Dalla Mailing list di Bairo - gennaio 2003 |
Se potessi avere il dono della parola ............
Quando legato alla catena, osservo la tua vita che scorre senza di me. I giorni sempre uguali, attendendo il momento che tu arrivi, mi posi la ciotola di cibo e subito mi volti le spalle in fretta, senza neanche guardarmi. Io vorrei dirti:- Ciao. Sono felice di vederti. Guardami, accarezzami. Ho bisogno di un po' di affetto.- Ma tu sei già dentro casa. La porta chiusa sul resto del mondo e su di me.........
Quando mi lasci sulla strada mentre velocemente rientri in auto e te ne vai. Sono disperato, ho paura. Sto gridando:- Aspetta ci sono anch'io. Perché mi lasci in questo luogo sconosciuto e pericoloso?- Ma il mio grido è nei miei occhi, non nella gola e l'auto è già sparita dietro la curva della strada e dalla mia vista..........
Quando guardo oltre la rete della gabbia, in un canile in cui altri disperati stanno chiamando e ti vedo passare. Mi sorridi. Ecco - penso felice, mentre le mie orecchie si abbassano e la coda comincia a muoversi - Sono qui. Sono buono sai? Prometto che starò con te per sempre. Portami via. Non te ne pentirai.....- Ma tu sei già oltre la rete e fuori dalla mia speranza........
Quando la tua mano si alza sulla mia testa e mi percuoti con bastoni, calci, pugni, ridendo e imprecando..... Io sto male. Sto male da morire. Per le botte certo, ma anche per le ferite che la tua insofferenza provocano nell'anima. Vorrei dirti:- Cosa ti ho fatto per meritare questo? Dove ho sbagliato? Dimmelo e farò in modo di non farlo più. Ma ormai la vita mi sta lasciando per il sangue perso e le ferite. Mentre il mio rantolo vuole essere un grido d'aiuto, tu hai già trovato un'altro gioco e di me nemmeno rammenti il colore del pelo.........
Quando mi prendi per il collo e mi sbatti in malo modo sul tavolo freddo di un laboratorio. Mi leghi e come un sacco inanimato, cominci a tagliare il mio corpo, bucare la mia pelle e bruciare i miei occhi. Il terrore, lo sgomento, la disperazione e la paura delle tue mani è tutto nello sguardo che urla:- Perché tutto questa sofferenza. Questo immenso dolore. Perché non mi guardi e continui a parlare con i tuoi simili come se io non esistessi?-
Se davvero potessi avere il dono della parola e della voce, così da spiegarti tutto questo.......tu mi ascolteresti e capiresti l'esistenza della mia anima e della vita che scorre in me. Finalmente il velo dell'indifferenza cadrebbe dai tuoi occhi. Ti accorgeresti che il mio spirito non è altro che lo specchio in cui il tuo si sta superbamente ammirando e forse, solo allora, potresti avere pietà di me.
foto tratta dal sito http://www.freezone.co.uk/vivabsurd/ |