano ai nostri spettacoli, non vogliamo rendere un inferno la vita di animali innocenti. Ho saputo che dai miei amici della Peta (associazione internazionale per la tutela degli animali) che quegli animali marini sono molto sensibili ai suoni, perché loro comunicano con i sonar, e i rumori molto forti confondono i loro istinti più naturali».Non è la prima volta che l'artista decide di intervenire in favore degli animali. Seguendo le orme della sua ex moglie, Pam Anderson, prosperosa ex bagnina di Baywatch e già impegnata come testimonial della Peta, anche Tommy Lee ha prestato la sua immagine per una campagna pubblicitaria dell'associazione animalista al grido di "Ink, not Mink" (Inchiostro, non visoni) dove si mostrava nudo e coperto solo dall'inchiostro dei suoi tatuaggi. Un buon modo per far valere la propria popolarità. |
LA ZAMPA.IT
12 AGOSTO 2012
Soldato israeliano agli arresti domiciliari per maltrattamenti su un gatto
Il militare aveva mostrato su Facebook delle immagini in cui teneva il felino per la coda
Israele - Un soldato israeliano è stato posto agli arresti domiciliari e rischia una incriminazione per crudeltà contro gli animali, dopo che una sua foto mentre solleva un gatto per la coda, ha fatto il giro del web.
A quanto scrive il quotidiano Yediot Aharonot, il soldato ha inserito venerdì la foto su Facebook. L'immagine ha avuto iniziali commenti positivi da parte degli amici, ma poi un blogger l'ha messa su un sito contro la crudeltà sugli animali. A quel punto sono fioccati i messaggi indignati e un navigatore della rete, ha inviato la foto alla pagina Facebook della polizia israeliana, chiedendo l'arresto dell'uomo. Il soldato, che al momento della foto non era in servizio, è stato interrogato ieri e posto agli arresti domiciliari per tre giorni, in attesa che venga deciso se incriminarlo. Il militare, indicato solo come il 20enne "A" della città portuale di Ashdod, si è difeso dicendo che stava soltanto giocando col gatto e ha dichiarato allo stesso quotidiano: «La gente ha completamente esagerato il fatto ho dato da mangiare al gatto e, per la foto, l'ho leggermente sollevato dal suolo. Non l'ha disturbato minimamente». |
IL GIORNALE
12 AGOSTO 2012
Se la legge punisce il cane e mai il padrone
OSCAR GRAZIOLI
Gran Bretagna e Italia, due nazioni cosi diverse e, per certi versi, così simili in queste due storie vere. La nostra apparentemente più cruenta, dura, di quelle che ti fan venire voglia di giustizia sommaria, più commovente, più soft, quella inglese, ma forse ancora più terribile nel giudizio finale.Lesley Banks aveva 53 anni e viveva sola con il suo Brannigan, un Rottweiler di 10 anni nelle Midland inglesi. Pochi giorni fa Lesley, in modo accidentale, viene morsicata alla mano dal suo cane. Spaventata per le eventuali conseguenze che le autorità sanitarie potrebbero prendere nei confronti di Brannigan, decide di curarsi da sola. Dopo poche ore la febbre, la sudorazione, l'astenia, e il vomito. Lesley resiste ancora per ore, fino a quando un amico la convince a chiamare un medico. Il sanitario arriva tropo tardi e trova una donna morta di setticemia. Evento rarissimo, i batteri, introdotti con il morso, hanno invaso a fondo tutto l'organismo. Ma la storia non è tutta qui. Tre anni fa, il pub dove lavorava Lesley va a fuoco di notte. Brannigan salta sul letto della donna e le prende il braccio, tipico segno che qualcosa non va. Lesley sente il fumo e si getta fuori dalla porta assieme al cane che le ha salvato la vita e, per questo, riceve onorificenze sulla stampa locale. I pochi amici di Lesley partecipano al funerale con un pessimo presentimento. Conoscono la severità della autorità sanitarie inglesi. Provano a fare dichiarazioni alla stampa: «Brannigan era un piccolo grande gigante che non ha mai fatto male a nessuno e ha salvato Lesley che non è andata dal dottore per sdebitarsi con lui».E ora ci trasferiamo dalle verdi e fresche Midlands all'assolata e afosa Firenze dove un cane, lasciato solo dentro un recinzione, senza acqua né cibo, è stato trovato morto, strangolato dalla sua stessa catena. Le guardie zoofile dell'Enpa si sono mosse dopo una telefonata, recandosi in zona San Donnino dove hanno trovato il cane morto in una posizione grottesca. Salito sulla tettoia del suo riparo, ha tentato di scavalcare la rete, ma la catena lo ha inchiodato, costringendolo a due giorni di agonia. Le guardie stanno cercando il proprietario che probabilmente è in ferie. Sulla carta rischia mesi di galera e sanzioni pecuniare salate. In realtà se la caverà con qualche centinaia d'euro e forse una ramanzina del giudice. In Gran Bretagna avrebbe provato sul serio le carceri inglesi, poi avrebbe lavorato presso un canile per un paio d'anni e gli sarebbe stato inibito il possesso di animali a vita.E Brannigan? Come, con dolcezza, dicono gli inglesi, ieri lo «hanno messo a dormire». Noi facciamo troppi sconti, la legge inglese no. Neanche agli eroi.
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YAHOO NOTIZIE
12 AGOSTO 2012
Israele: maltratta gatto, soldato ad arresti domiciliari
Tel Aviv - Un soldato israeliano e' stato posto agli arresti domiciliari e rischia una incriminazione per crudelta' contro gli animali dopo che una sua foto mentre solleva un gatto per la coda ha fatto il giro del web. A quanto scrive il quotidiano Yediot Aharonot, il soldato ha inserito venerdi' la foto su Facebook.
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IL TIRRENO
12 AGOSTO 2012
Nessun commerciante può vietare l’ingresso ai cani
PRATO - «Non posso fare a meno d'intervenire dopo aver letto l'articolo sull' ingresso dei nostri amici animali negli esercizi pubblici» scrive Patrizia Ovattoni, segretaria comunale della Lega Nord . «L' Anci - prosegue - ha ribadito che vietare l'ingresso ai cani, purchè al guinzaglio, sia illegale. Ma ci troviamo spesso davanti a situazioni di cattiva informazione che alla fine mettono in difficoltà padroni e cani. Dovremmo conoscere tutti le regole e le leggi per una corretta convivenza con l'animale e le persone, per favorire il rispetto e la tolleranza. È fondamentale far capire quanto è importante la loro presenza al nostro fianco. In Toscana esiste una legge regionale, che è all'avanguardia sulla tutela degli animali; mi soffermerei sull'articolo 21: "ai cani accompagnati dal proprietario o da altro detentore hanno accesso a tutti gli esercizi pubblici e commerciali nonché ai locali ed uffici aperti al pubblico presenti sul territorio regionale". Quindi, a meno che non vi sia un'ordinanza specifica del sindaco, praticamente tutti i cartelli che vietano l'ingresso ai cani sono fuorilegge. Dobbiamo evolvere la nostra mentalità di pari passo con l'importanza del ruolo ormai ricoperto nella nostra società dagli animali di affezione. Come in Svizzera dove si è istituito un servizio di ambulanza per gli animali incidentati, anche gli animali hanno diritto di essere soccorsi; il conducente che non si ferma o presta soccorso all'animale incidentato rischia una sanzione da 389 a 1559 euro». «Quindi - conclude Ovattoni - nessun commerciante può vietare l'ingresso ai cani. Se un cittadino si trovasse nella condizione di essere invitato ad uscire da un locale può segnalarlo alla polizia municipale, che si preoccuperà di far rispettare la legge».
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GIORNAL.IT
12 AGOSTO 2012
Aspettando Ferragosto - Il mare si affolla di bipedi e quadrupedi
Libero cane in libera spiaggia ?
In questi giorni del ponte lungo di ferragosto si concentra la maggior parte dei vacanzieri sulle spiagge italiane. E in spiaggia ci saranno anche i bagnanti con fido al seguito che quest'anno sono in diminuzione rispetto agli scorsi anni, o meglio è in diminuzione la loro presenza media giornaliera. |
LA ZAMPA.IT
12 AGOSTO 2012
Una ricercatrice americana svela le abitudini del gatto fuori casa
Sessanta telecamere sono state montate sui gatti di un paese e filmati per un'intera settimana
Georgia - Nessun proprietario può negare che i gatti siano creature con immensa personalità. Alcuni trascorrono tutto il giorno inseguendo gli scoiattoli, alcuni passano le ore a sonnecchiare al sole, ad alcuni piace farsi coccolare, ad altri vivere in solitaria.Eppure i gatti, hanno una vita di cui i proprietari non sanno nulla: cosa fanno quando vagano all'aperto?
Questa è la domanda che si è posta Kerrie Ann Loyd, una ricercatrice dell'Università della Georgia, che si è prefissa di scoprire come i gatti influenzano la fauna selvatica. La ricerca è stata condotta ad Atene, un piccolo sobborgo della Georgia (Stati Uniti), in cui sono state installate delle videocamere di piccole dimensioni, denominate "Kittycamme", al collo dei gatti del paese.Le telecamere hanno filmato la giornata tipo di 60 gatti per un'intera settimana. Il risultato più sorprendente è stato scoprire che la maggior parte dei gatti non erano cacciatori, e che solo il 44% di loro, nelle ore in cui non era a casa, ha infastidito, inseguito o ucciso altri animali. Tra le prede dei gatti cacciatori si sono mostrati molto gettonati i piccoli rettili e inaspettatamente poco gli uccelli.Grazie allo studio della dott.ssa Loyd è stato appurato, che avendo perso le doti da cacciatore, è meglio che i gatti stiano in casa, perchè al di fuori rischiano di essere colpiti da automobili, contrarre malattie o essere attaccati da altri animali. Altri punti a rischio che le Kittycamme hanno svelato sono stati, l'abitudine dei gatti di scendere nei tombini, leccare acqua di fogna e mangiare insetti e lombrichi. Quattro tra i 60 gatti, hanno invece tradito i loro proprietari, andando a farsi coccolare e sfamare a case di altre persone. I risultati sono stati molto interessanti, ma lo studio non è ancora stato pubblicato. Ci vorrà del tempo per scoprire le vere abitudini dei gatti. |
ALTO ADIGE
12 AGOSTO 2012
LA VIVISEZIONE È UNA VIOLENZA CONTRO NATURA
di Verena Pugliese
Stop a tutti i maltrattamenti. Su tutti gli esseri viventi! Viviamo in una società dove purtroppo prevalgono i soldi, la crudeltà, basta accendere il Tg e i fatti di cronaca parlano chiaro. Ma io credo che ognuno di noi abbia ancora un cuore e che questo va ascoltato. Ognuno ha un diritto importante ed è quello alla vita. Come è possibile che agli animali questo diritto venga negato nel modo peggiore: la vivisezione , maltrattamenti, uccisioni, ecc. Cosa hanno fatto per meritare tutto questo, tutto questo odio? Viene negato il diritto più importante, che ogni essere vivente dovrebbe avere, uguale se a due o quattro zampe. Il diritto alla vita. Vorrei fare notare che loro darebbero la loro vita per noi esseri umani e loro come vengono ricambiati, venendo uccisi nel modo peggiore che esista. Subendo il lato più brutto dell’uomo. Perché? Loro sono indispensabili per le persone, di esempi concreti ci sono molti. Pensate alla Pet-therapie, ai cani della unità cinofila che grazie al loro fiuto salvano migliaia di vite. Il loro pregio più grande è che sanno perdonare. Nonostante subiscono, riescono ancora a dare affetto. Perché se la si prende sempre con esseri innocenti, indifesi? Cosa hanno fatto per meritare tutto questo? Aprite il vostro cuore e dimostrate che i sentimenti e che il cuore possono ancora vincere. Dimostrate che per una volta nella vita la morale, l’etica prevale sul male. Dimostrate che viviamo in una società dove vince il bene. A cosa serve la legge se non alla difesa del più debole? Forse vi potranno sembrare frasi noiose ma arriva un punto dove tutti noi dobbiamo fare i conti con quello che abbiamo fatto in vita, dove dobbiamo fare i conti con la nostra coscienza, non importa se ricchi o poveri. Sappiamo tutti che i metodi alternativi esistono, allora facciamo in modo che vengano usati questi, al posto di spezzare vite. Forse vivo su un pianeta a parte, perché mi è stato insegnato che la bontà, la morale il bene, i principi valgono più di tutto, di qualsiasi cosa. Spero ancora che le cose possano cambiare, migliorare. La ricchezza più grande non è avere a fine mese tanti soldi, ma è quello di aprire il proprio cuore e ascoltarlo. Aiutare chi è meno fortunato di noi. La vita è costruzione e non distruzione.
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EXPRESS NEWS
13 AGOSTO 2012
Senza acqua e senza cibo: un cane morto e uno in fin di vita in provincia di Terni
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Due cagnolini meticci sono stati trovati dal personale dell’asl e dalla polizia municipale in provincia di Terni all’interno di uno stabile privato. Purtroppo uno è deceduto e l’altro è in fin di vita, prima dell’autopsia si ipotizza che i cani erano in condizioni disastrose e non venivano per nulla mantenuti in un ambiente consono dai loro padroni, senza cibo e senza acqua. C’è anche un altro cane, il terzo, che pare sia fuggito durante la verifica degli operatori. Dopo le verifiche del caso potrebbero poi scattare le sanzioni sia penali che amministrative nei confronti di chi doveva badare agli animali. Dal comando municipale fanno sapere che i padroni non erano in vacanza e uno di loro è stato subito rintracciato. I cani erano in una piccola struttura non coperta del tutto e composta da un pavimento grigliato. Purtroppo l’area è molto isolata e non è facile arrivarci e per questo motivo nessuno si era accorto dell’agonia dei poveri cani.
http://www.express-news.it/news/senza-acqua-e-senza-cibo-un-cane-morto-e-uno-in-fin-di-vita-in-provincia-di-terni/
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MESSAGGERO VENETO
13 AGOSTO 2012
Cinque gatti sepolti vivi e nessuno se n’è accorto
Chiara Benotti
ROVEREDO (UD) «Cinque gatti sepolti vivi nei tubi interrati del cantiere della nuova scuola d’infanzia, in via don Cojazzi». E’ quasi una strage: lo hanno denunciato gli animalisti a Roveredo in Piano. La nuova responsabile della colonia di felini randagi, Daniela Russo, nei giorni scorsi ha contato cinque mici in meno nel gruppo che sfama vicino al cantiere aperto di fronte al polo scolastico cittadino. Il dubbio che i felini fossero rimasti bloccati e soffocati dai lavori in corso, l’ha verificato con gli operai e muratori prima delle ferie di metà agosto. «Morti cinque gatti e, con molta probabilità, sono rimasti prigionieri nei tubi interrati – si è rivolta agli addetti del cantiere dove i gatti abitualmente trascorrevano la notte o facevano il riposino tra gli inerti –. Mi hanno confermato che si avvertiva un odore nauseabondo provenire dall’area, che è circondata da transenne». Ad alimentare questo sospetto c’erano stati dei disperati miagolii che qualcuno aveva sentito, senza farci troppo caso, dalla strada. Da qui una serie di verifiche della colonia: su 30 gatti censiti, ne mancano cinque. Gatti sepolti e morti, per disattenzione forse. Una svista fatale? «I tubi passano sotto la costruzione per l’aerazione dell’edificio – indicano gli operai – e sono interrati un metro in terra. Impossibile salvare i gatti, a questo punto e sempre ammesso che siano rimasti incastrati dentro». I tecnici non hanno visto o sentito lamenti di animali bloccati, ma l’odore della putrefazione è stato un segnale sospetto. «Per scrupolo chiediamo verifiche – hanno detto alcuni animalisti di Roveredo in Piano –. Nel punto felino, la colonia era di 30 gatti: che fine hanno fatto gli altri? Non si possono commettere simili errori intubando animali. E poi, possibile che nessuno abbia sentito miagolare?». Nel prato in mezzo al cantiere restano le ciotole dei 25 felini superstiti: tra la polvere e materiali edili ammassati. «Le spoglie dei gatti non si trovano – ha confermato la responsabile della colonia –. L’intenzione è quella di trovare un’altra sistemazione». Questione di qualche settimana, forse. Peccato che l’impresa edile sia entrata in azione con i tubi da interrare prima che i gatti potessero scappare. Gli animalisti sono scioccati e la mobilitazione per una colonia di randagi è partita con il passaparola. Ma non risulta ci siano altri animali imprigionati. «Ci sono 25 felini che vivono nel cantiere e non sono al sicuro, dopo quello che è successo – è il problema per Russo –. Una gattina è incinta e bisogna procedere con la campagna di sterilizzazione. Va trovato un luogo senza rischi».
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MARSICA LIVE
13 AGOSTO 2012
Cani avvelenati a Cappadocia, i proprietari denunciano la carenza di controlli nella zona
Cappadocia (AQ). Mangiano bocconi avvelenati e muoiono. Cinque cani, pastori abruzzesi puri, sono stati uccisi da alcune polpette avvelenate mentre erano a guardia di un gregge di 500 pecore che pascolava sui monti di Cappadocia. A denunciare il fatto sono stati i titolari dell’azienda “Di Luzio” di Magliano dei Marsi che ieri mattina hanno avuto l’amara sorpresa. I cani, tutti pastori abruzzesi certificati, sono caduti nella trappola di chi aveva preparato i bocconi avvelenati e dopo averli mangiati sono morti. “Non c’è controllo e chi compie questi gesti non viene mai stanato”, hanno spiegato dall’azienda Di Luzio, “ora abbiamo 500 capi senza una protezione se vengono attaccati dai lupi chi ci risarcirà?”.
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GEA PRESS
13 AGOSTO 2012
Roma – in casa del cacciatore bracconiere, specie protette
Intervento delle Guardie Zoofile dell'ENPA e della Polizia provinciale.
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Si è giustificato dichiarando che li aveva entrambi trovati, forse feriti. Uno storno ed addirittura una femmina di falco di palude detenuta in una gabbia per pappagallini. Eppure l’illegittimo detentore avrebbe dovuto conoscere che la legge vieta tali comportamenti. Il denunciato, infatti, è un cacciatore e la norma che vieta già la stessa detenzione di fauna selvatica, è contenuta nella legge quadro che disciplina l’attività venatoria, vecchia di venti anni. Ad intervenire le Guardie Zoofile dell’ENPA di Roma e la Polizia Provinciale dell’Ufficio Centrale Operativo di Roma.All’ENPA era pervenuta una dettagliata segnalazione. Il gabbione con il falco era addirittura visibile dalla strada. Siamo a Roma, zona portuense. La prigionia del falco aveva a quanto pare procurato delle ferite alle ali. Il povero animale, protetto dalla legge, continuava però ad essere detenuto. Altresì protetto dalla legge è anche lo storno. Il cacciatore è stato denunciato per detenzione illegale di fauna selvatica e maltrattamento di animali.Nel primo caso, un reato di semplice contravvenzione. Purtroppo la legge sulla caccia impedisce l’applicazione ai cacciatori trovati in atto di bracconaggio, dei reati di furto, furto aggravato e ricettazione. Con l’inaugurarsi della prossima stagione venatoria, inoltre, al cacciatore non sarà impedito imbracciare il fucile ed andare a caccia, tranne superiore disposizione dell’autorità di PoliziaDopo l’intervento di ENPA e Polizia Provinciale, il nominativo del cacciatore è stato comunicato alla Questura per gli eventuali provvedimenti sul porto d’armi. Entrambi gli animali sono stati consegnati al centro recupero di Roma. Si spera in una loro riabilitazione e liberazione.
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LA REPUBBLICA
13 AGOSTO 2012
IL CASO
Cattura e mette in gabbia un falco Denunciato un cacciatore
L'uomo, 62 anni, teneva l'animale di una specie protetta improgionato e in cattive condizioni. L'uccello è stato affidato alle cure del centro recupero fauna selvatica di Roma
Aveva catturato e rinchiuso in gabbia un bellissimo esemplare femmina di falco di palude. Un cacciatore romano di 62 anni è stato denunciato all'Autorità giudiziaria dalle Guardie zoofile dell'Enpa della Capitale e dagli agenti della Polizia provinciale dell'Ufficio centrale operativo di Roma.
"Grazie ad una segnalazione di un cittadino gli agenti dell'Enpa e della Polizia provinciale, hanno accertato in zona Portuense che l'uomo deteneva il rapace in una gabbia di modeste dimensioni, in un'altra aveva rinchiuso anche uno storno, animali appartenenti a specie protette e la cui cattura e detenzione è severamente vietata", si legge in una nota dell'Enpa. Il falco "presentava alcune ferite sulle ali dovute probabilmente alla rete metallica della gabbia nella quale era costretto", spiega l'Enpa. Gli uccelli "sono stati entrambi sequestrati e affidati alle cure del centro recupero fauna selvatica di Roma, nella speranza che possano tornare presto a solcare il cielo romano". Per il cacciatore "è scattata la denuncia per detenzione illegale di fauna selvatica protetta e maltrattamento di animali- conclude l'Enpa- oltre alla segnalazione alla Questura per le valutazioni di eventuali provvedimenti in quanto titolare di porto d'armi per la caccia". |
GEA PRESS
13 AGOSTO 2012
India – gli infortuni sotto il treno: dalle tartarughe agli elefanti
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La ferrovia incriminata è quella che passa nei pressi di Dudhwa, nello Stato indiano dello Uttar Pradesh. La casistica, però, potrebbe essere ben più ampia e sottovalutata. Questo perché, secondo il Wildlife Trust India, mancano studi specifici.Per proteggere gli animali che rimangono investiti si stanno ora cercando le soluzioni, ma gli animali appartengono a specie molto diverse tra loro. Tartarughe acquatiche (ben 128 in un solo sopralluogo di cui 30 rinvenute morte) ma anche tigri ed addirittura elefanti. A denunciare il tutto è il Wildlife Trust of India che lamenta la mancanza di studi che possono aiutare a trovare opportune tecniche di mitigazione. Se per le tartarughe è difficile pensare che il treno possa accorgersi di esse, la stessa cosa non può dirsi per gli elefanti.La linea ferrata si trova spesso in aree forestali dove non sempre è possibile accorgersi di un elefante che all’ultimo minuto sbuca tra gli alberi. Le tartarughe, invece, rimangono spesso bloccate da quello che per loro è un ostacolo insormontabile, ovvero la stessa massicciata ferroviaria. Problema ancora più acuito dalla vicinanza di un corso d’acqua. Le tartarughe palustri, infatti, si ritrovano a compiere veri e propri tragitti obbligati per raggiungere, dal fiume, i luoghi della riproduzione. Fatto, questo, che incide ancor di più sul depauperamento della popolazione selvatica. Probabilmente per questi animali basterebbero dei piccoli sottopassaggi disposti nei punti cruciali degli spostamenti riproduttivi. Per gli elefanti, però, la questione è più complessa.
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ECOO
13 AGOSTO 2012
Fuga di animali, tre canguri scappano aiutati da una volpe e da un cinghiale
Molto curiosa è la vicenda che ha come protagonisti a Francoforte tre canguri, che abitavano nel parco Hochwildschutzpark Hunsrueck, a ovest della città. I tre animali si sono cimentati in una fuga a dir poco singolare, che è stata messa in atto grazie all’aiuto fornito da altri animali che a tutti gli effetti possiamo definire loro complici. Una volpe e un cinghiale hanno infatti contribuito a rendere veramente facile la fuga dei tre canguri dalla gabbia in cui erano rinchiusi. Andiamo nei dettagli e scopriamo tutti i particolari di questa simpatica fuga.A raccontare la vicenda è stato Michael Hoffmann, vicedirettore del centro. Il primo canguro è riuscito a fuggire grazie ad un buco che una volpe aveva scavato vicino la sua gabbia.Gli altri due canguri sono riusciti a scappare dal parco grazie ad un altro passaggio, che era stato scavato da un cinghiale. La fuga comunque non per tutti e tre gli animali è andata per il verso giusto, visto che due dei canguri sono stati ripresi.Un altro invece è riuscito a conquistare la libertà, anche se i responsabili del parco lo stanno ancora cercando. Non è il primo caso di questo genere.Le fughe di animali colpiscono proprio per i risvolti a volte piuttosto accattivanti che hanno. In Francia orientale, nel dipartimento della Charente, un esemplare di wallaby, una specie di taglia più piccola di canguro australiano, è riuscito a farsi beffe dei pompieri che lo cercavano, dopo essere riuscito a fuggire da un allevamento privato.I pompieri sono intervenuti, perché si temeva che l’animale potesse causare degli incidenti. Niente di tutto questo invece è successo, perché, come hanno riferito alcuni testimoni, dapprima il canguro si è aggirato nei dintorni di una strada statale e poi si è limitato ad allontanarsi attraversando un campo di girasoli. Che bell’immagine! Ci fa pensare davvero alla libertà riconquistata.Uno dei pompieri coinvolti nella “caccia al canguro” ha perfino ironizzato sulla vicenda, affermando: “Ovviamente si muove molto“. E chi può dire il contrario?Se poi ripensiamo all’episodio che è accaduto a Dubai qualche tempo fa, ci viene veramente da sorridere. Pensate un po’: un dromedario è stato visto sperduto lungo una superstrada. L’animale, dopo essere fuggito da una vicina spiaggia, procedeva dritto nella corsia corretta.
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IL TEMPO
15 AGOSTO 2012
La storia Scappati in tre, due sono stati catturati. La rete divelta dagli animali selvatici
Il canguro Skippy salta verso la libertà
Fugge dal parco inGermania con l'aiuto di una volpe e un cinghiale
Oltre la rete verso la libertà.
Salti di gioia per il canguro Skippy fuggito dal Hunsrueck Hochwildschutzpark un parco naturale a ovest di Francoforte. Un'evasione in piena regola. Tre «fratelli», Skippy, Jack e Mick, esiliati dall'Australia tra le brume tedesche, lunedì notte hanno scelto la libertà. Il sogno di Jack e Mick è però durato poco. La caccia serrata ai tre fuggitivi ha avuto successo e due canguri sono tornati dietro le sbarre. Ma la storia è molto più complessa. Gli addetti al parco hanno scoperto che i tre non sono scappati da soli. Avevano dei complici all'esterno. Infatti quando i guardiani si sono messi sulle tracce dei tre esemplari di marsupiali hanno scoperto che uno dei canguri era fuggito grazie a una buca scavata da una volpe che si è aggirata intorno al recinto per giorni. Poco più in là, lungo il perimetro, ecco l'altra via di fuga. La rete divelta dalla forza bestiale di un cinghiale che si è lanciato contro la recinzione abbattendola. Un piccola salto e i canguri sono scomparsi nel bosco che circonda l'Hunsrueck Hochwildschutzpark. Ci piace immaginare seguendo i loro «complici» autoctoni. La versione è stata confermata da Michael Hoffmann, vicedirettore del parco. «Un primo marsupiale maschio ha sfruttato un buco scavato da una volpe vicino alla sua gabbia. Gli altri due sono riusciti a uscire dal parco selvatico grazie a un secondo passaggio, appunto aperto da un cinghiale», ha spiegato Hoffmann. Ma per loro la fuga è stata meno fortunata. «Due siamo riusciti a riprenderli», ha spiegato infatti Michael Hoffmann che poi ha aggiunto: «Adesso stiamo cercando il terzo». Skippy probabilmente starà saltellando dietro la volpe che gli fa da guida e che lo ha aiutato a fuggire dalla «prigione». Furba ed esperta, la volpe, forse è lai ad avere idetao il piano di fuga, proteggerà la libertà del suo nuovo compagno di giochi. Skippy, poi, ha un carattere «molto socievole ed è molto bello», secondo la descrizione del vicedirettore del parco dove era «ristretto» fino a lunedì notte. «Non è assolutamente pericoloso», sottolinea Hoffmann facendo appello alla popolazione per segnalare qualsiasi movimento o traccia sospetta. In questo periodo il parco, è visitato da numerosi turisti. È tra i luoghi più gettonati nella regione di Francoforte. Circondato da una vasta area verde e boschivi popolata di animali selvatici che spesso si aggirano intorno al recinto attirati dalla presenza della fauna «importata». Ci sono, infatti, tigri, leoni e altri animali esotici, oltre naturalamnte ai canguri. Le fughe di animali colpiscono proprio per i risvolti a volte piuttosto accattivanti che hanno. In Francia orientale, nel dipartimento della Charente, un esemplare di wallaby, una specie di taglia più piccola di canguro australiano, è riuscito a farsi beffe dei pompieri che lo cercavano, dopo essere riuscito a fuggire da un allevamento privato. L'allevamento di wallabies sta trovando popolarità in Francia, grazie alla semplicità delle cure richieste dagli animali e dallo spazio non eccessivo che richiedono. Dopo la segnalazione della fuga, sul posto sono subito intervenuti i pompieri, temendo che l'animale provocasse degli incidenti, ma nonostante due tentativi non sono riusciti a catturarlo. «Ovviamente si muove molto», ha ironizzato uno degli uomini impegnati nella «caccia». Secondo alcuni testimoni, il canguro si sarebbe poi allontanato, infilandosi «saltellante» in un campo di girasoli.
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RAGUSA NEWS
13 AGOSTO 2012
Io, senza il mio cane in spiaggia, lascio Donnalucata
Scicli (RG) - Costretta a sospendere le vacanze e a tornarsene a Milano perché il suo cane non può scendere in spiaggia a Donnalucata.
E’ la vicenda di una signora che da venti anni trascorre le proprie vacanze nella borgata sciclitana, insieme al marito e al figlio. “Siamo venuti qui una ventina di anni fa perché mio figlio aveva necessità di fare una terapia a base di iodio –racconta la donna-. Siamo tornati a Donnalucata ogni anno, o quasi, in ragione della disponibilità economica, anche perché le vacanze in Sicilia non sono propriamente economiche. Da sempre ho portato il mio pincher in spiaggia. Il cagnolino è sempre rimasto sotto l’ombrellone e non ha mai dato fastidio a nessuno. Purtroppo, il cane è vecchio, ha dodici anni e soffre di una grave cardiopatia. Il veterinario mi ha detto di non lasciarlo solo a casa, perché soffre della classica sindrome dell’abbandono. Quest’anno, per la prima volta, i vigili urbani sono scesi in spiaggia, per multare un signore che aveva portato nel lido un cane di grossa taglia e hanno multato anche me. Cinquanta euro di multa. Sono andata a parlare col nuovo sindaco, che mi ha accolta nel corridoio, e mi ha detto che portare i cani in spiaggia è vietato. L’amministrazione sta pensando di istituire una spiaggia dog free ma nel frattempo vige un’ordinanza, che pare sia del 2010, del precedente sindaco, in cui è fatto divieto di portare i cani, di qualsiasi taglia e misura, in spiaggia. Siccome non voglio e non posso lasciare il cane a casa, perché ho paura che mi muoia di crepacuore, sono stato costretta ad anticipare la partenza di dodici giorni. Ho pagato la penale del biglietto aereo, per fortuna non elevata, dato che prima di ferragosto nessuno parte per andare a Milano, e ho interrotto la stagione di villeggiatura. Non tornerò mai più in Sicilia, per quanto mio marito sia originario della provincia di Caltanissetta. L’anno prossimo andremo in Sardegna”. La signora è recata in spiaggia, ed è stata letteralmente attaccata da alcuni bagnanti, i quali ritenevano che il cane doveva essere tenuto lontano dalla spiaggia, forti dell'ordinanza firmata dal Sindaco di Scicli. Così dopo pochi minuti si è presentata una pattuglia della polizia municipale, che ha fatto un verbale.La donna è si spostata con ombrellone e famiglia in un posto più isolato, lontano ai bagnanti, ma neanche questo è bastato ad evitare di essere braccata.Alla fine, ha risolto, con un biglietto di andata Catania-Milano, per lei, il marito, il figlio e il pincherino.
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TIO.CH
13 AGOSTO 2012
TICINO (Svizzera)
Esperimenti sugli animali, sospetti sulla commissione in Ticino
BELLINZONA - Prossimamente il CdS dovrà rinnovare la commissione di sorveglianza in materia di esperimenti sugli animali. La composizione della commissione di specialisti è regolata dall’articolo 149 dell’Ordinanza Federale sulla Protezione degli Animali. Il deputato verde Sergio Savoia, in una interrogazione, specifica che secondo il cpv 1 dell’articolo 149 dell’Ordinanza Federale sulla Protezione degli Animali i membri delle commissioni cantonali per gli esperimenti sugli animali non possono essere collaboratori delle autorità cantonali, se non per assumere funzioni di segretariato. Nella commissione ticinese si contano ben tre dipendenti del DSS su cinque membri (gli altri due sono il rappresentante dell’industria farmaceutica e il rappresentante degli animali). Savoia chiede dunque il motivo di tale composizione della commissione ticinese che non rispetta i dettami dell’ordinanza federale.Ma Savoia va oltre: “da informazioni in nostro possesso risulta che la rappresentante delle società di protezione degli animali non abbia frequentato i corsi d’aggiornamento menzionati al cpv 3 dell’ordinanza”. Nell’interrogazione chiede se corrisponde al vero che la rappresentante dei diritti degli animali non ha frequentato tali corsi e cosa si sa degli altri componenti.Savoia chiede inoltre “cosa pensa il governo del fatto che la signora che dovrebbe rappresentare gli animali e le società di protezione, risulti essere pressoché sconosciuta alla maggioranza di queste e che, nonostante il tentativo della Lega Svizzera contro la Vivisezione, la signora non abbia voluto prendere contatto con essa, che è pur sempre la prima e principale controparte in ambito di sperimentazione animale. Infine Savoia spiega che la Lega Svizzera contro la Vivisezione e alcune società ticinesi di protezione degli animali – in particolare la SPAB – avrebbero proposto di sostituire l’attuale ‘rappresentante degli animali’ con una persona con maggiori competenze e, cosa più importante, esperta di metodi alternativi alla vivisezione, oltre a esser gradita alle suddette associazioni di difesa dei diritti degli animali. Anche in questo caso il parlamentare chiede una risposta al CdS, come pure il motivo del ritardo del rinnovo della commissione.
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GRAPHO MANIA
13 AGOSTO 2012
Animalismo, specismo, antispecismo e diritti degli animali. Intervista a Leonardo Caffo
Su GraphoMania parliamo spesso di animali: ci stanno particolarmente a cuore e non è un mistero. Ma non vogliamo che sia un discorso sdolcinato: secondo noi è importante guardare agli animali come esseri viventi, al pari nostro, con i loro diritti. Il fatto che noi siamo animali appartenenti alla specie umana non ci autorizza certo a trattare male gli animali non umani.È un discorso ampio che va approfondito con chi ne sa più di noi. È per questo che abbiamo fatto una lunga chiacchierata con il dottor Leonardo Caffo, laureato in Filosofia della Mente e del Linguaggio presso l’Università degli studi di Milano (con Elisa Paganini) con una specializzazione in Filosofia delle Scienze Cognitive presso la stessa Università (con Corrado Sinigaglia e Clotilde Calabi) e attualmente Dottorando di Ricerca (PhD Student) in Filosofia Analitica presso l’Università degli studi di Torino (Supervisione di Maurizio Ferraris).
Partiamo da una spiegazione dei termini: animalismo, specismo, antispecismo e diritti degli animali. Puoi illustrarceli brevemente?
Allora: la domanda contiene parte della risposta, direi proprio la parte più importante. Ovvero, i quattro concetti che citi, sono legati: ma diversi. È bene specificarlo, non per pignoleria, ma perché spesso assistiamo a un’intercambiabilità ingenua tra alcuni di questi. Ora, non è che esista un’unica definizione di tali concetti, tutt’altro: ma possiamo lavorare su un accordo comune che, grazie a certa letteratura, può consentirmi di rispondere nel modo più preciso possibile. Animalismo è un termine recente: prima degli anni ’70, strano ma vero, il dizionario riportava la seguente definizione “chi dipinge o raffigura soggetti animali”. Curiosità a parte, l’animalismo oggi è quell’atteggiamento di riguardo nei confronti degli animali non umani ma, genericamente, non possiamo dire di più. In che senso? Nel senso che “riguardo” può voler dire almeno due cose: (1) tendere verso un atteggiamento di protezione degli animali, limitando parte delle azioni violente dell’umano verso il non umano oppure, in maniera radicalmente diversa, (2) discutere della fine del sistema di sfruttamento dell’animalità in modo definitivo abolendo, le pratiche violente intenzionali, ma anche mettendo in discussione ciò che conduce allo sviluppo di queste pratiche: giusto per atteggiarmi a filosofo, potremmo dire che (2) conduce a un’analisi critica delle condizioni di possibilità della violenza. Dunque (1) conduce a una rivendicazione dei diritti degli animali mentre (2), per continuare a collegare i vari termini della questione su cui mi hai stimolato, porta all’insediarsi, progressivo, dell’antispecismo. Mentre l’antispecismo, in modo tautologico, come si capirà dal nome, si oppone allo specismo, nel caso dei diritti degli animali questo non è necessario. Lo specismo, in senso culturale, è l’ideologia giustificazionista che conduce l’umano a produrre giustificazioni per nobilitare la violenza istituzionalizzata verso gli animali non umani e, in senso genealogico, è un atteggiamento pregiudiziale che ha portato la situazione a quelle estreme conseguenze che ora si cercano di giustificare. Lo specismo naturale, invece, come spontanea propensione verso il simile (e ostilità verso il dissimile) non è oggetto, se non in visioni filosoficamente confuse e inconsistenti, di analisi critica o rifiuto da parte dell’antispecismo. È lecito che il leone preferisca stare con il leone, come l’umano con l’umano: l’illecito è il sistema violento e immorale su cui oggi, ed è sotto gli occhi di tutti, prosegue la vita della specie Homo Sapiens. La rivendicazione dei diritti degli animali, per concludere, si caratterizza come azione interna al sistema in cui, si spera, gli animali possano essere protetti attraverso una diminuzione progressiva delle violenze e degli eccessi oltre che per mezzo di una normalizzazione del loro statuto entro le nostre società. Come si tutelano i nostri diritti, anche i loro dovrebbero avere lo stesso trattamento. L’antispecismo, sia esso concepito come questione morale e filosofica, che come questione politica e pratica (le cose vanno, solitamente, di pari passo), è invece un rifiuto deciso del sistema stesso che, non può essere semplicemente sistemato eliminando la violenza verso gli animali perché, sarà chiaro, se non si toccano e ridiscutono le premesse stesse che hanno permesso questa violenza le cose, per animali umani e non umani, non cambieranno mai radicalmente.
Ci potresti dare qualche coordinata storico/filosofica più approfondita sull’antispecismo?
Il termine specismo è stato coniato nel 1970 da Richard Ryder [in foto], ma il primo tassello architettonicamente consistente, nel panorama della filosofia antispecista, si deve a Peter Singer: era il 1975, con la pubblicazione di Animal Liberation – ormai un classico sul tema. Con Singer comincia l’antispecismo di derivazione utilitarista: quando agiamo, dice Singer, dobbiamo tenere in considerazione tutti gli individui interessati dal raggio delle nostre azioni. Se agire significa guadagnare più di quanto gli altri perdono, allora non siamo moralmente autorizzati ad agire. Per individui, chiaramente, Singer intende animali umani e non umani e, se tanto ci dà tanto, non possiamo più mangiare gli animali non umani: il nostro piacere, infatti, non è lontanamente paragonabile alle sofferenze a cui li sottoponiamo. Negli anni ’80, giusto per citare un altro classico filosofo, Tom Regan lavora a un antispecismo di matrice giuspositivista: se diamo certi diritti agli umani, infatti, non c’è nessun buon motivo per non attribuirli anche agli animali non umani. Ma è anche un antispecismo giusnaturalista: nel senso che ogni animale, in quanto “soggetto di una vita”, è portatore di alcuni diritti intrinseci che rendono ingiustificabile lo specismo. Molti altri filosofi hanno lavorato affinando, modificando e rielaborando, le premesse generali dell’argomentazione antispecista. Tra questi, per citare i più noti, ci sono senz’altro Tzachi Zamir, Carol Adams, Paola Cavalieri, Donald Van De Veer ma anche Ralph Acampora e Matthew Calarco. C’è poi un’altra data simbolica, quella della pubblicazione di Animal Rights/Human Rights: Entanglements of Oppression and Liberation di David Nibert che, nell’ormai lontano 2001, argomenta in modo più consistente in favore di una visione politica dell’antispecismo che leghi, a doppio filo, la questione dei diritti animali con quella dei diritti umani. Stupidamente, va detto con decisione, alcuni dividono l’antispecismo legato alla filosofia analitica (Singer, Regan, ecc.) da quello legato alla filosofia continentale (Calarco, Acampora, ecc.): a mio parere, invece, proprio entro l’antispecismo è chiaro come ormai, in filosofia, questa distinzione sia caduta lasciando spazio, come accettato da molti, a una filosofia globalizzata meno ricettiva alle dicotomie da salotti e dei filosofi della domenica.
Cosa vuol dire “liberare” gli animali? È un discorso fisico o va al di là?
Va al di là, ovviamente. Liberare gli animali significa liberare gli umani dall’idea di discriminazione dell’altro da sé: umano e non umano. Molti credono che l’antispecismo miri ad aprire le porte dei macelli: ma in realtà il compito politico e filosofico dell’antispecismo è quello di far sì che i macelli non possano proprio più essere concepiti. La liberazione degli animali è la fine dell’idea che qualcuno possa disporre di qualcun altro: un’utopia? Forse, ma se si è realizzata la distopia in cui viviamo, perché non dovrebbe realizzarsi l’utopia verso cui mira l’antispecismo?
Recentemente è stato pubblicato in italiano un libro che ha avuto un grande successo negli USA. L’autrice è Melanie Joy e il titolo è Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche. Ti giriamo l’affermazione del titolo in domanda: perché, secondo te, amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche?
Conosco il libro: l’autrice argomenta facendo uso della psicologia – discute delle dinamiche di gruppo, delle barriere sociali e anche dei meccanismi di difesa. Non a caso, nella sua edizione italiana, la prefazione è di Annamaria Manzoni che, proprio su meccanismi di difesa e specismo, ha lavorato in modo del tutto innovativo. Si pensi al suo In direzione contraria (Sonda, 2009). La domanda meriterebbe un’intervista a parte, ma banalmente la risposta alle tre questioni è una: perché nasciamo in una determinata cultura. In alcune parti della Cina, infatti, la domanda non avrebbe senso o, almeno, diventerebbe così: Perché mangi cani, mucche e maiali? Ludwig Wittgenstein, in Della Certezza, ci dice qualcosa che fa al caso nostro: “Il bambino impara, perché crede agli adulti. Il dubbio viene dopo la credenza”. L’antispecismo è il dubbio che viene dopo aver imparato che è normale amare un cane e ammazzare un maiale. Per questo potremmo dire che l’antispecismo è proprio quella filosofia che insegna a dubitare di tutto, a decostruire la realtà sociale, cercando di capire cosa resta al di là delle nostre convenzioni. In questo caso resta un’ovvietà: mucca, maiale e cane non abitano diversi piani morali. L’umano, ancora una volta, dispone dell’altro senza nessuna giustificazione. |
IL CENTRO
13 AGOSTO 2012
La caccia apre il 16 settembre protestano animalisti e verdi
PESCARA - La stagione della caccia partirà il 16 settembre e terminerà il 31 gennaio 2013, salvo per qualche particolare specie. Lo stabilisce il calendario venatorio approvato dalla giunta regionale. Tra le novità è l’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia consentita dal 1° agosto fino al 31 gennaio 2013. I cani impiegati nella caccia devono essere iscritti in un apposito elenco predisposto dagli Atc (Ambiti territoriali di caccia), indicando nome del cane, razza, sesso e numero di microchip. «La versione approvata», spiega l’assessore Mauro Febbo, «è frutto di un lungo lavoro di concertazione e mediazione sia degli Atc sia con le associazioni venatorie che, per la prima volta, hanno stilato un documento a firma congiunta. Infatti la Regione ha cercato di accogliere, per quanto possibile, viste le numerose prescrizioni del Tar e dell'Ispra, le richieste delle associazioni venatorie. Pertanto il nuovo calendario è uno strumento condiviso che coniuga le aspettative del mondo venatorio con le legittime esigenze di tutela e salvaguardia della natura». Al calendario è stata allegata una cartografia che riguarda le zone di prelievo venatorio dove sono presenti specie di interesse conservazionistico (Lepre italica e coturnice) e la Zona di protezione esterna del Parco nazionale d’Abruzzo. La Lipu critica Febbo per aver inserito nel calendario venatorio «diversi elementi peggiorativi a danno della fauna. E’ stato infatti quasi integralmente fatto proprio dall’assessore il documento presentato dalle associazioni venatorie che chiedevano l’estensione dei periodi di caccia, l’estensione del periodo di allenamento cani e l’eliminazione di alcune restrizioni su tempi e modi di caccia». Secondo gli animalisti, la Regione «autorizza inoltre a cacciare ben dieci specie di uccelli (ghiandaia, colombaccio, cornacchia grigia, fischione, moriglione, marzaiola, gallinella d’acqua, porciglione e pavoncella) fino a febbraio e sarà ancora consentito il nomadismo venatorio in tutta le Regione, nonostante i dubbi di legittimità espressi dai giudici amministrativi del Tar. Sarà possibile sparare a diverse specie di animali considerate in declino (specie Spec) dalla comunità scientifica». Commenta il capogruppo dei Verdi in Consiglio regionale Walter Caporale: «Fino a quanto la fauna selvatica verrà considerata dalla legge italiana “patrimonio indisponibile dello Stato” e quindi un bene di tutta la collettività, i Verdi si adopereranno per tamponare gli abusi dei cacciatori e della politica filo-venatoria di questa Giunta regionale».
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LA SICILIA
14 AGOSTO 2012
continuano le morti provocate dei randagi
Serradifalco, il cane Willy avvelenato con un pesticida
Serradifalco (CL). I casi di avvelenamento a danno di cani randagi sono ormai all'ordine del giorno. L'ultimo episodio noto è quello che riguarda il cane Willy, la cui fine ha destato tanta commozione, perchè quel cane, nonostante fosse stato amorevolmente curato, quando era in via di guarigione è stato lo stesso avvelenato. Willy, la cui età era di circa 3 anni, era stato trovato qualche settimana fa in condizioni davvero pietose. Era affetto da leishmaniosi e, inoltre, presentava una vasta ferita ad una zampa.
Di lui si erano occupate una giovane animalista serradifalchese, Claudia Iacuzzo, e una veterinaria, la dott. ssa Maria Rita La Tona. Quest'ultima, gratuitamente, aveva curato il cane e, per evitare che potesse leccarsi la ferita alla zampa, gli aveva anche applicato un particolare collare denominato "Elisabetta" con il quale Willy non poteva materialmente leccarsi la ferita, consentendo così all'animale di guarire. Ormai Willy sembrava sulla strada della guarigione. E invece, l'altro ieri è morto. A ritrovare il randagio è stata la stessa dott. ssa Maria Rita La Tona. Il cane era stato avvelenato. Si presume che ad ucciderlo sia stato qualche boccone trattato con un potente pesticida. Quanto è bastato perché Willy facesse una fine atroce. Per il randagio non c'è stato nulla da fare. La dott. ssa Maria Rita La Tona, nel far rilevare come i casi di avvelenamento di cani siano ormai all'ordine del giorno, ha tuttavia sottolineato l'esigenza di dotare anche i cani randagi di microchip a cura del Comune che dovrebbe curarli, qualora ne abbiano il bisogno, per poi sterilizzarli ed eventualmente lasciarli liberi o, in alternativa, consentirne l'adozione. In questo modo, secondo la dott. ssa La Tona, si consentirebbe ai randagi una vita dignitosa, si eviterebbe il loro incontrollato proliferare, si potrebbero diminuirne i costi in canile evitando che facciano la stessa fine del povero Willy. |
IL CENTRO
14 AGOSTO 2012
Cani e gatti uccisi in paese con bocconi avvelenati
VILLAVALLELONGA (AQ) - Cresce l’allarme randagismo nella zona e, accanto a questo, il pericolo avvelenamento animali specie cani e gatti. A Villavallelonga sono stati ritrovati bocconi avvelenati che hanno ucciso animali, anche padronali. Intanto, il sindaco di Pereto Bruno Ranati è sceso in campo contro il randagismo, firmando un’ordinanza con varie prescrizioni. Multe molto salate sono previste per i trasgressori. La presa di posizione del primo cittadino deriva dal fatto che, negli ultimi tempi, sono pervenute segnalazioni e lamentele per il numero crescente di cani che vagano in paese, con conseguente pregiudizio per l’incolumità pubblica. Nell’ordinanza, della quale è stata data la massima divulgazione, è previsto che i proprietari devono adottare tutte le misure adeguate ad evitare che i cani costituiscano un pericolo per le persone. Gli animali, quindi, che si trovano in abitazioni, giardini, edifici rurali non possono essere lasciati liberi.
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GEA PRESS
14 AGOSTO 2012
Savona e i gabbiani presi a fucilate
Una elenco sempre più lungo quello dei gabbiani che qualcuno, a Savona e dintorni, vuole finire a colpi di fucile. L’ultimo caso di registrò nei pressi del liceo scientifico di piazza Brennero, quando un gabbiano centrato da un fucile ad aria compressa, finì nella caldaia della scuola. Ci fu poi il caso di Pietra Ligure, con il Gabbiano agonizzante nel bel mezzo della via e gli altri due volatili soccorsi dall’ENPA a Spotorno e Varazze. Erano anch’essi feriti da un fucile ad aria compressa.Ora la storia si ripete alla foce del Letimbro, ovvero in piena città. Due sibili appena percettibili, dicono dall’ENPA savonese, e due gabbiani cadono al suolo. Immediato l’intervento dei volontari ai quali non è rimasto altro da fare che raccogliere gli animali agonizzanti. L’esame necroscopico rileverà la potenza del fucile ad aria compressa. La gittata, infatti, può arrivare fino a 150 metri.Un nuovo caso che oltre a sottolineare la pericolosità di tali armi (incredibilmente di libera vendita se di energia inferiore a 7,5 Joule) rileva la continuata intolleranza nei confronti di animali che ormai stabilmente abitano nelle nostre città. L’ENPA sottolinea ancora una volta gli interventi incruenti che potrebbero essere messi in campo per contenere le popolazioni di gabbiani cittadini. Dai semplici provvedimenti di natura architettonica, alla sterilizzazione. Le coppie, fedeli per tutta la vita, generano così uova sterili.
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LA NUOVA SARDEGNA
14 AGOSTO 2012
Bottidda, uccisi i maiali ma il giallo resta
di Francescio Bellu
BOTTIDDA (SS) - È un lavoro lento. Prima vengono fatti i prelievi del sangue, poi si abbatte. Una scarica elettrica veloce. È un attimo, gli animali non soffrono. Mano a mano che si procede i maiali vengono issati uno per uno con una gru e deposti sul cassone aperto di un camioncino. L'ultima tappa è la buca profonda più di sei metri ai margini dell'azienda. Pochi istanti prima di ricoprirli con la terra gli viene estratto un organo che verrà poi analizzato in laboratorio. Si andrà avanti così per tutto il giorno sino al tramonto. Alla fine della giornata nella fossa ci sono più di 1600 carcasse. Un'immagine brutale. Nessuno quasi crede che possa essere reale. Primo fra tutti Gianfranco Campagnani che non riesce ancora a darsi pace e a spiegarsi come il suo allevamento di maiali possa aver contratto la peste suina africana. Ha sempre seguito alla lettera le disposizioni del Servizio sanitario della Asl di Sassari, puntuale come un orologio. Uno scrupolo che era garanzia di qualità, di un lavoro fatto bene. Le operazioni vanno avanti dalla mattina presto. Il sito in cui si stanno abbattendo e seppellendo i maiali è off limits ai non addetti ai lavori. C'è il via vai d una decina di veterinari provinciali e regionali, dei loro ausiliari tecnici, ci sono i Nas, i Carabinieri che controllano l'area, i responsabili del Servizio sanitario della Asl sassarese e dell'Istituto Zooprofilattico. Da Perugia è arrivato anche Francesco Feliciani, responsabile del Centro di Referenza Nazionale di Perugia, che si occupa dello studio e della diagnosi delle pesti suine. È venuto apposta per vedere con i propri occhi cosa sta succedendo. Il caso di Bottidda, Il caso infatti, è grave, e lo si era capito da subito: c'è il rischio che salti l'intero comparto suinicolo sardo con un danno economico devastante per l'Isola. Un colpo mortale, per usare le parole espresse pochi giorni fa dalle associazioni regionali di categoria agricole (Coldiretti, Cia, Confagricoltura Sardegna) che avevano chiesto un incontro urgente con i responsabili politici regionali competenti «per stabilire se il settore suinicolo sardo è morto a Bottidda o deve continuare a vivere». Ma non è solo il comparto zootecnico a rischiare, ma anche le tante persone che lavorano nell'azienda “Tecnopig”. Fino a ieri l'allevamento riusciva a coprire quasi due terzi del mercato sardo “sfornando” 300 maiali a settimana. Una produzione importante che era diventata uno sbocco professionale per una decina di persone nel territorio, tra cui alcune donne. Ed è proprio su questo aspetto che si sofferma il sindaco di Bottidda Gavino Garau: «Siamo molto preoccupati per il destino di un'azienda fondamentale non solo per il paese ma per tutta la Sardegna. - sottolinea – Soprattutto sulle ricadute che tutto ciò potrà avere sul personale. Per noi è essenziale che la “Tecnopig” possa continuare a esistere». 30 anni di storia Trent'anni di attività non possono, infatti, finire in questo modo. Nato come centro d'ingrasso grazie alla caparbietà di Salvatore Campagnani, il fondatore dell’azienda recentemente scomparso, si era mano a mano specializzata nell'allevamento suinicolo d'eccellenza utilizzando razze di qualità come la “Large white landrace” per le scrofe e “Pietrain” per i verri. Il testimone era poi passato al figlio Gianfranco aiutato dai figli Salvatore, 22 anni, stesso nome e stessa passione del nonno e Stefano, di 20 che sta ancora studiando. La scopertaI primi sintomi della peste suina africana erano comparsi all'improvviso all'inizio della settimana scorsa, quando 14 scrofe, sulle 600 presenti, erano morte in maniera inspiegabile. L’allevatore, preoccupato, aveva avvertito subito i veterinari della Asl ed erano state avviate tutte le verifiche del caso con il prelievo dei campioni anatomici. Contemporaneamente il Servizio Veterinario aveva informato Ministero, Regione e Centro di Referenza Nazionale e aveva notificato il sequestro cautelativo dell’azienda al sindaco di Bottidda. In seguito il responsabile del Dipartimento di prevenzione della Asl di Sassari, Francesco Sgarangella, aveva convocato un'Unità di crisi nel paese goceanino in cui erano presenti i dirigenti dei tre servizi veterinari, i responsabili dell’Istituto Zooprofilattico e una delegazione del Comune guidata dal sindaco Gavino Garau. Erano state subito avviate tutte le procedure per l’eradicazione del focolaio, monitorare la malattia, proseguire le indagini mediche e definire le zone di vincolo e i controlli sanitari. Ma soprattutto predisporre la misura più dolorosa: l'abbattimento degli oltre 1600 maiali. Unica misura purtroppo necessaria per ridurre al minino il contagio in un'area come il Goceano in cui si è riscontrato in questi mesi tutta una serie di focolai a macchia di leopardo. Se da un lato è possibile che l'inasprirsi della malattia sia dovuto a ripopolamenti irregolari e ad introduzioni fatte eludendo i controlli sanitari nelle zone già interessate dall’epidemia, dall'altro ci sono stati di recente dei casi "anomali" che hanno aperto interrogativi ben più inquietanti sulle modalità di diffusione della malattia in queste terre. Come quello dell'azienda di Frida, un centro sperimentale di Agris specializzato nella selezione e nell’allevamento della pregiatissima razza sarda autoctona. Un attentato che è probabilmente di natura dolosa, visto che la comparsa della malattia è stata associata al ritrovamento di una carcassa infetta di un cinghialetto e di un pezzo di carne con il virus. Come quello della “Tecnopig” di Bottidda. Un mistero Rimane, infatti, tuttora un mistero su come il virus possa essere penetrato in una delle aziende più controllate del nord Sardegna, mettendola praticamente al tappeto. Un fatto inspiegabile che lascia sul campo non solo maiali uccisi ma anche tante domande che devono avere al più presto una risposta. Soprattutto se si ritiene che la suinicoltura in Sardegna debba avere ancora un futuro. Ma a questi interrogativi possono rispondere solo le autorità politiche, non solo regionali.
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LA NUOVA SARDEGNA
14 AGOSTO 2012
«Animali, basta uccisioni per intimidire gli uomini»
Nuoro, il presidente del consiglio Gianni Salis riveste i panni di veterinario e attacca: «È una barbarie, manca una cultura che tuteli i diritti di tutti gli esseri viventi»
NUORO. Cavalli e asini da competizione sgarrettati, come lo scorso primo agosto a Fonni. Cani e gatti uccisi o feriti a colpi di pistola come è successo poche settimane fa a Nuoro. Capre e conigli sgozzati e bruciati vivi, come qualche giorno fa a Orosei. Barbari avvertimenti criminali che chi frequenta il mondo agropastorale ben conosce. E che spesso preludono alle fucilate, contro le persone. Un codice barbaro che, chiaramente, non ha nessuna considerazione delle vittime, uniche a essere sempre totalmente incolpevoli: gli animali. Lo sottolinea il presidente del consiglio comunale Gianni Salis, che mette nell’armadio i panni da politico con annessi Puc, bilancio ecc., e riveste quelli più abituali da veterinario, per lanciare un appello: «Il nostro codice penale punisce i colpevoli di questi reati individuando però sempre e soltanto l’essere umano quale parte offesa per il danno economico subito o per l’offesa ai suoi sentimenti. L’animale di per sé non è riconosciuto soggetto di diritti. Né la sua vita né il non essere maltrattato sono considerati in sé dei diritti».«Questo modo di comportarsi – prosegue Salis – contrasta con il sentire comune della maggior parte delle persone, che oggi considerano in molti casi gli animali d’affezione come componenti della propria famiglia. In diverse parti del mondo, e purtroppo anche in Sardegna, soprattutto nelle nostre zone, il ferimento o l’uccisione di un animale è utilizzato a scopo intimidatorio nei confronti del proprietario di questo, senza alcun riguardo nei confronti della sofferenza e della vita dell’animale. Si tratta di una barbarie della quale non riusciamo a liberarci».Ma esistono altri modi di maltrattare gli animali, che, a differenza delle intimidazioni, anche i più sensibili amanti di cani, gatti e cavalli accettano (o fanno finta di non conoscere). «Anche i sistemi di allevamento possono infliggere agli animali sofferenze enormi – attacca Salis – le galline ovaiole stipate in gabbia che non hanno nemmeno la possibilità di sbattere le ali; i vitelli allevati in box, legati con catena alla mangiatoia, senza possibilità di movimento e con una dieta anemizzante per ottenere la carne “bianca”; per non parlare dei regimi di stress alimentare e fisico a cui sono sottoposti suini da carne e polli. Entrare nel dettaglio dell’allevamento cosiddetto industriale significa scoprire vere e proprie atrocità, di cui l’opinione pubblica dovrebbe essere informata. Così come dovrebbe sapere che ancora oggi le leggi italiane ed europee permettono di fare la sperimentazione animale sulle scimmie, con procedure che consentono anche l’apertura della cassa toracica senza anestesia. Il rispetto della vita, dell’integrità fisica e delle prerogative biologiche degli animali sono la nuova frontiera di un’etica non antropocentrica. E l’educazione al rispetto di tutti gli esseri senzienti – conclude Salis – è un’ottima palestra per costruire una società migliore».
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GEA PRESS
14 AGOSTO 2012
Da Grosseto a Cosenza: le bravate delle Guardie Venatorie volontarie
A Cosenza, uno dei due uccellatori fermati dalla Polizia Provinciale, era una Guardia Venatoria Volontaria in organico al Coordinamento di Vigilanza Venatoria Provinciale. E’ stato sorpreso, nei giorni scorsi, all’alba mentre con un altro uccellatore faceva ritorno alla propria automobile carico di reti, gabbiette e cardellini illegalmente catturati. La Polizia Provinciale ha immediatamente provveduto a ritirare il tesserino di riconoscimento, sottolineando come l’individuo ora denunciato avrebbe dovuto tutelare la fauna e fare rispettare la normativa vigente in ambito venatorio.A Grosseto, un’altra Guardia della Provincia è stata pizzicata in atti di bracconaggio. Si tratta di uno dei cinque denunciati sorpresi dai volontari della LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) in un Ambito Territoriale di Caccia. Armeggiava con gabbie, tagliole e fauna selvatica. I fatti sono avvenuti nell’ATC 7. Interventi anche nell’ATC 6, dove un altro soggetto è stato denunciato per il possesso di tre gabbie (in totale ne possono essere detenute 3) utilizzate peraltro in periodo di divieto. A coadiuvare l’attività dei volontari della LAC è stata la Polizia Provinciale di Grosseto.L’aspetto inquietante, ora rilevato dalla LAC, riguarda il fatto che le gabbie trappola in questione erano affidate da enti pubblici quali la Provincia, a persone che ne facevano un uso illegittimo. Questo nonostante la stessa Provincia le avesse ritenute persone “specializzate” con appositi tesserini.
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GAZZETTA DI REGGIO
14 AGOSTO 2012
Caprioli e daini, parte la caccia
Reggio - La delibera è passata pochi giorni fa e prevede il prelievo venatorio di 3.953 caprioli e 522 daini. L’alto numero di capi presenti nelle campagne reggiane richiederà l’intervento dei cacciatori, ai quali è stato presentato un rigido disciplinare predisposto dalla Provincia. La delibera ha approvato il piano di prelievo degli animali per la stagione 2012-2013 relativo agli ambiti di caccia e ad alcune aziende venatorie. I capi verranno assegnati secondo precisi criteri, con modalità e tempi stabiliti nel lungo provvedimento dove sono indicate anche le sanzioni per i trasgressori. Tutti i capi devono avere una certa anzianità ed essere poi censiti per poter tenere sotto controllo l’andamento demografico degli animali. La deliberazione è inoltre bollata come “urgente”, segno di un allarme ormai risuonato più volte sulla proliferazione di caprioli e daini che scorrazzano liberi tra le montagne, raggiungendo in diversi casi la pianura, rimanendo vittime di un numero crescente di sinistri sui quali la Provincia è chiamata a vigilare.
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L'ARENA
14 AGOSTO 2012
Trovata morta una lupa ma Slavc è in salvo
SANT'ANNA D'ALFAEDO (VR). Un gruppo di esperti internazionali stava seguendo i due animali della Lessinia, oggi la grande scoperta scientifica si trasforma in preoccupazione. Era appena arrivata la conferma che la femmina in coppia con l'esemplare sloveno era giovane e di specie italica, unica e perciò speciale, si spera che non sia la stessa
Vittorio Zambaldo
Sant'Anna d'Alfaedo. È stata trovata morta domenica sera al bivio per contrada Semalo, nel Comune di Sant'Anna d'Alfaedo, una giovane lupa, forse la stessa che faceva coppia fissa dallo scorso marzo con il lupo Slavc, arrivato in Lessinia dalla Slovenia poche settimane prima. La carcassa della lupa è stata recuperata dagli agenti della Polizia provinciale, conservata per le analisi di rito, e sono stati immediatamente informati Sonia Calderola dell'Unità regionale caccia e pesca, responsabile della pianificazione faunistico-venatoria; Daniele Zovi, comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato; il direttore del Parco della Lessinia e Diego Lonardoni e il presidente Claudio Melotti. Dai rilievi eseguiti e dal confronto con le foto e i video esistenti c'è la speranza che non si tratti della compagna di Slavc, perché gli agenti del Comando di Bosco Chiesanuova del Corpo Forestale dello Stato, che da mesi sono sulle tracce della coppia e l'hanno anche fotografata lo scorso maggio, hanno molti dubbi: «Ha la coda più corta dell'esemplare che è stato filmato e fotografato», dicono, «e ha una morfologia diversa. Da un primo esame sembra molto deperita e probabilmente affetta da qualche patologia che solo le analisi potranno chiarire», anche se altri che hanno visionato il corpo dell'esemplare, foto e video, propendono a credere che si tratti effettivamente della stessa femmina con cui Slavc scorazzava fra gli alti pascoli, i vaj della Lessinia e la Valle dei Ronchi. La buona notizia è che comunque proprio ieri i Forestali hanno raccolto il segnale Gps del collare di Slavc, sempre in Lessinia, ma a una distanza molto grande dal punto in cui è stato ritrovato il cadavere della lupa. Fra l'altro la notizia arrivata giovedì scorso e non ancora divulgata, dava finalmente conferma, grazie ai reperti biologici raccolti dal guardaparco e dagli uomini del Corpo forestale dello Stato, che la compagna di Slavc era effettivamente una femmina giovane di lupo italiano. Era la conferma attesa, ma gli esperti già avevano capito che quell'esemplare ripreso più volte da solo dopo una predazione su delle capre a Branchetto di Bosco Chiesanuova lo scorso gennaio era effettivamente un lupo. Si trattava solo di capire se fosse maschio o femmina, ma il fatto che da mesi ormai fosse insieme a Slavc, esemplare maschio provvisto di radiocollare, faceva presumere che si trattasse di una coppia decisa a mettere su famiglia in Lessinia. La notizia aveva destato molto clamore, in Slovenia, da dove Slavc era partito, e nel resto del mondo perché attorno a questo esemplare di lupo e alla sua compagna trovata a migliaia di chilometri di distanza si era costituto un gruppo di lavoro formato da esperti internazionali interessati al fenomeno della dispersione dei lupi e alle loro capacità di adattamento. La morte della femmina, se effettivamente si trattasse della compagna di Slavc, tronca molti progetti, a partire dalla possibilità che si costituisse in Lessinia un branco stabile con le nascite che ci sarebbero probabilmente state dalla prossima tarda primavera. Ma di che cosa è morta la lupa? Non ci sono certezze, anche se la morte di un esemplare giovane fa pensare che possa trattarsi di avvelenamento. Non ci sono segni apparenti sul corpo, ma anche un forte impatto con un automezzo, se non lascia ferite sanguinanti esterne può tuttavia lasciare lesioni interne non visibili. Potrebbe anche aver mangiato una carogna di volpe infetta da rogna ed essersi a sua volta infettata, oppure, ma è l'ipotesi di cui nessuno vorrebbe avere la certezza, essere stata uccisa da un boccone avvelenato. «Aspettiamo le analisi tossicologiche e infettivologiche per le quali sono necessari fra i 10 e i 15 giorni», mette le mani avanti Sonia Calderola, «e fino ad allora è prematura ogni considerazione. Dispiace molto, se fosse effettivamente la compagna di Slavc, perché si trattava del primo incontro fra lupa italica e lupo balcanico ed eravamo felici che questo fosse avvenuto sul nostro territorio e all'interno del Parco naturale regionale della Lessinia, ambiente scelto come ideale da entrambe le specie. Se le analisi confermeranno l'avvelenamento dispiace doppiamente perché è un danno estremo fatto a un unico esemplare di un'unica specie presente».
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FORLI' 24 ORE
14 AGOSTO 2012
Conigli ammalati al parco urbano: "cambio di strategia se non si vuole fare una mattanza"
Raffaella Pirini (Destinazione Forlì), attacca sulle operazioni di cattura e analisi
“Siamo rimasti sconcertati: il tentativo di cattura dei conigli al parco urbano ‘Franco Agosto’ si è svolto nel peggiore dei modi, com'era prevedibile. Spaventarli per farli uscire allo scoperto e convogliarli in reti di grandi dimensioni e rincorrerli a vuoto nel tentativo di acciuffarli con ridicoli ‘retini’ non ha portato alla cattura di tutti gli animali”. Queste le prime parole, furiose, di Raffaella Pirini, leader di Destinazione Forlì che attacca con fermezza il modo con cui sono state condotte le operazioni di cattura ed analisi dei conigli che popolano il parco Urbano Franco Agosto di Forlì.La ricostruzione dei fatti da parte della Pirini è chiara e non ammetterebbe repliche: “Proprio questa è stata la scena che io stessa ho raccolto di persona – racconta - di prima mattina, dietro la rete della grande area verde. L’operazione non solo era improbabile sin dall’inizio, ma ci fa immaginare che non si potrà completare nei tempi previsti. Per la cattura di così tanti animali in un territorio così vasto, sarebbero necessari mesi, e non poche ore, e forse un cambio di strategia se non si vuole fare una mattanza”.In questo modo il capogruppo comunale della Lista Civica DestinAzione Forlì-Movimento 5 stelle, liquida l’operazione disposta con ordinanza che prevedeva la chiusura in data odierna, dalle ore 7 alle ore 14, del parco urbano "Franco Agosto" per permettere la cattura, la verifica dello stato di salute dei conigli colpiti da mixomatosi e l'eventuale eutanasia.L’operazione è stata gestita dal Servizio Veterinario dell'Asl in collaborazione con i volontari degli Ambiti Territoriali di Caccia, la Polizia Municipale ed i gestori del Parco Urbano, senza la presenza, come lamentano da Destinazione Forlì, di alcuna associazione animalista“Io ho visto persone anziane rincorrere i conigli senza riuscire nell’intento e altre che urlavano come degli ossessi per spaventare quelli che dovevano andare nelle reti, ho visto molta approssimazione – continua il racconto Raffaella Pirini –. L’ennesima situazione che non ci convince. Tanto che chiederemo formalmente all'Amministrazione di fare definitivamente chiarezza su una vicenda che ha emotivamente colpito molti forlivesi, alcuni dei quali ci hanno chiesto direttamente di fare qualcosa in difesa dei poveri animali, ma soprattutto di far valere le norme che dettano precise responsabilità in capo al Sindaco e al servizio veterinario”.E con queste parole Raffaella Pirini preannuncia la presentazione di un’interrogazione urgente. Un documento che non vuole essere solo un passaggio burocratico, ma l’occasione per far luce su un caso che ha fatto discutere tutta la città.E che ha lasciato sul tappeto molti quesiti irrisolti.“Nutriamo serissimi dubbi sulla versione offerta dal funzionario pubblico dell’Asl Rodingo Usberti, che è intervenuto sulla stampa sostenendo di aver vaccinato lui stesso e a proprie spese i conigli del parco urbano – accusa il capogruppo comunale della Lista Civica DestinAzione Forlì-Movimento 5 stelle - . Se è vero che parla di un vaccino che costa 10 euro per 100 dosi, si suppone che si riferisca ai vaccini iniettabili in commercio che richiedono una somministrazione ogni sei mesi. Perché, purtroppo, allo stato attuale, non esistono in commercio vaccini in formulazioni diverse, somministrabili per bocca, che sarebbero stati utili in una situazione come quella forlivese. Ciò presuppone che lui e qualche altro veterinario dell'Asl, accompagnato o meno da volontari non ben identificati, sia andato nel Parco Urbano, ogni sei mesi, non si sa da quanti anni, e abbia catturato i conigli, presenti in un numero variabile da 350 a 500, e li abbia vaccinati uno ad uno. Sicuramente questa attività, sarebbe stata segnalata all'Amministrazione Comunale, che invece non ne ha traccia, e sarebbe stata notata dai frequentatori del Parco. E poi, con quali gabbie ha eseguito le catture, visto che per le catture dei gatti selvatici il Servizio Veterinario tuttora non risulta dotato di gabbie da cattura e si avvale, per i suoi compiti istituzionali, di quelle in dotazione alle associazioni animaliste e allo stesso tempo non si è avuta notizia di posizionamento di reti, che richiede fra l'altro apposita segnalazione?”.Raffaella Pirini rivolgerà queste ed altre domande alla Asl nella medesima suddetta interrogazione che presenterà in Consiglio Comunale: “Dove sono i registri delle vaccinazioni? Come è possibile non avere un numero più preciso degli esemplari se ogni sei mesi sono stati vaccinati e quindi se ne può desumere il numero dalle dosi somministrate? Dove hanno trasportato e tenuto in custodia, per tutto il tempo necessario, due volte all'anno, nei vari anni, i conigli vaccinati per poterli tenere separati da quelli ancora da vaccinare, visto che nel Parco non era stato approntato nessun recinto? Quante volte il parco è stato chiuso per l'esecuzione di queste operazioni? Quali associazioni venatorie hanno partecipato?“Se non avrò risposte sarò autorizzata a pensare che il Dr. Usberti non si sia “tolto la pizza di bocca” per acquistare i vaccini, come ha affermato in un’intervista sulla stampa, e che forse questi vaccini potrebbero non essere mai stati somministrati”.Molti in città e soprattutto i frequentatori del Parco Urbano si chiedono perchè i conigli prima di quest'anno non si ammalavano, o almeno non lo facevano in maniera così massiva.“Probabilmente prima i conigli non si ammalavano di mixomatosi solo per il fatto che, per i trattamenti con i veleni contro la zanzara tigre, non c'erano le zanzare, vettori principali della malattia. Da quest'anno, forse per i costi o per qualche altro motivo, potrebbero non essere stati usati gli stessi prodotti e essere tornate le zanzare, portandosi dietro il loro carico di mixomatosi. Oppure è stato introdotto qualche animale ammalato e la malattia si è diffusa per contatto. Saranno Comune e Asl, nelle sedi istituzionali proprie, a spiegare cosa è successo davvero. E poi decideremo il da farsi”.
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GEA PRESS
14 AGOSTO 2012
Corigliano (CS) – a pesca nel porto e con 110 chili di triglia neonata
Intervento della Capitaneria di Porto.
Interventi continui quelli della Capitaneria di Porto di Corigliano che, oltre al surplus di attività dovuta ai soccorsi ai natanti in genere utilizzati dai turisti, deve altresì considerare la normale attività di sorveglianza nei confronti dei pescatori.Il caso più singolare riguarda il sanzionamento di un pescatore subacqueo sorpreso ad immergersi in porto. Proveniva dalla Puglia ed è dovuto ritornare a casa senza l’attrezzatura di pesca, posta sotto sequestro. Per lui 1000 euro di sanzione da pagare. Appare superfluo sottolineare come all’interno delle aree portuali è interdetta ogni attività di pesca.Più complesso, invece, l’intervento ai danni di un motopesca autorizzato. Il comandante è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Rossano, per avere pescato ben 110 chilogrammi di triglia neonata. L’intervento, disposto in base alle direttive della Direzione marittima di Reggio Calabria, era relativo ai controlli messi in campo nelle aree portuali proprio al momento dello sbarco del pescato. La Capitaneria di Porto di Corigliano, pone in evidenza come la pesca del novellame sia vietata dalle direttiva nazionali e comunitarie.
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MESSAGGERO VENETO
14 AGOSTO 2012
Fioccano le proteste ma gli asini corrono
PORCIA (PN) - Le reiterate proteste degli animalisti non hanno fermato la corsa degli asini a Porcia: l’appuntamento, organizzato nell’ambito della sagra dell’Assunta, è fissato per le 19.30 di oggi al “mussodromo”, il percorso allestito nell’area festeggiamenti dell’oratorio. A vincere sarà l’asino che riuscirà, nel minor tempo possibile, a percorrere il circuito creato per l’occasione. Sono molte le associazioni animaliste che nei giorni scorsi hanno protestato chiedendo l’annullamento del palio. Gli attivisti accusano infatti gli organizzatori di non voler rinunciare a una tradizione che considerano barbara e pericolosa per gli animali che vi prendono parte. Agli appelli lanciati da Enpa e Lav, si è unita anche l’associazione Animalisti del Friuli che, attraverso un comunicato ufficiale, denuncia: «Ciò che diverte l’uomo, provoca sofferenza psicologica e stress fisico agli animali. Non c’è nulla che giustifichi questo, o che dia il diritto agli esseri umani di sottomettere gli animali per puro divertimento». Il parroco di Porcia, don Daniele Fort, dal canto suo si schiera in difesa di questa manifestazione, affermando che «non si tratta di una barbarie, ma di una tradizione che insegna anche ai più piccoli ad amare gli animali». Don Daniele, infatti, ricorda che la corsa si svolge nel rispetto delle disposizioni fornite dalla Lav e dall’Asl.
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LA ZAMPA.IT
14 AGOSTO 2012
La capra e il pitbull la strana coppia sul web
Un pitbull da compagnia per una capra malata. E' la strana coppia più gettonata del Web. Il cane di due ha adottato la capretta che ha problemi di salute. Lei ha una zampina ferita e aveva perso la voglia di muoversi, ma lui ha iniziato a giocare con la piccola Puppy goat. Si rotola per lei e le fa le coccole e la capretta ricambia ritrovando vitalità e ora sono inseparabili e formano una famiglia. La padrona dei due animali è stupefatta del risultato. È proprio il caso di dirlo ha salvato capra e cane.
VIDEO
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/la-zampa/lstp/170018/
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LA PROVINCIA PAVESE
14 AGOSTO 2012
Garlasco, capriolo salvato nel canale Cavour
GARLASCO (PV) - Stava annegando nel canale Cavour, ma i vigili del fuoco di Garlasco sono riusciti a salvarlo da una morte orribile. Ieri mattina un capriolo di circa 40 chili è stato tirato fuori dalle acque del corso d’acqua, ed è stato poi rimesso in libertà nei boschi vicini. Questo è l’ennesimo intervento del genere in Lomellina, dove sono già una decina gli animali salvati. «Fino ad ora non abbiamo segnalazioni di un aumento della popolazione in quella zona», spiega Alberto Lasagna, assessore provinciale con delega all’ambiente. «Ma stiamo monitorando la situazione». Il capriolo, un maschio di circa tre anni, era caduto nel tratto di canale compreso tra Garlasco e Tromello forse mentre era in cerca di acqua. «Quando animali di questo tipo cadono nei corsi d’acqua, da soli non riescono più ad uscire – dicono gli esperti – e rischiano soltanto di rovinarsi le unghie e le zampe lungo le sponde di cemento». Per tirare fuori il capriolo caduto ieri nel canale Cavour, infatti, i pompieri hanno dovuto usare corde e reti. «In questi casi la procedura prevede che, se l’animale è vivo, venga liberato nel luogo più idoneo – spiega ancora Lasagna –. Se invece è morto, la carcassa viene incenerita». Se però questi animali si avvicinano ai centri abitati, l’incidente è sempre dietro l’angolo. Come dimostrano anche gli episodi simili a quello di ieri, che negli ultimi tempi sembrano moltiplicarsi. «Forse si tratta dello stesso branco che si muove in quella zona – dice l’assessore provinciale all’Ambiente – ma si tratta soltanto di una mia supposizione». In Oltrepo, dove negli ultimi anni il numero dei caprioli e dei daini è aumentato parecchio, sono aumentati anche gli incidenti e gli animali investiti. Tanto che la caccia è possibile. «Si tratta comunque di un prelievo analitico, che parte dai censimenti e individua numero di maschi e di femmine da cacciare per mantenere congruo il numero degli esemplari», sottolinea Lasagna. Se infatti uno di questi animali si avvicina troppo ai centri urbani, si rischia l’incidente. Come quello che è successo ieri mattina a Garlasco.
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ROMAGNA GAZZETTE
14 AGOSTO 2012
Scienza e mondo animale. Il ‘caso’ della bastardina Emmy, curiosa di quantistica.
LA BASTARDINA E LA QUANTISTICA. Una notizia curiosa. Che riguarda il mondo animale. ” Innanzitutto, perché Chad Orzel, professore presso il dipartimento di Fisica e astronomia dell’Union College di Schenectady (Usa) in ‘La fisica spiegata al mio cane‘, dell’editore Aliberti, sceglie proprio questo animale? L’autore – risponde Valerio Rossi Albertini – elegge la bastardina Emmy a rappresentante dell’interlocutore medio, non istruito di scienza, ma sagace e ragionevole. Un po’ come il patrizio veneziano Sagredo, che nel dialogo di Galilei ‘Sopra i due massimi sistemi’ ci aiuta a districarci tra le teorie tolemaica e copernicana, facendo domande semplici e di buon senso o dando voce ai dubbi e alle intuizioni del lettore.Certo il docente, la cui cagnetta parla e pone quesiti al suo padrone, ha in mente anche i personaggi di ‘Alice nel paese delle meraviglie’ e le giudiziose osservazioni di Qui, Quo e Qua a Pico de Paperis. L’espediente è sempre lo stesso: riuscire a calare nella realtà contingente concetti astratti e, a volte, apparentemente inconciliabili con l’esperienza quotidiana. Sì, perché il libro, più che di fisica generale, tratta di meccanica quantistica, cioè della scienza che descrive il comportamento del microcrosmo e degli oggetti infinitesimi contenuti al suo interno, quali particelle, atomi, molecole.Ecco allora – aggiunge Valerio Rossi Albertini - che l’esperienza dello scienziato Thomas Young, paradigma di tutte le bizzarrie quantistiche, che descrive il passaggio simultaneo di una particella attraverso due fessure distinte, diventa più comprensibile: la particella è come un coniglio in fuga che, per confondere il cane che lo insegue, si sdoppia e passa sia alla sinistra sia alla destra dell’albero che si trova di fronte, per poi ricomporsi nella sua unità dietro di esso. Il cane, indifferente alle particelle e ai loro misteri, si incuriosisce invece al racconto del Bianconiglio sdoppiato e segue diligentemente la spiegazione.Il vero come soggetto, l’interessante come mezzo, l’utile come scopo. La regola aurea è seguita da Orzel e raggiunge il suo effetto. Il cane infatti elabora strategie per prevenire lo sdoppiamento e poter così seguire l’unico coniglio indiviso. Ha imparato dal suo padrone-precettore che, se si trova un modo per identificare l’atto del passaggio a destra o a sinistra dell’albero, lo sdoppiamento cessa e il coniglio è costretto a scegliere – da una parte o dall’altra – e la rincorsa torna nei canoni della normalità. Basta semplicemente predisporre un sistema che segnali la presenza del coniglio alla base del tronco e il gioco è fatto. Questo è il cardine della teoria della misura quantistica, discussa da Orzel in modo facile, ma sempre corretto. In realtà, suggerisce il professore, una moneta microscopica che venga lanciata non cadrà su una faccia o sull’altra: rimarrà piuttosto in uno stato indefinito, detto ‘di sovrapposizione‘, che partecipa della testa e della croce. Solo nel momento in cui si andasse a stabilire l’esito del lancio si costringerebbe la moneta a mostrare una delle due facce. A quel punto, però, l’incantesimo sarebbe rotto e ogni volta che si ricontrollasse, si osserverebbe che espone la stessa faccia. Magie del piccolo che più piccolo non si può, a cui Orzel, da ‘gran sacerdote dell’Ordine dei quanti’, inizia, ecumenicamente, cani e lettori. Insomma: leggibile, avvincente, rigoroso quanto possibile.
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IL SECOLO XIX
14 AGOSTO 2012
Gli Oscar ai cani e al loro amore
Rossella Galeotti
Camogli (GE) - Rischiano la vita per salvare i loro padroni. Senza esitare. Sono gli eroi del Premio internazionale Fedeltà del Cane, in programma a San Rocco giovedì, alle 16. Che compie 51 anni e celebra gli “eredi” di Pucci, il cagnolino che, al mattino, aspettava i bambini sul sagrato e li accompagnava a scuola, sulla pedonale per la Mortola.La giuria di esperti sceglierà in mattinata il nome del vincitore («primus inter pares», per attribuire uguali dignità e merito a tutti) in una “rosa” di dieci finalisti. Da Argo, Terranova di 4 anni, cane bagnino che ha salvato un sessantenne in mare, a Sottomarina (Venezia) a un altro Argo, pitbull, questa volta, che si è lanciato nelle acque gelide di un lago per portare soccorso al suo “papà”. E poi Bella, border collie femmina, dell’unità cinofila dei vigili del fuoco della Lombardia, condotta da Luciano Turuani, che è riuscita a ritrovare un anziano disperso sulle pendici del monte Catria, nella zona di Avellano (Pesaro Urbino). Gratis, invece, pastore tedesco femmina della polizia di Stato di Genova, condotta dalla sovrintendente Laura Bisio, è stata fondamentale per il rinvenimento di 25 chili di stupefacenti nascosti in un appartamento. Formidabile l’opera di Leo, giovane cane fantasia, arrivato dalla Serbia grazie alla rete Humanimal; adottato da Pierpaolo Paradisi, Leo, durante l’alluvione delle Cinque Terre, è diventato l’“angelo custode” del suo padrone, mentre tutt’intorno c’erano solo desolazione e morte. Dalla Spezia anche Natalina, meticcia di 7 anni: ha salvato la “mamma”, Carla Cozzani, da una frana che minacciava la sua casa, trascinandola fuori. Gravellona Toce (Torino) regala alla 51ª edizione del Premio la storia di Nero, Terranova di due anni, che non ha smesso di abbaiare per svegliare il padrone nel cuore della notte, salvando la vita a lui e alla sua famiglia mentre un incendio, divampato nell’alloggio accanto, stava per aggredire l’intera palazzina. Anche Tosca, cane fantasia, è stata provvidenziale in una situazione analoga, a Formigara (Cremona): ha salvato i padroni, Emanuela e Graziano Pantaleoni che stavano per soccombere dopo che un vecchio televisore aveva preso fuoco. Trilly, invece, jack russell di sei anni, ha abbaiato e ringhiato ai ladri entrati nell’abitazione della sua padrona, Maria Messeni Leone, insegnante genovese ipovedente: la donna ha finto di non essere sola, chiamando il figlio, Maurizio, e mettendo in fuga i malintenzionati. In lizza per il primo premio, infine, Vania, pastore tedesco della Guardia di finanza di Genova; controllando un’auto arrivata dal Marocco Vania, condotta dal finanziere scelto Raffaele Raucci, ha trovato 15 chili di hashish. Per la sezione “Bontà”, in cui vengono premiati gli uomini che abbiano compiuto gesti di generosità nei confronti dei cani, quattro i riconoscimenti. Verranno attribuiti ad Andrea De Marco, arbitro internazionale, di Sestri Levante, che, durante una vacanza in Grecia, ha salvato Lullu, un cucciolo abbandonato, ora compagno inseparabile anche della fidanzata, Chiara; e ad Antonio Fullone, direttore del carcere di Lecce, all’epoca dei fatti di quello di Verona: ha permesso a due cani che si stavano lasciando morire di incontrare i loro padroni in prigione. E ancora al Soccorso alpino e speleologico ligure che ha restituito la libertà a Dea, segugio maremmano, rimasta intrappolata per 96 ore in un cunicolo a Campore di Ceriale (Savona), e a Ivana Valeri Gismondi, di Genova: con il suo intervento ha permesso di riconsegnare a Miki, un clochard di Santa Margherita, il suo Nico, meticcio di sei mesi rubato da un gruppo di ragazzi. Una menzione di merito, attribuita per comportamenti non legati a singoli episodi, verrà consegnata a Massimiliano Chino, di Bana, a Ruta. Il Premio Fedeltà per l’estero va a Buster, springer spaniel inglese, cane antimine della Raf, che, tra le altre azioni, con il suo conduttore, il sergente Michael Will Barrow, ha scovato due potenti mine appena depositate dai terroristi nella provincia di Helmand, in Afghanistan. Infine i vincitori del concorso “Un cane per amico”, cui hanno partecipato gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado della provincia: Michela Antonaz, Davide Figallo, Francesca Salomone (scuola primaria di Camogli); Carlotta Montisci (Maria Luigia di Chiavari); menzioni speciali a Mario Lovisetti e Kevin Ernesto Garica Reyes (seconda B di Camogli), alla seconda C della primari Marconi di Rapallo e a Federico Fiore della quinta C della primaria Mazzini di Chiavari. Al termine, dopo la recita della “Preghiera del cane”, la benedizione da parte di don Francesco Marra, rettore del Boschetto e parroco di San Rocco. Gli stand gastronomici con specialità locali (già in funzione dalle 12) saranno aperti fino a sera; alle 21.30 danze in piazza con l’orchestra La Premiata Band.
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L'ARENA
14 AGOSTO 2012
Il gatto Oreste conteso da due padrone
La soluzione? Deciderà lui con chi stare
Treviso. Scopre che il suo micio è stato adottato dalla vicina e scoppia la lite a cui mette fine la Polizia, stabilendo salomonicamente che l’animale potrà dividersi a suo piacimento tra le due case. La vicenda inizia otto mesi fa a Treviso quando il gatto, chiamato Oreste, viene investito e rimane ferito gravemente. È curato per giorni dal veterinario che alla fine, dopo otto mesi di degenza, presenta un conto di 4.000 euro alla proprietaria. Conto che la padrona non può pagare.
Trascorse alcune settimane, come raccontano i giornali locali, il veterinario affida il micio ad una ragazza che, intenerita dal caso, salda il conto del medico e se lo porta a casa. Caso vuole che la nuova padrona sia una vicina di casa della «vecchia» proprietaria di Oreste. Le due non si conoscono ma vengono a conoscenza l’una dell’altra quando il gatto decide di farsi fare le coccole dalla precedente padrona, che lo riconosce immediatamente. Dalla felicità per il felino ritrovato alla lite condominiale il passo è però breve. Sono i vicini, allarmati dalle urla delle due «padrone», a chiamare la Polizia. Riportata dopo un’ora la calma, gli agenti cercano e trovano il compromesso: Oreste viene riconsegnato all’ultima proprietaria, ma con l’obbligo per quest’ultima di lasciarlo frequentare la vicina. |
LA TRIBUNA DI TREVISO
14 AGOSTO 2012
Gatto conteso: sarà a fasce orarie
Federico de Wolanski
Lei, lui... e l’altra è un triangolo pericolosissimo. Lo testimoniano le cronache ufficiali, le chiacchiere di quartiere, le cause di divorzio, gli scontri in tribunale e i vari resoconti di guerra di questa o quella «cornuta» di turno. La formula geometrica è capace di innescare delle liti furibonde perfino nel caso in cui il «lui» di turno sia peloso, moderatamente piccolo e mangi quasi sempre carne in scatola o biscottini secchi.Il protagonista dell’incredibile storia di gelosia, amore, possessività culminata con l’intervento a sirene spiegate della polizia è infatti un gatto che vive in una casa cuore del centro storico. Non riveliamo il nome per non alimentarne la fama di seduttore, ci limitiamo a raccontare la vicenda avvenuta domenica sera e terminata con un accordo unico nel suo genere: il gatto «a fasce orarie». La storia inizia otto mesi fa circa quando l’animale, amatissimo, finisce investito. Gravissimo, viene portato dal veterinario. I medici lo operano, lo seguono e lo curano per settimane fino a quando chiamano la padrona per comunicarle che l’animale può tornare a casa. La notizia è lieta; lo è meno il conto da pagare, circa 4.000 euro, che la donna non possiede. Il veterinario, giustamente, decide di tenere l’animale in attesa di sviluppi, ma i soldi per saldare le cure non arrivano e il medico, trascorse alcune settimane, decide di mettere in adozione l’animale. Destino vuole che di lì a qualche giorno si presenti in ambulatorio una ragazza, animalista convinta, che intenerita dalla storia del felino trova un accordo col veterinario, salda buona parte del conto e torna a casa con il gatto che in un colpo ritrova l’affetto, la libertà, la vita. E, incredibilmente, anche la casa che aveva perso. Ad adottarlo è infatti la vicina di casa della prima proprietaria, la donna che l’aveva lasciato nelle mani del veterinario. Le due non si conoscono, ma vengono a sapere l’una dell’altra solo domenica sera quando il felino, libero di scorrazzare, va a farsi coccolare in casa della padrona precedente. Che lo riconosce all’istante e festeggia il suo ritorno. La muova padroncina, alla ricerca dle fedifrago, suona alla vicina, trova l’animale chiede di riaverlo indietro. Ma viene respinta duramente: «Che vuoi? Questo è il mio gatto», risponde la ex proprietaria . La vicina insiste: il fatto è suo, ha pure pagato le spese mediche.Tra le due, a quel punto, scoppia un incredibile parapiglia. Non si arriva alle mani solo perché i vicili, allarmati dalle urla, chiamano la polizia. Quando gli agenti arrivano sul posto si trovano due furie. Impiegano oltre un’ora per riportare la calma ed altrettanto per studiare una soluzione. Non potendo dividere né sdoppiare l’animale, e dovendo riconoscere le spese dell’una e l’affetto dell’altra, gli agenti spingono per un salomonico quando unico «affidamento congiunto». L’animale viene riconsegnato alla ragazza che l’ha adottato, ma con la possibilità di poter frequentare – nelle ore libere, quando la proprietaria non è in casa – anche la prima padrona. Almeno fino al trasloco di una delle due. In quel caso, si vedrà. Spese per gli alimenti, ovviamente, divise.
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LA PROVINCIA PAVESE
14 AGOSTO 2012
Chignolo Po, caccia alle nutrie
Chiara Riffeser
CHIGNOLO PO (PV) - Nutrie nel mirino. La Provincia concede il via libera ai Comuni per abbattere le nutrie che creano danni in agricoltura. Chignolo Po ha già dato mandato alla sua polizia municipale di intervenire non solo per limitare i danneggiamenti ai campi coltivati ma anche per ridurre il rischio di incidenti stradali. Le nutrie, infatti, ormai si spingono anche fin sulla provinciale 193 che sfiora il centro abitato di Chignolo. Non solo. In zona si è anche considerato che questi animali, non autoctoni, riproducendosi in modo incontrollato, possono anche fungere da serbatoio di insidiosi agenti patogeni, con particolare riferimento alla leptospira, potendo arrivare a mettere in serio pericolo anche la salute dei cittadini. In più la presenza di tane e cunicoli sempre più estesi nelle strutture arginali dei corsi d’acqua può determinare, come segnalato anche dai consorzi di bonifica e dall’Aipo, problemi di dissesto idrogeologico, con conseguente pericolo per la sicurezza e l’incolumità pubblica. La polizia locale, così, ora rende noto con un "avviso", che «tutti i proprietari o conduttori dei fondi sui quali sono riscontrabili danni alle coltivazioni causati dalle nutrie, ma anche dal colombo di città, hanno titolo a chiedere l'attuazione in forma diretta dei piani di controllo numerico delle due speci purchè muniti di licenza per l'esercizio venatorio». Insomma: possono eliminare loro stessi questi esemplari, se in possesso di licenza di caccia. Ovviamente chiedendo prima a Provincia e comune le modalità decise per questa operazione. L'alternativa? C'è. Se non si possiede il porto d'armi è possibile chiedere a Provincia e comune di avvalersi di guardie forestali, agenti venatori volontari provinciali, guardie comunali munite di licenza per l'esercizio venatorio e altre figure specializzate selezionate attraverso corsi specifici provinciali. E’ possibile ottenere ulteriori informazioni presso i due enti.
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LA PROVINCIA PAVESE
14 AGOSTO 2012
La carne dei cinghiali alle mense
PAVIA - E’ partito il «piano cinghiali»: abbattimento selettivo di sessanta capi, in anticipo rispetto alla data di inizio della stagione della caccia. Lo scopo: intervenire sul numero troppo elevato di questi animali che nei mesi scorsi hanno creato danni agli agricoltori e provocato numero incidenti. La carne dei cinghiali sarà macellata e consegnata a cinque mense che aiutano persone indigenti. «E’ stato un percorso lungo che è passato da un ricorso al Tar e dai corsi per 41 agricoltori», spiega il presidente della Provincia Daniele Bosone. Quando a dicembre la sua giunta aveva firmato la delibera per l’abbattimento selettivo si erano opposte la Lega anti caccia e l’Associazione vittime della caccia. Il Tar ha però rigettato il ricorso, e l’abbattimento di 60 cinghiali (con l’indicazione del numero) è stato autorizzato dall’istituto superiore per la protezione ambientale. Da sabato notte ne sono stati abbattuti sei. «Si interviene in zone di popolamento che abbiamo individuato – spiega l’assessore all’ambiente Alberto Lasagna – Si andrà avanti fino al 30 settembre con gruppi da dieci persone nelle zone di Poggio Ferrata, Torre degli Alberi e Panigà». Con i corsi di formazione c’è anche l’autorizzazione per 41 agricoltori ad abbattere i cinghiali direttamente sulle loro proprietà. «L’abbattimento però è selettivo – spiegano i tecnici – non bisogna destrutturare il branco, perché si rischia che i maschi si spostino in altre zone. Per questo si cerca di accompagnare le squadre in girata con un biometrista». In modo da definire età, sesso e caratteristiche degli animali. Tutto questo prima dell’inizio della stagione venatoria, il cui inizio è previsto il 3 ottobre per i cinghiali e il 16 settembre per gli altri animali. Lo scorso anno erano stati abbattuti 1400 cinghiali, su una popolazione stimata di 5mila capi. Quest’anno se ne potranno abbattere 2mila sui 6mila presenti in provincia di Pavia. A controllare la procedura di abbattimento selettivo sarà la polizia provinciale. «Nelle tre zone indicate sono stati appesi cartelli gialli per dare le indicazione – spiega il comandante Mauro Maccarini – le girate saranno dalle 6 alle 8-9 di mattina, ed è bene che non ci siano persone in giro in queste zone perché potrebbe essere pericoloso». «Abbiamo voluto associare a questa iniziativa di controllo della fauna selvatica un’attenzione alle persone in stato di indigenza – aggiunge l’assessore Francesco Brendolise – in passato le carcasse venivano portate all’inceneritore, adesso abbiamo cambiato prospettiva: la carne, che sarà macellata a Fortunago in un centro di controllo, andrà alle mense». Per il momento l’accordo è con due strutture di Pavia, la mensa di Canepanova e la mensa del fratello a San Mauro, poi l’opera pia Casa del pane a Voghera, sempre a Voghera la Casa Fraterna e la Caritas parrocchiale di Belgioioso. «La carne al centro di controllo sarà verificata ed etichettata dal servizio veterinario dell’Asl – spiegano i tecnici – e le mense, a seconda della disponibilità, potranno ritirarla».
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PADOVA OGGI
14 AGOSTO 2012
Si trovano nel giardino di casa un serpente di 1.50 m, catturato L'animale era stato avvistato domenica scorsa sul prato di un appartamento di via Perosi: i condomini hanno subito avvistato i Vigili del fuoco e la Polizia provinciale che hanno catturato l'animale, un esemplare di "biacco"
Padova - Uscire dal portone del proprio condominio e trovarsi in giardino un serpente lungo un metro e mezzo. ATTENZIONE. Un serpente non pericoloso, ma comunque poco "amichevole" come ha precisato il comandante degli uomini della Polizia provinciale Cecchini: "Voglio precisare che è del tutto normale vedere delle bisce di colore nero al sole durante il periodo estivo, perché essendo dei rettili il calore del sole aumenta la loro temperatura corporea e, di conseguenza, le loro funzionalità vitali. Naturalmente, il consiglio è quello di non tentare di prendere a mani nude i serpenti o le bisce, perché è normale che l'esemplare tenti di difendersi mordendo". |
MESSAGGERO VENETO
14 AGOSTO 2012
Resia, orso attacca un gregge e uccide sei pecore
Alessandro Cesare
RESIA (UD) - Un orso ha scelto malga Canin, in comune di Resia, per le sue incursioni notturne. A farne le spese è stato il gregge di Giancarlo Morandi, che nell’ultima settimana si è visto sottrarre sei pecore. Le scorrerie del grosso plantigrado sono avvenute la scorsa settimana, nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì. Le pecore sono state letteralmente sbranate, mentre trascorrevano la notte nella malga Canin. Il pastore ha ritrovato le carcasse degli animali le mattine seguenti e non ha potuto fare altro che avvertire le autorità competenti. «Sarò costretto a spostare il gregge (quasi mille capi ndr) in una vallata vicina - afferma Giancarlo Morandi - visto che non posso fare altro per difendere le mie pecore. Pensare di costruire una recinzione quassù è impossibile, visto che, senza una strada, dovrei portare tutto il materiale a spalla. Ho deciso di spostarmi - aggiunge - anche se questo mi causerà dei danni, visto che in malga Canin c’è erba a disposizione almeno per altri dieci giorni». Morandi conosce come le sue tasche queste zone. Fin dal 1996 frequenta le malghe della Val Resia con le sue greggi. Addirittura dagli anni ’80 quelle della Val Dogna. «Anche in questa zona un orso mi ha portato via una pecora - ricorda - lo scorso 27 luglio». In casi come questi, il pastore ha diritto ad un risarcimento per i capi sottratti, ma è indispensabile ritrovare i resti dell’animale sbranato dall’orso e, com’è facile intuire, non sempre è possibile. Se per un gregge l’orso è motivo di pericolo, per i turisti che numerosi frequentano queste zone, può essere un motivo di richiamo. A metterlo in evidenza è il sindaco di Resia Sergio Chinese. «Potrebbe capitare di vedere l’orso tra le malghe Coot e Canin - commenta Chinese - e questo incentiverà di certo il turismo faunistico».
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MESSAGGERO VENETO
14 AGOSTO 2012
Salmonella nell’allevamento di galline
Donatella Schettini
CASARSA (PN) - Si chiama salmonella enteridis: individuata in uno dei capannoni dell’allevamento di via Sile 45, il sindaco ha disposto l’abbattimento delle galline che vi si trovano e una serie di misure precauzionali. L’ordinanza è di venerdì e segue l’esito positivo ai controlli sulla presenza della salmonella enteridis nel capannone dell’allevamento, effettuati all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie. Il 30 luglio scorso, il veterinario ha comunicato la positività e sono scattate le misure. Gli esami rientrano nei piani avviati per il controllo della salmonella enteridis nelle galline ovaiole della specie Gallus gallus: piano che prevede, in caso di positività, la macellazione dei gruppi risultati positivi e la concessione di indennità. L’ordinanza prevede il sequestro degli animali presenti nel capannone interessato fino alla macellazione e l’ultimazione delle operazioni di pulizia e disinfezione dei locali di allevamento, delle zone circostanti e dei veicoli e mezzi contaminati. Stabilisce anche che tutti gli animali siano portati al macello in vincolo sanitario, mentre le uova prodotte in allevamento, fino al momento della macellazione, devono essere segregate, identificate in un determinato modo e sottoposte a trattamento termico. L’ordinanza dispone anche la distruzione o l’apposito trattamento di tutti i materiali o rifiuti potenzialmente contaminati. Dopo la macellazione, sono indicate le operazioni di pulizia e disinfezione dei locali adibiti ad allevamento, delle zone circostanti e del materiale potenzialmente contaminato. Un provvedimento che riguarda gli animali del capannone interessato, mentre si stabiliscono anche le prescrizioni per quelli degli altri: «Gli animali presenti nei restanti capannoni dell’allevamento – recita l’ordinanza esposta nell’albo pretorio – devono essere sottoposti a controllo ufficiale per salmonella e sono posti in vincolo sanitario in attesa dell’esito di tali accertamenti». Il ripopolamento dovrà avvenire con animali vaccinati secondo quanto previsto dalla legge. Contro il provvedimento è ammesso ricorso al Tar.
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GEA PRESS
15 AGOSTO 2012
Palermo – scoperta discarica di cani morti (fotogallery)
Le fotografie lasciano spazio a pochi dubbi. Si tratterebbe, infatti, di un vero e proprio cimitero degli animali, sito all’interno di una vasta proprietà privata, presumibilmente in stato di abbandono, nella periferia nord occidentale di Palermo.Ad un primo esame parrebbero prevalentemente corpi di cani che si presenterebbero in diversi stadi di decomposizione. Almeno una decina sono le carcasse avvolte all’interno di grandi sacchi neri. Poveri resti sparsi tra le feci di mucche e capre. Alcuni sacchi si troverebbero sepolti sotto ramoscelli e sterpaglie. Altri, invece, sono a ridosso del muro di cinta, non escludendosi, pertanto, che possano essere state lanciate dall’esterno, sistematicamente. Alcuni dei corpi, sebbene straziati, sono ancora ben distinguibili. Della maggior parte, però, rimane ben poco: ammassi di pelo arricciato, rinsecchito dal sole e poche ossa disseminate per terra.Chi può essersi reso responsabile di tanto scempio? Già lo scorso febbraio, a Marigliano (NA), venne scoperta quello che è sembrata poi potersi ascrivere come una discarica di carcasse di cane. Quando si seppe del ritrovamento, alcuni riferirono di riturali della camorra ed addirittura di traffici di cani per la vivisezione. Ovviamente tutto improbabile, ma le ipotesi, allora, corsero lungo la scia della fantasia. E’ probabile come anche nel caso di Palermo, l’anomalo, quanto diffuso metodo di “smaltimento”, abbia facilmente prevalso sulle esigenze di ordine sanitario. Secondo alcuni abitanti del luogo, tale metodologia non costituirebbe certo una novità. A confermare l’ipotesi potrebbe essere il diverso stato di decomposizione dei corpi.La segnalazione è arriva da alcuni residenti del posto, indignati da quanto accade da tempo dinanzi alle proprie abitazioni, e disgustati dal lezzo promanante da quei terreni, ancora oggi colmi di carcasse in putrefazione. Certamente, il caldo infernale di questi giorni ha giocato un ruolo determinante, aggravando la situazione.L’allarme è arrivato anche ai volontari, che si recano in quelle zone per sfamare e prestare soccorso ai numerosi randagi che li popolano.Secondo le ultime indiscrezioni, sarebbero già in corso le indagini, da parte della Polizia Giudiziaria, volte all’accertamento della dinamica dei fatti, all’identificazione del proprietario del terreno e al rilievo, laddove ancora possibile, di eventuali microchip. Fino ad allora, dicono i volontari, acqua in bocca. Non vogliono che qualcuno vada a rimettere le cose a posto.
VEDI FOTOGALLERY:
http://www.geapress.org/randagismo/palermo-scoperta-discarica-di-cani-morti-fotogallery/31462
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LA ZAMPA.IT
15 AGOSTO 2012
Investe un cane e scappa, ma perde la targa dell'auto
L'automobilista, denunciato per omissione di soccorso agli animali, è scappato lasciando la targa accanto al cane. campi bisenzio (firenze)
Investe un cane e fugge lasciando l'animale agonizzante sulla strada.
A Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, un uomo peruviano di 46 anni è stato rintracciato dalla polizia municipale grazie al numero di targa. Nell'impatto con il cane, l'auto ha perso la targa, raccolta successivamente da un automobilista di passaggio che l'ha consegnata agli agenti della municipale, già sul posto grazie ad una segnalazione pervenuta da un passante. Le persone testimoni dell'incidente hanno cercato di prestare il primo soccorso all'animale, di proprietà di un residente della zona, ma il cane non ce l'ha fatta. L'automobilista peruviano è stato denunciato per omissione di soccorso agli animali, e rischia ora, una multa da 1.559 euro. |
OMNIA AUTO
15 AGOSTO 2012
Se lo investi, non fare... l’animale
Purtroppo succede. Ma poi ci sono diversi doveri
Involontario investimento di un animale: cominciamo col dire che il Codice della strada non aiuta granché, e questo è un altro, ennesimo argomento valido affinché venga rapidamente riformato. Infatti, l’articolo 189 dice che l'automobilista, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, ha l'obbligo di fermarsi e di prestare l'assistenza occorrente a coloro che, eventualmente, abbiano subìto danno alla persona. E fin qui, è tutto chiaro: per non divenire un pirata della strada, se si s’investe una persona, ci si deve fermare, ponendo in atto ogni misura idonea a salvaguardare la sicurezza della circolazione. Poi il Codice dice che l'utente della strada, in caso di incidente comunq ue ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d'affezione, da reddito o protetti, ha l'obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subìto il danno. Attenzione: animali d'affezione, da reddito o protetti”. Ma cosa vuol dire?
MULTONA Perdipiù, chi non ottempera agli obblighi di cui sopra (con investimento di animali) viene punito con la sanzione di 389 euro. Un automobilista non può certo viaggiare d’estate con un’enciclopedia degli animali appresso, per capire che tipo di bestia ha investito eventualmente. Per forza di cose, allora, parleremo dei cani e dei gatti, che di certo sono fra gli animali che ricadono nell’“elenco” del Codice della strada. LA CASSAZIONE L’ESTATE 2011 Per la di Cassazione (sentenza 29543 del 22 luglio 2011, proprio un anno fa), se l'automobil ista che ha accidentalmente investito un animale domestico omette, senza giustificazione, di soccorrere l’animale (e se impedisce ad altri di prestare all'animale le dovute cure), può essere chiamato a rispondere di reato. Si cade quindi nel penale, e si deve prestare la massima cautela in situazioni del genere: allertate i soccorsi quanto prima tramite una telefonata. PRIMA LA NOSTRA SALUTE È vero che magari l’animale per terra necessita di cure, ma il rischio è che reagisca male ai vostri movimenti: un graffio o un morso della bestia ferita e sofferente sono in agguato. Lasciate che a soccorrere l’animale, sia la persona adatta: non è questione di crudeltà (fra l’altro, potreste anche peggiorare le cose, toccando parti vitali della bestia); ma di preservare la propria salute. Invece, il veterinario deve prestare assistenza, come previsto dall’articolo 16 del Codice deontologico della categoria: “I l medico veterinario ha l´obbligo, nei casi di urgenza ai quali è presente, di prestare le prime cure agli animali nella misura delle sue capacità e rapportate allo specifico contesto, eventualmente anche solo attivandosi per assicurare ogni specifica e adeguata assistenza”. ANIMALE SELVATICO Nel caso in cui, invece, si trovi un animale selvatico in difficoltà (sempre ché siate in grado di distinguerlo da un animale “domestico”), dovete contattare la Polizia provinciale competente per territorio, oppure il Corpo forestale dello Stato al numero unico nazionale 1515, che vi metterà (così almeno in teoria) in contatto con la stazione del Corpo forestale più vicina al luogo di ritrovamento. LE CASE CI AIUTANO? Qualche Costruttore ha iniziato ad aiutare gli automobilisti con la tecnologia: sistemi che prevengono l’impatto con l’animale. Vedi per esempio Volvo. L’Animal Detection scongiura l’investimento di animali selvatici, tipicamente l’alce che popola i territori nordici di Svezia, Finlandia, Russia, Norvegia e Canada. |
LA ZAMPA.IT
15 AGOSTO 2012
Cinque giorni nel burrone, l'odissea di Laica
Risponde a un pastore che la chiama, salvata dal soccorso alpino
GIAMPIERO MAGGIO
Torino Quella di Laica è una di quelle storie a lieto fine che fanno bene al cuore. Laica è un cane meticcio da pastore di 5 anni, con il pelo folto bianco e nero e una zampa ferita anni fa, per colpa di un calcio ricevuto da un mulo. I volontari del soccorso alpino l’hanno salvata lunedì pomeriggio dopo che per cinque giorni e cinque notti è rimasta bloccata in alta montagna, sopra Ceresole Reale, inghiottita in un dirupo profondo 15 metri lungo un sentiero che conduce al lago di Dres. Senza cibo e senza possibilità di risalire in superficie. «Per fortuna - raccontano i soccorritori - dalle muffe delle rocce scendeva un sottile rivolo d’acqua e ha potuto bere». Se è viva lo deve a un miracolo.
Tutto è cominciato giovedì scorso. Laica è con la sua padrona, Alessandra Doglietto, una villeggiante che da queste parti torna ogni estate, per trascorrere un paio di settimane in montagna. «Stavamo passeggiando, Laica era davanti a me. Un attimo dopo non l’ho più vista». In località Rocce, lungo il sentiero che porta al lago, ad un certo punto si apre una gola profonda e stretta nel terreno che non lascia vedere il fondo. «Per me era dentro quel burrone». Ad Alessandra, però, spiegano che non è possibile: «Se è lì – le dice uno che conosce bene questi posti - è spacciata, mi dispiace». Lei però non si arrende. Torna ogni giorno lassù e chiama Laica fino a perdere la voce. Niente da fare. Poi lunedì succede qualcosa. Con Alessandra c’è anche un pastore. Dicono che sia uno che ci sappia fare con gli animali: «Prova a chiamarla con dolcezza, come se dovessi darle del cibo. Forse il suo cane pensa di avere sbagliato, magari ha paura di un rimprovero». E’ la chiave giusta. Dal buio del dirupo Laica questa volta risponde con un guaito. Il resto è il lavoro dei volontari del soccorso alpino di Ceresole Reale, aiutati dai colleghi di Locana. A calarsi nella gola è Valerio Bertoglio, nota guida alpina della zona. «Quando l’ho vista, sana e salva, mi sono commosso». É lui ad imbragare Laica e a dare il via perché la riportino in superficie. FOTO
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/la-zampa/lstp/170110/
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GAZZETTA DI MANTOVA
15 AGOSTO 2012
Non affidate quel cane a un cacciatore
Francesco Romani
ASOLA (MN) - Una donna aveva presentato una denuncia sostenendo che aveva picchiato il suo cane «con un nodoso bastone». Dopo sei mesi, i carabinieri si presentano a casa sua: «Prepari il cane, perché nel giro di un’ora lo deve consegnare alla caserma. È sequestrato». Ora che Alberto Beretta, un ex ristoratore asolano e cacciatore, ne ha chiesto la restituzione o la consegna ad altra persona per toglierlo dal canile nel quale è rinchiuso, si è sentito dire dal pubblico ministero che «l’affido del cane a un cacciatore non è bene». La vicenda prende le mosse nell’ottobre scorso quando la donna presenta denuncia per maltrattamento a un’associazione protezione animali. Secondo l’esposto il cane, un setter ingelse maculato di sette anni, Poker, sarebbe stato percosso dal suo padrone. «Tutto falso & ndash; dice Beretta – Qualsiasi cacciatore sa che rapporto esiste con il proprio cane. Quel giorno è vero che sono sceso nel recinto del cane, sotto la mia abitazione, ma ho picchiato sulla cuccia per farlo stare tranquillo e smettere di abbaiare, perché disturbava i vicini. Il “nodoso bastone” è poi una stecca della pancetta che uso proprio per governare il cane». Beretta, toscano d’origine, ha sempre amato i cani e la caccia. «Ho 72 anni e di cani ne ho avuti tanti, ma con Poker il rapporto è diverso – dice –. Due anni fa ha avuto un incidente ed è stato investito da un’auto che gli ha spezzato entrambe le gambe posteriori. L’ho fatto operare qui ad Asola, ma poi, visto che non si ristabiliva, l’ho portato anche in una clinica specializzata a cremona, dove lo hanno guarito perfettamente. Ho due figlie, ma per me lui è il terzo». Dopo l’atto di restrizione emesso dal tribunale di Mantova, il cane è stato affidato in custodia al canile di Calvatone. «Vado tutti i giorni a dargli da mangiare ed a trovarlo. Lui ha bisogno di me e io di lui». Così Beretta ha incaricato un avvocato per cercare di farsi restituire il cane. Il legale, Mauro Messori, presidente provinciale di Federcaccia, la maggiore organizzazione venatoria mantovana presenta una istanza al tribunale del riesame per far revocare il provvedimento «del tutto inusuale nel Mantovano – spiega –. Ho chiesto che venga restituito il cane al mio assistito o che comunque si fissi l’udienza. Nel corso del dibattimento ho presentato le decine di testimonianze a favore di Beretta ed è emersa anche la richiesta che il cane venga tolto dal canile e affidato a parenti dell’uomo. È stato allora che il Pm ha detto che non gradiva un affidamento ad un cacciatore. Ora aspettiamo che riapra il Tribunale per la fissazione dell’udienza».
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GAZZETTA DI MANTOVA
17 AGOSTO 2012
Cane sequestrato, cacciatori infuriati
di Vincenzo Corrado
ASOLA (MN) - C’è chi difende a spada tratta il cacciatore (associazioni di categorie in testa) e chi invece plaude all’operato del pubblico ministero, che per qualcuno diventa addirittura un paladino degli animalisti. Il caso di Alberto Beretta, il 72enne cacciatore di Asola a cui è stato sequestrato il setter inglese Poker, continua a far discutere. L’uomo aveva raccontato un paio di giorni fa alla Gazzetta che l’animale, sequestrato a causa di presunti maltrattamenti, non gli verrà restituito perché secondo il pubblico ministero che sta seguendo il caso, aperto a seguito della denuncia di una vicina di casa di Beretta, «l’affidamento del cane a un cacciatore non è un bene». Poker si trova oggi nel canile di Calvatone, in provincia di Cremona. Sul sito internet e sul profilo facebook del nostro giornale i commenti si sprecano. Per la maggior parte degli internauti le parole del pm sono sacrosante: «I canili – scrive Attilio Bondio di San Benedetto Po su www.gazzettadimantova.it – sono pieni all’80% dei cani dei cacciatori che senza scrupolo li abbandonano, quando non li ammazzano con una fucilata oppure li annegano con un masso al collo. I cacciatori sfruttano i loro cani e se ne disfano non appena questi non sono più idonei alla caccia. I miei complimenti al signor. giudice». Sauro Baruffi di Mantova rincara la dose: «Posso non credere che sia stato picchiato, ma già che si parla di un cacciatore qualche dubbio mi resta, conosco di che razza sono i cacciatori, solo che chiamano sport la caccia, si è già detto tutto». Beretta, però, in questi due giorni ha ricevuto anche attestati di solidarietà. Federcaccia, tramite il presidente provinciale Mauro Messori si è detto sicuro dell’innocenza dell’asolano e ha chiesto che venga fissata al più presto l’udienza in cui «possano essere ascoltate le decine di testimonianze a favore del 72enne». Non solo. Un cacciatore d’eccezione, il consigliere regionale del Pd Giovanni Pavesi è ieri intervenuto per prendere le difese degli habitué della doppietta: «Se davvero il pm ha detto che è sbagliato affidare un cane ad un cacciatore, siamo di fronte ad una generalizzazione clamorosamente sbagliata. Io ho cinque cani e conosco l’amore che ogni cacciatore ha per i propri animali. Beretta dovrà essere giudicato, ma la crociata a priori contro la categoria non mi piace». Gli fa eco Denis Fracca (Enalcaccia): «Ultimamente pm e politici (il riferimento è all’ex Ministro Michela Vittoria Brambilla, da tempo impegnata in difesa degli animali ndr) si stanno lasciando andare in dichiarazioni molto severe nei confronti di noi cacciatori. Conosco il caso di Beretta e posso dirvi che nella quasi totalità dei casi il cacciatore tratta i suoi cani meglio della moglie». Insomma, il dibattito rimane aperto. Con Beretta o contro Beretta. Animalisti contro cacciatori. Uno scontro infinito.
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GAZZETTA DI MANTOVA
19 AGOSTO 2012
Il magistrato risolva il caso di Poker: un legame d’affetto
Prov. Di Mantova - Fuorisacco - Sono veramente allibita di quanta gente riesca a sputare sentenze su un caso a loro totalmente sconosciuto, dove non conoscono la persona denunciata, né tanto meno il rapporto che egli stesso aveva instaurato con il suo cane, anche se cacciatore. Direi che proprio chi vuole il benessere degli animali dovrebbe appurare prima di tutto la veridicità dei fatti; in quanto, se il maltrattamento non c'è stato, non pensate che proprio il cane (essere senziente che non ragiona e al quale non gli si può spiegare il perché è stato separato dal proprio padrone e rinchiuso in una cella come se fosse lui il colpevole) stia subendo un'ingiustizia e vivendo un abbandono non voluto dal suo padrone? Pensate, qualora si spera ritorni a casa, con quale difficoltà si recupererà il rapporto che si era instaurato tra i due. Non è giusto fare di tutta un'erba un fascio. È vero che ci sono dei cacciatori che trattano male il loro cane, ma non è questo il caso. Non c'è niente di scontato a questo mondo! Ci saranno cacciatori che abbandonano il proprio cane e riempiono i canili, come qualcuno afferma! Ma forse non avete letto bene che in questo caso il signor Beretta non lo ha abbandonato, ma gli è stato portato via con la forza! Dico tutto ciò perché ho visto con i miei occhi quest'uomo accudire amorevolmente il suo Poker, portarlo a spasso tre volte al giorno (quanti cacciatori lo fanno?), prendersi cura del suo cane senza badare a spese e a tempo, portarlo in più cliniche per poter trovare chi lo facesse guarire totalmente dopo l'incidente. Ho visto Poker giocare e mostrare affetto al suo padrone tante volte. Ed ora questo legame è stato spezzato senza nemmeno prima fare qualche indagine per notare anche un minimo di sospetto di maltrattamento! Ora mi tr ovo da una parte un uomo disperato, confuso, che ha sempre la commozione in gola. Dall'altra parte, invece, c'è Poker, un cane che faceva delle gran feste al suo padrone appena lo vedeva al canile perché convinto che fosse andato a prenderlo per portarlo a casa; ma giorno dopo giorno, mese dopo mese, ciò non accade, e il cane si rivolge sempre meno al padrone come amareggiato e deluso da lui perché penserà che da lì non uscirà più! Chiedo comprensione per questa situazione e chiedo al Pm di affrontare al più presto questo caso e poter salvare il prima possibile un legame d'affetto cane/uomo che questa volta non merita di finire. Giustizia sia! Loredana Ghizzi Amante degli animali e contro la caccia.
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LA PROVINCIA PAVESE
15 AGOSTO 2012
Non siamo gente senza cuore
GARLASCO (PV) - «Non siamo senza cuore. Semplicemente c’è un contratto, che il signor Antonio si è impegnato a rispettare». A parlare così sono i proprietari della casa dove abita Antonio P., il pensionato 65enne che ha adottato “Semolino”. La vicenda di questo meticcio di 11 anni ritirato dal canile di Vigevano ha fatto discutere tutta Garlasco. Tanto che su internet sono piovuti commenti di ogni tipo sulla vicenda. «Ma anche noi amiamo gli animali, e non abbiamo niente contro i cani», dicono i padroni di casa. Nei giorni scorsi infatti il pensionato di Garlasco che ha adottato “Semolino” si era detto pronto a tutto pur di tenere con sé il suo cane. «Se ne avesse parlato con me, ne avrei discusso con gli altri proprietari, e insieme avremmo potuto cercare di trovare una soluzione», spiega uno dei titolari della palazzina dove il pensionato vive. «Invece non ci ha detto niente del cane, se non a cose fatte», continua il padrone di casa. «Anche a me piacerebbe avere un cane, ma nel condominio dove abito non è possibile – continua l’uomo –. Inoltre nel contratto firmato dal signor Antonio è espressamente previsto che non si possano tenere degli animali». E nel dirlo mostra l’articolo 17 del contratto siglato anche dal disabile di Garlasco che ha adottato “Semolino”. «In quella palazzina c’è anche un regolamento condominiale, che vieta di tenere animali», aggiunge il proprietario. Insomma, la vicenda di “Semolino” è tutt’altro che conclusa. Mentre Antonio P. si dice pronto a tutto pur di tenere il cane con sé, i padroni di casa mostrano le loro ragioni. In attesa di sapere chi dei due ha ragione, e se “Semolino” può stare o no in quell’appartamento, la vicenda continua a suscitare reazioni. Su Facebook infatti qualcuno cita sentenze della Corte di Cassazione, il trattato di Lisbona e la Costituzione. “Semolino” intanto, ignaro di tutto, continua a scodinzolare e a accettare le carezze di tutti al parchetto di via Bozzola.
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GEA PRESS
15 AGOSTO 2012
San Giuseppe Jato (PA) – alla Fiera degli animali irruzione di Forestale e Carabinieri
Intervento stamani all’alba nel corso del mercato degli animali di San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo. Ad intervenire il Servizio Cites ed il Nucleo Operativo provinciale del Corpo Forestale della Regione siciliana. Presenti anche i Carabinieri.Dopo i primi sopralluoghi è stato il fuggi fuggi generale. Almeno un mezzo è stato visto allontanarsi con all’interno numerosi uccelli di cattura. Ad essere fermati venditori di calandre e cardellini. Non è ancora chiara la situazione relativa ad alcuni venditori di rettili, forse tartarughe terrestri, osservati al momento del sopralluogo.Già nelle scorse edizioni della fiera ferragostana che si svolge nell’immediata periferia del grosso centro agricolo del palermitano, vi erano stati interventi congiunti della Forestale siciliana e dei Carabinieri. Anche in questi casi erano stati sequestrati numerosi cardellini di cattura.
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IL PICCOLO
15 AGOSTO 2012
Altro che Fido Ora si abbandonano conigli e pesci rossi
di Laura Tonero
Tartarughe abbandonate nelle fontane pubbliche, cavie che corrono disorientate nel giardino di villa Engelmann. Novità: l’emergenza degli abbandoni estivi di animali a Trieste quest’anno non riguarda cani e gatti bensì tartarughe d’acqua dolce, conigli, criceti, cavie e pesci rossi. Lo denuncia l’Enpa, chiamato quasi quotidianamente a intervenire per recuperare, salvare e accudire decine di questi animaletti abbandonati ovunque da chi è in partenza per le ferie, ma anche da chi si è stufato di prendersi cura di loro. Già, perché quando si acquistano certe bestiole è bene ricordare che anche il più piccolo dei criceti, un silenzioso pesce rosso o una timida tartaruga necessitano di cure e attenzioni quotidiane. «È una situazione indegna e vergognosa – sostiene Gianfranco Urso, presidente dell’Enpa – abbiamo raccolto cavie nel giardino pubblico di via Giulia, una che vagava impaurita in mezzo al traffico tra via Rossetti e viale Ippodromo, conigli in villa Engelmann e tartarughe abbandonate nella vasca della fontana di piazza Rosmini». Sono stati i frequentatori dei giardini ad avvistare gli animali abbandonati e a contattare l’Enpa. L'abbandono di tartarughe d’acqua è un fenomeno molto diffuso. Quando vengono acquistate sono piccolissime e di un colore verde brillante, ma crescendo raggiungono anche i 12 centimetri di diametro e necessitano del giusto spazio e di cure non indifferenti. Da qui la decisione di molte famiglie di sbarazzarsene. «Alcuni cittadini prima di partire per le vacanze sono venuti a lasciare le tartarughe direttamente nella nostra sede – riferisce Urso – ammettendo con franchezza di non volerle più. Nel caso dei conigli e delle cavie, oltre a quelle abbandonati nei giardini, c’è invece un continuo via vai di gente che arriva da noi per lasciare la bestiola inventandosi mille scuse. Non si sa perché – ironizza il presidente Enpa - ma a ridosso dell’estate si assiste a un’anomala esplosione di allergici ai conigli». Molti dei negozi triestini dedicati alla toelettatura e alla vendita di cibo, mangimi e attrezzature per animali espongono in vetrina conigli, porcellini d’India, criceti, topini bianchi, scoiattoli, furetti, rane. Inteneriti o affascinati dalla simpatia delle bestiole, molti triestini li acquistano. Senza avere valutato però l’impegno che ogni animale richiede. E senza avere considerato, ad esempio, che un coniglio può vivere oltre dieci anni, che non può stare sempre e solo in gabbia, che deve mangiare frutta e verdura fresca e che può provocare piccoli danni rosicchiando mobili o fili elettrici. «Naturalmente è meglio lasciare un animale a noi che abbandonarlo p er strada o in qualche giardino pubblico – avverte il presidente dell’Enpa – ma chi li acquista o li regala deve tenere ben chiaro che è vita e va rispettata. Chi compera questi animali deve farlo con maggior responsabilità». Anche per il fatto che questi animali nati e vissuti in cattività non riescono a sopravvivere facilmente se abbandonati in luogo non idoneo. I conigli, le cavie o i criceti abbandonati ora sono sistemati nel ricovero dell’Enpa in attesa di essere adottati.
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IL PICCOLO
15 AGOSTO 2012
Capriolo in cerca d’acqua al castello di Duino (TS)
Tiziana Carpinelli
Manca l’acqua e gli animali si spingono fino in paese. Capita sull’altipiano carsico, dove i contatti tra uomo e fauna selvatica di questi tempi davvero non possono considerarsi sporadici, visto che per la siccità gli avvistamenti di animali in proprietà private si stanno facendo sempre più frequenti; ma succede anche in pieno centro a Duino. Un paio di giorni fa infatti un esemplare di capriolo in età adulta, spinto dalla sede, è andato ad abbeverarsi direttamente alla fontana del castello, secolare dimora dei principi della Torre e Tasso, dal 2003 aperta al pubblico per visite. L’ungulato non è passato inosservata e data la stazza si è dovuto richiedere l’intervento dei guardiacaccia provinciali, che hanno immobilizzato l’animale con una rete per poi liberarlo sul Carso. Dell’altro giorno, invece, il soccorso pres tato a un giovane ungulato rimasto imprigionato nel recinto di un’abitazione ad Aquilinia. Il piccolo capriolo si dimenava disperatamente, senza riuscire a fuggire via, ma anche in questo caso la disavventura ha avuto un lieto fine. Proprio per evitare che le bestiole, attanagliate dalla sete, si procurino qualche lesione cercando di valicare reticoli o cancelli elettrici, gli esperti consigliano ai proprietari di abitazioni a ridosso di località boschive di predisporre delle ciotole d’acqua davanti agli ingressi, di modo che i quadrupedi non tentino di scavalcare i recinti ma si accontentino degli abbeveratoi fai-da-te. Un gesto di accortezza che, per chi ama gli animali, certo non sarà un sacrificio. Questa estate rovente degli anticicloni africani ha letteralmente “bruciato” la vegetazione locale e sul Carso, dove non ci sono laghetti o ruscelli, gli erbivori non riescono più a ricavare l’acqua necessaria al proprio fabbisogno ne ppure mangiando erba secca o succhiando le foglie, ormai tutte ingiallite. Di qui la pressione esercitata dalla fauna selvatica sui centri abitati, con avvistamenti in paese di caprioli, cinghiali e volpi. L’auspicio è che la morsa del caldo si allenti, altrimenti, in conseguenza dello stress fisico cui le bestiole risultano sottoposte in questi giorni, c’è il rischio che nemmeno le ciotole lasciate in giro possano scongiurare il ritrovamento di carcasse sul Carso.
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QUOTIDIANO.NET
15 AGOSTO 2012
Che cosa ci insegnano gli animali
Ho apprezzato molto l’attenzione con la quale avete seguito la vicenda Green Hill (il canile lager del Bresciano) così come mi piace lo spazio che da qualche tempo dedicate agli animali: un cane o un gatto soprattutto per le persone anziane e i bambini è fonte di grande compagnia. Penso sinceramente che meritino la nostra attenzione. L.C., da ilgiorno.it
IN QUESTA nostra rinnovata attenzione al mondo animale non siamo certamente soli. Lo dimostrano le email e le lettere di incoraggiamento e di sostegno che in queste settimane abbiamo ricevuto tutte le volte che sulle pagine del giornale abbiamo affrontato temi legati ai quattro zampe. E questo perché è sempre più diffusa nel nostro Paese l’opinione secondo la quale esiste un diritto degli animali a vivere in libertà senza soffrire inutilmente. Che non significa ovviamente dimenticare che anche in Italia esistono condizioni di vita talmente precarie da suggerire un impegno prioritario innanzitutto verso i nostri simili. Ma rispettando gli animali, rispettiamo noi stessi, la natura di cui facciamo parte e, soprattutto, rispettiamo il valore della vita.
Laura Fasano, vicedirettore de "Il Giorno".
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LA NUOVA SARDEGNA
15 AGOSTO 2012
Pitbull azzanna il padrone: ucciso
CAGLIARI - Storia tragica di un impiegato e del suo cane che è stato necessario uccidere perché aveva azzannato il padrone a un braccio e non mollava la presa. L’impiegato ha portato il suo cane, un pitbull, a fare la passeggiata sotto casa, in via Pasubio. A un tratto cane e padrone hanno incrociato un gruppo di persone che aveva alcuni cani al guinzaglio. Erano femmine, in calore, il pitbull voleva avvicinarsi e il padrone glielo ha impedito. Il cane resisteva, il padrone ha pensato bene di far finire la passeggiata ed è risalito a casa con l’animale al guinzaglio. Nell’ingresso lo ha slegato, il pitbull ha azzannato il padrone prima a un braccio e poi all’altro e non ha più mollato la presa. Stringeva i denti e tirava, nel totale strazio del padrone che urlava e perdeva copiosa mente sangue. La moglie che era in un’altra stanza ha visto la s cena terribile:il marito in un angolo piegato e urlante, il cane irriconoscibile che lo teneva stretto col muso sporco di sangue. Impossibile distorglielo, la donna ha chiamato il 112 e la sala operativa dei carabinieri ha mandato in via Pasubio una pattuglia senza trascurare di cercare un veterinario. I due carabinieri della compagnia agli ordini del capitano Paolo Floris hanno trovato la stessa scena che aveva terrorizzato la donna: l’uomo sfinito, coperto di sangue, col cane attaccato al braccio. I carabinieri hanno cercato di fargli allentare la presa, ma si sono fermati perché il cane strappava ancora di più. Un vicebrigadiere giovane, appassionato di cani,si è sobbarcato l’onere di intervenire nell’unico modo che ormai appariva possibile: uccidere il cane. L’impiegato aveva già perso molto sangue, il cane era come pietrificato con le zanne nel braccio: fermo, davati al padrone.La situazione era sicura, il carabiniere gli ha sparato un colpo alla base della nuca, l’animale è morto all’istante. L’impiegato è stato operato al Brotzu per le profonde lesioni, al carabiniere affranto quanto lui ha fatto in tempo a spiegare che quel pitbull l’aveva ricevuto cucciolo in regalo tre anni prima e l’aveva allevato stabilendo con lui un rapporto affettuoso.
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TRENTINO
15 AGOSTO 2012
Nei cieli sopra Festa vola una rondine albina
di Paolo Trentini
BRENTONICO (TN) - Dopo l'orso albino ecco la rondine bianca. I numerosi avvistamenti del plantigrado “pallido”, ormai quasi di casa anche in Vallagarina, non sono più una notizia ma ieri nei prati di località Festa di Brentonico, accanto agli stalloni, è stato fotografato un esemplare di rondine albina. Sebbene non sia un fenomeno molto raro in assoluto e ci siano spesso avvistamenti in tutta Italia, si tratta del primo avvistamento in Vallagarina di questo animale. La rondine ha scelto la località brentegana come località per trascorrere l'estate. Il rischio, come sempre in questi casi, è che si scateni una caccia all'avvistamento e di conseguenza il tentativo da parte di qualche cacciatore o appassionati di impallinare il volatile e farne un trofeo. "Ora il pericolo è che qualcuno possa uccid erla per esibirla davanti agli amici - conferma il direttore del Museo civico Franco Finotti - visto che una rondine bianca non si vede tutti i giorni. Come accade per tutti gli animali, anche tra le rondini talvolta capita qualche caso di albinismo senza particolari controindicazioni per la sua sopravvivenza, come invece può avvenire per altre specie che hanno più bisogno di mimetizzarsi per sfuggire ai predatori. Ogni tanto si segnalano degli avvistamenti del genere un po' in tutta Italia, non sono rarissime le rondini albine anche se è un fatto curioso. Il numero di questi uccelli insettivori è però in forte contrazione anche in Vallagarina per motivi legati all'inquinamento e ogni esemplare andrebbe protetto".
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LA NUOVA SARDEGNA
15 AGOSTO 2012
Fukushima, primi mutamenti genetici
TOKYO - Ali più piccole e malformazioni agli occhi. Sono le farfalle di Fukushima, che hanno subito pesanti mutazioni genetiche dopo l’incidente nucleare dello scorso anno. Le mutazioni genetiche, ha dichiarato Joji Otaki, professore associato all’Università Ryukyu di Okinawa, il cui studio è stato pubblicato su Nature, sono state trovate in tre generazioni di farfalle vicine all’impianto di Fukushima, sollevando timori che le radiazioni potrebbero aver generato mutazioni anche in altre specie. Circa il 12 per cento delle farfalle azzurre esposte quando erano larve al disastro nucleare hanno presentato anomalie, come ali più piccole e occhi danneggiati. Gli insetti sono stati fatti accoppiare in laboratorio, e il 18% della prole presenta problemi simili, cifra che è salita al 34 per cento nella terza generazione di farfalle. I ricercatori hanno anch e raccolto altre 240 farfalle a Fukushima nel settembre dello scorso anno, sei mesi dopo il disastro. Anomalie sono state registrate nel 52 per cento di esse, ha detto Otaki all’agenzia France Presse. «Abbiamo raggiunto la ferma conclusione che le radiazioni rilasciate dalla centrale di Fukushima abbiano danneggiato i geni delle farfalle», ha detto Otaki. Un allarme anche per gli esseri umani? Secondo lo scienziato è troppo presto per saltare alle conclusioni: i risultati della sua equipe sulle farfalle di Fukushima non possono essere direttamente applicati ad altre specie, incluso l’uomo. Per questo serviranno altri studi di follow-up, compresi test analoghi su altri animali. Kunikazu Noguchi, professore associato di protezione radiologica , ha dal canto suo ribadito che sono necessari più dati per determinare l’impatto dell’incidente nella centrale nucleare giapponese sugli animali in generale.
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GAZZETTA DEL SUD
15 AGOSTO 2012
Pitone gigante di oltre 5 metri
Una femmina di pitone gigante, lunga 5,35 metri e con un diametro di 30 centimetri per 70 chili di peso, è stata trovata in Florida, nel parco le nazionale di Everglades.
Una femmina di pitone gigante, lunga 5,35 metri e con un diametro di 30 centimetri per 70 chili di peso, è stata trovata in Florida, nel parco le nazionale di Everglades. Il ritrovamento segna un doppio record: oltre a trattarsi del piu' grande esemplare mai catturato nel paese, il rettile conteneva anche 87 uova, un numero mai riscontrato prima d'ora. ''E' mostruosa: larga 30 cm per 5,35 metri di lunghezza'' ha sottolineato Kenneth Krysko, direttore della collezione di rettili al Museo di Storia Naturale della Florida. Si tratta di un pitone molure (Python molurus), o pitone birmano nativo nel Sud-Est asiatico e trovato per la prima volta nelle Everglades nel 1979 quando fu portato di contrabbando.Il pitone si nutre di uccelli, linci, cervi, alligatori e altri grandi mammiferi e non ha predatori naturali, hanno spiegato gli esperti che stimano una presenza della specie negli Stati Uniti in migliaia di esemplari che rappresentato una minaccia per la fauna locale. Non solo per il numero consistente ma anche per la loro longevita' e la capacita' di riprodursi copiosamente. ''Questi serpenti sopravvivono a lungo in natura'', ha aggiunto Krysko sottolineando che ''niente li ferma e gli animali del parco sono in pericolo'' in loro presenza.
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LA REPUBBLICA
15 AGOSTO 2012
Bruxelles riammette le farine animali a 12 anni dalla crisi della mucca pazza
L'Unione europea permetterà di nutrire i capi da produzione con mangimi prodotti da scarti di macelleria, ma solo da suini, pollame e pesci. La comunità scientifica si è convinta che la colpa della pandemia fu nell'utilizzo di carcasse infette. Ma l'autorità per la sicurezza alimentare parla di "modelli non sicuri al 100%"
di CORRADO ZUNINO
ROMA - L'Unione europea riapre alle farine animali: dodici anni dopo la pandemia chiamata mucca pazza, saranno di nuovo pasto per il bestiame da allevamento. Il contagio della Bse, l'encefalite spongiforme bovina, fu devastante: 190mila casi accertati nel mondo e 225 morti ufficiali per la sua variante che attacca l'uomo. Due decessi furono registrati anche in Italia.
Nel 2013, superando un divieto severo applicato in tutta l'Ue a partire dalla deflagrazione del morbo, i capi da produzione torneranno a essere nutriti con alcune farine animali, prodotte con scarti di macelleria. La Unione, infatti, limiterà le "animal proteins" a maiali, pollame e pesci d'acquacoltura. A settembre la commissione Salute e politiche dei consumatori porterà al Parlamento europeo la sua proposta ed è probabile che entro l'anno il divieto assoluto delle proteine animali venga cancellato. Dall'inizio del 2013, quindi, la distribuzione delle farine delle tre specie dovrebbe essere consentita negli allevamenti. Il dibattito sul ritorno delle proteine Pat, la prima riunione sul tema fu del 7 luglio 2010, è tornato forte nelle ultime due stagioni. La commissione Salute e consumatori si è confrontata sul controverso dossier innanzitutto con una scettica Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa), sede a Parma. Quindi con consulenti medici, veterinari, nutrizionisti dei paesi membri. È diventata convinzione maggioritaria della comunità scientifica istituzionale che la pandemia, diagnosticata per la prima volta nel 1986 e che ha fatto registrare decessi anche nelle ultime stagioni, sia stata generata dall'utilizzo di carcasse infette per produrre farine, e non dal fatto in sé di forzare la natura di animali erbivori. Colpa di farine malate, e non di tutte le farine animali. L'Istituto superiore di sanità italiano ha confermato questa ricostruzione scientifica e il Consiglio nazionale dell'alimentazione francese ha espresso parere favorevole alla riapertura graduale segnalando come oggi le carni provenienti dal Sudamerica già contengano proteine animali. Ora la commissione guidata da John Dalli, fortemente contestata dagli animalisti per le sue scelte nel campo della clonazione animale e del trasporto dei capi destinati alla macellazione, ha deciso di aprire gradualmente alle "farine". Sarà comunque evitata ogni forma di cannibalismo: le farine di galli e galline saranno nutrimento solo per i suini e viceversa. Sul "divieto sui ruminanti" (dal marzo 2001 non possono diventare cibo per altri animali, né possono nutrirsi di farine animali di alcun tipo) la discussione tra l'eurocommissione e i tecnici esterni è stata conflittuale e la spinta lobbistica dell'industria delle carni, che ha trovato sponde negli uffici europei, è stata arginata dalla resistenza dell'Efsa. La proibizione è stata mantenuta e anche in futuro, in qualsiasi tipo di allevamento, non si potranno produrre e dare in pasto farine di bovini e ovini. Il veterinario Koen Van Dyck, direttore generale della commissione Salute e consumatori, spiega: "Abbiamo valutato che con queste precauzioni non ci siano rischi per la riproduzione della variante umana del morbo di Jacob Kreutzberg". Si parla, appunto, della devastante infezione passata dalle mucche, malate di encefalite spongiforme, agli uomini. L'Efsa di Parma ha reso pubblico un documento, tuttavia, in cui parla di "modelli di difesa adottati dalla Ue soddisfacenti, ma non sicuri al cento per cento". Per evitare ogni contaminazione incrociata le farine animali che torneranno sul mercato avranno una "stretta canalizzazione" nel loro viaggio verso magazzini e allevamenti e per evitare mescole pericolose fra proteine di bovini, ovini e caprini (esiste anche una Bse di ovini e caprini detta Scrapie) si organizzeranno "test simili a quelli che si fanno per individuare l'introduzione di prodotti geneticamente modificati". Dice ancora il direttore generale Van Dyck: "Non esiste il bisogno di dare proteine animali agli erbivori". Per ora saranno esclusi dall'alimentazione integrata con le farine anche cavalli e conigli. |
IL MESSAGGERO Roma, cane lasciato morire in giardino ROMA - Lo hanno lasciato solo per quattro giorni: senza acqua né riparo per il sole torrido dell'estate. I vicini hanno provato lanciare cibo a quel povero cane che, colpito da artrosi non riusciva neanche più a muoversi. Abbandonato nel giardino della propria casa in via Virginia, zona Appio-Tuscolano, dai padroni che sono partiti per le vacanze. Alla fine qualcuno ha chiamato lo 060606 che gestisce la campagna estiva di protezione degli animali. Vigili e ASL sono intervenuti ma per il cane non c'era più nulla da fare ed è stato abbattuto. |
IL TEMPO
17 AGOSTO 2012
Alberone
Vanno in vacanza e lasciano il cane a morire in giardino
Non ne potevano più i condomini di un palazzo di Via Virginia, nel quartiere romano dell'Alberone.
ROMA - Erano oramai anni che guardavano dall'alto la sofferenza di quel grosso cane lasciato tutto il giorno da solo e senza riparo in giardino sia che nevicasse che con il sole più cocente. Mai una cura per lui che spesso rimaneva anche senza cibo ed acqua, tanto che i condomini gli lanciavano avanzi dai balconi per nutrirlo. Da alcuni mesi poi il cane si era anche ammalato e l'artrite non gli permetteva di muoversi bene, ma nemmeno questo ha indotto i proprietari a prendersi cura di lui, e così sono partiti per le vacanze estive. L'animale è stato lasciato solo senza cibo né acqua che i condomini hanno provveduto a calare dall'alto. Quando, dopo quattro giorni dalla partenza dei proprietari, i vicini hanno visto del sangue colare da una zampa ferita, e che il cane malgrado gli sforzi non riusciva a mettersi in piedi, hanno chiamato lo 060606 che gestisce la campagna est iva di protezione degli animali voluta dall'assessore comunale all'Ambiente, Marco Visconti, e che ha immediatamente inoltrato la telefonata all'ufficio legale di Earth. «Abbiamo richiesto un intervento urgente e congiunto di vigili e Asl poiché bisognava entrare in una proprietà privata» spiega Valentina Coppola, presidente di Earth, «ma per il cane non c'è stato nulla da fare e i medici della Asl al loro arrivo hanno dovuto abbatterlo». L'associazione ha presentato una denuncia in Procura per maltrattamento di animale come previsto dall'articolo ex 544-ter del codice penale e annuncia che si costituirà parte civile nel processo a carico dei proprietari: «Questo cane è vissuto senza mai conoscere l'affetto di una famiglia, non permetteremo che anche la sua morte passi sotto silenzio». Commenta l'assessore Visconti: «L'episodio denunciato dall'associazione Earth, che collabora con il Dipartimento Ambiente nell'ambito della campagna estiva per la tutela degli animali, è gravissimo e merita la massima attenzione. Attendiamo ora l'esito delle indagini della Procura affinché venga accertata la responsabilità dei proprietari. È assolutamente intollerabile che un cane, per di più malato, venga abbandonato e lasciato morire, senza cibo né acqua, all'interno di condominio privato. Invito i cittadini - prosegue - a segnalare tempestivamente allo 060606 di Roma Capitale qualsiasi episodio di maltrattamento e di abbandono». Una situazione analoga ma meno "spettacolare" si verificò un anno fa, a settembre. Un inglese fu denunciato per maltrattamento di animale dopo aver abbandonato il suo cane maremmano all'interno della propria auto, una Volvo parcheggiata in largo Lombardi, nel centro storico. Ad avvisare due vigilesse del I Gruppo furono alcuni passanti. La polizia municipale allertò anche i vigili del fuoco, i quali ruppero un vetro dell'autovettura, che aveva tutti i finestrini chiusi. Un volta rintracciato, il proprietario fu rintracciato e gli venne riaffidato al cane.
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IL TEMPO
19 AGOSTO 2012
Cane morto in giardino Interrogazione in Comune
La consigliera del Pd, Monica Cirinnà, accusa l'associazione Earth della morte del cane abbandonato dai propietari nel giardino di casa all'Alberone.
Roma - Ma Earth, che è intervenuta dando l'allarme ai vigili e alla Asl, non ci sta, e chiede alla consigliere di «non speculare sulla sorte di un animale». Per comprendere questa polemica conviene ricordare cosa è accaduto all'Alberone. Il cane era stato lasciato solo senza cibo né acqua dai proprietari partiti per le vacanze. Non era la prima volta che accadeva. Stavolta, però, i vicini si sono accorti che la situazione era degenerata a tal punto che il cane sanguinava da una zampa e non riusiciva più a stare in piedi. Dopo quattro giorni dalla partenza dei proprietari, i vicini hanno chiamato lo 060606 che gestisce la campagna estiva di protezione degli animali voluta dall'assessore comunale all'Ambiente Marco Visconti. Gli uffici comunali hanno girato l'allarme ad Earth che è intervenuta chiedendo l'intervento di vigili e Asl, dal momento che bisognava entrare in un'abitazione privata. Come aveva già spiegato Valentina Coppola, presidente di Earth, «i medici, una volta resisi conto delle condizioni del cane, non hanno potuto fare altro che abbatterlo». Adesso però, a confutare questa tesi, è la Cirinnà che ha inoltrato un'interrogazione urgente all'assessore Visconti. Secondo la consigliere «la condanna a morte del cane è la conseguenza di una serie di procedure sbagliate e improprie». Ma quali sarebbero questi sbagli? Per Cirinnà «il primo riguarda il call center del Comune che avrebbe dovuto allertare il canile della Muratella, anziché‚ l'associazione Earth. Tutte le segnalazioni che arrivano al Comune tra le 7 e le 19 vanno girate al canile e all'Asl RmD. Sicuramente osservando questa procedura il cane non sarebbe stato ucciso. Con troppa leggerezza si è agito, decidendo la soppressione dell'animale». Cirinnà si spinge oltre e afferma che se ci fosse stata lei l'animale non sarebbe morto: «Ricordo che nel corso della mia permanenza all'ufficio per i diritti degli animali nessun cane à stato mai soppresso». Inoltre, secondo la consigliere, sarebbe dovuto intervenire il servizio «Pet in Time», convenzionato con la Asl. L'associazione Earth respinge le accuse: «Va bene la campagna elettorale, ma fare speculazione sulle sorti di un animale è disgustoso - risponde Valentina Coppola - Gli operatori hanno cercato di contattare il canile ma nessuno ha risposto al telefono. Forse Cirinnà farebbe bene a pensare prima di intervenire su qualsiasi tema per fare in modo che finisca sulla stampa solo per avere un momento di visibilità».
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GENOVA 24 ORE
16 AGOSTO 2012
Animali, Aidaa: “25 mila l’anno venduti in nero, giro d’affari da 15 mln di euro”
“In Italia sono 25.000 gli animali venduti in nero per un giro d’affari di 15 milioni di euro, con 2 milioni di euro di Iva evasa”. A denunciarlo è l’Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) in un esposto inviato alla Procura della Repubblica di Roma, al Comando della Forestale e alla Guardia di finanza, corredato di oltre 200 indirizzi di siti e negozi online, oggetti di segnalazione nel corso dell’ultimo anno e mezzo all’associazione in merito a irregolarità nella gestione e nella vendita degli animali.“Gli animali – si legge in una nota dell’Aidaa – vengono inoltre venduti online in precarie condizioni fisiche, o in violazione delle norme di tutela e protezione degli stessi animali. Il 65% dei cuccioli di cani, venduti sotto peso e con documenti falsificati, muoiono entro due mesi dall’arrivo nella nuov a famiglia. Dai dati in nostro possesso – prosegue la nota – il giro d’affari relativo alla vendita di questi animali riguarderebbe almeno 25.000 animali l’anno e in particolare si tratterebbe di cuccioli di cani provenienti dai paesi dell’est Europa”.“Aidaa – conclude la nota – chiede controlli severi sia sui siti Internet che vendono animali, sia in molti negozi, ma soprattutto negli allevamenti privati dove vengono venduti cuccioli in nero e senza alcuna sicurezza sulle condizioni di salute.
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GEA PRESS
16 AGOSTO 2012
Siena – il Palio in quattro: tutti gli altri son caduti (foto)
Frattura dell'arto per il cavallo della Civetta
Drago più cinque, quasi come in un fascicolo aperto di un qualsiasi Tribunale. Niente di penale, però. A Siena va sempre bene anche quando cadono, tutti assieme, sei cavalli su dieci. Ha iniziato Guess, il cavallo del Drago. Poi a seguire gli altri cinque. Da quella mischia di sudore, polvere e corpi che si ammassavano, hanno potuto continuare solo le contrade del Montone, della Selva, del Leocorno e della Tartuca.Alla prima curva di San Martino va di scena il “palio drammatico”, come ha riferito il cronista RAI, anche se poi festeggiano tutti.Dei cavalli, nessuna traccia, tranne quelle lasciate in terra quando le quattro contrade superstiti si sono ritrovate alla curva di San Martino (vedi foto copertina). Si saprà prossimamente, se ci sono state conseguenze per cavalli e fantini. Sei su dieci, tutti d’un colpo, il Palio di Siena li ha fatto fuori, di gara.A vincere la competizione la contrada del Montone. Non accadeva dal 1990.
AGGIORNAMENTO: nell’incidente della curva di San Martino, ad avere la peggio è stato il cavallo Moedi della contrada della Civetta. Frattura dell’arto anteriore sinistro, secondo quanto comunicato dal Comune di Siena. Per lui l’intervento chirurgico presso la Clinica Veterinaria Il Ceppo. Quattro fantini sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso, ma non avrebbero nulla di serio. Secondo il Comune di Siena risultano illesi gli altri cinque cavalli coinvolti nella caduta.
VEDI FOTO:
http://www.geapress.org/corse-palii-giostre/siena-il-palio-in-quattro-tutti-gli-altri-son-caduti-foto/31512
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LA STAMPA
16 AGOSTO 2012
La maxi-caduta al Palio di Siena: in 4 all'arrivo
Si è risolto con la vittoria un po' a sorpresa della contrada Valdimontone, il Palio dell'Assunta. Un Palio deciso da una caduta alla prima curva di San Martino che ha avuto conseguenze per uno dei cavalli, Moedi della Civetta, sottoposto subito dopo la corsa a intervento chirurgico dai veterinari della clinica del Ceppo che gli hanno ridotto una frattura alla prima falange dell'arto anteriore sinistro. In ospedale sono finiti anche 4 fantini: i sanitari de Le Scotte hanno riscontrato lievi traumi e abrasioni.
FOTO
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/in-italia/lstp/170421/
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ADN KRONOS
17 AGOSTO 2012
Palio Siena, Lav: riconvertire la manifestazione in spettacolo senza animali
Roma - Secondo l'associazione questi nuovi incidenti sono "l'ennesima conferma che questo spettacolo deve anteporre alla tradizione la sicurezza dei cavalli e di tutti i partecipanti''.
Roma - "Una nuova brutta edizione del Palio di Siena: durante la corsa di ieri, trasmessa in diretta su Raidue, il cavallo della Civetta Moedi, trascinato insieme ad altri cinque cavalli nella caduta alla prima curva di San Martino, e' stato portato alla clinica veterinaria del Ceppo dove, secondo le informazioni riferite dagli organi di stampa, sarebbe stato sottoposto ad una operazione". Lo comunica, in una nota, la Lav."Gli esami radiologici - continua la nota - avrebbero confermato per il cavallo una frattura alla prima falange dell'arto anteriore sinistro e l'intervento dovrebbe servire a stabilizzare la frattura. Per accertamenti sarebbero stati portati al Pronto soccorso alcuni dei sei fantini caduti". Secondo la Lav questi nuovi incidenti sono "l'ennesima conferma che questo Palio deve anteporre alla tradizione la sicurezza dei cavalli e di tutti i partecipanti riconvertendo la manifestazione in uno spettacolo senza animali: la citta' ne guadagnera' in immagine, da anni offuscata dai tanti tragici incidenti del Palio, e conquistera' il consenso di quella moltitudine di cittadini sempre piu' critici verso chi usa i cavalli per spettacoli tanto pericolosi, e indecorosi non solo per Siena ma per l'intero Paese".''La mortalita' al Palio di Siena e' altissima, sono almeno 50 i cavalli deceduti dagli anni '70 a oggi - spiega Nadia Zurlo, responsabile Lav settore Equidi - Ancora una volta chiediamo, dunque, di abolire il Palio con animali, soprattutto per motivi etici".
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LA ZAMPA.IT
17 AGOSTO 2012
Brambilla attacca il Palio di Siena: "Stop allo sfruttamento degli animali per divertire il pubblico"
L'ex ministro: «E' una corsa pericolosa per animali e fantini. Non è un simbolo nel quale tutti gli italiani possano riconoscersi»
Un cavallo operato d’urgenza per ridurre una grave frattura alla prima falange dell’arto anteriore sinistro e quattro fantini all’ospedale, è il risultato di una disastrosa caduta a catena al Palio di Siena. «L'ennesima dimostrazione che il Palio è e resta una corsa pericolosa, per i cavalli e peri fantini» è stato il commento a caldo dell'ex ministro del Turismo MichelaVittoria Brambilla, che da tempo chiede lo stop dello storico Palio. «Le immagini di questa caduta, che avranno già fatto il giro del mondo in rete - osserva l'ex ministro - non onorano il nostro Paese e non rendono giustizia ai milioni di italiani che amano gli animali e vogliono vedere rispettati i loro diritti. Sono fiera di aver contribuito, da ministro, ad escludere il Palio di Siena dal riconoscimento "Patrimonio d'Italia", così come dalle candidature nazionali all'Unesco. «Il Palio - conclude Brambilla - non è un simbolo nel quale tutti gli italiani possano riconoscersi, le tradizioni possono e devono essere riviste. Quando la finiremo con questo insensato sfruttamento degli animali al solo scopo di divertire il pubblico?».Il cavallo sottoposto all'intervento non è in pericolo di vita, mentre per gli altri cinque animali coinvolti nella caduta "a catena" non sono segnalate conseguenze.
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ANSA
16 AGOSTO 2012
Animali: otto cuccioli in Pnalm
Commissario Rossi ottimista su crescita popolazione plantigradi
PESCASSEROLI (L'AQUILA) - Otto cuccioli di orso sono stati avvistati nel territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm). Per il Commissario del Parco Giuseppe Rossi, si annuncia un'annata eccezionale per le nascite che induce all'ottimismo circa la ripresa della popolazione di orso Marsicano, anche considerando il minimo storico registrato nel 2011, con solo 3 cuccioli avvistati. |
GEA PRESS
16 AGOSTO 2012
Veneto – la svolta animalista della Lega: si al benessere dei cani (da caccia)
Intervento dell'europarlamentare Zanoni: a rischio cuccioli e nidiacei.
Uno degli ultimi provvedimenti pro-caccia della Regione Veneto. Forse non a caso votato ad agosto. A farlo sottintendere è l’On.le Andrea Zanoni, Europarlamentare IdV originario di Treviso. Ad agosto, in molti, sono distratti ed allora ecco la legge che autorizza, tutto l’anno, l’allenamento dei cani da caccia. Un pericolo soprattutto, sottolinea l’On.le Zanoni, per i cuccioli dei mammiferi e per i nidi e pulcini degli uccelli.“Norme regionali in materia di giovani cani”, così si chiama il nuovo provvedimento che, come si legge nel testo, dovrebbe movimentare i cani al fine di favorire il loro benessere. Solo che la legge considera espressamente i cani “da destinare all’esercizio di attività venatoria“. Tutto l’anno e “dall’alba al tramonto su tutto il territorio regionale” con la sola esclusione delle zone di protezione della fauna selvatica e dei parchi regionali e nazionali. Secondo Zanoni, la legge, mascherata furbescamente dalla Lega, propone una iniziativa animalista quando in realtà tratta di favorire l’attività venatoria.“Con questa legge – ha dichiarato l’On.le Zanoni – si potranno allenare i cani da caccia per 365 giorni l’anno, anche in primavera quando mammiferi e uccelli si stanno riproducendo e i loro pulcini sono dipendenti dai genitori, mettendo a rischio la loro sopravvivenza, nonché le uova nei nidi“. Le preoccupazioni di Zanoni sono altresì riferite anche ai luoghi ove sarà consentito allenare i cani. “E’ gravissimo – ha aggiunto l’europarlamentare – il fatto che questa attività venga concessa anche nelle Zone di Protezione Speciale e nei Siti di Importanza Comunitaria della Rete Natura 2000 dove l’Europa ci impone la ma ssima tutela della fauna”.Nel periodo primaverile molte specie di uccelli nidificano a terra o nei cespugli, a portata dei cani da caccia. Si possono citare ad esempio: Allodola, Albanella, Beccamoschino, Calandrella, Calandro, Cappellaccia, Coturnice, Culbiaco, Cutrettola, Francolino di Monte, Gallinella d’Acqua Dolce, Luì Piccolo, Merlo, Ortolano, Passera Scopaiola, Pernice Rossa, Pettirosso, Prispolone, Saltimpalo, Scricciolo, Sordone, Spioncello, Starna, Sterpazzola, Stiaccino, Strillozzo, Succiacapre, Tottavilla, Usignolo, Zigolo Giallo, Zigolo Nero, Fagiano di Monte, Gallo Cedrone e Fagiano.“Tra queste specie ve ne sono alcune che addirittura sono contemplate nella lista rossa dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), perché a rischio estinzione – ha sottolineato Zanoni che è anche Vice Presidente dell’eurogruppo sul benessere animale – Questa normativa viola palesemente l’articolo 5 lettera “d” della Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE che prevede l’assoluto divieto di disturbare i volatili deliberatamente durante il periodo di riproduzione e di dipendenza dai genitori. Per scongiurare gravissimi danni alla fauna selvatica della nostra regione mi sono attivato subito contro questa norma che va contro le direttive europee sulla tutela dell’ambiente“.
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OMNIA AUTO
16 AGOSTO 2012
Come si trasportano cani, gatti... e altri animali in auto
Per la loro sicurezza occorre seguire poche regole, ma fondamentali
L'immagine di un cane che sporge con la testa fuori dal finestrino di un'auto in corsa è molto ricorrente. Moltissime persone lasciano che si accomodi sul sedile del passeggero o che si sdrai sulla cappelliera del bagagliaio. Questo è il modo più pericoloso di viaggiare. In caso di brusche frenate la probabilità che si facciano male è alta, per non parlare di cosa succede in caso di incidente. Chi tiene alla salute del proprio animale domestico deve seguire poche e semplici regole per tenerli al sicuro.
VA BENE SOLO LA GABBIETTA Che si tratti di cani o gatti la regola più importante da seguire abolire la cintura di sicurezza, anche se specifica. Questo dispositivo è fondamentale per l'uomo, ma non per gli animali che necessitano in ogni caso di un adeguato trasportino, anche se sono di grossa taglia. Sebbene infatti solitamente questi via ggiano nel vano bagagli, che per legge deve "essere appositamente diviso da rete od altro analogo mezzo idoneo", nella gabbietta possono contare su una maggiore protezione dal ripiegamento della carrozzeria, soprattutto in caso di urto posteriore. Lo dimostra chiaramente il video in copertina in cui sono registrate le simulazioni specifiche condotte dall'ADAC, l'Automobil Club tedesco. BISOGNA POSIZIONARLA BENE, ALTRIMENTI E' PERICOLOSA Per ogni animale la gabbietta specifica è quindi la migliore protezione possibile, soprattutto se provvista in una leggera imbottitura interna. Anche in caso di furetti o altri piccoli animali è pratica e funzionale, ma bisogna fare molta attenzione a dove collocarla. Se messa nella posizione sbagliata può essere pericolosa anziché protettiva. Ad esempio, l'ancoraggio per mezzo della cintura di sicurezza può essere letale perchè nell'impatto lo sportellino e la zona ancorata si spaccano. Di conse guenza, quando è possibile, è sempre meglio mettere i nostri amici a quattro zampe nel bagagliaio, altrimenti nell'abitacolo e mai sui sedili. Per garantire un adeguato livello di sicurezza, la gabbietta deve essere posizionata per terra, posteriormente o anteriormente è indifferente, perché questa è la zona che resta maggiormente protetta in caso di impatto. DA NON DIMENTICARE MAI Durante i lunghi viaggi è importante ricordare le soste, le piccole passeggiate e le razioni di cibo e acqua. Inoltre non bisogna mai lasciarli in auto sotto il sole, anche se per pochi minuti, perché in estate l'abitacolo si scalda molto velocemente. VIDEO
http://www.omniauto.it/magazine/20640/come-si-trasportano-cani-gatti-e-altri-animali-in-auto
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GEA PRESS
16 AGOSTO 2012
Isole Salomon – mai più delfini catturati in mare
La certezza si avrà solo nel corso del meeting dei rappresentanti dei paesi aderenti alla Convenzione di Washington, che si svolgerà nel marzo 2013 a Bangkok, in Tailandia. L’annuncio, però, ha già fatto molto scalpore dal momento in cui verrebbe a cadere uno dei principali punti di prelievo in mare dei delfini. Le autorità delle Isole Salomon hanno, infatti, dichiarato di volere interdire il prelievo in mare dei cetacei finora destinati alle strutture della cattività acquatica di mezzo mondo.Una presa di posizione importante, considerate le precarie condizioni economiche di un paese che in diverse forme aveva cercato di arricchirsi con la sfruttamento della fauna selvatica. Sembra che sulla decisione abbia influito il recente scandalo, sollevato dall’Ufficio Traffic, relativo al commercio di decine di migliaia di uccelli dichiarati come nati in cattività ma in realtà provenienti da catture in natura. L’arcipelago delle Salomon, ancorché privi di allevamenti, sarebbe al centro di un traffico internazionale di fauna selvatica (indirizzato anche all’Europa) proveniente dal sud est asiatico. Ora la decisione sui delfini, giunta a dir poco in maniera inaspettata. Già nello scorso mese di maggio il South Pacific Whale Research Consortium aveva lanciato l’allarme sull’insostenibile numero di delfini esportati. Anni addietro, in Italia, si parlò molto di un nostro connazionale, che aveva lavorato per una nota struttura della cattività acquatica, rintracciato proprio nelle Salomon, durante le battute di caccia ai delfini.
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GEA PRESS
16 AGOSTO 2012
Los Angeles – sequestrati mille galli da lotta
In California il combattimento non è considerato reato grave.
Sono non meno di mille i galli da combattimento scoperti dalla Polizia californiana nella città di Ontario, ad ovest di Los Angeles. Due persone, appartenenti alla comunità latino americana, sono state arrestate. I reati contestati sono combattimenti tra animali e maltrattamenti. A differenza di molti altri stati americani, dove reati similari sono considerati felony (reati gravi), in California sono invece rubricati tra i “misdemeanor”, ovvero reati minori. Ad ogni modo si tratta di reati che prevedono la denuncia degli stessi spettatori, così come successo in questo caso con tre persone identificate. Tra queste, due professionisti che lavorano presso la locale Contea.In tali combattimenti, la conclusione del match avviene con la morte di uno dei due contendenti, in genere sopraggiunta a seguito delle gravi ferite causate dagli acuminati speroni met allici legati all’estremità della zampa.Il fenomeno dei combattimenti tra galli è purtroppo molto diffuso negli stati americani dove è forte la presenza di cittadini di origine latino americana. In non pochi dei loro paesi di origine, infatti, tali competizioni non sono vietate. L’allevamento dei galli, finalizzato ai combattimenti che alimentano un lucroso giro di scommesse, si è così discretamente diffuso anche negli Stati Uniti, trovando solidi basi proprio in California, specie nelle zone agricole di Chino ed Ontario. Già lo scorso giugno, nel corso di un’operazione di polizia, vennero rinvenuti centinaia di galli nella cittadina di Visalia, a circa 200 km a nord di Los Angeles. Per il comprensorio di Ontario, invece, si tratta del secondo intervento dell’anno. Gli inquirenti erano arrivati nei luoghi, a seguito del rinvenimento degli attrezzi tipici dei combattimenti, tra cui gli stessi speroni.In Italia sono mol to pochi i precedenti relativi ai combattimenti tra galli, tutti non recenti. In particolare si registra un episodio occorso a Ragusa, sebbene di tono criminale molto basso. Diversa considerazione per uno storico sequestro avvenuto anni addietro nella comunità filippina di Roma. Anche in quel caso vennero rinvenuti gli attrezzi del mestiere, tra i quali i famigerati speroni metallici. Nonostante il reato di combattimenti sia nel nostro paese annoverato tra i “delitti”, ovvero reati gravi, nessuna specifica previsione è stata considerata per gli spettatori. L’arresto in flagranza di reato, peraltro facoltativo, vale solo nelle ipotesi di aggravanti previste per organizzatori, promotori e per chi dirige le competizioni. Nessun surplus di pena, per chi addestra o specificatamente allena alla lotta.
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GIORNALETTISMO
16 AGOSTO 2012
Con gli animali morti si fanno belle pellicce
“Gli animali morti producono belle pellicce”. Fa infuriare gli animalisti l’ultima provocazione verbale di Lady Gaga, notoriamente amante dei cappotti di pelo, tanto da presentarsi in pubblico con una vistosa pelliccia qualche giorno fa a Sofia in Bulgaria per un concerto nonostante gli almeno 30 gradi di temperatura. La popstar ha definito “infantili” e “insolenti” gli attivisti dei diritti degli animali, rivendicando il proprio diritto di vestirsi con qualsiasi cosa voglia, anche con materiale derivante da animali morti.
IL GRUPPO DI ANIMALISTI – Lady Gaga è intervenuta con una dichiarazione sul proprio sito in risposta a una reazione di un gruppo di animalisti che le aveva contestato la ripetuta ostentazione di pellicce durante le sue esibizioni. Pare che il bersaglio della cantante sia specifico: il movimento “Peta” (acronimo di People for the Ethical Treatment of Animals). Lo stesso che qualche mese fa si era scagliato contro l’attrice Kim Kardashian, bombardandola con la farina.
CAMPAGNE VIOLENTE – “Rispetto ogni sentimento e punto di vista – ha scritto la popstar – ma non sopporto le campagne violente, ingiuriose per qualsiasi causa. Rispetto le vostre opinioni, rispettate le mie. E per gli attivisti: salvate la farina per fare il pane per i bambini che soffrono la fame. E Kim Kardashian è favolosa”.
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IL CENTRO
17 AGOSTO 2012
Cani avvelenati con salsicce crude
Dante Cardamone
CELANO (AQ) - Avvelenati alcuni esemplari di cani in diverse zone della città. Gli animali sono morti dopo aver ingerito delle salsicce crude imbottite di veleno forse anticrittogamici, ma sulla natura della sostanza tossica sono in corso degli accertamenti visto che alcuni proprietari hanno portato dei campioni per farli analizzare. Gli avvelenamenti sono avvenuti nella zona di Borgo Bussi e Coste Aia. Tra i cani uccisi un esemplare di pastore abruzzese di proprietà di Gianni Montagliani. Il giovane ha raccontato di aver trovato l'animale già privo di vita. «Sono andato per dargli da mangiare e ho trovato il mio pastore abruzzese morto», ha riferito, «e tra i resti alcuni pezzi di salsiccia cruda, resti che ho preso e ho portato ad analizzare». Tutti i cani so si trovavano rinchiusi dentro dei recinti e questa circostanza lascia intendere che chi ha compiuto il gesto degli avvelenamenti abbia agito in maniera mirata.
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IL TIRRENO
17 AGOSTO 2012
Cane nell’auto sotto il sole
PISA - Brutta giornata quella di martedì per un cane gold-retriver di 6 anni che chiuso dal suo proprietario nell’auto parcheggiata sotto il solleone in piazzale Sicilia ha rischiato la morte se non fossero intervenuti gli agenti di polizia municipale. Avvisati da un cittadino, i vigili sono accorsi e hanno trovato il cane agonizzante, accasciato nella bauliera dell’ auto. Resisi conto di non poter perdere tempo, hanno rotto un vetro dell’ auto e liberato il grosso cane e dopo avergli prestato i primi soccorsi sono riusciti a farlo riprendere fino all’arrivo del veterinario dell’Asl. Nel frattempo arrivava il proprietario che, in preda alla disperazione, si era reso conto di aver dimenticato il cane una volta sceso dall’ auto. L’uomo, residente nel comune di S. Giuliano, dopo aver parcheggiato si era incamminato verso l’attività commerciale gestita dalla moglie con la convinzione di aver portato con sé 1’animale e lo continuava a cercare nel giardino del locale. Per lui scatteranno le sanzioni previste dal regolamento per la tutela degli animali.
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GAZZETTA DI REGGIO
17 AGOSTO 2012
Volpe uccisa tra Maro e Vologno
Luca Tondelli
CASTELNOVO MONTI (RE) - Una volpe divenuta un po’ troppo audace, tanto da spaventare una famiglia, come in una fiaba di Fedro, alla fine è andata incontro al suo destino a causa della troppa sicurezza. A raccontarne la vicenda è Umberto Gianferrari, cacciatore e coadiutore della Provincia nel piano di controllo della volpe. Racconta Gianferrari: «Nei giorni scorsi sono passato da una piccola borgata che si trova tra Maro e Vologno, alle pendici della Pietra di Bismantova, e mi sono fermato a parlare con residenti e villeggianti. Ho saputo ben presto che il giorno prima, in pieno giorno, non una bensì due volpi di cui una adulta, erano entrate nel cortile di una casa in cui alloggiano dei villeggianti genovesi, ma a un tratto avevano cercato di entrare addirittura in casa, tanto che i villeggianti stessi erano riusciti a fotografarne una. Forse avevano fiutato il gatto, che nel frattempo si era messo a soffiare come un forsennato. Infatti io stesso ho potuto vedere un gatto, rinchiuso in una gabbietta protettiva stile canarino Titty, per sicurezza». Conclude Gianferrari: «Ieri mattina mi sono svegliato prima delle 5, l’idea che i bambini della famiglia genovese avessero paura e l’idea di quel gatto chiuso nella gabbietta, mi davano da pensare. Non erano ancora le 6, quando mi trovavo al limitare del bosco, e dopo circa 45 minuti, vedo uscire una volpe che si guarda attorno prima di entrare nel campo vicino alla casa, ed è quindi stato semplice riconoscerla e colpirla. Hanno sentito la eco i villeggianti genovesi che sono usciti poco dopo per vedere l’esito di quello sparo, così come pure due anziani coniugi, residenti storici di quella piccola borgata, il tutto prima ancora delle 7. Piccoli e adulti sono entusiasti di vedere la volpe, ma i bambini hanno paura ad avvicinarsi, anche se morta. Si ripete insomma una cerimonia antica, di quando il “volparo”, uccisa la volpe, passava per le borgate vicine mostrandola e ricevendo in dono dalle contadine, uova o altro. Una delle signore ha in mano dei cioccolatini e l’altra era contenta perché oggi il gatto potrà girare libero in cortile».
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IL MATTINO DI PADOVA
17 AGOSTO 2012
Ladri in una fattoria rubano due asinelle
di Silvia Bergamin
SAN GIORGIO IN BOSCO (PD) - Blitz dei ladri in una fattoria di Lobia: in pieno giorno spariscono due asine, madre e figlia. Vigilia di Ferragosto dal sapore un po' amaro quella vissuta dalla famiglia di Giovanni Grifalconi, che risiede nella frazione sangiorgense in via Pozzo. Qualche malintenzionato, tra le 10 e le 17 di martedì, si è portato via due asinelli, entrambi femmine, lasciando nello sconforto i derubati: «La nascita di ogni animale, a casa nostra, è sempre vissuta come un momento di festa», spiega l'agricoltore. «A quelle asinelle eravamo particolarmente affezionati: erano mamma e figlia, la prima di cinque anni, l'altra di appena sette mesi. Le tenevamo, insieme ad altri animali, in un recinto costruito in via Persegara, dove si trova un edificio di nostra proprietà». I banditi hanno approfittato dell'assenza del proprietario per caricare in un furgone i due animali: «Martedì, come tutte le mattine», continua l'uomo, «mi ero recato nella fattoria per nutrire e sistemare gli animali; me ne sono andato verso le 10. Nel tardo pomeriggio, alle 17, sono tornato nuovamente in via Persegara: il cancello in legno del recinto degli animali era stranamente aperto. Mi sono avvicinato perché ero certo di averlo chiuso prima di andarmene». L'allevatore si è messo quindi a contare i capi, gli sono bastati pochi istanti per rendersi conto che all'appello mancavano le due asine: «Non volevo credere ai miei occhi», ricorda ancora con dispiacere. «Il numero degli asini era dimezzato: da quattro, tutti nati e allevati in famiglia, erano diventati due». Grifalconi ha avvertito del fatto i carabinieri. Sul posto sono arrivati i militari dell'Arma di Tombolo: «Durante il sopralluogo delle forze dell'ordine«, sottolinea l’agricoltore, «abbiamo notato che sull'erba, nelle vicinanze del recinto, c'erano segni di pneumatico: chi si è impossessato degli asini ha certamente usato un furgone».
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ALTO ADIGE
17 AGOSTO 2012
Il coniglio non è un peluche e in casa non vive in gabbia
di Martina Capovin
BOLZANO “Che bello sembra un peluche”. Sbagliato: è un coniglio, non un peluche. E non è nemmeno un animale da acquistare, o adottare, in sostituzione di animali più impegnativi quali cani e gatti. Se si decide di avere in casa un coniglio bisogna essere ben consapevoli che non basta lasciarlo in una gabbia e rifocillarlo ogni tanto. E’ un animale che necessita di attenzioni come gli amici “bau” e “miao”. Come ogni altro animale, può ovviamente essere acquistato o adottato. Nel secondo caso, arriverà a casa con ogni vaccinazione già effettuata, e spesso già sterilizzato. Se invece il coniglio è stato acquistato in qualche negozio, il discorso è più complicato. Innanzitutto, bisogna scegliere di acquistarlo in un luogo di fiducia (come ogni altro animale): capita spesso che i conigli comprati muoiano precocemente poiché non tenuti bene o non svezzati al meglio. Adottato o acquistato va subito portato dal veterinario. Utile portare anche delle feci per farle analizzare, ed escludere parassiti intestinali, come ad esempio i coccidi, molto pericolosi nei cuccioli. Quando il coniglietto giungerà a casa è bene che trovi un ambiente idoneo. Non è infatti un animale che va tenuto un gabbia, ma alla pari del gatto e del cane deve poter girare indisturbato. Attenzione quindi a cavi scoperti, piante potenzialmente velenose e sostanze chimiche: è un roditore, quindi morderà tutto ciò che gli capita a tiro. Per i primi giorni, non sarà di certo affamato di coccole e socievole: dovrà abituarsi al nuovo ambiente, e dovrà farlo senza forzature. Se vuole stare per i fatti suoi, quindi è bene lasciarlo fare. Anche questo animale si abitua alla lettiera in casa e sarà proprio lui a scegliere l’angolino preferito. Assolutamente da evitare la classica sabbietta per gatti, poiché per il coniglio può essere tossica. Consigliato l’uso di legno pressato, che oltretutto è molto assorbente ed economico. Per quanto riguarda l’alimentazione, il coniglio è un animale strettamente erbivoro, che in natura si nutre di erba, foglie, fieno, germogli, fiori, cortecce e vari alimenti vegetali che trova nel territorio. Va nutrito con alimenti ricchi di fibre come fieno, erba e verdura, così da evitare problemi gastroenterici. I cibi sbagliati come biscotti, grissini, pasta, cereali, cioccolato, dolci possono causargli gravi problemi di salute. Un’alimentazione sana ed una buona dose di motto sono gli ingredienti principali di una vita lunga e sana di un coniglio, che può arrivare anche a compiere i dodici anni di età. Attenzione però perchè è un animale delicato.
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ALBENGA CORSARA
17 AGOSTO 2012
Animali: a Balestrino atti di efferato sadismo su un gatto
Prov. Di Savona - I Carabinieri di Borghetto Santo Spirito e le guardie zoofile della Protezione Animali sono alla ricerca del sadico che ha ucciso, con particolare efferatezza, un gatto a Balestrino. L’animale, mansueto e molto domestico, è stato trovato agonizzante dalla proprietaria vicino a casa, dove si era penosamente trascinato in cerca di aiuto, dopo che qualcuno gli aveva conficcato a forza un grosso ramo in gola; la corsa verso uno studio veterinario è stata inutile e la bestiola è morta poco dopo il ritrovamento. Il reato è punito dal codice penale con la reclusione da 3 a 18 mesi.«Nei paesi dell’entroterra albenganese la cultura del rispetto degli animali è ancora carente; i volontari dell’ENPA, gli unici ad agire in assenza delle istituzioni, si trovano a combattere spesso contro l’ostilità verso i gatti delle colon ie feline libere, o i cani maltenuti, o gli avvelenamenti di animali di proprietà o selvatici; eguale atteggiamento, e responsabilità, hanno le amministrazioni comunali, alle quali diverse leggi, a partire dal 1979, affidano compiti diretti di protezione degli animali e, dal 2000 in Liguria, di soccorso e cura dei gatti liberi feriti e malati e dei cani randagi; ma dopo 12 anni buona parte dei comuni dell’albenganese, ivi compreso Balestrino, sono vergognosamente inadempienti».
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IL SECOLO XIX
17 AGOSTO 2012
Cecchino ferisce una gattina
La Spezia - L’ha vista agonizzante, in una pozza d’acqua in fondo alla canala del condominio. L’ha tirata fuori, e l’ha trovata tutta dolorante. Ed una volta dal veterinario, ha scoperto che l’innocua gattina era stata oggetto di una raffica di pallini da carabina. E che “Lillina”, questo il suo nome, rischiava ormai di morire: per l’effetto dei maltrattamenti subiti. E’ accaduto a Sarzana. Proprio nel centro del capoluogo della val di Magra, là dove migliaia di turisti affollano le vie, per il mercatino dell’antiquariato.Forse proprio il vocio della “Soffitta nella strada” ha coperto l’aggressione che qualcuno ha messo in atto contro la gatta: che è sempre vissuta lì, in strada, ma è sempre stata nutrita ed accudita da chi ama gli an imali, tanto che è stata sterilizzata, perché già troppe volte aveva avuto dei piccoli, che faticosamente erano stati sistemati, in adozione, presso altre famiglie. Lillina non sta bene, purtroppo. Dovrà superare le botte, la paura. E dovrà vivere con quei pallini che non si possono estrarre, perché hanno colpito la spina dorsale.La persona che l’ha salvata è indignata: «Stava affogando, si reggeva con le zampette anteriori, a fatica, per non finire risucchiata dalla canala – racconta – aveva il terrore negli occhi, il dolore delle botte subite.Mai mi sarei aspettata di dover scoprire che le avevano anche sparato. Mi chiedo come si possa fare una cosa simile, non possono esserci giustificazioni, di fronte a tanta crudeltà».Lillina è sotto flebo, adesso. Rischia la paralisi: e – se così fosse – la soppressione. C’è sconcerto, per l’accaduto.Le persone del quartiere in cui ha sempre vissuto, non riescono a credere che qualcuno abbia movimentato il proprio ferragosto sfogando la sua inciviltà contro una creaturina inerme. E tuttavia, non è certamente il primo caso di violenza sugli animali. Sarà inoltrata denuncia, nella speranza che si possa risalire al responsabile, che ha sparato, e ha colpito: lasciando la sua vittima in quella canala, dove sarebbe certamente affogata, se il suo pianto non fosse stato udito dalla persona che l’ha salvata, e sta affrontando le spese per le sue cure.
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L’ARENA
17 AGOSTO 2012
Torna l'allarme per i «bocconi killer»
SOMMACAMPAGNA. Nel giro di 24 ore due cani hanno inghiottito polpette letali e sono morti davanti ai padroni pietrificati: «È stato terribile». A Custoza sono stati uccisi un pastore maremmano e un jack russel. Di nuovo all'opera l'avvelenatore del quartiere di via Malacchini
Maria Vittoria Adami
Sommacampagna (VR). Un'annusatina all'erba, un boccone invitante da inghiottire e poi atroci sofferenze da spezzarle la vita. Mia, una femmina di pastore maremmano di cinque anni, non c'è più. Era uscita a passeggio col padrone tra i vigneti di Custoza, lunedì sera. Ma sulla sua strada ha trovato probabilmente un boccone avvelenato ed è morta nel giro di tre quarti d'ora. Il giorno dopo, la stessa sorte è toccata a Oliver, un Jack Russel di nove anni: martedì mattina ha percorso, con Elisa e Laura Ruggenini, poche centinaia di metri, dall'abitazione in via don Germano Malacchini all'edicola, passando per il parco giochi. Un breve tragitto, lungo il quale deve aver inghiottito qualcosa, morendo poco dopo. Custoza vive un dramma da qualche anno. Le famiglie del nuovo quartiere di via Malacchini sono vittime di un avvelenatore anonimo, che ha ammazzato ca ni e gatti. Ogni volta è un dolore enorme, per la perdita di un affetto e per le sofferenze che patiscono le bestiole. Mia abitava al Palazzo, di proprietà di Nico Bresaola, assieme a Buba, altro cane maremmano. I due animali erano nel recinto sul retro. Il padrone di Mia, un ragazzo di trent'anni di Negrar, lasciava il cane in custodia alla famiglia Bresaola, ma veniva ogni giorno per accudirlo. Lunedì, attorno alle 20, ha preso i due maremmani e li ha portati in passeggiata, al guinzaglio. Ha imboccato come sempre la strada sterrata comunale della Casella, che si inoltra nella zona di ripopolamento di lepri e fagiani. Mia si è fermata ad annusare qualcosa. Poi ha inghiottito. Poco dopo ha iniziato a tremare. Il giovane è tornato indietro, ma una volta nel cortile del Palazzo il cane si è accasciato, inarcando la schiena, con la bava alla bocca. Marina Boscaini, moglie di Bresaola, ha cercato un veterinario. «Il più vic ino era a Lazise», racconta la donna, «abbiamo caricato il cane, ma quando siamo arrivati era già morto. È stata una fine atroce, con enormi sofferenze. Il padrone era disperato». I sintomi sono simili a quelli che procura l'avvelenamento e la frazione di Sommacampagna è ormai esasperata. «Si rasenta la delinquenza», attacca Bresaola. «È inammissibile. Quel ragazzo viveva per il suo cane. Sono scene penose, oggi Buba cercava Mia. Ora faremo tutto quello che c'è da fare, questa storia deve finire». «È stato penoso», spiega Marco Scolamiere, figlio della signora Ruggenini. «Ho tre figli piccoli che hanno assistito all'agonia del cane; manifestava un dolore terribile, come in preda a una fortissima crisi epilettica. Convulsioni, disorientamento totale e perdeva tantissima bava. Era impossibile aiutarlo, aveva la lingua completamente blu e guaiva in modo straziante. L'ho port ato in auto per sottrarlo alla vista dei miei figli che piangevano disperati. Oliver, in un momento particolare della nostra vita, ci ha riempito di gioia e di voglia di giocare, con la dedizione assoluta che solo un cane riesce a darci». Gli episodi sono stati segnalati ai carabinieri, al guardia caccia e alla guardia zoofila. Ma i residenti hanno ormai i nervi a fior di pelle. «Il cane della signora Ruggenini è passato dal parco, dove giocano i bambini. È un fatto grave», aggiunge Simone Mazza, proprietario di un labrador di due anni.«Viviamo nel terrore, nessuno porta più fuori il cane e ora temiamo anche per l'incolumità dei ragazzi». È mistero sull'autore di questi gesti. Potrebbe essere qualcuno infastidito dalla presenza di gatti e cani. Fuori dalla zona abitata l'obiettivo potrebbero essere, però, anche le volpi. Ma l'uccisione di animali è un reato punito dal codice penale.
http://www.larena.it/stories/Home/398104_torna_lallarme_per_i_bocconi_killer/
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GEA PRESS
17 AGOSTO 2012
Ragusa – il nonno cacciatore e i 43 conigli fulminati nella notte di ferragosto (foto)
Intervento della Polizia Provinciale.
Ha ben 86 anni uno dei tre cacciatori denunciati dalla Polizia Provinciale di Ragusa, perché sorpresi a cacciare nella notte di ferragosto.Quarantatre conigli uccisi in poche ore. Tre uomini di Gela (CL), trasferiti nelle campagne di Acate (RG) per uccidere i conigli. Non avevano però fatto i conti con la Polizia Provinciale di Ragusa diretta dal Comandante Raffaele Falconieri che ha sorpreso i tre uomini mentre utilizzavano un potente faro. Il coniglio, infatti, una volta investito dalla scia luminosa, rimane immobile. Un tiro al bersaglio, dunque.Una volta scoperti, i tra uomini hanno nascosto nella vegetazione il fucile utilizzato per abbattere i conigli. Le immediate perquisizioni domiciliari, condotte in collaborazione con il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gela, hanno però consentito di rilevare come a casa di uno dei tre, mancava un fucile regolarm ente denunciato. Nel frattempo altre pattuglie della Polizia Provinciale raggiungevano i luoghi dedicandosi alla ricerca del fucile occultato. Questo veniva individuato nel pomeriggio di ieri. Fucile, cartucciera con 39 cartucce ed il faretto venivano così posti sotto sequestro, mentre le armi e il munizionamento rinvenuti nell’abitazione del cacciatore venivano prontamente ritirati a scopo cautelativo.I tre gelesi, R.C. di anni 37, C.I. di anni 60 e F.I. di anni 86, sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria. L’ipotesi di reato è l’esercizio della caccia in periodo di divieto generale, per di più con l’ausilio di mezzi vietati, nonché per il reato di furto venatorio. Al possessore intestatario del fucile è stata pure contestata l’ipotesi di reato di omessa custodia dell’arma.Alla Polizia Provinciale sono pervenuti i ringraziamenti di una locale associazione venatoria e del Commissario straordinario della Provincia di Ragusa Giovanni Scarso. “Posso affermare – ha dichiarato il Commissario – che l’attività di vigilanza di questi giorni, in continuazione dell’altra che qualche settimana fa aveva portato alla identificazione di un acatese che aveva abbattuto 23 conigli, non conoscerà sosta, anzi sarà intensificata ulteriormente tenuto conto anche dell’approssimarsi dell’1 settembre, giorno di (pre)apertura della caccia”.
VEDI FOTO:
http://www.geapress.org/caccia/ragusa-il-nonno-cacciatore-ed-i-43-conigli-fulminati-nella-notte-di-ferragosto-foto/31519
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MATTINO DI PADOVA
17 AGOSTO 2012
Cavallo travolto e ucciso da un’auto a Montegaldella
Prov. di Padova - Un cavallo nella notte lungo una strada buia travolto e ucciso da un’auto. È accaduto attorno alla mezzanotte di Ferragosto, lungo la provinciale che collega Cervarese a Montegaldella, all’altezza di via Cucca dove si trova l’allevamento di cavalli da corsa di Franco Marcolin, 59 anni di Montegaldella. Lo storico edificio, da oltre un secolo è sede dell’allevamento da cui sono usciti puledri divenuti poi star da pista in molti ippodromi veneti e italiani. Qui gli animali sono ospitati in ampi recinti all’aperto, delimitati con fasce elettriche. Da uno di questi è uscito il giovane puledro di un anno, 80 chili di peso, che si è spinto fino al centro della corsia stradale in prossimità di una curva. Qui è sopraggiunta la Renault Megane condotta da Gianni Fontana, 37 anni di Gazzo, che non ha potuto evitare l’impatto con l’animale, che è stato sbalzato in aria con l’auto c he è sbandata. Il puledro è morto sul colpo, mentre Fontana è stato portato in Casa di Cura ad Abano con una prognosi di 15 giorni.
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IL GIORNALE DI VICENZA
17 AGOSTO 2012
In auto investe e uccide cavallo a Montegaldella, lui rimane ferito
MONTEGALDELLA. L'incidente la notte scorsa lungo via Cucca. Il puledro era fuggito dalla scuderia che sorge poco lontano e all'improvviso ha attraversato la strada all'automobilista
Diego Neri
Montegaldella (VI). Nell'affrontare quella curva a gomito si è visto un'ombra che gli ha tagliato la strada all'improvviso. Non stava procedendo a velocità eccessiva, ma fermarsi in tempo è stato impossibile. Ha travolto quell'ombra: era un cavallo appena fuggito dalla stalla. L'animale, un puledro di razza, è morto per il tremendo impatto. Anche l'automobilista è rimasto ferito, fortunatamente in maniera non grave. È quanto accaduto la notte scorsa lungo via Cucca a Montegaldella, a pochi metri dal confine con la provincia di Padova. In base ad una prima ricostruzione, intorno a mezzanotte e 45 Gianni Fontana, 37 anni, residente a Camisano, stava viaggiando al volante della sua Renault Megane diretto da Cervarese Santa Croce a Montegaldella, sulla via di casa. Stava percorrendo via Cucca, quando - giunto in prossimità della curva , proprio dove sorge la scuderia di Francesco Marcolin - si è trovato davanti l'animale e lo ha travolto. L'impatto è stato violento; il puledro, sbalzato a qualche metro, è morto e Fontana ha subito varie lesioni, mentre la vettura è stata pesantemente danneggiata. L'allarme è stato dato subito dopo. A Montegaldella sono arrivati i carabinieri, prima di Abano e quindi di Camisano, e successivamente un'ambulanza del Suem che ha soccorso Fontana. Lo sfortunato automobilista, dopo aver spiegato sommariamente l'accaduto - era sotto choc - è stato accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale di Abano con un codice di media gravità. La prima prognosi è stata di 15-20 giorni, ed è rimasto in osservazione. La dinamica dell'incidente è al vaglio dei militari della stazione, ma quanto è accaduto è abbastanza chiaro. Resta da comprendere come il cavallo, che ha un certo valore sul mercato, sia potuto uscire dalla stalla della scuderia - la famiglia Marcolin è molto conosciuta per la sua attività, e molti dei suoi animali sono dei campioni del loro settore -, che è protetta. Con ogni probabilità, stando ad alcune testimonianze, potrebbe essersi spaventato per i botti dei fuochi artificia |