
19 aprile 2006 - il 12 aprile 2007
Assuan sono tormentata dalla tua assenza, dalla tua vita spezzata per sempre, dolce e tenera creatura, io ti ho visto nascere dal grembo della tua mamma, l’ultimo quasi inaspettato e grandissimo cucciolo rispetto ai tuoi 4 fratellini. Eri così pieno di vita che nella pancia della mamma ti eri nutrito in modo spropositato, eri attaccato alla vita, forse nella tua antica saggezza, sapevi che saresti vissuto pochissimo.Troppo poco. Sei stato concepito per primo dacché sei nato per ultimo, o almeno così si dice, in una spiaggia del Mare del Nord. Sei nato il 19 aprile 2006 sei morto il 12 aprile 2007 a pochi giorni dal tuo primo compleanno, ma forse eri solo un cane, uno stupido cane per molti insensibili umani.. Si narra che il saluki sia antico come il tempo e rapido come un istante, come quel istante maledetto che ti ha portato via da noi, quel attimo che ha cambiato le nostre vite per sempre. Se anche molti esseri umani non hanno rispetto per la vita di un semplice cane, spero che almeno abbiano pena per le persone che lo amavano, tra i quali i suoi amici bambini che ora hanno il cuore colmo di dolore per questa ennesima perdita, perché purtroppo non è l’unica che è piombata su di loro come una spada di Damocle, ancora una volta ad infliggere a loro tanta sofferenza.
Quel essere immondo che non ti ha dato l’ultima possibilità dopo averti squartato le viscere con il suo parafango, quello stesso che ha chiesto insistentemente il risarcimento per il "suo" danno subito anche dopo aver saputo del DANNO CHE AVEVA PROVOCATO, quel essere orrendo che non ti ha soccorso dacché la sua ripugnante auto si sarebbe potuta lordare dai fluidi interni che aveva rilasciato il tuo corpicino esanime, straziato dall’urto violentissimo, costui non ti ha aiutato nel pur sottile filo di speranza di sopravvivere alla sua velocissima auto che ti ha spaccato dentro che ti ha lasciato così e, con te, il tuo amico uomo che disperatamente è dovuto correre tenendoti in braccio fino a casa, per riuscire a "curarti", corsa vana perché come sei giunto lì in alcuni minuti, dopo aver vomitato sangue da tutte le parti, sei spirato con un urlo doloroso e lancinante di chi per l’ultima volta riesce ad emettere un fiato, l’ultimo fiato di vita che si mescola alla morte in un lago di sangue. Quel essere io non lo perdonerò mai di averci separati per sempre, lui con la sua macchina veloce in una stradina a fondo cieco che voleva correre come un saluki; vanitoso l’uomo che crede di poter correre nel vento e con la potenza nel cuore, quel cuore che batteva per noi e per te, carico di tenerezza e amore per noi. Vanitoso è l’uomo perché tu avevi il motore fatto di carne e sangue non di ferraglia.
Non perdonerò mai colui che ha riportato la morte nella nostra casa, che tanto avevamo cercato di eludere negli anni passati e recenti, di malattie sterminanti, nel lutto di tante perdite, di madri e padri di amici e parenti e nella negazione di avere un figlio nostro che D*O non ci ha voluto donare e nella ricerca disperata DELLA VITA che eri tu Assuan.
Non perdonerò Mai quel essere volgare.
Dolcissimo Assuan seppur tu eri inconsapevole della tua storia così antica che si tramanda nei secoli, la storia di un cane, chiamato SALUKI dai popoli nomadi del deserto, avevi ancora tanto da raccontarci e da insegnarci, tu sei figlio di popoli che hanno attraversato il tempo per secoli, le tracce dei tuoi antenati si trovano lungo i percorsi dei Sumeri, Babilonesi e poi Egizi, la tua storia si fonde con questi popoli remoti che ti hanno portato con loro, per nutrirli con la caccia e scaldarli con il tuo amore infinito e fedeltà incondizionata. Tu sei figlio di tutto questo Assuan e sei anche un nostro “figlio” tanto amato, desiderato e rispettato. Tu piccola creatura non sarai dimenticato mai, ci fosse anche un solo uomo che ci frantuma con un colpo devastante il cuore, non ti scorderemo Mai te lo giuro. DINA