Visitando il sito all'indirizzo: http://www.itvgrenzenlos.de/ nella sezione "progetti" ci soffermiamo a visionare le immagini risalenti a luglio 2004 del canile Bambi di Rieti. Questi signori tedeschi dicono che i cani vivono nelle feci e si sbranano e che quelli morti restano lì per giorni......... Come mai - ci chiediamo noi - sempre questi signori tedeschi chiedono di sostenerli inviando offerte ad un conto corrente in Germania? GRUPPO BAIRO Onlus (2005)
Rieti /Italien
Eine eindrucksvolle Fotodokumentation von Claudia Röckl - eine Tierschützerin aus Österreich - über die makabre Situation in einem TIerheim "Bambi" in Rieti
veranlaßte den ITVGrenzenlos, Briefe an den zuständigen Bürgermeister und den Präsidenten der Provinz Rieti zu schreiben , um die schlimmen Zustände anzuprangern. Die Antworten darauf sind erwartungsgemäß enttäuschend. Der ITVGrenzenlos wird deshalb nach einem weiteren Briefwechsel neue Initiativen ergreifen, um über die unglaublichen Mißstände nicht nur in Rieti , sondern ganz offensichtlich in ganz Italien aufzuklären. Der WDR ("Tiere suchen ein Zuhause") sowie ein italienisches Fernsehteam interessieren sich bereits für eine Berichterstattung. |
IL MESSAGGERO
Venerdì 9 Settembre 2005 I retroscena dell’inquietante ipotesi investigativa dei vigili urbani di Rieti che porta nel Nord Europa Ex Bamby, caccia ai trafficanti di cani Scattano gli accertamenti sulle carcasse disseppellite dalla Forestale a Colle Arpea Quei quindici cani meticci stavano viaggiando verso la Germania quando i carabinieri hanno bloccato a Sirmione il furgone su cui gli animali erano stati stipati. L’attenzione dei militari era stata richiamata dal fatto che l’auto che precedeva il furgone si era allontanata a tutta velocità alla vista della pattuglia. Poi le indagini hanno accertato che i cani provenivano tutti sì da una struttura di accoglienza convenzionata con l’Asl, ma che poi erano stati presi in carico dal titolare di un rifugio privato: oltre alla mancanza delle certificazioni sanitarie necessarie per il trasporto internazionale, oltre ai chiari segni di tentativo di cancellazione dei tatuaggi, oltre alle irregolarità dei registri del canile, quegli animali erano anche in pessime condizioni: uno di loro morì di lì a poco. Basta avventurarsi un po’ su Internet e di storie così (in questo caso di meno di mese fa e relativa a canili del bresciano) se ne trovano tante, così come di appelli degli animalisti che mettono in guardia su chi è disposto ad adottare o comprare i cani sia in maniera ufficiale per usarli come cavie (la legislazione in Europa varia da paese a paese) sia in maniera per nulla trasparente. E’ in questo senso che i vigili urbani di Rieti nell’aprile scorso hanno aperto un nuovo fronte investigativo che parte da Colle Arpea di Rieti e che, basandosi anche su documenti tratti da Internet, «potrebbe portare a paesi del Nord Europa. E un’indagine che è legata ai cani e a quanti, a titolo più o meno nobile, gravitano attorno al canile ex Bamby», come ha dichiarato ieri il comandante Carmelo Tulumello. Poi, all’informativa della polizia municipale, è si è aggiunto il clamoroso blitz della Forestale che lunedì mattina, a colpi di ruspa, ha portato alla macabra scoperta a Castelfranco di carcasse di cani nei pressi del canile della ternana Tecnovet e al coinvolgimento di tre persone (fra le quali un veterinario umbro) che sono indagate in stato di libertà per maltrattamento di animali, smaltimento illegale di rifiuti e violazione delle norme sanitarie. Detto che ieri in Procura sono stati assegnati gli incarichi agli esperti perché individuino cause e periodo delle morte dei cani, va intanto registrato il nuovo intervento dei Verdi che, avvicinando Emili a Marzullo, sottolineano che «ancora una volta il sindaco si è fatto una domanda per poi darsi la risposta invece di replicare a quanto gli avevamo chiesto, in questo caso, sul canile. Restando in paziente attesa, ripetiamo quindi i quesiti: perché a Rieti non c’è un canile comunale? E’ vero che ogni anno il Comune versa 180mila euro all’ex Bamby? E quanto pagano gli altri 57 comuni della Provincia? E perché dopo gli accertamenti dell’Asl nell’estate del 2004 (innescati da Format e dai Verdi a proposito di ”odori nauseabondi di carcasse in putrefazione”) il comune concesse ai titolari del canile proroghe per i lavori di ristrutturazione ordinati dell’Asl. Perché, infine, non viene valorizzato il lavoro dei volontari a cui va il merito di quest’ultima denuncia».
***************************************
IL MESSAGGERO
Venerdì 9 Settembre 2005
La Procura di Rieti va avanti dopo il ritrovamento di una fossa comune e delle carcasse congelate a Narni
Canili lager, svolta nelle indagini Secondo un’ipotesi i cani venivano trasportati in Nord Europa RIETI - Da Narni e Rieti al Nord Europa. Non era solo la Forestale ad indagare sul canile reatino, dove sono state trovate carcasse di animali seppellite nei pressi della struttura, ma anche i vigili urbani del capoluogo laziale. E con scenari, almeno in prospettiva, che vanno ben oltre Lazio, Umbria e Marche, regioni in cui la ”Tecnovet” di Narni gestisce alcuni canili che sono stati controllati in questi giorni dalla Forestale. La notizia delle altre indagini sul canile di Castelfranco la ”passa” direttamente il Comune di Rieti nella lunga nota del sindaco Emili: «Già ad aprile la polizia municipale ha presentato un'informativa alla Procura a seguito di una meticolosa verifica della documentazione acquisita in sede di indagini nonchè di documenti estratti dalla rete Internet aventi per oggetto i cani ricoverati nella struttura di Colle Arpea». Ovvero? «L'informativa depositata spiega il comandante della Municipale, Carmelo Tulumello è legata ai cani e a quanti, a titolo più o meno nobile, gravitano intorno al canile Bamby. Le indagini riguardano anche Paesi del nord Europa, ma la polizia municipale non è uscita allo scoperto finora perché...ha rispettato il segreto dell'istruttoria. Le conferenze stampa le lasciamo ad altri. Non ho altro da aggiungere, il Comune resta in attesa di notizie». A che cosa si riferisce il comandante Tulumello? Per adesso non è dato saperlo: certo è che soprattutto sulla Rete telematica fioccano le richieste di cani per esperimenti di ogni genere, dalla medicina alla cosmesi. E siccome in Europa le leggi tutelano in maniera assai differente gli animali, chi ne ha bisogno, legittimamente o meno, si rivolge spesso ai paesi dotati di leggi meno restrittive. Tornando al fronte dell'inchiesta della Forestale che coinvolge finora tre persone tra cui un veterinario, oggi intanto è fissato l'accertamento tecnico sulle carcasse nei pressi del canile di Colle Arpea e quelle, 13 trovate congelate a Narni. Ma la Tecnovet che cosa dice? «Questa vicenda presenta un lato oscuro dice l'avvocato ternano Leonardo Caprio Non ci sono, almeno finora, atti ufficiali della Procura, tranne un decreto di perquisizione e ispezione del canile di Castelfranco. Non abbiamo notizia di alcun sequestro di strutture, l'unica voce sequestrabile è relativa alle carcasse di animali. A Viterbo, ad esempio, l'esito della perquisizione è stato negativo mentre a Narni è stata sequestrata solo la documentazione più alcuni animali vivi e carcasse congelate». E allora? «Siamo sereni - riprende l'avvocato Caprio. Non abbiamo nulla da nascondere, ci sono tutte le autorizzazioni amministrative e sanitarie sia del Comune che dell'Asl». Avvocato, perchè la polizia municipale di Rieti afferma che le indagini riguardano anche Paesi del nord Europa? E la denuncia degli ambientalisti, quella che segnala la scomparsa repentina di almeno 300 cani nello scorso ottobre? «Sì, probabilmente le indagini sono relative al numero dei cani, ma si tratta di cifre documentate, decessi e cause: non ci sono animali scomparsi». |
|