CORRIERE DELLA SERA
3 SETTEMBRE 2006
Polemiche su Cicerale. Emergenza alla Muratella di Roma. L'aumento degli abbandoni intasa le strutture di accoglienza
"Migliaia di cani catturati e spariti" Il caso del mega rifugio di Salerno.
Protestano in 15 mila: chiudetelo subito. Il gestore: tutto in regola, anche per i Nas
In una regione della Cina meridionale hanno deliberato l'uccisione di 50 mila cani, ma noi non rimaniamo a guardare: sembra ci basti una provincia per mantenere il passo. E' quanto denuncia un gruppo di associazioni zoofile che da settimane raccoglie firme su internet (www.oipaitalia.com hanno già aderito in 15 mila) per rendere conto di quella che si stima la sparizione di oltre 5 mila cani randagi l'anno, da almeno un decennio, presso il canile di San Leo - Canile Ciceralensis, due ettari sulle montagne di Cicerale del Cilento vicino Agropoli. Chiamati a fornire documentazioni e certificazioni di decesso sono le Asl di zona, più di cento comuni intorno a Salerno convenzionati con la struttura e il suo gestore Mauro Cafasso, consigliere della giunta di Cicerale e della locale Comunità montana Alento Montestella. Sia da dati ufficiali che da passate dichiarazioni del veterinario direttore sanitario (fratello del responsabile del Servizio Sanità veterinaria dell'Asl di competenza SA3) nel canile entra una media di 20 cani al giorno, il che significherebbe un numero superiore ai 7 mila soggetti annui. - Mentre leggi nazionali indicano che ogni comune deve pagare ai canili convenzionati una retta giornaliera per il mantenimento degli animali, fra Contrada San Leo e dintorni vigono convenzioni a forfait sulla custodia: compensi fissi per quantità prestabilite di randagi, in aggiunta ai 40 euro più iva a cattura - spiega Simona novi presidente di Mi Fido, uno dei dieci gruppi animalisti scesi in campo - Così ripuliscono le strade, quindi alla cura dei prigionieri non pensa più nessuno.- Proteste, denunce di persone a cui sono stati sottratti cani in giardino e li hanno ritrovati poi morti nel ricovero, fotografie orribili, un'accusa del Codacons che riporta alla Procura della repubblica accalappiamenti indiscriminati e violenti a Eboli: Cafasso si proclama in regola e i Nas di Salerno sono chiamati ad eseguire sopralluoghi, l'ultimo il 23 febbraio scorso. I verbali dicono che è tutto a posto, ma registrano informazioni incongrue, come la presenza in loco di 1.676 esemplari (almeno quattro volte la portata massima dei maggiori canili italiani) per un totale di tre operai: 500 cani da accudire quotidianamente a testa?
- I rifugi privati sono imprese chiuse e incontrolabili: ovvio che i finanziamenti comunali non favoriscano gli affidamenti, nuocendo agli animali e ai bilanci: convenzioni da abolire.- dice Claudio Lo Curatolo, capo della guardia zoofila capitolina dell'Enpa. Mentre quelli pubblici, spesso basati sul supporto di generosi volontari, riflettono il fallimento della tradizionale concezione detentiva: - Sono pensati come luoghi di sanificazione perlopiù lontani dai centri cittadini, avvolti da un'aurea negativa che induce a tenersene lontani.- In risposta all'inefficacia del sistema, la zooantropologia suggerisce una rivoluzione: il parco - canile. [.....]. A Genova la consigliera Cristina Morelli e l'assessore Luca dall'Orto inaugureranno nel 2007 il primo parco-canile comunale d'Italia, dove trasferire i 180 cani del vecchio asili cittadino. Specie nei grandi capoluoghi infatti, i canili municipali scricchiolano sotto lo spaventoso ritmo degli abbandoni. La Muratella di Roma, costata circa 11 miliardi di lire per accogliere 400 ospiti è in emergenza con 800 presenza fisse. L'antiquata idea delle celle che si fronteggiano lungo i corridoi fa sì che i reclusi abbaino di continuo: risse e sbranamento sono frequenti. Per un mancato accordo fra la consigliera comunale per i diritti degli animali Monica Cirinnà e l'Asl di pertinenza RDM, in più di cinque anni non si è riusciti ad aprire sale operatorie e diagnostiche che contengono l'apparecchio per i raggi X, quello per le analisi ematiche e l'ecografo. I relativi esami vengono eseguiti perciò all'esterno, presso laboratori privati ma a spese dei contribuenti. In genere gli animali adulti dati in affidamento devono uscire dai canili sterilizzati. Per i cuccioli si richiede al neo proprietario l'impegno, non sempre rispettato, a provvedere più in là. - Siamo latini, capita che l'idea sia rifiutata - commenta il veterinario Alessandro Arrighi - Ma oggi c'è la sterilizzazione pediatrica; a Milano si sono già mossi in merito. Una volta era temuta poi paesi pilota come gli Usa e l'Inghilterra hanno dimostrato che sui grandi numeri funzione.- Tanti non resistono e lasciano riprodurre cani e gatti perchè i cuccioli sono carini: di lì a deporli nella scatola di cartone può essere un battito di ciglia.
Margherita d'Amico
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