Che storia orrenda Ciuskina. Non si può fare qualcosa? So che non potrà risolvere molto, ma una denucia a questo infame posto non guasterebbe. Magari coinvolgendo i giornali.
Quei cani sono in mano a gente che li usa solo per guadagno. Non gliene frega niente se sono malati o sani. Quanti canili in questa situazione. Quanta melma nella testa di chi gestisce posti del genere. L'omertà che va per la maggiore in questi casi è vergognosa. Tutti sanno, ma nessuno parla.......tanto chi non ha voce non dirà mai niente.
Enrica
Da Ciusckina da Siracusa a Marilena da San Donato M.se (MI): Cara Marilena, oramai mi resta solo questa possibilità di sfogarmi attraverso una mail con persone sensibili come te. Le mie notti sono insonni, non credo di poter andare avanti così.
Da Marilena da S.Donato Mil.se (MI) a Ciuskina da Siracusa:
Cara Ciuskina, so cosa vuol dire guardare negli occhi un cucciolo che sta morendo di gastroenterite o di parvovirosi. Cosi' è morta Cleo, che avevo tentato di salvare il natale dell'anno scorso.E' stato straziante.Un dolore immenso, ho tentato in ogni caso di salvarla, non avrei potuto lasciarla morire da sola, al freddo nel canile in cui viveva. Con la mia Bea invece è finita bene,abbiamo salvato sia lei che il suo fratellino.Ma solo perchè io e mia sorella Tamara siamo intervenute subito,senza indugi.E lo rifarei,guardare Bea, accarezzarla,giocarci insieme mi ripaga almeno un po' dal dolore provato per la morte della piccola Cleo.
Sii forte, sempre. Per loro, che hanno solo noi! Un saluto Marilena S.Donato Mil.
Ciuskina da Siracusa ha scritto:
Ho letto quello che accade al canile di Busteggia e posso capire il dispiacere ed il senso di impotenza che si prova nel vedere morire i cuccioli per gastroenterite, una morte lenta di cucciolotti che vomitano bava in un angolino della cuccia con un senso quasi di pudore e di vergogna: Gli occhi tristi e nessuna voglia di giocare. Così li vedo morire giornalmente nel canile che frequento da qualche mese nella mia città. Il veterinario da noi viene puntualmente ogni settimana e se ci sono urgenze è sempre disponibile, ma se la disponibilità non c'è da parte di chi gestisce il canile e da parte degli inservienti che fanno finta di lavorare( tirano il cibo ai cani nella terra e le ciotole così restano pulite e loro non sono costretti a lavarle), cosa fare?
Appena ho segnalato disservizi , sporcizia e poca cura, sono stata minacciata di non poter entrare più al canile!!!! Inizialmente, vista la scarsa accoglienza nei confronti di una volontaria avevo pensato che fossero attenti e gelosi di loro cani(a volte i volontari possiamo essere inesperti e potremmo addirittura causare danni), col passare dei giorni ho capito che invece non vogliono volontari tra i piedi perchè potremmo essere testimoni di maltrattamenti , poca cura, superficialità,ed altro che vi risparmio. La realtà è che da tre mesi circa saranno morti circa trenta cuccioli e non si provveder a vaccinarli adducendo come scusa che in passato nonostante vaccinati sono morti. Ma da sempre "tentare non nuoce". Pertanto da oggi a mie spese prenderò dei cuccioli e li farò vaccinare . Vedremo cosa succederà. Forse moriranno anche loro, ma almeno avrò tentato. Auguro maggiore fortuna a voi volontari di Busteggia e buon lavoro!
Ciuskina
************************************** La Provincia di Sondrio
Già tre cuccioli morti e quelli in arrivo comunque a rischio. Un’epidemia di gastroenterite quella che ha colpito nei giorni scorsi gli animali custoditi nel canile di Busteggia contro cui i responsabili e i volontari che giornalmente prestano la loro opera poco o nulla possono fare, se non assistere alla morte degli esemplari più giovani. «Bisognerebbe disinfettare tutte le gabbie - dicono Alessandra e Lele, due dei cinque ragazzi che costantemente offrono il loro tempo (almeno due ore ogni pomeriggio) alla cura dei cani -, o tenere i cuccioli in cucce separate, ma stante le condizioni della struttura risulta quantomeno difficile, se non proprio impossibile. Non c’è spazio sufficiente e neppure le risorse economiche bastano». Il virus che ha infettato il canile, colpendo in particolare gli esemplari di pochi mesi non vaccinati e con un sistema immunitario non sufficientemente sviluppato, riporta così di drammatica attualità il problema della costruzione di una nuova struttura di accoglienza per gli amici a quattro zampe, attesa da tempo, ma ancora ferma nelle pastoie burocratiche o, forse meglio, politiche. «Se riusciamo - continuano i due ragazzi - li portiamo a casa noi i cuccioli, proprio per evitare che si ammalino, ma non possiamo farlo con tutti e il tasso di mortalità tra i piccoli è del 90%. La verità - incalzano - è che servirebbe un box, magari piastrellato, più facile da disinfettare e che se ci fosse una struttura adeguata il lavoro di tutti sarebbe migliore». Impegno e volontà a chi quotidianamente si occupa dei cani non manca, quello che manca davvero è l’attenzione degli enti pubblici. «Non abbiamo sufficienti contributi - continuano Alessandra e Lele -, dobbiamo affidarci alla bontà della gente. Quando abbiamo dovuto verniciare le gabbie abbiamo avuto la fortuna che un colorificio ci regalasse il materiale, ma non è sempre così». Un j’accuse anche nei confronti del servizio veterinario: «Il medico - dicono - dovrebbe passare una volta alla settimana e invece spesso arriva soltanto ogni trenta giorni sia per le vaccinazioni che per i tatuaggi». Monica Bortolotti Dati davvero allarmanti: a rischio il 90% dei giovani esemplari portati al canile provinciale Salvi quelli tenuti a casa dagli assistenti
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