"La Gazzetta di Reggio"    01/06/2002

«Io non sono un mostro»
Si sfoga la titolare dell'allevamento che ha spedito i beagle

SAN POLO. I cuccioli di cane come agnelli da immolare. «Lavoriamo in questo settore dal 1953, in piena regola e con il permesso delle leggi dello stato». La titolare dell'allevamento Morini di San Polo, Giovanna Soprani, si richiama alle regole che in Italia consentono il commercio dei cani per la vivisezione. Ma lei corregge subito il termine: «Sui beagle non si effettua la vivisezione, ma la sperimentazione. Gli scienziati fanno di tutto per non farli soffrire: non sono bestie che si divertono a torturare».
La signora, raggiunta al telefono, sembra stremata e sfoga il suo astio contro quella che definisce persecuzione e che, a causa degli animalisti, a suo dire le si scaglia contro da anni: «La loro propaganda è un ostacolo alla crescita economica e allo sviluppo scientifico». Ma se anche le leggi dello Stato, chiediamo alla signora, permettono l'allevamento di cani destinati ai laboratori, in questi anni non si è mai posta uno scrupolo di coscienza, non ha mai provato pietà per i cuccioli?
Glissa: «Avrei preferito gestire una pasticceria o un bar, le assicuro. Non ho avuto alternative».
Lo spirito delle sue parole è quello di chi crede di combattere una battaglia contro una specie di oscurantismo medievale o l'ignoranza diffusa sul settore: «Ho svolto un lavoro utile al progresso e non ho mai trattato male gli animali». Se si prova a sollevare un'obiezione, o una semplice domanda, sull'ipotesi di aver barattato la coscienza per i soldi, la Soprani si infuria: «Non ho mai fatto nulla di male, ho sempre agito nel rispetto delle norme dello Stato. E se un lavoro come il nostro cessasse, i ricercatori dovrebbero rivolgersi ad altri per continuare i loro esperimenti. Non guadagnamo nemmeno tanto: i cuccioli vengono venduti a 516 euro l'uno, ma bisogna togliere le spese, che sono alte». Ma la signora accusa ancora di essere vittima di una persecuzione, che ha riguardato anche il blocco dei camion: «Sono guidati dai padroncini, non appartengono a noi. E non è vero che i cani erano stipati e che non avevano da mangiare e da bere». Il botta e risposta sul contrasto tra coscienza e leggi dello Stato si fa sempre più serrato: «Non sono un mostro, lasciatemi stare». E la comunicazione cade.
E se tra alcuni allevatori di cani della provincia reggiana la notizia del sequestro ha destato scalpore, scandalo e indignazione, c'è anche chi racconta di essere a conoscenza da anni dell'attività dell'allevamento Morini: «L'azienda aveva chiesto l'iscrizione all'Enci (Ente nazionale cinofilia italiana, ndr), ma, poiché il fine della sua attività era noto a tutti, è stato rifiutato - racconta Maurizio Camorali, titolare dell'allevamento «Due palme» di Brescello -. Data la fine che facevano i suoi cani, infatti, non è stato considerato un cinofilo»

 

"La Gazzetta di Parma"    01/06/2002

IL CASOLa storia dei 56 «Snoopy» salvati ha riacceso
le polemiche sull'allevamento di San Polo d'Enza
«La nostra guerra al canile-lager»
Gli animalisti parmigiani mobilitati contro la vivisezione: oggi sit-in

Una storia di ordinaria vivisezione, con happy end a sorpresa. Proprio questa storia, ieri, ha scatenato un putiferio in tutta Italia ed è assai probabile che senza quello sarebbe andata a finire in tutt'altro modo.
Pure gli animalisti di Parma si sono mobilitati in grande stile: anche perché il canile da cui erano partiti i 56 cuccioli beagle, stessa razza del mitico Snoopy _ destinati a far da cavie in un laboratorio farmacologico di Amburgo _ è a un tiro di schioppo da qui: allevamento Morini di San Polo d'Enza. Com'è ormai noto, il loro viaggio era stato interrotto due giorni fa alla frontiera dalla Polstrada dell'Autobrennero, ma «solo» perché il camion sui cui viaggiavano era inadatto al trasporto degli animali (nessun sistema di ventilazione). Il commercio in questione è del tutto legale, oltre che remunerativo: ogni cucciolo costa sui 500 euro. Dopo una giornata di trattative, i cuccioli è riuscito a comprarseli il giornale Dolomiten ed è già iniziata la gara dei lettori per adottarli.
Comunque, la battaglia degli animalisti è tutt'altro che finita. Oggi alle 16, in vicolo Santa Maria 1/A, si riunirà un pool di associazioni (Legambiente, Oipa, I gatti di Maria Luigia, Sos Angels, Una, Enpa, Wwf, e Verdi di Parma) per studiare nuove strategie «che contrastino questa orribile pratica che vede ogni anno il massacro di migliaia di cuccioli di cane, gatto e altre specie», ha scritto in una nota Massimo Gibertoni di Legambiente. Per tutti loro il canile di San Polo è una vecchia conoscenza. «E' da tanto tempo che stiamo addosso all'allevamento Morini _ conferma Roberta Cattani, presidente per Parma e provincia dell'Oipa (Organizzazione nazionale protezione animali) _ abbiamo già presentato un esposto alla procura della repubblica di Parma, un altro ai Nas chiedendo di valutare le condizioni in cui vengono tenuti gli animali: ammassati in quaranta, cinquanta per gabbia, sulla paglia sporca di escrementi e urine».
Roberta racconta dell'ultimo blitz fatto con il suo gruppo a San Polo d'Enza, il 13 febbraio scorso. «Quei cani non li può vedere nessuno. I cartelli all'ingresso lo vietano espressamente». Ma i cuccioli li vendono anche ai privati: come fa chi arriva per acquistarne uno? «Ti fanno aspettare in una stanza e te ne portano due o tre. Io comunque alla fine sono riuscita a entrare: stavamo ancora discutendo, quando la titolare mi ha preso per un braccio: "Adesso te lo dimostro io che vedono la luce del sole"». In effetti, un po' di luce l'ha intravista anche Roberta («Le gabbie-lager comunicano con uno stretto corridoio metallico che dà su un piccolo cortile»), subito dopo Giovanna Soprani, (titolare dell'allevamento dalla morte del marito, Stefano Morini, che lo avviò nel 1986), ha chiamato i carabinieri. Sempre ieri, ancora prima che rimbalzasse il lieto fine della storia, la Lav (Lega anti vivisezione) aveva lanciato un appello per organizzare oggi pomeriggio sit-in davanti alle prefetture di tutta Italia. Anche i parmigiani hanno aderito. Si farà lo stesso? «Certo _ non ha esitazioni Roberta Cattani _ se questi cuccioli ieri si sono salvati, oggi ne partiranno altri destinati alla vivisezione».
L'appuntamento è alle 18, davanti alla prefettura: ciascuno con il proprio cane e un fiocco nero al guinzaglio        

 

"Alto Adige"    01/06/2002
Bolzano

«Non illudiamoci, la strage continua»
Lorenzi: bisogna cambiare la legge ma gli interessi sono enormi

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il veterinario del canile municipale Giovanni Lorenzi che con il suo staff sta accudendo cinquantasei cuccioli di razza Beagle sequestrati all'allevamento Morini di Reggio Emilia (Foto Alberti Ognibeni

         I cuccioli contesi
di Luca Fregona

BOLZANO. «Contento? Certo che lo sono. Ma purtroppo abbiamo solo vinto una piccola battaglia. Se non cambia la legge questa strage continuerà». Giovanni Lorenzi è il veterinario del canile municipale. I cinquantasei beagle gli devono molto: se sono vivi, se presto saranno accolti in famiglie che li riempiranno di coccole e carezze, il merito è degli agenti della Polstrada di Vipiteno che li hanno intercettati, e di quest'uomo molto simpatico e un po' burbero che si occupa degli animali della Sill.
Giovedì sera Lorenzi ha impedito al secondo camion della Morini di prelevare i cuccioli. E ieri mattina si è fiondato in Procura per spiegare ai magistrati perché si poteva procedere al sequestro degli animali. Il sequestro, infatti, è stato la chiave che ha sbloccato la situazione, convincendo l'allevatore alla trattativa che si è conclusa con l'acquisto da parte di Michl Ebner.
Dottore, è finita bene...
«Sì. I cuccioli sono salvi. Per due giorni ci siamo commossi tutti. Fa tenerezza vederli così, che giocano sul prato...».
Ma...
«Fuori dai denti: se non cambia la legge tutto questo sarà servito a ben poco. E la legge non la cambia certo il piccolo dottor Lorenzi di Bolzano: gli interessi economici in ballo sono giganteschi. Tocca alla politica e alle istituzioni intervenire».
Insomma, finché il mercato sarà legale, centinaia di beagle finiranno nei laboratori...
«Ovvio. L'allevatore avrà già pronto un altro carico da spedire in Germania. Gli affari sono affari...».
Tantissima gente vuole adottare i 56 piccoli. Adesso cosa accadrà?
«Li consegneremo uno per uno a chi si offre di comprarli, spiegando bene le loro esigenze. Sono molto affettuosi e vivaci. Hanno bisogno di essere seguiti. Chi non ha tempo è meglio rinunci. Ci riserviamo comunque di effettuare dei controlli».
Perché i beagle sono adatti a fare da cavia?
«Sono robusti e docili. I beagle sono cani di alta genealogia, molto pregiati. Gli allevamenti riservano ai laboratori i cosiddetti scarti».
Il sequestro è scattato sulla base dell'articolo 727 del codice penale per maltrattamento. In questo caso si riferisce alle condizioni del trasporto?
«Sì. Il camioncino non era assolutamente adeguato».
Era l'unico appiglio?
«Sì. Dal punto di vista legale, la ditta Morini ha tutte le carte in regola, come attesta anche la documentazione che ho chiesto alla Asl di Reggio Emila. E' gente che lavora molto bene, si vede da come sono schedati i cani. Ognuno ha il suo tatuaggio. E sono stati allevati bene, perché sennò l'industria non li vuole».
Ma lei ha parlato con la titolare, la signora Soprani?
«Sì. Mi ha ripetuto che è solo il loro lavoro, e che lei vuole tanto bene a questi cani. Mi ha addirittura chiesto, preoccupata, come li trattiamo. Il che mi è sembrato incredibile visto il posto dove erano diretti...».
E' vero che ad Amburgo servivano per sperimentare dei cosmetici?
«Il laboratorio che li ha acquistati svolge test su animali per industrie che producono farmaci, conservanti e anche cosmetici».
Ma i test su animali hanno ancora senso?
«Per certi esami tossicologici vengono ritenuti fondamentali. In genere si usano però solo criceti e topi. Ma lì nessuno si scandalizza. Capisco che il cane è più vicino a noi, lo investiamo di caratteristiche quasi umane, ma dovremmo batterci perché nessun animale venga utilizzato per la sperimentazione».

 

"Alto Adige"    01/06/2002
Bolzano"   

IL CASO GIUDIZIARIO
Solo lunedì il dissequestro
Mattinata convulsa, con l'intervento della procura
Tutto è partito da un esposto di Rudi Benedikter

BOLZANO. Al canile della Sill ieri mattina si attendeva e al tempo stesso si temeva l'arrivo da un momento all'altro di un terzo camion inviato dalla ditta «Morini» di Reggio Emilia (i primi due mezzi erano stati bloccati in quanto ritenuti inadeguati ad effettuare il trasporto, ndr), per caricare i 57 cagnolini e trasportarli al laboratorio farmacologico di Amburgo, quando i vigili urbani hanno notificato il provvedimento di sequestro preventivo degli animali firmato dal sostituto procuratore Benno Baumgartner.
Il magistrato è intervenuto dopo che l'avvocato Rudi Benedikter ha presentato un esposto contro il titolare della ditta emiliana e contro il padroncino per maltrattamenti. «Dopo aver letto il rapporto della polizia stradale che mercoledì ha bloccato i cuccioli a Campo di Trens - spiega il magistrato - e le relazioni del veterinario di Bressanone Johann Hofer, che per primo ha visitato i piccoli, e del suo collega Giovanni Lorenzi, che li ha visti quando sono arrivati al canile della Sill, ho aperto un'inchiesta per maltrattamenti. I cani sono stati trovati in cattive condizioni di salute: affetti da una forte tosse e da diarrea causate in parte dalle modalità del trasporto e in parte dal caldo di questi giorni. I cagnolini erano chiusi in gabbie troppo strette e il telone del camion è stato aperto solo dopo l'intervento della polizia. Per evitare dunque il ripetersi della situazione, ho disposto il sequestro preventivo. Il gip avrà ora una decina di giorni di tempo per convalidare il provvedimento. Mi auguro che nel frattempo i cani possano essere adottati».
Quello che Baumgartner sperava si è avverato molto prima del previsto: in serata si è saputo che i cuccioli non dovranno più sopportare il viaggio fino ad Amburgo e non verranno utilizzati come cavie, perché sono stati acquistati in blocco dall'eurodeputato Michl Ebner e da oggi chi vorrà potrà adottarli.
Per il momento i cagnolini restano al canile della Sill fino a quando non verrà firmato il provvedimento di dissequestro.
«Lunedì - spiega Baumgartner - appena torno in ufficio esaminerò la documentazione di acquisto: se è tutto in regola i cuccioli verranno dissequestrati». Ma l'inchiesta per maltrattamenti resta in piedi ovviamente.
Sulla vicenda che ha toccato la sensibilità di grandi e piccoli c'è da segnalare anche l'intervento, sollecitato dalla Lav, del sottosegretario del Ministero alla salute Cursi, per evitare che i cuccioli venissero usati come cavie da laboratorio.
Una mobilitazione generale dunque, che alla fine ha raggiunto quello che era l'obiettievo di tutti: salvare i cinquantasei «Beagle» che ora attendono soltanto qualcuno che li adotti e regali loro tante coccole.

 

"Il Resto del Carlino"    01/06/2002
Reggio Emilia


Minacce agli allevatori dei cani

S.POLO La reazione degli animalisti non si è fatta attendere. La notizia dei 56 cuccioli destinati alla vivisezione, partiti da San Polo, ma per fortuna bloccati al valico italo-austriaco, ha scatenato la loro rabbia.
La famiglia «Morini», titolare dell'omonimo allevamento, ieri ha infatti ricevuto alcune telefonate minacciose. E così hanno chiamato carabinieri e polizia, che sono intervenuti sul posto per raccogliere le testimonianze della famiglia e per essere eventualmente pronti ad affrontare reazioni violente degli animalisti.
Comunque il fatto che i «Morini» abbiano deciso di vendere i cuccioli al parlamentare europeo Ebner, potrebbe placare gli animi degli animalisti.
Già negli anni Ottanta gli attivisti della Lav, presero di mira l'azienda di Stefano Morini, tentando di introdursi nell'allevamento per liberare le cavie. In questi anni l'allevamento è comunque rimasto nel mirino degli animalisti, che con tutti i mezzi hanno cercato di danneggiarlo.
L'azienda di San Polo alleva animali da anni. Non solo cani. A San Polo si possono trovare porcellini d'India, topi bianchi, che servono per la sperimentazione e vivisezione. Animali che vengono esportati in tutta Europa.

di Nina Reverberi

 

"Alto Adige"    01/06/2002
Bolzano"   

Anche la politica insorge: «Subito una legge»
Da destra a sinistra un coro unanime. E intanto la Lav prepara per oggi un sit-in
I CUCCIOLI CONTESI

BOLZANO. Non ci sono soltanto gli animalisti in prima fila a favore dei cinquantasei cuccioli fermati a Bolzano l'altra sera. Anche il mondo politico è insorto: dalla Margherita a Forza Italia, passando per i Verdi il "caso" dei piccoli Snoopy è finito sul tavolo dei Ministri dell'interno e della giustizia, riaprendo d'improvviso la delicata questione del controllo sulla tutela degli animali. Nel frattempo la Lav (Lega anti vivisezione) di Bolzano si è detta pronta ad un sit-in davanti al Commissariato del Governo, anche se la positiva risoluzione della vicenda dei cinquantasei cuccioli potrebbe anche far cambiare le cose.
La prima mossa politica, in ordine di tempo, è stata quella del parlamentare trentino dei Verdi Marco Boato, che ha scritto un'interpellanza urgente al Ministri dell'interno e della giustizia. Boato ha ripercorso i punti salienti dell'intera vicenda, dall'ispezione della polizia fino al sequestro cautelativo disposto dal pm bolzanino Benno Baumgartner. «Chiedo ai Ministri se il governo abbia assunto ulteriori informazioni e accertamenti in merito al caso sopra citato, e quale sia il giudizio del governo in merito al caso dei cuccioli di Bolzano ed alle gravissime problematiche, da anni denunciate dalle organizzazioni animaliste e dal movimento ambientalista, causate dal ricorso alla vivisezione e dal conseguente fenomeno del commercio illegale, in disprezzo di ogni norma di civiltà e dei principi di uno Stato di diritto degli animali». Boato invita il governo a intervenire al più presto sull'intera problematica: «Vorrei sapere quali iniziative normative si intendono porre in essere affinché, come è avvenuto in altri paesi europei, i diritti degli animali abbiano piena ed effettiva tutela costituzionale e legislativa».
Anche l'onorevole Gianclaudio Bressa, parlamentare della Margherita, ha inviato un'interpellanza urgente al Ministro della sanità: «Anch'io sono proprietario di un cagnolino Beagle, e quindi mi sento coinvolto in prima persona. Per questo chiedo al governo di intervenire quanto prima». L'acquisto da parte della famiglia Ebner ha consentito una soluzione positiva alla vicenda di Bolzano, ma ora l'impegno politico è tutto rivolto a fare in modo che un simile caso non possa più accadere.
La questione è finita anche sui tavoli del consiglio regionale dell'Emilia Romagna, in seguito ad una interrogazione firmata da tre consiglieri di Forza Italia. Fabio Filippi, Andrea Leoni e Antonio Nervegna chiedono infatti alla giunta regionale di attivarsi «per disincentivare il turpe commercio di animali da affezione destinati alla pratica della vivisezione». I tre politici azzurri lanciano anche un nuovo allarme: «C'è il timore che sia in partenza dallo stesso allevamento di San Polo un altro "triste carico" diretto ai laboratori in cui si pratica la vivisezione».
Anche l'esponente dei Verdi emiliani, Daniela Guerra, si è fatta sentire attraverso una nota inviata al prefetto bolzanino Giustino Di Santo e al servizio veterinario dell'Asl di Bolzano, per «chiedere la verifica del rispetto di quanto disposto dalla legge regionale 27/2000 dell'Emilia Romagna in materia di tutela della popolazione canina e felina, che prevede l'iscrizione degli animali all'anagrafe canina del Comune di residenza e la presenza del tatuaggio o microchip di identificazione».
Infine la Lav, che prima della positiva conclusione della vicenda aveva annunciato un sit-in di protesta per questo pomeriggio (ore 18) davanti al Commissariato del governo. Il sit-in si trasformerà così in un'occasione per sensibilizzare sul problema dei diritti degli animali.

 

"La Gazzetta di Reggio"    01/06/2002

Forza Italia dice basta a questa pratica

REGGIO. Il consigliere provinciale di Forza Italia, Filippo Silvestro (che fra l'altro è proprietario di un cane) ha manifestato ieri l'intenzione di presentare un ordine del giorno alla Provincia affinché si faccia tutto il possibile per evitare che nel Reggiano continuino a esistere situazioni come questa, per la quale il commercio di animali in qualità di cavie non è ostacolato.
Sempre Forza Italia ha presentato una interrogazione alla Regione attraverso i consiglieri Fabio Filippi, Andrea Leoni e Antonio Nervegna chiedendo che la giunta si attivi aumentando i controlli e «per disincentivare il turpe commercio di animali da affezione destinati alla pratica delle vivisezione».

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