CRUDELTA'


SCOPERTI NEL LECCESE I POVERI ANIMALI OPERATI ALLA LARINGE PER ELIMINARE I LATRATI.

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DUECENTO CANI VITTIME DELLA STRAGE DELLA VOCE

Noha (Lecce) - Noha e' una frazione del Comune di Galatina, in provincia di Lecce. Nella campagna pugliese quasi a ridosso delle ultime case sorge una struttura che di settimana in settimana ha cambiato curiosamente... "ragione sociale".
Da "canile sanitario" si e' passati a "rifugio cani", poi si e' trasformata in "canile a scopo ricovero". Infine oggi la sua attuale denominazione e' "parco rifugio". Nel complesso in cemento armato ci sono alcuni capannoni e strutture all'aperto nelle quali sono stati costruiti 284 box destinati a ospitare i cani randagi dei Comuni limitrofi.
La tristissima vicenda prende il via alcuni mesi fa quando alcuni vicini, stanche di sentire per ore l'abbaiare furioso dei cani (attualmente sono ospiti oltre 230 animali), avevano richiesto l'intervento della Asl di Lecce perche' verificasse il
livello di inquinamento acustico nell'ambiente abitativo. I risultati non si erano fatti attendere: i dati riscontrati avevano evidenziato che la presenza di questo "complesso" provocava un notevole inquinamento acustico. Pertanto il sindaco di Galatina con un'ordinanza imponeva alla proprietaria dell'immobile, Carmela Galluccio, e al gestore, Silvio Giorgio Ferramosca, di effettuare in un tempo di 60 giorni gli accorgimenti idonei a ridurre tale inquinamento. L'ordinanza inoltre vietava il ricovero di altri cani randagi. Presso questo canile, infatti, sono affidati con il solo compito di custodia i cani randagi di ben 12 Comuni del leccese. Per poter continuare l'attivita' occorreva quindi insonorizzare i capannoni.
Sembrava tutto risolto felicemente, tanto che un paio di mesi fa lo stesso Comune di Galatina in una lettera a firma
dell'ingegner Stasi, dirigente del Dipartimento lavori pubblici, affermava che il responsabile del canile "aveva effettuato modifiche al tipo di gestione dell'attivita' senza effettuare lavori per l'abbattimento dei valori fonometrici".
In effetti ora il latrato dei numerosi ospiti si era piu' che dimezzato. Ma giorni fa una volontaria, che da un anno
prestava la sua opera all'interno della struttura, all'improvviso aveva confidato ad alcune amiche delle varie associazioni animaliste a quali squallidi maltrattamenti erano sottoposti gli animali del canile. La supertestimone, che chiameremo M.C., ora e' via, forse in un piccolo centro del Nord Italia. I suoi vicini affermano che e' partita all'improvviso, in seguito alle pesanti minacce che ha ricevuto in questi ultimi giorni. Riusciamo a metterci in contatto telefonico con lei: anzi e' a volontaria che ci chiama per evitare di essere rintracciata. Sconvolta, piange al telefono, ha paura e a fatica riusciamo a farci raccontare la sua vita in quei giorni al canile, quando doveva assistere agli interventi chirurgici.
"In almeno due periodi (l'ultimo e' stato il 3 settembre) la gran parte dei cani sono stati "operati". Al canile era giunto un veterinario da Siena. Il mio compito consisteva nell'accompagnare i cani, uno alla volta, all'infermeria".
Come si svolgeva l'intera operazione?
"Al cane veniva praticata un'iniezione di Inoketan 1000, un anestetico. Due minuti dopo il "paziente" addormentato
veniva adagiato su un lettino in ferro. Un assistente metteva fra le mandibole dell'animale una specie di divaricatore ed estraeva la lingua del cane. A questo punto il veterinario con un elettrobisturi bruciava le corde vocali dell'animale. In meno di due minuti l'operazione era terminata e mentre io trasportavo il paziente nel suo box, un altro assistente depositava sullo stesso lettino un altro cane. Una vera e propria catena di montaggio. Non mi sono resa subito conto di quello che stavano facendo. D'altra parte gli stessi operatori, di fronte alle mie rimostranze, mi avevano assicurato che questo tipo di intervento non violava nessuna legge. Quando li riportavo nei box fra le mie braccia, sentivo battere il loro cuoricino e leggevo nei loro occhi, ancora imbambolati, quanta sofferenza avevano dentro".
Come ha reagito allora?
"Per due settimane non ho chiuso occhio. La notte reo presa da incubi: avevo cani tutt'intorno al mio letto che
abbaiavano furiosamente. Alcuni giorni dopo capii la gravita' di cio' che questi loschi individui avevano fatto. Pur
conoscendomi, quando mi vedevano avvicinare, i cani indietreggiavano spaventatissimi nei box. Altri cercavano di
abbaiare: alcuni di loro aprivano la bocca ma non ne usciva nessun suono, altri ancora a fatica si "esprimevano" con voce completamente afona".
Quanti cani sono stati operati?
"Non tutti, solo quelli che, secondo il titolare, abbaiavano maggiormente. Credo che abbiano subito l'intervento
circa in 200. Ricordo con dolore che una cagnolina meticcia di piccola taglia e' deceduta poco dopo l'operazione".
Ma cosa sta succedendo all'interno di questa struttura, lontano da occhi indiscreti?
"Dal mese di febbraio ai cani veniva negata la possibilita' di uscire dai box, anche se per pochi minuti e accompagnati. Impossibile, anzi vietato aprire le finestre dei capannoni. Cosi', fra interventi chirurgici e finestre blindate, e' stato risolto il problema dell'inquinamento acustico".

Emilio Nessi

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Noha (Lecce) - Sono stati scoperti a Noha (Lecce) in un "parco rifugio" centinaia di cani senza voce. Per evitare di
incorrere in pesanti sanzioni causate dall'abbaiare dei cani, il proprietario li ha sottoposti a intervento chirurgico con un elettrobisturi. Grazie alla denuncia di una volontaria, che oggi si nasconde per paure di gravi ritorsioni, la terribile storia e' venuta alla luce. La donna fara' ritorno al paese solo quando sara' chiamata, per confermare le sue affermazioni, dal Procuratore della Repubblica.
Una voluminosa denuncia e' stata infatti presentata al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce da una decina di associazioni (Enpa, Nuova Arca, Associazione cani abbandonati, Leal).
Avere in affido i cani rappresenta oggi un business per alcuni loschi personaggi. Il Comune di Vernole (Lecce) corrisponde la somma di 500.000 per l'accalappiamento e una diaria giornaliera di 4.000 piu' Iva per ogni singolo cane.
Il "parco rifugio" di Noha aveva offerto anche la prenotazione di 100 box da utilizzare in... maniera esclusiva al prezzo di 2.000 lire. Lo stesso avrebbe avuto una maggiorazione fino a 3.000 quando il cane ne avesse preso possesso.
Nel frattempo anche un altro volontario ha sottoscritto una dichiarazione spontanea che conferma in toto quanto succedeva fra quelle mura. Grazie alla sua testimonianza sono venuti alla luce fatti e misfatti di queste terribili pratiche chirurgiche.
Un teste importante, sicuramente, che potra' aiutare gli inquirenti impegnati gia' sin dai prossimi giorni ad accertare le gravi responsabilita'.

E.N.

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IL DRAMMATICO RACCONTO DI UNA TESTIMONE .
INTERVERRA' LA MAGISTRATURA

Noha (Lecce) - Ho toccato con mano questa tragica realta'. Quando si dice omerta' che ancora regna in questi piccoli paesi del sud, non si afferma nulla di nuovo, anche se oggi siamo nell'anno 2000.
Ma scoprire date e fatti e' decisamente un'impresa ardua.
Solo dopo lunghe ricerche, fra mezze parole abbiamo scoperto che nei giorni scorsi in un piccolo canile vicino a Galatina, in provincia di Lecce, sono stati portati su disposizione del Comune alcuni cani (almeno sei) prelevati dal triste "parco rifugio" di Noha.
Per loro purtroppo il felice abbaiare sara' un ricordo: la voce e' stata spezzata dalle mani insensate di un uomo.
Osservandoli da vicino, ti accorgi immediatamente che lo shock subito sara' difficile da cancellare.
Alcuni di loro, anche se sono stati sistemati in cellette con altri amici a quattrozampe, non riescono a giocare.
Il loro atteggiamento e' decisamente di sottomissione, anche se a volte la loro taglia e' spesso maggiore degli altri.
Un paio di loro, pur essendo in buona forma, non riescono che a emettere alcuni suoni strozzati, un altro in queste settimane non ha mai aperto la bocca.
Sara' la Magistratura a valutare la gravita' del reato che dovrebbe portare il responsabile del canile a essere accusato per il reato di maltrattamento degli animali (articolo 727 del Codice penale). Le indagini dovrebbero portare alla luce anche l'autore materiale degli interventi, un veterinario toscano. Sarebbe curioso conoscere quali provvedimenti l'Ordine dei veterinari prendera' nei suo confronti. 

E.N.


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