L'ADIGE
11 APRILE 2004
Traffico internazionale di cani randagi
I cani randagi di mezza Europa sono a rischio.
Sospetti su un'associazione tedesca
Un mese fa, da queste colonne era stata annunciata un'inchiesta di respiro internazionale sul traffico di cani randagi. Cuccioli o comunque quattrozampe abbandonati da tempo vengono raccolti da un'associazione tedesca ma nessuno sa che dove vanno a finire queste bestiole. E la domanda ricorrente, non a caso, è proprio questa: cosa se ne fa l'ente di raccolta di questi cani? I sospetti si sprecano ma, quel che è positivo, è che un'indagine è stata avviata in Grecia. Al centro di tutto c'è, dunque, un'associazione con sedi in Austria, Germania e a Creta, l'«Arca di Noè» («Arkenoa»), che raccoglie i cosiddetti figli di nessuno, cani senza padrone in tutto il Vecchio Continente e li porta nei propri ricoveri. Ufficialmente sono animali in procinto di essere adottati. Il sospetto, invece, è che servano da cavie, per sperimentazioni e vivisezione. Blocchi di cuccioli, tra l'altro, si registrano in tutta Europa. I casi più recenti riguardano sequestri di camion e furgoni, con animali stipati come sardine, effettuati in Svezia, Norvegia, Germania, Grecia, nella Svizzera italiana, in Austria, in Turchia. In Italia si segnalano scoperte a Rovereto, Padova, Milano, Brescia, Catania, Emilia Romagna, Campania. Il fenomeno, come si può intuire, sta raggiungendo dimensioni ragguardevoli. Tra l'altro, oltre ai mezzi di trasporto con randagi a bordo, sono stati scoperti veri e propri lager, campi di concentramento con racchiusi centinaia di cagnetti raccolti praticamente ovunque. A Creta, nei giorni scorsi, è stato fermato un altro camion carico di bestiole diretto in Germania. Le autorità hanno aperto un'inchiesta proprio sull'associazione. E un altro carico è stato bloccato a Ischia, nel Napoletano. La prima «scoperta» di questo traffico di cani, però, è stata fatta a Rovereto, per caso. Era il 21 giugno 2003 e 57 randagi stavano viaggiando stipati sul rimorchio di un furgone partito da Creta e diretti a Coblenza. Il mezzo che li stava trainando verso la Germania si fermò in autostrada per il cedimento della pompa dell'acqua. Un anonimo, che aveva assistito alla scena, telefonò a Claudio D'Ingiullo, responsabile della Pan-Eppaa, segnalando la presenza di quello strano rimorchio carico di cani. Chiaro il timore che quel viaggio nascondesse qualche strano traffico e che la sorte dei cani fosse poco felice. Con la guardia zoofila arrivarono anche le forze dell'ordine che verbalizzarono l'«incidente». Le bestiole furono poi fatte ripartire assieme al furgone e al conducente. Un mese più tardi, un altro Tir fu bloccato in Costaviolina. A «bordo» aveva 15 cani, diretti alla stessa associazione in Austria. Del caso si occupò la procura di Rovereto ma quel fascicolo non ha mai prodotto nulla. In Grecia, invece, lo stesso Claudio D'Ingiullo è stato sentito più volte, proprio perché è stato il primo a occuparsi del caso. Il responsabile dell'ente di protezione animali è anche stato invitato a prendere parte ad un programma televisivo nel Paese ellenico. |
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